CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 luglio 2013
51.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 103

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Martedì 9 luglio 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 13.35.

Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero della difesa, relativa all'anno 2012.
Doc. CLXIV, n. 1.

(Esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento e rinvio).

  Elio VITO, presidente, segnala che la Presidente della Camera, il 27 giugno scorso, dando seguito ad una sollecitazione emersa in occasione della riunione della Conferenza dei Presidenti di Commissione, ha portato all'attenzione di tutti i presidenti delle Commissioni permanenti la necessità di un maggior coinvolgimento delle stesse Commissioni nel programma, avviato negli ultimi anni dal Governo, di analisi e valutazione della spesa, comunemente denominato spending review. Riferisce che la Presidente della Camera ha, in particolare, sottolineato che un'occasione per approfondire la discussione sul tema, in vista della manovra di finanza pubblica per il prossimo anno e nell'ottica di razionalizzazione della spesa, è rappresentata dall'esame della relazione che ogni Ministro presenta entro il 15 giugno di ciascun anno ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n 244.
  Segnala che il Ministro della difesa, come pure il Ministro della salute, ha tempestivamente provveduto in tal senso trasmettendo la propria Relazione, altrimenti denominata «Rapporto di performance 2012», il 14 giugno scorso. Considerato che la Relazione è stata assegnata a questa Commissione lo scorso 18 giugno, il termine per la presentazione della relazione, di cui al comma 3 dell'articolo 124 del regolamento, scadrà il prossimo 18 luglio.
  Informa che, nel prosieguo, secondo quanto prospettato dal presidente della V Commissione nella sede della citata Conferenza, le relazioni presentate dalle singole Commissioni saranno trasmesse alla Commissione Bilancio ai fini della predisposizione di un contributo unitario in Pag. 104vista della manovra di finanza pubblica per il prossimo anno per la della razionalizzazione della spesa nei settori di competenza. In particolare, la Commissione Bilancio potrà, d'intesa con l'omologa Commissione del Senato, predisporre un atto di indirizzo che ricomponga in un unico quadro le indicazioni provenienti dalle Commissioni permanenti.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), relatore, osserva che l'esame del documento all'ordine del giorno valorizza e rafforza il ruolo delle Commissioni permanenti, e dunque del Parlamento, in quanto titolari di una funzione di controllo organizzata e sistematica sull'andamento della spesa pubblica, ad oggi non pienamente esercitata e ormai ineludibile a fronte del processo di spending review in atto.
  In tal senso esso è da leggere in un'ottica unitaria, utile a conferire concretezza ai principi della continuità istituzionale ed amministrativa, rispetto alla Relazione sullo stato della spesa per il 2013 e al Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2013-e 2015.
  A titolo di premessa, ricorda che il legislatore nel 2007 ha introdotto l'obbligo di relazione per ogni Dicastero sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato, prevedendo che le relazioni segnalassero, tra l'altro, i risultati conseguiti nel perseguimento delle priorità politiche individuate dal Ministro e le linee di intervento al fine di migliorare l'efficienza, la produttività e l'economicità delle strutture amministrative, nonché i casi di maggior successo registrati. Le relazioni in questione devono anche evidenziare gli adeguamenti normativi e amministrativi ritenuti opportuni, con particolare riguardo alla soppressione o all'accorpamento delle strutture svolgenti funzioni coincidenti, analoghe, complementari o divenute obsolete e, infine, le misure ritenute necessarie ai fini dell'adeguamento e della progressiva razionalizzazione delle strutture, delle funzioni amministrative e della base normativa in relazione alla nuova struttura di bilancio per missioni e per programmi.
  Evidenzia, quindi, che tali relazioni sono predisposte a valle di una complessa attività di coordinamento e programmazione intra-governativa, che ruota intorno al ruolo del Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato, del Ministro per l'attuazione del programma di Governo (dicastero oggi riunito a quello per il Rapporti con il Parlamento, preposto anche al «coordinamento dell'attività di Governo»), della Commissione tecnica per la finanza pubblica, del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze e del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Una volta acquisito il contributo delle Commissioni parlamentari, la Corte dei conti, nell'elaborazione della relazione annuale al Parlamento sul rendiconto generale dello Stato, esprime le valutazioni di sua competenza anche tenendo conto dei temi evidenziati dalle relazioni in questione e delle priorità indicate dal Parlamento.
