CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 maggio 2017
816.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-11329 Matarrese: Sullo stato di contaminazione delle campagne di Noci.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si rappresenta, in via preliminare, che l'abbandono e il deposito incontrollato dei rifiuti è vietato dall'articolo 192 del decreto legislativo n. 152 del 2006 ed è vietato sul suolo e nel suolo. È altresì vietata l'immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee. Il predetto articolo impone, a chiunque violi tali divieti, di procedere alla rimozione, all'avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull'area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
  Con specifico riferimento alla questione in esame, secondo quanto riferito dalla Prefettura di Bari, in data 18 febbraio 2017, il Comando Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle unitamente alla Stazione Carabinieri Forestali di Noci, a seguito di una segnalazione effettuata dal personale del 6o Elinucleo Carabinieri, hanno effettuato un controllo in una dolina ricadente in un'impervia area boschiva ubicata nella contrada Bruna Vecchia del comune di Noci, accertando che il proprietario del fondo agricolo in questione aveva realizzato abusivamente una discarica/deposito temporaneo di rifiuti speciali rivenienti da attività zootecnica, quali taniche e teli di plastica, sacchi di iuta, e scarti di guaina impermeabilizzante, oltre a rifiuti urbani domestici quali bottiglie di vetro, plastica ed altro. L'area, di circa 1.700 mq, è stata sottoposta a sequestro e messa a disposizione dell'Autorità Giudiziaria che è stata informata dal Comando Carabinieri del luogo. La stessa Autorità Giudiziaria ha concesso una proroga, richiesta dal legale del proprietario del fondo, di 4 mesi per la bonifica e il ripristino del sito in esecuzione delle prescrizioni impartite e asseverate dall'ARPA Puglia.
  Inoltre, secondo quanto riferito dalla regione Puglia, la stessa, non essendo pervenuta alcuna comunicazione riguardante la problematica in oggetto, ha investito il comune di Noci chiedendo di fornire una relazione dettagliata sugli eventuali provvedimenti adottati, gli esiti dell'accertamento dello stato di qualità ambientale e le opportune iniziative finalizzate a scongiurare potenziali pesanti ripercussioni sull'ambiente circostante e sulla salute e incolumità pubblica.
  Sulla vicenda il comune di Noci ha rappresentato che si riserva di far conoscere i relativi sviluppi, non appena sarà a sua volta informato dagli organi accertatori competenti, impegnandosi da subito a dare corso a tutte le azioni di controllo, per quanto di competenza, volte alla tutela dell'ambiente oltre che al rispetto della legge.

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ALLEGATO 2

5-11330 Pellegrino: Sulla compatibilità ambientale dell'aviosuperficie di Scalea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche ambientali relative al completamento e ammodernamento dell'aviosuperficie di Scalea, occorre evidenziare che la tipologia progettuale dell'intervento ricade nel campo della Valutazione ambientale di competenza regionale. Ad ogni modo, la tematica è stata oggetto di attenzione da parte del Ministero dell'ambiente che ha invitato le strutture delle soppresse Autorità di bacino e gli Uffici regionali preposti ad attivare le verifiche del caso. Ciò al fine di constatare la rispondenza delle opere in esecuzione alla Direttiva Habitat e all'iter procedurale di realizzazione dell'opera, secondo la normativa nazionale ed il Piano di gestione del rischio alluvioni.
  La regione Calabria ha fatto presente che, nell'ambito della Progettazione Integrata di Sviluppo Locale (PISL) – Linea di intervento del POR Calabria FESR 2007/2013, è stato finanziato l'intervento di «Riqualificazione delle aree prospicienti l'Aviosuperficie di Scalea ai fini della realizzazione di servizi turistici e della riduzione dell'impatto ambientale» che non riguarda, tuttavia, la realizzazione della pista di volo dell'aviosuperficie. Quest'ultima riguarda un progetto approvato dal comune di Scalea nell'anno 2001.
  La stessa regione ha precisato di aver richiesto ulteriori informazioni di dettaglio al comune di Scalea, dalle quali risulta che l'aviosuperficie, a suo tempo, è stata autorizzata con provvedimento di compatibilità ambientale DDG n. 117 del 27 marzo 2000 e che l'aviosuperficie è funzionante dal 2006.
  L'Amministrazione regionale ha evidenziato, peraltro, di aver segnalato al comune la necessità di sottoporre a Valutazione di Incidenza Ambientale anche «gli interventi ricadenti all'esterno del perimetro del sito comunitario della rete Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative, singolarmente o congiuntamente con altri progetti, sul sito medesimo», invitandolo a voler verificare ed ottemperare alle disposizioni normative dettate nel Regolamento regionale. Ad oggi, si è in attesa di riscontro.
  L'Autorità di bacino ha precisato che per valutare le effettive condizioni di rischio idraulico del Fiume Lao, dove è presente l'aviosuperficie, occorre uno studio idrologico e idraulico, redatto secondo le Linee Guida Idrauliche del PAI della regione Calabria.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà comunque a tenersi informato senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 3

