XVII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 12 febbraio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 2 

Audizione del professor Pietro Carlo Padoan, nell'ambito della proposta di nomina a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (nomina n.23-bis) (ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n.322):
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 2 
Padoan Pietro Carlo  ... 2 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 3 
Dadone Fabiana (M5S)  ... 3 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 3 
Brunetta Renato (FI-PdL)  ... 3 
Cozzolino Emanuele (M5S)  ... 4 
Richetti Matteo (PD)  ... 6 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 6 
Padoan Pietro Carlo  ... 6 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 8 
Fiano Emanuele (PD)  ... 8 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO PAOLO SISTO

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del professor Pietro Carlo Padoan, nell'ambito della proposta di nomina a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (nomina n. 23-bis).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, del professor Pietro Carlo Padoan, nell'ambito della proposta di nomina a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (nomina n. 23-bis).
  Ringrazio il professor Padoan per la sua presenza e gli cedo la parola per una breve presentazione.

  PIETRO CARLO PADOAN. Desidero innanzitutto ringraziare il presidente e i membri della Commissione per questa opportunità.
  Vorrei semplicemente spendere pochissimi minuti per dare qualche informazione, che spero possa essere utile, riguardo alla mia carriera e al mio curriculum professionale.
  Ricordo che gran parte della mia vita professionale è stata dedicata all'attività accademica di ricerca. Sono attualmente professore in aspettativa presso la Facoltà di Economia dell'Università «La Sapienza» di Roma e ho avuto incarichi di insegnamento in altre istituzioni italiane e internazionali, in università estere e altri incarichi in istituzioni come la Banca mondiale, la Commissione europea e la Banca centrale europea.
  La mia attività di ricerca è stata in gran parte dedicata ai temi di economia applicata, che vuol dire essenzialmente mettere assieme l'analisi economica con l'analisi statistica. Ho anche fatto parte di comitati scientifici dell'ICE (Istituto per il commercio estero) e dell'ISPE, quando era ancora in vita.
  Vorrei ricordare che un insegnamento che ho tratto da questa attività è che la qualità dei dati è ingrediente fondamentale per ottenere risultati affidabili e, di conseguenza, per poter trarre da questi risultati indicazioni e implicazioni per la politica economica e sociale.
  Aggiungo anche che la durata e l'estensione della crisi ha notevolmente rafforzato l'esigenza di conoscere e misurare meglio la realtà economica e sociale, in Italia come negli altri Paesi. È una realtà che la crisi ha profondamente modificato e che, quindi, è necessario comprendere più a fondo.
  A partire dal 2001 ho passato gran parte della mia vita professionale presso istituzioni internazionali: prima al Fondo monetario internazionale, come direttore esecutivo, rappresentante dell'Italia e di altri Paesi della constituency, e successivamente all'OCSE come vice segretario generale e poi anche come capo economista (incarichi che ricopro attualmente).Pag. 3
  Queste esperienze sono state molto preziose, poiché hanno confermato quanto sia importante la reputazione e il rispetto di un Paese sia per poterne difendere efficacemente gli interessi sia per contribuire alla costruzione e implementazione di politiche collettive di cooperazione internazionale. Trasparenza e affidabilità delle statistiche prodotte e utilizzate nella massima indipendenza e autonomia sono condizioni essenziali per mantenere tanto la reputazione che il rispetto.
  Ci sono anche altri insegnamenti. In primo luogo, tener conto dell'esperienza di altri Paesi nell'analisi dei problemi economici e sociali arricchisce di molto la capacità di comprendere i problemi del proprio Paese e di definire le risposte adeguate.
  Lavorare in un contesto di nazionalità e culture diverse in cui il capitale umano è l'elemento fondamentale arricchisce e permette di individuare soluzioni più avanzate ed efficienti nella gestione di istituzioni complesse. I progressi nelle tecnologie dell'informazione, la trattazione e gestione dei dati rendono un approccio basato sulla molteplicità culturale ancora più utile e più necessario.
