CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 settembre 2017
879.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12209 Placido: Sulle procedure per stabilire il divieto di coltivazione di sementi OGM.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rilevo anzitutto che, in attuazione della Direttiva europea n. 412 del 2015, il decreto legislativo n. 227 del 2016 contempla un meccanismo che consente all'Italia di scegliere se limitare o vietare su tutto il territorio nazionale, o parte di esso, le coltivazioni di OGM autorizzate a livello europeo.
  In sostanza, il divieto di coltivazione è ora deciso dallo Stato membro anche in presenza di un'autorizzazione europea. Pertanto, l'attuale sistema normativo consente di intervenire su tutti i nuovi OGM per i quali verrà chiesta l'autorizzazione europea alla coltivazione.
  In ogni caso ad oggi, né per il mais, né per altre specie, alcuna richiesta è stata presentata per l'immissione in commercio di nuovi OGM.
  Quanto alla coltivazione degli OGM già autorizzati alla coltivazione, o in corso di autorizzazione, ricordo che nel nostro Paese è stato disposto, in via definitiva, il divieto di coltivazione di tutte le varietà di mais mon810 e di tutti i mais transgenici che risultano ancora in corso di autorizzazione all'immissione in commercio.

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ALLEGATO 2

5-12210 Schullian: Sulla riunificazione delle dichiarazioni di vendemmia e di produzione vinicola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Faccio riferimento all'interrogazione a risposta immediata formulata dall'On. Schullian, per chiarire quanto segue.
  Il Regolamento (CE) n. 436/2009 stabilisce che i produttori vitivinicoli dichiarino annualmente le quantità di uve e di vino ottenute nella campagna produttiva in corso e che gli Stati Membri comunichino alla Commissione UE le relative informazioni entro il 15 aprile di ogni anno.
  A livello nazionale, tali obblighi erano disciplinati dal decreto ministeriale 8 ottobre 2004, dal decreto ministeriale 16 dicembre 2010 nonché da apposita circolare AGEA, pubblicata ogni anno all'inizio della campagna vendemmiale.
  L'impianto delle dichiarazioni, a livello nazionale, ha subito nel tempo un appesantimento e nel corso degli anni si sono evidenziate diverse criticità che hanno avuto impatti negativi sia sulla gestione e programmazione nazionale del settore vitivinicolo che sul sistema delle comunicazioni obbligatorie alla Commissione UE.
  Tenuto conto delle problematiche operative delle normative europee e a seguito di numerosi incontri con i rappresentanti delle regioni e provincie autonome e di tutta la filiera, abbiamo elaborato, di concerto con Agea Coordinamento e Sin, un nuovo modello di dichiarazione che puntasse alla semplificazione, ed alla riduzione degli oneri burocratici per i produttori.
  In quest'ottica sono stati stabiliti nuovi termini di scadenza per la presentazione delle dichiarazioni, il 15 novembre per la dichiarazione di vendemmia ed il 15 dicembre per la dichiarazione di produzione.
  Al fine di risolvere le problematiche sollevate dagli Onorevoli interroganti in seguito all'introduzione dei registri telematici per il settore, stiamo lavorando per rendere le dichiarazioni di vendemmia e di produzione direttamente ricavabili dai registri telematici, senza più nessun onere di compilazione da parte dei produttori. L'impegno è di rendere operativa tale previsione già dalla prossima campagna vitivinicola.

