CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 marzo 2016
615.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 23 marzo 2016. – Presidenza del presidente Donatella FERRANTI.

  La seduta comincia alle 13.50.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2008/675/GAI relativa alla considerazione delle decisioni di condanna tra Stati membri dell'Unione europea in occasione di un nuovo procedimento penale.
Atto n. 261.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 9 marzo 2016.

  Anna ROSSOMANDO (PD), relatrice, propone di esprimere sul provvedimento in titolo parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

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Schema di decreto legislativo recante disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2009/315/GAI relativa all'organizzazione e al contenuto degli scambi fra gli Stati membri di informazioni estratte dal casellario giudiziale.
Atto n. 262.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 16 marzo 2016.

  Alessia MORANI (PD), relatrice, propone di esprimere sul provvedimento in titolo parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2009/316/GAI che istituisce il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS) in applicazione dell'articolo 11 della decisione quadro 2009/315/GAI.
Atto n. 263.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 16 marzo 2016.

  Alessia MORANI (PD), relatrice, propone di esprimere sul provvedimento in titolo parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Sull'ordine del lavori.

  Vittorio FERRARESI (M5S), intervenendo in merito alla proposta di legge C. 2664, recante disposizioni in materia di furto di materiale appartenente ai infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici, rileva l'opportunità che la Commissione proceda all'espletamento di un breve ciclo di audizioni. Al riguardo, rammenta che l'esame del provvedimento in questione è stato avviato lo scorso anno e che, già nella seduta dell'11 marzo 2015, era stata prospettata l'opportunità di procedere allo svolgimento di un'attività conoscitiva sulla materia oggetto del provvedimento stesso.

  Donatella FERRANTI, presidente, richiamando l'attenzione sulla circostanza che i Gruppi parlamentari non hanno presentato alcuna richiesta di audizione e rammentando che nella seduta di ieri è stato concluso l'esame preliminare e fissato il termine per la presentazione degli emendamenti, si dichiara tuttavia disponibile ad avviare un rapido ciclo di audizioni sulla materia. Invita, quindi, i Gruppi a far pervenire eventuali richieste entro la giornata di giovedì 31 marzo prossimo.

  La seduta termina alle 14.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 23 marzo 2016. – Presidenza del presidente Donatella FERRANTI.

  La seduta comincia alle 14.

Relazione del deputato Stefano Dambruoso sul Simposio svolto a Bruxelles presso la sede del Parlamento europeo il 1o ed il 2 marzo scorso sul tema «Come rafforzare il ruolo del Parlamento, nel costruire un'efficace sistema di contrasto al terrorismo e all'interno di una cornice giuridica».

