CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 luglio 2017
849.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 41

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 5 luglio 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 13.50.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232.
Atto n. 421.
(Rilievi alla V Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole con due rilievi).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nel segnalare che la Commissione Bilancio ha chiesto alla Presidenza della Camera di invitare altre Commissioni a formulare Pag. 42propri rilievi sugli aspetti di rispettiva competenza contenuti nel provvedimento in titolo, comunica che la stessa Commissione Bilancio si appresta a concludere oggi l'esame dello Schema di decreto. Conseguentemente, la Commissione è chiamata a deliberare in merito al provvedimento auspicabilmente entro questa seduta.

  Fabio PORTA (PD), relatore, nel ricordare che la Commissione è chiamata ad esaminare lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla ripartizione della rimanente quota del Fondo investimenti di cui all'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016, rammenta che il comma 140 dell'articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio per il 2017) ha previsto l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, di un Fondo, con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l'anno 2017, di 3.150 milioni per l'anno 2018, di 3.500 milioni per l'anno 2019 e di 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nei seguenti settori di spesa: a) trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie; b) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione; c) ricerca; d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; e) edilizia pubblica, compresa quella scolastica; f) attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni; g) informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria; h) prevenzione del rischio sismico; i) investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia; l) eliminazione delle barriere architettoniche.
  Segnala che l'utilizzo del Fondo, ai sensi del richiamato comma 140, è effettuato con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato.
  Sottolinea che la norma prevede, in particolare, che con i medesimi decreti siano individuati gli interventi da finanziare e i relativi importi, indicando, ove necessario, le modalità di utilizzo dei contributi, sulla base di criteri di economicità e di contenimento della spesa, anche attraverso operazioni finanziarie con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, con la Cassa depositi e prestiti Spa e con i soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria e creditizia, compatibilmente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica.
  Evidenziando che la stessa norma dispone la trasmissione degli schemi di decreto alle Commissioni parlamentari competenti per materia e fissa un termine di trenta giorni dalla data dell'assegnazione per l'espressione del parere, segnala che tale parere, tuttavia, è considerato non obbligatorio, in quanto, decorso il citato termine, i decreti possono comunque essere adottati.
  Passando ad illustrare i contenuti dello schema di decreto in discussione, sottolinea che esso dispone, al comma 1, la ripartizione della rimanente quota del Fondo investimenti – al netto, cioè, delle assegnazioni effettuate con il decreto-legge n. 50 del 2017 alle Regioni a statuto ordinario per investimenti nuovi ed aggiuntivi secondo le medesime finalità del Fondo e al MIUR per il finanziamento di interventi di edilizia scolastica; con il decreto-legge n. 13 del 2017 per la realizzazione dei centri di permanenza per i rimpatri e con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, relativo al finanziamento di interventi per il recupero delle periferie, in corso di emanazione – come da tabella allegata allo schema di decreto medesimo.
  A tale proposito, segnala che la tabella ripartisce le risorse tra le finalità indicate alle lettere da a) ad l) del comma 140 dell'articolo 1 della legge n. 232 del 2016, Pag. 43con indicazione, nell'ambito di ciascun settore, della quota parte assegnata a ciascun ministero.
  Evidenzia che nella relazione illustrativa si precisa che la proposta di riparto del Fondo è stata definita anche tenendo conto delle richieste formulate dai Ministeri, dei successivi approfondimenti condotti con ciascuna Amministrazione, in coerenza con i vincoli finanziari del Fondo e con la prevedibile effettiva spendibilità degli interventi proposti.
