CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 maggio 2015
438.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 23

RISOLUZIONI

  Martedì 5 maggio 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO, indi del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.20.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che a far data dal 23 aprile scorso l'onorevole Alessio TACCONI (PD) ha cessato di far parte di questa Commissione.

7-00670 Cicchitto: Sull'impegno dell'Italia in sede multilaterale a sostegno della Tunisia.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00106).

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, come convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Illustra, quindi, la risoluzione in titolo, di cui è primo firmatario e sottoscritta insieme alla collega Quartapelle Procopio, oltre ad altri colleghi che hanno preso parte alle missioni a Tunisi svolte nei mesi di gennaio e marzo scorsi, e all'onorevole Locatelli.
  Procede quindi ad illustrare la risoluzione in titolo, presentata sulla scia delle importanti iniziative di cooperazione bilaterale promosse da ultimo dai protagonisti della società civile tunisina.
  Segnala che la risoluzione prende spunto dal modello di un Paese arabo e a maggioranza musulmana che si caratterizza, rispetto agli Stati attraversati dalle cosiddette «primavere arabe», per il passaggio pacifico dal regime dittatoriale di Ben Alì ad una democrazia costituzionale e parlamentare. Come noto, la Tunisia è cresciuta negli anni Novanta ad una media Pag. 24del 5 per cento e presenta un sistema economico assai diversificato in cui il settore turistico rappresenta il 7 per cento dell'intero PIL. I tunisini residenti all'estero sono circa un milione, la maggior parte dei quali in Europa, per lo più in Francia e in Italia. Peraltro, sono stati eletti nel nostro Paese ben tre deputati tunisini attualmente in carica. Anche per tali ragioni il nostro Paese è in prima linea nell'impegno internazionale volto a dare sostegno al processo democratico avviatosi dopo il sacrificio del venditore ambulante Bouazizi, la cui morte segnò nel 2011 l'avvio di una trasformazione per l'intera area.
  Sottolinea che dopo un processo virtuoso, segnato dall'approvazione di una nuova Costituzione, che ha affrontato in modo esemplare anche il rapporto tra Stato, religione e libertà di espressione, la Tunisia ha subìto un duro colpo con l'attacco del 18 marzo scorso al Museo del Bardo da parte dei terroristi fondamentalisti. Tale attacco ha, innanzitutto, colpito il settore turistico che già prima dell'attentato aveva registrato una flessione del 6,5 per cento. In questi anni il Paese non è riuscito a modificare il modello territoriale di sviluppo definito da Ben Alì che col turismo di massa aveva privilegiato le zone costiere a svantaggio di quelle più interne, con la conseguenza di creare i presupposti delle contraddizioni attuali. Infatti, per un verso gli ideologi del Califfato pescano oggi nelle zone più povere della Tunisia, Paese che non a caso detiene il primato del numero di foreign fighters arruolati dal Daesh. Per altro verso, però, la realtà tunisina è fortunatamente caratterizzata, specie nelle città, dall'autonomia culturale nei comportamenti personali, nei rapporti familiari e nella società di milioni di donne che si sono fatte sentire e hanno esercitato un ruolo assai positivo. Quindi, la società civile tunisina nel suo complesso, e in essa il settore imprenditoriale, hanno dimostrato di voler intervenire sui processi politici. In questo quadro la risoluzione è finalizzata a favorire un processo economico virtuoso e non soltanto a convogliare risorse economiche verso Tunisi. La risoluzione è, inoltre, mossa dall'intento di promuovere ulteriormente il progresso democratico della Tunisia integrando tale Paese nell'ordinamento internazionale del diritto umanitario.
  Conclusivamente, alla luce di tali obiettivi e anche in vista del prossimo importante pellegrinaggio degli ebrei a Gerba, che avrà luogo il 6 e 7 maggio alla Sinagoga di El Ghriba, la più antica del mondo, la stessa in cui nel 2002 furono uccise 19 persone, evidenzia l'opportunità che l'Italia si attivi senza indugio per sostenere in tutte le sedi internazionali lo sforzo tunisino per il consolidamento della democrazia e per il contrasto al terrorismo radicale.

