XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 20 novembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

Audizione del Direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dottor Giuseppe Lucibello, sul polo salute e sicurezza del lavoro (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Puglia Sergio  ... 4 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 4 
Di Salvo Titti (SEL)  ... 4 
Gatti Maria Grazia  ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8,35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dottor Giuseppe Lucibello, sul polo salute e sicurezza del lavoro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dottor Giuseppe Lucibello. Avverto che il dottor Lucibello è accompagnato dal dottor Giovanni Paura, capo della sua segreteria, nonché dal capo ufficio stampa, dottoressa Giuliana Ledovi.
  Do quindi la parola al direttore generale dell'INAIL, Giuseppe Lucibello.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Grazie presidente. Il processo di integrazione dei due enti incorporati, per effetto della disposizione del decreto-legge n. 78 del 2010 è ormai giunto quasi al terzo anno. È un processo abbastanza complesso, che si salderà nell'assetto organizzativo dell'ente con il nuovo modello organizzativo.
  Le difficoltà sono state notevoli, perché INAIL ha incorporato un ente che per natura e funzioni svolgeva più o meno le stesse attività, l'IPSEMA, con un intervento normativo di devoluzione all'INPS di quelle funzioni improprie rispetto alla mission dell'INAIL. Mi riferisco alle funzioni di tipo assistenziale, d'integrazione e di trattamento di malattie. Il processo di trasferimento delle funzioni è in corso e, dal primo gennaio 2014, dovrebbe essere chiusa tutta la fase.
  Molto più complessa, anche se più affascinante come percorso, è stata l'incorporazione dell'ISPESL. In effetti si è trattato di inglobare, nel contesto di un ente pubblico non economico di tipo assicurativo, un ente che svolge attività in materia di salute e sicurezza del lavoro. Ciò è avvenuto con una singolarità: rispetto agli altri procedimenti d'integrazione di enti di ricerca in ministeri (vedi il caso dell'ISAE), il legislatore si è preoccupato di salvaguardare il trattamento giuridico ed economico del personale, in attesa di una regolamentazione nell'ambito della contrattazione collettiva, e quindi ci troviamo con la singolarità che amministriamo questo personale con il mantenimento dello status giuridico precedente all'incorporazione.
  Con tale integrazione può effettivamente ritenersi completato il ciclo della tutela integrata del lavoratore, comprensivo delle fasi di prevenzione e ricerca, prestazioni di tipo curativo e assistenziale e reinserimento professionale.Pag. 3
  Chiaramente un processo di accorpamento è tale se alla dichiarazione normativa primaria segue un processo amministrativo rapido; rilevo in merito a ciò come l'ente abbia potuto contare sui decreti di trasferimento delle risorse umane e strumentali solo dopo oltre due anni.
  Oltretutto, rispetto a un organico di 1.400 persone, il legislatore ha trasferito solo la forza in servizio al 31 maggio 2010; abbiamo quindi avuto il trasferimento di 600 unità di personale, che arrivano a 900 se si tiene conto delle autorizzazioni per concorsi in atto.
  Altro grande problema che abbiamo dovuto affrontare è quello dei precari, che erano 488 al 31 maggio 2010 ed attualmente sono circa 439. Circa il loro impiego, i due programmi principali su cui viene declinata l'attività di ricerca sono il Piano attività ricerche (PAR) e il Piano innovazione tecnologica (PIT). Inoltre, accanto alla ricerca, è molto importante l'attività che l'ente svolge per la verifica e controllo di impianti, macchinari e sistemi di lavoro nel territorio.
  Per quanto riguarda la loro situazione, anche in relazione alla circostanza che l'organico non è stato riconosciuto, ci sono spazi effettivamente limitati per poter immaginare, dentro l'ambito della legge, percorsi di valorizzazione (non parlo di stabilizzazione, perché è chiaro che i processi devono essere rigorosi).
