CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 aprile 2016
624.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
Pag. 37

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 12 aprile 2016. — Presidenza del presidente della X Commissione, Ettore Guglielmo EPIFANI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente, la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo.

  La seduta comincia alle 14.25.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia dell'Unione europea in materia di riscaldamento e raffreddamento.
COM(2016)51 final.
(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in titolo.

  Cristina BARGERO (PD), relatrice per la X Commissione, anche a nome della relatrice per la VIII Commissione, Stella Bianchi, illustra i contenuti della Strategia della Commissione europea sul riscaldamento e il raffreddamento.
  Si tratta di un ulteriore passo nel processo di attuazione dell'Unione dell'energia, uno dei progetti più ambiziosi dell'UE nell'ambito più generale delle politiche per lotta ai cambiamenti climatici. Occorre, quindi, dare atto alla Commissione europea della decisione e della coerenza con la quale sta procedendo in questa materia. In particolare, con questa Comunicazione si intende definire il quadro complessivo delle politiche che l'Unione europea dovrà adottare nei prossimi anni per quanto concerne il consumo più efficiente dell'energia, con specifico riferimento al riscaldamento e al raffreddamento che concentrano la metà del consumo energetico finale all'interno dell'UE. Una gestione più efficiente dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento potrà assicurare, oltre che un abbattimento delle emissioni inquinanti, un consistente vantaggio economico in termini di riduzione dei costi sostenuti dalle imprese e dalle famiglie e, in generale, del grado di dipendenza dell'Unione europea dai fornitori esterni. La Commissione europea parte dalla considerazione per cui nei prossimi anni, in assenza di politiche che modifichino significativamente i comportamenti degli utenti e le tecnologie impiegate, il riscaldamento e il raffreddamento continueranno a rappresentare la prima Pag. 38voce nei consumi di energia nell'Unione europea. Peraltro, in questo comparto, si registra ancora una netta prevalenza nell'uso, tra le fonti, dei combustibili fossili rispetto a quelle rinnovabili. Allo scopo di rimediare a questa situazione, un'attenzione particolare viene dedicata dalla Commissione europea alle prospettive di crescita del consumo di biomassa e, in seconda battuta, al maggiore impiego di pompe di calore. Il primo problema che si pone, nella definizione di una Strategia che riguardi il complesso dei Paesi dell'Unione europea, è di promuovere un'evoluzione verso un uso più efficiente delle risorse e una conversione in direzione delle energie rinnovabili che riguardi tutti i partner. Attualmente, infatti, si registrano forti disallineamenti tra i diversi paesi per cui, mentre i Paesi baltici e nordici usano prevalentemente energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento e sperimentano sempre più intensamente il teleriscaldamento e la cogenerazione, altri Paesi, tra cui l'Italia, sono molto più indietro e continuano a utilizzare prevalentemente combustibili più inquinanti e impianti spesso obsoleti. Ovviamente, le diverse abitudini riscontrabili nei vari Paesi discendono anche dalle condizioni climatiche che all'interno dell'Unione europea sono fortemente differenziate. A livello europeo, in base ai dati del 2012, il 64 per cento dei sistemi di riscaldamento era costituito da caldaie non a condensazione; soltanto il 26 per cento da caldaie a condensazione e il 6 per cento da caldaie a biomassa, pompe di calore e altre tecnologie. Per quanto riguarda il teleriscaldamento, le reti esistenti coprirebbero soltanto l'8 per cento della domanda complessiva e servono 70 milioni di cittadini; la percentuale degli utenti che se ne possono avvalere oscilla tra una quota superiore al 50 per cento nei Paesi baltici e scandinavi a meno del 10 per cento in Francia, Italia e Spagna. Le aspettative di maggiore progresso sono affidate alla cogenerazione che, nei processi produttivi industriali, potrebbe consentire di risparmiare il 30 per cento dell'energia. Il combinato disposto di questi fattori determina situazioni molto diverse per cui è evidente la utilità di una strategia a livello continentale che non affidi interamente alla responsabilità di ciascuno Stato il conseguimento degli obiettivi previsti in termini di riduzione delle emissioni, di efficienza e di risparmio energetico. La Commissione europea sottolinea che l'attuazione della strategia delineata assicurerebbe vantaggi concreti in primo luogo per i cittadini, non soltanto per il miglioramento della qualità dell'aria e delle condizioni di salute, ma anche sotto il profilo economico; i risparmi di spesa per utenti domestici vengono stimati da un minimo di 3-400 euro annui a 1500-2 mila euro. La transizione verso