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ALLEGATO 3

5-12211 Zaccagnini: Sull'avvio di progetti di New Breeding Techniques (Nbt) nel nostro Paese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via generale, l'emissione deliberata nell'ambiente degli OGM ha da sempre destato forti preoccupazioni nell'opinione pubblica, al punto che sperimentazione in pieno campo e coltivazione tendono ad essere erroneamente intese come attività equivalenti e destinate ad essere soggette alle stesso tipo di provvedimenti da parte di questo Ministero.
  Per quanto riguarda la coltivazione, questo Ministero ha promosso l'emanazione del decreto interministeriale 13 luglio 2013, con la quale è stata vietata nell'intero territorio nazionale la coltivazione del mais MON810, unico OGM autorizzato a tale uso nel territorio europeo.
  Il Ministero ha collaborato attivamente ai lavori preparatori per il negoziato tra Commissione e Parlamento europeo che ha portato all'emanazione della direttiva 2015/412/UE dell'11 marzo 2015, che conferisce agli Stati membri la possibilità di decidere in modo autonomo sulla coltivazione di un dato OGM e ne ha curato direttamente il recepimento con il decreto legislativo 14 novembre 2016, n. 227.
  Sul fronte della ricerca, con la mozione del 21 maggio 2013, la IX Commissione agricoltura del Senato ha impegnato il Governo a sostenere e potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola e biologica.
  Anche nel corso del negoziato europeo relativo all'emanazione della direttiva 2015/412/UE, gli Stati membri hanno assunto l'impegno davanti al Parlamento europeo che la direttiva in questione non avrebbe dovuto in alcun modo ostacolare la ricerca in biotecnologie.
  Nell'ambito della ricerca in biotecnologie genetiche vegetali, si evidenzia che oggi l'interesse della comunità scientifica risiede maggiormente nelle nuove tecniche di miglioramento genetico, le New Breeding Techniques, piuttosto che negli OGM tradizionali.
  Si tratta di tecniche avanzate di miglioramento genetico che, grazie alla sempre crescente disponibilità di informazioni a livello genomico delle diverse specie, si candidano a rivoluzionare in maniera decisiva il panorama delle strategie utilizzabili per il miglioramento genetico delle piante agrarie.
  Difatti, questo Ministero si è già adoperato con l'obiettivo di promuovere la ricerca nazionale in tale direzione, stanziando ben 21 milioni di euro nella legge di stabilità 2016 per il finanziamento del più importante progetto di ricerca pubblica nel nostro Paese, nel cui contesto è previsto il miglioramento genetico attraverso l'uso di biotecnologie genetiche diverse da quelle utilizzate per gli OGM.
  Si è ritenuto di promuovere l'uso delle new breeding techniques limitatamente alla generazione di mutazioni per il miglioramento delle colture tipiche italiane in termini di maggiore sostenibilità, adattamento ai cambiamenti climatici, valore nutrizionale. Tale iniziativa viene realizzata in accordo con la normativa vigente in materia.
  Infine, considerato il notevole interesse nei confronti di questo nuovo settore, il Ministro, nel marzo 2016, ha inviato una lettera alla Commissione europea affinché elabori una nuova proposta legislativa in materia e stabilisca l'applicabilità o meno della normativa europea sugli OGM alle nuove tecnologie.