  Sintetizzando, i tre soggetti istituzionali INAIL, IPSEMA e ISPESL cinque anni fa avevano complessivamente circa 14.000 unità in organico. Attualmente l'organico dell'INAIL, inteso come sommatoria dei tre enti, supera di poco le 9.000 unità. Credo che non ci sia nessun altro ente che abbia ricevuto un taglio percentualmente così significativo (da 14.000 a 9.000), nonostante un ampliamento notevole delle funzioni e competenze attribuite.
  Lo sforzo dell'istituto è quindi notevole, comprende un ampio processo di telematizzazione dei servizi ma certamente avremmo avuto bisogno di maggiore apertura, soprattutto perché si tratta di un ente che, rispetto ad altre realtà, presenta degli spazi finanziari notevoli, ma non ci viene consentito di utilizzarli. Il segnale che viene oggi fornito dal disegno di legge di stabilità è certamente importante sul fronte del sostegno alle imprese. Noi riteniamo che se potessimo contare su spazi maggiori anche sul fronte delle prestazioni, il livello qualitativo delle stesse migliorerebbe; ricordo a tal proposito che una normativa del 2009, resa operativa da un accordo tra Stato e Regioni del febbraio 2012, ha consentito all'ente di svolgere funzioni riabilitative di tipo non ospedaliero in favore di infortunati e tecnopatici, ciò anche per consentire all'ente di abbattere le spese per l'indennità temporanea e per garantire un rapido ritorno alle attività lavorative e un reinserimento sociale e lavorativo efficace.
  In relazione a ciò, la funzione dell'ente si potrà saggiamente sviluppare solo se verranno forniti ulteriori spazi in termini di reclutamento di personale sanitario. A questo proposito, abbiamo molto apprezzato il segnale che il Parlamento ci ha fornito l'anno scorso con la legge di stabilità per il 2013, che ha sottratto le professionalità sanitarie dai tagli di organico. Se oggi possiamo pensare di assumere alcune decine di unità (medici, fisioterapisti, fisiatri e personale socio-educativo), lo possiamo fare solo perché c’è stata questa attenzione parlamentare ad una funzione effettivamente utile e direi anche strategica, se si riuscirà a renderla sinergica con il Servizio sanitario nazionale.
  Come ho già detto, il processo di integrazione si concluderà con il regolamento di organizzazione che l'istituto sta per emanare proprio in questi giorni, in cui effettivamente riusciremo a garantire un miglior governo di questa funzione e un migliore orientamento delle risorse che abbiamo mantenuto, nonostante i tagli.
  Ricordo che, contestualmente all'incorporazione di IPSEMA, il disegno di legge di assestamento tagliava le risorse trasferite dal bilancio dello Stato all'area ex IPSEMA per oltre il 60 per cento. Siamo riusciti a recuperarne una parte e siamo riusciti anche, con una rimodulazione di risorse interne, ad aggiungere alla funzione Pag. 4di ricerca risorse finanziarie per circa 60 milioni di euro. Si tratta di risorse che, se ben spese, potranno orientarci meglio nell'attività di prevenzione e sviluppare al meglio le nostre politiche sulle aree di rischio più significative.

  PRESIDENTE. La ringrazio, direttore Lucibello. Do ora la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SERGIO PUGLIA. La mia domanda verte sulla funzione che l'INAIL può avere nel campo della sicurezza e prevenzione sul lavoro.
  In particolare con l'accorpamento dell'ISPESL, oggi l'istituto avrebbe la possibilità di incrementare la sua offerta di formazione per le aziende. In particolare mi chiedo se l'istituto ritiene di poter assicurare in ogni sede territoriale una sistematica formazione per le aziende, per i lavoratori con le qualifiche RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) e ASPP (Addetti del Servizio Prevenzione e Protezione), e se ha bisogno eventualmente di una regolamentazione ulteriore per poter svolgere questa funzione in maniera regolare, almeno mensile, un po’ come fanno le aziende private.
