CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 maggio 2017
819.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 77

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 17 maggio 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 13.25.

Variazioni nella composizione della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, comunica che a far data dal 16 maggio scorso l'onorevole Antonio DISTASO (Misto-CR) ha cessato di far parte della Commissione ed è entrato a farne parte l'onorevole Maurizio BIANCONI (Misto-CR). Ringrazia il collega DISTASO per il contributo assicurato ai lavori della Commissione e dà il benvenuto all'onorevole Bianconi.

  La Commissione si associa.

Schema di documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2016-2018, cui è allegata la relazione sulle attività di cooperazione allo sviluppo, riferita all'anno 2015.
Atto n. 414.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di documento in oggetto.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, nel preannunciare fin da ora, anche in vista della riunione odierna dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti Pag. 78dei gruppi, la proposta di svolgimento di un ciclo di audizioni dei maggiori attori del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo – con riferimento al Direttore Generale del MAECI per la Cooperazione, alla Direttrice dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, al Coordinamento italiano delle ONG internazionali (CINI), all'Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) e a «LINK 2007 Cooperazione in rete», procede all'illustrazione del Documento in titolo riconoscendo alla competente Direzione Generale l'assolvimento di una positiva funzione di coordinamento dei contributi delle diverse Amministrazioni coinvolte. Nel far presente che sull'atto si è già espresso il Comitato Interministeriale per la Cooperazione allo Sviluppo (CICS), ritiene l'esame del provvedimento in titolo unitamente alle audizioni proposte siano un'occasione importante fondamentale per fare il punto sull'attività svolta e sulla visione delle attività da svolgere per il futuro.
  Ritiene doveroso innanzitutto rilevare che anche quest'anno il provvedimento giunge con un certo ritardo rispetto alla scadenza del 31 marzo e questo impone una riflessione molto seria sul significato di questo esercizio. Ricorda anche che, in base alla legge n. 125 del 2014, il parere sull'attività svolta nell'anno precedente dovrebbe essere espresso entro il primo trimestre dell'anno a cui si riferisce il Documento. Se la trasmissione del Documento alle Camere è, quindi, avvenuta con più di un anno di ritardo è anche vero che, rispetto all'anno scorso, la qualità del Documento triennale è decisamente migliorata, a conferma del lavoro positivo svolto dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e dagli altri attori del sistema nazionale di cooperazione allo sviluppo. Tuttavia il profilo della tempistica rappresenta davvero un problema perché la programmazione e la prevedibilità degli interventi costituiscono un caposaldo della strategia italiana e un principio fondamentale sempre ribadito nelle sedi internazionali. Auspica, quindi, che il prossimo Documento possa essere trasmesso rispettando i tempi previsti dalla legge, nell'impegno da parte del Parlamento di esprimere il proprio parere a sua volta entro i trenta giorni stabiliti dalla legge.
  Ciò premesso, sottolinea che il Documento, secondo il dettato della legge, è uno strumento di indirizzo che indica la visione strategica, gli obiettivi di azione e i criteri di intervento, la scelta delle priorità delle aree geografiche e dei singoli Paesi, nonché dei diversi settori nel cui ambito dovrà essere attuata la cooperazione allo sviluppo. Esso deve esplicitare altresì gli indirizzi politici e strategici relativi alla partecipazione italiana agli organismi europei e internazionali e alle istituzioni finanziarie multilaterali. Evidenzia sin da subito che il Documento realizza questi obiettivi, anche nel raffronto con il primo analogo Documento presentato, relativo al triennio 2015-2017. Ritiene, quindi, che il Documento si consolidi quale punto di riferimento non solo per le Amministrazioni dello Stato, bensì per tutti gli attori – società civile, ONG, autonomie locali, università, centri di ricerca, fondazioni, sistema cooperativo, settore privato profit e no profit, comunità di migranti – riunificati nel «sistema italiano di cooperazione».
  Sottolinea che il Documento si caratterizza per una particolare attenzione alla struttura funzionale dei meccanismi di cooperazione. Ritiene che questo aspetto dimostri come il modo in cui si portano avanti gli interventi sia altrettanto importante rispetto alle politiche settoriali.
  Ritiene che il Documento sia particolarmente utile a comprendere come si stia sviluppando l'attività relativa alla cooperazione decentrata e il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti. A tale proposito, dichiara che sarebbe interessante, magari nell'ambito del Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, svolgere un'audizione dei rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti. Per quanto detto, ritiene Pag. 79che il Documento sia utile e completo e che fornisca un senso di direzione operativa forte.
  Per quanto riguarda le priorità settoriali, ritiene che, come era già stato evidenziato in occasione dell'esame del precedente Documento, esse dovrebbero essere più concentrate. Infatti, sottolinea che, mentre per le priorità per Paesi si è svolto un ottimo lavoro, per le priorità settoriali si agisce ancora in modo omnicomprensivo. Evidenzia che il Documento sottolinea come ogni priorità settoriale contribuisca al raggiungimento degli Obiettivi dell'Agenda 2030, ma ritiene che le scelte siano un po’ troppo ambiziose, in particolare riguardo al valore aggiunto che l'Italia può portare nei vari ambiti settoriali.
  Ritiene che il Documento contenga una buona riflessione sul tema dell'assistenza umanitaria, soprattutto per quel che riguarda le migrazioni, sul tema del rafforzamento della governance nei Paesi in cui si fa cooperazione e sul rapporto tra migrazioni e sviluppo. Tuttavia, ritiene che non si può pensare di incidere in settori come l'occupazione, l'istruzione, l'agricoltura a risorse invariate e con lo stesso contingente di personale dell'Agenzia, in quanto si tratta di un numero elevato di settori in cui l'Italia non riesce a distinguersi. Crede che tale aspetto possa rappresentare uno spunto di discussione in occasione delle prossime audizioni.
  Condivide la scelta dei Paesi prioritari e il focus su Nord Africa, Mediterraneo ed Africa Subsahariana.