  Passando alla Relazione in esame, che appare conforme al modello prescritto dal dettato normativo richiamato, rileva che essa è introdotta da una sintetica disamina sulle priorità politiche del Dicastero della difesa, a partire dall'impegno per il mantenimento della sicurezza in un quadro internazionale contraddistinto dai capisaldi dell'appartenenza dell'Italia al quadro delle alleanze euro-atlantiche.
  In tale contesto, la priorità che emerge da una valutazione complessiva del testo appare la riduzione quantitativa dello strumento militare alla luce della normativa vigente, cui non deve corrispondere una riduzione sul piano capacitivo.
  Prima di procedere all'analisi della parte relativa alle risorse finanziarie, ritiene opportuno soffermarsi sui richiami operati in premessa alle priorità politiche Pag. 105e ai relativi obiettivi strategici ed operativi, che vengono descritti in continuità rispetto all'anno precedente.
  In particolare, colpisce negativamente la sproporzione tra la priorità politica n. 1, riguardante l'esigenza di assicurare l'operatività dell'impiego dello strumento militare, e l'obiettivo strategico del supporto alla funzione di indirizzo politico da un lato e l'inserimento in tale ambito della realizzazione del progetto «Vivi le Forze Armate, Militare per tre settimane», altrimenti noto come «mini-naia» dall'altro lato.
  Con riferimento, poi, al fatto che è contemplato – nel quadro della priorità politica n. 3, relativa alla riorganizzazione del modello organizzativo e miglioramento della governance – l'obiettivo strategico relativo alla «realizzazione di un piano di alloggi per il personale militare e l'implementazione di attività di assistenza e benessere per le famiglie», poiché si tratta di questione da ricondurre all'abolizione della leva obbligatoria e alle norme approvate nel 2009, colpisce l'assenza di qualunque valutazione rispetto alla mancanza di risultati conseguiti nel corso dell'anno, che ha segnato il punto di maggior conflittualità con gli assegnatari e nessun passo avanti nella vendita o nella costruzione di nuovi alloggi.
  Quanto alle risorse finanziarie di competenza – approvate dalla legge recante il bilancio di previsione dello Stato per il 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014 e ripartite secondo il Piano della performance 2012-2014 e secondo le linee di indirizzo tracciate dalla Direttiva generale per l'attività amministrativa e la gestione per l'anno 2012 – l'ammontare complessivo è stato di 19.962.130.000 euro.
  A consuntivo, al netto dei residui passivi perenti, dei debiti pregressi, dei residui di stanziamento e delle riduzioni di spesa disposte dal Ministero dell'economia e delle finanze ai sensi del decreto-legge n. 16 del 2012 e del decreto-legge n. 95 del 2012, risultano attestati stanziamenti per 21.740.510.000 euro, con un incremento di 1.778.380.000 euro, di cui 1.258.920.000 euro derivanti dal finanziamento delle missioni «fuori area».
  I rimanenti 519.460.000 di incremento, indirizzati sulla sola priorità politica n. 1 (Operatività ed impiego dello strumento militare), sono stati impiegati per spese di esercizio e, segnatamente, per potenziamento e finanziamento di oneri indifferibili e per interventi urgenti ed indifferibili.
  Rispetto al 2011, segnala, dunque: una lieve riduzione dei redditi da lavoro dipendente (-80 milioni di euro) a fronte di un lieve incremento di incidenza di questa spesa sulla dotazione complessiva; un rilevante decremento delle risorse destinate all'investimento, pari a –1.049 milioni di euro, il cui volume totale, pari a 2.418 milioni di euro, è il più basso registrato a partire dal 2008; infine, un contenuto incremento dei consumi intermedi, che tuttavia sono da ritenersi alla base dell'attività operativa ed addestrativa.
  Rispetto a tale situazione, la Relazione esprime una valutazione critica attestando lo squilibrio derivante dalla preponderante e sempre maggior quantità di risorse destinata ai redditi da lavoro dipendente, che assorbono il 71 per cento del totale degli stanziamenti a fronte di una media europea della spesa del personale del 51 per cento. Preso atto del sovradimensionamento dello strumento militare e della sottocapitalizzazione rispetto alle risorse disponibili, la Relazione auspica un attento monitoraggio degli effetti dell'attuazione della legge n. 244 del 2012, al fine di riportare la percentuale delle risorse destinate al settore del personale, dell'esercizio e dell'investimento ad un rapporto percentuale pari a 50 – 25 – 25.