tecnologie e metodi di riscaldamento più evoluti e più efficienti assicurerebbe, inoltre, importanti prospettive di occupazione, quantificate, nelle stime della Commissione europea, in 900 mila posti di lavoro diretti e 2,4 milioni posti di lavoro indiretti; le industrie, a loro volta, potrebbero vedere ridotti i costi di approvvigionamento dell'energia dal 4 al 10 per cento. Né si può trascurare l'importanza che i progressi tecnologici in questo comparto possono svolgere anche ai fini della ricerca e dell'innovazione; l'Europa e gli Stati membri non devono fare l'errore di rinunciare ad una occasione fondamentale di aggiornamento delle tecnologie, come in parte avvenuto anche nel recente passato, ad esclusivo vantaggio di alcuni Paesi terzi e, in particolare, della Cina. Per conseguire tali obiettivi, la Commissione europea indica alcune linee di indirizzo, la prima delle quali concerne la promozione di interventi volti a facilitare la ristrutturazione del patrimonio immobiliare europeo, prevalentemente risalente ad oltre cinquanta anni fa e, quindi, meno attrezzato dal punto di vista delle tecnologie utilizzate. La Commissione europea non ha elaborato una stima puntuale dei possibili oneri che interventi sistematici di ristrutturazione possono comportare anche se una valutazione di massima era stata elaborata da uno specifico gruppo di lavoro, istituito dalla Commissione stessa, che quantificava da 60 a 100 miliardi di euro il fabbisogno finanziario annuale per far Pag. 39fronte agli oneri relativi agli interventi da realizzare sul patrimonio immobiliare. Più elevata era la stima elaborata dall'Agenzia internazionale per l'energia che ha quantificato in oltre 1.450 miliardi di euro l'entità degli investimenti da realizzare nell'UE per conseguire i risultati attesi per l'efficienza energetica degli edifici e dell'industria. A questo proposito, non si può non rilevare che il punto più critico riguarda l'adeguamento degli immobili pubblici, per i quali si registrano i ritardi più vistosi anche per la indisponibilità dei necessari finanziamenti, in ragione dei vincoli di bilancio. Una valutazione del Governo, anche sulla base degli esiti prodotti dalle misure di incentivazione sino ad ora adottate nel nostro Paese, a partire dalle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie volte a favorire il risparmio energetico e l'efficientamento degli impianti, può al riguardo essere opportuna per valutare la sostenibilità e i potenziali vantaggi per il nostro Paese di un sistematico impegno per l'attuazione degli obiettivi indicati nella Strategia. È appena il caso di rilevare che gli incentivi potrebbero anche essere parzialmente aggiornati e ridisegnati per farli coincidere meglio con gli obiettivi che si intendono realizzare. Quanto alle risorse utilizzabili allo scopo, può essere opportuno acquisire dal Governo un quadro compiuto delle disponibilità attivabili, con specifico riferimento a quelle di cui ai fondi strutturali e ai programmi diretti a promuovere la ricerca e l'innovazione tecnologica quali Horizon 2020, oltre al Fondo europeo per gli investimenti strategici e, più in generale, alle risorse che potrebbero essere attivate attraverso un più intenso utilizzo delle potenzialità della BEI. La seconda delle grandi linee strategiche indicate dalla Commissione europea concerne la necessità di aumentare la quota percentuale di energie rinnovabili utilizzate, mentre la terza concerne più specificamente il comparto produttivo e attiene alla necessità di promuovere il più intenso utilizzo dell'energia prodotta nell'ambito dei processi produttivi attraverso sistemi di teleriscaldamento, l'utilizzo di impianti e la realizzazione di reti di cogenerazione. Tra i suggerimenti che la Strategia prospetta, merita segnalare una serie di misure puntuali che potrebbero assicurare indubbi vantaggi quali: la promozione di aggregazioni di progetti di limitate dimensioni e la promozione dell'accorpamento di consumatori altrimenti dispersi per favorire il conseguimento di migliori condizioni economiche e finanziarie; la creazione di sportelli unici specializzati nei servizi di consulenza e assistenza ai soggetti che vogliano realizzare investimenti nei progetti a basse emissioni di carbonio; le diffusioni delle migliori pratiche. In sostanza, siamo in presenza di un documento che tocca una serie di questioni in una logica coerente e complessiva; si tratta di un'occasione utile, in assenza di una aggiornata Strategia energetica nazionale, anche per il decisore politico per una ricognizione aggiornata e puntuale sui risultati fino ad ora conseguiti con le misure poste in essere, dai certificati bianchi agli incentivi per le ristrutturazioni e per verificare, sulla base di una ricognizione delle risorse attivabili, quali ulteriori progressi possano essere compiuti. In conclusione, propone alle Commissioni di svolgere un breve ciclo di audizioni al fine di disporre di utili elementi per l'approfondimento delle questioni più rilevanti evidenziate.

