CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 giugno 2017
843.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-11634 De Lorenzis: Documento di bilancio Alitalia-SAI per il 2016.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  La procedura di amministrazione straordinaria di Alitalia è stata disposta con decreto del Ministro dello sviluppo economico ai sensi del d.l. 347/03, in data 2 maggio 2017, su istanza della medesima società.
  Si premette che, a differenza della cd Prodi-bis (d.lgs. 270/99), nel caso del decreto Marzano l'apertura della procedura è rimessa al Ministro dello sviluppo economico con una procedura d'urgenza e, successivamente, interviene la dichiarazione dello stato di insolvenza da parte del competente Tribunale.
  Come è noto, la richiesta di amministrazione straordinaria è intervenuta a seguito del diniego dei lavoratori sulla proposta di accordo sui livelli occupazionali e retributivi individuati nel Piano di risanamento elaborato dalla società per la soluzione negoziata della crisi.
  L'istruttoria tecnica del Ministero è stata svolta sulla base della documentazione prodotta dalla società, costituita, tra l'altro dal bilancio al 31 dicembre 2015 e dalla situazione patrimoniale al 28 febbraio 2017, sulla base della quale era stato predisposto il predetto piano, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società il 15 marzo 2017. Il Piano medesimo è stato altresì oggetto di verifica da parte dell'attestatore incaricato della predisposizione della relazione ex articolo 67, terzo comma, lett. d) L.Fall., attestante, tra l'altro, la fattibilità e la veridicità dei dati aziendali.
  Dalla situazione finanziaria illustrata nella relazione al 28 febbraio 2017 emergeva pienamente la gravità della crisi finanziaria della Società, essendosi determinato l'insorgere sia della fattispecie di cui all'articolo 2446 del codice civile (perdite, al netto delle riserve, superiori a un terzo – euro/mgl 34.368 – del capitale sociale) nonché di quella contemplata dall'articolo 2447 c.c. (riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale).
  La bocciatura del Piano predisposto dalla Società e la circostanza che la situazione di gravissimo dissesto emergesse già dalla citata situazione patrimoniale aggiornata al 28 febbraio 2017, hanno reso indifferibile il ricorso da parte della società alla amministrazione straordinaria, quale procedura concorsuale conservativa in grado di evitare l'imminente interruzione delle attività e hanno costituito elementi istruttori ampiamente sufficienti a dimostrare la condizione di insolvenza della società medesima. Appare, infatti, indubbio che con la presentazione della citata situazione patrimoniale aggiornata alla data del 28 febbraio 2017 risultassero soddisfatti gli oneri informativi a carico dell'imprenditore funzionali alla dichiarazione dello stato di insolvenza, come appare indubbio che la disposizione di cui all'articolo 5 d.lgs. 270/99, per quanto applicabile alle procedure regolate dalla legge Marzano, sia volta ad evitare che la situazione di insolvenza sia occultata attraverso la presentazione di dati risalenti nel tempo.
  La predetta valutazione, è stata, del resto, confermata dal competente Tribunale di Civitavecchia che, con sentenza in data 11 maggio 2017, ha dichiarato lo stato di insolvenza della Alitalia Sai esprimendosi in tal modo «considerato che la documentazione contabile allegata fornisce elementi indiziari gravi precisi e concordanti in ordine alla esistenza dello Pag. 131stato d'insolvenza, avuto riguardo all'ultimo bilancio depositato (all.6), che registra una perdita d'esercizio pari a euro 408 ml ed un rapporto di 1 a 2 tra attivo circolante e debiti, ed alla situazione patrimoniale aggiornata al 28 febbraio 2017 (all.3), che riporta un patrimonio netto negativo di 11 ml, perdite – solo nel periodo 1o gennaio 2017-28 febbraio 2017 – per euro 205 ml ed un rapporto di 2 a 5 tra attività e passività correnti, evidenziando il perdurare di una situazione di oggettiva impotenza economica di natura non transitoria».
  Nel confermare che il bilancio al 31 dicembre 2016 non è stato approvato dai competenti Organi societari ai quali soli spetta tale adempimento, si precisa che dopo l'apertura della amministrazione straordinaria si determina lo spossessamento della società e la sospensione degli organi societari.
  Quanto al bilancio, la normativa di riferimento prevede che il commissario straordinario, in luogo del bilancio annuale, sia tenuto a presentare, dopo l'apertura della procedura, relazioni semestrali sulla situazione patrimoniale dell'impresa e relazioni trimestrali sullo stato di esecuzione del programma della procedura, una volta approvato.

