CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 ottobre 2014
311.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 8 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Intervengono i sottosegretari di Stato alla difesa, Domenico Rossi e Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sui lavori della Commissione.

  Elio VITO, presidente, manifesta disappunto per il mancato coinvolgimento della Commissione Difesa nell'ambito dell'audizione, svoltasi presso le Commissioni riunite Affari esteri e Affari sociali, del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, in relazione alle iniziative adottate a livello internazionale per contrastare la diffusione del virus Ebola, che, come peraltro sottolineato dallo stesso ministro, coinvolgono anche le Forze Armate e rientrano quindi anche nella competenza della Commissione Difesa. Prospetta, quindi, l'opportunità che la Commissione svolga a sua volta la medesima audizione, estendendola eventualmente ai vertici delle Forze armate.

Variazione sulla composizione della Commissione.

  Elio VITO, presidente, comunica che a decorrere dal 7 ottobre 2014 il deputato Enrico Letta, del gruppo Partito Democratico, cessa di far parte della Commissione.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.
Doc. LVII, n. 2-bis e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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  Elio VITO, presidente, segnala che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Salvatore PICCOLO (PD), relatore, osserva che la Commissione Difesa è chiamata ad esprimere un parere alla Commissione Bilancio in merito alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (DEF) 2014, deliberata dal Consiglio dei ministri lo scorso 30 settembre.
  Ricorda, quindi, che in base alla legge n. 196 del 2009, cosiddetta legge di contabilità e finanza pubblica, il Governo è tenuto a presentare una nota di aggiornamento al DEF per dare conto dell'aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica e delle eventuali integrazioni al piano nazionale delle riforme presentato nel mese di aprile, in relazione alle raccomandazioni sulla politica economica italiana formulate dal Consiglio europeo al termine della procedura del cosiddetto semestre europeo.
  Ricorda, inoltre, che da un punto di vista procedurale la Nota di aggiornamento è oggetto di approvazione da parte delle Assemblee di Camera e Senato con apposite risoluzioni, dopo l'esame da parte delle Commissioni Bilancio, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti.
  Segnala che secondo la previsione della legge di attuazione del principio del pareggio di bilancio, il Governo, con la relazione che aggiorna gli obbiettivi programmatici di finanza pubblica, chiede una specifica autorizzazione alle Camere che indichi la durata e la misura dello scostamento, le finalità alle quali destinare le risorse disponibili reperite ed il relativo piano di rientro verso l'obiettivo programmatico, da realizzare a partire dall'esercizio successivo a quelli per i quali è autorizzato lo scostamento temporaneo dal percorso di convergenza all'obiettivo di medio termine (MTO). Tale procedura deve essere giustificata dall'esistenza di eventi eccezionali, così come previsto dall'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, che, nel caso dell'Italia, si sono effettivamente verificati a causa del deterioramento delle previsioni di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi.
  Per quanto concerne i dati di carattere generale contenuti nei documenti in esame osserva che, se il DEF di aprile prevedeva una crescita dello 0,8 per cento del PIL nel 2014, la Nota di aggiornamento prevede per l'anno in corso, un calo del PIL dello 0,3 per cento. Per il 2015 è prevista, invece, una leggera crescita del PIL (0,6 per cento) che dovrebbe rafforzarsi nel 2016 (+ 1 per cento) e nel 2017 (+ 1,3 per cento).
  Conseguentemente, la Nota modifica gli obiettivi di finanza pubblica, rinviando di un anno, al 2017, il conseguimento del pareggio di bilancio strutturale. Il rinvio al 2017 del pareggio strutturale di bilancio dovrà essere approvato, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 81 della Costituzione, a maggioranza assoluta dai due rami del Parlamento.
  La Nota precisa anche che «ulteriori interventi di riduzione della spesa pubblica assicureranno il parziale finanziamento delle misure descritte e il miglioramento qualitativo della spesa».
  Per quanto concerne gli aspetti di più diretto interesse della Commissione Difesa, rileva che il documento tratta diverse questioni che attengono al comparto della difesa attinenti, sia a questioni di carattere generale (ad esempio, la dismissione degli immobili della difesa, la rideterminazione dei programmi d'arma), sia ad aspetti più circoscritti (apertura di asili nidi nelle strutture militari).
