CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 giugno 2014
245.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 3 giugno 2014. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI. — Interviene il viceministro dello sviluppo economico, Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 13.50.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.
Atto n. 90.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello Schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 29 maggio 2014

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che la Conferenza unificata lo scorso 29 maggio ha espresso il prescritto parere sull'atto in esame che è in distribuzione. Comunica altresì che la Commissione Bilancio dovrebbe deliberare i propri rilievi nella seduta di domani. Invita quindi i colleghi a intervenire per porre eventuali ulteriori quesiti al rappresentante del Governo.

  Davide CRIPPA (M5S), prima di entrare nel merito di alcune questioni, peraltro già evidenziate nel corso dell'esame del presente schema di decreto, chiede al rappresentate Governo se la Commissione in questa fase dell'esame sia chiamata ad esprimere il prescritto parere anche alla luce delle modifiche richieste dalla Conferenza unificata. Si tratta, infatti, a suo giudizio, di rilevanti richieste di correzioni, che in alcuni casi modificano in senso assai rilevante il provvedimento all'esame del Parlamento.
  Passando al merito del provvedimento, in particolare con riferimento all'articolo 2 dello schema di decreto, laddove si prevedono le definizioni di teleriscaldamento e di teleraffreddamento efficienti, esprime perplessità sulle modalità di calcolo relative agli inceneritori i cui apporti termici vengono classificati nell'ambito di quelli provenienti da fonti rinnovabili. Sul punto chiede peraltro ulteriori chiarimenti al Governo.
  Ribadisce la necessità di conoscere nel dettaglio, nell'ambito delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di Pag. 65efficientamento energetico, quali siano gli oneri che occorre prevedere e soprattutto quali a carico delle fiscalità generale e quali a carico della bolletta.
  Con riferimento alla definizione di condominio, ribadisce l'opportunità di prevedere che si prevedano almeno quattro unità immobiliari anziché due come stabilito dall'articolo 2 dello schema di decreto, soluzione normativa già adottata, per esempio, dalla regione Piemonte.
  Chiede ulteriori chiarimenti al Governo sul fatto che non sia prevista all'articolo 5 dello schema di decreto l'esatta attribuzione del termine «esemplare» al ruolo della pubblica amministrazione così come previsto letteralmente nel testo della direttiva. Ritiene che ciò sia dovuto anche al fatto che le risorse finanziarie stanziate per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico non siano idonee e congrue allo scopo. Sempre sul versante delle risorse finanziarie ribadisce l'opportunità di un approfondimento, anche sulla scorta di quanto evidenziato dalla Commissione Bilancio per gli ambiti di competenza, sull'effettivo ammontare del gettito complessivo dei proventi delle aste di CO2. Chiede altresì quanto di tali risorse siano destinate a progetti energetico-ambientali e quanto a progetti di tutt'altra natura e finalità.
  Sulla base di quanto già anticipato dal Governo, ritiene opportuno un chiarimento sull'effettivo ammontare dei fondi strutturali destinati, sulla base di accordi già siglati, alla finalità dell'efficienza energetica.
  Sottolinea quindi l'importanza che il Governo indichi, nell'ambito della scelta degli edifici sui quali intervenire, quali saranno le linee di priorità, ricordando in proposito come la X Commissione abbia approvato sulla materia la risoluzione n. 7-00044, a prima firma Fantinati.
  Per quanto riguarda il ruolo della pubblica amministrazione e le deroghe in materia di acquisti di immobili, ribadisce la richiesta di chiarimenti in ordine alla norma prevista che contempla la possibilità di deroga rispetto ai requisiti minimi, qualora l'acquisto sia finalizzato a rivendere l'immobile senza che la PA se ne avvalga per propri fini. Andrebbe infatti chiarito in quali ipotesi ciò dovrebbe accadere.