  Ritiene il Documento utile ad individuare buone pratiche e meccanismi di monitoraggio e di focalizzazione sull'efficacia degli aiuti, che auspica di vedere riflessi anche nella relazione annuale del prossimo anno, essendo la relazione presentata quest'anno composta da più di 500 pagine, che, seppur danno il senso di quanto la relazione sia dettagliata, rendono difficile il focus sull'efficacia degli aiuti.
  Inoltre, il Documento riporta doverosamente l'attenzione sul tema della risorse, riconoscendo l'andamento crescente registrato nel corso del presente e del precedente Governo. Si tratta di un profilo importantissimo per la nostra affidabilità internazionale.
  Sottolinea che il Documento 2016-2018 si caratterizza per una forte coerenza con lo spirito dell'Agenda 2030, collocata al centro delle politiche e delle strategie di sviluppo per far fronte ai profondi cambiamenti sociali, politici e demografici in atto, alla crescente destabilizzazione in alcune aree in Africa e nel Medio Oriente, all'acuirsi dell'emergenza migratoria, all'impatto dei cambiamenti climatici, alla necessità di sostenere i processi di pace e, laddove si renda necessario, un impegno a livello globale. In questo senso sottolinea che il sistema della cooperazione allo sviluppo è chiamato a operare al meglio per una cooperazione moderna, incentrata su buon governo e fiscalità (Piano di Azione di Addis Abeba), attenzione all'ambiente (CoP21 di Parigi), impresa sociale, occupazione e lavoro dignitoso (Agenda G7 e G20).
  Segnala che, dato per acquisto il carattere strategico dell'investimento in aiuto pubblico allo sviluppo, il Documento evidenzia soprattutto l'impegno specifico, in vista del Vertice G7 a presidenza italiana, a non essere più gli ultimi tra i Paesi G7 nel rapporto APS/RNL. Per farlo ritiene che occorrerà garantire gli adeguati incrementi di risorse.
  Sostiene che l'aiuto pubblico italiano allo sviluppo dovrà sempre costituire un fattore di leva per promuovere altre risorse, soprattutto a livello europeo e in generale multilaterale, e ritiene che questa sia la chiave di lettura più corretta per guardare al Fondo di 200 milioni per l'Africa: non come ad un intervento sporadico e inadeguato ma come ad un modello di best practice capace di innescare un meccanismo virtuoso più ampio a livello UE.
  Sottolinea che il Documento Triennale dà conto di due elementi di novità endogeni al sistema italiano di cooperazione allo sviluppo: la rinnovata volontà del Governo di fare della cooperazione allo sviluppo la cifra dell'azione internazionale Pag. 80dell'Italia, ad immagine di un Paese che declina la creazione di benessere con l'impulso alla solidarietà verso i più bisognosi e vulnerabili, come conferma, a partire dalla manovra di bilancio 2016, l'inversione di tendenza nell'approntamento di risorse crescenti; la nuova struttura di governance introdotta dalla legge n. 125 del 2014.
  Segnala che nel triennio 2016-2018 si intende valorizzare l'iniziativa della società civile, premiando i partenariati con enti territoriali, mondo della ricerca e del profit e gli approcci innovativi in vari ambiti settoriali, come su migrazione e sviluppo, inclusive business o climate change.
  Per quanto riguarda i soggetti con finalità di lucro, ricorda che si definirà un meccanismo di verifica e monitoraggio del rispetto dei principi di Busan sull'efficacia e in materia di responsabilità sociale di impresa e diritti umani.
  Per quanto riguarda l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, già operativa dal gennaio 2016, segnala che il Documento in esame afferma che «si sta preparando ad accreditarsi presso la UE per la gestione di progetti di cooperazione delegata». Ricorda che essa sarà chiamata a mobilizzare al massimo le diverse risorse finanziarie per lo sviluppo, provenienti da soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali. Sottolinea che l'Agenzia avrà anche il compito di curare il rapporto con i cittadini attraverso la puntuale comunicazione delle attività e delle iniziative italiane, ponendo particolare attenzione ai «social network». Su queste premesse ritiene che, a maggior ragione, sia essenziale comprendere come potrà l'Agenzia fare fronte alle maggiori responsabilità considerato il livello attuale di risorse umane assegnate. Sostiene che all'aumento delle risorse economiche dovrà corrispondere un aumento delle risorse umane, tramite il bando di un concorso presso l'Agenzia. Infatti, segnala, dato che oggi l'Agenzia svolge un'attività maggiore rispetto al passato e gestisce anche risorse maggiori, che essa necessità di un contingente di personale più ampio. Richiede, quindi, una maggiore attenzione da parte del Governo e del Parlamento affinché il concorso per l'Agenzia venga bandito.
  Per quanto riguarda la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), evidenzia che nel Documento esame si afferma che l'introduzione di un siffatto attore finanziario strategico rappresenta una novità che allinea l'Italia rispetto agli altri player europei e mondiali e azzera di fatto il ritardo maturato a livello normativo ed organizzativo. Ricorda che nel triennio, CDP sarà quindi impegnata, secondo precisi assi strategici, a definire e a implementare, in sinergia con il predetto «sistema», strategie di lungo termine e azioni che permettano di aumentare il contributo dell'Italia alla cooperazione internazionale.
  In generale, quanto agli obiettivi generali della cooperazione allo sviluppo, segnala che il Documento enuclea innanzitutto l'aiuto umanitario – prima priorità nei contesti più fragili – per poi includere l'agricoltura e la sicurezza alimentare, l'istruzione, la formazione e la cultura, la sanità, la governance, la lotta alle disuguaglianze, nonché, trasversalmente a tutti gli altri temi, la migrazione e sviluppo.
  In particolare, considerata la promozione da parte italiana del nuovo patto con l'Africa per la gestione e riduzione dei flussi (il «Migration Compact», fatto proprio dal Consiglio Europeo del 28 giugno 2016), mette in luce come si intenda affrontare come priorità assoluta, con gli strumenti della cooperazione allo sviluppo, il tema dell'occupazione in Africa, con un approccio incentrato sul sostegno all'imprenditoria locale e sulla promozione degli investimenti infrastrutturali, con una particolare attenzione alle micro e piccole-medie imprese, allo sviluppo cooperativo, all'economia sociale, all'accesso al credito.