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ALLEGATO 2

5-11633 Franco Bordo: Infrastrutturazione della banda ultra larga nelle cosiddette «aree bianche»

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In merito a quanto rappresentato dagli On.li interroganti, rilevo che è di tutta evidenza l'importanza strategica riconosciuta dal Governo allo sviluppo delle reti digitali ad elevata connettività che consentono ai cittadini ed alle imprese di fruire degli ampi benefici, in termini di crescita economica e coesione sociale, derivanti dai nuovi servizi digitali avanzati.
  Al fine di rispondere pienamente agli obiettivi dell'Agenda digitale europea e superare il grave divario digitale del Paese, collocato al 28o posto nella classifica europea in termini di connettività, il Governo ha definito un robusto piano di investimento, autorizzato dalla Commissione europea che lo ha ritenuto conforme alla normativa in materia di aiuti di Stato. Il piano ha previsto l'intervento pubblico nelle aree a fallimento di mercato, anche denominate aree bianche, ossia quelle aree in cui tutti gli operatori hanno indicato, in più occasioni nell'ambito delle consultazioni pubbliche riguardanti il suddetto piano promosse dal Governo, di non essere interessati a procedere alla realizzazione di reti digitali con proprio investimento.
  A seguito dello compimento della prima gara relativa alle aree bianche di sei Regioni, è stato raggiunto il sorprendente risultato di superare gli stessi obiettivi previsti dal Governo per la connettività in tali aree. Infatti, l'investimento pubblico è stato attribuito al progetto che consente una copertura di tutte le Unità Immobiliari, comprese nelle aree obbligatorie e di un terzo delle Unità Immobiliari contenute nelle aree facoltative, le cosiddette «case sparse», con una infrastruttura di tipo FTTH. Le restanti Unità Immobiliari (circa 400.000) delle aree facoltative saranno coperte con servizi ad almeno 30 Mbp/s in download e 15Mbp/s in upload.
  Si tratta di 4,2 milioni di Unità immobiliari che saranno in tal modo raggiunte dalla fibra e quindi con una tecnologia future proof che assicurerà a tutta la popolazione ed alle imprese servizi ben oltre i 100Mbp/s, rispondendo alla necessità di orientare lo sviluppo digitale verso il nuovo obiettivo europeo della Gigabit Society. Questo anche a differenza di altre architetture, quali ad esempio quella denominata FTTC, che combinano fibra e rame e che non possono garantire una copertura capillare per tutti i cittadini e con pari qualità di servizio. Basti pensare che le prestazioni di tale architettura sono fortemente condizionate dalla distanza delle case dagli armadi.
  Un traguardo straordinario che va oltre gli obiettivi della stessa Agenda digitale europea, restituendo all'Italia un ruolo di rilievo nel contesto comunitario ed offrendo una formidabile opportunità di crescita al Paese che ritrova in tal modo un equilibrio e coesione territoriale.
  La nuova infrastruttura digitale pubblica, i cui cantieri apriranno entro un mese, abiliterà, infatti, servizi digitali a valore aggiunto, perno della trasformazione digitale in atto, tra cui ricordo i servizi innovativi 5G, riguardo ai quali è stata avviata di recente una sperimentazione per iniziativa del Ministero dello sviluppo economico, e quelli afferenti altri progetti strategici quali Industria 4.0.
  Evidenzio che è in fase di conclusione anche la seconda gara che riguarda le aree bianche di ben 10 Regioni nonché la Pag. 133Provincia Autonoma di Trento. Inoltre, il Governo si appresta ad aprire un'ulteriore consultazione per dare il via al terzo bando nelle restanti 3 Regioni, cui potranno accedere tutti gli operatori.
  L'intervento diretto dello Stato per la realizzazione di una rete ad elevata connettività che rimarrà di proprietà pubblica ha anche un'altra caratteristica determinante, quella di essere gestita a livello wholesale con prezzi di accesso definiti dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni molto più bassi del prezzo di riferimento dell’incumbent, elementi che favoriranno la concorrenza sui servizi e dunque un beneficio per cittadini ed imprese.
  Sottolineo che il Governo non ha mai avuto nessuna intenzione di intervenire nelle aree dove i privati hanno dichiarato l'intenzione di investire autonomamente per raggiungere gli obiettivi del piano Banda Ultra Larga, anzi ha fatto di tutto per favorire gli investimenti privati.
