CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 giugno 2017
839.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (XI e XII)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 15 giugno 2017. – Presidenza del presidente della XI Commissione Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi Bobba.

  La seduta comincia alle 13.35.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali, corredata dai relativi documenti di lavoro dei servizi della Commissione.
COM(2017) 250 final, SWD (2017) 200 final e SWD (2017) 201 final.

Proposta di proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali.
COM (2017) 251 final.

(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  Le Commissioni riunite proseguono l'esame congiunto dei documenti rinviato nella seduta del 17 maggio 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, segnala in primo luogo che con lettera in data 12 giugno 2017 il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, e la Commissaria europea per l'occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, hanno inviato una lettera di risposta al documento approvato dalle Commissioni riunite XI e XII sulla comunicazione della Commissione «Avvio di una consultazione su un pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2016)127 final), che può costituire un importante elemento di valutazione anche ai fini della disamina dei documenti all'esame delle Commissioni riunite.
  Ricorda, inoltre, che nella seduta del 24 maggio 2017 si era convenuto sull'opportunità di acquisire gli orientamenti dell'Esecutivo con riferimento ai documenti in esame. Pag. 15
  Dà, quindi, la parola al rappresentante del Governo.

  Il sottosegretario Luigi BOBBA ricorda, in primo luogo, che l'impegno degli Stati membri dell'Unione europea per il rafforzamento della dimensione sociale dell'Unione è stata riaffermata nella Dichiarazione dei leader dei ventisette Stati membri e del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Commissione europea per i sessant'anni dei Trattati di Roma. Segnala che il Governo Italiano ha espresso una più ampia riflessione sulla dimensione sociale dell'Europa a seguito della Dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017 nel position paper su «The future of the Social Dimension of Europe» preparatorio all'omonimo documento della Commissione europea. Il position paper ribadisce l'adesione dell'Italia a politiche e azioni comuni che comportino l'avanzamento sociale nell'UE e che si ispirino ai seguenti principi: equità sociale, convergenza sociale, politiche sociali come fattori di competitività e innovazione, politiche macroeconomiche coerenti, dialogo sociale.
  Il documento individua dodici politiche prioritarie: promuovere l'occupazione, in particolare per i giovani; realizzare condizioni di lavoro dignitose per tutti; garantire una completa protezione sociale e l'inclusione sociale per tutti; promuovere la transizione verso l'economia verde e digitale, con adeguate risorse finanziarie e opportunità per la formazione; innalzamento ed aggiornamento costante delle competenze, in particolare nel settore digitale; promuovere la parità di trattamento e le pari opportunità; facilitare la mobilità dei lavoratori, degli studenti e dei tirocinanti; integrare i lavoratori migranti ed i richiedenti asilo; combattere l'emarginazione e la povertà; sostenere l'impiego delle donne, anche attraverso adeguate politiche di conciliazione ed iniziative a favore della genitorialità e della cura dei bambini; garantire la sostenibilità dei regimi pensionistici e previdenziali a lungo termine; garantire l'accesso universale ai servizi sociali di base ed estendere i diritti e la protezione sociale ai lavoratori non tradizionali.
  Sottolinea che il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi della dimensione sociale europea richiede un impegno congiunto sia a livello nazionale che europeo. Molti Stati stanno attuando riforme strutturali. Il ruolo del livello europeo dovrebbe essere quello di sostenere l'impegno degli Stati membri, con una serie di azioni e iniziative che possano completare le azioni nazionali per: rendere più flessibile e sinergico l'uso dei fondi destinati alle finalità sociali nel nuovo quadro finanziario dell'Unione; rifinanziare l'Iniziativa per l'occupazione dei giovani e il programma Erasmus Plus 2020; sostenere la parità di rappresentanza tra uomini e donne nel settore pubblico e nei processi decisionali; promuovere l'integrazione sociale dei migranti secondo principi di solidarietà; attuare l'Agenda Urbana per ridurre l'emarginazione sociale; incoraggiare il settore privato a investire nell'economia sociale e nella finanza etica; attuare il sussidio europeo di disoccupazione proposto dall'Italia in funzione anticiclica; favorire le politiche a supporto della produttività connesse ai salari.