  In riferimento ai profili di stretta competenza della Commissione, rileva che al Ministero degli affari esteri sono assegnati fondi per la ristrutturazione del Palazzo della Farnesina nell'ambito della lettera e) dell'articolo 1, comma 140, della legge di bilancio per il 2017, concernente interventi di edilizia pubblica, nella misura di circa 1 milione e 78 mila euro per il 2017; di circa 8 milioni e 878 mila euro per il 2018 e di circa 5 milioni per il 2019, per un ammontare complessivo pari a 14.984.396 euro.
  Ricorda che il Palazzo della Farnesina, così denominato dal nome della famiglia un tempo proprietaria dell'area su cui sorge l'edificio, fu progettato negli anni Trenta del secolo scorso dagli architetti Del Debbio, Foschini e Ballio Morpurgo, vincitori del bando su decisione di Marcello Piacentini. Segnala che, pensato originariamente come Palazzo del Littorio, il palazzo fu poi realizzato negli anni Quaranta già al fine di ospitare il Ministero degli esteri e completato alla fine degli anni Cinquanta. Evidenzia che il Palazzo della Farnesina rappresenta oggi un pregevole esempio di architettura razionalista e già a suo tempo fu al centro di un dotto dibattito tra architetti ed urbanisti, impegnati, da un lato, a celebrare il regime e, dall'altro, ad aprirsi alle nuove sperimentazioni e tendenze culturali internazionali.
  Segnala che si tratta di un edificio di significativa imponenza, citando i 6,5 chilometri di corridoi al suo interno. Inoltre, ricorda che fin dall'inizio il Palazzo ha assolto ad una duplice funzione: quella di sede della complessa struttura amministrativa e di spazio espositivo per un importante apparato artistico e decorativo. Evidenzia che hanno contribuito ai lavori di costruzione alcuni tra i maggiori artisti italiani: da Alberto Bevilacqua, a Pietro Cascella, Giorgio Quaroni, Mario Sironi, Toti Scialoja fino alla famosa ed ormai emblematica sfera sul piazzale di Arnaldo Pomodoro. Sottolinea che all'interno del Palazzo della Farnesina sono presenti opere di artisti italiani di straordinario valore e che, infatti, dal 2000 è stata istituzionalizzata la nota Collezione Farnesina d'arte contemporanea. Ricorda, inoltre, che il Palazzo ospita anche uno straordinario patrimonio storico-archivistico che attira studiosi dalle maggiori realtà accademiche nazionali ed estere.
  Aggiunge che la Farnesina, oltre ad accogliere quotidianamente i dipendenti del Ministero e numerosi ospiti internazionali, realizza con regolarità l'iniziativa «Farnesina a Porte Aperte», contrassegnata sempre da grande affluenza e partecipazione pubblica, trattandosi di un'occasione divulgativa utile a valorizzare il patrimonio del Palazzo in Italia e all'estero e a dare la percezione tangibile del carattere trasparente della attività dell'Istituzione.
  Richiama, inoltre, la visita svolta alla Farnesina da una delegazione del Comitato per la riforma delle strutture istituzionali preposte alla politica estera del Paese, presieduto dal collega Rabino, cui hanno partecipato anche i colleghi Tacconi, Cimbro e Grande, con l'intento specifico di valorizzare soprattutto l'Unità di crisi, la struttura ospitata all'interno dell'edificio e che è preposta alla tutela dei connazionali e degli interessi italiani in aree del mondo particolarmente a rischio. Segnala che, come noto, l'Unità opera attraverso una «sala situazioni» attiva ventiquattro ore su ventiquattro.
  Fatte queste doverose premesse e richiami, ricorda che gli stanziamenti previsti saranno destinati ad alcuni interventi urgenti sul Palazzo della Farnesina, finalizzati sia all'adeguamento dello stabile ai requisiti di sicurezza dei luoghi di lavoro e di sicurezza, intesa come protezione da Pag. 44attacchi esterni, sia al miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio. Sottolinea che si tratta di interventi obbligatori e doverosi alla luce delle caratteristiche storiche e funzionali dell'edificio.
  Inoltre, ritiene, in generale, che la manutenzione del patrimonio immobiliare della nostra rete diplomatico-consolare rappresenti una condizione imprescindibile per un'efficace presenza del sistema-Paese nello scenario internazionale e che sussista l'esigenza di immediati interventi volti ad assicurare la sicurezza interna ed esterna degli immobili della rete estera, nonché il potenziamento delle strutture specificamente preposte all'assistenza delle comunità italiane all'estero.
  Segnala, altresì, che lo schema di decreto prevede l'assegnazione di 400 milioni di euro al Ministero dell'economia e delle finanze per il sostegno alle esportazioni e segnatamente per iniziative di consulenza ed assistenza alle società italiane miste all'estero da parte della SIMEST.
  Alla luce di tutto ciò, formula una proposta di valutazione favorevole sul provvedimento in esame con due rilievi (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA concorda con la proposta di valutazione favorevole del relatore.