  La Relazione ricorda anche che, per effetto delle norme recate dalla cosiddetta spending review, i risparmi conseguiti fino al 2015 saranno destinati alla riduzione del debito pubblico ed evidenzia un miglioramento dell'efficienza nell'impiego delle risorse, intesa come incidenza dei residui propri, che si attesta all'8,59 per cento rispetto all'11,23 per cento del 2011.
  Al riguardo ritiene che debba essere oggetto di un chiarimento la disciplina di Pag. 106tali residui, al fine di conoscere l'eventuale quota di essi «trascinata» all'esercizio finanziario successivo e, data la consistenza degli importi, se essa non possa contabilmente essere ascritta a capitoli in sofferenza, come ad esempio per il ripianamento dell'esposizione debitoria del Dicastero della difesa.
  In merito alle risorse di personale, militare e civile, segnala che nel corso del 2012 è stata registrata una contrazione di 5.740 unità per le Forze armate, di 3.511 unità per i Carabinieri e di 714 unità per il personale civile. Per quanto riguarda il personale delle Forze armate, la contrazione è destinata a proseguire per l'attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 12 febbraio 2013, n. 29, che porterà entro il gennaio 2016 ad un organico di 170.000 unità. Dopo il 2016, la contrazione proseguirà per effetto dell'attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera a), della legge n. 244 del 2012, che prevede un'ulteriore riduzione a 150.000 unita entro il 2024. La stessa legge prescrive un'ulteriore riduzione anche del personale civile, da ricondurre a 20.000 unità entro il 2024.
  Al riguardo, la Relazione pone il tema del probabile progressivo invecchiamento del personale e la necessità che il processo di riequilibrio della spesa tra i diversi settori sia oggetto di una governance mirata, al fine di evitare un impatto negativo sulla capacità operativa dello strumento militare.
  Sul piano dei risultati conseguiti, la Relazione attesta, nel quadro di una condizione di generale ipofinanziamento del Comparto, che trova un bilanciamento nel finanziamento aggiuntivo derivante dal decreto-missioni, il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati dalle priorità politiche (PP) e dai relativi obiettivi strategici (OS), preservando l'indicatore della cosiddetta «prontezza operativa», anche grazie ad un maggior ricorso all’insourcing e ad un contenimento delle spese di formazione. A tal fine, chiede al rappresentante del Governo di fornire ulteriori elementi in merito ai settori maggiormente interessati dal ricorso all’insourcing, in modo da conoscere se essi siano già stati individuati, se vi sia personale interno adeguatamente formato alle funzioni e se, in generale, si tratti – come dovrebbe essere il caso – di settori ad alto valore aggiunto.
  Evidenzia, altresì, che nella valutazione fatta dal Ministero la carenza di risorse destinate al settore «esercizio» potrebbe, nel futuro, esporre la Difesa ad un rischio di default funzionale, che ad oggi si scongiura con il finanziamento degli incrementi del «fuori area». Inoltre, le scelte operate sul piano finanziario starebbero conducendo ad uno strumento militare «a più velocità», in cui saranno approntate le sole unità impiegate o di prevedibile impiego in compiti istituzionali primari o nei teatri operativi. Infine, lamenta il processo di erosione dei livelli di scorte e della possibilità di pianificare il ripianamento di componenti tecnologiche essenziali.
  Il Ministero attesta, invece, una soddisfacente prestazione sul piano dei tempi di esecuzione contrattuale e di pagamento delle forniture di beni, servizi e lavori, anche se con taluni margini di miglioramento.
  Passando alle numerose attività ad impatto sociale ed economico in supporto alla collettività e alle autorità locali – come ad esempio nella vigilanza di infrastrutture civili, nel controllo delle aree colpite da calamità e così via – segnala, in particolare, per rilevanza del personale impegnato, l'attività di vigilanza ai siti e cantieri di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti e il supporto nella rimozione delle macerie e di sorveglianza delle zone interdette a L'Aquila, ma anche l'impegno in attività di cooperazione civile e militare (CiMiC) nell'ambito delle operazioni internazionali. Peraltro, nel 2012 il volume finanziario di questi progetti è stato pari a 7.485.360 euro per progetti da realizzare in Afghanistan, Libano e Kosovo.
