CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 maggio 2013
27.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 48

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 28 maggio 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante disposizioni per il riordino delle scuole militari e degli istituti militari di formazione.
Atto n. 8.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 21 maggio 2013.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, replicando alle osservazioni formulate nel Pag. 49corso della precedente seduta, risponde innanzitutto alla richiesta del deputato Artini precisando che le attività svolte nella Scuola di Fossano non possono in alcun modo ritenersi propedeutiche a quelle svolte nella Scuola Carabinieri di Torino. Aggiunge che per alcune di queste si potrebbe persino ipotizzare una loro continuazione nella struttura esistente a Campobasso.
  Osserva, quindi, che la riorganizzazione degli istituti di formazione militari, già concepita dalla Difesa nell'ambito della più ampia revisione degli assetti strutturali e organizzativi inseriti nelle linee programmatiche di revisione dello strumento militare, è stata realizzata solo in parte con lo schema di regolamento in titolo, in quanto la delega di cui all'articolo 11, comma 2, del decreto-legge n. 95 del 2012 sulla spending review, è stata attuata in chiave di stretta necessità concettuale e temporale, demandando l'intervento più profondo ai profili della delega di cui alla legge n. 244 del 2012. Peraltro, lo specifico criterio di delega inerente la razionalizzazione delle strutture formative (articolo 2, comma 1, lettera b), n. 8, della legge n. 244) si pone in linea di continuità con le disposizioni di riordino delle scuole pubbliche di formazione, in particolare delle scuole militari e degli istituti militari di formazione, di cui all'articolo 11, comma 2, del decreto-legge n. 95 del 2012, consentendo il raccordo dei relativi interventi con gli interventi di riorganizzazione del settore dell'addestramento e delle strutture operative e logistiche, strettamente legati all'attività formativa e delle scuole.
  Quanto alla disposizione sul reimpiego del personale, sia civile sia militare, evidenzia come tale disposizione non possa ritenersi generica, ma è da considerarsi tecnicamente e giuridicamente corretta in quanto, come da prassi, rinvia ai rispettivi ordinamenti (sostanzialmente differenti per i civili e per i militari). Infatti, per il personale militare, ai sensi dell'articolo 34 del Codice dell'ordinamento militare, i trasferimenti sono disposti d'autorità e rientrano esclusivamente nelle competenze degli Stati maggiori di Forza armata e del Comando generale dell'Arma dei carabinieri, con provvedimenti specifici, incompatibili con la natura regolamentare del provvedimento proposto. Per il personale civile, invece, la procedura di reimpiego è disciplinata da disposizioni normative e dai contratti collettivi di lavoro, nazionali e integrativi, e prevede il coinvolgimento delle parti sociali (organizzazioni sindacali, nazionali e territoriali, e rappresentanze sindacali unitarie). Al riguardo, segnala che la procedura di concertazione è stata già avviata.
  Intervenendo, quindi, in merito alla questione della destinazione degli immobili su cui insistono gli istituti oggetto di soppressione, conferma che questi entreranno a far parte del programma di razionalizzazione e riduzione del patrimonio infrastrutturale in uso alla Difesa, che è oggetto della specifica disciplina, di carattere generale, dettata dall'articolo 307 del codice dell'ordinamento militare, nonché dall'articolo 23-ter, comma 1, del decreto-legge n. 95 del 2012, come chiarito anche dalla relazione tecnica che accompagna il provvedimento.
  Con riferimento, poi, alla prospettata presentazione di ulteriori schemi di regolamento, osserva che la Difesa non intende adottarne altri, come chiarito anche nella relazione illustrativa. Infatti, i successivi atti che l'Amministrazione dovrà adottare, discendenti dal regolamento e aventi ad oggetto la concreta chiusura degli enti oggetto di riordino – di competenza del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri o del Capo di Stato Maggiore della difesa, a seconda della Forza armata interessata – non possono configurarsi come regolamenti.
  Infine, con riguardo all'acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari sia in merito alle determinazioni del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri per l'attribuzione delle funzioni espletate dalle Scuole di Fossano e Benevento, ad altre Scuole, sia con riferimento ai provvedimenti di ricollocazione del personale attualmente ivi impiegato, precisa che non vi è alcuna previsione Pag. 50giuridica in tal senso che obblighi la Difesa all'adempimento in parola, trattandosi di provvedimenti per i quali, in tale contesto giuridico, non è previsto il passaggio in Parlamento.