  La Commissione approva la proposta di valutazione favorevole con due rilievi presentata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 14.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 5 luglio 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto ministeriale di individuazione per l'anno 2017 delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale che possono essere destinatari dei contributi previsti dalla legge 6 febbraio 1992, n. 180, in materia di partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale.
Atto n. 426.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ricorda che il provvedimento in titolo è assegnato il 20 giugno scorso alle omologhe Commissioni esteri di Camera e Senato ai fini dell'espressione del parere, segnala che l'omologa Commissione del Senato ha già espresso un parere favorevole nella seduta del 28 giugno scorso e che, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, la Commissione è chiamata ad esprimersi possibilmente entro lunedì 10 luglio.

  Fabio PORTA (PD), relatore, nel ricordare che il provvedimento in esame è sottoposto a parere parlamentare sulla base dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, in materia di partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale, segnala che tale normativa ha previsto che, al fine di consentire la partecipazione italiana ad iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale, si effettuino interventi da realizzare sia attraverso la fornitura di beni e servizi, sia mediante l'erogazione di contributi ad organizzazioni internazionali, a Stati esteri e ad enti pubblici e privati italiani e stranieri con finalità di tutela della pace e della sicurezza internazionale, nonché di attuazione di iniziative umanitarie e di tutela dei diritti umani.
  Evidenzia che la legge n. 180 ha, altresì, disposto che le organizzazioni e gli enti di rilievo internazionale di cui al Pag. 45comma 1, siano indicati in un elenco approvato con decreto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, previo parere favorevole delle competenti Commissioni parlamentari. Sottolinea che, sempre al comma 2, è previsto che tale elenco venga aggiornato con cadenza annuale.
  Sottolinea che gli elementi d'informazione che illustrano lo schema di decreto ministeriale in esame precisano che l'elencazione individua una platea di potenziali destinatari dei contributi, rinviando per l'effettiva erogazione agli specifici progetti presentati, in relazione alle effettive disponibilità di bilancio.
  Secondo quanto emerge dagli ultimi dati disponibili, riferiti al 2015, ricorda che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha erogato 88.396 euro per la fornitura diretta di beni e servizi nel quadro della partecipazione italiana ad iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale e 2.618.747 euro per l'erogazione di contributi a progetti di pace ed umanitari promossi da enti internazionalistici.
  Segnala che lo schema di decreto conferma pressoché integralmente l'elenco degli enti e delle organizzazioni che si è andato consolidando nel tempo, che viene integrato da 17 nuovi organismi, ritenuti in grado di apportare un valore aggiunto alla gamma di possibili aree di intervento.
  Peraltro, precisa che ulteriori enti ed organismi, non inclusi nello schema di decreto, possono beneficiare di contributi per singole iniziative, qualora ricorrano le condizioni previste dalla legge e previa comunicazione alle Commissioni parlamentari competenti.
  Segnala, quindi, che la lista più recente, definita nel 2010, annovera 45 organizzazioni ed enti. Ricorda che tra questi vi sono, in primo luogo, l'ONU con le sue agenzie e fondi specializzati; organizzazioni a dimensione regionale, come il Consiglio d'Europa, l'Unione Africana, l'Organizzazione degli Stati Americani, la Comunità Caraibica, l'Unione del Maghreb Arabo, la Lega araba, l'Iniziativa Adriatico-Ionica; strumenti fondamentali del diritto penale internazionale, come la Corte penale internazionale, e le Agenzie internazionali specializzate, come l'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
  Sottolinea che nell'elenco sono presenti anche realtà di rilievo come la Caritas, la Comunità di Sant'Egidio, la Fondazione Meeting per l'amicizia dei popoli, oltre ad autorevoli strutture ed organismi di ricerca internazionalistica, quali la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, l'Istituto internazionale di diritto umanitario di Sanremo, la Fondazione Collegio europeo di Parma, il Comitato atlantico italiano, la Società italiana per l'organizzazione internazionale, l'Istituto per gli studi di politica internazionale e la Fondazione Rosselli.