  Come si apprende anche dalle audizioni al Senato tenutesi ieri, sono emersi dubbi sulla individuazione delle aree oggetto dei bandi di gara, preciso che sono state osservate le procedure previste per la mappatura delle aree a fallimento di mercato dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, come del resto è stato confermato dalla decisione della Commissione europea di autorizzazione del piano di investimento pubblico. In particolare, come sopra rilevato, gli operatori da maggio 2015 a giugno 2016 hanno avuto tre occasioni per comunicare al Governo le variazioni dei loro piani. Tuttavia, allorché le procedure di selezione sono in corso, le regole europee in materia di aiuti di Stato e di appalti, ed aggiungerei il buon senso, non consentono di intervenire sul perimetro di gara.
  Se in queste aree operatori che avevano dichiarato in sede di consultazione pubblica di non essere interessati ad investire dovessero modificare i loro piani e ove tali azioni dovessero risultare pregiudizievoli per l'interesse pubblico e quindi per i cittadini, il Governo ne valuterà l'entità e le azioni necessarie a tutelare la collettività.

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ALLEGATO 3

5-11635 Oliaro: Sviluppo della infrastruttura 5G

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Lo sviluppo di reti e servizi digitali innovativi a forte potenziale di crescita costituisce uno dei più rilevanti obiettivi strategici del Governo in linea con l'Agenda digitale europea.
  In particolare, le reti e i servizi in tecnologia 5G ne rappresentano un'importante declinazione. La tecnologia 5G, infatti, non è semplicemente un'evoluzione del 4G, ma è una piattaforma che apre nuove opportunità di crescita. Si tratta di una tecnologia abilitante per servizi innovativi che cambieranno profondamente, il modo di vivere e di spostarsi dei cittadini o il modo stesso di produrre da parte delle imprese. È una tecnologia in forte discontinuità con il passato sia per quanto riguarda la velocità che il tempo di latenza; ha potenzialità enormi sul fronte dei servizi che potranno essere sviluppati e sarà volano di crescita per il nostro sistema produttivo.
  Come noto, l'Action Pian per il 5G varato dalla Commissione Europea prevede che ogni Stato Membro abiliti il 5G in almeno una delle proprie maggiori città entro il 2020, garantendo poi entro il 2025 la copertura 5G ininterrotta in tutte le città e lungo i principali corridoi europei per il trasporto via terra.
  Il Ministero dello sviluppo economico ha inteso cogliere l'opportunità di sviluppo offerta dal 5G, per consentire all'Italia di porsi all'avanguardia nell'attuazione dell'Action Plan, ponendo i presupposti per essere pronti a raccogliere questa sfida che è considerata decisiva per lo sviluppo e per la creazione di nuovi posti di lavoro e che investe non solo la diffusione delle infrastrutture, ma attiene principalmente alla capacità di sviluppare nuovi servizi su tale infrastruttura.
  Per questi motivi il Ministero, con avviso pubblico del 16 marzo 2017, ha aperto la procedura per l'acquisizione di proposte progettuali per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali nella porzione di spettro 3.7-3.8 GHz in 5 aree del territorio con la possibilità di utilizzo nella suddetta banda di una quantità di spettro fino a 100 MHz contigui.
  La suddetta procedura è aperta alle imprese, già autorizzate ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 259/2003 (Codice delle Comunicazioni elettroniche) alla fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica accessibile al pubblico o che si impegnino a conseguire la suddetta autorizzazione prima del rilascio dell'autorizzazione provvisoria alla sperimentazione. Tali imprese possono partecipare quali capofila di forme di aggregazione, partenariato ed altra modalità di intesa e/o coordinamento con università, enti e centri di ricerca, imprese di livello nazionale o internazionale con specifiche competenze nel settore dei servizi 5G, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, start up, associazioni di categoria.
  Ciò risponde all'obiettivo di impegnare i soggetti che si aggiudicheranno le frequenze a sperimentare le reti e i servizi abilitati dalla tecnologia 5G, coinvolgendo i territori e le realtà di eccellenza nel mondo della ricerca e dell'impresa.
  I progetti dovranno essere realizzati nell'arco di quattro anni e le aree geografiche individuate lungo il territorio nazionale sono l'Area 1, rappresentata da Pag. 135Milano e relativa area metropolitana; l'Area 2, costituita dalle città di Prato e L'Aquila; ed infine l'Area 3, relativa alle città di Bari e Matera.
  Il 12 giugno scorso, in risposta a tale avviso, sono state presentate complessivamente 7 proposte progettuali, due rispettivamente per le aree 1 e 3, 3 progetti per l'area 2.
  Con tale iniziativa il Governo ha avviato, con lungimiranza e tempestività ed in linea con gli indirizzi espressi dalla Commissione Europea, un'azione che è volta a porre le opportune basi al fine di dare non solo un forte impulso alla domanda di servizi innovativi in tecnologia 5G, ma anche e soprattutto per raggiungere l'obiettivo strategico di fare dell'Italia un attrattivo centro europeo di creazione e sviluppo di tali servizi digitali innovativi, stimolando la più ampia e diversificata partecipazione delle imprese, dei centri di ricerca, associazioni di categoria e delle pubbliche amministrazioni.