5-11331 Segoni: Sul finanziamento del progetto di via Vallecchie del comune di Sgurgola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si fa presente che il Ministero dell'Ambiente, attraverso la banca dati ReNDiS, dispone dell'elenco delle richieste dei finanziamenti presentate nel 2014 e validate dalla regione Lazio; tra queste non risulta presente, ad oggi, l'intervento di Via delle Vallecchie nel comune di Sgurgola.
  Si segnala, comunque, che l'eventuale inserimento nel sistema ReNDiS delle proposte d'intervento validate non rappresenta automatica garanzia di finanziamento, ma la condizione necessaria affinché le relative progettualità possano essere valutate ai fini della ricomprensione in future programmazioni, subordinatamente alla presenza di risorse disponibili, secondo le modalità ed i criteri fissati dal D.P.C.M. 28 maggio 2015.
  Il Ministero dell'Ambiente, in esito ad una richiesta avanzata dal comune di Sgurgola, con nota del 12 ottobre 2016, ha comunicato che, in quella data, il progetto in parola non risultava inserito e validato nel sistema dalla regione Lazio e, nell'ambito di un ricorso sulla materia in esame promosso dal comune innanzi al TAR, ha, altresì, evidenziato che la questione esula dalle proprie competenze in quanto riferibile esclusivamente all'esercizio dei poteri della regione Lazio, precisando, nel contempo, che il citato D.P.C.M. riguarda la valutazione di interventi in itinere e non già conclusi.
  Secondo quanto riferito dalla regione Lazio, si rappresenta che la stessa, a seguito di una richiesta di finanziamento del comune di Sgurgola per l'intervento «Lavori di messa in sicurezza dissesto idrogeologico in zona Vallecchie», ha provveduto ad eseguire un sopralluogo il cui esito è stato inserito nella banca dati SIRDIS e trasmesso al comune medesimo. Al riguardo, l'Amministrazione regionale ha evidenziato, comunque, che il fatto che venga eseguito il sopralluogo non implica nessuna certezza di finanziamento dell'opera ma rappresenta esclusivamente una presa visione da parte dei tecnici delle situazioni segnalate dagli Enti.
  Il competente Ufficio della Direzione Regionale ha precisato, inoltre, di non aver programmato la copertura dell'intervento in questione, segnalando, altresì, che il comune di Sgurgola ha autonomamente deciso di procedere alla realizzazione dell'intervento in assenza di alcuna certezza dell'avvenuto avvio del fondo in questione.
  Si rappresenta, da ultimo, che l'intervento del comune di Sgurgola non rientra fra quelli ricompresi nell'Accordo di Programma del 15 luglio 2010 finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, che sono gli unici progetti comunicati al Ministero dell'Ambiente. La regione Lazio fa presente, inoltre, che per quanto riguarda l'intervento in questione, essendo già state impiegate tutte le risorse disponibili, la procedura di cui all'articolo 1, comma 111, della legge n. 147 del 2013, non è mai stata attivata.