  Come ho accennato, la crisi ha spinto a un processo di revisione generalizzata, nelle istituzioni internazionali e non solo, del modo in cui si deve analizzare il meccanismo economico e sociale. Un insegnamento chiave a cui questa riflessione ha condotto, anche nell'ISTAT, è che occorre andare oltre una valutazione dimensionale della produzione di ricchezza. Per dirla in parole povere, il PIL non basta più. Ciò che conta è il benessere dei cittadini e il benessere è un concetto dalle molte dimensioni, fortemente legato alla realtà sociale e istituzionale.
  Vorrei concludere con una frase relativa all'Istituto nazionale di statistica. Anche alla luce dell'esperienza internazionale, l'ISTAT si colloca ai primi posti nel confronto con gli istituti di statistica degli altri Paesi avanzati, in termini di qualità del suo capitale umano, di offerta dei dati, informazioni, analisi, in termini di capacità di esplorare nuove dimensioni, di innovare funzioni e prodotti.
  A partire da questo ottimo lavoro si può ulteriormente migliorare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Dadone.

  FABIANA DADONE. Vorrei segnalare che come gruppo Movimento 5 Stelle avremmo diverse domande da porre al professor Padoan. Lo premettiamo ai fini dell'organizzazione dei lavori, in maniera da poter stabilire, Presidente, se vuole far svolgere un primo giro di interventi tra tutti i gruppi o se preferisce procedere come di consuetudine.

  PRESIDENTE. Non c’è alcun problema.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  RENATO BRUNETTA. Ringrazio il presidente della Commissione e i colleghi che ci danno questa occasione di audire il professor Pietro Carlo Padoan. Credo che questa sia una procedura innovativa e assolutamente apprezzabile nei processi di valutazione e nomina che le leggi comportano.
  In questo caso, la procedura proviene dal Governo e, con un processo complicato, prevede un passaggio parlamentare qualificato. È stato un bene che questo passaggio parlamentare qualificato abbia previsto anche un'audizione. Da questo punto di vista, mi complimento con il presidente della Commissione e con quanti hanno chiesto l'audizione del professor Padoan.
  In secondo luogo, per quanto riguarda la persona del professor Padoan, sottolineo che lo conosco da decenni – dico purtroppo, pensando ai decenni – e ho avuto modo di apprezzarlo nelle nostre carriere parallele. Dico, senza alcuna ombra di opportunismo, che in questo momento è la persona giusta al posto giusto.Pag. 4
  Lo dico anche da passato Ministro della pubblica amministrazione e dell'innovazione, con delega alla nomina dei presidenti dell'ISTAT, in quanto sono stato il ministro che ha proposto al Presidente del Consiglio la nomina del suo predecessore, il professor Giovannini, attualmente Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Anche in quel caso, la caratteristica essenziale non era solo e tanto quella della qualificazione scientifica e professionale, ma era quella della credibilità internazionale del candidato prescelto. La credibilità internazionale del presidente dell'ISTAT, infatti, produce credibilità dell'istituto, quindi credibilità dei dati e credibilità della nostra presenza a livello internazionale, dal punto di vista di economia tra le altre economie.
  Se poi consideriamo la natura speciale dell'ISTAT, che diventa una branca nazionale di un sistema europeo che è l'EUROSTAT, che presiede alle politiche dell'Unione europea, allora pensiamo che l'ISTAT non è solo un istituto centrale di statistica che deve avere a che fare con le variabili interne e con la formulazione di statistiche, di censimenti ed altro, ma è un momento nazionale di un processo decisionale europeo.
  Se nei processi decisionali non ci si fida gli uni degli altri, è chiaro che la credibilità del nostro Paese ne viene a patire.
  Per questa ragione, la nomina del presidente dell'ISTAT è una nomina istituzionale, che attiene a una logica bipartisan che ha nell'interesse del Paese il suo obiettivo fondamentale. Questo significa, da parte nostra, anche se questa non è una dichiarazione di voto, il nostro voto favorevole sulla persona del professor Padoan.
