CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 luglio 2013
47.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 138

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 2 luglio 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN indi del vicepresidente Manuela GHIZZONI.

  La seduta comincia alle 12.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
(COM(2012)629 final).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 201330 giugno 2014.
(17426/12).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013. (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 26 giugno 2013.

  Tamara BLAZINA (PD) evidenzia che gli atti in esame costituiscono documenti complessi che implicano interventi a diversi livelli, sia nazionale sia comunitario. In primis, precisa che la presentazione dei medesimi atti dovrebbe avvenire con tempi tali da permettere di dare loro forma compiuta e concreta attuazione. Rileva che, giunti ormai a metà del 2013, molti interventi ivi indicati sono stati effettuati. Tuttavia, alcune questioni delicate hanno già trovato realizzazione nell'ultimo vertice europeo e molti temi sono contenuti nella mozione approvata dalla Camera. Ritiene necessario che il Governo partecipi alla costruzione di progetti e programmi da accogliere mediante la più ampia condivisione, affinché non vi sia alcuna imposizione dall'alto delle politiche europee. Pag. 139Sottolinea due eventi importanti che avverranno il prossimo anno: le elezioni europee e la presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea nel corso del secondo semestre del 2014. Pone, inoltre, l'accento sull'opportunità di una «deburocratizzazione» dei procedimenti, intesa come capacità di alleggerire e rendere più snello l’iter procedurale di tali atti, facendo venire meno i cosiddetti «lacci e lacciuoli».
  Si sofferma, quindi, in modo particolare, sul terzo capitolo della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, con particolare riferimento al paragrafo concernente l'attività di comunicazione e informazione. Ricorda, in proposito, che il 2013 è l'anno europeo dei cittadini e che tale circostanza potrebbe essere proficuamente utilizzata per avviare un incisivo coinvolgimento delle scuole, in linea con quanto previsto nel capitolo indicato, essendo queste chiamate a svolgere – nel processo di sensibilizzazione verso i valori comunitari – un ruolo di notevole rilievo. Con riferimento, inoltre, al profilo delle infrazioni alla disciplina comunitaria, chiede al Governo di precisare se vi siano in atto procedure siffatte nelle materie di competenza della Commissione. Per quanto concerne l'istruzione, osserva che i temi proposti dal Governo nella sua relazione programmatica sono quelli esposti dal Ministro Carrozza nel corso della recente audizione congiunta presso le competenti Commissioni di Camera e Senato. Aggiunge che sarebbe opportuno ripensare il settore dell'istruzione, investendo nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici. Evidenzia, al riguardo, che, in un'ottica di valorizzazione della qualità della scuola, non si rilevano – nei documenti all'esame – molte azioni concrete elaborate da parte della Commissione europea e del Consiglio dell'Unione europea, ma solo enunciazioni di principio. Ritiene, invece, prioritario che vada sostenuta la mobilità internazionale non solo per gli studenti, ma anche per gli insegnanti, come i programmi Erasmus for all ed EURES (EURopean Employment Services). Aggiunge che un tema da non sottovalutare, nello spirito del cosiddetto Processo di Bologna, teso ad armonizzare i vari sistemi di istruzione superiore europei, è quello, non ancora del tutto risolto, del riconoscimento – all'interno dell'Unione europea – dei diplomi di studio, al fine del quale sarebbe opportuno attivare convenzioni bilaterali. Osserva, al riguardo, che esistono ancora troppe difficoltà che si frappongono a tale obiettivo, come quelle esistenti tra Trieste e Lubiana con riferimento ai diplomi di abilitazione italiani e sloveni.
  Il tema della lotta alla dispersione scolastica e quello dell'innalzamento del numero dei laureati in Italia, sempre in una cornice europea, sono altrettanto importanti nel processo di integrazione europea nel settore dell'istruzione. Richiama infine l'importante comunicazione della Commissione europea COM(2012) 669 final, del 20 novembre 2012, recante il seguente titolo: «Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici». Alla luce delle considerazioni svolte, preannuncia, quindi, il proprio orientamento favorevole in relazione ai provvedimenti in esame a condizione che siano recepite nella proposta di parere che la relatrice predisporrà le osservazioni da lei formulate.