  Segnala che la Relazione, nella parte contenente gli allegati, è integrata da un rapporto redatto dallo Stato Maggiore della Difesa sull'andamento, nel corso dell'esercizio finanziario 2012, dell'esposizione debitoria dell'Amministrazione della Difesa verso terzi a fronte di obbligazioni Pag. 107in essere o di prestazioni comunque ricevute, che indica le ragioni della formazione e i provvedimenti adottati per contenere il fenomeno.
  Ebbene, nel corso del 2012 ha avuto luogo una ricognizione delle posizioni debitorie valorizzate al 31 dicembre di quell'anno, che ha accertato la formazione di debiti, al 31 dicembre 2011, pari a 254.698.270 euro. Tali debiti concernono, per lo più, obbligazioni per cui non si sono concluse le relative procedure negoziali e contabili e che non hanno trovato evidenziazione in bilancio. Il Ministero dell'economia e delle finanze ha, quindi, attribuito alla Difesa corrispondenti risorse per il ripiano della situazione debitoria, afferente, in gran parte, alla categoria dei consumi intermedi. A consuntivo i debiti scaduti ammontano a 21.797.649 euro, di cui circa 20, 7 milioni di euro per fatture emesse nel 2012.
  La Relazione segnala inoltre che, data la reiterata esiguità delle dotazioni iniziali destinate al funzionamento e mantenimento in efficienza dello strumento militare, il Dicastero ha elaborato una strategia per priorità che procede a partire dai cosiddetti oneri indifferibili per poi limitare la formazione di nuovi debiti già a decorrere dal 2012.
  Fa, quindi, menzione anche dell'allegato, predisposto dall'Ufficio legislativo della Difesa, recante la relazione sugli adeguamenti normativi e amministrativi con particolare riguardo alla soppressione o accorpamento delle strutture svolgenti funzioni coincidenti, analoghe, complementari o divenute obsolete intervenuti nel corso del 2012. Oltre ad elencare i provvedimenti di aggiornamento al quadro normativo e regolamentare con effetti su profili organizzativi del Ministero, sono esplicitati anche gli effetti del regolamento recante ulteriori modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, concernente il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, per la riorganizzazione del Ministero della difesa, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e degli enti vigilati, che riduce del 10 per cento gli uffici dirigenziali non generali dell'area tecnico-amministrativa e del 10 per cento la spesa complessiva per l'organico del personale civile non dirigente e il contingente di diretta collaborazione del Ministro. Rammenta che l'adozione del provvedimento ha determinato la soppressione della Direzione generale dei lavori e del demanio, riassorbita all'interno del Segretariato generale e la costituzione, sempre all'interno del Segretariato generale, di una struttura di livello dirigenziale per la funzione «cura del contenzioso».
  Infine, se il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 gennaio 2013 ha operato una riduzione delle dotazioni organiche complessive da 190.000 a 170.000 unità – da conseguire, entro il 2016, con un taglio del 10,5 per cento – il decreto del Presidente della Repubblica del 12 febbraio 2012, n. 29, sulla riduzione delle dotazioni organiche delle Forze armate, ha ridotto nella stessa prospettiva temporale gli organici complessivi dei generali del 20 per cento e dei colonnelli e gradi corrispondenti del 10 per cento. Sono, inoltre, state adottate misure per la riduzione degli organici degli ufficiali, distinti per ruolo e grado, e il numero delle promozioni e si è definita una disciplina transitoria per il conseguimento degli obiettivi per il 2012, ricorrendo anche all'individuazione del personale in eccedenza.
  A tal proposito ricorda che il sottosegretario Alfano, in occasione del question time svolto lo scorso 27 giugno, ha fornito dati più approfonditi, attestando la riduzione, entro il 2015, degli organici del personale militare da 190.000 a 170.000 unità e del personale civile da oltre 30.000 a circa 27.800 unità. Ne conseguirebbe che, entro il 2015, gli organici delle Forze armate saranno ridotti di oltre il 10 per cento, nelle seguenti misure: ufficiali da 22.250 a 20.432 unità; sottufficiali da 63.947 a 57.764 unità; graduati e militari di truppa da 103.803 a 91.894 unità. Quanto ai generali e ai colonnelli, il taglio complessivo del 20 e del 10 per cento comporterà per i generali il passaggio da Pag. 108443 unità, riferite all'organico di 190.000 unità, a 358 unità, con riferimento all'organico di 170.000.
