CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 luglio 2013
47.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 113

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 2 luglio 2013.

Audizione del Rappresentante della Presidenza dell'OSCE per il contrasto all'antisemitismo, Rabbino Andrew Baker.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.10 alle 12.15.

SEDE REFERENTE

  Martedì 2 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 12.15.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012.
C. 1247 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marina SERENI (PD), relatore, ricorda che il Protocollo in esame, concluso presso la sede dell'UNESCO a Parigi il 12 settembre scorso, disciplina il funzionamento Pag. 114del Segretariato del Programma mondiale di valutazione delle acque (World Water Assessment Programme – WWAP), con sede a Perugia.
  Segnala che il Programma è un'iniziativa delle Nazioni Unite, avviata nel 2000 per sviluppare politiche e pratiche di gestione che aiutino a migliorare la qualità delle risorse di acqua dolce e ad individuare situazioni di crisi idrica, fornendo studi, approfondimenti e proposte per superarle.
  Fa presente che, in questa prospettiva il WWAP coordina le azioni delle diverse agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di gestione delle risorse idriche favorendo un approccio «traversale» alla grande emergenza globale delle risorse idriche che sarà al centro dell'Esposizione mondiale di Milano del 2015 e costituisce uno dei grandi Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, sui quali questa Commissione ha meritoriamente lavorato nella pregressa legislatura e che continueranno ad essere, a suo avviso con certezza, al centro dell'attenzione della Commissione in questa legislatura.
  Osserva che il Segretariato, temporaneamente collocato presso la sede dell'UNESCO a Parigi, è stato spostato a Perugia, a seguito di una decisione adottata all'unanimità, nel febbraio 2006, dal Consiglio di coordinamento di UN Water, la piattaforma che raggruppa oggi le 27 istanze onusiane che si occupano di risorse idriche e 17 grandi organismi internazionali, a carattere associativo e scientifico, operanti nel settore.
  Rileva che il trasferimento a Perugia, a partire dal 2007, è stato successivamente disciplinato da due accordi, il primo di costituzione di un fondo fiduciario siglato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dall'UNESCO risalente al 2 febbraio 2007, e il secondo tra la Regione Umbria e l'UNESCO del 26 luglio 2007 per la messa a disposizione della sede di Villa «La Colombella».
  Ricorda che l'opzione del WWAP a favore del capoluogo umbro ha rappresentato un importante riconoscimento per la sensibilità espressa dalle Istituzioni umbre per tutela del vastissimo patrimonio di sorgenti, fonti termali e corsi d'acqua che caratterizza la regione e per l'importante investimento di mezzi e persone che l'Università per Stranieri di Perugia ha destinato agli studi sulle risorse idriche, attraverso la creazione del Centro di documentazione e ricerche sulle risorse idriche (WARREDOC) che, da più di venti anni, ha sede proprio nella Villa «La Colombella» di proprietà dell'Università.
  Evidenzia che nel novembre 2007 è stato siglato un Protocollo d'intesa tra Governo italiano ed UNESCO che ha evidenziato però una serie di criticità connesse al finanziamento degli oneri di attuazione.
  Segnala che, per risolvere definitivamente la questione della permanenza del Segretariato WWAP a Perugia, è stato avviato con l'UNESCO un nuovo negoziato sui contenuti economici del Protocollo 2007 che si è concluso con la firma del Protocollo in esame, in forza del quale l'Italia assicurerà al Segretariato del WWAP 1,653 milioni di euro l'anno, ovvero un contributo del 34 per cento circa inferiore a quello versato allo stesso scopo all'UNESCO nel periodo 2007-2012.
  Venendo sinteticamente ai contenuti dell'accordo, ricorda che l'articolo 1 è dedicato al funzionamento del Segretariato WWAP di Perugia: i contraenti si impegnano a dare allo stesso la continuità operativa nella sede di Villa «La Colombella» tenendo conto, tra l'altro, di quanto stabilito nel richiamato Accordo tra Regione Umbria ed UNESCO del 26 luglio 2007. L'articolo 2 concerne lo status e l'amministrazione del Segretariato WWAP. Quest'ultimo è parte integrante del Segretariato dell'Organizzazione parigina, nell'ambito della Divisione delle scienze idrologiche, ed è soggetto al controllo e all'autorità dell'UNESCO. L'articolo 3 riguarda le disposizioni finanziarie: al comma 1 si definisce l'ammontare del contributo finanziario che l'Italia si impegna ad erogare all'UNESCO, pari a 1,653 milioni di euro l'anno; al comma 2 si accenna ai tempi di erogazione Pag. 115e al comma 3 si specifica la necessità preventiva della ratifica dell'Accordo da parte del Parlamento.