  Carlo GALLI (PD), relatore, ringraziando il rappresentante del Governo per gli elementi di chiarimento forniti alla Commissione, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni di cui dà lettura (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, condividendo complessivamente la proposta di parere testé formulata dal relatore in quanto comprensiva dei molteplici profili emersi nel dibattito, propone che al quinto punto della premessa possa essere occorra espunto il riferimento alla genericità dei profili attinenti il personale in servizio presso le Scuole allievi carabinieri di Benevento e di Fossano.
  Manifesta, inoltre, talune perplessità sulla formulazione della condizione che accoglie il rilievo espresso dalla Commissione bilancio. Al riguardo, poiché il regolamento in esame riveste carattere anticipatorio rispetto alla più ampia revisione degli assetti strutturali e organizzativi dell'Amministrazione, inserita nelle linee programmatiche di revisione dello strumento militare, ritiene che dopo la parola personale si potrebbe inserire l'inciso «se previsto».
  Infine, ritiene opportuno che sia precisato che il personale per il cui reimpiego si possano coinvolgere le parti sociali sia esclusivamente il personale civile.

  Carlo GALLI (PD), relatore, accoglie le proposte di riformulazione avanzate dal rappresentante del Governo ad eccezione di quella concernente il rilievo della Commissione bilancio.

  Massimo ARTINI (M5S) preannuncia un voto di astensione da parte del gruppo del Movimento Cinque Stelle, nonché la presentazione di atti di sindacato ispettivo riferiti alla chiusura della scuola militare di Fossano, non ritenendo esaustivi gli elementi informativi forniti dal rappresentante dell'Esecutivo.

  Salvatore CICU (PdL), nel ringraziare il relatore e il sottosegretario Alfano per il lavoro svolto, ritiene opportuno che le osservazioni sul reimpiego del personale e sulla destinazione degli immobili siano espresse nel parere in termini maggiormente incisivi, eventualmente valutandone la trasformazione in condizioni.

  Gian Piero SCANU (PD) si associa alle riflessioni del collega Cicu e si riserva di svolgere in prosieguo le proprie dichiarazioni di voto, anche in base alle eventuali riformulazioni che saranno apportate alla proposta di parere. Con riferimento all'osservazione sul reimpiego del personale, così come formulata nella proposta di parere, ritiene opportuno sopprimere la parola «anche».

  Domenico ROSSI (SCpI), nel concordare con le posizioni espresse dai colleghi Cicu e Scanu, propone che nell'osservazione inerente il reimpiego del personale, il riferimento al coinvolgimento delle parti sociali sia riformulato nel senso di contemplare una concertazione con il COCER, limitatamente ai criteri per il reimpiego stesso.

  Gaetano NASTRI (FdI) preannuncia, a nome del suo gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata dal relatore, non essendo stati esplicitati dal Governo i criteri adottati per l'individuazione delle scuole da sopprimere. Giudica, tuttavia, condivisibile la proposta avanzata dal collega Rossi in merito alla possibile concertazione con il COCER sui criteri di reimpiego del personale militare.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO ritiene che la proposta dell'onorevole Rossi, relativa al coinvolgimento del COCER sui criteri di reimpiego del personale, possa essere accolta a condizione che non produca degli effetti dilatori sul processo complessivo di riordino.

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  Gian Piero SCANU (PD), insistendo sulla necessità di una maggiore incisività dell'osservazione relativa al reimpiego del personale, reputa doveroso procedere al coinvolgimento delle rappresentanze sindacali, sia del personale civile che di quello militare, in quanto entrambi coinvolti in pari misura dalle misure di riordino.