  Dati questi obiettivi, segnala che il Documento individua le linee strategiche di riferimento, in un'ottica multi-settoriale e «territorializzato» coerente con l'Agenda 2030. Sottolinea che la prima linea strategica è data dall'aiuto umanitario nei contesti più fragili finalizzato alla costruzione di resilienza (Siria, Iraq, Sud Sudan, Yemen, Sahel, Sudan, Corno d'Africa, Palestina, Pag. 81Repubblica Centrafricana, Libia, profughi Sahrawi in Algeria) con interventi ben calibrati nell'immediata fase di «prima emergenza», come pure nelle successive fasi di consolidamento della pace e post-emergenza.
  Evidenzia che un'ulteriore linea strategica è rappresentata dall’empowerment femminile per capitalizzare il ruolo delle donne come protagoniste dello sviluppo e della modernizzazione delle società, continuando a promuoverne l'accesso all'educazione, i diritti, il ruolo trasformativo, la capacità imprenditoriale. Ricorda che una particolare attenzione continuerà a essere rivolta alla lotta alla violenza di genere in ogni sua forma, mentre la lotta alle discriminazioni contro le donne riguarderà in particolare l'accesso e la fruizione dei servizi alla salute, ai sistemi educativi e formativi, l'indipendenza economica e sociale e il contrasto agli stereotipi tradizionali.
  Sottolinea che l'approccio seguito per migliorare le condizioni di vita dei giovani e dei minori di età è basato sulla tutela dei diritti ma va sempre più orientandosi verso un approccio non settoriale, mirato alla partecipazione e al protagonismo dei minori e dei giovani perché diventino «agenti del cambiamento», all'integrazione sociale, all'educazione inclusiva, alla formazione, alla valorizzazione dei talenti. Sostiene che la disabilità costituisce un ambito di riconosciuta expertise della Cooperazione italiana ormai da diversi anni. Ricorda che l'approccio italiano, in linea con la Convenzione ONU sulle persone con disabilità, mira da un lato a promuovere iniziative a sostegno della lotta all'esclusione sociale e alla marginalizzazione socioculturale ed educativa delle persone e dei minori con disabilità, dall'altro a lanciare iniziative di informazione e sensibilizzazione sulla tematica della disabilità sia in Italia sia nei Paesi partner.
  Ritiene che lo sviluppo non può prescindere da una buona gestione, sostenendo che coinvolgere le popolazioni beneficiarie non basta, occorre anche rafforzare le istituzioni, in particolare le istituzioni statali, ad ogni livello. Per questo sottolinea come l'attenzione alla democrazia nel governo della cosa pubblica, il rispetto delle regole di diritto e dei diritti umani, costituiscano una priorità della Cooperazione italiana. Afferma che il rafforzamento del buon governo e della democrazia richiede il sostegno diretto alle istituzioni nazionali e locali, a reti sociali o d'interesse, ai sistemi di protezione sociale, ai sindacati, alle organizzazioni della società civile, a quanti danno voce ai diversi soggetti sociali dei Paesi partner. Ritiene che non si tratta solo di sostenere le domande degli attori verso i loro Governi ma di migliorare l'interazione tra Stato, corpi intermedi e cittadini, al fine di promuovere il rispetto dei diritti umani e i principi di trasparenza. Al riguardo ricorda che la Cooperazione italiana si ispira, tra l'altro, alla Agenda for Change dell'Unione europea, che mette in stretta connessione lo sviluppo con il rispetto dei diritti umani, dei principi democratici ed il buon governo. Ricorda che la tutela dei diritti, in particolare delle fasce vulnerabili è una componente integrata e trasversale nelle iniziative di cooperazione allo sviluppo, riconoscendo la connessione che esiste tra povertà e diritti umani.
  Sottolinea che, in coerenza con la legge n. 125 del 2014, rientra tra le linee di indirizzo dell'azione italiana la promozione delle comunità dei migranti, per la quale centrale sarà il ruolo delle regioni e degli enti locali, delle ONG, delle Università e delle organizzazioni no profit già attive nella cooperazione allo sviluppo, ma anche delle associazioni di immigrati, le cooperative sociali, le realtà del commercio equo e solidale e della micro-finanza, come pure il settore privato. Ricorda che in seno al Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo sviluppo (CNCS) è stato creato un Gruppo di Lavoro «Migrazione e Sviluppo» che contribuirà a tradurre in proposte concrete le previsioni della legge.
  Segnala che tra i principi guida che ispirano la Cooperazione figura ovviamente la salute per la quale la Cooperazione italiana adotta un approccio «orizzontale», incentrato sul rafforzamento dei sistemi sanitari e sulla formazione, sull'accesso Pag. 82ai servizi di assistenza da parte delle fasce più deboli della popolazione, sulla lotta alla violenza di genere, sull'educazione delle bambine, riconoscendo l'impatto dell'educazione sulla salute. Rammenta che l'Italia è attualmente uno dei più importanti finanziatori della Global Alliance for Vaccine Immunization (GAVI) e sottolinea che con le nuove risorse messe a disposizione nel corso della ultima ricostituzione delle risorse (7,5 miliardi di dollari) la GAVI potrà attuare la nuova strategia per il periodo 2016-2020, che dovrebbe consentire di immunizzare altri 300 milioni di bambini e salvare ulteriori 5-6 milioni di vite. Segnala che all'impegno nel controllo delle malattie trasmissibili, si aggiunge una particolare attenzione in favore della salute materno-infantile che, oltre che sul piano dei programmi bilaterali, adotta come quadro di riferimento la Muskoka Initiative lanciata dalla Presidenza canadese del G8 nel 2010.