  Maria MARZANA (M5S) si sofferma in particolare sulla relazione programmatica relativa alla partecipazione dell'Italia all'UE nell'anno 2013, rilevando che l'occupazione giovanile, che ha ormai superato il 40 per cento, richiede azioni volte a favorire il collegamento tra scuola e lavoro attraverso lo sviluppo di competenze di base e trasversali, nonché mediante un'istruzione che guardi in modo critico all'attuale modello socio-economico, incentivando oltre all'imprenditorialità la cooperazione e la formazione del cittadino europeo. Per far fronte alla problematica dell'occupazione, osserva che viene fissato come obiettivo prioritario la mobilità internazionale: se questo da un lato rappresenta occasione di scambio e arricchimento, dall'altro non può e non deve costituire l'unica scelta dei giovani italiani Pag. 140per trovare lavoro. Sottolinea, pertanto, di guardare con favore alle iniziative volte a favorire la transizione dei giovani al lavoro, basate anche su stage in contesti lavorativi sul territorio nazionale ed estero, tuttavia ritiene che si possano sostenere politiche che acconsentono supinamente a mandare braccia in giro per l'Europa, a discapito delle peculiarità che caratterizzano l'organizzazione sociale italiana e, in particolare, la sua struttura dei legami familiari, senza contare che gli investimenti dello Stato italiano sulla formazione dovrebbero contribuire a lungo termine allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. In questa ottica, evidenzia che il proprio gruppo si pone contro il potenziamento dell'istruzione tecnica e professionale, suggerita, se non addirittura imposta, dalla Germania della Merkel e avviata dal già Ministro dell'istruzione, università e ricerca, Gelmini. La mobilità che auspica, invece, non deve creare crepe nella coesione sociale, per non correre il rischio di diventare nuovamente complici, se non addirittura attori protagonisti, di una nuova emigrazione, che tanto ricorda quella degli anni ’50. In merito alla ricerca, ritiene opportuna l'introduzione di nuove tipologie di formazione dottorale che non vadano a sostituire quelle attuali, ma rappresentino la possibilità per lo studente di scegliere il percorso di studi a questi più congeniale, ottenendo un titolo alternativo a quello già previsto dal sistema universitario nazionale.
  Per quanto riguarda la Strategia Europa 2020, osserva che un altro obiettivo prioritario in relazione alle politiche dell'UE per l'istruzione e la formazione che trova il proprio gruppo in atteggiamento di forte contrarietà, è la gestione di finanziamenti pubblici e privati attraverso forme di partenariato. Accoglie, invece, con favore un dibattito sia a livello nazionale che europeo sul finanziamento dell'istruzione, purché non si avalli un modello che vorrebbe un disimpegno delle risorse pubbliche anziché un loro potenziamento, in settori così cruciali per la vita democratica di un Paese, come quelli della scuola e dell'università. Auspica, infine, che la politica italiana sostenga in Europa un sistema pubblico di formazione che sia in minima parte a carico degli studenti e che, pertanto, non preveda formule come quella del prestito d'onore, al fine di non far gravare sulle famiglie l'esercizio del diritto allo studio dei propri figli. Un modello che, nello stesso tempo, preveda un limitato intervento privato, al fine di non consentire alcun condizionamento dell'offerta formativa e di garantire benefici collettivi concretamente valutabili.