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ALLEGATO 4

5-11636 Mura: Misure per affrontare le ricadute occupazionali conseguenti alle vicende dei contact center Ericsson.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo all'interrogazione presentata dall'On. Mura.
  Wind Tre, azienda nata a seguito di un processo di fusione che ha interessato Wind Telecomunicazioni S.p.A. («Wind») e H3G S.p.A. («H3G»), costituisce il primo operatore nel mercato mobile in Italia con 30,9 milioni di clienti, pari a oltre il 37 per cento di market share ed ha nella telefonia fissa, circa 2,7 milioni di clienti.
  Wind Tre ha dichiarato l'obiettivo di diventare market leader nella qualità del servizio ai clienti, nell'integrazione fisso-mobile e nello sviluppo della più estesa e innovativa infrastruttura di rete in Italia. Nello specifico, Wind Tre ha tra i suoi target strategici quello di realizzare significative efficienze e nei prossimi anni investimenti in infrastrutture pari a circa 7 miliardi di euro.
  Dalla fusione delle due società sono scaturite delle sovrapposizioni strutturali, anche in termini di risorse. Fino ad oggi, secondo quanto riferito dalla società, Wind Tre ha gestito il processo di integrazione degli organici, successivo alla fusione, esclusivamente su base volontaria, utilizzando risorse proprie con le quali sono stati incentivati i dipendenti che hanno manifestato interesse, evitando ogni tipo di impatto o allarme sociale.
  L'operazione di cessione di ramo, si inquadra dunque in questo ambito e, si rende indispensabile, secondo quanto rappresentato dalla società, per realizzare un «modello di servizio» unico ed ottimizzato nelle attività di customer management ed al passo con le nuove sfide del mercato, con l'obiettivo di garantire un elevato livello di assistenza alla clientela.
  La società ha inoltre indicato che, nel ramo in questione, alla data del 5 luglio prossimo, saranno impiegati complessivamente 263 dipendenti a Cagliari, 113 dipendenti a Roma e 172 dipendenti a Palermo. Il ramo d'azienda svolge servizi di assistenza amministrativo-commerciale e di assistenza tecnica di primo livello (principalmente informazioni sulla copertura della rete di telecomunicazioni).
  La società Wind Tre ha precisato di aver compiuto un'attenta verifica dei soggetti imprenditoriali che operano nel settore al fine di ricercare una controparte, qualificata, solida finanziariamente, dotata di comprovata e pluriennale esperienza nel settore e di idonea struttura imprenditoriale, alla quale potere affidare lo svolgimento anche del servizio di call center come descritto in precedenza.
  La scelta è della società caduta su Comdata, azienda da anni attiva nei settori della progettazione e gestione in outsourcing di sistemi e servizi di Customer Relationship Management (CRM).
  Comdata è, secondo quanto evidenziato da Wind Tre, tra le aziende più stabili del settore sotto il profilo finanziario ed è in via di espansione, anche oltre i confini nazionali. L'azienda ha nel proprio organico 36.000 dipendenti (di cui 6.514 dipendenti in Italia al 30 aprile 2017 – organico cresciuto stabilmente (+7,3 per cento) tra il 2015 e il 2016), presso 60 sedi dislocate in 14 Nazioni di diversi Continenti (con 15 Sedi in Italia), nel 2016, ha registrato ricavi per quasi 600 milioni di euro.
  Comdata può contare su un portafoglio clienti altamente diversificato, con partnership di lunga durata, che le hanno Pag. 137permesso di registrare ricavi sempre crescenti nel periodo 2011-2016. Comdata, peraltro, è in Italia attualmente leader del mercato, con una quota del 20 per cento in termini di ricavi.
  Secondo quanto indicato da Wind Tre è, inoltre, intenzione della società affidare a Comdata, sulla base di un contratto di appalto di durata settennale, lo svolgimento del servizio collegato al ramo d'azienda ceduto, relativamente sia alle attività di front-line che a quelle di back-office. L'acquisizione del ramo d'azienda e la stipula del contratto di appalto per lo svolgimento dei servizi di call center, comporterà, quindi, un significativo consolidamento dei rapporti commerciali già esistenti tra le due società e determinerà un sicuro e significativo rafforzamento della posizione di Comdata nel mercato di Contact Center in Italia.