  Nel settore dell'istruzione, evidenzia che la Cooperazione italiana è fortemente impegnata a garantire il diritto all'istruzione di base di qualità e senza discriminazioni di genere. Sottolinea che tale impegno viene concretizzato in iniziative in linea con le politiche settoriali dei Paesi partner, finanziate attraverso il canale bilaterale e multilaterale nonché a credito di aiuto. Ricorda che la Cooperazione italiana sostiene la Global Partnership for Education (GPE), una iniziativa orientata al rafforzamento dei programmi nazionali per l'istruzione nei Paesi partecipanti. Segnala che in tale ambito si continuerà ad operare per rafforzare le sinergie tra l'azione in ambito multilaterale e i programmi bilaterali nei Paesi prioritari, con particolare riferimento agli obiettivi strategici definiti dalla GPE. Ricorda che nella realizzazione degli interventi la Cooperazione italiana si allinea all'iniziativa Education First promossa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Evidenzia che, riconoscendo l'importanza del raccordo tra mondo del lavoro e istruzione, la Cooperazione italiana, in collaborazione con il MIUR, regioni ed enti locali italiani e organizzazioni della società civile, è impegnata nell'accompagnare il processo di riforma del sistema di istruzione tecnica e formazione professionale nei Paesi partner con l'obiettivo di favorire l'inserimento sociale e lavorativo dei giovani e degli adulti disoccupati. Sottolinea come la Cooperazione italiana intenda, inoltre, rafforzare e creare un programma di borse di studio per i PVS e valorizzare il contributo delle Università.
  Com’è noto, rammenta che la Cooperazione italiana si concentra su settori strategici come l'agricoltura e la sicurezza alimentare, la nutrizione, le filiere produttive, l'ambiente, il sostegno allo sviluppo del settore privato.
  Ricorda che, sullo slancio dell'Esposizione Universale di Milano nel 2015 sul tema «Nutrire il pianeta, Energia per la Vita», l'Italia intende rafforzare e consolidare la propria leadership nel campo della promozione di un'agricoltura inclusiva, moderna e sostenibile, della sicurezza alimentare e di uno sviluppo rurale equo e sostenibile per favorire il progresso di quelle numerose popolazioni che vivono ancora in condizioni di povertà assoluta, prevalentemente nelle aree rurali. Segnala che il tradizionale impegno della Cooperazione italiana nel settore della sicurezza alimentare e nutrizionale resta focalizzato sulla lotta alla malnutrizione e allo spreco alimentare, in un contesto di rafforzamento delle filiere e dei sistemi agroalimentari. Evidenzia che in sede multilaterale l'Italia continuerà a partecipare alla diffusione ed attuazione dei principi elaborati in ambito Aquila Food Security Initiative (AFSI), adoperandosi per rafforzare l'azione del Comitato per la Sicurezza Alimentare, creato sotto l'egida della FAO per facilitare il dialogo tra i differenti soggetti interessati a tale tematica in stretta collaborazione con tutte le organizzazioni del Polo romano delle Nazioni Unite, le piattaforme di stakeholder della società civile ed il settore privato. Sottolinea che, nello stesso ambito, l'Italia sarà impegnata a favorire la traduzione in azioni concrete dei «Principi per gli investimenti Pag. 83responsabili in agricoltura» la cui adozione ha fortemente sostenuto già dal 2014.
  Evidenzia che nei Paesi prioritari la Cooperazione italiana continuerà a collaborare con i Governi e altri partner locali adottando una strategia d'intervento sempre più incentrata su sistemi alimentari sostenibili, piuttosto che sul mero aumento della produzione. Ricorda che l'obiettivo principale è garantire la governance e l'accesso alla terra, all'acqua, alle risorse fitogenetiche, naturali e produttive da parte delle famiglie di agricoltori e piccoli produttori, con un'enfasi particolare sul riconoscimento del ruolo delle donne e nel pieno rispetto dei vincoli imposti dalla natura («planetary boundaries»), sullo sviluppo delle filiere produttive in settori chiave, richiamando il particolare modello italiano di PMI e distretti locali. Per raggiungere questi obiettivi ritiene importante stabilire un legame rafforzato con il settore privato nazionale, dalle cooperative all'agro-business, attraverso la promozione di partenariati tra il settore privato italiano e quello dei Paesi partner sull'esempio dei programmi sulle filiere agricole in Guatemala (caffè), Etiopia (grano duro), Egitto (prodotti ortofrutticoli).
  Segnala che le Linee Guida sulla cooperazione nel settore idrico e sull'acqua, in linea con obiettivi ed azioni tracciati dal sesto Vertice Mondiale di Marsiglia sull'Acqua del 2012, prevedono un nuovo approccio integrato al tema dell'accesso universale all'acqua ed ai servizi igienici di base, che diventerà parte integrante della strategia di sicurezza alimentare e nutrizionale, in linea con la Carta di Milano, adottata in occasione di Expo 2015. Ricorda che il disegno di legge n. 2212 recante «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'acqua», attualmente in discussione al Senato, prevede l'istituzione del Fondo Nazionale di Solidarietà Internazionale, alimentato da un centesimo di euro per metro cubo di acqua erogata, e il riconoscimento del diritto umano all'acqua. Segnala che con l'entrata in vigore di questa legge l'Italia sarà fra i primi Paesi a dare piena attuazione alla risoluzione ONU adottata nel 2010.
  Evidenzia che, in coerenza con l'Agenda 2030 e gli esiti della COPI 21, sul generale tema dell'ambiente, la Cooperazione italiana punta ad assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni; a rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili; a garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo; ad adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze; a conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile; a proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica. Ritiene che, tra gli strumenti di intervento diretto o indiretto sul fronte dei cambiamenti climatici, un ruolo preminente rivestono i trasferimenti di tecnologia, anche coinvolgendo gli attori profit, in settori come quello energetico, dei trasporti, industriale o della gestione urbana, ma anche in forme di razionalizzazione e in accorgimenti di efficienza alla portata delle realtà rurali, fragili o isolate e alla scala dei piccoli produttori agricoli. Segnala che, per focalizzare modalità concrete per la mobilitazione di capitali privati per il clima, la Cooperazione partecipa alla consultazione UNEP Inquiry – National Dialogue on Sustainable Finance.