  Nel fare presente che l'articolo 4 fornisce una lista di obiettivi e funzioni del Segretariato WWAP di Perugia e che l'obiettivo generale di cui al comma 1 riguarda la compilazione del Rapporto sullo stato delle risorse idriche mondiali, precisa, in proposito, che il prossimo Rapporto sarà pubblicato nel 2014 e successivamente su base annuale: la redazione del Rapporto costituisce la principale missione istituzionale del Segretariato del WWAP.
  Segnala che il comma 2 stabilisce le funzioni principali, tra cui il supporto agli Stati membri per la valutazione dell'efficienza e dell'efficacia di programmi e decisioni nazionali in materia di politica idrica e monitoraggio dello stato di attuazione dei diversi obiettivi, inclusi gli Obiettivi di sviluppo del Millennio; la realizzazione di rapporti sulla situazione delle acque con particolare riferimento alla disponibilità e all'utilizzo sui singoli piani nazionali; l'assistenza agli Stati membri perché sviluppino e migliorino le capacità di raccolta e analisi dei dati per le proprie iniziative in tema di politica idrica.
  Sottolinea in particolare la rilevanza, sotto il profilo occupazione e della promozione della ricerca scientifica nel nostro Paese, dell'articolo 5 che disciplina le diverse, potenziali attività congiunte Italia-UNESCO in ambito WWAP, tra le quali: la produzione di rapporti informativi sui progressi fatti, sia su scala regionale che globale, nel raggiungimento dei traguardi stabiliti dagli Obiettivi di sviluppo del Millennio connessi all'acqua; l'organizzazione di programmi di formazione su scala regionale e nazionale nello specifico settore.
  L'articolo 6 prevede la diffusione da parte di Italia e UNESCO dei risultati delle ricerche del Segretariato UNESCO di Perugia, anche tramite la rete globale dei Comitati idrologici nazionali.
  L'articolo 7 istituisce uno scambio regolare di informazioni tra le Parti sulle attività del Segretariato UNESCO di Perugia, che potrà avvenire anche attraverso la previsione di incontri periodici.
  L'articolo 8 concerne i privilegi e le immunità, prevedendo l'applicazione della Convenzione del 1947 sui privilegi e le immunità delle Agenzie specializzate delle Nazioni Unite, alla quale l'Italia ha aderito il 30 agosto 1985. Osserva, in particolare, che l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto opera per gli acquisti di importo superiore al limite stabilito dalla legislazione nazionale per le organizzazioni internazionali in Italia.
  L'articolo 9 disciplina i rapporti di lavoro tra l'UNESCO e il suo personale in forza presso il Segretariato UNESCO di Perugia, rinviando alla legislazione propria dell'Organizzazione internazionale.
  L'articolo 10 concerne il regolamento delle controversie relative all'applicazione o all'interpretazione del Protocollo d'intesa.
  L'articolo 11 contiene le disposizioni finali relative all'entrata in vigore, alla validità ed alle modifiche del Protocollo d'intesa. In particolare, l'Accordo entrerà in vigore al ricevimento reciproco di notifica scritta circa il completamento delle procedure interne di ratifica dello stesso. Eventuali modifiche all'atto internazionale dovranno essere apportate mediante accordo scritto.
  Rileva che il disegno di legge, già approvato dal Senato il 19 giugno scorso, oltre alle consuete disposizioni riguardanti l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, reca, all'articolo 3, norma di copertura di finanziaria: a tale proposito si prevede che agli oneri derivanti dalle spese di missione di cui agli articoli 5 e 7 del Protocollo, valutati in euro 2.260 a decorrere dall'anno 2013, e dalle rimanenti spese di cui agli articoli 3 e 8 pari a euro 2.313.000 a decorrere dall'anno 2013, si faccia fronte mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per Pag. 116l'anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
  Nell'auspicare una celere conclusione dell’iter di approvazione del disegno di legge, sottolinea che, come è noto ai colleghi presenti nella scorsa legislatura, il Protocollo, ponendo termine ad un'annosa diatriba che ha rischiato di compromettere la presenza stessa del WWAP in Italia, riveste una grande valenza sul piano della nostra proiezione internazionale.
  Osserva che è noto, infatti, come le crisi legate alla gestione delle acque sul territorio italiano abbiano finito per configurarsi come una vera e propria emergenza nazionale ed una priorità dell'agenda politica italiana. Proprio il fatto di ospitare il Segretariato del WWAP che dovrà redigere, nel 2014, il Rapporto periodico sullo sviluppo mondiale delle risorse idriche, può rappresentare, a suo avviso, non solo un valore aggiunto per gli interessi specifici nazionali, per la sua peculiare conformazione orografica ed idrogeologica ma anche un'occasione significativa per un attento monitoraggio sulla qualità dei servizi idrici e sulle politiche di gestione delle risorse d'acqua nel nostro Paese.
