CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 ottobre 2017
885.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 7

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 4 ottobre 2017. — Presidenza della vicepresidente della IV Commissione Rosa Maria VILLECCO CALIPARI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 19.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Schema di decreto ministeriale concernente la cessione a titolo gratuito di materiale di armamento alle forze armate albanesi.
Atto n. 463.

(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI, presidente, avverte che il termine per l'espressione del parere delle Commissioni – che è vincolante per il Governo – è fissato a martedì 17 ottobre 2017 e che la Commissione Bilancio dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 7 ottobre.

  Marietta TIDEI (PD), relatrice per la III Commissione, soffermandosi sui profili politico-internazionali del provvedimento, segnala che esso ha solo apparentemente natura tecnica ma in realtà s'inserisce in quadro di relazioni bilaterali che da anni sono articolate ed intense.
  Sottolinea che, favoriti anche dalla prossimità geografica, questi legami poggiano su solide fondamenta storiche, culturali ed economiche. Evidenzia che per l'Albania l'Italia resta un interlocutore privilegiato: il nostro Paese è sempre stato in prima linea nel sostenere la transizione dell'Albania e il suo percorso europeo; è stato il primo donatore bilaterale nell'arco degli ultimi venti anni, è il principale Pag. 8partner commerciale, un importante investitore ed ospita la più importante comunità albanese all'estero.
  Ritiene sia di primaria importanza è il costante sostegno italiano al processo d'integrazione europea dell'Albania e il deciso appoggio del nostro Paese alle sue aspirazioni euro atlantiche, che costituiscono lo scenario geopolitico entro il quale situare il provvedimento in esame.
  Ricorda che il percorso avviato da Tirana – segnato da tappe importanti come l'adesione alla NATO nel 2009, la liberalizzazione dei visti nel dicembre 2010 e la concessione dello status di Paese Candidato nel giugno 2014 – è giunto ad una fase cruciale che vede il mondo politico e la società albanese impegnati a varare le riforme necessarie per ottenere l'apertura dei negoziati di adesione all'Unione europea.
  Ritiene che la relazione che lega il nostro Paese con l'Albania sia da intendersi anche come forma di politica regionale che l'Italia porta avanti nei Balcani. Segnala come l'Albania si caratterizzi per l'esemplare convivenza pacifica tra religioni e per la cultura pienamente europea del suo popolo.
  Sottolinea che il nostro Paese apprezza il contributo di Tirana alla stabilità della regione e al rafforzamento della cooperazione regionale. Ricorda che in tale contesto si inserisce il Processo dei Balcani occidentali, lanciato a Berlino nel 2014 e di cui l'Italia ha presieduto il recente Vertice a Trieste del luglio scorso.
  Segnala che un altro importante terreno di cooperazione è la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Sottolinea che in questa direzione vanno tutte quelle forme di assistenza e partenariato in materia giuridica, di polizia e militare, che i due governi stanno portando avanti, tra cui l'accordo di cooperazione giudiziaria in materia di estradizione e la cooperazione ormai ventennale tra le forze di polizia italiane ed albanesi.
  Evidenzia che la comune visione della politica internazionale si riflette anche nell'ottimo livello di cooperazione tra Italia e Albania in seno agli organismi delle Nazioni Unite, volta a favorire delle riforme che possano garantire maggiore efficacia a tali organi.
  Sottolinea, dunque, che il legame tra Italia e Albania riguarda un'ampia varietà di settori che vanno ad intrecciarsi e sovrapporsi con la cooperazione politica. Segnala che la collaborazione in questi diversi campi viene regolarmente tenuta viva anche grazie ai frequenti colloqui bilaterali, a tutti i livelli, tra i rappresentanti delle rispettive istituzioni.
  Ricorda come le elezioni del 25 giugno scorso – che ha potuto seguire in qualità di capo delegazione dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE – abbiano rivestito un'importanza strategica per l'Albania e per l'intera regione.
  Ritiene che la riconferma per un secondo mandato del premier Rama, pur a fronte di una marcata insoddisfazione popolare (che si è espressa soprattutto attraverso l'astensionismo) sia motivata dalla prospettiva di un tasso di crescita economica che nel 2021 dovrebbe salire a 5,5-6 per cento, grazie agli investimenti pubblici e al programma «Un miliardo di euro», teso a coinvolgere il capitale privato tramite la formula di partenariato pubblico-privato.
  Ricorda che Tirana si appresta a giocare una partita importante, quella dell'adesione all'Unione europea e negli ultimi anni ha compiuto passi importanti nella riforma della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario, della lotta alla corruzione e del crimine organizzato che devono essere sostenuti ed incoraggiati dai partner europei.
  Auspica l'espressione di un parere favore sul provvedimento in esame che concorrerà a rinsaldare le relazioni del nostro Paese con Tirana su un terreno prioritario come quello della cooperazione militare, caratterizzato dalla comune appartenenza all'Alleanza atlantica, alla quale Tirana ha aderito nel 2009 e definita da un Memorandum d'intesa dello stesso anno.
  Dichiara di essere sempre stata convinta che il fermo sostegno italiano alle Pag. 9aspirazioni euro-atlantiche dell'Albania e degli altri Paesi dei Balcani occidentali non trovi origine da ragioni altruistiche ma dalla consapevolezza che, in caso contrario, tali Paesi rischierebbero di divenire una sorta di «buco nero» nella geopolitica europea, che inevitabilmente condizionerebbe in maniera negativa la stabilità e la sicurezza dell'intero continente.
  Crede, infatti, che non si possa parlare di un'Europa stabile e «riunificata» senza il contributo dei Paesi dei Balcani occidentali: l'allargamento ai Paesi dell'Europa centro-orientale nel 2004-2007 ha in qualche modo emarginato i Balcani occidentali, ritagliando uno spazio extracomunitario nel quale – tra l'altro – i traffici criminali scavano corridoi privilegiati.
  Per questo ritiene necessario che l'allargamento ai Balcani occidentali torni ad essere una priorità nelle scelte di fondo dell'Unione europea.