  Mette in evidenza che la Cooperazione italiana mira ad impegnarsi nella protezione e nella salvaguardia del patrimonio mondiale culturale e naturale. Rammenta che da tempo la Cooperazione italiana riconosce che il patrimonio è anche un importante veicolo per mitigare l'instabilità. Sottolinea che l'approccio, in linea con la strategia dell'Unione europea, è incentrato sulla dimensione sociale del patrimonio. Ritiene prioritario intensificare le attività volte alla educazione e alla formazione, al rafforzamento delle capacità Pag. 84istituzionali, al trasferimento di know how, tecnologia, innovazione, intervenendo a protezione del patrimonio anche in situazioni di crisi post conflitto e a causa di calamità naturali.
  Quanto all'approccio geografico, segnala che per il triennio 2016-2018 i Paesi prioritari sono 22 (in crescita rispetto ai 20 del precedente triennio e cui si aggiungono Giordania e Bosnia Erzegovina), suddivisi in 6 grandi aree (Africa Subsahariana, Mediterraneo, Medio Oriente, Balcani, America Latina, Asia). Evidenzia che i Paesi prioritari sono i principali destinatari delle risorse dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo, in particolare di quelle a dono. Sottolinea che la scelta dei Paesi prioritari si fonda su diversi parametri (relazioni storiche, politiche, commerciali e culturali con l'Italia; prospettive di crescita e di sviluppo; il vantaggio comparato che l'Italia ha in certi settori, la divisione del lavoro e la programmazione congiunta in ambito UE; impegni assunti nelle sedi multilaterali).
  Sul terreno della cooperazione multilaterale, segnala che la rilevanza del contributo italiano sul canale multilaterale in rapporto a quello bilaterale obbliga il nostro Paese a porsi nei prossimi anni dei traguardi importanti di miglioramento su tre linee strategiche di fondo: in fase ascendente, continuare a sviluppare la capacità nazionale di orientare il dibattito e l'adozione di politiche di sviluppo nelle sedi deliberative degli organismi europei ed internazionali tramite l'indicazione ai nostri rappresentanti in quelle sedi di chiari indirizzi programmatici; in fase discendente, la volontà di promuovere e impegnare tutti gli attori del sistema Italia nel loro ruolo di soggetti attuatori delle iniziative adottate dalle diverse organizzazioni e organismi internazionali; in tutte le fasi del percorso, la necessità di assicurare coerenza con le priorità della nostra agenda nazionale, diffusione delle informazioni, controllo sull'utilizzo delle risorse e sull'efficacia.
  Ricorda che anche nel caso della cooperazione multilaterale, si opererà nel prossimo triennio per il perseguimento di alcuni obiettivi di fondo: concentrare la collaborazione su un numero più limitato di organismi internazionali, in linea con le raccomandazioni contenute nella Peer Review dell'OCSE, con l'obiettivo di ridurre la proliferazione di nuovi canali multilaterali e scegliere gli strumenti ritenuti in grado di massimizzare l'impatto dei progetti nei settori prioritari della Cooperazione italiana, garantendo adeguata visibilità al contributo italiano; migliorare il coordinamento tra i donatori e tra le Agenzie multilaterali sostenendo il processo interno di razionalizzazione del sistema operativo ONU («system wide coherence»); vigilare sull'operato e sull'efficacia delle agenzie multilaterali, facendo ricorso anche a valutazioni internazionali indipendenti, in particolare quelle elaborate dal MOPAN; assicurare la coerenza degli aiuti nel rispetto del principio di «ownership» dei Paesi beneficiari e in linea con le previsioni dei documenti di strategia Paese; privilegiare le iniziative degli organismi internazionali nei Paesi prioritari per la Cooperazione italiana nonché la loro complementarietà e sinergia con la nostra cooperazione bilaterale; valorizzare e sostenere l'opportunità di sinergie con i poli internazionali nel settore dello sviluppo presenti in Italia (in particolare i poli onusiani di Roma e Torino), dando loro speciale attenzione in sede di programmazione dei contributi volontari; accrescere l'uso dello strumento dei Fondi fiduciari multi-donatori tematici, assicurando laddove possibile una presenza strategica negli organi di governance.
  Passando ad illustrare la relazione per l'anno 2015, nel ricordare che essa è stata elaborata anche sulla base di criteri dettati dall'OCSE/DAC, sottolinea che da essa devono emergere tutte le attività di cooperazione svolte da tutte le amministrazioni pubbliche, quelle connesse alla partecipazione dell'Italia a banche e fondi di sviluppo ed agli organismi multilaterali, nonché le risorse umane e finanziarie impegnate in tali iniziative.
  Ricorda che nella relazione devono essere altresì indicate le retribuzioni di tutti i funzionari delle amministrazioni pubbliche Pag. 85coinvolti in attività di cooperazione e dei titolari di incarichi di collaborazione o consulenza coinvolti nelle medesime attività.
  Segnala che il Documento è integrato dalla Relazione sull'attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo nel 2015. Sottolinea che tale documento è assai corposo ed è organizzato in otto sezioni, la prima delle quali concerne l'aiuto pubblico allo sviluppo italiano nel suo complesso.
  Ritiene doveroso riferire le dimensioni dell'APS italiano nel 2015, che, secondo una prima ricognizione, ammonta a 3.599,59 milioni di euro con un rapporto APS/RNL pari allo 0,22 per cento (nel 2007 era pari allo 0,19 per cento). Sottolinea che i dati evidenziano come il MEF si confermi il principale erogatore di APS con 1,27 miliardi di euro, corrispondenti al 35,45 del totale dell'APS italiano. Evidenzia che tra i principali settori di intervento spicca l'assistenza ai rifugiati mentre nella ripartizione geografica vi è un equilibrio tra impegni per Mediterraneo/Medio Oriente, per l'Africa e per Asia/Oceania/America.