  Nel ribadire che il nuovo Protocollo consente economie evidenti sul piano del funzionamento – pari a più del 30 per cento rispetto all'accordo del 2007 – ed apre all'ipotesi di progetti congiunti tra Governo italiano, l'UNESCO e gli enti locali, auspica che l'accordo abbia significative ricadute occupazionali.
  Rileva che nel Protocollo, infatti, viene giustamente riconosciuto che lo Stato che ospita e finanzia, sia pure parzialmente, un'attività internazionale ha anche il dovere e il diritto di trarne iniziative d'interesse rilevante per il Paese ospitante.
  Si dichiara certa che il riconoscimento di questa ownership sia il modo più coerente per gestire in termini più responsabili e finanziariamente sostenibili il nostro rapporto con gli organismi multilaterali che hanno sede in Italia. Si tratta, a suo avviso, di un approccio, più dinamico ed innovativo del passato, e della conferma di un'opzione italiana per un multilateralismo intelligente, che non punta soltanto al «prestigio» derivante dall'ospitare le sedi di importanti organizzazioni internazionali, ma sa fare i conti con le priorità finanziarie, economiche ed occupazionali che segnano l'agenda politica del nostro Paese.

  Marta DASSÙ, viceministro degli affari esteri, desidera rivolgere un saluto al presidente Cicchitto e ai componenti della Commissione trattandosi del suo primo impegno presso la Commissione esteri in qualità di rappresentante del Governo.
  Con riferimento al disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Protocollo in esame, ricorda che il funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment è fortemente voluto e perseguito dal nostro Paese.
  Rileva che il nuovo Protocollo d'intesa, oggi in discussione, realizza un risparmio di risorse del 34 per cento rispetto alle previsioni dell'accordo risalente al 2007.
  Segnala, in particolare, l'importanza dell'articolo 5 del Protocollo d'intesa che prevede le attività congiunte Italia-UNESCO in ambito WWAP tra le quali, particolare rilevanza, riveste quella della produzione di rapporti informativi sui progressi fatti nel raggiungimento dei traguardi stabili dagli Obiettivi di sviluppo del Millennio post 2015 connessi all'acqua che costituiscono per l'Italia un essenziale impegno in vista dell'EXPO 2015.
  Condivide l'auspicio espresso dall'Onorevole Sereni in ordine alle potenziali ricadute occupazionali derivanti dalla ratifica del Protocollo.
  Osserva che l'accordo in esame, oltre ad individuare meccanismi più sostenibili e attenti di finanziamento dei progetti, costituisce un nuovo modo di guardare alla cooperazione internazionale in quanto, per la prima volta, ai paesi, in questo caso l'Italia, che finanziano o ospitano programmi internazionali è data la possibilità di gestire tali programmi in base alle priorità da loro identificate.
  Sottolinea, quindi, che si tratta di un precedente importante da far valere presso le organizzazioni internazionali anche in futuro.

Pag. 117

  Vincenzo AMENDOLA (PD), nel dare il benvenuto al viceministro degli affari esteri, Marta Dassù, esprime il suo sostegno a quanto illustrato dall'Onorevole Sereni nella sua relazione e segnala il carattere specifico e strategico del Protocollo in esame che interviene su un tema, quello dell'acqua, sul quale si gioca il futuro di molte crisi che caratterizzano l'attuale situazione geopolitica.
  Desidera ricordare, al riguardo, che circa il 60 per cento delle risorse idriche è concentrato attualmente in soli nove paesi e che, parallelamente, il 40 per cento della popolazione mondiale è afflitto dalla carenza di acqua.
  Fa notare, pertanto, che l'acqua è un bene comune, un diritto da garantire per tutti e che proprio la sua mancanza può generare disuguaglianze e contribuire alle cause che innescano conflitti, quale, per esempio, quello che coinvolge in Medio Oriente gli israeliani e palestinesi.
  Nell'evidenziare che la localizzazione a Perugia della sede del WWAP costituisce un motivo di vanto per l'Italia, segnala il fondamentale apporto che sarà dato al Programma dall'Università per Stranieri di Perugia.
  Ribadisce, infine, la valenza importante della collaborazione tra Italia e Nazioni Unite sul tema dell'acqua per garantire il rispetto di questo diritto fondamentale e assicurare un'adeguata qualità della vita alle popolazioni.