  In conclusione, sottolinea l'esigenza che la delicatezza degli interventi in materia di organici dirigenziali sia affrontata in parallelo ad un'analisi delle funzioni, che potrà essere sviluppata in sede di attuazione della legge di revisione dello strumento militare.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, nel ringraziare l'onorevole Villecco Calipari per la relazione svolta, sottolinea l'attenzione con la quale il Dicastero guarda all'esame del documento che, infatti, è stato tempestivamente trasmesso. Ritiene proficue le questioni sollevate dalla relazione illustrativa che conferisce valore al lavoro della Commissione e del Governo stesso.
  Nel riservarsi di intervenire anche nelle successive fasi di esame della Relazione, osserva, quindi, che il Rapporto di performance) definisce la strategia complessiva del Dicastero che, nel caso di specie, si sostanzia nell'assolvimento dei compiti istituzionali previsti dal quadro normativo di riferimento attraverso uno strumento militare che, nel tempo, registrerà una riduzione quantitativa ma non anche capacitiva. Sottolinea che l'obiettivo generale è indubbiamente l'ottimizzazione delle risorse disponibili nella considerazione del divario che purtroppo sussiste tra attività che in concreto possono essere poste in essere e indirizzi di natura politica, che individuano obiettivi e compiti ulteriori al Comparto della difesa.
  Fa presente che il documento è disciplinato dalle Linee di indirizzo emanate dal Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato, ai sensi dell'articolo 3, comma 69, della legge n. 244 del 2007. Tali Linee guida evidenziano il sempre maggiore livello di coerenza logica conseguita nel cosiddetto processo di cascading; l'elevata, per quanto suscettibile di miglioramenti, significatività degli indicatori utilizzati, sviluppati in stretta coordinazione con il controllo di gestione, e il carattere sfidante dei valori target, fissati in fase di programmazione in aderenza con le poste finanziarie definite in sede di legge di bilancio; l'utilizzo di dedicate piattaforme informatiche a supporto delle attività di misurazione e valutazione della performance.
  Per quanto riguarda l'aspetto relativo alle risorse finanziarie, il Rapporto fornisce una quantificazione delle stesse (21.740,51 miliardi di euro) che a consuntivo, al netto dei residui passivi perenti, dei debiti pregressi, degli stanziamenti di competenza non impegnati nell'esercizio di riferimento e prescritti quali residui nell'esercizio successivo, nonché delle riduzioni di spesa disposte dal Ministero dell'economia e delle finanze ai sensi del decreto-legge n. 16 del 2012 e del decreto-legge n. 95 del 2012, risultano essere state attestate al Dicastero evidenziando, rispetto alla legge di bilancio, un incremento pari a 1.778,38 miliardi di euro di cui 1.258,92 miliardi di euro derivanti dal finanziamento delle missioni militari all'estero e di altri 519,46 miliardi di euro relativi principalmente a spese di esercizio riconducibili a diversi fattori, tra i quali si segnala il fondo per il potenziamento ed il finanziamento di oneri indifferibili (canoni per acqua, energia elettrica e gas, tasse comunali per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani).
  Propone, inoltre, un confronto con lo stanziamento finale allocato sulle tre principali categorie economiche che evidenzia lo squilibrio determinato dalla preponderante e sempre maggiore quantità di risorse destinata ai redditi da lavoro dipendente, rendendo essenziale monitorare gli effetti indotti dalla legge n. 244 del 2012, che fissa i presupposti per riequilibrare l'attuale situazione che vede lo strumento militare sovradimensionato e sottocapitalizzato rispetto alle risorse disponibili.
  Inoltre, con riferimento ai dati finanziari relativi al 2011 evidenzia una lieve riduzione in termini monetari, pari a 80 miliardi di euro dei redditi di lavoro dipendente, ma non in termini di incidenza rilevanti rispetto allo stanziamento complessivo di tale categoria di spesa e comunque in linea con il trend complessivo; Pag. 109un rilevante decremento delle risorse destinate all'investimento (-1.049 miliardi di euro) il cui volume totale, pari a 2.418 miliardi di euro, è il più basso registrato a partire dal 2008; un contenuto incremento, in termini monetari, della categoria dei consumi intermedi che però sconta, rispetto al precedente esercizio, una maggiore incidenza di risorse destinate a finalità diverse da quelle dell'approntamento della componente operativa quale, ad esempio, il finanziamento di oneri indifferibili al netto delle quali emerge, nel biennio, una sostanziale parità di risorse effettivamente destinabili alle attività operative.