  Domenico ROSSI (SCpI) ribadisce che la concertazione con le rappresentanze sindacali del personale civile e militare potrà avere ad oggetto i criteri per l'attuazione delle misure di reimpiego, assicurando parità di trattamento alle due tipologie di personale, egualmente interessato dal processo di riordino.

  Carlo GALLI (PD), relatore, alla luce delle proposte di riformulazione avanzate dai colleghi e dal rappresentante del Governo presenta una nuova proposta di parere favorevole con condizioni e con un'osservazione (vedi allegato 2).

  Gian Piero SCANU (PD), nel dichiarare che il gruppo del Partito democratico voterà favorevolmente sulla nuova proposta di parere come testé riformulata, ringrazia il relatore per aver accolto nella proposta di parere le sollecitazioni emerse nel corso del dibattito ed esprime apprezzamento per la disponibilità manifestata dal rappresentante del Governo.

  Salvatore CICU (PdL) dichiara un voto convintamente favorevole da parte del suo gruppo.

  Domenico ROSSI (SCpI), nel dichiarare che il proprio gruppo voterà a favore, osserva che lo schema di regolamento in esame rappresenta il primo atto di una serie di provvedimenti attuativi della riforma finalizzata alla riduzione del personale delle Forze armate e, dunque, potrebbe rappresentare un modello da ripetere sul piano metodologico.

  Massimo ARTINI (M5S) esprime, anche a nome del proprio gruppo, un voto di astensione sulla proposta di parere riformulata dal relatore.

  Michele PIRAS (SEL) preannuncia, a sua volta, che il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà si asterrà dalla votazione, motivando tale decisione con una valutazione fortemente critica sul provvedimento in quanto per molti aspetti legato alla non condivisibile logica che ha ispirato il più ampio disegno di revisione dello strumento militare.

  Mauro OTTOBRE (Misto-Min.Ling.) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere, così come riformulata dal relatore.

  Marco MARCOLIN (LNA) esprime, a nome del gruppo della Lega Nord, il voto favorevole sulla proposta di parere riformulata dal relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizioni ed un'osservazione, come riformulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.40.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 28 maggio 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 14.40.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per l'armonizzazione all'assicurazione generale obbligatoria dei requisiti minimi di accesso al sistema pensionistico del personale del comparto difesa-sicurezza e del comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico, nonché di categorie di personale iscritto presso l'INPS, l'ex-ENPALS e l'ex-INPDAP.
Atto n. 11.
(Rilievi alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 22 maggio 2013.

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  Elio VITO, presidente, avverte che è pervenuta da parte del presidente della Commissione Lavoro, che è assegnataria del provvedimento in via principale, una segnalazione sullo svolgimento presso il Senato, nella giornata di giovedì 30 maggio, alle ore 14, di un ciclo di audizioni informali nell'ambito dell'esame dello schema all'ordine del giorno.

  Salvatore CICU (PdL), relatore, nel richiamare l'intervento svolto nella precedente seduta, auspica che i gruppi vogliano manifestare al più presto il proprio orientamento sul provvedimento in vista della presentazione di una proposta di rilievi, che potrà essere presentata al termine degli approfondimenti istruttori previsti presso il Senato.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti.
Atto n. 9.