  Ho molto apprezzato la sintesi che il professor Padoan ha prodotto, laddove ha chiarito che dal 2001 le sue esperienze sono sempre state a livello internazionale. Credo che questo sia il valore aggiunto – come già per il professor Giovannini, che l'ha preceduto – e la caratteristica più importante in questo momento.
  L'unico problema che rilevo non riguarda la sua persona, ma la scarsità delle risorse che il Governo destina al nostro Istituto centrale di statistica. Ciò comporta non pochi problemi per rimanere competitivi nella credibilità a livello internazionale. Senza risorse, come ben sa il professor Padoan, non si fanno buone statistiche, e senza buone statistiche non si è credibili.
  Per questa ragione, rivolgo una riflessione alla Commissione e al Governo anche per ripensare al modo di fare le statistiche, al superamento dei censimenti e quant'altro. Questo sarà tema di discussione con il presidente dell'ISTAT, una volta che sarà entrato nei suoi pieni poteri, per orientare e organizzare questo istituto così fondamentale per la vita del nostro Paese.

  EMANUELE COZZOLINO. Ringrazio il professor Padoan per aver accettato il nostro invito e ricordo al collega Brunetta che la procedura di audizione è prevista per legge.
  Intendiamo porre domande molto tecniche relativamente al programma che vorrà attuare il candidato. Lei, professor Padoan, ha parlato di informatizzazione e di servizi informatici. All'interno dell'ISTAT è in corso un processo di riorganizzazione informatica che non è chiaro dove andrà a parare, anche alla luce di un recente questionario inviato al personale, di cui si è richiesta la compilazione senza fornire ulteriori spiegazioni.
  La preoccupazione del personale e dei sindacati è che la dirigenza stia riflettendo circa i suoi limiti, il che non sarebbe accettabile, essendo presenti in organico tra i dipendenti ISTAT circa duecento informatici. Vorrei sapere se il professor Padoan è al corrente di questa vicenda e quali sono le sue valutazioni ed eventuali programmi d'azione in vista della sua nomina.
  L'onorevole Brunetta ha richiamato la carenza di fondi. È ben noto a tutti che l'ISTAT alcuni anni fa ha acquistato un terreno del comune di Roma per circa 14 milioni di euro, sul quale avrebbe dovuto edificare la sede unica dell'ente, così riunendo le varie sedi disseminate nella città di Roma. Con la sola eccezione della sede Pag. 5di via Balbo, che è demaniale, e di quelle di via Depretis e viale Liegi, che sono di proprietà, tutte le altre sedi sono condotte dall'ISTAT in locazione, con esborsi annuali di circa 13 milioni di euro. Queste risorse potrebbero essere reinvestite per migliorare l'attività ISTAT. Sul terreno, ubicato nel quartiere Pietralata, l'ISTAT ha effettuato sondaggi, carotaggi e ricerche di ordigni esplosivi, sostenendo costi per centinaia di migliaia di euro. Oggi il terreno versa in uno stato di totale abbandono, con la chilometrica cancellata realizzata a spese dello stesso ISTAT ormai divelta. Chiedo se il professor Padoan è a conoscenza di questa vicenda e come intende risolverla qualora diventasse presidente dell'ISTAT.
  Sempre per quanto riguarda le ristrettezze economiche e il regime di spending review, ricordo che con la nomina di Enrico Giovannini al vertice ISTAT nel 2009 il compenso per il Presidente è triplicato, passando dai 93 mila annui percepiti da Biggeri ai 300 mila, poi ridotti a 270 mila euro. Un simile compenso, come è noto, supera quello percepito da Bernanke, Presidente del Comitato dei Governatori della Federal Reserve, e quello del Presidente Obama; esso supera anche di molto quello assegnato al presidente del CNR (solo 159 mila euro), un ente che, a differenza dell'ISTAT, conta più di 8 mila dipendenti e 105 istituti su tutto il territorio nazionale, con un budget di circa un miliardo di euro.