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ALLEGATO 4

5-11212 Oliverio: Sulla valorizzazione, nell'ambito delle trattative per l'Accordo UE-Cina, dei vini DOC delle regioni meridionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Premetto che già da alcuni anni si sta sviluppando un negoziato fra l'UE e Cina, volto alla reciproca registrazione e protezione di una lista di indicazioni geografiche europee e cinesi.
  Il negoziato, tuttavia, non si è ancora concluso, a causa di difficoltà per trovare un giusto equilibro fra le posizioni della Cina e dell'UE – quest'ultima incoraggiata da Paesi come Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo – in vista di un risultato ambizioso.
  Va, altresì, precisato che la lista cui fanno cenno gli Onorevoli è stata pubblicata in Cina lo scorso 3 giugno (analoga pubblicazione è avvenuta nella Gazzetta Ufficiale dell'UE, serie C 177, di pari data), per accertare «se tali IIGG debbano essere protette in forza dell'Accordo come indicazioni geografiche, ai sensi dell'articolo 22, paragrafo 1, dell'Accordo TRIPS».
  La citata pubblicazione ha il solo scopo di permettere a persone fisiche o giuridiche che abbiano un interesse legittimo, residenti o stabiliti in Cina o in un paese terzo, la presentazione di eventuali opposizioni alla registrazione di tale protezione mediante una dichiarazione debitamente motivata. Inoltre, sono ricevibili soltanto le dichiarazioni di opposizione, pervenute entro due mesi dalla data della pubblicazione.
  Al riguardo, faccio presente che sono giunte numerose opposizioni inerenti numerose e storiche indicazioni geografiche italiane, da parte di soggetti statunitensi contrari alla loro protezione nel Paese asiatico.
  La lista dell'UE comprende 100 indicazioni geografiche, di cui fanno parte 26 italiane la cui inclusione è avvenuta, tenendo presente che, nel corso del tempo, a) rappresentano una parte assai rilevante delle esportazioni dell'Italia nel settore agroalimentare in senso lato, anche in riferimento alla Cina e b) riguardano la presenza di casi di uso improprio nel Paese asiatico, ad esempio, Asiago, Fontina Gorgonzola, Parmigiano Reggiano, Chianti, Montepulciano d'Abruzzo, e altro, da parte di soggetti locali e non che hanno presentato le citate opposizioni.
  Rilevo altresì, che si sta ancora negoziando la possibilità di creare, in futuro, un meccanismo di aggiornamento delle liste, una volta che l'accordo di che trattasi entrerà in vigore e i cui criteri sono ancora in corso di valutazione fra le Parti.
  L'Amministrazione, in costante raccordo con il MISE e il MAECI, segue l'evoluzione del negoziato con grande attenzione, avendo come obiettivo il conseguimento di un risultato ambizioso, in grado di assicurare una reale protezione in Cina alle Indicazioni Geografiche e, conseguentemente, l'espansione delle nostre esportazioni in quel continente.

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ALLEGATO 5

5-11213 Catanoso Genoese: Sulle problematiche nei controlli informatici per i pagamenti autorizzati da Agea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come previsto dalla regolamentazione europea, a partire dal periodo di programmazione 2014-2020, le Regioni sono chiamate a definire preventivamente le regole di controllo delle domande previste per le diverse misure dei rispettivi PSR.
  Questa attività, per le regioni gestite dall'Organismo pagatore AGEA, viene svolta utilizzando le funzionalità informatiche messe a disposizione dalla Rete Rurale Nazionale sul sistema VCM (Verificabilità e Controllabilità delle Misure), attraverso il quale le Regioni specificano le modalità con le quali eseguire detti controlli, oltre a quelli obbligatori prescritti dalla regolamentazione UE. Questo principio generale viene applicato sia alle misure cosiddette a superficie, sia alle misure ad investimento.
  Anche nel caso specifico della misura 11 (Agricoltura biologica) la regione siciliana ha provveduto a definire i criteri di ammissibilità delle domande stabiliti nella scheda di misura e nel Bando.
  Preciso al riguardo che, per quanto riguarda l'annualità 2015, sono state presentate 5.245 domande ed AGEA, sulla base delle regole di controllo stabilite dalla Regione, ha eseguito i pagamenti a favore di 1.833 aziende per un importo di oltre 10,6 milioni di euro.
  All'inizio della prossima settimana è prevista la consegna alla regione ed ai CAA dell'elenco delle aziende e delle particelle che attualmente non consentono – in base ai criteri di controllo definiti dalla regione stessa – di completare positivamente l'istruttoria automatizzata di ammissibilità.
  Subito dopo la correzione delle anomalie, AGEA provvederà ad effettuare in tempi rapidi un ulteriore ciclo di pagamenti automatizzati.
  Per quanto riguarda la disponibilità degli applicativi informatici per poter gestire le istruttorie manuali sulla misura 11 del 2015, rilevo che questi sono stati completati a fine agosto con le ultime funzionalità ed è già stato fissato un apposito incontro con la Regione per definire il piano di formazione degli istruttori regionali.
  Pertanto, il sistema implementato da AGEA nel SIAN per la misura 11 del 2015, consentirà a breve di completare i pagamenti su tutte le domande ammissibili, purché siano state effettuate le attività di correzione delle anomalie ancora esistenti.