  Carlo SIBILIA (M5S), nel segnalare l'opportunità di svolgere adeguati approfondimenti, anche in sede di esame dei pareri che perverranno dalle altre Commissioni competenti in sede consultiva, fa presente che l'acqua costituisce un punto programmatico di primaria importanza per il Movimento 5 Stelle.
  Nel ricordare la sua provenienza dall'Irpinia, località che costituisce in ordine di grandezza il secondo bacino idrico europeo e fornisce le risorse idriche a gran parte del sud Italia, esprime soddisfazione per il ruolo assunto dal nostro Paese a livello internazionale su questo tema testimoniato anche dal Protocollo oggi in discussione.
  Esprime apprezzamento per quanto affermato dal viceministro Dassù in ordine alla necessità, perseguita anche dall'accordo oggetto della presente ratifica, di individuare meccanismi di finanziamento dei programmi internazionali più razionali e più efficienti rispetto ai risultati da perseguire.
  Nel condividere le osservazioni del collega Amendola sull'importanza di garantire alle popolazioni adeguate risorse idriche anche al fine di arginare le crisi regionali e globali, rileva che a livello nazionale il problema dell'acqua necessita di un'ulteriore riflessione.
  Al riguardo, ricordando che con il referendum del 2011 i cittadini italiani avevano deciso con chiarezza che l'acqua deve essere considerato un bene pubblico e quindi non privatizzato, osserva che, a distanza di due anni, non è stato dato seguito alla consultazione popolare.
  Nell'auspicare, pertanto, una rapida attuazione della volontà referendaria, si associa a quanto affermato dall'onorevole Sereni in relazione alla speranza che dalla ratifica di questo protocollo possano discendere positive ricadute occupazionali.

  Arturo SCOTTO (SEL), nell'esprimere apprezzamento per la relazione dell'onorevole Sereni e nel salutare il viceministro Dassù, dichiara il sostegno del suo gruppo a una rapida conclusione del procedimento di ratifica del Protocollo in esame. Giudica positiva la scelta di Perugia quale sede del Segretariato del Programma WWAP e ritiene molto importante che l'Italia si candidi a capofila di quei paesi interessati a proseguire lo studio sui modelli per un possibile sviluppo sostenibile.
  Si associa alle considerazioni del collega Sibilia riguardanti la necessità di attuare quanto stabilito dai cittadini all'esito del referendum del 2011 sulla privatizzazione dell'acqua, ossia di garantirne la natura di bene pubblico, e sottolinea Pag. 118l'ambizione dell'obiettivo del Programma WWAP finalizzato a sviluppare politiche di gestione che migliorino la qualità delle risorse idriche.
  Giudica positivamente il risparmio economico realizzato dal presente Protocollo rispetto a quanto stabilito nel 2007 e osserva che l'attuale difficile congiuntura economica impone una rigorosa attenzione nell'utilizzo delle risorse, anche al fine di rendere effettive quelle positive ricadute occupazionali, derivanti dall'accordo oggetto della ratifica, auspicate dall'onorevole Sereni nella sua relazione.
  Al riguardo, sottolinea che l'aver insediato la sede del Segretariato a Perugia costituisce una grande opportunità per i giovani studenti dell'Università per gli Stranieri impegnati negli studi sulle risorse idriche.
  Nell'evidenziare l'opportunità di concludere in tempi rapidi la procedura di ratifica del Protocollo, osserva che il Parlamento dovrà seguire attentamente il lavoro del Segretariato, i suoi costi di gestione nonché le sue ricadute sociali sul territorio.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.40.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 2 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 12.40.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
(COM(2012)629 final).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014.
(17426/12).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti in titolo.

  Deborah BERGAMINI (PdL), relatore, ricorda che il Parlamento esamina congiuntamente la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2013 ed il programma di lavoro della Commissione europea per il medesimo anno, nonché il programma di 18 mesi del Consiglio, relativo al periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014, nel quale si alternano alla presidenza Irlanda, Lituania e Grecia.
  L'esame, svolto in sede referente dalla Commissione Politiche dell'Unione europea, è finalizzato a valutare le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso, in esito al quale la Camera può definire indirizzi generali per l'azione dell'Italia a livello europeo. Si tratta della prima sessione che si svolge nella XVII legislatura e rappresenta anche la prima attuazione della legge 24 dicembre 2012, n. 234, che ha innovato la disciplina della partecipazione dell'Italia all'Unione europea. In base all'articolo 13 di tale legge, il Governo è tenuto a presentare due relazioni: una a consuntivo (entro il 28 febbraio dell'anno successivo a quello di riferimento) ed una programmatica (entro il 31 dicembre di ogni anno). Quest'ultima contiene indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo.Pag. 119
  Desidera segnalare che quest'anno la relazione era stata presentata dal Ministro per gli affari europei nello scorcio finale della XVI legislatura, il 22 gennaio 2013; ed è stata ripresentata, dopo lo scioglimento e la ricostituzione delle Camere, il 5 giugno 2013. In tutta evidenza, tale evenienza incide significativamente sulla procedura parlamentare in corso, che resta comunque un'occasione per fare il punto sulla partecipazione dell'Italia all'UE, naturalmente tenendo conto dei successivi sviluppi e in particolare delle Conclusioni del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno scorsi.