  Al riguardo precisa, in primo luogo, che in risposta alla Raccomandazione n. 1 del Consiglio europeo, concernente la «Sostenibilità delle finanze pubbliche», nella parte relativa al «processo di privatizzazioni e valorizzazione del patrimonio immobiliare», il documento fa presente che, in relazione alla procedura che consente alle Regioni, alle Province e ai Comuni di presentare richiesta di acquisizione di beni immobili dello Stato e di beni in uso alla Difesa, l'Agenzia del Demanio ha dato Pag. 76riscontro a 7.603 domande su 9.367, presentate tramite la piattaforma web per la gestione del federalismo demaniale. Inoltre, viene dato conto delle nuove procedure finalizzate a valorizzare gli immobili militari.
  A questo proposito evidenzia che il patrimonio immobiliare del Ministero della Difesa comprende una vastissima tipologia di siti e infrastrutture, sparsi su tutto il territorio nazionale, quali depositi, caserme, forti e arsenali, molti dei quali risalgono al periodo del secondo conflitto mondiale e, spesso, anche ad epoche precedenti. Inoltre, segnala che a partire dal 1997 è iniziata una politica di dismissioni dei beni immobili del Paese, compresi i beni militari, finalizzata ad un migliore uso e ad una gestione più produttiva del patrimonio demaniale, alla valorizzazione e rifunzionalizzazione degli insediamenti e al conseguente recupero di risorse finanziarie non adeguatamente sfruttate. Da ultimo ricorda che il decreto-legge n. 133 del 2014 ha previsto specifiche disposizioni riguardanti la semplificazione dei procedimenti di valorizzazione degli immobili attualmente in uso della Difesa, con specifico riguardo alla definizione di tempi certi di conclusione del procedimento di dismissione e valorizzazione.
  Quanto alle misure di contenimento della spesa militare, la Nota di aggiornamento, sempre in risposta alla Raccomandazione n.1 del Consiglio europeo, richiama l'articolo 8, comma 11, del decreto-legge n. 66 del 2014 che ha, previsto, per l'anno 2014, la rideterminazione dei programmi di investimento pluriennale per la difesa nazionale in maniera tale da conseguire riduzioni di spesa – in termini di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni – pari a 400 milioni di euro per l'anno 2014.
  Al riguardo, ricorda che, in precedenza, l'articolo 1, comma 396, della legge di stabilità per il 2014 aveva disposto la rideterminazione dei programmi di investimenti pluriennali per la difesa nazionale, in maniera tale da conseguire risparmi di spesa per gli anni 2015 e 2016 pari a 100 milioni di euro per ciascun anno. Precisa, peraltro, che la misura di contenimento in esame pone a carico dell'Amministrazione della difesa il 57,1 per cento dei risultati di riduzione che si intendono conseguire nel corso del 2014.
  Ulteriori iniziative finalizzate a garantire una maggiore efficienza e funzionalità dello strumento militare e un più efficace utilizzo delle disponibilità immobiliari e infrastrutturali della difesa sono contenute nella parte del documento relativa alla raccomandazione n. 3 del Consiglio europeo e concernente l'efficienza della pubblica amministrazione.
  In questo contesto, particolare rilievo viene dato alla prossima pubblicazione, da parte del Ministero della Difesa, di un nuovo «Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa». Come è noto, si tratta di un documento mirato a definire gli obiettivi che il Paese intende perseguire nei prossimi quindici anni, le modalità e gli strumenti da utilizzare per la protezione e la tutela dei suoi cittadini, del territorio, degli interessi vitali e strategici e dei valori nazionali. Rileva, poi, che attraverso un'attenta analisi dello scenario internazionale, dei rischi, delle esigenze di sicurezza e degli interessi del Paese, il Libro Bianco è chiamato a ridefinire in particolare il quadro strategico di riferimento per lo Strumento militare e i lineamenti strutturali e organizzativi che questo dovrà assumere al fine di renderlo efficace ed efficiente nei confronti degli effettivi rischi e minacce che incombono sull'Italia e sull'Europa.
  Si tratta, dunque, di un documento di estremo rilievo per il settore della difesa in quanto le valutazioni in esso contenute saranno poste a fondamento delle future scelte del Governo in un settore particolarmente delicato quale quello della difesa e della sicurezza. Al riguardo ricorda che sia il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, approvato dalla Commissione lo scorso 7 maggio, sia in diverse altre occasioni di dibattito, è stato opportunamente auspicato che la stesura di un Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa si realizzi Pag. 77in una ottica di sempre maggiore collaborazione interistituzionale tra Governo e Parlamento.