  Sottolinea il rammarico per il fatto che in sede di attuazione della direttiva il Governo abbia omesso il richiamo alla norma della direttiva in tema di cosiddetto housing sociale, che era prevista come facoltativa. Si potrebbe, quanto meno, prevedere di stanziare risorse finanziarie destinate a tale finalità magari in un provvedimento ad hoc.
  Stigmatizza inoltre l'assenza di disposizioni che prevedano meccanismi alternativi di sostegno all'efficienza energetica quali ad esempio la carbon tax, scelta contemplata dalla direttiva: pur comprendendo la complessità di tale problematica, ritiene che su questo tipo di opzioni l'Italia potrebbe rappresentare un Paese all'avanguardia e provare ad inserire questo strumento su determinate produzioni energetiche.
  Per quanto riguarda i nuovi compiti attribuiti all'Enea in tema di controlli, ritiene sia opportuno un ulteriore approfondimento sulla congruità delle quantificazioni e delle stime finanziarie indicate.
  Passando all'articolo 9, in tema di contabilizzazione del calore e di ripartizione dei costi all'interno del condominio, ritiene vada fatta un'ulteriore riflessione sulle modalità di applicazione delle norme tecniche al fine di scongiurare il verificarsi di ripartizioni irrazionali (il fenomeno da contrastare è noto come i cosiddetti furti di calore). Una riflessione e una disciplina più dettagliata andrebbe ripensata anche per gli strumenti di misura che, come più volte affermato, devono essere precisi e certificati da un soggetto terzo.
  Relativamente all’audit energetico, dovrebbe essere chiarito quando in realtà si tratta di diagnosi energetica vera e propria.
  Per quanto riguarda l'articolo 11, ribadisce la necessità che sia stralciato dal provvedimento in esame e che sia affrontato in un provvedimento specificamente volto alla ridefinizione organica del sistema delle tariffe.Pag. 66
  Richiama, inoltre, la questione del contratto di rendimento energetico ovvero di prestazione energetica (APC) esprimendo la convinzione circa la necessità di individuare le misure più opportune per la definizione del contenuto di tale contratto, al fine di tutelare meglio i consumatori finali.
  Ritiene opportuno, infine, anche alla luce delle richieste di modifiche formulate in sede di Conferenza unificata, che il Governo esprima una valutazione sul ruolo che le regioni sono effettivamente chiamate ad esercitare nel raggiungimento dell'obiettivo nazionale di risparmio.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI sottolinea che la direttiva 2012/27/UE definisce la possibilità di utilizzare il 50 per cento del valore di scarto nell'intento di valorizzare anche il calore prodotto dagli inceneritori che altrimenti andrebbe perso. Ritiene condivisibile l'osservazione dell'onorevole Crippa in merito alla definizione degli edifici condominiali per cui non possono essere considerati tali quelli composti da due sole unità immobiliari.
  In merito al quesito sul reperimento delle risorse per il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica al 2020, sottolinea che lo strumento principale è rappresentato dalle detrazioni fiscali che saranno rese stabili e selettive, le quali gravano sulla fiscalità generale; vi è poi il conto termico che grava sulle bollette del gas, pur essendo uno strumento che non ha prodotto i risultati attesi e che necessita di qualche correzione; vi è infine lo strumento dei certificati bianchi che è il meccanismo principe per il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica: nel 2013 la spesa è stata di circa 600 milioni di euro, con la prospettiva nel 2014 di circa 750 milioni di euro all'anno.