  Il Viceministro Lapo PISTELLI esprime l'apprezzamento del Governo nei confronti dell'operato della Commissione, sia per quanto riguarda l'intensa opera di sostegno esplicato in sede di diplomazia parlamentare a sostegno della ancor fragile democrazia tunisina, sia per aver sintetizzato tale azione nella risoluzione oggi all'esame. Ricorda peraltro come dopo il grave attentato del Museo del Bardo si siano svolte molte visite ufficiali in quel Paese, sia del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, anche in occasione della marcia in ricordo delle vittime del 18 marzo, che del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni, come pure tra pochi giorni dello stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tali visite rappresentano lo sforzo convinto che il nostro Paese compie per manifestare fiducia e dare sostegno alla Tunisia in quanto caso di relativo successo in un'area geostrategica assai problematica. Sottolinea che il feroce attacco portato alle istituzioni tunisine lo scorso 18 marzo, oltre al suo costo in termini di vite umane, ha provocato una grave flessione dei flussi turistici, vitale risorsa per l'economia tunisina, in ciò esattamente assecondando l'intento terroristico del progetto jihadista. Sottolinea, peraltro, come la Tunisia ospiti oggi, a partire dal 2011, circa 1 milione di profughi Pag. 25libici a conferma dell'azione solidale e responsabile svolta da Tunisi a sostegno della soluzione della crisi regionale.
  Per quanto la Tunisia non sia più tra i nostri partner prioritari per la cooperazione allo sviluppo, rivendica il fatto di aver convertito parte del debito tunisino nei confronti del nostro Paese in sostegno economico a settori quali la sanità, lo sviluppo agricolo e le piccole e medie imprese. Una simile scelta è stata assunta anche da altri membri dell'Unione europea, tra i quali Francia e Germania. Di conseguenza, annuncia il pieno consenso da parte del Governo nei confronti della risoluzione in titolo, che risponde alla logica complessiva bipartisan della politica estera europea.

  Mario MARAZZITI (PI-CD) ringrazia i firmatari per la presentazione della risoluzione in titolo e ribadisce che nell'ambito della nostra azione nel Mediterraneo bisogna certamente sostenere la Tunisia che, rappresentando un caso di successo all'interno del difficile quadro nordafricano, è un Paese sotto attacco da parte dei terroristi. In tal senso, la conversione del debito in progetto di aiuto rappresenta un atto dovuto. Riconoscendo che entrambe le proposte contenute nell'impegno della risoluzione sono condivise dal suo gruppo, annuncia di voler sottoscrivere la risoluzione in esame.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) a nome del proprio gruppo esprime profonda adesione alla risoluzione in esame, che sintetizza ed accelera l'opera di sostegno messa in atto dalla Commissione nei confronti della Tunisia, del resto di concerto con il Governo. Nel ringraziare a tal proposito il presidente Cicchitto per l'iniziativa assunta per ben due volte, in due momenti assai opportuni, di svolgere visite in Tunisia, sottolinea che l'atto di indirizzo contribuisce a rafforzare l'azione del Governo affinché quel Paese possa andare verso una piena democratizzazione e maggiore benessere e sia pienamente conforme agli standard internazionali in tema di diritti umani.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) sottolinea come occorra sempre enfatizzare i successi che si sono registrati in una regione così difficile, e che la Tunisia rientra sicuramente fra questi, anche per il ruolo centrale che nella democratizzazione di quel Paese hanno avuto le associazioni e i movimenti delle donne. Manifesta apprezzamento per il forte coordinamento che si è registrato nell'azione di Governo e Commissione, che ha permesso risultati molto importanti.

  Khalid CHAOUKI (PD) esprime forte apprezzamento per la risoluzione in oggetto. Osserva peraltro come sia opportuno, con riferimento alla parte motiva e al secondo punto del dispositivo, modificare la definizione della Tunisia da Paese «osservatore» in Paese «partner per la democrazia» con riferimento al Consiglio d'Europa.