  Sempre nell'ambito della terza raccomandazione, la Nota di aggiornamento pone, poi, in risalto talune iniziative destinate a garantire la conciliazione delle esigenze di vita e del lavoro dei pubblici dipendenti. In particolare, per quanto riguarda il comparto della difesa è prevista la realizzazione di asili nido presso le caserme del Ministero della Difesa, fruibili da minori figli di dipendenti delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, nonché delle amministrazioni locali o da minori che non trovano collocazione nelle strutture pubbliche comunali.
  Passando ai dati concernenti il Ministero della difesa, precisa che essi si riferiscono, principalmente, alla Missione n. 5, Difesa e sicurezza del territorio, che costituisce, come noto, la principale missione di spesa dello stato di previsione del Ministero, sulla quale sono allocate risorse destinate all'investimento, comprensive delle spese in conto capitale e delle spese di ammodernamento e rinnovamento di parte corrente.
  La relazione segnala poi che tutti gli adempimenti programmati risultano in linea con quanto previsto dalla legge, essendo state programmati nel triennio 2014-2016 acquisizioni e servizi per oltre 222 milioni di euro, a fronte di risorse disponibili di pari importo, sottolineando con riferimento alle proposte di rimodulazione, definanziamento o rifinanziamento, che appare auspicabile prevedere un intervento incrementativo delle quote assegnate all'Amministrazione della Difesa al fine di porre in essere un parziale riequilibrio delle compressioni di bilancio subite dal Dicastero ed il cui diretto impatto pone a rischio tutta l'impalcatura funzionale degli investimenti collegata alla realizzazione dei programmi attualmente spesati con le disponibilità sopra elencate.
  Nell'ambito, invece, della Missione n. 33, Fondi da ripartire, ricorda che sono allocate risorse destinate ai programmi di investimento pluriennale per le esigenze della Difesa nazionale, in esecuzione o da avviare con le disponibilità del fondo per il finanziamento degli interventi a sostegno dell'economia nel settore dell'industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico. In tale ambito la relazione sottolinea come a fronte del totale impegno dei fondi disponibili, permangono prive di finanziamento attività e servizi essenziali per un volume indicativo di circa 800 milioni di euro nel triennio 2014-2016, in quanto il fondo in questione è stato completamente utilizzato per riequilibrare le diminuite disponibilità finanziarie attuate attraverso progressive misure di riduzione del bilancio della Difesa.
  Risorse aggiuntive vengono ritenute necessarie dal Governo, anche per gli investimenti a valere sui programmi del Ministero dello sviluppo economico destinati alla partecipazione a programmi aerospaziali e ad alta tecnologia per la difesa. La relazione evidenzia, in particolare, che occorrerà prevedere già dalla prossima legge di stabilità un ulteriore stanziamento per il periodo 2015-2020 per la prosecuzione dei due programmi FREMM e VBM, mentre ritiene indispensabile il rifinanziamento con ulteriori due limiti di impegno quindicennali di 40 milioni di euro ciascuno, a partire dal 2015, per la prosecuzione di programmi valutati come urgenti e prioritari dall'Amministrazione della Difesa e importanti sul piano tecnologico e produttivo (Elicotteri Combat SAR, Forza NEC, SICRAL 2, velivoli addestratori M-346 e SICOTE).
  Infine, vengono proposti anche nuovi stanziamenti per la prosecuzione dei programmi per il settore aerospaziale previsti dalla legge n. 808 del 1985, il cui mancato rifinanziamento mette a rischio le attività di ricerca e sviluppo già avviate e in quota parte finanziate, vanificandone gli effetti positivi sul sistema produttivo, perché non potrebbero essere portate a termine.
  Ciò premesso, si riserva di formulare una proposta di parere favorevole che potrà essere integrata anche sulla base degli elementi che emergeranno nel corso del dibattito precisando, fin da ora, che lo stanziamento di risorse aggiuntive da destinare agli investimenti pluriennali nei Pag. 78sistemi d'arma non potrà comunque non tenere conto degli atti di indirizzo e dei documenti approvati recentemente dall'Assemblea e dalla Commissione, così come occorrerà assicurare uno scrupoloso rispetto delle nuove procedure di controllo parlamentare introdotte dall'articolo 4 della legge n. 244 del 2012.