  Per quanto riguarda gli interventi finalizzati a efficientare gli edifici della pubblica amministrazione centrale, una parte delle risorse sono state assunte dal Fondo di garanzia per il teleriscaldamento, mentre una parte è ricavata dalla vendita all'asta delle quote di CO2. Non si tratta dunque di risorse del bilancio dello Stato, in quanto erano state già destinate alla realizzazione di progetti energetico-ambientali. Riguardo ai proventi delle aste, una legge dello Stato stabilisce in armonia con la normativa europea, che il 50 per cento delle risorse sia utilizzato per i progetti energetico-ambientali, mentre ogni Stato membro può decidere come meglio utilizzare il restante 50 per cento. Lo Stato italiano ha stabilito che una parte andrà a rimborsare i crediti agli «operatori nuovi entranti» per un importo pari a 650 milioni di euro, le rimanenti entrate contribuiranno invece alla riduzione del debito pubblico. Riguardo al quesito relativo all'effettiva entità del gettito proveniente dalle aste annuali, precisa che le risorse allocate per la realizzazione di quanto previsto dal decreto sono ampiamente sufficienti trattandosi di circa 100 milioni di euro l'anno, a fronte dei 230 disponibili. Per il 2013 è stato infatti accertato un gettito di 460 milioni di euro, per il 2014 sono state fatte previsioni in crescita.
  Le risorse appostate per il raggiungimento del 3 per cento della riqualificazione energetica degli edifici della PA, ad avviso del Governo, sono sufficienti. In ogni caso, gli altri Stati membri dell'Unione europea perseguono obiettivi in linea con quelli italiani. Sulla copertura della differenza tra i 540 milioni stimati necessari per efficientare il 3 per cento del patrimonio della pubblica amministrazione centrale e i 300 milioni che sono allocati, i progetti che saranno realizzati saranno in parte finanziati con contributi a fondo perduto per i casi più complessi, ma saranno privilegiati i progetti che faranno ricorso a finanziamenti tramite terzi (ESCo o privati). Relativamente alla scala di priorità degli interventi, in collaborazione con l'Agenzia del demanio è stato realizzato un censimento delle 2.900 occupazioni della PA centrale con l'indicazione esatta della superficie e dei dati di consumo energetico. Vi è pertanto un quadro abbastanza attendibile degli interventi prioritari da realizzare. Condivide l'osservazione relativa all'esenzione della PA di acquisire immobili in classe energetica Pag. 67C in caso di compravendita. Pur essendo prevista dalla direttiva, ritiene possa essere soppressa nello schema di decreto in esame.
  In merito al cambiamento di scopo dei fondi allocati per il teleriscaldamento, sono stati accantonati circa 80 milioni di euro e il gettito annuale per il prelievo sulla tariffa del gas si aggira sui 40 milioni di euro all'anno. In ogni caso, l'investimento di 25 milioni di euro nelle reti di teleriscaldamento appare più che sufficiente. Da fonte AIRU, mediamente gli investimenti in teleriscaldamento sono stati di circa 200 milioni di euro all'anno e sono stati fatti indipendentemente dalla disponibilità di fondi di garanzia. Nell'ipotesi di incentivare 200 milioni di euro di nuove reti, si avrà a disposizione un fondo di circa 25 milioni di euro per le garanzie. Sul teleriscaldamento segnala inoltre l'intenzione del Governo di individuare all'interno del Fondo unico una sezione per il teleriscaldamento in modo da garantire un adeguato finanziamento agli investimenti in questo settore.
  In merito all’housing sociale, sottolinea che il meccanismo italiano è disegnato sugli interventi di efficientamento energetico nel settore industriale e non può essere facilmente traslato agli interventi sull'edilizia residenziale. Vi è tuttavia lo strumento del conto termico che consente di effettuare interventi di riqualificazione nel social housing.
  Per quanto riguarda la carbon tax, sottolinea che la direttiva ha chiesto espressamente agli Stati membri il raggiungimento di un obiettivo vincolante al 2020 (articolo 7) con l'indicazione degli strumenti. La carbon tax sarà uno degli strumenti presi in considerazione nel monitoraggio dei risultati annuali, soprattutto nel caso in cui non si riuscisse a raggiungere gli obiettivi con gli strumenti già attivati, precedentemente richiamati, delle detrazioni fiscali, del conto termico e dei certificati bianchi.