  Relativamente ai volumi organici, si registra una costante flessione degli stessi per tutto il personale, flessione che appare compatibile con il conseguimento dei tetti fissati ai sensi della legge n. 135 del 2012 (spending review).
  In particolare, nel 2012, si evidenzia una contrazione di 9.251 unità, da 291.119 a 281.868 (di cui 5.740 per le Forze armate e 3.511 per l'Arma dei Carabinieri) e di 714 unità per il personale civile (da 29.701 a 28.987).
  Rammenta, altresì, che il processo di contrazione in atto proseguirà anche dopo il 2016 in quanto – ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera a) della legge 31 dicembre 2012, n. 244 – è prevista un'ulteriore graduale riduzione delle dotazioni organiche del personale delle Forze armate a 150.000 unità, da conseguirsi entro l'anno 2014, salvo quanto previsto dall'articolo 5, comma 2, della medesima legge, che prevede la proroga, con decreto annuale del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione e la semplificazione e dell'economia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio dei ministri.
  Ferme restando le considerazioni in merito allo stato di ipofinanziamento che trasversalmente ha generato alcuni criticità, in generale emerge il sostanziale raggiungimento di tutti i risultati programmati. In particolare, con riferimento al livello di approntamento delle componenti operative, emerge che l'indicatore denominato «prontezza operativa» registra, rispetto al 2011, con risorse finanziarie equivalenti, un leggero miglioramento.
  In esito all'analisi condotta su tale indicatore, emergono, inoltre, i seguenti spunti di riflessione: il livello di output operativo conseguibile con le sole risorse finanziarie del bilancio ordinario è molto limitato soprattutto nel settore esercizio e potrà divenire del tutto insufficiente al mancare del finanziamento degli incrementi del «Fuori Area»; le scelte assunte a fronte delle limitate risorse finanziarie, stanno portando di fatto ad uno strumento militare «a più velocità», in cui risultano pienamente approntate le sole unità impiegate, o di prevedibile impiego, in compiti istituzionali primari o nei teatri operativi; prosegue l'oramai cronico processo di erosione dei livelli delle scorte e l'impossibilità di pianificare il ripianamento di componenti tecnologici essenziali.
  Con riferimento ai tempi di esecuzione contrattuale e di pagamento delle forniture di beni, servizi e lavori, la situazione può considerarsi soddisfacente, ancorché suscettibile di miglioramento.
  Nel corso del 2012, in concomitanza con lo svolgimento dei precipui compiti istituzionali, incluse le missioni svolte fuori area dai confini nazionali, il Dicastero ha garantito anche lo svolgimento di attività di supporto non direttamente connesse ai compiti di difesa militare come specifiche operazioni ed interventi in supporto alla collettività ed alle autorità locali per far fronte a specifiche situazioni di crisi; vigilanza di infrastrutture civili, rinforzo alla Polizia nel pattugliamento di siti sensibili (Strade Sicure);
  Da ultimo evidenzia la consistente contrazione dell'ammontare dei debiti pregressi, pari a 21.797.649 euro, rispetto a quello registrato nel 2011, pari a 254.698.267 euro, che dimostra l'efficacia della strategia adottata dal Dicastero per arginare tale fenomeno.
  Infine, sulla materia, segnala una possibile duplicazione di documenti informativi: il Rapporto di performance, redatto ai sensi dell'articolo 3, comma 68 della legge Pag. 11024 dicembre 2007, n. 244, sul quale oggi stiamo discutendo; la Relazione di performance che viene redatta, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera b), del decreto legislativo n. 150 del 2009, «...al fine di assicurare la qualità, comprensibilità ed attendibilità dei documenti di rappresentazione della performance» e si concretizza con un documento, da adottare entro il 30 giugno.
  Sarebbe, quindi, auspicabile, al fine di evitare ridondanza di attività sulla medesima materia addivenire ad un coordinamento delle diverse disposizioni.

  Domenico ROSSI (SCpI) esprime apprezzamento per la relazione dell'onorevole Villecco Calipari, che ritiene esaustiva.