  Segnala che la Commissione è chiamata ad esaminare i temi relativi alla dimensione esterna dell'Unione e al processo di integrazione europea dal punto di vista istituzionale. Altri temi di interesse contenuti nei documenti riguardano immigrazione, asilo, contrasto al terrorismo nonché l'energia.
  Quanto alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) evidenzia che l'obiettivo indicato dal Governo nella relazione programmatica per l'anno 2013 è quello di contribuire attivamente alla progressiva elaborazione di una vera politica estera comune che consenta all'UE di parlare con una sola voce su tutte le principali questioni dell'agenda globale specialmente quelle relative al vicinato meridionale, all'area balcanica oltre alle altre crisi regionali.
  Rileva che tale scopo è ancora ben lontano dall'essere raggiunto. A suo avviso occorrerebbe rafforzare il ruolo di coordinamento dell'azione esterna dell'Unione che il trattato di Lisbona ha affidato all'Alto rappresentante/Vice presidente della Commissione nonché ottimizzando l'impiego dei diversi strumenti PESC a disposizione (misure restrittive, Rappresentanti speciali e delegazioni dell'UE, capacità civili e militari per la gestione delle crisi). Sul tema ricorda anche la Risoluzione ONU del 3 maggio 2011 – adottata con il forte sostegno e contributo italiano – sullo status rafforzato dell'UE in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
  Circa il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), richiama la risoluzione adottata dal Parlamento europeo il 12 giugno 2013 che sottolinea l'esigenza di ottenere maggiori risultati in termini di sinergia, coordinamento tra le istituzioni, leadership politica e visibilità. Della questione discuterà anche la Conferenza per il controllo parlamentare sulla PESC/PSDC che si svolgerà a Vilnius (Lituania) dal 4 al 6 settembre 2013, con l'intervento dei rappresentanti della nostra Commissione.
  Fa presente che dovrà essere riservata particolare attenzione, tra gli altri, al tema del miglioramento delle sinergie tra le delegazioni dell'UE e le rappresentanze degli Stati membri, sia sotto il profilo dello scambio di informazioni che di quello della condivisione di immobili e servizi per contenere i costi di funzionamento delle strutture. Sempre relativamente alla riforma del SEAE, segnala la necessità, rilevata dal Governo, di garantire efficienza e trasparenza nelle procedure di selezione dei funzionari e di assegnazione degli incarichi apicali che, mi preme sottolinearlo, sono ancora ricoperti da un numero insufficiente di nostri concittadini.
  Per quanto riguarda la Politica di sicurezza e di difesa comune pone l'attenzione su un passaggio cruciale quale quello legato al Consiglio europeo di dicembre 2013 che dovrebbe sollecitare gli Stati membri a fornire capacità adeguate alle future sfide, sia nel settore civile che in quello della difesa.
  Osserva che nella relazione programmatica il Governo ha indicato, alcune necessità prioritarie, ribadite dal Ministro Bonino nel corso della sua audizione presso la Commissione quali l'individuazione delle modalità per attualizzare i principi cardine della PSDC; l'integrazione dell'approccio civile e militare alla pianificazione e gestione delle missioni; l'individuazione di un nuovo processo europeo di pianificazione della difesa; la valorizzazione delle forze multinazionali e la ricerca di nuove forme di finanziamento comune; l'aggancio degli investimenti per Pag. 120la difesa alle strategie pro crescita; lo sviluppo di un mercato unico per la difesa e l'allargamento della collaborazione nella formazione militare europea. Ricorda al riguardo che il Commissario europeo competente per l'industria, Antonio Tajani, ha annunciato l'imminente presentazione di una comunicazione per un piano strategico volto a rafforzare il mercato interno e la competitività dell'industria della difesa europea.
  Evidenzia che significativo rilievo ha assunto nella relazione programmatica il tema dell'allargamento e delle prospettive di integrazione dell'area balcanica. Al riguardo, il Governo indica quale obiettivo imprescindibile la piena adesione all'UE dei paesi dei Balcani occidentali e della Turchia. Questa posizione è stata ribadita dal ministro Bonino, nel corso dei lavori della conferenza «The State of Union», tenutasi il 9 maggio scorso a Firenze quando ha affermato che nel 2014 ricorrerà il centenario della prima guerra mondiale circostanza, questa, che potrebbe costituire l'occasione per portare a compimento il processo di adesione all'Europa dei Paesi dei Balcani.