  Ricorda che il 26 aprile scorso il Presidente Juncker ha lanciato il Pilastro europeo dei diritti sociali frutto di un lavoro preparatorio durato un anno e mezzo che ha visto coinvolti istituzioni, cittadini, parti sociali, società civile. Tra la proposta originaria di Pilastro, dell'8 marzo 2016, e la Raccomandazione dell'aprile 2017 (C(2017)2600 final) una lunga consultazione pubblica voluta dalla Commissione ha comportato la revisione e sistematizzazione delle tre aree di policy («Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro», «Condizioni di lavoro eque» e «Protezione sociale e inclusione») e dei venti ambiti di intervento prioritario del Pilastro, che ne rappresentano principi e diritti già contenuti nei Trattati dell'Unione, da quello costitutivo a quello sul funzionamento dell'Unione europea sino alla Carta dei diritti fondamentali. Secondo la Commissione, la creazione di un Pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe essere parte di uno sforzo complessivo volto a costruire un modello di Pag. 16crescita più inclusivo che favorisca l'aumento della competitività dell'Unione europea, gli investimenti, la creazione di nuovo lavoro e la coesione sociale.
  La Comunicazione della Commissione e la Proposta di proclamazione interistituzionale sul Pilastro dei diritti sociali declinano i venti principi e diritti specificando come il Pilastro non estenda i poteri dell'Unione, ma poggi sulla cooperazione tra i diversi livelli decisionali, nel rispetto del principio di sussidiarietà. L'idea della Commissione è quella di «approvare» innanzitutto l'obiettivo politico del Pilastro dei diritti sociali, aggiornare o completare la normativa europea laddove necessario, attuare pienamente quella vigente, monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri nell'ambito del Semestre europeo e trarre, dall'intero esercizio, indicazioni per il completamento dell'Unione economica e monetaria, rafforzando, in questo contesto, il dialogo sociale e assicurando un sostegno finanziario, derivante prevalentemente dal Fondo sociale europeo, nella decisione sul quadro finanziario post 2020.
  La Comunicazione della Commissione (COM (2017) 250 final), oltre a individuare lo scenario politico e la natura legale del Pilastro e a disegnarne il percorso di attuazione, propone di utilizzare le risorse e i fondi europei per sostenere le politiche connesse al Pilastro nei prossimi anni (Fondo sociale europeo, Fondo europeo per il sostegno ai non abbienti, Fondo europeo di contrasto alla globalizzazione). La Commissione spinge affinché la Proclamazione interistituzionale sul Pilastro europeo dei diritti sociali, resa pubblica il 26 aprile 2017 (COM(2017) 251 final), sia approvata dalle tre istituzioni dell'Unione europea entro la fine del 2017 nella sede che si riterrà più opportuna e secondo il processo più snello.
  Un documento di benchmarking, il cosiddetto social scoreboard, accompagna i principi, individuando dodici aree prioritarie e una serie di indicatori, basati su dati quantitativi già esistenti, raccolti da Eurostat e OCSE, sui quali sarà misurato il progresso «sociale» degli Stati membri. Tale esercizio di monitoraggio sarà strettamente collegato al Semestre europeo. Del «pacchetto sociale» lanciato dalla Commissione il 26 aprile è parte integrante l'iniziativa per sostenere l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano (COM(2017) 252 final). Il cosiddetto Pacchetto Work-life balance contiene una proposta di direttiva, che abroga e sostituisce la vigente direttiva 2010/18/UE sul congedo parentale. La proposta introduce il congedo di paternità per almeno dieci giorni lavorativi, da fruire in occasione della nascita. Il congedo parentale individuale, di almeno quattro mesi non trasferibili tra genitori, viene esteso nella fruizione fino ai dodici anni del bambino (da poter godere con flessibilità di orario). Anche i familiari che prestano assistenza a persone inabili hanno diritto a cinque giorni lavorativi di congedo. Tutti questi congedi devono essere coperti da indennità pari almeno all'indennità di malattia. Sia il social scoreboard che la proposta di direttiva per l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare sono guardate con spirito costruttivo dall'Italia che ne valuta con attenzione gli aspetti più critici.
  Ricorda che il prossimo appuntamento importante sul tema sarà il Vertice sociale sull'equità del lavoro e della crescita che si terrà Göteborg il 17 novembre 2017. I punti di attenzione del Vertice sociale saranno: lavori equi, crescita inclusiva, pari opportunità, responsabilità condivisa. Il Vertice sociale consentirà di inserire le priorità sociali al centro dell'Agenda europea, dimostrando con i fatti che un'Europa più sociale è possibile, se si garantiscono condizioni di lavoro eque, mercati del lavoro efficaci e un forte dialogo sociale.
  In conclusione ribadisce che il Governo sostiene l'attuazione di questo ambizioso programma sociale dell'Unione europea. Anche l'Italia, infatti, è chiamata a preparare la strada per l'attuazione del pilastro nel rispetto delle competenze ai vari livelli istituzionali e nella consapevolezza che saranno presumibilmente necessarie Pag. 17ulteriori iniziative legislative affinché alcuni principi e diritti compresi nel pilastro divengano effettivi.