(Rilievi alle Commissioni riunite I e XI).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Domenico ROSSI (SCpI), relatore, osserva che l'Atto del Governo in esame, che reca una proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, fa riferimento a norme contenute nel decreto-legge n. 78 del 2010, estendendone l'efficacia temporale.
  Infatti, il citato decreto aveva previsto, in relazione alla «straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per il contenimento della spesa pubblica e per il contrasto all'evasione fiscale ai fini della stabilizzazione finanziaria, nonché per il rilancio della competitività economica» alcune misure, riprese dall'Atto in esame, che involgono l'interesse della Commissione. In particolare, si riferisce al congelamento della massa salariale e all'invarianza del trattamento economico per il triennio 2011-2013, che fissa quale tetto massimo per le retribuzioni, comprensive dei compensi accessori, dei dipendenti pubblici, per il triennio in parola, il trattamento in godimento nel 2010 (articolo 9 comma l); alla riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri e all'individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali (articolo 9 comma 2); al limite massimo e alla riduzione delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale (articolo 9, comma 2-bis); al blocco delle procedure contrattuali concertative per il triennio 2010-2012, facendo salva l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale (articolo 9 commi 17-19); al blocco, infine, degli automatismi stipendiali e delle promozioni per il triennio 2011-2013, che congela gli automatismi e gli adeguamenti annuali delle retribuzioni e riconosce efficacia solo giuridica (e non anche economica) alle promozioni nel triennio di riferimento (articolo 9, comma 21).
  In estrema sintesi il citato decreto ha previsto che, per l'intero triennio 2011-2013, le retribuzioni del personale della Pubblica Amministrazione – tra cui rientra il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco – fossero escluse tanto dai meccanismi di adeguamento previsti per legge, quanto dall'applicazione degli aumenti retributivi (scatti e classi di stipendio) collegati all'anzianità di ruolo, nonché, addirittura, dal riconoscimento dei benefici economici correlati alle progressioni di carriera, senza possibilità successiva di recupero e senza possibilità di attivare comunque una procedura di concertazione.
  Il collegamento normativo tra le previsioni del citato decreto e il provvedimento ora in esame è dato dalle previsioni Pag. 53dell'articolo 16, comma 1 del decreto-legge n. 98 del 2011, che ha previsto che con uno o più regolamenti, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e dell'economia e delle finanze, sia possibile prorogare di un anno le suddette disposizioni restrittive.
  Osserva, dunque, che il Consiglio dei ministri pro tempore, avvalendosi di tale norma, decise di avviare l’iter dello schema in esame con cui viene esteso il blocco dei contratti, ad oggi previsto per gli anni 2010-2012, anche agli anni 2013-2014 e il blocco delle retribuzioni, finora previsto per gli anni 2011-2013, anche al 2014, precisando peraltro come risulta nel comunicato n. 73 del 21 marzo 2013 della Presidenza del Consiglio dei Ministri che «questo consentirà al prossimo Governo di scegliere tra la proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali portando a termine la procedura del regolamento, come previsto dal decreto legge n. 98 del 2011, oppure di trovare una diversa copertura e così evitare per il 2014 il blocco delle progressioni e degli automatismi retributivi nel pubblico impiego.».
  Infine, rileva che in data 17 aprile 2013 il Consiglio di Stato si è espresso favorevolmente sullo schema in esame, formulando alcune osservazioni.
  Venendo al merito dello schema di decreto in esame, rileva che la manovra posta in essere dal Governo, finalizzata al contenimento della spesa pubblica, appare afflittiva nei confronti del personale della Pubblica Amministrazione in genere, ma ancor più di tutto il personale del Comparto difesa, sicurezza e soccorso. Tale maggiore penalizzazione è strettamente connessa al fatto che la struttura del trattamento economico del personale delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco si basa molto più di qualsiasi altra Pubblica Amministrazione sul bilanciamento tra un rigoroso sistema gerarchico-funzionale, nel quale la progressione di carriera e l'anzianità di servizio sono componenti essenziali e imprescindibili degli assetti organizzativi, e un inscindibile «trinomio» anzianità, grado, retribuzione. Nel dettaglio, la suindicata norma ha pregiudicato la maturazione di alcuni istituti tipici specifici del Comparto sicurezza, difesa e soccorso strettamente connessi alla valorizzazione dell'anzianità di servizio e alla correlata acquisizione di crescenti competenze professionali, nonché più impegnative responsabilità di servizio, quali l'omogeneizzazione, l'assegno funzionale e gli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni. Inoltre, tale norma ha bloccato anche gli adeguamenti annuali indicizzati (classi, scatti stipendiali ed effetti economici) delle progressioni di carriera, tra l'altro in grande parte legate a rigide procedure di selezione e avanzamento, assolutamente definite dalla normativa vigente per le varie categorie di personale.
  Tra l'altro ritiene che debba essere altresì sottolineato come il tetto salariale ostacoli di fatto l'impiego del personale, ad esempio, nella lotta alla criminalità, poiché attesa la parziale possibilità di remunerare gli interventi stante il suddetto tetto si procede, ove necessario, con recuperi compensativi che evidentemente riducono la disponibilità effettiva del personale per le attività operative.
  In sostanza, evidenzia come tale normativa abbia avuto incidenze negative in modo devastante sia sulla funzionalità sia sulla motivazione del personale. Pensa, in particolare, a coloro che, promossi e magari anche trasferiti in relazione a nuove e ben più rilevanti funzioni da assumere, non sono poi stati remunerati con il giusto e previsto trattamento economico.