  Gianluca FUSILLI (PD), relatore per la IV Commissione, riferisce che l'articolo 311, comma 1, lettera a), del codice dell'ordinamento militare (decreto legislativo n. 66 del 2010) consente al Ministero della difesa di cedere a titolo gratuito – in favore di Paesi in via di sviluppo e di Paesi partecipanti al partenariato per la pace, nell'ambito dei vigenti accordi di cooperazione – materiali non d'armamento dichiarati fuori servizio o fuori uso. Il successivo comma 2 consente, invece, la cessione – ai medesimi Paesi – di materiali d'armamento dichiarati obsoleti per cause tecniche, limitandola ai soli materiali difensivi. In quest'ultimo caso è previsto il parere delle competenti Commissioni parlamentari. Si tratta di un parere vincolante, cioè di un parere cui il Governo è tenuto a conformarsi.
  Segnala, quindi, che tali disposizioni normative sono state introdotte nell'ordinamento giuridico italiano dal comma 101 dell'articolo 1 della legge n. 662 del 1996 (legge di bilancio 1997), successivamente confluito nelle richiamate disposizioni del codice dell'ordinamento militare, e che la Commissione difesa della Camera ha esaminato proposte di cessione gratuita di armamenti soltanto in due occasioni, entrambe occorse nella XIII legislatura, nei primi anni di vigenza della norma: il 23 settembre 1998 fu discusso il progetto di cessione gratuita all'Albania, alla Macedonia e alla Bulgaria di veicoli da trasporto protetti M-113 (atto n. 412), mentre il 28 settembre 1999 fu discusso il progetto di cessione gratuita del sistema d'arma c/a da 40-70 alle Forze armate maltesi (atto n. 665). A partire dalla XIV legislatura, le autorizzazioni al Governo alla cessione gratuita di materiali d'armamento obsoleto ad altri Paesi sono state disposte mediante norme di legge, per lo più attraverso i periodici decreti-legge di proroga del finanziamento delle missioni internazionali. Col venir meno del decreto-legge «missioni internazionali», a seguito dell'entrata in vigore della cosiddetta legge quadro sulle missioni internazionali, il Governo ha riapplicato la citata disposizione del codice dell'ordinamento militare.
  Ciò premesso, evidenzia che lo schema di decreto in esame prevede la cessione a titolo gratuito, alle forze armate albanesi, di cinquemila fucili AR 70/90 (con relativi accessori) e di due veicoli VTLM (veicoli tattici leggeri multiruolo) Lince in versione base. I materiali oggetto della cessione sono obsoleti per cause tecniche. Infatti, la configurazione base del VTLM, adibita principalmente ad attività di ricognizione, è stata introdotta in servizio nel 2006 (si trattava di circa 1.000 unità) e, dopo i primi anni di impiego nei teatri operativi, ha dimostrato grandi margini di perfezionamento. Negli anni successivi, la dotazione in uso alle nostre Forze armate è stata progressivamente incrementata, con l'acquisto di versioni sempre più performanti, denominate VTLM-1 (360 unità a partire dal 2011) e VTLM-1A (419 unità a partire dal 2012).
  La scheda illustrativa dello Stato maggiore della difesa che accompagna lo schema di decreto precisa, poi, che proprio a causa della connotazione non più attuale delle versioni introdotte nel 2006, in attesa degli esiti della sperimentazione e della successiva introduzione in servizio della versione VTLM-2 (stimata a fine Pag. 102018), dal 2014 è stata avviata un'attività di ammodernamento delle prime piattaforme acquisite, che consiste in una serie di retrofìt tali da posizionare la versione base – ora denominata VTLM-K2 – tra la versione 1 e quella 1-A.
  Quanto, invece, al fucile d'assalto AR 70/90, questo – chiarisce sempre il Ministero della difesa – è stato introdotto in servizio nel 1990 (79.587 pezzi) ed ha rappresentato, per molti anni, la principale arma in dotazione individuale anche nell'ambito di operazioni multinazionali di stabilizzazione e mantenimento della pace. Tuttavia, i progressi tecnologici hanno reso il fucile obsoleto nel contesto operativo moderno, per cui dal 2010 è stata avviata la sua progressiva sostituzione con il fucile d'assalto ARX-160 di nuova generazione.
  Sviluppato nell'ambito del programma «Soldato Futuro», l'ARX-160 è un'arma individuale estremamente precisa grazie ai sistemi di puntamento optoelettronici, oltre che più ergonomica e maneggevole.
  La relazione di accompagnamento dello schema in esame sottolinea, inoltre, come la cessione di tali armamenti consentirà una più agevole partecipazione delle forze armate albanesi alle operazioni fuori area dove trovano impiego i contingenti nazionali. Al riguardo, ricorda che l'Albania è impegnata con propri contingenti in Afghanistan (Resolute Support Mission) e in Kosovo (Kosovo Force).
  All'esito della cessione dei materiali in questione, la ricostituzione delle scorte della Forza armata cedente sarà ricondotta all'interno dell'attività di programmazione finanziaria assicurata dallo stesso Stato maggiore della difesa.
  Dal punto di vista politico-industriale – viene notato ancora nella scheda del Ministero – la cessione assume considerevole rilevanza in quanto rafforza i già buoni rapporti bilaterali con l'Albania e sarà verosimilmente seguita da ulteriori potenziali contratti di manutenzione o aggiornamento dei sistemi da parte delle aziende costruttrici nazionali.
  Infine, segnala che – sempre nella relazione illustrativa – viene precisato che la cessione andrà a fine entro il 31 dicembre 2017.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 19.15.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 4 ottobre 2017. — Presidenza della vicepresidente della IV Commissione Rosa Maria VILLECCO CALIPARI.