  Ho trovato che il sito INAIL attualmente ha una veste abbastanza semplice da utilizzare, con dei campi molto intuitivi. D'altra parte, troverei utile per l'utenza la possibilità di fruire della formazione direttamente on line. Anche in questo caso, l'istituto ha bisogno di specifiche previsioni normative o di altro per poter ampliare la propria offerta di servizi in tale direzione ? Grazie.

  GIUSEPPE GALATI. Vorrei chiedere al dottor Lucibello due cose specifiche, per entrare nel merito della nostra attività di vigilanza.
  La Corte dei conti, in una sua relazione, ha sottolineato l'esigenza di imporre maggiore operatività ai piani d'investimento immobiliare per quanto riguarda la ricostruzione dell'Abruzzo, piani nei quali l'INAIL è fra i principali protagonisti.
  Proprio alla luce di queste considerazioni, vorrei sapere quali sono le operazioni programmate e le cause di eventuali ritardi, anche alla luce delle norme di recente introduzione, che consentono agli enti previdenziali di assicurare maggiore rapidità e di perseguire in forma diretta gli investimenti.
  Un'altra domanda riguarda l'attività dell'istituto nel sud d'Italia, e in particolare la questione del centro protesi a Lamezia Terme, in Calabria, una vicenda che esiste da diversi anni e ha subìto diverse battute d'arresto per questioni che lei conosce e in gran parte conosco anch'io. Recentemente c’è stata la consegna dei lavori, alla presenza di solo alcuni tra gli esponenti della pubblica amministrazione e di una delegazione dell'INAIL.
  Vorrei sapere quali sono le questioni che hanno determinato questi ritardi, anche perché è un centro che dovrebbe servire tutto il Mezzogiorno, dopo quello di Budrio, anzi, nella sua intuizione iniziale, avrebbe dovuto guardare anche all'area del Mediterraneo. È una questione rilevante perché riguarda prestazioni di sanità essenziale a favore dei cittadini disabili, e può portare anche una creazione di occupazione in un settore specifico. Grazie.

  TITTI DI SALVO. Ringrazio il dottor Lucibello per la sua relazione. Sarebbe utile se riuscissimo ad avere una nota scritta ad integrazione delle cose che oggi ci ha riferito, visti i tempi sempre abbastanza stretti che abbiamo a disposizione.
  Io faccio una considerazione e poi le chiedo un'opinione. La considerazione riguarda il fatto che, come ha detto più volte il presidente della Commissione Di Gioia, noi abbiamo intenzione di svolgere un ruolo non semplicemente di vigilanza, ma anche propositivo rispetto al Parlamento, per innescare processi virtuosi.
  In questo caso, le considerazioni che lei, dottor Lucibello, faceva sul ruolo dell'INAIL, non soltanto dal punto di vista della riduzione dei premi assicurativi (con riferimento all'attivo di bilancio), ma anche rispetto a politiche di prevenzione Pag. 5degli infortuni sul lavoro, costituiscono dei suggerimenti, non semplicemente teorici, ma molto concreti che da questa Commissione potrebbero arrivare al Parlamento. Sarebbe quindi importante un maggiore approfondimento che consentisse alla Commissione di tradurre concretamente il ruolo propositivo che ci siamo assegnati.
  In secondo luogo, le chiedo un'opinione – sia per l'INPS che per l'INAIL – sul modello di governance, sulla base del fatto che la Commissione, anche in tale ambito, intende avere un ruolo di promozione di riforme virtuose rispetto al Parlamento, nella quale una redistribuzione dei poteri dentro gli enti possa essere funzionale a un miglior ruolo sociale degli stessi.

  MARIA GRAZIA GATTI. La mia domanda verte sulla parte di relazione del direttore generale concernente il livello di integrazione delle funzioni dell'ente, per il quale ritengo che si possa dare un giudizio abbastanza positivo.
