CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 settembre 2017
875.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05625 Zanin: Sul progetto per un «Erasmus allargato» ai Paesi africani.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto ringraziare l'On. Zanin per avere sollevato un tema che riveste grande importanza per il Governo. Come ha recentemente dichiarato il Ministro Alfano, «l'Africa ha assunto un rilievo di priorità assoluta nella politica estera italiana» e numerose sono le iniziative recentemente lanciate dalla Farnesina per sviluppare e promuovere progetti multisettoriali di cooperazione italo-africana, tra i quali rientra il rafforzamento della collaborazione inter-universitaria.
  In primo luogo, ricordo che la Farnesina permette ogni anno a studenti africani di frequentare e di laurearsi presso le università italiane, offrendo loro numerose borse di studio.
  Nell'anno accademico 2017-2018, nell'ambito del bando ordinario per l'erogazione di borse di studio in favore di studenti stranieri interessati a studiare in Italia, sono state offerte 1.245 mensilità (su un contingente complessivo di 3.837) in favore di studenti provenienti da 28 Paesi africani per sostenere la loro formazione accademica nelle università italiane. Tenuto conto che il borsellino mensile è di 900 euro, si tratta di uno stanziamento complessivo di 1.120.500 euro.
  Nell'ambito del medesimo anno accademico, la Farnesina erogherà, inoltre, ulteriori borse di studio speciali in favore di giovani africani per un totale di 219 mensilità, che corrispondono a 207.225 euro, per finanziare corsi di dottorato presso l'istituto Europeo di Fiesole e corsi di laurea magistrale in lingua inglese nei settori dell'ingegneria, dell'economia, del design e dell'architettura nell'ambito del Programma Invest Your Talent in Italy.
  Ricordo, inoltre, che molti dei progetti co-finanziati dalla Farnesina nell'ambito del bando Scambi Giovanili 2017 riguardano e coinvolgono Paesi africani. I principali obiettivi perseguiti dalle attività progettuali riguardano la partecipazione attiva dei giovani alla vita sociale e politica; l'inserimento professionale; l'inclusione sociale dei giovani; la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed ambientale; la sensibilizzazione dei giovani ai valori della tolleranza, del pluralismo e della solidarietà sociale.
  A dimostrazione della grande importanza che la Farnesina attribuisce alla formazione dei giovani africani, si sottolinea che diversi Paesi del continente sono stati riconosciuti di interesse prioritario per il sistema della formazione superiore italiana, nel quadro della Strategia 2017-2020, elaborata di concerto con il MIUR e presentata alla Farnesina lo scorso marzo. I Paesi africani riconosciuti come prioritari sono l'Algeria, l'Angola, il Camerun, l'Egitto, l'Etiopia, la Libia, il Marocco, il Mozambico, e la Tunisia.
  Ritengo doveroso, inoltre, ricordare che un'importante azione di sostegno verso le Università straniere, nel contesto delle iniziative di promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero, è rappresentato dalla rete dei lettorati e delle cattedre di italiano alla cui istituzione e funzionamento il MAECI contribuisce con contributi assegnati in base alle richieste. Pag. 54
  In secondo luogo, la Cooperazione italiana allo sviluppo conduce diversi progetti volti a rafforzare le istituzioni universitarie dei Paesi africani, a promuovere la ricerca e a migliorare la formazione professionale. Nel 2016, il Sistema Italia ha erogato un ammontare complessivo di 22.544.538 euro per attività di cooperazione nei settori dell'istruzione superiore e dell'alta formazione, una cui componente significativa è appunto legata alla cooperazione universitaria. Gli interventi si sono concentrati prevalentemente in Somalia, Mozambico e Burkina Faso.
  In terzo luogo, per quanto riguarda la particolare situazione dei Paesi coinvolti in situazioni di emergenze umanitarie e di crisi democratiche citate dall'On. Interrogante, il Ministero dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca segue da vicino varie iniziative in materia di riconoscimento dei titoli e accesso alla formazione superiore dei rifugiati, sia in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiani, sia con il Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche.
  Infine, per quanto riguarda l'attivazione di una sorta di «Erasmus allargato» ricordo che nel 2013 è stato istituito «Erasmus+» il programma dell'Unione che ha riunito i programmi pre-esistenti nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. In tale ambito, di fatto già esistono strumenti ad hoc finalizzati alla mobilità di studenti dai Paesi africani verso l'Europa. L'Italia partecipa a tale programma attraverso la rete delle istituzioni della formazione superiore italiana, co-finanziando le borse di studio degli studenti e dei docenti in arrivo.