  Marialuisa GNECCHI (PD), riallacciandosi a quanto dichiarato dal rappresentante del Governo in materia di contrasto alle disuguaglianze, ricorda che la XI Commissione ha condotto una specifica indagine sull'impatto della normativa previdenziale sulle donne, che ha messo in luce la necessità di intervenire per riequilibrare una situazione che vede le donne fortemente penalizzate sia nel corso della vita attiva sia all'accesso al pensionamento. Tuttavia, nel corso di questa legislatura, pur essendo emersa una certa disponibilità del legislatore all'introduzione dei necessari correttivi alla normativa vigente, spesso con decisioni di carattere amministrativo si è impedita una corretta applicazione delle disposizioni approvate dalle aule parlamentari. Richiama, ad esempio, il caso dell'applicazione del comma 15-bis dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, che prevede l'accesso al pensionamento con i requisiti vigenti prima della manovra per una serie di soggetti, tra cui le donne nate nel 1952, fortemente penalizzate dall'entrata in vigore della riforma pensionistica. Cita anche ulteriori casi, come l'ampliamento delle possibilità di cumulo o la estensione della sperimentazione di «Opzione donna», in cui il Parlamento ha dovuto confrontarsi con incomprensibili resistenze di natura soprattutto amministrativa. Apprezzando, pertanto, l'impegno espresso dal Governo a sostegno del Pilastro europeo dei diritti sociali, auspica che questo si sostanzi anche in un'azione decisa a favore delle donne, sia sul mercato del lavoro sia al termine della vita attiva.

  Davide BARUFFI (PD), relatore per la XI Commissione, prendendo atto dell'ampia ricostruzione illustrata dal sottosegretario Bobba, segnala tuttavia l'esigenza, emersa anche in occasione dell'esame della comunicazione della Commissione relativa all'avvio di una consultazione su un pilastro europeo dei diritti sociali e della prima stesura del pilastro dei diritti sociali, di rafforzarne le fondamenta, anche di carattere finanziario, al fine di evitare che le ambiziose proclamazioni in esso contenute rimangano meri enunciati di principio, privi di efficacia sul piano concreto. A suo avviso, quindi, la questione di fondo che si deve affrontare nella discussione dei documenti in esame attiene all'individuazione delle risorse dell'Unione europea da destinare al sostegno dei diritti proclamati nell'ambito del pilastro europeo dei diritti sociali, in quanto, in assenza di un adeguato livello di investimenti, sussiste il rischio che, in caso di crisi di carattere asimmetrico a livello continentale, le differenze tra gli Stati membri si allarghino anziché ridursi. In questa ottica, deve anche considerarsi, a suo avviso, l'opportunità di avvalersi di opportuni margini di flessibilità rispetto alla rigida applicazione delle regole del patto di stabilità e crescita. Ritiene, inoltre, che si debba valutare con favore la possibilità di valorizzare adeguatamente gli indicatori connessi all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali nell'ambito delle procedure del Semestre europeo, sottolineando tuttavia che essi dovrebbero assumere un valore analogo a quello degli indicatori di carattere economico-finanziario. Giudica, pertanto, necessario che il Governo si impegni con decisione su questi temi, al fine di garantire un esito positivo della discussione sui contenuti del pilastro, evitando che essa si traduca nell'ennesima occasione persa per allargare le basi dell'Unione europea e, al suo interno, dell'unione economica e monetaria.

  Claudio COMINARDI (M5S), nell'osservare che i documenti in esame affrontano temi di grande rilievo, quali la riduzione delle disuguaglianze, il contrasto della disoccupazione, la riduzione della povertà, rileva l'esigenza di interrogarsi su quale sia, nell'attuale contesto, la definizione di crisi, evidenziando che dal 2007 a oggi il livello di risparmio privato si è incrementato e che le dieci famiglie più ricche nel nostro Paese hanno incrementato la propria Pag. 18ricchezza, mentre il numero delle persone in condizione di povertà è triplicato. In questi anni, si sono quindi rafforzate le disuguaglianze sociali, misurate puntualmente dall'indice di Gini, in un quadro che ha visto indebolirsi, in particolare, la posizione degli ultracinquantenni, che – qualora fuoriescano dal mondo del lavoro – si trovano privi di una rete di protezione adeguata sul piano del sostegno al reddito. Evidenzia, a tale proposito, che anche le misure adottate dalla maggioranza, volte a introdurre il cosiddetto reddito di inserimento, si sono rivelate del tutto inadeguate, a causa dell'evidente insufficienza delle risorse stanziate. Invita, inoltre, a considerare che, nonostante la ricchezza privata sia cresciuta, essa non è stata destinata a un incremento degli investimenti, salvo che per la realizzazione di speculazioni finanziarie, mentre una parte significativa della popolazione incontra difficoltà nell'accedere a beni di prima necessità.
  Ritiene, pertanto, necessario che su questi temi siano assunti impegni più concreti, che sarebbero, del resto, in linea non solo con i contenuti dei documenti in esame, ma anche con quelli della vigente normativa dell'Unione europea.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dei documenti ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.