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ALLEGATO 4

5-11332 Zaratti: Sulle conseguenze dell'incendio nello stabilimento della ECOX di Pomezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Sulle questioni poste, si fa presente che i controlli sui livelli di agenti inquinanti sono stati attivati dai tecnici dell'ASL RM6 e dell'Agenzia ARPA Lazio attraverso l'installazione di sistemi di rilevazione e il prelievo di campioni nonché attraverso verifiche sulla qualità dell'aria, anche mediante le centraline della rete di monitoraggio. I campionamenti verranno effettuati in modo continuativo per garantire la corretta applicazione di ogni eventuale prescrizione.
  L'ARPA Lazio ha fatto presente, in particolare, che, sono in corso le analisi sull'atmosfera e su altre matrici ambientali. Attualmente sono disponibili i dati del particolato PM10, che hanno evidenziato concentrazioni elevate (130 μg/mc) nel giorno dell'incendio, per poi dimezzarsi il giorno successivo (73 μg/mc). Nei giorni seguenti si è evidenziata una graduale diminuzione del PM10, fino a valori inferiori al limite di legge nella giornata del 9 maggio. Nei prossimi giorni saranno disponibili i dati sugli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e sulle diossine. L'applicazione di modelli sulla dispersione operata dagli agenti atmosferici potrà dare maggiori informazioni sulle aree dove può essersi verificata una maggiore ricaduta al suolo del particellato e degli inquinanti.
  Sempre secondo quanto riferito dall'ARPA, dai rilevamenti effettuati anche nelle giornate del 6 e 7 maggio scorso, le concentrazioni misurate presso le stazioni di Ciampino, Cinecittà e Fermi e quelle rilevate ad Albano Laziale hanno fornito valori inferiori ai limiti imposti dal D.lgs. 155 del 2010 e in linea con quelli rilevati nelle giornate precedenti l'incendio. Sono stati istallati ulteriori campionatori di aria, uno a circa 200 metri dal luogo dell'incendio e uno nel comune di Pomezia, al fine di monitorare l'evoluzione della situazione.
  Si rappresenta, altresì, che secondo le informazioni acquisite dalla Procura della Repubblica di Velletri, l'ASL Roma6 ha comunicato, in data 9 maggio, i primi e parziali esiti delle analisi sui campioni repertati sul sito. Da tali analisi è stata rilevata la presenza di cemento amianto, pur non essendo ancora disponibili i dati relativi alla concentrazione di tale sostanza nociva e, di conseguenza, al grado di inquinamento eventualmente generato sull'ambiente circostante. Si segnala, comunque, che sono in evoluzione i piani di monitoraggio di ASL e di ARPA, al fine di valutare l'impatto delle emissioni nell'aria e sul suolo. Per completezza di informazione, si segnala che l'insediamento è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Velletri la quale, al momento, sta procedendo per il reato di incendio colposo e sono in corso le attività di indagine.
  Si evidenzia, infine, che la Città Metropolitana di Roma Capitale, nei prossimi giorni, procederà a sospendere la validità delle autorizzazioni rilasciate per l'insediamento in oggetto.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicura che il Ministero dell'ambiente continuerà a monitorare la situazione con la Direzione competente e con l'Ispra, che è a disposizione dell'Arpa regionale per ogni necessario supporto tecnico.