  Davide CRIPPA (M5S) condivide innanzitutto la proposta avanzata dalla relatrice Bargero di svolgere un breve ciclo di audizioni anche al fine di far emergere quanto in realtà, a suo giudizio, l'Italia non stia facendo in merito agli interventi di efficienza energetica. Si riferisce, in particolare, all'efficientamento del patrimonio immobiliare della pubblica amministrazione i cui decreti di attuazione ancora non risultano emanati.
  Sottolinea inoltre come, in tema di certificati bianchi, sia stata introdotta nel disegno di legge annuale sulla concorrenza all'esame del Senato, una sorta di brusca sospensione del meccanismo di risparmi incentivati in caso di sospensione dell'attività Pag. 40produttiva dell'impresa, che ha inasprito il livello di contenzioso delle aziende nei confronti del GSE.
  Esprime apprezzamento per il fatto che nella Comunicazione in esame si sottolinea la necessità di una strategia integrata fra il settore del riscaldamento e del raffreddamento ed il sistema dell'energia elettrica al fine di ridurre le emissioni di carbonio. Auspica che le Commissioni non si limitino a discutere di teleraffrescamento e di teleriscaldamento perché nelle premesse della Comunicazione in esame si sostiene che è possibile intervenire in tempi rapidi per aumentare l'efficienza energetica senza dover preventivamente investire in nuove infrastrutture. Ritiene si debbano incrementare le sinergie utilizzando le reti elettriche già esistenti, anche per evidenti ragioni di sicurezza. In merito alla gestione delle reti elettriche, segnala l'attuale situazione di un monopolio può favorire scelte economicamente più convenienti, ma non efficienti dal punto di vista energetico.
  In conclusione, chiede di svolgere audizioni di rappresentanti del GSE per approfondire la questione relativa al meccanismo dei certificati bianchi e di ENEA, agenzia che possiede le competenze necessarie a fornire utili elementi di approfondimento riguardo alla strategia che si sta discutendo in sede europea nonché indicazioni circa i possibili risvolti positivi sul piano occupazionale di investimenti strategici nell'ambito dell'efficientamento.

  Filiberto ZARATTI (SI-SEL), nel manifestare condivisione sul contenuto della relazione testé illustrata dalla relatrice, rileva che la discussione sul provvedimento in esame rappresenta un'importante occasione per approfondire le scelte di Governo sulle politiche attinenti al settore energetico, considerato, peraltro, che negli ultimi anni si è assistito a una consistente diminuzione degli investimenti nel settore del fotovoltaico, e più in generale delle energie rinnovabili, con una conseguente considerevole crisi in termini occupazionali. Espressa, altresì, condivisione su quanto rilevato dal collega Crippa, auspica lo svolgimento di una discussione approfondita sul provvedimento in esame, che consenta, non solo di discutere della Strategia europea, ma anche delle iniziative concrete da adottare in Italia per superare i limiti esistenti in tema di energia.

  Ermete REALACCI, presidente della VIII Commissione, espressa condivisione sulle considerazioni testé svolte dai colleghi, sottolinea la rilevanza del tema trattato dal provvedimento in esame, giudicando utile l'avvio di un ciclo di audizioni in materia, a partire dall'ENEA. Nel sottolineare come i consumi energetici si siano spostati verso il raffrescamento di case che avrebbero dovuto essere costruite in modo migliore, rileva l'importanza di un coordinamento tra le politiche di sviluppo e quelle ambientali in tale settore. Aggiunge come a tal fine sia centrale la definizione di una cabina di regia che provveda ad effettuare il necessario coordinamento tra gli strumenti destinati all'attuazione della strategia in materia di riscaldamento e raffreddamento.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.