  Passando, quindi, agli aspetti salienti del documento, chiede al sottosegretario Alfano di fornire elementi più precisi su due specifici aspetti. In primo luogo, sarebbe utile sapere se i problemi relativi all'invecchiamento del personale possano essere risolti, oppure no, dalle misure che attueranno la legge delega per la revisione dello strumento militare. Osserva, poi, come il documento evidenzi che nel bilancio della Difesa le risorse necessarie per mantenere un livello accettabile dell'operatività siano state reperite grazie agli stanziamenti previsti per il «fuori area». Si domanda, dunque, se il Dicastero ritenga che tale situazione sia destinata a permanere anche nel prossimo futuro o se possa venire meno entro il termine del processo di revisione, avviato dalla legge n. 244 del 2012.
  Infine, chiede al relatore delucidazioni sul portato del riferimento operato al termine della sua esposizione l'ultima frase della sua relazione agli interventi sugli organici dirigenziali da affrontare in parallelo ad un'analisi delle funzioni.

  Salvatore CICU (PdL) si riserva di intervenire in maniera più approfondita nel prosieguo del dibattito. Desidera, tuttavia, evidenziare sin da ora come attraverso la relazione, che la Commissione predisporrà per la Commissione Bilancio, potranno essere avanzate delle proposte volte a incidere positivamente sulla revisione in atto dello strumento militare. Sottolinea, infatti, un ritardo della Commissione con riguardo alla valutazione degli aspetti salienti di tale riforma, che comporta non solo una riduzione quantitativa degli organici, ma anche la necessità di ottimizzare le risorse disponibili.
  Ritiene che il passaggio sul riequilibrio del bilancio nella direzione delle percentuali 50 – 25 – 25, comunemente accettate a livello europeo, sia il punto centrale del documento ed evidenzia che il risultato soddisfacente, nell'ambito degli obiettivi realizzati, è stato conseguito in una situazione di scarsità di risorse assegnate, che hanno fatto con preoccupazione parlare di una possibile futura esposizione della Difesa al rischio di default funzionale. A suo avviso è nei compiti di questa Commissione, attraverso l'esame della Relazione in titolo, contribuire in modo sostanziale a sostenere la programmazione del Dicastero per il triennio 2013-2015.

  Federica MOGHERINI (PD), con riguardo agli obiettivi strategici relativi alla prima priorità – quella dell'operatività ed impiego dello strumento militare – ritiene che sia necessario chiarire se, nell'ambito dell'esigenza di assicurare le attività di supporto non direttamente connesse ai compiti di difesa militare, il progetto della cosiddetta «mini naia» sia da ritenere superato alla luce dell'intenso dibattito svolto nella precedente legislatura.

  Marco MARCOLIN (LNA), associandosi a quanto appena chiesto dall'onorevole Mogherini, sottolinea come le risorse destinate alla «mini naia» potrebbero essere più proficuamente utilizzate per servizi regionali in funzione, anche, di contrasto all'invecchiamento del personale militare.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, con riguardo al tema dell'invecchiamento del personale militare, fa presente che il dicastero sta attivamente lavorando sui decreti attuativi della «riforma Di Paola» al fine di scongiurare il fenomeno. Precisa, Pag. 111peraltro, che è già stato ottenuto, in tale quadro, un notevole risultato attraverso lo stralcio delle norme riguardanti il Comparto difesa e sicurezza dal decreto riguardante l'armonizzazione dei requisiti al sistema pensionistico generale.
  Sull'utilizzo delle risorse stanziate per il «Fuori Area»allo scopo di colmare le lacune delle risorse dedicate all'esercizio ritiene che non sarà possibile trovare, in tempi brevi, alternative possibili.
  Infine, rammenta che la legge che ha introdotto il passaggio al professionale ha previsto solamente la sospensione del reclutamento attraverso la leva. Infatti, i comuni italiani ancora compilano e trasmettono all'Amministrazione della difesa gli elenchi della leva, anche se riferiti soltanto ai cittadini di sesso maschile.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), relatore, replicando alla richiesta dell'onorevole Rossi, precisa che la relazione intendeva sottolineare l'esigenza di approfondire, in sede di esame dei decreti attuativi della riforma dello strumento militare, tutti gli aspetti connessi alla razionalizzazione che dovrà condurre a un bilancio della Difesa strutturato secondo i parametri comunemente accettati del 50 – 25 – 25.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.50.