  In merito a ciò penso tuttavia che un punto da sottolineare ulteriormente è quanto l'istituto possa fare in tema di educazione alla prevenzione e di presa in carico e riabilitazione del danno fisico, nelle sue varie forme. Lei ha affermato come l'ente sia impegnato ad aumentare le proprie prestazioni di tipo sanitario, e come una tale funzione debba accompagnarsi alla possibilità di un maggiore impiego delle risorse patrimoniali a disposizione; è questo un aspetto particolarmente interessante e che ritengo andrà approfondito.
  Sono peraltro assolutamente convinta che andrebbe rivista anche tutta la parte relativa ai premi, agli interventi sulle malattie professionali e al tipo di intervento che si fa sugli infortuni mortali; ho visto che questa discussione è presente anche all'interno del Consiglio d'indirizzo e vigilanza dell'INAIL e quindi anche in tale ambito ci sono una serie di questioni che andranno verificate insieme.
  Infine, come la collega Di Salvo, anch'io sono interessata a un suo parere sulla questione della governance degli enti. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringrazio i colleghi per le loro domande e do la parola al dottor Lucibello per la replica, pregandolo di tenere conto dell'imminente inizio dei lavori d'Aula.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Cercherò di vincere la gara con gli obiettivi di sintesi. Ovviamente non sarà facile essere esaustivo ed esprimere tutto quello che dovrei dire in relazione alle interessanti domande che mi sono state poste.
  Sulla funzione sicurezza, senatore Puglia, io ritengo che noi, con l'appena istituito polo formativo (questa è una novità di ieri) abbiamo sostanzialmente ricondotto in un modulo organizzativo unitario tutte le funzioni di formazione, anche in relazione alle esigenze del settore privato, dei rappresentanti della sicurezza, dei medici del lavoro, ponendoci in tal modo nel ruolo di ente che definisce le politiche, e poi è a disposizione sia per svolgere direttamente la formazione, laddove è possibile, sia per certificarne le metodologie e i criteri.
  È evidente peraltro che se passiamo da 14.000 a 9.000 unità, pur essendo presenti con delle sedi in tutto il territorio nazionale, non possiamo assorbire l'intero fabbisogno formativo. Possiamo tuttavia certamente essere utili, in particolare per ciò che concerne le politiche di prevenzione, ambito nel quale – e mi riallaccio alla sollecitazione dell'onorevole Di Salvo – possiamo indubbiamente garantire un'omogeneità d'indirizzo, per le iniziative di formazione, informazione, assistenza e consulenza.
  Come dico da tempo, oggi ci sono troppi attori in campo. Gli strumenti d'incontro, di coordinamento e d'indirizzo sono eccessivi. In quest'ambito, il ruolo di questa Commissione è importantissimo. Bisogna individuare un'unica sede di confronto. Lo Stato centrale definisce una Pag. 6politica, e nell'ambito di quella cornice definita bisogna evitare che si sviluppino politiche in modo randomizzato, settoriale e parcellizzato.
  Ad esempio, attraverso il monitoraggio che abbiamo fatto, abbiamo trovato ricerche finanziate da dodici regioni che fanno esattamente la stessa cosa. È una realtà che abbiamo trovato in INAIL; ISPESL faceva più o meno la stessa cosa. Questo è un momento in cui bisogna mettere insieme le poche forze che abbiamo (risorse umane e risorse finanziarie) e cominciare finalmente a parlare di una politica unitaria della sicurezza.
  Questo vale anche per altri campi, e non solamente per le politiche della prevenzione. Noi siamo a disposizione come centro di supporto per queste politiche. Finalmente siamo un definito polo della salute e della sicurezza, e in virtù di ciò siamo a disposizione per tutto quello che occorre.