  Stefano DAMBRUOSO (SCpI), comunica che Il Simposio in titolo, organizzato dall'International Institute for Justice and the Rule of Law (IIJ), con la partecipazione dei rappresentanti di Parlamenti di diciotto Paesi, ha avuto come obiettivo Pag. 50l'esame delle buone pratiche in materia di contrasto al terrorismo definite nella precedente riunione del maggio 2015, in vista della loro discussione nella riunione ministeriale del Global Counterterrorism Forum che si svolgerà a settembre 2016.
  Rammenta che l'elaborazione delle buone pratiche si inserisce nell'ambito di un progetto della Commissione europea, rappresentata all'incontro da un funzionario della Direzione generale della Cooperazione internazionale e sviluppo, che aprendo i lavori ha evidenziato gli sforzi compiuti in diversi Stati terzi dalla Commissione europea, volti a evitare la radicalizzazione ed il finanziamento del terrorismo nonché supportare l'attuazione della legislazione antiterrorismo.
  Riferisce che nella prima parte della Conferenza sono state dibattute le buone pratiche relative rispettivamente all'introduzione nella legislazione nazionale degli strumenti di contrasto al terrorismo contemplati da Convenzioni internazionali e all'identificazione delle cause del terrorismo. In particolare, il rappresentante svedese ha illustrato recenti modifiche legislative a livello nazionale che introducono nuove fattispecie di reato collegate al terrorismo e ha evidenziato talune criticità nella loro effettiva applicazione, sottolineando la necessità di interventi nelle scuole, sui social media e nelle realtà locali. Nella seconda sessione sono state discusse le buone pratiche relative all'introduzione di strumenti di indagine efficaci per contrastare il terrorismo e alla creazione di organi ed istituzioni nel settore della giustizia.
  Segnala che la sessione è stata introdotta dall'europarlamentare spagnolo Javier Nart (ALDE), il quale dopo avere richiamato il Piano del Presidente Obama per la chiusura della struttura detentiva di Guantanamo, si è soffermato con forza sugli errori commessi dal Governo Bush dopo gli attentati dell'11 settembre. L'adozione di decisioni a livello esecutivo piuttosto che giurisdizionale, la mancata applicazione dei principi del giusto processo e il rilievo attribuito alla «secret evidence», nonché il mancato rispetto degli strumenti internazionali contro la tortura hanno condotto a sistematiche violazioni dei diritti umani e alla prevalenza della «ragione di stato» rispetto alla «ragione dell'umanità».
  Prendendo la parola in tale sede, rammenta quindi di essere intervenuto sulla complessità socio-psicologica del fenomeno della radicalizzazione, intesa, da un lato, come acquisizione cognitiva di una mentalità che prepara l'individuo alla violenza, e, dall'altro, come disponibilità comportamentale a condurre atti di violenza. La prima dimensione presuppone l'adozione di misure preventive contro le situazioni che possono condurre al terrorismo; la seconda accezione richiede invece misure di natura repressiva. Con riferimento al primo aspetto, ha illustrato la struttura del sistema di intelligence italiano, ridefinita dopo gli attentati dell'11 settembre e, in relazione al secondo aspetto, ha richiamato le misure di natura repressiva contenute nel decreto-legge n. 7 del 2015, che interviene anche con strumenti di sorveglianza su internet e alloca risorse a favore del contrasto del traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Al fine di un'efficace lotta al terrorismo, ha, quindi, ribadito la necessità di bilanciare la dimensione repressiva con quella preventiva, in coerenza con gli strumenti internazionali, a partire dal Piano d'azione per prevenire l'estremismo violento approvato dall'Assemblea generale dell'ONU il 24 dicembre 2015 e dalla risoluzione 2178 (2014) del Consiglio di sicurezza dell'ONU sui terroristi combattenti stranieri. Soffermandosi sul ruolo dei Parlamenti nella prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento, ha richiamato la proposta di legge che ha appena presentato alla Camera, unitamente all'onorevole Andrea Manciulli, che contiene misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista. Ha, quindi, spiegato che tale proposta insiste su molti dei temi oggetto delle buone pratiche elaborate dall'IIJ, contenendo ad esempio misure volte all'individuazione delle cause del terrorismo e della radicalizzazione di potenziali individui (quali ad esempio Pag. 51corsi di formazione per riconoscere e interpretare segnali di radicalizzazione e di estremismo jihadista) e al coinvolgimento della società civile nella formazione della strategia antiterrorismo (tra cui la realizzazione di un portale informativo sui temi della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista e misure per il dialogo multiculturale all'interno delle scuole). Ha anche richiamato il ruolo dei Parlamenti nel bilanciamento tra esigenze di sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali e nella verifica del rispetto della rule of law nell'attività di intelligence, soffermandomi sull'esperienza italiana del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR). Infine, rivolgendosi ai parlamentari provenienti da Paesi riconosciuti come hotspot di transito per i combattenti stranieri, ha ribadito la necessità di un'efficace cooperazione interparlamentare e di un sistematico scambio informativo per affrontare le minacce terroristiche.
  Segnala che nella sessione pomeridiana sono state discusse le buone pratiche relative al coinvolgimento della società civile nella formazione delle politiche di contrasto al terrorismo e nel rafforzamento dell'inclusione e dell'accettazione pubblica nella strategia di lotta al terrorismo.
  Fa presente che la seconda giornata di Conferenza è stata aperta dall'intervento di Gilles De Kerkhove, dal 2007 Coordinatore europeo antiterrorismo, che ha illustrato le misure recentemente adottate in materia a livello europeo, articolate nei tre pilastri della repressione, della prevenzione e dell'impegno con i Paesi terzi. Con riferimento al primo pilastro, il relatore si è in particolare soffermato: sul difficile compromesso raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo sull'utilizzo dei dati del codice di prenotazione passeggeri (passenger name record – PNR); sul testo di compromesso recentemente adottato dal Consiglio su EUROPOL, che prevede in particolare meccanismi di controllo congiunto del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali; sulla proposta di direttiva per l'aggiornamento della decisione quadro sulla lotta al terrorismo e sul piano d'azione contro il traffico illecito di armi da fuoco e di esplosivi nell'Unione europea. Sul piano della prevenzione, ha sottolineato il ruolo della società civile nell'identificazione e contrasto dei fenomeni di radicalizzazione, richiamando anche la rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione (RAN) e fornendo una panoramica sui programmi di riabilitazione adottati negli Stati membri per i cd. «returners». Il relatore, inoltre, menzionando specifici programmi mirati al coinvolgimento della società civile nella prevenzione della radicalizzazione, ha altresì invitato i Parlamenti a svolgere audizioni pubbliche della società civile e ad assumere un ruolo nell'identificazione delle organizzazioni da coinvolgere.
  Riferisce, infine, che il Simposio si è chiuso con l'intervento del Rappresentante del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), che ha espresso apprezzamento per le buone pratiche in via di elaborazione, che rappresenteranno un importante contributo alla riunione ministeriale del Global Counterterrorism Forum di settembre 2016.

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.35.