  Emanuela CORDA (M5S) osserva come la Nota di aggiornamento del DEF segnali la necessità di prevedere nuove risorse finanziarie per la prosecuzione dei programmi di diversi sistemi d'arma, in netto contrasto con le affermazioni recentemente rese nella trasmissione televisiva Ballarò dal ministro Pinotti, che ha dichiarato che il Governo intende ridimensionare le spese in questo ambito. Formula dunque una richiesta al fine di poter disporre di ulteriore tempo per svolgere adeguati approfondimenti su tale questione.

  Gian Piero SCANU (PD) ringrazia il relatore per aver svolto con accuratezza e dedizione un lavoro che ha toccato tutti i punti salienti, tratteggiandoli dalle varie angolature.
  Prima di entrare nel merito del documento in esame, desidera richiamare l'attenzione della Commissione sulle dichiarazioni – a suo avviso inaccettabili – del presidente della Commissione Difesa del Senato, il quale ha definito confuse le determinazioni adottate dall'Assemblea della Camera con le mozioni sui velivoli F35. Al riguardo rimarca con forza l'assoluta chiarezza degli atti di indirizzo approvati sia dalla Commissione Difesa, sia dall'Assemblea.
  Esprime quindi compiacimento per il richiamo fatto dal relatore alle precedenti deliberazioni di questa Commissione e dell'Assemblea e all'esigenza di assicurare uno scrupoloso rispetto delle nuove procedure di controllo parlamentare introdotte dall'articolo 4 della legge n. 244 del 2012. Rivendica il diritto del Parlamento di esprimersi su tutte le questioni di rilievo politico e stigmatizza con durezza episodi come quello verificatosi nel corso di una pseudo-conferenza stampa organizzata presso la Camera, dove un militare di alto grado si è permesso di definire sbagliata la mozione sugli F35 approvata dalla Camera dei deputati. Non ritiene accettabile che si possa affermare che il Parlamento si è comportato in maniera sciocca e rigetta categoricamente ogni tentativo di costruire un'impalcatura di menzogne sul lavoro della Commissione e dell'Assemblea.
  Dichiara, quindi, la disponibilità del Gruppo Difesa del Partito Democratico a rafforzare la leale collaborazione con il Governo, auspicando che lo stesso spirito animi anche l'Esecutivo nel pieno rispetto del ruolo del Parlamento.
  Conclude invitando il relatore a valutare l'opportunità di prevedere nella proposta di parere che il Libro Bianco della Difesa concluda il suo iter attraverso un passaggio parlamentare.

  Elio VITO, presidente, replicando all'onorevole Scanu, esprime l'avviso che ciascun ramo del Parlamento dovrebbe evitare di ingerirsi nei lavori dell'altro. Condivide, poi, le considerazioni circa la necessità che il Governo coinvolga la Commissione nella stesura del Libro Bianco della Difesa, ritenendo che quest'ultimo costituisca una importante occasione per valorizzare i risultati del lavoro svolto dalla Commissione con l'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, i quali sono illustrati nel documento conclusivo.

  Luca FRUSONE (M5S), richiamando le considerazioni della collega Corda sull'importante entità degli stanziamenti prospettati per i programmi di investimento pluriennale per le esigenze della difesa nazionale, evidenzia l'opportunità di rinviare l'espressione del parere ad un'altra seduta, in modo da consentire ai gruppi un approfondimento su questo tema.