  Erasmo PALAZZOTTO (SEL) ritiene che la risoluzione presentata e da lui sottoscritta contribuisca a valorizzare il lavoro compiuto dalla Commissione in occasione delle visite svolte in Tunisia. Precisa di avere apposto la propria firma all'atto di indirizzo in ragione dell'urgenza di assumere impegni concreti a sostegno di tale Paese. Prospetta, tuttavia, l'opportunità di una riformulazione del testo alla luce degli esiti dell'audizione recentemente svolta dal Comitato Africa di rappresentanti della società civile tunisina con riferimento agli effetti derivanti dall'attuazione degli accordi partenariato tra Unione europea e Tunisia. Conseguentemente, in merito al quinto punto delle premesse, segnala l'opportunità di inserire il richiamo alla Convenzione sulla lotta contro la tratta di esseri umani e, con riferimento al successivo e ultimo punto della premessa, l'opportunità di anteporre le parole «per il contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani» subito dopo il richiamo alle operazioni dell'Unione europea Tritone e Poseidon, questo da un lato per valorizzare il senso dell'impegno europeo e, dall'altro, per non ingenerare aspettative sul dialogo in fieri con l'Unione Pag. 26africana, anche in sede di processo di Karthoum.

  Daniele DEL GROSSO (M5S) dichiara il favore del suo gruppo alla risoluzione in oggetto in merito all'obiettivo del contrasto al terrorismo e all'appoggio alla democrazia tunisina. Tuttavia, per quanto riguarda gli investimenti menzionati al primo punto dell'impegno, esprime il timore che essi si risolvano nella costruzione di un elettrodotto che colleghi sul fondo del Mediterraneo Italia e Nordafrica; ed unicamente in virtù di tale preoccupazione, pur condividendo le intenzioni di fondo dell'atto di indirizzo, annuncia l'astensione del proprio gruppo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, accetta le proposte di riformulazione avanzate dai colleghi Chaouki e Palazzotto.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la risoluzione in titolo come riformulata, che assume il n. 8-00106 (vedi allegato 1).

7-00602 Manlio Di Stefano: Sull'arresto di Roberto Berardi in Guinea Equatoriale.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00107).

  Manlio DI STEFANO (M5S) illustra la risoluzione in titolo, di cui è primo firmatario insieme ad altri deputati del proprio gruppo. Ricorda come essa abbia ad oggetto la grave vicenda del nostro connazionale Roberto Berardi, attualmente detenuto in un carcere della Guinea Equatoriale non solo in condizioni degradanti e disumane e sottoposto a tortura, secondo quanto confermerebbe materiale fotografico in suo possesso, ma anche su basi giuridiche non completamente trasparenti. Vi è, infatti, il forte sospetto che egli sia trattenuto laggiù soprattutto in quanto unico testimone di un'inchiesta avviata dal Governo degli Stati Uniti che coinvolge il figlio dell'attuale Presidente, Obiang Nguema Mbasogo.
  Riporta le vivissime preoccupazioni dei genitori del Berardi, che temono che il proprio figlio possa non essere liberato alla scadenza prevista della pena detentiva, il giorno 19 maggio, oppure, qualora effettivamente liberato, possa subire un attentato. Fa inoltre presente che l'Italia non ha in Guinea Equatoriale una propria rappresentanza diplomatica, e come dunque occorra fare riferimento, in virtù degli accordi di reciproca assistenza previsti dall'Unione europea, piuttosto all'Ambasciata spagnola, che non è stata finora prodiga di chiarimenti nei confronti dei genitori del nostro concittadino. Menziona, infine, il nuovo caso di un altro nostro concittadino, Fabio Galassi, recentemente arrestato in quel Paese, ed avanza il sospetto che le due vicende facciano parte di una strategia complessiva di intimidazione nei confronti delle imprese italiane impegnate nella capitale Oyala, dove sarebbe forte invece la pressione del mondo economico cinese, intenzionato ad assicurarsi la parte maggiore degli appalti laggiù disponibili.
  In definitiva, l'intento della risoluzione è quello di ottenere un chiaro e formale impegno del Governo a tutela del nostro concittadino Berardi, in così grave difficoltà personale.