  Giudica, pertanto, tale norma assolutamente opposta alle esigenze di un comparto caratterizzato da estrema gerarchizzazione e dinamiche salariali legate al grado, nonché iniqua dal momento che richiede sacrifici economici solo a chi ha maturato l'adeguamento economico nel periodo di riferimento delle restrizioni.
  Ciò premesso, ritiene che appaia evidente come la norma non tenga evidentemente conto della specificità di tale Pag. 54Comparto, riconosciuta dall'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti. Un principio di specificità figlio di un quadro normativo speciale per il personale in uniforme, che esce virtualmente dalla generalità del pubblico impiego in quanto viene riconosciuta formalmente una condizione diversa, per effetto dell'adesione integrale a quel sistema di valori (tra gli altri solidarietà, coraggio, orgoglio, senso dell'onore, lealtà e generosità) e in relazione alla delicatezza e all'importanza dei compiti istituzionali, connotati da un elevato rischio operativo. Un quadro di specificità ancora più restrittivo per il settore militare, sia quello appartenente alle Forze armate sia quello delle Forze di Polizia, notoriamente sottoposto a una serie di limitazioni e obblighi imposti dalla normativa vigente, che lo collocano in una situazione atipica, generalmente definita con l'espressione condizione militare, con vincoli precisi – complessivamente non riferibili ad altre realtà – al cui mancato rispetto corrispondono sanzioni disciplinari e fattispecie di reato anch'esse assolutamente particolari.
  Non deve essere poi trascurata l'incompatibilità, salvo i casi previsti da disposizioni speciali, con l'esercizio di ogni altra professione, quali: il divieto di partecipare a riunioni e manifestazioni politiche e di svolgere propaganda politica nel corso di attività di servizio, in luoghi destinati al servizio, in uniforme o qualificandosi come militari; il divieto di scioperare e di costituire associazioni professionali a carattere sindacale o di aderire ad associazioni sindacali; i vincoli posti al diritto di riunione, di associazione, di pubblica manifestazione del pensiero, di allontanamento dalla località di servizio e di espatrio; infine, il dovere assoluto di obbedienza, nei limiti posti dalla legge e nell'ambito del rapporto di subordinazione gerarchica.
  Osserva, infatti, che le penalizzazioni precedentemente indicate e la peculiarità del Comparto siano rilevanti e reali vennero subito dopo riconosciute dal Governo pro tempore che, nell'ambito della conversione in legge del decreto-legge n. 78, istituì (articolo 8, comma 11-bis) un fondo di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011-2012, per il finanziamento di misure «perequative» per il personale del Comparto sicurezza, difesa e soccorso interessato alle suindicate penalizzazioni, con la volontà espressa di sterilizzarne gli effetti nel triennio in questione.
  Peraltro, fatti i debiti calcoli e dimostratosi il richiamato stanziamento palesemente inadeguato a garantire il rispetto degli impegni governativi, assunti a più riprese e in diversi contesti e volti a ristorare pienamente il personale di Forze armate e Forze di polizia dei tagli imposti ai suoi peculiari istituti retributivi, il Governo emanò un successivo decreto-legge n. 27 del 2011, convertito con modificazioni nella legge n. 74 del 2011, con cui venne incrementato il fondo con 115 milioni di euro annui, sottraendoli peraltro alle disponibilità assegnate per il riordino dei ruoli dall'articolo 3, comma 155, della legge n. 350 del 2003. Con tale legge peraltro sono state denominate «assegni una tantum» le misure perequative da concedere ed è stato legittimato il ricorso al fondo anche per compensare la mancata corresponsione, per effetto del tetto salariale di omogeneizzazione, di assegni funzionali e incrementi stipendiali e parametrali non connessi a promozioni.
  Inoltre, evidenzia che gli assegni una tantum sono solo parzialmente validi ai fini pensionistici e non sono validi per il computo della buonuscita.
  Tenuto conto che comunque le risorse accantonate garantivano solo il ristoro del 100 per cento del taglio 2011, del 46 per cento del taglio 2012 ed erano sufficienti a garantire solo il 16 per cento del taglio del 2013, la stessa legge ha anche previsto la possibilità di finanziamenti aggiuntivi al Pag. 55citato fondo a cura delle Amministrazioni interessate, da attingere ai risparmi delle missioni internazionali di pace e al fondo unico di giustizia. Per quanto riguarda il 2014, al momento, non vi sarebbe possibilità di alcun ristoro dei tagli ora previsti dallo schema di decreto del Presidente della Repubblica in esame.
  Rammenta, quindi, che in occasione dei vari passaggi parlamentari delle norme finora richiamate, le Commissioni difesa della Camera e del Senato nella scorsa legislatura si sono espresse in modo assolutamente esplicito circa l'inadeguatezza delle norme proposte. In particolare, in data 18 ottobre 2011 fu approvata dalla Commissione difesa della Camera una risoluzione conclusiva del dibattito (n. 8-00151) che impegnava il Governo pro tempore a escludere il Comparto sicurezza e difesa, per l'anno 2014, dalla possibilità di prorogare ulteriormente i tagli in questione, almeno con riferimento alla fattispecie del blocco degli effetti economici delle progressioni di carriera. Inoltre, in data 8 novembre 2011 la Commissione bilancio del Senato della Repubblica approvò l'ordine del giorno G/2969/2/5, presentato dai Senatori Saltamartini e Boscetto, che impegnava il Governo, pur nell'ambito della difficile congiuntura economica e della finanza pubblica, a valutare l'opportunità di adottare con urgenza le opportune iniziative atte a «impegnare i relativi fondi iscritti nella tabella 8 per assicurare un'interpretazione dell'articolo 9, comma 21, del decreto-legge n. 78 del 2010, nel senso che al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel triennio 2012-2014, sia assicurata la corresponsione integrale dei trattamenti economici connessi con l'impiego (indennità operative, indennità pensionabile, indennità di trasferimento, assegno funzionale, assegno non pensionabile dirigenziale e indennità di missione), con l'effettiva presenza in servizio e con la maturazione dei requisiti di anzianità emerito».