  Giorgio ZANIN (PD) ringrazia, a sua volta, il relatore per l'eccellente lavoro svolto e segnala l'esigenza di approfondire il tema degli asili nido presso le caserme, prestando la dovuta attenzione a questo Pag. 79tipo di investimento, la cui importanza è stata sottolineata anche dall'ANCI.

  Michele PIRAS (SEL) rammenta che la Commissione ha già manifestato in numerose altre occasioni l'esigenza di ripensare alcuni programmi d'arma eccessivamente onerosi, come il programma Forza NEC, anche in considerazione dell'auspicato sviluppo di un sistema di difesa comune europeo. Con riferimento al predetto programma, che, a quanto risulta dalla Nota in esame, viene dal Governo ritenuto urgente e prioritario, ricorda il problema della carente integrazione tra gli analoghi programmi in corso di esecuzione in altri Paesi europei ed auspica che su questo tema il Governo non proceda ad ulteriori passi senza essersi confrontato con il Parlamento.
  Sottolinea quindi che la richiesta di ricostituire le disponibilità del fondo per il finanziamento degli interventi a sostegno dell'economia nel settore dell'industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico, per un importo di 800 milioni di euro per il triennio 2014-2016, assorbe esattamente i risparmi ottenuti dalla spending review. Conclude evidenziando come tale importo rappresenti una cifra enorme per un Paese cui oggi manca persino una politica del lavoro.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI sottolinea come il Governo abbia sempre nutrito il massimo rispetto per le deliberazioni adottate dal Parlamento, ribadendo altresì l'importanza delle novità introdotte nella legge n. 244 del 2012 riguardo al procedimento per l'acquisizione del parere parlamentare sui programmi d'arma.
  Quanto alle cifre ufficiali sugli investimenti della Difesa, invita i commissari che desiderino richiedere dati specifici a formulare per tempo la richiesta, per dare modo al Governo di predisporre i dati.
  Conclude segnalando che, riguardo al tema degli asili nido, vi sono già diverse realtà funzionanti e manifestando l'orientamento favorevole del Governo a prevedere che la fruizione dei relativi servizi possa avvenire da parte della platea più ampia possibile.

  Salvatore PICCOLO (PD), relatore, esprime la massima fiducia per le rassicurazioni date dal sottosegretario Rossi sulla considerazione degli atti del Parlamento da parte dell'Esecutivo.
  Ritiene che nell'ambito della proposta di parere – che chiede di poter presentare in una successiva seduta – potranno adeguatamente essere rappresentate le esigenze di assicurare un pronunciamento da parte del Parlamento sul Libro Bianco della Difesa, così come quelle relative alla questione degli asili nido.

  Elio VITO, presidente, con riferimento alla richiesta del relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla Commissione Bilancio sulla Nota in esame entro la giornata di lunedì prossimo. Propone quindi, di rinviare l'esame alle ore 8.30 di domani, confermando la convocazione degli altri punti già previsti all'ordine del giorno per le ore 9.

  Donatella DURANTI (SEL) manifesta la propria contrarietà a questa proposta, ritenendo che mezz'ora di tempo per l'esame della Nota in titolo sia troppo poco.

  Massimo ARTINI (M5S) suggerisce di valutare la possibilità che la Commissione tenga una seduta dedicata all'esame del provvedimento nella giornata di lunedì prossimo.

  Gian Piero SCANU (PD) ritiene che vi siano tutte le condizioni per poter concludere l'esame del provvedimento entro la giornata di domani, eventualmente rinviando la seduta di interrogazioni già programmata per le ore 9, in modo da poter disporre di più tempo.

  Donatella DURANTI (SEL) ribadisce di considerare più ragionevole la proposta Pag. 80suggerita dal collega Artini di lavorare nella giornata di lunedì.

  Elio VITO, presidente, premesso di condividere le considerazioni svolte dal collega Scanu, avverte che, previa verifica delle determinazioni che saranno assunte dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi che è riunita in questo momento per decidere l'organizzazione dei lavori dell'Aula, la seduta sarà convocata alle ore 8.30 di domani, fermo restando che, ove mezz'ora non fosse sufficiente, il dibattito proseguirà anche dopo le ore 9, con il conseguente rinvio delle interrogazioni già previste. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 133/2014: Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
C. 2629 Governo.
(Parere all'VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 ottobre 2014.