  Milena SANTERINI (SCpI) osserva che occorre tempo adeguato per procedere all'esame di documenti tanto rilevanti. In termini strategici, rileva che è indispensabile effettuare scelte precise e di priorità, non essendo possibile conseguire tutti gli obiettivi. Ritiene fondamentale, in proposito, uno sforzo europeo di coordinamento e la messa in convenzione delle misure per l'occupabilità. In materia di scambi internazionali, evidenzia che un rischio è rappresentato dalla società della tecnocrazia. Ricorda che la Commissione europea invita ad indirizzare l'istruzione e formazione verso i settori del turismo e dei beni culturali. Concorda con tale indirizzo, sottolineando come, in tali ambiti, risulti necessario operare un collegamento strategico e sinergico tra la valorizzazione dei beni culturali e la promozione turistica; settori che, allo stato attuale, risultano non adeguatamente connessi fra loro e promossi a livello nazionale. Aggiunge, inoltre, che il settore della formazione professionale mostra di essere in Italia notevolmente in ritardo, in particolare per quanto riguarda il servizio degli operatori dell'infanzia, che registra l'impiego di personale non strutturato. Sottolinea altresì che un altro valore fondamentale, che bisogna raggiungere anche mediante l'integrazione dei migranti, è quello della coesione sociale, per esempio a partire dalle comunità dei rom e dei sinti, che rappresentano una minoranza consistente in ambito europeo. Ritiene, infine, opportuno accogliere l'invito della Commissione europea, volto a Pag. 141favorire strategie integrative nei settori di competenza della VII Commissione.

  Irene MANZI (PD) osserva che i documenti sottoposti all'esame della Commissione giungono purtroppo in ritardo – pur giustificato dalle scadenze elettorali –, ma a pochi giorni dall'importante appuntamento del Consiglio europeo che ha visto, grazie anche al contributo del Governo italiano, porre un'attenzione importante e centrale al tema dell'occupazione giovanile, come richiamato nella stessa relazione. Rileva, quindi, che occupazione giovanile, istruzione e formazione costituiscono due importanti pilastri del programma di lavoro della Commissione e dell'Unione Europea nonché importanti linee di azione per il Governo. Si associa alle considerazioni di carattere generale svolte dai colleghi che l'hanno preceduta, evidenziando due aspetti che devono rappresentare campi di azione importanti per le istituzioni europee e su cui il Governo dovrà impegnarsi in modo particolare: il programma Erasmus for all e il programma Europa Creativa. Il primo rappresenta uno dei più importanti strumenti di integrazione europea tra le giovani generazioni, che purtroppo, attualmente, coinvolge in Italia solo l'1 per cento degli studenti – metà della media europea –, con una distribuzione nel Paese che vede una presenza al Nord doppia rispetto al Sud.
  Ritiene importante che la Commissione europea abbia riunito in un unico strumento tutti i programmi e gli strumenti operanti nel settore dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. Al momento, lo stanziamento proposto dalla Commissione europea è in attesa di conferma nell'ambito dei negoziati in corso tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea. Considera, però, indispensabile l'impegno per il mantenimento e il possibile aumento delle risorse proposte – pari a 19 miliardi di euro per il periodo 2014-2010 – per consentire il potenziamento di uno strumento importante per le giovani generazioni europee. Nell'ambito della sezione Cultura dei programmi di lavoro, considera molto positivamente il rinvio al programma Europa creativa, che potrà rappresentare un importante banco di prova per il Paese e per il settore delle industrie creative che rappresentano, anche alla luce del recentissimo rapporto Symbola – Unioncamere, un'occasione insostituibile di sviluppo e crescita, fattore trainante e di rilancio per molta parte dell'economia italiana, sicuramente una delle leve per ridare ossigeno ad un Paese messo a dura prova dalla perdurante crisi.
  Rileva che si tratta di un obiettivo su cui l'Italia non può fallire e a cui sarà necessario arrivare preparati, da subito, in modo da giungere – secondo le stesse parole della relatrice del programma al Parlamento europeo, Silvia Costa, di cui dà lettura – «a questa sfida con un assetto più adeguato e una maggiore capacità di progettazione che metta il Paese e gli operatori del settore culturale e creativo, in grado di cogliere l'opportunità». Aggiunge, ancora, che il Governo, attraverso i Ministeri competenti, potrà svolgere nel settore indicato un lavoro significativo di indirizzo, informazione e coordinamento rispetto alla platea dei soggetti interessati, istituzionali e no. È necessario infatti essere pronti all'importante appuntamento, condividendo scelte e priorità, senza rischiare di far sfumare opportunità concrete di sviluppo per il settore della conoscenza. Evidenzia, peraltro, l'assenza dalla relazione di un rinvio al principio della cosiddetta «eccezione culturale» nell'ambito degli accordi sul libero scambio e commercio tra Europa e Stati Uniti. Ricorda, invece, l'adesione del ministro Bray al documento redatto dalla ministra francese alla cultura e le parole del vice ministro Catricalà in proposito. Sottolinea, d'altra parte, che i ministri del commercio dell'Unione Europea hanno inteso estromettere l'ambito culturale dalla trattativa tra Europa e Usa; essendosi però in una fase ancora iniziale delle trattative, ritiene che, nell'ambito delle competenze della VII Commissione, vada richiamata l'importanza di tale principio. L'obiettivo fondamentale della creazione di una zona di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa Pag. 142non può, infatti, indurre a trascurare la peculiarità di un settore – come quello culturale e dell'audiovisivo in particolare – che non può essere trattato alla stessa stregua di una merce. Sottolinea quindi che quella promossa dai principali registi ed intellettuali europei non è una battaglia di retroguardia o di nazionalismo esasperato contro il «nemico americano», ma l'esatto opposto. In conclusione, ribadisce che il cinema, la musica, l'audiovisivo non rappresentano meramente delle merci, bensì concrete rappresentazioni dell'identità europea che richiedono regolamentazione, forme di sostegno e di tutela peculiari, nella produzione e nella distribuzione.