  Un ultimo aspetto da esaminare è quello del profilo di costituzionalità della norma in questione. Occorre, infatti, rammentare che la Corte costituzionale, in occasione di pregresse manovre economiche, recanti deroghe temporanee ai ricordati meccanismi rivalutativi di adeguamento, disposte, in particolare, in occasione dell'altrettanto grave congiuntura economica del 1992, e in quel caso il sacrificio era di un anno, aveva già indicato i limiti entro i quali un tale intervento potesse ritenersi rispettoso dei richiamati principi costituzionali, osservando che «norme di tale natura possono ritenersi non lesive del principio di cui all'articolo 3 della Costituzione (sotto il duplice aspetto della non contrarietà sia al principio di uguaglianza sostanziale, sia a quello della non irragionevolezza), a condizione che i suddetti sacrifici siano eccezionali, transeunti, non arbitrari e consentanei allo scopo prefisso». In presenza di una reiterazione di misure patrimoniali afflittive, la natura eccezionale e transitoria di una disposizione non può più essere predicata, credibilmente e plausibilmente. Tra l'altro l'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010 ha già palesato evidenti profili di incostituzionalità dal momento che, con sentenza n. 223 del 2012, la Corte costituzionale ha già di fatto cancellato le parti dell'articolo 9 che imponevano il taglio del trattamento economico dei magistrati, il contributo di solidarietà oltre i 90.000 euro e la modifica del metodo di calcolo del trattamento di fine servizio nel meno vantaggioso trattamento di fine rapporto. Tra l'altro tali sentenze hanno aumentato l'iniquità dell'articolo 9 che ha così escluso un'intera categoria di personale pubblico quali i magistrati ed ha incrinato anche il minimo di equità e proporzionalità dato dal contributo di solidarietà.
  Ricorda che nel prossimo mese di novembre la Corte costituzionale ha calendarizzato il giudizio di numerosi ricorsi presentati da categorie di lavoratori pubblici diversi dai magistrati e dovrà pronunciarsi in ordine ai principi di incostituzionalità rimasti inevasi con specifico riferimento alla possibile violazione del richiamato articolo 3 della Costituzione.Pag. 56
  In sintesi, in relazione ai profili di dubbia costituzionalità della norma in corso di esame da parte della Corte costituzionale e ai deleteri e più accentuati effetti sul comparto difesa e sicurezza per effetto della dinamica gerarchico-salariale prevista per legge, nonché in relazione alla specificità dello status giuridico e di impiego del personale delle Forze armate di polizia e di quello del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, l'analisi porta a chiedere che venga scongiurata per detto Comparto la proroga precedentemente illustrata al 2014 o – al limite – ne vengano sterilizzati gli effetti attraverso un'estensione della normativa che ha istituito il fondo per gli assegni una tantum anche al 2014, con relativo reperimento di ulteriori risorse.
  In proposito, rileva dalla relazione illustrativa dello schema di decreto che i risparmi lordi che si verrebbero a determinare con la proroga delle disposizioni attinenti le progressioni di carriera sarebbero stimati in 160 milioni di euro per tutto il settore pubblico, una somma decisamente non rilevante rispetto al bilancio dello Stato e che dovrebbe essere decisamente minore per il Comparto difesa, sicurezza e soccorso.
  Appare pertanto necessario approfondire immediatamente con il Governo l'entità delle risorse necessarie a ristorare completamente i singoli anni ed in particolare il 2014 per il Comparto, essendo i dati presenti nella annessa relazione riferiti globalmente alla Pubblica Amministrazione.
  Una volta conosciute le risorse necessarie è da esplorare, infine, l'effettiva possibilità di ricorrere alla modalità di copertura prevista dall'articolo l, comma 2, del decreto-legge n. 27 del 2011, il quale consente di far fronte alle maggiori esigenze attraverso le risorse confluite nel fondo unico giustizia e alle riduzioni di spesa per le missioni internazionali sicuramente esistenti ove si consideri il trend in calo ed il dichiarato termine della missione ISAF in Afghanistan entro il 2014.
  Nel caso in cui le risorse non siano sufficienti occorre poi verificare se tale ammontare non possa essere coperto con l'accantonamento per il 2014 delle risorse di cui all'articolo 3, comma 155 – ultimo periodo – della legge n. 350 del 2003 (riordino delle carriere, 119 milioni strutturali).
  Da ultimo, infine, si potrà valutare la disponibilità e la possibilità delle singole Amministrazioni di recuperare le risorse dai singoli bilanci o dalle ristrutturazioni riordini in atto senza dimenticare di esaminare l'opportunità di attendere la decisione della Corte costituzionale sui ricorsi esistenti.
  Infine, richiama l'attenzione sull'esigenza di un'apertura della contrattazioni sotto il solo profilo normativo ovvero senza oneri, attese le numerose problematiche che potrebbero essere disciplinate specie in un momento di rivisitazione dell'Amministrazioni e con particolare riferimento alla revisione del modello di difesa.
  In conclusione, si riserva di predisporre, al termine del dibattito, una proposta di parere, rilevando che questa potrebbe essere la prima occasione per il Governo di dare effettivo valore al principio della specificità del comparto, anche per confermare quanto espresso dal Presidente del Consiglio dei ministri in occasione del suo discorso con cui ha chiesto la fiducia iniziale al Parlamento, principio che altrimenti, per assurdo, rischia di dimostrarsi un fattore penalizzante.