  L'Unione europea, inoltre, pur avendo nel settore istruzione delle competenze limitate, nei confronti dell'Africa sostiene e promuove l'istruzione superiore tramite programmi quali la «Intra-Africa academic mobility scheme», del valore di 20 milioni di Euro. Esso mira a rafforzare la cooperazione tra le università africane e a favorire l'accesso a un'istruzione di qualità per gli studenti africani attraverso una maggiore mobilità e scambi tra i paesi del continente. A tale iniziativa si aggiunge, il Programma «Tuning Africa» che contiene due progetti nel settore istruzione: 1) il progetto «Armonizzazione dell'istruzione superiore in Africa», del valore di 5 milioni di euro, ha lo scopo di sostenere la creazione di uno spazio africano dell'insegnamento superiore; 2) il progetto «Sostegno alla rete panafricana dei Master in traduzione e interpretazione», del valore di 4,7 milioni di euro intende formare studenti che lavoreranno nel mercato africano dei servizi di traduzione e interpretazione.
  In conclusione, il Governo è ben consapevole che il vero potenziale del continente africano risiede nella creatività e capacità di innovazione della sua giovanissima popolazione, inclusa quella femminile. Al fine di contribuire ad una crescita sostenibile e nella prospettiva di affrontare i problemi delle migrazioni in forma strutturale, il Governo continuerà ad investire nel settore della formazione dei Paesi africani, anche valorizzando il ruolo e l'attrattività delle istituzioni accademiche e dei centri di ricerca italiani.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-12104 Quartapelle Procopio: Sull'impiego del Fondo per l'Africa di cui all'articolo 1, comma 624, della legge 11 dicembre 2016, n. 232.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ricordato dall'On. interrogante, le iniziative finanziate dal Fondo Africa mirano al contrasto dell'immigrazione irregolare e del traffico di esseri umani, attraverso interventi che, come più volte sottolineato dal Ministro Alfano, rafforzano il legame fra solidarietà e sicurezza. Può trattarsi di misure di cooperazione allo sviluppo, di protezione dei più vulnerabili, ma anche di programmi per formare le autorità di frontiera e giudiziarie, per fornire strumenti utili per il controllo dei flussi e per la lotta al traffico di esseri umani, per accogliere e assistere migranti e rifugiati. Tali interventi, che devono essere realizzati perseguendo l'obiettivo prioritario del pieno rispetto dei diritti umani, possono essere attuati dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo o da altre Amministrazioni dello Stato così come, a livello internazionale, dall'UE, dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dall'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), il cui coinvolgimento è molto importante per assicurare al meglio la tutela del diritto alla protezione internazionale e preparare i rimpatri volontari assistiti per i migranti economici.
  Le risorse finora deliberate a valere sul Fondo per l'Africa (circa 140 milioni di euro) sono state distribuite primariamente a favore di Niger (48 per cento delle risorse deliberate), Libia (29 per cento), Tunisia (8,5 per cento) e Ciad (7 per cento). Questi Paesi rivestono priorità strategica, poiché svolgono un ruolo centrale nella gestione dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Altre risorse sono state allocate per Etiopia, Sudan, Senegal, Mali, Gambia, Guinea Conakry, Guinea Bissau.
  I settori di impiego delle risorse riguardano principalmente aiuti al bilancio e al sostegno di attività di gestione delle frontiere, iniziative di sostegno ai rimpatri volontari assistiti, attività di sostegno allo sviluppo delle comunità locali, attività di assistenza e protezione dei rifugiati e di altre categorie vulnerabili.
  Credo sia importante sottolineare che gran parte del Fondo Africa finanzia interventi cosiddetti «daccabili», ovvero che concorrono al graduale riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo italiano alla media dei Paesi OCSE.
  Entrando più nel dettaglio dell'utilizzo delle risorse, 13 milioni di euro sono stati erogati nel settore migrazioni e sviluppo della programmazione dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, così ripartiti: 3 milioni di euro per la realizzazione del progetto per le zone a rischio elevato socio-economico (Zarese) in ambito agricolo in Niger; 1 milione di euro per la realizzazione di un progetto dell'UNICEF per la protezione dei minori in Sudan; 2 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di assistenza a 4 campi di rifugiati in Etiopia (da erogarsi a breve); 3,5 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di creazione di occupazione nel settore tessile in Etiopia attuato dall'UNIDO; 3,5 milioni di euro per la realizzazione di un programma regionale in Africa occidentale (Senegal, Mali, Gambia, Guinea Conakry, Guinea Bissau, Pag. 56Niger) attuato dall'Alto Commissariato per i Diritti Umani per la protezione dei minori.
  Ulteriori finanziamenti sono previsti a favore di progetti attuati dall'Agenzia, che saranno formalizzati negli ultimi mesi dell'anno.