  Il viceministro Lapo PISTELLI ricorda come il Governo si sia speso in modo costante e fin dall'inizio della vicenda, sia in sede diplomatica che politica, a favore di Roberto Berardi, e come per esempio da pochi giorni egli stesso ne abbia incontrato il fratello raccogliendone le attestazioni di gratitudine per il sostegno ricevuto dalla Farnesina. Sottolinea come i due casi richiamati dal deputato Di Stefano siano profondamente diversi, giacché mentre il Galassi è stato arrestato su basi assai dubbie, Roberto Berardi è stato invece condannato ai sensi della legge penale vigente in Guinea Equatoriale e avrebbe anche commesso un tentativo di evasione. Rivendica come il Governo italiano assicuri attenzione costante a tutti i connazionali detenuti all'estero ma come peraltro la Guinea Equatoriale presenti condizioni Pag. 27«a parte», per due motivazioni: perché non abbiamo laggiù una nostra rappresentanza diplomatica; e perché la situazione politica di quel Paese è assai peculiare. Fa presente come il caso di Berardi può far da monito a tutti i nostri concittadini, a chiedersi sempre quali siano le condizioni del Paese in cui si recano a svolgere la propria attività imprenditoriale. Auspica, infine, che la vicenda di Berardi possa concludersi il giorno 19 maggio nel modo più felice.
  Ciò detto, rivendica la perdurante intensa attività esplicata in proposito dalla Farnesina sin dall'inizio della vicenda, volendo in questa sede cogliere in modo positivo lo spirito della risoluzione presentata nel senso di una manifestazione di allarme per la condizione in cui versa il nostro connazionale. Infine, esprime sincero apprezzamento e gratitudine a tutti coloro che non cessano di adoprarsi con professionalità per il migliore esito della questione.

  Manlio DI STEFANO (M5S) riconosce come i due casi presi in esame siano assai diversi e che una cosa è essere incarcerati sulla base di un'accusa precisa, altra cosa è invece esserlo su basi non definite. La preoccupazione alla base della risoluzione in titolo è essenzialmente a proposito della sicurezza personale del Berardi. Precisa che quando nel quarto capoverso della parte motiva si parla di «immobilismo», ci si riferisce essenzialmente all'assenza ad oggi di un impegno formale. Fa presente come un'azione incisiva da parte del Governo potrebbe consistere, ad esempio, nel provvedere ad un congruo accompagnamento del Berardi all'uscita dal carcere e fino al suo ingresso in Italia, per tutelarne l'incolumità. Prende comunque atto della serietà dell'impegno del Governo.

  Il viceministro Lapo PISTELLI accoglie con soddisfazione le parole di riconoscimento usate dal deputato Di Stefano, dovendo tuttavia rilevare che le premesse della risoluzione sembrano muovere nella direzione di evidenziare omissioni da parte del Governo, e dunque non sono condivisibili. Pertanto, sulla base del dibattito appena svoltosi e ricordando i molti interventi fatti nelle sedi politiche in una vicenda che è stata densa di sviluppi, propone una riformulazione della mozione n. 7-00602 nel senso di mantenere soltanto i tre primi punti della premessa e di riformulare il dispositivo nei seguenti termini: «a fornire al signor Roberto Berardi, direttamente o indirettamente mediante il corrispondente consolare presente in loco e coinvolgendo, se necessario, le Rappresentanze dei Paesi partner, ogni possibile assistenza sia dal punto di vista della tutela dei suoi diritti che della sua incolumità fisica anche dopo la scarcerazione del nostro concittadino; a farsi carico, per quanto di competenza e nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili, come già avvenuto in passato, degli oneri connessi alla prestazione di terapie medicinali nei confronti di Roberto Berardi».

  Manlio DI STEFANO (M5S) chiede perché venga proposto di sopprimere, nel secondo punto dell'impegno, le parole «burocratico che logistico ed economico».

  Il viceministro Lapo PISTELLI fa presente come tale concetto sia già ricompreso nell'espressione «ogni possibile assistenza».

  Manlio DI STEFANO (M5S) accetta quindi la proposta riformulazione avanzata dal rappresentante del Governo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva, quindi, all'unanimità la risoluzione in titolo come riformulata, che assume il n. 8-00107 (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 14.55.

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