  Segnala che la seconda sezione concerne il processo di attuazione della riforma del sistema di cooperazione italiano, che delinea il processo di perfezionamento e di approvazione della normativa secondaria prevista dalla legge n. 125 del 2014 (regolamenti di organizzazione e di contabilità dell'AICS e le convenzioni fra i principali soggetti del sistema: MAECI, MEF, Agenzia, Cassa Depositi e Prestiti). La terza sezione attiene al processo attuativo dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), e dei 169 target dell'Agenda 2030. Mette in evidenza che l'Italia ha attivamente partecipato alla definizione del nuovo paradigma dello sviluppo ed è «ampiamente soddisfatta della visione che discende dalla nuova agenda», in particolare riguardo il raggiungimento di obiettivi specifici sui quali, nell'ambito della più generale posizione europea, il nostro Paese di era fatto promotore anche recependo le istanze della società civile nazionale: ricorda che questo è il caso, tra il resto, della lotta alle diseguaglianze, della caratterizzazione positiva della migrazione quale fattore di sviluppo, delle tematiche relative all'uguaglianza di genere. La quarta sezione è dedicata all'EXPO Milano 2015. Ricorda che la Cooperazione italiana è stata uno degli sponsor del Padiglione Zero in cui ha realizzato una quarantina di conferenze, seminari ed altri eventi, dedicati a tematiche cruciali confluite anche nell'Agenda 2030. Nella quinta sezione si dà conto dell'andamento, dei risultati e della partecipazione italiana alla XXI Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) (Parigi 29 novembre-12 dicembre 2015). Ricorda che in questa sezione viene evidenziato tra il resto come, all'interno di un dibattito che ha conosciuto anche forti contrapposizioni – con India, Cina, Arabia Saudita, Venezuela e Malesia a guidare le rivendicazioni dei Paesi in via di sviluppo, cui si è aggiunto anche il gruppo africano –, la posizione italiana, espressa all'interno delle riunioni di coordinamento comunitario, si è connotata sia per la valorizzazione della rilevanza di disposizioni chiave quali i meccanismi di verifica, sia anche per la considerazione prestata alle le posizioni di altri gruppi geografici.
  Segnala che nella sesta sezione si dà dettagliatamente conto dell'articolazione delle numerose attività svolte dal MAECI riconducibili al tema della cooperazione allo sviluppo tra cui ritiene doveroso richiamare il percorso negoziale connesso all'approvazione dell'Agenda 2030; l'impegno sul nesso migrazione-sviluppo che ha condotto alla creazione (12 novembre 2015 a margine del Vertice di La Valletta) del Fondo fiduciario di emergenza UE per affrontare le cause profonde delle migrazioni in Africa; l'attuazione di importanti progetti multilaterali in campo ambientale, in raccordo con la dimensione europea della cooperazione ambientale. Ricorda che il paragrafo 4 della sezione è dedicato ai canali d'intervento attraverso i quali si realizzano le attività di cooperazione. Quanto al canale multilaterale, mette in luce che l'Ufficio Multilaterale della DGCS Pag. 86ha erogato a favore di organismi internazionali contributi volontari per un totale di 43,55 milioni di euro nel 2015, laddove nel 2014 l'erogazione ammontava a 36,5 milioni di euro. Segnala che l'Ufficio Multilaterale ha erogato anche contributi obbligatori (per lo più destinati ad Agenzie multilaterali con sede in Italia e previsti da specifiche leggi e dagli Accordi di sede) per un ammontare di 48.805.052 euro. Per quanto riguarda l'aiuto umanitario nel 2015, evidenzia che sono stati deliberati interventi per un totale di 76.173.678 euro, confermando il trend che ha portato dal 2012 al 2015 al quadruplicamento dei fondi disponibili per l'aiuto umanitario. Ricorda che la realizzazione di queste iniziative è stata attuata mediante i fondi stanziati nel 2015 (per un totale di 72.960.687 euro) attraverso la «Legge di stabilità» (7.114.687 euro), i «Decreti missioni internazionali» (43.846.000 euro) ed il «Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche europee per il finanziamento dei programmi di cooperazione» (22.000.000 euro).
  Quanto ai destinatari, segnala che l'aiuto umanitario italiano si è maggiormente concentrato nell'area dell'Africa Sub-Sahariana (46 per cento) e del Mediterraneo e del Medioriente (45 per cento), mentre quote meno rilevanti di risorse sono state allocate in altri continenti (Asia 6 per cento, Americhe 2 per cento ed Europa 1 per cento). Sottolinea che nell'Africa sub sahariana, destinataria degli importi maggiori, i principali beneficiari di aiuti a dono sono stati i Paesi ritenuti prioritari quali Etiopia, Mozambico, Sudan, Somalia e Senegal, seguiti da Kenya (Paese che ha beneficiato di un ingente programma di conversione del debito), Burkina Faso, Niger e Sud Sudan. Evidenzia che l'Etiopia ha mantenuto il suo tradizionale posto tra i principali beneficiari dell'APS italiano, con iniziative di cooperazione per un totale di 99 milioni di euro, di cui 65 milioni di euro a credito e circa 34 milioni di euro a dono.
  Segnala che nei contesti più problematici dal punto di vista della sicurezza, come ad esempio in Siria ed in Yemen, la DGCS è intervenuta grazie al supporto ed alla presenza in loco di organizzazioni internazionali, al complesso delle quali è stato destinato l'importo complessivo di 47.011.678,14 euro, inclusi anche gli interventi finanziati per le attività di sminamento umanitario.
  Evidenzia che, in relazione alle attività promosse attraverso le ONG, nel corso del 2015 la DGCS ha ritenuto ammissibili al finanziamento 42 nuove iniziative promosse da tali organismi, per un valore complessivo di circa euro 15.375.157,24.
  Sottolinea che quanto alle risorse finanziarie complessive per la Cooperazione allo sviluppo nell'anno 2015, la DGCS ha avuto a disposizione 879.034.890,00 euro.
  Ricorda che tale somma deriva dagli stanziamenti predisposti a favore della DGCS dalle leggi di stabilità e di bilancio, dagli stanziamenti derivanti dalle risorse del decreto missioni internazionali e dalla legge di ratifica della Terza Convenzione UE/ACP (Africa Caraibi e Pacifico). Rammenta che tale ultimo provvedimento è stato trasferito dalla competenza del MEF a quella del MAECI proprio nel 2015, a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 125 del 2014.