  Segnala che, tra i pochi organismi che il provvedimento si propone di espungere dall'elenco del 2010, vi sono alcuni istituti che hanno scarsamente beneficiato di contributi – come l’Africa Peer Review Mechanism o la coalizione intergovernativa Community of Democracies – o enti che possono rientrare sotto il controllo di altri organismi che sono contemplati nell'elenco, come il Centro di addestramento di specializzazione della Guardia di Finanza e il NEPAD dell'Unione Africana.
  Evidenzia che, tra gli enti che vengono inseriti per la prima volta con il decreto in esame, vi sono associazioni molto note ed impegnate su vari versanti di interesse per la nostra politica estera, come Nessuno Tocchi Caino (a supporto dell'iniziativa promossa dal nostro Paese a livello ONU per la moratoria internazionale sulla pena di morte) e quel peculiare organismo internazionale che è l'Istituto italo-latino-americano di cui si è celebrata alla Camera, alcuni giorni fa, la ricorrenza del cinquantenario dell'istituzione. Aggiunge che sono, inoltre, previsti alcuni istituti di ricerca di grande rilievo, tra i quali l'Istituto Affari Internazionali e il Centro Studi Politica Internazionale, che da lunghi anni collaborano con il Parlamento e con il Pag. 46MAECI nella predisposizione di studi e ricerche nel campo delle relazioni internazionali e della politica estera del nostro Paese.
  Segnala, poi, che al novero si aggiungono organismi a dimensione regionale, come l'Associazione degli Stati Caraibici e il G5 Sahel, organismo istituito nel 2014, che raggruppa cinque Paesi del Sahel e persegue obiettivi di sviluppo e sicurezza.
  Considera di rilievo anche l'inserimento di strutture del nostro Paese, fortemente impegnate nel comparto della sicurezza, del contrasto al crimine organizzato ed alla corruzione, anche in una proiezione esterna, quali l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, la Guardia Costiera, nonché la Scuola Superiore della Magistratura di Scandicci, la Scuola internazionale di Alta formazione per la prevenzione ed il contrasto al crimine organizzato di Caserta e l'Autorità Nazionale Anticorruzione, quest'ultima per specifici progetti da realizzare in area balcanica come seguito del Processo di Berlino.
  Segnala anche l'inclusione, fra i possibili beneficiari, del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) in una fase in cui anche il Ministero degli affari esteri e della cooperazione culturale è fortemente impegnato ad accrescere il peso del nostro Paese nel quadro delle iniziative internazionali assunte dagli organismi UE.
  Evidenzia che lo schema di decreto propone, infine, di inserire nell'elenco anche il Comitato Italiano per l'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi e la Fondazione UE-LAC, l'istituzione creata nel contesto del partenariato fra la UE e la Comunità di Stati latino-americani e dei Caraibi, che di recente ha sviluppato progetti di supporto, tra l'altro, al processo di pace in atto in Colombia. A tale proposito, ricorda che nella giornata di ieri le Commissioni esteri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno audito l'Alto Consigliere del Presidente della Repubblica di Colombia per le trattative di pace con le FARC, Rafael Pardo.
  Ritiene che il provvedimento conferma l'impegno del nostro Paese per un multilateralismo efficace in un contesto impegnativo e denso di opportunità per la presenza internazionale del nostro Paese, segnato quest'anno dalla membership non permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e, l'anno prossimo, dalla presidenza di turno dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), conferita all'Italia con decisione unanime dei 57 Stati membri quale riconoscimento dell'impegno e della volontà dell'Italia di contribuire fattivamente alla pace e alla stabilità in Europa.
  Nello stigmatizzare il forte ritardo con il quale si è proceduto all'aggiornamento dell'elencazione oggetto dello schema di decreto, richiama, al tempo stesso, l'opportunità dei nuovi inserimenti presenti nello stesso schema di decreto che fanno riferimento a realtà internazionali e nazionali assai consolidate. Per tali motivi propone che la Commissione formuli un parere favorevole (vedi allegato 2).