  Con riferimento alla Turchia ricorda che, nel corso dell'informativa tenutasi al Senato lo scorso 27 giugno dopo quella svolta alla Camera lo scorso 12 giugno 2013, il ministro Bonino, ha sottolineato l'importanza della decisione del Consiglio di far ripartire il negoziato sui capitoli, lamentando che, dopo aver avviato il processo di adesione della Turchia all'UE, alcuni paesi europei e l'Europa in generale lo hanno abbandonato, proprio nel momento in cui vi era più bisogno di sostenere il consolidamento degli standard democratici di quel Paese. Segnala che la questione turca è stata oggetto di una risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 13 giugno 2013 in cui si esprime profonda preoccupazione per l'uso sproporzionato ed eccessivo della forza nella reazione alle manifestazioni cui stiamo assistendo in queste settimane.
  Nell'esprimere soddisfazione per il fatto che la Croazia da ieri ha aderito all'Unione europea, desidera rimarcare che altri Paesi, quali la ex Repubblica iugoslava di Macedonia, l'Islanda, il Montenegro e la Serbia hanno ottenuto lo status di Paesi candidati all'adesione. Considera un successo dell'Italia che il Consiglio europeo abbia deciso di avviare i negoziati di adesione con la Serbia tenendo la prima conferenza intergovernativa non più tardi del gennaio 2014.
  Nel segnalare che la relazione si occupa poi di Politica di vicinato non mi sofferma sul tema in quanto la Commissione sta esaminando in questi giorni la Comunicazione congiunta della Commissione europea e della Alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
  In materia di politica energetica, ricorda che gli obiettivi fissati dall'UE sono quelli di conseguire entro il 2020 la riduzione delle emissioni di CO2 del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990; di raggiungere la quota del 20 per cento di produzione di energie rinnovabili e di migliorare del 20 per cento l'efficienza energetica riducendo il grado di dipendenza dell'Europa dai Paesi fornitori di energia e di aumentare, conseguentemente, il tasso di autonomia nella produzione di energia.
  Al riguardo la priorità della politica italiana, come sottolineato dalla relazione in esame, è costituita dalla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di infrastrutture energetiche transeuropee. Sulla base di tale regolamento, approvato il 17 aprile 2013, sarà stilata una prima lista di «Progetti di Interesse Comune» per la realizzazione dei corridoi prioritari, destinatari dei finanziamenti europei.
  Quanto ai temi della collaborazione con i paesi terzi, degli accordi internazionali e della politica commerciale, il programma di lavoro della Commissione afferma che la dimensione esterna è fondamentale per promuovere la crescita e la competitività nel 2013 e negli anni successivi.
  La Commissione ricorda, in particolare, che la conclusione di accordi con Giappone e Stati Uniti potrebbe aumentare il Pag. 121PIL dell'UE dell'1-1,5 per cento e creare quasi un milione di posti di lavoro, aprendo nuovi mercati ai prodotti e servizi europei.
  Passando rapidamente in rassegna i rapporti dell'Unione con i paesi terzi, iniziando dagli Stati Uniti, ricorda che la relazione afferma che UE e USA insieme rappresentano la più importante relazione economica bilaterale al mondo: il commercio transatlantico e gli investimenti sono cresciuti rapidamente negli ultimi anni e al momento UE e USA insieme sono responsabili di oltre il 49 per cento del prodotto interno lordo mondiale, del 33 per cento del commercio mondiale in beni e del 42 per cento in servizi. Il prossimo 8 luglio a Washington si terrà il primo round negoziale per il partenariato in materia di commercio e investimenti tra UE e USA che riguarderà, tra l'altro, la questione delle tariffe (per rimuovere i dazi sugli scambi agricoli e commerciali); le regole di origine; le misure di difesa commerciale e gli appalti pubblici. Non saranno trattati invece i servizi audiovisivi per superare, sul tema, il veto minacciato dalla Francia con l'eccezione culturale opposta dal Presidente Hollande.
  A suo avviso, l'esigenza assoluta di fare piena chiarezza sul cosiddetto «Datagate» non può tuttavia essere strumentalmente adoperata per vanificare questo importantissimo dossier.
  Sempre con riferimento allo stato delle relazioni tra l'Unione europea e i principali partner strategici segnala, relativamente alla Cina, che il Partenariato strategico si è ampliato e rafforzato nel corso del tempo, includendo temi quali affari esteri, sicurezza, cambiamenti climatici e governance economica mondiale. Fa presente che il prossimo Vertice bilaterale si dovrebbe tenere a settembre 2013.