  In proposito ricorda che l'articolo 3 della legge n. 189 del 2014, che ratifica la Terza Convenzione UE/ACP, rimanda per la copertura degli oneri del provvedimento a risorse individuate in bilancio. Sottolinea che tali risorse, per ciascuna annualità del triennio 2014-2016, ammontavano a 470 milioni di euro e che identico stanziamento è previsto per il triennio in corso 2017-2019, ora che le risorse sono allocate nel capitolo 2306 dello Stato di previsione del MAECI (e non più nel capitolo 1647 del MEF).
  Quanto alla cooperazione a dono, segnala che il Comitato Direzionale della Cooperazione allo sviluppo ha adottato in tutto 272 delibere, per un totale di circa 453,8 milioni di euro, di cui circa 253,3 milioni sono stati destinati ad iniziative a dono mentre i crediti d'aiuto deliberati ammontano a 200,4 milioni.
  Evidenzia che per lo svolgimento delle sue attività, la DGCS si è avvalsa di un Pag. 87totale di 273 unità di personale, la distribuzione delle quali in ruoli e funzioni è riportata in apposita tabella. Ricorda che altre tabelle riportano analiticamente le retribuzioni del personale diplomatico, dei dirigenti amministrativi e degli esperti del MAECI.
  Segnala che la Relazione, nella settima sezione, descrive le attività di cooperazione allo sviluppo svolta dal MEF, riferendo del dibattito sul ruolo delle banche e dei Fondi multilaterali di sviluppo (BMS) nel contesto dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sull'efficiente gestione delle risorse e sui nuovi attori entrati a far parte del gruppo delle BMS, tra i quali la Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture (AIIB), fortemente voluta dalla Cina ed istituita nel giugno 2015, alla quale partecipa anche il nostro Paese con l'intento di rafforzare la struttura di governo dell'istituzione e di contribuire alla definizione delle sue strategie e priorità.
  Quanto all'impegno finanziario dell'Italia nei confronti delle BMS (Gruppo Banca mondiale, Fondo globale per l'Ambiente, Gruppo Banca interamericana di sviluppo, Banca asiatica di sviluppo, Banca africana di sviluppo, Banca di sviluppo dei Caraibi, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo-BERS) segnala che i pagamenti nel 2015 ammontano a 354,3 milioni di euro così ripartiti: circa 52,7 milioni di euro per le rate relative alla sottoscrizione degli aumenti di capitale nelle Banche, circa 6,6 milioni di euro per il Chernobyl Shelter Fund, istituito presso la BERS, e la parte rimanente a favore dei Fondi di Sviluppo.
  Infine, evidenzia che l'ottava sezione è dedicata alla cooperazione italiana attraverso gli strumenti di finanza innovativa, mentre la nona sezione riguarda le attività di cooperazione allo sviluppo promosse dalle altre Amministrazioni pubbliche (Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministeri dell'interno, della difesa, dello sviluppo economico, dell'ambiente, dei beni e delle attività culturali e del turismo, della salute; Comando Generale della Guardia di Finanza e altre Amministrazioni centrali) da regioni, province e comuni, da università ed altri enti pubblici.
  Evidenzia che l'ultima sezione, riporta un indice analitico di tutte le iniziative di cooperazione realizzate dalle varie Amministrazioni pubbliche italiane, che include tutti i progetti di cooperazione notificati fino a marzo 2016 per i quali ci siano stati, nel corso del 2015, impegni contabili e/o erogazioni di risorse pubbliche.
  Tutto ciò premesso, ribadisce l'esigenza che la Commissione possa approfondire questi contenuti procedendo ad un ciclo istruttorio con alcuni attori del nostro sistema di cooperazione allo sviluppo anche al fine di esprimere un parere a forte connotazione strategica e capace di imprimere all'azione italiana sulla cooperazione allo sviluppo una visione parlamentare che sia sintesi delle migliori istanze provenienti dalla società.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, nel ringraziare la relatrice, si riserva di intervenire nel prosieguo, ritenendo che anche in occasione della prevista audizione del Viceministro agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro, presso le Commissioni riunite affari esteri di Camera e Senato, potrà essere utilmente approfondita la visione di questo Governo rispetto all'azione italiana nell'aiuto allo sviluppo.

  Guglielmo PICCHI (LNA), nel ringraziare la relatrice per aver portato all'attenzione della Commissione i punti essenziali del provvedimento in esame, si rammarica a sua volta del ritardo con cui il Documento è stato trasmesso al Parlamento. Ritiene che, ormai, il ritardo nella trasmissione dei documenti che il Governo è tenuto a presentare al Parlamento sia prassi ricorrente e che ciò non permetta alle Camere di esercitare a pieno le proprie prerogative nell'attività di controllo sull'operato del Governo. Nel merito sottolinea che, nonostante l'aumento delle risorse stanziate, manca la previsione di Pag. 88progetti congiunti e in cofinanziamento con l'Unione europea. Segnala che, in questo settore, altri Paesi sanno sviluppare meglio i loro rapporti con Bruxelles rispetto all'Italia e riescono ad ottenere maggiore cofinanziamento da parte dei fondi europei di cooperazione. Ritiene che questa circostanza confermi che l'Italia è ancora molto indietro rispetto ad altri Paese, come conferma anche la circostanza che non si sia fatto cenno a questo aspetto.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, rispondendo al collega Picchi, segnala che nel Documento si evidenzia che l'Agenzia si doterà a breve di strumenti di cofinanziamento per favorire sinergie con le risorse europee e con risorse multilaterali. Inoltre, evidenzia che il nuovo ruolo di Cassa Depositi e Prestiti implicherà un'attenzione particolare al blending comunitario in riferimento alla tematica di come coordinare le risorse nazionali con quelle europee tramite nuovi strumenti finanziari. Sottolinea che il Viceministro Pistelli – oggi tale attività è svolta dall'Agenzia – aveva posto sempre maggiore attenzione alla cooperazione delegata dall'Unione europea all'Agenzia. Segnala che con il trust fund de La Valletta l'Italia è il Paese che in questo momento sta effettivamente utilizzando le risorse europee per contrastare le cause strutturali delle migrazioni con progetti per 60 milioni di euro europei, spesi attraverso le capacità operative della nostra Agenzia in sei Paesi diversi dell'Africa Subsahariana. Conclude dicendo che sotto questo profilo sono stati fatti tanti passi avanti, evidenziati anche nella sua relazione illustrativa.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.40.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 17 maggio 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 13.40.