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ALLEGATO 5

5-11333 Borghi: Sull'attività di vigilanza del Ministero relativamente alla cava di contrada Roccabianca, in Sicilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'evento franoso verificatosi lo scorso dicembre nel comune di Marineo, secondo quanto riferito dalla Prefettura di Palermo, il Sindaco ha provveduto, la stessa sera del 10 dicembre, ad interdire l'area interessata dalla frana. Il giorno successivo, in seguito al sopralluogo effettuato da tutte le Autorità competenti (Ufficio Comunale di Protezione Civile, Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Corpo Forestale dello Stato della regione Siciliana, Responsabile dell'Anas) l'area è stata messa in sicurezza e sottoposta a sequestro giudiziario.
  Nei giorni seguenti, si sono tenuti incontri presso la Prefettura di Palermo per assicurare l'intensificazione del monitoraggio della frana e gli interventi urgenti a tutela della pubblica e privata incolumità.
  Si rappresenta, inoltre, che secondo quanto riferito dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile, il versante interessato dalla frana è costituito da un affioramento calcareo di era cretacea, che in passato è stato oggetto di un'intensa attività estrattiva, tanto che l'antico fronte di cava presentava una pendenza sub verticale. Tale situazione potrebbe essere una delle cause del dissesto. Ad ogni modo, il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha evidenziato di non aver ricevuto alcuna segnalazione relativa alla situazione di dissesto in argomento, per l'eventuale deliberazione dello stato di emergenza.
  Occorre, peraltro, evidenziare che in data 27 gennaio e 2 marzo 2017 si sono svolti due ulteriori sopralluoghi, dai quali è emerso che il versante sovrastante il piazzale della cava dismessa è interessato da movimenti franosi, con conseguente accumulo di materiale roccioso.
  La regione Siciliana ha, pertanto, evidenziato che, ai fini dell'aggiornamento del P.A.I. del comune di Marineo, è necessario inserire un nuovo dissesto di scorrimento attivo, al quale è associato un livello di pericolosità geomorfologica elevato.
  Si fa presente, altresì, che, sempre secondo quanto segnalato dalla Prefettura di Palermo, a seguito dell'intervenuto dissequestro giudiziario dell'area interessata dalla frana, le Ditte che avevano richiesto di procedere alla messa in sicurezza, sono state autorizzate dal comune di Marineo ad eseguire i lavori. Il comune continua, comunque, ad assicurare il monitoraggio dell'intera area interessata dal fenomeno e a vigilare sui lavori di messa in sicurezza.
  Si segnala, infine, che da una verifica effettuata sul sistema ReNDiS del Ministero dell'ambiente, non risultano richieste di finanziamento, validate, di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico dell'area in esame.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato ed a svolgere la propria attività di monitoraggio, anche al fine dell'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

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ALLEGATO 6

5-11334 Daga: Sulla revisione della concessione ad Acea per la captazione delle acque del lago di Bracciano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente, in via preliminare, che la concessione in questione è stata rilasciata nel 1986 dal Ministro dei Lavori pubblici per una durata di 70 anni, che la stessa è transitata nella competenza regionale a seguito del decentramento amministrativo attuato dallo Stato nei primi anni 2000, e, precisa la regione, che non sono intervenute modifiche o integrazione degli atti concessori statali originari.
  Si segnala, comunque, che il concessionario ha l'obbligo di assicurare il mantenimento delle escursioni del lago nell'ambito di quelle naturali nonché di attenersi a tutte le indicazioni impartite dall'Amministrazione concedente per impedire infiltrazioni di acque, franamenti di sponde nonché intralci o pericoli per gli altri usi delle acque del lago.
  Tenuto conto dell'intervenuta fase di pericolo ambientale che si sta manifestando sul sistema floro-faunistico lacustre, l'Acea ha preannunciato e messo in atto una riduzione dei prelievi per l'approvvigionamento idropotabile di Roma Capitale e n. 76 comuni.
  Si fa presente, comunque, che il perdurare della mancanza di precipitazioni atmosferiche sta comportando su tutto l'insieme dei bacini idrici sotterranei un'accentuata diminuzione della quantità di risorsa pregiata e ciò rende ancora più difficile andare a sostituire i prelievi dal Lago di Bracciano.
  La regione, pertanto, ha da tempo predisposto azioni di monitoraggio finalizzate alla valutazione dei processi e delle dinamiche in corso sui delicati ecosistemi ripariali lacustri.
  Naturalmente, qualora dal monitoraggio dovessero emergere profili di rischio, la regione, quale Autorità idraulica, potrà, se necessario, e se perdurerà tale stagione siccitosa, intervenire nei limiti consentiti per ottenere una ulteriore limitazione dei prelievi idropotabili a servizio delle comunità.
  Infine, come già rappresentato in precedenti interventi in materia, si ricorda che per l'Italia permane l'incarico di garantire il raggiungimento dell'obiettivo del «buono» stato di qualità ambientale relativamente al lago di Bracciano, secondo quanto previsto dalla direttiva Quadro sulle acque e che risulta aperto un tavolo tecnico, presso la sede del Consorzio Lago di Bracciano, per affrontare le criticità del fenomeno dell'abbassamento di livello dell'acqua.
  A tal riguardo, il Ministero dell'Ambiente, per quanto di competenza, non cesserà di sensibilizzare la regione Lazio e l'Ente di governo d'ambito per l'adozione delle opportune iniziative utili a garantire il miglioramento delle condizioni ambientali lacustri, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo.