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatrice.

  La seduta termina alle 14.10.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 5 luglio 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.10.

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Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferita all'anno 2016.
Doc. LXVII, n. 5.
(Seguito dell'esame, limitatamente alle parti di competenza, ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame della Relazione in titolo, rinviata nella seduta dell'8 giugno scorso.

  Daniele DEL GROSSO (M5S), nel ringraziare, a nome del suo gruppo, la calendarizzazione della seduta odierna, preannuncia la presentazione di una risoluzione sulla materia oggetto della relazione in titolo, che auspicabilmente potrà essere discussa dalle Commissioni riunite III e IV. Inoltre, richiede che, in tale prospettiva, sia previsto un ciclo di audizioni. Ritiene, infatti, che, seppure la relazione in esame sia molto dettagliata, essa risulta in contrasto con la legge n. 185 del 1990 che proibisce l'esportazione di materiali di armamento nei Paesi che risultino violare i diritti umani, con l'articolo 11 della Costituzione, secondo cui l'Italia ripudia la guerra, e con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Inoltre, considera contraddittorio che il Governo, in occasione dell'esame del Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, dichiari di voler perseguire l'Obiettivo n. 16 della Strategia 2030, che riguarda pace, giustizia e istituzioni forti, e poi appoggi l'esportazione di materiali di armamento. In aggiunta a tutto ciò, ribadisce che i Paesi a cui è rivolta l'esportazione di materiali di armamento da parte dell'Italia sono principalmente Paesi in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, rispondendo all'onorevole Del Grosso, precisa che i gruppi, a conclusione dell'esame della relazione in titolo, potranno presentare risoluzioni sulla medesima materia ai sensi dell'articolo 117 del Regolamento. Tali risoluzioni, nel presupposto della loro assegnazione alle Commissioni riunite III e IV, potranno poi essere discusse dalle stesse conformemente alle determinazione assunte dai rispettivi Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, e ciò anche ai fini di eventuali approfondimenti istruttori.

  Michele PIRAS (MDP), ritenendo davvero necessario un supplemento di riflessione sulla materia in esame, si associa alla richiesta di audizioni formulata dal collega Del Grosso. Premesso che l'unico aspetto positivo della Relazione sia, a suo avvio, proprio la sua estrema analiticità, ritiene, come ha appena sostenuto il collega Del Grosso, che la relazione del Governo si ponga in contrasto con la legge n. 185 del 1990, con l'articolo 11 della Costituzione e con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Sottolinea che tale contraddizione è tanto più evidente se si vanno a vedere le cifre dell’export italiano di materiali di armamento e, soprattutto, quali sono i Paesi destinatari di tale commercio o le imprese coinvolte. A tale proposito, segnala a titolo di esempio che dallo stabilimento della RWM Italia S.p.A a Domusnovas, in Sardegna, parte la quasi totalità di sistemi d'arma destinati all'Arabia Saudita, un Paese che, com’è noto, porta avanti una tragica guerra con lo Yemen che ha già prodotto un numero esorbitante di vittime, profughi e complessivamente una catastrofe umanitaria. Segnala, altresì, l'aumento, per 8,8 miliardi di euro, dell’export di materiali di armamento nei confronti del Kuwait, che non ritiene essere un Paese rispettoso delle libertà e dei diritti umani.
  Concludendo, considera che sia necessario un approfondimento della materia, della coerenza tra valori costituzionali sbandierati e scelte geopolitiche operate, al netto della consapevolezza circa la rilevanza per il sistema Paese del comparto industriale nel campo della difesa, prima di procedere all'espressione del parere sulla relazione del Governo. Infatti, nonostante la produzione di sistemi di armamento faccia parte del sistema produttivo italiano, ritiene che occorra definire chiaramente Pag. 48se l'Italia vuole essere un Paese esportatore di pace o un Paese esportatore di armi.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, rinviando all'imminente Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, le valutazioni sul prosieguo dei lavori della Commissione sul provvedimento in titolo, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.35.

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