  Per quanto riguarda il Giappone, segnala che il Vertice bilaterale previsto nel marzo di quest'anno è stato rinviato a data da destinarsi a causa della crisi di Cipro.
  Con riferimento all'ASEAN – Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico – precisa che l'UE sta per avviare, nel luglio 2013, i negoziati per un accordo di libero scambio con il Vietnam. Proseguono i negoziati con Tailandia e Malesia, mentre si sono conclusi con successo quelli con Singapore. L'UE è disponibile a negoziare accordi anche con gli altri paesi della regione, confidando nella conclusione, in futuro, di un accordo globale regionale.
  Sempre sull'area dei Paesi orientali, la relazione programmatica accenna all'India, ricordando che sono stati fatti progressi sostanziali a partire dall'avvio dei negoziati nel 2007.
  Giudica molto importante, poi, sarà il prossimo Vertice con la Federazione Russa, previsto per dicembre 2013, e finalizzato a proseguire i negoziati per un nuovo accordo che dovrebbe, tra l'altro, fornire un quadro complessivo delle relazioni bilaterali.
  Quanto all'America meridionale osserva che l'accordo di libero scambio con il MERCOSUR dovrebbe coprire non soltanto lo scambio di beni ma anche servizi, investimenti, appalti pubblici e sviluppo sostenibile. UE e MERCOSUR hanno concordato di scambiarsi le offerte su dazi doganali e quote entro la fine del 2013. Anche nel Vertice tenutosi il 25 gennaio 2013 con il Brasile i due Partner hanno evidenziato, riguardo alla cooperazione commerciale ed economica, la forte volontà politica di concludere in tempi brevi l'accordo di associazione tra l'UE e il MERCOSUR.
  Relativamente ai paesi africani il documento si sofferma sul Sudafrica segnalando che il prossimo vertice è previsto a settembre 2013.
  Ricorda che il prossimo 25 settembre 2013, durante la sessantottesima Assemblea generale dalle Nazioni Unite, si farà il punto sugli sforzi fin qui compiuti nell'attuazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio al fine di prefigurare il quadro per il post-2015. Su tali questioni, la Commissione è stata sensibilizzata nella scorsa legislatura dal Comitato permanente presieduto dall'Onorevole Pianetta.
  Segnala al riguardo che la Commissione ha presentato la comunicazione Pag. 122«Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile».
  Quanto al finanziamento della cooperazione allo sviluppo, la Commissione europea ha proposto, per il periodo 2014-2020, un volume complessivo di 30.319 milioni di euro poi ridotto dal Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 a 26.984 milioni di euro.
  La relazione afferma, inoltre, che l'Italia continuerà a collaborare allo scopo di migliorare il coordinamento e rendere gli aiuti più efficaci, puntando sulla «cooperazione delegata» in base alla quale la Commissione o gli Stati membri delegano ad un altro Stato membro i fondi per la gestione di iniziative di cooperazione. Si tratta di una novità fondamentale che ha portato per la prima volta, nello scorso 29 novembre 2012, il Ministero degli affari esteri italiano a vedersi accreditato dalla Commissione europea per la gestione di programmi di cooperazione allo sviluppo finanziati sugli strumenti di azione esterna dell'UE.
  La relazione dedica poi ampio spazio alle politiche in tema di migrazione e asilo ricordando che proprio la migrazione è da qualche anno una delle priorità strategiche delle relazioni esterne dell'UE. Tra le iniziative assunte di recente, segnala la comunicazione del 22 maggio 2013 della Commissione contenente proposte per massimizzare l'incidenza della migrazione sullo sviluppo e rafforzare la cooperazione globale in questo settore. Al riguardo rileva che il Governo, quanto alle tematiche dell'immigrazione e del controllo delle frontiere, ha posto l'accento sul processo di aggiornamento di Schengen, sul rafforzamento di Frontex, sulla conclusione degli accordi di riammissione UE, sugli sviluppi del processo Eurosur per il controllo delle frontiere, e soprattutto sul dialogo tra l'Unione europea e i Paesi terzi (specie quelli che si affacciano sul Mediterraneo). Fa presente che il 25 marzo 2013 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio scolastico, tirocinio, attività di volontariato e alla pari. Si tratta di un importante segnale di apertura dell'Unione ai giovani provenienti dai Paesi mediterranei.