  Elio VITO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri è stata presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle una proposta di parere alternativa a quella del relatore e che questi ha chiesto il rinvio dell'esame, al fine di poter svolgere ulteriori approfondimenti.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD), relatore, presenta e illustra un'ulteriore proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato 1), sottolineando di aver tenuto conto, nella riformulazione della sua precedente proposta di parere, sia di quanto emerso nel dibattito, sia della proposta di parere alternativa presentata ieri dal gruppo del Movimento 5 Stelle. Sottolinea che le modifiche prospettate dalla sua proposta di parere sono nel senso di rafforzare le misure previste dal decreto-legge, con il medesimo intento perseguito dal Governo di velocizzare e snellire le procedure relative agli immobili della Difesa, salvaguardando tuttavia alcune esigenze più volte evidenziate nel dibattito e nelle deliberazioni assunte dalla Commissione difesa.

  Tatiana BASILIO (M5S), dopo aver presentato una nuova proposta di parere alternativa del suo gruppo (vedi allegato 2), ringrazia il relatore per il lavoro da lui svolto e per lo spirito costruttivo con cui lo ha svolto, tenendo conto anche delle posizioni dei gruppi di opposizione, e lo invita a trasformare in condizione l'osservazione di cui alla prima lettera b) (con cui si chiede di prevedere la possibilità per gli enti locali di avviare gli strumenti di partecipazione pubblica previsti dal testo unico delle disposizioni in materia di enti locali), nonché l'osservazione di cui alla prima lettera c) (con cui si chiede di prevedere una sanzione in caso di mancata attuazione dei termini dell'accordo di programma stipulato). Quanto all'osservazione di cui alla lettera d) (con cui si chiede di prevedere l'esclusione dal patto di stabilità degli oneri sostenuti dagli enti locali per il recupero e la riqualificazione degli immobili da destinare a usi di carattere sociale), chiede al relatore di valutare la possibilità di aggiungervi in fine il seguente periodo: «Con la legge di stabilità per il 2015 è definito per i comuni, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, il limite della esclusione dal patto di stabilità interno delle spese in conto capitale finanziate con le entrate delle quote parte dei proventi di cui all'articolo 26, comma 8».

  Vincenzo D'ARIENZO (PD), relatore, chiarisce le ragioni per le quali non ha recepito i suggerimenti contenuti nella proposta di parere alternativa presentata ieri dal gruppo del Movimento 5 Stelle in relazione ai punti richiamati dalla deputata Basilio: quanto agli strumenti di partecipazione pubblica previsti dal testo Pag. 81unico delle disposizioni in materia di enti locali, ritiene preferibile mantenere agli enti locali la facoltà di decidere se avvalersene o meno; analogamente, è preferibile lasciare agli enti locali la possibilità di prevedere nell'accordo di programma una penale in caso di mancata attuazione del programma stesso. Quanto infine al limite all'eventuale esclusione dal patto di stabilità interno delle spese in conto capitale finanziate con le entrate delle quote parte dei proventi di cui all'articolo 26, comma 8, rileva che questa possibilità potrà essere valutata in sede di adozione del decreto ministeriale di cui al medesimo comma 8. In conclusione, conferma la sua proposta di parere.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, premesso che la posizione del Governo è diversa sui vari punti della proposta di parere, su alcuni essendo favorevole e su altri contraria, precisa che la valutazione complessiva è tuttavia contraria, per le ragioni già chiarite nelle precedenti sedute e che sono note al relatore.