  Chiedo al professor Padoan se non crede che sia necessaria una drastica riduzione del compenso previsto per il presidente e se, qualora sarà nominato, intenda ridursi l'indennità di carica. In caso di risposta affermativa, desidererei sapere di quanto.
  Può specificare, inoltre, professore, se per il presidente ISTAT i gettoni previsti per la partecipazione al Consiglio e al Comitato di indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica si cumulino ? Sul sito ISTAT non è riportato il testo del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 1992.
  Lei, professor Padoan, ha parlato, nella sua relazione introduttiva, anche di capitale umano e di valorizzazione del personale. Vorrei sapere se è consapevole del fatto che nella precedente gestione del professor Giovannini sono stati assunti in ISTAT oltre 380 precari su oltre 2.300 dipendenti (16,5 per cento) e del fatto che molti di tali precari sono ormai impiegati in attività ordinarie, in scadenza a dicembre 2014. Cosa intende fare per affrontare il problema e per assicurare la qualità dei lavori ? Sappiamo tutti come si lavori male quando si è precari.
  Infine, come il professor Padoan sa, con l'articolo 5 della legge 196 del 2009 si è modificata la procedura per la nomina del presidente ISTAT, il quale, a seguito della proposta fatta dal Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione e dal Governo, ha bisogno del parere delle due Commissioni affari costituzionali del Senato e della Camera, con maggioranza dei due terzi dei rispettivi componenti. La ratio di tale norma è quella di assicurare all'ISTAT, e soprattutto al Paese, un presidente super partes, che deve dar conto del suo operato al Parlamento e quindi ai cittadini, e non al Governo come è avvenuto finora.
  Con tale norma il legislatore, dopo molti anni di discussione, ha infatti voluto garantire l'indipendenza del presidente e dell'ISTAT da possibili ingerenze del Governo italiano e, a maggior ragione, da ingerenze dei poteri europei e internazionali. Già i cittadini greci, ormai ridotti all'indigenza a causa dei dati statistici truccati per far entrare la Grecia nell'eurozona, ci hanno fatto capire cosa comporta la mancanza di indipendenza di un istituto di statistica dal governo del Paese e dal governo dell'Europa.
  Purtroppo, appena qualche anno fa si è assistito all'ingresso di altissimi esponenti del Governo negli uffici dell'istituto di statistica italiano la notte prima della diffusione delle stime del PIL e del deficit pubblico. Inoltre, nei prossimi giorni l'ISTAT deve comunicare la stima del più importante parametro di Maastricht, ovvero quello del rispetto del 3 per cento del Pag. 6deficit pubblico su PIL, che si prevede sul filo dei centesimi di punto percentuale.
  Il curriculum del professor Padoan evidenzia che è stato direttore della Fondazione Italianieuropei, dove tuttora siede nell’Advisory Board; è stato consigliere economico nei Governi D'Alema e Amato; è stato membro di massimo livello di organismi internazionali che monitorano il nostro Paese, come Fondo monetario internazionale e OCSE.
  Tra le premesse, ci chiediamo come possa essere considerata super partes la sua candidatura, come farà lei a garantire l'attendibilità e l'imparzialità dei dati, così carichi di implicazioni economiche e politiche. La ringrazio per le risposte che vorrà fornirci.

  MATTEO RICHETTI. Ringrazio il professor Padoan. In quanto relatore della proposta di nomina del professor Padoan ho avuto modo di illustrare ai colleghi il curriculum del professore, che è stato ripreso da lui stesso.
  Ne voglio evidenziare, come diceva il collega Brunetta, ciò che è previsto per obbligo di legge, ossia la caratura e l'esperienza internazionale del professor Padoan: requisiti necessari non solo per legge ma per il funzionamento puntuale di un istituto così importante per il Paese come l'ISTAT.
  In questa fase la Commissione è coinvolta nella valutazione della proposta di nomina, ma poi avremo, spero con il prossimo presidente, occasione di interlocuzione sull'attività, sugli indirizzi, sul funzionamento dell'ISTAT. La preparazione e la formazione in campo econometrico e statistico sono elementi centrali per l'attività dell'ISTAT.