  La relazione programmatica 2013 del Governo si occupa poi del contrasto del terrorismo nella sua dimensione transnazionale e della criminalità organizzata, con particolare riferimento ai piani operativi di azione e ai progetti che riguardano le criticità localizzate nei Balcani occidentali, nelle rotte sud – sud est, nel confine greco turco, e nelle aree di crisi del Mediterraneo vicine al Nord Africa. Di particolare rilievo è il pacchetto di iniziative della Commissione relative alla sicurezza delle reti e dell'informazione. Al riguardo ricorda una comunicazione sulla Strategia dell'Unione europea per la cibersicurezza dello scorso febbraio e una proposta di direttiva recante misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell'informazione in virtù, in particolare, della realizzazione di un sistema sicuro di scambio di informazioni su rischi ed incidenti informatici.
  Nel passare all'analisi del contenuto dei documenti relativamente al processo di integrazione ed ai profili istituzionali dell'Unione europea, segnala che il programma di lavoro della Commissione europea e la relazione programmatica del Governo attribuiscono rilievo prioritario al completamento del sistema di governance economica europea, con particolare riferimento ai profili della costruzione di un'autentica Unione economica e monetaria, in particolare dando attuazione alla tabella di marcia approvata dal Consiglio europeo di dicembre 2012 nonché alle strategie volte a promuovere la crescita e l'occupazione.
  Proprio in coerenza con la tabella di marcia, fa presente la Commissione europea ha presentato il 20 marzo 2013 due comunicazioni che hanno avviato una consultazione sulle opzioni per realizzare un maggiore coordinamento delle politiche economiche, incluse le misure per la crescita e l'occupazione: la prima relativa alla creazione di uno strumento di convergenza e competitività per sostenere finanziariamente, Pag. 123attraverso appositi accordi contrattuali, gli Stati membri in difficoltà economico-finanziarie ad intraprendere le riforme necessarie in tempi rapidi, la seconda sul coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica.
  Ribadisce nuovamente che i documenti oggi in esame sono da leggere alla luce dei successivi sviluppi fino alle conclusioni del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno scorsi che ha portato avanti il progetto dell'unione bancaria e del meccanismo di vigilanza unico.
  Al riguardo evidenzia che il Consiglio europeo ha altresì aumentato le risorse disponibili per l'occupazione giovanile salite a 8 miliardi di euro, consentendo una maggiore flessibilità nello spostamento delle risorse inutilizzate da un capitolo all'altro del bilancio. Il Consiglio europeo ha poi chiuso definitivamente la partita del quadro finanziario e del sistema di risorse dell'UE per il periodo 2014-2020. Segnala che, per quanto di interesse della Commissione, il quadro prevede per la rubrica 4 «Ruolo mondiale dell'Europa» uno stanziamento complessivo di 58.704 milioni di euro (lo stanziamento delle prospettive finanziarie 2007-2013 era di 56,815 milioni di euro). Non sono ancora stati approvati gli stanziamenti per i singoli strumenti finanziari compresi nella rubrica 4.
  La relazione, nel ricordare che nell'ambito del Quadro finanziario 2007-2013, l'Italia è stato il terzo contribuente in termini assoluti al bilancio UE, rende nota la posizione negoziale del nostro paese su questo tema, caratterizzata – a differenza di quella degli altri Stati membri contribuenti netti come l'Italia – da un approccio globale ispirato ad un uso efficiente delle risorse, alla necessità che l'Unione abbia risorse adeguate ai suoi compiti, opponendosi alle proposte volte ad una forte riduzione del bilancio dell'UE (proposte in particolare avanzate da Germania, Regno Unito, Svezia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca, Austria).
  Nel riservarsi di presentare una proposta di parere da esaminare nelle prossime sedute, osserva che, dall'analisi degli atti oggi in discussione, si può ricavare un quadro che testimonia l'attuale inadeguatezza della politica estera comune. A suo avviso, la mancanza di un'effettiva integrazione della politica estera europea è poi confermata dai recenti sviluppi delle crisi regionali come quella siriana. A ciò si aggiunge la difficile congiuntura economico-finanziaria che affligge molti Paesi dell'Unione e che rischia di acuire il disinteresse verso la realizzazione di una più efficace azione esterna dell'Unione. Osserva che questo sarebbe un errore da evitare poiché gli sforzi per realizzare una politica estera comune non devono essere intesi come un inutile esercizio che distoglie l'energia dell'Unione dai dossier economici.
  Evidenzia che è vero invece il contrario ossia che la valorizzazione della politica estera comune, dei rapporti di vicinato, del processo di allargamento, della politica commerciale, della politica di difesa e sicurezza comune costituisce una fondamentale opportunità perché solo favorendo un'autentica integrazione politica aumentano le possibilità di superare la grave crisi economica che ha colpito l'eurozona. Auspica che tale prospettiva possa prevalere nel prossimo futuro e diventare uno degli assi portanti della presidenza italiana dell'Unione europea nel secondo semestre del prossimo anno.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.05.