  Giancarlo GIORDANO (SEL) osserva che la tempistica di esame dei provvedimenti in titolo, li espone ad una disamina della Commissione che sembra ridicola. A tal proposito, ricorda che, se il programma investe diciotto mesi, non dovrebbe pervenire alle Camere sei mesi dopo il suo inizio. Ritiene contestabile, inoltre, l’aziendalizzazione di scuola e università, rilevando che il deficit di risorse a disposizione del Governo non consente una programmazione seria; la mancanza di azione in tale settore è deleteria. Con riferimento al programma Erasmus, poi, evidenzia che non si tratta più di un'opportunità per tutti, bensì di un privilegio per pochi. Ritiene, inoltre, l'obiettivo di riduzione del tasso di abbandono scolastico modesto e poco ambizioso, contestando, al contempo, una relazione che usa più volte la parola «impresa», ancora una volta in chiave aziendalista. Evidenzia quindi che l'approccio alle tematiche di competenza della Commissione dovrebbe essere nella direzione di una loro valorizzazione e non di una privatizzazione. Preannuncia, quindi, la propria astensione sui provvedimenti in esame.

  Elena CENTEMERO (PdL), relatore, alla luce delle interessanti osservazioni svolte dai colleghi, si riserva di formulare una proposta di parere volta a tenerne conto. Sottolinea che si tratta di temi rilevanti, soprattutto in riferimento al turismo sociale, alla tutela dei beni culturali e alla maggiore attenzione richiesta per l'esecuzione del processo di Bologna, anche attraverso accordi bilaterali e di partenariato. Sottolinea in particolare che nella recente riunione del CGIE, il Consiglio generale degli italiani all'estero, il Ministro Bonino ha evidenziato l'esigenza di tenere conto non tanto della fuga di cervelli, quanto di cervelli in movimento, con una definizione che condivide pienamente in quanto volta a favorire e non limitare le potenzialità di diffusione delle intelligenze esistenti in Europa. Riterrebbe, pertanto, opportuno sospendere brevemente la seduta proprio allo scopo di formalizzare in una proposta di parere le osservazioni emerse nel corso del dibattito.

  Manuela GHIZZONI, presidente, condividendo la proposta del relatore, propone di sospendere la seduta, per svolgere il seguito dell'audizione del vice ministro Catricalà e, quindi, la conclusione dell'esame dei provvedimenti in titolo.

  La Commissione concorda.

  Manuela GHIZZONI, presidente, sospende quindi la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12.55, è ripresa alle 13.30.