  Donatella DURANTI (SEL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sia rispetto alla proposta di parere del relatore, sia, ove si proceda a votarla, rispetto alla proposta di parere alternativa del gruppo del Movimento 5 Stelle, riguardo alla quale ultima dichiara comunque di apprezzare alcuni contenuti, a cominciare dal rilievo attribuito alla consultazione popolare.
  Ritiene che dovrebbe essere garantita una maggiore partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione territoriale. Non condivide l'impianto complessivo dell'articolo 26 del decreto-legge in esame, basato su una eccessiva velocizzazione delle procedure per la valorizzazione degli immobili. Inoltre ritiene che l'articolo 26 mini la pianificazione urbana dei comuni e di fatto solleciti e privilegi l'iniziativa dei privati, laddove, a suo avviso, gli immobili dismessi dovrebbero essere affidati prioritariamente agli enti pubblici.
  Conclude auspicando che si possa definire una disciplina organica delle dismissioni e dichiara la disponibilità del suo gruppo in tal senso.

  Gian Piero SCANU (PD) prende atto che sia il Governo, sia il gruppo di Sinistra ecologia e libertà valutano nel complesso negativamente la proposta di parere del relatore, sia pure sulla base di considerazioni differenti. In particolare, il Governo non condivide le parti della proposta di parere che tendono a valorizzare le realtà locali e ad affermare la primazia del pubblico rispetto al privato. Si riferisce, in particolare, alla condizione 2), con la quale si chiede in sostanza di privilegiare la destinazione pubblica degli immobili dismessi e di attribuire ai comuni un diritto di prelazione sugli stessi.
  Ricorda che si tratta di un punto sul quale la Commissione, nel parere espresso sull'atto del Governo n. 32 lo scorso 20 dicembre, ha stabilito un principio fondamentale, sul quale non si può ora soprassedere. Sottolinea che non si può mettere sullo stesso piano un imprenditore privato che vuole un immobile per farne un centro commerciale e un comune che ne vuole fare un asilo. Nel rimarcare infine che questo è anche l'orientamento dell'ANCI, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, che ringrazia per l'ottimo lavoro svolto.

  Francesco Saverio GAROFANI (PD), nel dare atto al relatore di aver compiuto un notevole sforzo di mediazione per addivenire a una posizione condivisa, preannuncia che, in considerazione del giudizio espresso dal Governo sulla proposta di parere del relatore, si asterrà dalla votazione della stessa. Dichiara invece il voto contrario sulla proposta di parere alternativa del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  Marco MARCOLIN (LNA) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sia sulla proposta di parere del relatore, sia sulla proposta di parere alternativa del gruppo del Movimento 5 Stelle. Ritiene che le Pag. 82dismissioni di cui si parla non producano entrate e che il procedimento sia comunque troppo macchinoso per attirare i comuni o i privati. Ad avviso del suo gruppo, occorrerebbe piuttosto attuare sul serio il federalismo demaniale.

  Rosanna SCOPELLITI (NCD), nell'associarsi ai ringraziamenti rivolti al relatore per l'eccellente lavoro svolto, preannuncia l'astensione del suo gruppo dalla votazione sulla proposta di parere del relatore, in considerazione della valutazione datane dal Governo.

  Massimo ARTINI (M5S), nel ringraziare il relatore per aver coinvolto anche esponenti dei gruppi di opposizione, a cominciare dal suo, sottolinea che la proposta di parere è frutto di un lavoro condiviso. Preannuncia quindi che il suo gruppo, pur mantenendo ferma la propria proposta di parere alternativa, ritenendola nel complesso preferibile, voterà a favore della proposta di parere del relatore, che rappresenta una mediazione soddisfacente.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, nel chiedere che si dia atto anche al Governo dello sforzo compiuto per trovare una posizione condivisa con la maggioranza, ribadisce che la valutazione della proposta di parere non può che essere complessivamente negativa ed esprime l'auspicio che in futuro si possa trovare un terreno di intesa su temi che, come questi, hanno una grande rilevanza per il Paese.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, come da ultimo formulata.

  Elio VITO, presidente, ricorda che, a seguito dell'approvazione della proposta di parere del relatore, risulta preclusa la proposta di parere alternativa presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle.

  La seduta termina alle 16.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di limiti all'assunzione di incarichi presso imprese operanti nel settore della difesa da parte degli ufficiali delle Forze armate che lasciano il servizio con il grado di generale o grado equiparato.
C. 2428 Carlo Galli.

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