  La seduta comincia alle 19.15.

Sulla missione svolta a Tallin in occasione della Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) (7-9 settembre 2017).

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI, presidente, ricorda che dal 7 al 9 settembre scorso una delegazione delle Commissioni Affari esteri e Difesa si è recata a Tallin, insieme con una delegazione delle corrispondenti Commissioni del Senato, per partecipare alla Conferenza interparlamentare sulla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC).
  Dopo aver quindi ricordato che la delegazione della Camera era composta dai deputati Paolo Alli, in qualità di capodelegazione, Massimo Artini e Gianluca Pini, invita questi ultimi a riferire sullo svolgimento della Conferenza e sui suoi esiti.

  Paolo ALLI (AP-CpE-NCD), intervenendo in qualità di componente della delegazione in rappresentanza della III Commissione, ritiene che la mancata adozione di conclusioni da parte della Conferenza interparlamentare rappresenti una perdita di significato politico, oltre ad un Pag. 11fatto inedito rispetto alla prassi di tale forum di cooperazione parlamentare. Rappresenta, d'altra parte, l'elevato livello del confronto politico, nonché delle tematiche e degli interventi svolti durante la Conferenza. In particolare, la relazione dell'Alto Rappresentante Federica Mogherini ha costituito lo snodo focale dell'evento anche in considerazione delle riflessioni a tutto campo riferite alla situazione in Corea del Nord, in Venezuela, in Libia e nei Balcani occidentali. Per un resoconto più dettagliato, rinvia alla relazione in allegato (vedi allegato). Anche il tema della sicurezza, il ruolo della NATO e degli Stati Uniti sono stati al centro del dibattito. Segnala, inoltre, i toni prevedibilmente preoccupati assunti dalla Presidenza di turno estone rispetto al ruolo della Federazione Russa. Nel complesso, ritiene positivo anche il livello di partecipazione alla Conferenza e ribadisce l'auspicio affinché la mancata adozione di conclusioni rappresenti un fatto eccezionale e non costituisca un precedente nell'interesse della stessa Conferenza interparlamentare.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) si associa alle considerazioni del deputato Alli, aggiungendo che con altre delegazioni si è riflettuto in colloqui informali sulla possibilità di scrivere al Parlamento bulgaro, che gestirà la prossima riunione della Conferenza, per chiedere che ripristini la discussione delle conclusioni, in quanto passaggio politico qualificante di questi incontri. La mancanza di dibattito politico ha caratterizzato anche la riunione dei capidelegazione tenutasi prima dell'inizio dei lavori della Conferenza, durante la quale i delegati, anziché poter confrontarsi sui temi di comune interesse, come di solito accade, hanno ascoltato una relazione del responsabile dei servizi d'informazione per la sicurezza estone sulla situazione di rischio del Paese.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 19.20.

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