DL 54/2017: Disposizioni urgenti per rafforzare i dispositivi connessi allo svolgimento del vertice dei Paesi del G7.
C. 4451 Governo.

(Parere alla IV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, nell'illustrare il provvedimento, segnala che, come recita la relazione che accompagna il provvedimento, il decreto-legge in titolo, anche in ragione delle recenti minacce terroristiche, persegue l'esigenza, di carattere straordinario ed urgente, di incrementare i dispositivi di sicurezza interna del Paese, al fine di garantire lo svolgimento del Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G7, che si terrà a Taormina il 26 e il 27 maggio 2017, prevenendo ogni rischio legato a minacce alla sicurezza, anche di natura terroristica.
  Come è noto, infatti, in tali date si svolgerà, a Taormina, il Summit della Presidenza italiana del G7, il vertice che, integrando il coordinamento economico globale di cui si occupa il G20, riunisce i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea. Ricordo che, in precedenza, l'Italia aveva già presieduto il Summit a Venezia nel 1980 e nel 1987, a Napoli nel 1994, a Genova nel 2001 e a L'Aquila nel 2009.
  Ricorda anche che il tema della Presidenza italiana del G7 è «Costruire le basi Pag. 89di una fiducia rinnovata» e che il programma di lavoro si articola attorno a tre pilastri fondamentali: la tutela dei cittadini; la sostenibilità economica, ambientale e sociale e la riduzione delle disuguaglianze, con particolare riferimento al tema delle donne; l'innovazione, le competenze e il lavoro nell'era della nuova rivoluzione della produzione.
  Passando ad illustrare brevemente i contenuti del decreto-legge al nostro esame, segnala che l'articolo 1 integra di 2.900 unità il contingente di personale militare delle Forze armate utilizzato per il piano di impiego relativo alla cosiddetta operazione «Strade sicure», che consiste nell'impiego di militari per il presidio del territorio in concorso con le Forze di polizia. Di tali unità, 1.923 saranno destinate a svolgere attività di vigilanza a siti e obiettivi sensibili a Taormina, 432 saranno destinate al rafforzamento dei dispositivi di vigilanza delle frontiere marittime ed aeree della Sicilia e della Calabria, nonché di altre aree di rischio e 545 saranno destinate alla sicurezza degli assetti militari di difesa dello spazio aereo e navale. L'articolo 2 reca la copertura finanziaria, quantificando l'onere relativo all'impiego del contingente in circa 5.360.000 euro, cui si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per le esigenze indifferibili in corso di gestione. Infine, l'articolo 3 reca la consueta disposizione concernente l'entrata in vigore del decreto-legge, che coincide con la data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  In conclusione, sottolinea l'importanza che il Summit del G7 di Taormina avrà dal punto di vista della politica estera e delle gravi crisi che oggi ci troviamo ad affrontare. Lo stesso Ministro Alfano, intervenuto davanti alle Commissioni affari esteri riunite della Camera e del Senato lo scorso 4 maggio e poi anche in Aula, ha ricordato come il Summit di Taormina sarà l'occasione per fornire un contributo concreto a sostegno di una soluzione politica realistica per la maggiore crisi del momento, vale a dire il conflitto siriano, nonché per tematizzare il sostegno al dialogo con la Russia.
  Il Vertice del G7 sarà, in generale, l'occasione per valorizzare la visione strategica dell'Italia rispetto all'impegno responsabile dei Paesi più industrializzati e sviluppati nei confronti del pianeta e delle questioni traversali di carattere internazionale, a partire dall'attuazione dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Fa presente che l'Italia ha assunto iniziative specifiche sull'uguaglianza di genere e sul tema dei cambiamenti climatici.
  È, pertanto, essenziale che quest'occasione di incontro tra i grandi della terra possa tenersi in condizioni di piena sicurezza rispetto a ogni tipo di minaccia, potendo così dare risalto anche alla cornice simbolica prescelta per questo Vertice che richiama il ruolo avanzato del Mezzogiorno d'Italia nella gestione della crisi migratoria in atto e nel fare fronte alla pressione e alla richiesta di sviluppo che proviene dai continenti più oppressi da povertà e conflitti.
  Alla luce di quanto fin qui esposto, propone che la Commissione esprima, quindi, un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alla relazione illustrata dalla relatrice.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI), in qualità di membro del Gruppo di lavoro parlamentare «Salute globale e diritti delle donne», segnala che tale Gruppo darà il proprio contributo al Vertice del G7 di Taormina in materia di tutela di diritti delle donne. Ricorda il recente convegno svolto presso la Camera dei deputati su questo tema cui hanno preso parte ben quarantacinque parlamentari delegate in rappresentanza di Paesi del G7 e del G20 e in occasione del quale il Gruppo di lavoro ha consegnato alla Sottosegretaria Boschi un appello indirizzato alla Presidenza Pag. 90italiana di turno del Vertice G7 di Taormina. Riconosce che la questione non attiene l'argomento del provvedimento in esame ma ritiene importante segnalare questa iniziativa anche in questa sede.

  Valentino VALENTINI (FI-PdL) dichiara l'assenso del suo gruppo sul provvedimento in titolo.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) preannuncia il voto di astensione del gruppo del Movimento Cinque stelle sul provvedimento in esame.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 13.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 13.55.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 17 maggio 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO.

  La seduta comincia alle 15.

Indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l'Artico.
Audizione di rappresentanti del CNR.
(Svolgimento e conclusione).

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Enrico BRUGNOLI, rappresentante del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), e Stefano VENTURA, rappresentante del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), svolgono una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono quindi i deputati Franco CASSANO (PD), Sandra ZAMPA (PD), Valentino VALENTINI (FI-PdL) e Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD).

  Enrico BRUGNOLI, rappresentante del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), e Stefano VENTURA, rappresentante del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), rispondono ai quesiti posti e forniscono ulteriori precisazioni.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.