  Condivide l'eliminazione dell'esenzione alla grande impresa certificata con norme EN ISO 14001. Sul tema dei rimborsi degli oneri all'Enea, sottolinea che vi è una platea di 3.500 imprese, per le quali sono ritenute congrue un centinaio di verifiche annuali, di cui 80 su base documentale e 20 in situ. Il costo medio di una verifica documentale è stimato in 2 mila euro, 5 mila per una verifica in situ. Il Governo ritiene pertanto che 260 mila euro rappresentino una cifra sufficiente, considerato che il 55 per cento del budget annuale dell'Enea è già coperto dal contributo statale. La cifra di 260 mila euro è pertanto finalizzata a coprire gli extra costi rispetto al contributo statale.
  Condivide l'osservazione sull'opportunità di precisare meglio la differenza tra audit e diagnosi.
  Condivide altresì le osservazioni sul contratto a prestazioni garantite e auspica che l'Enea, raccogliendo le migliori tipologie di contratti, possa elaborare un modello che sia di riferimento per la diffusione del contratto a prestazioni garantite quale strumento per facilitare l'utilizzo di risorse private per interventi di efficienza energetica.
  Sottolinea quindi che le regioni hanno chiesto di poter concorrere all'obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020. Ritiene accoglibile la richiesta poiché la direttiva indica ai Paesi uno sforzo complessivo delle pubbliche amministrazioni per realizzare l'efficientamento energetico. Ritiene che l'Italia deve far valere a livello europeo il fatto che è uno dei Paesi che ha tra i più elevati livelli di efficienza energetica e che si propone uno degli obiettivi più ambiziosi in Europa. Ricorda che l'Italia ha svolto un ruolo chiave nell'adozione della direttiva. Le nostre azioni sui certificati bianchi e sulle detrazioni fiscali sono considerate in Europa come esemplari.
  Con riferimento alla proposta di soppressione dell'articolo 11, sottolinea che il Governo si attiene alle indicazioni della direttiva e ritiene corretto il ruolo attribuito all'Autorità in quel contesto indicato.

  Ignazio ABRIGNANI (FI-PdL) chiede chiarimenti sul meccanismo dei certificati bianchi che potrebbero agevolare l'efficientamento energetico. Sottolinea che Pag. 68l'emissione dei certificati è operata dal GSE sulla base della valutazione del progetto di efficientamento. Chiede quali siano i parametri per la valutazione del progetto e se questi siano applicabili a tutta la filiera del progetto di efficientamento. Chiede inoltre se esista un tetto sull'emissione annuale dei certificati bianchi, dal momento che è previsto un tetto per il loro ritiro.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI osserva che l'Unione europea ha preso come riferimento l'esperienza italiana dei certificati bianchi attivata nel 2005 per la scrittura dell'articolo 7 della direttiva. Le procedure per la valutazione e la certificazione dei risparmi energetici seguono due modalità: la prima con schede standardizzate in cui un progetto determina un risparmio energetico, l'operatore chiede al GSE di acquisire certificati bianchi in proporzione agli interventi standardizzati realizzati. Questo meccanismo non richiede valutazione per l'attribuzione dei certificati. La seconda procedura è invece più complessa perché si riferisce a interventi non standardizzabili, quali la sostituzione di un forno in una vetreria, e quindi deve essere valutato caso per caso. Il GSE si avvale della collaborazione o dell'Enea o dell'RSE per l'istruttoria tecnica sulle cui risultanze sono emessi i certificati bianchi proporzionalmente alla quantità di energia risparmiata rispetto a una best line di mercato. Si tratta di un meccanismo ben strutturato e si riesce in circa due mesi a dare una risposta agli operatori.
  Relativamente alla questione del tetto sull'emissione annuale di certificati bianchi, rileva che vi è un dispositivo tale che se il numero dei certificati emessi in un anno supera del 5 per cento l'obbligo in capo ai soggetti distributori di energia elettrica e di gas, l'obiettivo aumenta a garanzia di un prezzo minimo di mercato.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.