  Mi limito a fare una riflessione, professore, circa l'attività di analisi e rilevazione alla quale si dovrà predisporre l'ISTAT in un tempo – che io molto presto avrei piacere di definire post-crisi, ma non sono sicuro di poter fare serenamente questa affermazione – nel quale le trasformazioni rapide sul piano orizzontale e profonde sul piano verticale investono l'ISTAT di una necessità di rispondere a bisogni nuovi, che non sono solo la fotografia delle trasformazioni sociali del nostro Paese, ma anche l'aggiornamento di quell'idea di crescita e di benessere a cui lei, professore, ha richiamato nella sua introduzione. Ciò si unisce ad alcuni elementi tradizionali: l'ambito occupazionale, quello demografico, la situazione del lavoro, delle imprese, del credito, la dimensione istituzionale del nostro Paese. Vi sono anche elementi nuovi che passano dal rapporto tra generazioni, tra condizioni e opportunità profondamente cambiate.
  Non voglio affidarle un compito improbo, ma credo che questa sia la sfida importante che un istituto come l'ISTAT ha davanti a sé. Credo, altresì, che il presidente Sisto abbia fatto molto bene a cogliere la richiesta dei colleghi del Movimento 5 Stelle che fa scaturire un'opportunità di confronto preventiva con lei. Voglio offrire al presidente della Commissione anche l'idea della necessità di chiudere, nei prossimi giorni, con la votazione e la procedura di nomina, perché darebbe possibilità di diventare operativi e, dal mio punto di vista, collaborativi in questo senso. Mi auguro, quindi, che già nei prossimi giorni noi possiamo completare il percorso che è previsto per la procedura di nomina per il presidente dell'ISTAT.

  PRESIDENTE. Do la parola al professor Padoan per la sua replica.

  PIETRO CARLO PADOAN. Grazie, presidente. Innanzitutto ringrazio, se posso, il caro amico Renato Brunetta per le parole che ha voluto usare ricordando i nostri percorsi paralleli (come ha detto l'onorevole Brunetta, è da qualche anno che ci incrociamo).
  Passo alle questioni poste dall'onorevole Cozzolino a nome del gruppo Movimento 5 Stelle. Molto sinceramente intanto, onorevole, la ringrazio per alcune informazioni e alcune segnalazioni di problemi che evidentemente il presidente dell'ISTAT dovrà affrontare. Non voglio nascondermi dietro un dito, ma posso dire che, come ho fatto quando sono andato a Pag. 7far parte di istituzioni importanti in passato, è necessaria una fase cosiddetta di «due diligence». Intendo dire che i problemi che l'onorevole Cozzolino solleva, di cui in parte sono già a conoscenza, sono seri, complicati e interconnessi. Bisogna, a mio avviso, avere una visione complessiva della strategia dell'istituto e quindi fare scelte che, come ricordava il presidente Brunetta, subiscono il vincolo di bilancio che è molto duro. Quindi, dato un vincolo di bilancio, bisognerà affrontare i vari problemi.
  In questo sono incoraggiato dall'esperienza che è stata condotta fin qui. Mi sembra che l'ISTAT nella sua attività recente abbia utilizzato meccanismi innovativi per continuare a fornire i prodotti che sono richiesti all'Istituto, con risparmi e riallocazione delle risorse. Quindi, mi scuso con l'onorevole Cozzolino se non riesco a essere più specifico in questa sede; mi auguro, in una veste diversa, di poterlo fare in modo più fattivo di quanto adesso non mi riesca.
  Se mi è permessa una parola sulla questione dell'indipendenza, l'onorevole Cozzolino ha ricordato alcune componenti del mio curriculum, sia con riguardo alla fondazione Italianieuropei sia al mio diretto coinvolgimento in Governi passati, che ovviamente fanno parte della mia attività professionale. Le dico, onorevole, che io sono stato nominato – anzi votato, perché questa è la procedura nel caso della constituency italiana – a essere membro del Board del Fondo monetario da un Governo che poi è uscito di scena e, per tutta la durata della mia attività al Board del Fondo monetario fino alla seconda metà del 2005, ho risposto direttamente al Ministro dell'economia di un Governo di segno diverso.