  Il 22 maggio 2017, a seguito delle richieste avanzate dalle OO.SS, la suddetta azienda ha presentato il proprio business plan ed in tale circostanza – come previsto dal CCNL del settore TLC – ha anticipato l'intenzione di procedere alla cessione di ramo d'azienda avente come oggetto il call center 133 per la clientela «Consumer» del brand «3», illustrandone le motivazioni. Nella circostanza è stato evidenziato che il trasferimento avverrà in piena conformità con quanto stabilito dall'articolo 2112 c.c., (che prevede la continuità del rapporto di lavoro per i dipendenti appartenenti al ramo d'azienda).
  Wind Tre ha riferito di aver attivato, il 9 giugno 2017, insieme a Comdata la procedura di consultazione sindacale prevista dalla normativa di legge, riconfermando la piena disponibilità al confronto sindacale nell'ambito del quale potranno essere esaminate soluzioni atte a fornire ogni più opportuna garanzia occupazionale e di continuità al personale coinvolto.
  Wind Tre ha precisato che di aver offerto la propria disponibilità a firmare con il sindacato un accordo innovativo volto a integrare le garanzie di legge e a rafforzare il settore del customer care in Italia (in conformità con i principi e gli obblighi di cui al Protocollo d'Intesa sottoscritto in presenza del Ministro dello Sviluppo Economico e del Presidente del Consiglio dalle principali imprese committenti di servizi di call center, il 4 maggio 2017).
  Il 20 giugno 2017 la società ha proseguito il confronto con il sindacato per approfondire le condizioni e le garanzie per il trasferimento del ramo d'azienda «call center 133» da Wind Tre a Comdata previsto per il prossimo 5 luglio. In tale occasione Wind Tre ha confermato che intende affidare a Comdata non solo le attività di assistenza amministrativa e commerciale svolte attualmente dai call-center che verranno trasferiti, ma anche ulteriori attività a carattere innovativo legate allo sviluppo di canali digitali, resi disponibili attraverso la app destinati ai clienti del brand «3».
  Wind Tre ha rappresentato che, sulla base di tale premessa, Comdata si è dichiarata disponibile ad inserire nell'accordo sindacale il proprio impegno a non procedere – per l'intera durata del contratto di servizio – a licenziamenti collettivi nei confronti dei lavoratori trasferiti da Wind Tre ed a garantire la permanenza della sede di lavoro nell'attuale comune per lo stesso arco di tempo (sette anni).
  In considerazione dei volumi di traffico previsti e dell'attuale livello di organico presente nei call center interessati dal trasferimento, Comdata ha dichiarato anche la disponibilità ad accogliere richieste di incremento fino a 6 ore giornaliere da parte dei part-time attualmente in servizio con contratti a 4 o 5 ore, sulla base di un piano da definire con il sindacato stesso, riservandosi di valutare con anche ulteriori possibilità di sviluppo occupazionale.
  Da ultimo Wind Tre ha confermato che, nella denegata ipotesi di cessazione anticipata del contratto, applicherà la clausola sociale di garanzia in favore di questi lavoratori, individuando un nuovo operatore che garantisca la salvaguardia dei posti di lavoro secondo quanto disposto dalla contrattazione nazionale di categoria.
  Per quanto riguarda la rete di accesso mobile di Wind Tre si precisa che la società cinese ZTE ha vinto la gara a cui Pag. 138hanno partecipato le principali aziende fornitrici di tecnologie mobili nel mondo.
  Il Ministero dello sviluppo economico, nelle sue competenze, sta seguendo in modo attento l'evoluzione di tale vicenda, difatti, sono in corso costanti contatti con la Wind-Tre per le possibili problematiche derivanti dalla suddetta fusione.
  Il Ministero è, tra l'altro, a conoscenza dei colloqui tra l'Azienda e le Organizzazioni Sindacali al fine di ricercare soluzioni che tutelino tutti i lavoratori sia negli aspetti economici e professionali, sia negli aspetti logistici.
  È altresì a conoscenza che l'Azienda sta verificando con i maggiori player italiani del settore la modalità per un passaggio che salvaguardi nel tempo anche gli interessi dei lavoratori che lasceranno Wind-Tre.
  Pertanto, ribadisco in questa sede, la disponibilità del Ministero ad attivare un tavolo di confronto, qualora le Parti lo richiedessero.
  In merito al quesito posto dall'interrogante sul rilancio del progetto della Sardegna come distretto dell'ICT, la competente Direzione del Ministero dello Sviluppo Economico non è a conoscenza in dettaglio del Progetto della Sardegna, tuttavia si riserva di fare ulteriori ricerche per valutare eventuali elementi informativi da fornire.