  Gian Piero SCANU (PD) esprime il proprio apprezzamento per l'esaustiva relazione illustrata dal collega Rossi, compiacendosi per l'identità di vedute che emerge con le posizioni del proprio gruppo, peraltro già manifestate in precedenza. Sottolinea, inoltre, la necessità di scongiurare il blocco per un'ulteriore annualità riservandosi di svolgere gli adeguati approfondimenti istruttori sulle modalità attraverso cui giungere ai necessari accantonamenti delle risorse.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, nel rassicurare il relatore che il Governo Pag. 57farà tesoro delle osservazioni che potranno emergere nel corso del dibattito, invita i componenti della Commissione a tenere in debito conto i profili di sostenibilità finanziaria del provvedimento con particolare riferimento alla necessità di rimodulare anche i risparmi programmati nei provvedimenti già a regime.

  Salvatore CICU (PdL) osserva che i profili segnalati dal rappresentante del Governo rientrano nella competenza della Commissione bilancio, che ha peraltro già espresso i propri rilievi positivi sul provvedimento, mentre in questa sede il dibattito non può che concentrarsi sugli aspetti di competenza della Commissione difesa.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Martedì 28 maggio 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO.

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla II Conferenza interparlamentare per il controllo della PESC-PESD (Dublino 24-25 marzo 2013).
(Svolgimento e conclusione).