  Per quanto concerne la formazione on line, è una possibilità che possiamo sfruttare e certamente lo faremo. A tal proposito, sul polo formativo c’è un'area importantissima. Abbiamo sottoscritto un accordo quadro con la Scuola superiore della pubblica amministrazione, che adesso si chiama Scuola nazionale dell'amministrazione, attraverso il quale ci occuperemo dei pacchetti formativi in materia di sicurezza per la generalità delle pubbliche amministrazioni. Questa è una novità assoluta, ed è un progetto su cui crediamo moltissimo.
  L'ente ha molte potenzialità; dopo otto anni, salutiamo il ritorno degli investimenti diretti, che però hanno una direttrice obbligata. Rispetto ad un'autorizzazione di cassa per il 2010 di 50 milioni di euro, adesso finalmente abbiamo avuto un'autorizzazione di cassa di 300 milioni per il 2012, di 350 milioni per il 2013 e di 500 milioni per il 2015, cifre decorose anche se non correlate alle potenzialità dell'istituto.
  Per quanto riguarda l'Abruzzo invece c’è qualche problema in più. Noi avevamo accantonato circa 2 miliardi di euro, però all'epoca la normativa non ci consentiva di investire direttamente, in quanto l'unica possibilità di intervento era attraverso un fondo immobiliare o una SGR che però non era disponibile e per la cui costituzione sarebbero stati necessari due anni; intanto le normative sono cambiate 19 volte.
  Per quanto concerne gli investimenti indiretti, è noto che INAIL sarà il principale conferente di Invimit S.p.A., per la quale abbiamo accantonato circa 840 milioni per il periodo 2012-2013, mentre per il 2014 prevediamo di poter conferire ulteriori 480 milioni.
  In tale contesto, uno dei fondi costituiti da Invimit potrebbe consentire di recuperare ciò che oggi non è più possibile. In effetti, nonostante quanto previsto dall'articolo 16 del decreto legge n. 216 del 2011 (il cosiddetto «decreto mille proroghe»), non abbiamo più la possibilità di investire in forma diretta, perché manca lo strumento d'individuazione dei progetti. L'articolo 16 di questo provvedimento stabiliva infatti che, con ordinanza della Protezione civile, venissero individuate le aree progettuali in cui INAIL poteva investire, sia in forma diretta sia in forma indiretta. Nel frattempo però, la Protezione civile ha cambiato pelle e funzione, e quindi le potenzialità dell'ordinanza non sono state più esplicitate, ed è per questo che abbiamo sollecitato la Presidenza del Consiglio per definire, in via legislativa o in via interpretativa, la possibilità che sia finalmente un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentite le realtà territoriali interessante, a individuare dei progetti sui quali noi potremmo impiegare delle risorse.
  Attualmente abbiamo mantenuto in bilancio solo la somma di 50 milioni di euro, e duole veramente dire che l'unico investimento che l'istituto ha operato nel territorio aquilano non è stato operato con le risorse per la ricostruzione, ma con le risorse per investimenti diretti. Abbiamo infatti acquistato qualche giorno fa la prefettura dell'Aquila. È un importante investimento, nel cuore del centro storico, che l'istituto ha però effettuato a valere su risorse diverse da quelle destinate alla ricostruzione. Ovviamente aspettiamo sollecitazioni, Pag. 7tenendo conto che potremmo recuperare, a valere su 1,2 miliardi di euro che abbiamo destinato nel 2014, una quota significativa per fornire segnali importanti per la ricostruzione.
  Sempre in materia di investimenti stiamo perseguendo l'obiettivo Invimit, anche per la valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare, ed infatti nei prossimi giorni i ministri competenti del lavoro e dell'economia firmeranno un decreto che avvierà il procedimento di costituzione di un fondo immobiliare per il patrimonio a reddito sia di INPS che di INAIL.
  Per quanto riguarda INAIL, noi inizieremo a conferire al fondo gli immobili restituiti dalle operazioni non molto positive di Scip 1 e Scip 2, e valuteremo, in relazione alle potenzialità del fondo, se conferire altri immobili a reddito.