  Elena CENTEMERO (PdL), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni sui provvedimenti in esame (vedi allegato 1).

  Gianluca VACCA (M5S) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto contrario sulla proposta di parere del relatore, in quanto non sono state recepite le osservazioni formulate dal Movimento 5 Stelle. In particolare, non sono stati presi impegni stringenti per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 e, quindi, trasformata in condizione la relativa osservazione di cui al punto c) della proposta di parere del relatore. Ritiene invero necessario perseguire con più efficacia il principio Pag. 143del diritto allo studio, dichiarandosi contrario all'istituto del prestito d'onore: un modo per far sì che il settore pubblico si sottragga alle proprie responsabilità in materia di istruzione e che ha avuto poco successo anche nei Paesi europei in cui è stato istituito. Auspica quindi che la legge n. 240 del 2010, voluta dal Ministro Gelmini, sia rivista e non solo completata, come prevede invece il Governo attuale, riordinando anche l'istituto del dottorato di ricerca che va messo in connessione con l'attuale sistema produttivo. In questo ultimo caso, non si tratta di sostituire il sistema attuale con questo, ma di coordinarlo e aggiungerlo al sistema già esistente.

  Giancarlo GIORDANO (SEL) ribadisce, anche a nome dei deputati del suo gruppo, l'astensione sulla proposta di parere del relatore. Si tratta di una scelta dovuta alla tempistica della trasmissione dei documenti in esame che non ha permesso un compiuto approfondimento degli stessi. Evidenzia che si è preferito il percorso dell'astensione, alla presentazione di un parere alternativo a quello del relatore – che avrebbe dimostrato una contrarietà maggiore –, per evidenziare l'impotenza della Commissione cultura rispetto alla scelta del Governo di presentare gli atti in discussione con tanto ritardo.

  Maria COSCIA (PD) propone di aderire alla richiesta di trasformare l'osservazione di cui alla lettera c) della proposta di parere in condizione, formulata dal collega Vacca, ritenendo che le restanti osservazioni, troppo specifiche, potranno essere valutate in altri provvedimenti all'esame della Commissione.

  Elena CENTEMERO (PdL), relatore, accogliendo la richiesta dei colleghi Vacca e Coscia, riformula conseguentemente la propria proposta di parere, trasformando l'osservazione di cui alla lettera c), in condizione (vedi allegato 2). Si dichiara contraria, invece, ad inserire le ulteriori proposte del gruppo Movimento 5 Stelle, ritenendole in contrarietà con l'impianto dell'Unione europea; in ogni caso potranno essere considerate in altri provvedimenti. Precisa, al riguardo, che l'argomento del partenariato pubblico-privato potrà essere compiutamente affrontato in sede di esame del decreto-legge, cosiddetto del fare – attualmente all'esame di questo ramo del Parlamento – che all'articolo 8 espressamente prevede una specifica disciplina al riguardo.

  Antonio PALMIERI (PdL) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere, come riformulata dal relatore.

  Gianluca VACCA (M5S), accogliendo favorevolmente la scelta del relatore di riformulare la proposta di parere nel senso da lui richiesto, preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto di astensione. Precisa, in ogni caso, che le osservazioni espresse dal suo gruppo sono le stesse che il Ministro Carrozza ha manifestato nel corso della sua audizione presso il Senato, non in contrarietà, quindi, ma in continuità con l'Unione europea.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, come riformulata dal relatore (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 13.50.

AUDIZIONI

  Martedì 2 luglio 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN indi del vicepresidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il viceministro per lo sviluppo economico, con delega alle comunicazioni, Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 13.

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Seguito dell'audizione del viceministro per lo sviluppo economico, con delega alle comunicazioni, Antonio Catricalà, per gli aspetti di competenza della Commissione.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento e conclusione).

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce quindi l'audizione.

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ risponde ai quesiti e alle domande formulate, fornendo ulteriori elementi di valutazione e osservazione.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ringrazia il vice ministro per le esaurienti risposte rese e dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.30.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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