  Abbiamo poi assicurato un forte sostegno al Trust Fund della Valletta con finanziamenti che hanno contribuito a rendere l'Italia il primo donatore del medesimo fondo. In particolare, abbiamo destinato:
  15 milioni di euro per il partenariato UE-OIM nel Sahel, e prioritariamente per il Niger, per l'assistenza ai migranti e la realizzazione di rimpatri volontari assistiti dei migranti in transito;
  50 milioni di euro a sostegno del Niger per permettere alle unità di polizia e di sicurezza di garantire un più capillare controllo del vasto territorio desertico, impedendo ai trafficanti di spingere i migranti verso la pericolosissima rotta attraverso il deserto libico. Si tratta di un intervento volto a favorire l'attuazione del piano nigerino di contrasto al traffico di esseri umani attraverso misure di sostegno alle Autorità di frontiera, nonché di sostegno ai migranti che si dovessero trovare bloccati in Niger. L'attuazione di tali misure sarà monitorata tramite il Trust Fund dell'Unione europea;
  10 milioni di euro per il finanziamento del programma presentato alla Commissione europea dal Ministero dell'interno di sviluppo di capacità a supporto delle autorità libiche per lo sviluppo di un sistema di gestione integrata delle frontiere e dell'immigrazione; ulteriori 2,5 milioni sono stati impegnati a favore del Ministero dell'interno per realizzazione di ulteriori attività dello stesso piano;
  10 milioni di euro a favore del Ciad per sostenere riforme in materia di sicurezza e rafforzare le capacità di gestione delle frontiere.

  Ulteriori interventi che concorrono in parte alla valutazione dell'Italia come Paese donatore secondo i criteri OCSE-DAC consistono in: 18 milioni di euro per l'OIM per la realizzazione di attività del Piano d'azione dell'OIM in Libia, e, nello specifico: rimpatri volontari assistiti; informazione e assistenza ai migranti in difficoltà; sostegno alle comunità locali; 10 milioni di euro per la realizzazione di attività del piano d'azione dell'UNHCR in Libia, e, nello specifico: assistenza ai rifugiati e ai migranti; miglioramento delle condizioni nei centri di detenzione; sostegno alle comunità locali. È stato poi deliberato lo stanziamento di 2,7 milioni di euro destinati all'UNODC per progetti di cooperazione giudiziaria in Africa Occidentale e Africa Orientale e come contributo al Global Programme Against the Smuggling of Migrants.
  L'unico degli interventi finora approvati che non concorre alla valutazione dell'Italia secondo i criteri OCSE-DAC è il finanziamento di un pacchetto di progetti per la Tunisia del valore di 12 milioni di euro, già impegnato ed ora in fase di erogazione progressiva a favore del Ministero dell'interno per interventi a sostegno delle autorità tunisine nella lotta al traffico di migranti. In particolare, per un maggior controllo delle frontiere marittime (con la manutenzione delle motovedette già in servizio); per favorire rimpatri più celeri e per formare una polizia di frontiera più efficiente nella lotta ai trafficanti.
  Credo che tutti possiamo concordare sul fatto che quello migratorio è un fenomeno di lungo periodo. L'obiettivo strategico come più volte sottolineato dal Vice Ministro Giro è quello di assicurare un impegno italiano duraturo nella lotta contro le cause profonde delle migrazioni e di garantire un adeguato e continuativo sostegno economico ai Paesi di transito. È un approccio che il Ministro Alfano ha promosso con la Conferenza ministeriale «solidarietà e sicurezza», svoltasi alla Farnesina lo scorso 6 luglio alla presenza dei principali Paesi africani di transito, oltre che a quella dei Paesi europei maggiormente Pag. 57impegnati nella cooperazione in materia migratoria. In tale circostanza, ricordo che siamo riusciti a ottenere un accresciuto impegno, anche finanziario, dei Paesi europei a sostegno dei principali Paesi africani di transito.
  In questo quadro, la Farnesina intende attivarsi per rendere strutturale il Fondo per l'Africa e auspica un suo rifinanziamento nella prossima legge di bilancio.
  Questo nella consapevolezza che non esiste una soluzione tutta italiana alla questione e che serve il contributo di tutti. Per questo siamo pronti, da un lato a continuare a sostenere le azioni delle principali organizzazioni internazionali attive in ambito migratorio, come OIM e UNHCR. Dall'altro, continueremo a sensibilizzare i partner europei affinché sostengano maggiormente l'impegno italiano, ad esempio offrendo aiuti e solidarietà ai Paesi di origine e transito dei flussi migratori maggiormente impegnati nella gestione condivisa dei flussi migratori, sostenendo OIM e UNHCR e partecipando con nuovi finanziamenti al Trust Fund della Valletta e agli altri strumenti adottati dall'UE per far fronte alla sfida delle migrazioni internazionali.