  Elio VITO, presidente, prima di procedere alle comunicazioni in titolo segnala che domani 29 maggio 2013 ricorre la Giornata internazionale dei peacekeepers delle Nazioni Unite. Si tratta di una ricorrenza che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indetto a livello internazionale con risoluzione n. 57/129 del 2002 per rendere omaggio a tutti gli uomini e le donne che hanno prestato il loro servizio e continuano ad essere impiegati nelle operazioni di peacekeeping dell'ONU, nonché per onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita per la causa della pace. Con l'occasione rivolge, a nome di tutta la Commissione, un pensiero alla cooperante italiana Barbara De Anna, già ricordata in Aula ieri dal presidente della III Commissione, onorevole Cicchitto, che è stata ferita in occasione di un attacco sferrato a Kabul e che attualmente è ricoverata in gravissime condizioni. Esprime anche vicinanza ed un auspicio per una rapida guarigione ai due sottufficiali italiani feriti ieri nell'area di Farah in Afghanistan.
  Rappresenta, quindi, che la II Conferenza interparlamentare per il controllo della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della Politica europea di sicurezza e difesa (PESD), svolta nell'ambito del semestre di presidenza irlandese, si è tenuta in una fase iniziale della legislatura, in cui non erano ancora state ricostituite le Commissioni permanenti. Trattandosi di appuntamento di particolare rilievo istituzionale anche in vista del Consiglio europeo sulla Difesa, previsto per il mese di dicembre 2013, e della Presidenza italiana dell'UE nel secondo semestre del 2014 a cadenza regolare, la Presidenza della ha valutato opportuno designare una delegazione su indicazione dei tre gruppi parlamentari più numerosi. Ai lavori della Conferenza hanno quindi preso parte i deputati Lapo Pistelli per il gruppo del Partito Democratico, Massimo Artini per il Movimento 5 Stelle e Deborah Bergamini per il Popolo della Libertà.
  Avverte, infine, che è stata predisposta una relazione sugli esiti della missione in titolo, di cui chiede al collega Artini di illustrare sinteticamente il contenuto (vedi allegato 3).

  Massimo ARTINI (M5S) riferisce sull'organizzazione dei lavori della Conferenza in titolo, sottolineando l'efficacia dell'intervento dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza ai fini delle materie di competenza di questa Commissione. Sottolinea il risalto dato nel corso dei lavori al cosiddetto comprehensive approach con Pag. 58riferimento alla politica estera dell'Unione europea e all'impegno in materia di peacekeeping. Ritiene che l'elemento di maggiore criticità emerso dai lavori della Conferenza sia consistito nella mancanza di una visione preventiva sugli scenari globali da parte dell'Unione europea che dovrebbe essere sviluppata soprattutto in considerazione degli obiettivi e delle responsabilità che incombono sulla stessa Unione in materia di politica estera e di difesa.

  Elio VITO, presidente, ringrazia il collega Artini e dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.15.

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