  Certamente l'utilizzo di strumenti e modalità di gestione diversi da quelli tradizionali della pubblica amministrazione ci consentirà di disporre di valutazioni che oggi, onestamente, non siamo in grado di operare, anche su quella che deve essere la porzione di asset immobiliare da conferire al fondo o da mantenere nella nostra gestione. Noi disponiamo di immobili, anche importanti, che rendono discretamente, di molti immobili che non rendono per niente e di altri immobili assolutamente inutilizzati. Noi stiamo cercando di valorizzarli, attraverso una pluralità di interventi, tra cui anche l'indicazione all'Agenzia del demanio, affinché siano valutati per le esigenze di altre pubbliche amministrazioni. Abbiamo anche avviato un procedimento per dismettere asset immobiliari per un valore di oltre 50 milioni di euro e, in tale ambito, cercheremo di agire tenendo altresì conto delle attuali dotazioni di organico, perché passare da 14.000 a 9.000 unità di personale significa rendere molti immobili sovradimensionati rispetto alle esigenze dell'istituto.
  L'operazione dell'incorporazione, per esempio, ha già consentito di liberare quasi tutti gli immobili in locazione dell'ISPESL, il che ha già permesso di conseguire un risparmio di 6 milioni di euro, che a regime arriverà ad essere di quasi 10 milioni.
  Sempre nella linea di una efficiente capacità gestionale ricordo anche che abbiamo un sistema informativo per la gestione della contabilità patrimoniale, il SIMEA, ispirato ai principi della interoperabilità e della possibilità di collegamento con banche dati esterne, ad esempio quelle dell'Agenzia del demanio.
  In tema di risultanze finanziarie, l'INAIL chiude il 2012 con un avanzo di amministrazione di 28 miliardi di euro, un avanzo finanziario di 1,23 miliardi di euro, un avanzo economico di 1,5 miliardi di euro e un risultato patrimoniale positivo di 4 miliardi di euro. A fronte di questi dati positivi, le nostre preoccupazioni sono legate alle riserve tecniche, che ammontano ad oltre 26 miliardi di euro e che nella loro composizione sono rappresentate per quasi 21 miliardi da depositi infruttiferi in tesoreria. È questo un aspetto su cui riflettere, partendo dal fatto che se è chiaro che svincolare risorse alla tesoreria avrebbe un impatto sulla finanza pubblica, ragionare invece sul delta tra avanzo finanziario effettivo e quello previsto apre dei margini.
  Rispondendo alla domanda sul centro protesi di Lamezia, dovremmo essere ad un punto di definizione. Bisogna dire che quando il processo è partito nel 1997, si immaginava addirittura di fare un'altra Budrio, ma va detto chiaramente che i numeri oggi non ci sono; riprodurre Budrio non è giustificato dal mercato e dal calo degli infortuni sul lavoro che, per fortuna, stiamo registrando.
  Quello che possiamo fare e che ragionevolmente si può giustificare è lo spostamento presso il centro protesi della prima unità di riabilitazione pubblica della regione Calabria, e quindi di un'unità dell'Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia. Questo consentirebbe di partire, giustificando anche lo sviluppo di almeno metà della struttura. Per il resto c’è da lavorare, considerando anche che noi abbiamo dei contatti molto importanti su attività di ricerca nel campo protesico-riabilitativo con istituti come l'Istituto italiano di tecnologia di Genova, il Sant'Anna di Pisa e il campus biomedico di Roma. Si tratta Pag. 8quindi di trovare spazio per funzioni nuove, che possano effettivamente dare il senso di un'attività in movimento, che possa essere sviluppata nel tempo, aprendoci verso quei mercati che l'onorevole Galati ha evocato.
  Infine, per quanto riguarda la questione relativa alla governance mi limito a fare una sola considerazione: noi lavoriamo con le norme che ci sono.

  PRESIDENTE. Questo è evidente, direttore, ma avremmo comunque preferito avere un suo parere.
  Ringrazio il direttore dell'INAIL Giuseppe Lucibello e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.15.