  Non credo di dire una cosa falsa se affermo che il Governo diverso a cui rispondevo quasi quotidianamente non possa lamentarsi di una scarsa collaborazione o di una scarsa difesa degli atti di quel Governo quando, come spesso accade al Fondo monetario, il Governo era messo sotto scrutinio da parte del Board. Questo comprende anche la questione dei numeri che l'onorevole Cozzolino ha voluto citare.
  Il mio ruolo all'OCSE è ovviamente diverso. In quella sede io non rappresento il Governo italiano; sono membro del Segretariato, come vice segretario generale, quindi rispondo per definizione a tutta la membership, a tutti i 34 Paesi membri dell'OCSE. Tuttavia, come capo economista sono responsabile dei numeri, soprattutto dei numeri macroeconomici che l'OCSE produce. Devo dire che più di una volta mi è capitato di approvare numeri prodotti dallo staff dell'OCSE che si sono dimostrati in contrasto con numeri che invece venivano utilizzati altrove. Quello che ho sempre fatto, quando ho dovuto assumermi la responsabilità di approvare numeri, è innanzitutto continuare a controllare e ricontrollare il processo, discutere del perché quel numero dovesse uscire e quale fosse il ragionamento dietro quel numero; una volta che, in mia coscienza, ero convinto che quel numero fosse giusto, ne ho autorizzato la diffusione.
  Penso che questo sia il criterio da seguire, soprattutto in un'istituzione che produce in modo trasparente e indipendente i numeri. Se l'istituzione non fa questo, è il danno più grave che può portare a se stessa e anche al Paese in cui si trova.
  Rivolgo un'ultima parola all'onorevole Richetti, che ringrazio. Sono perfettamente d'accordo che la crisi ha aperto moltissimi nuovi interrogativi che hanno, tra le altre cose, la caratteristica di essere tra loro interconnessi. Mi spiego meglio. All'OCSE, da un po’ di tempo, proprio a seguito della crisi, abbiamo intrapreso un programma orizzontale che coinvolge tutta l'istituzione, che si pone la seguente domanda: vogliamo capire meglio come determinate politiche economiche, sociali, strutturali abbiano effetti su dimensioni che fino a prima della crisi erano trascurate. Un esempio per tutti: politiche per la crescita, politiche di bilancio, di spesa e di imposizione fiscale hanno obiettivi diretti sul bilancio e sulla crescita, ma anche molti obiettivi indiretti sulla diseguaglianza Pag. 8sociale, sulla stabilità dei sistemi; abbiamo imparato moltissimo e questo ci permette di ripensare sia l'informazione statistica che la traduzione di queste informazioni statistiche in un auspicabilmente migliore modo di disegnare la politica economica.
  Sono fortemente convinto di questo. L'idea di benessere è solo il primo passo verso una multidimensionalità dell'analisi. Questo, secondo me, è il futuro dell'analisi socio-economica delle istituzioni pubbliche, non solo in Italia ma dappertutto. Il sostegno che la membership dell'OCSE dà a questa iniziativa del Segretariato è molto incoraggiante, quindi sono perfettamente d'accordo che quelle sono le lezioni da trarre. Siamo in un mondo diverso rispetto a quello che c'era prima della crisi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO. Vorrei dire al professor Padoan che anche dopo aver ascoltato la sua replica noi, come gruppo Partito Democratico, saremo orgogliosi, anche se oggi non è il giorno della dichiarazione di voto, di poter dare il nostro assenso a una personalità di così grande autorevolezza scientifica e operativa per la presidenza dell'ISTAT, sia per le cose che già conoscevamo sia per il modo con cui lei oggi ha risposto alle domande che le sono state poste.
  La ringraziamo e le auguriamo buon lavoro se, come mi auspico, sarà nominato presidente dell'ISTAT.

  PRESIDENTE. Ringrazio il professor Padoan e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.50.