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ALLEGATO 7

5-11335 Vella: Sull'inquinamento dell'acqua potabile nell'area teramana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche poste dagli onorevoli interroganti si fa presente, in via preliminare che, secondo quanto riferito dall'ASL 4 di Teramo, in data 9 maggio 2017 è pervenuto il risultato del monitoraggio programmato delle acque ad uso umano, eseguito l'8 maggio 2017, ai punti di captazione traforo (sbarramento destro e sinistro) e all'istituto Nazionale di Fisica Nucleare – laboratorio Gran Sasso. Il primo confluiva nella rete idrica ed il secondo era già a scarico dal 2 maggio 2017 a seguito di lavori all'interno della sala «C» dei laboratori sotterranei. Il predetto risultato evidenziava la «non conformità» per odore e sapore.
  Pertanto, il Servizio igiene alimenti e nutrizione della ASL di Teramo disponeva la limitazione d'uso dell'acqua in rete, riservandola al solo uso igienico e disponeva, altresì, la messa a scarico dell'acqua captata allo sbarramento destro e sinistro, comunicandola anche ai Sindaci dei comuni interessati e agli organi di stampa. Tale misura aveva natura precauzionale rispetto ai rischi in quel momento potenzialmente ricorrenti.
  A seguito delle predette disposizioni del Servizio igiene alimenti e nutrizione, è stato immediatamente attivato presso la Prefettura competente un tavolo inter-istituzionale che ha riunito tutti gli Enti competenti al fine di gestire l'emergenza idrica in corso, sollecitare gli esiti analitici dei campioni prelevati nella mattinata del 9 maggio e attendere i risultati al fine di poter valutare l'eventuale permanenza della condizione di emergenza. Dette risultanze, comunicate dall'ARTA Abruzzo in data 10 maggio 2017, hanno mostrato la conformità dei parametri alle norme vigenti. A seguito di ciò è stata revocata la disposizione di limitazione dell'uso dell'acqua destinata al consumo umano, assicurando comunque la continuazione del monitoraggio, con esecuzione dei prelievi, sia in rete che alle opere di captazione.
  Inoltre, sempre l'ASL, a seguito della comunicazione di Autostrada dei Parchi concernente l'esecuzione dei lavori all'interno delle gallerie autostradali nelle giornate del 3 e 4 maggio 2017, ha richiesto le schede dei dati di sicurezza dei prodotti che sarebbero stati utilizzati, tra i quali compariva il «Toluene». Nel corso del monitoraggio delle acque effettuato dal predetto Servizio il 4 e 5 maggio 2017, i risultati delle analisi hanno riscontrato la presenza di «Toluene» ed altri solventi simili in concentrazioni molto inferiori ai limiti raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità previsti per i parametri di potabilità dell'acqua.
  Da ultimo, la stessa ha fatto presente che, al fine di tutelare la salute dei cittadini e la potabilità dell'acqua da erogare alla popolazione, continuerà ad effettuare un costante monitoraggio promuovendo, altresì, iniziative volte alla messa in sicurezza definitiva dei punti di captazione delle acque del Gran Sasso.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'Ambiente continuerà a tenersi informato mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione, anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.