CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 gennaio 2017
747.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10157 Lombardi: Trattamento economico e normativo dei lavoratori di Telecom Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare degli onorevoli Lombardi e altri – inerente al trattamento economico e normativo dei lavoratori di TIM Spa, marchio del gruppo Telecom Italia passo ad illustrare quanto segue.
   Preliminarmente, è opportuno precisare che – nel periodo dal 2011 al 2015 – il mercato delle telecomunicazioni in Italia ha registrato una forte contrazione in termini di domanda e di prezzi a causa delle note difficoltà economiche del nostro Paese, nonché dell'inasprimento, in tale settore, della concorrenza tra i diversi operatori. Di tale situazione, l'impresa TIM Spa – leader nel mercato di riferimento – ha risentito più degli altri operatori, registrando, nel corso del predetto periodo, una rilevante perdita dei ricavi.
  Tim ha tuttavia riferito di aver mantenuto la leadership nello sviluppo infrastrutturale e nella digitalizzazione del Paese mediante la previsione di investimenti – pari a circa 12 miliardi di euro – nell'ambito del piano strategico 2016-2018. Tale Piano è stato confermato dall'attuale management, insediatosi ad aprile dello scorso anno, che ha nel contempo assunto l'impegno di salvaguardare il perimetro organizzativo del gruppo e di mantenere gli attuali livelli occupazionali.
  A tal fine, i vertici aziendali hanno intrapreso un processo di riorganizzazione avviando iniziative volte a favorire il riequilibrio economico e la competitività mediante una strategia commerciale più efficace e la previsione di un piano straordinario di riduzione dei costi per un valore complessivo di 1,6 miliardi. Tra le iniziative intraprese nell'ambito di tale processo, TIM Spa ha reso noto di aver avviato – fin dal mese di luglio dello scorso anno – un confronto con le rappresentanze sindacali al fine di individuare soluzioni condivise in grado di bilanciare il necessario recupero di competitività con le legittime esigenze dei lavoratori, anche attraverso l'adeguamento di alcuni accordi maturati in un contesto economico profondamente diverso da quelle attuale.
  In tale logica, pertanto, si inscrive la disdetta – presentata dalla società il 6 ottobre dello scorso anno – degli accordi aziendali del 14 e 15 maggio 2008 con effetto a decorrere dal 1o febbraio 2017. Al riguardo TIM Spa ha precisato che tale atto costituisce un mero adempimento tecnico, dovuto all'assenza di scadenza dei predetti accordi e resosi necessario per determinare le condizioni per una rinnovata contrattazione. Tale disdetta, peraltro, riguarda esclusivamente gli accordi aziendali del 14 e 15 maggio 2008, non investendo la contrattazione di secondo livello nel suo complesso che rimane, pertanto, interamente confermata. In ogni caso, TIM Spa ha precisato di non aver, ad oggi, operato alcuna modifica unilaterale ai predetti accordi che, pertanto, nessun trattamento economico o normativo individuale in atto è stato modificato. TIM Spa ha infine comunicato di aver consegnato a tutte le organizzazioni sindacali la documentazione necessaria per l'avvio dei lavori di rinnovo degli accordi, manifestando la più ampia disponibilità al confronto.
  Con specifico riferimento ai premi di risultato, TIM Spa ha precisato che gli stessi non sono stati corrisposti a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti Pag. 54dai vigenti accordi sindacali relativamente all'anno 2015; TIM Spa ha comunque manifestato la volontà di affrontare la questione del salario di produttività – il cui accordo è recentemente scaduto – mediante l'individuazione di soluzioni volte ad un miglioramento della produttività stessa e dei risultati conseguiti in azienda.
  Da ultimo, sottolineo che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali continuerà a monitorare sulla situazione aziendale rappresentata anche al fine di intervenire, ove possibile e nel rispetto delle proprie competenze, per riconoscere una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori interessati.

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ALLEGATO 2

5-10167 Giacobbe: Revisione della disciplina in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro nei settori ferroviario, marittimo e portuale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Giacobbe e altri concernente la revisione della disciplina in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro nei settori ferroviario, marittimo e portuale, voglio fornire preliminarmente alcune informazioni rilevanti acquisite dall'INAIL al riguardo.
  Gli infortuni avvenuti nel settore marittimo denunciati all'INAIL registrano negli ultimi anni un trend decrescente e si attestano a 771 per l'anno 2015 (-49 per cento circa rispetto al 2007).
  Le denunce di infortunio in occasione di lavoro sono concentrate per oltre la metà nella categoria del trasporto passeggeri. I casi mortali registrati sono, nell'intero periodo, 56 e per circa il 52 per cento riguardano il comparto pesca.
  L'approfondimento delle dinamiche di infortunio in ambito portuale ha evidenziato alcune specifiche criticità, quali la necessità di rafforzare l'efficacia dell'attività formativa e addestrativa in termini di sicurezza del lavoro, la cui inadeguatezza è stata sovente evidenziata all'interno delle indagini eseguite dagli operatori dei servizi di prevenzione delle ASL.
  Con riferimento alle Regioni interessate dagli eventi mortali ricordati dagli onorevoli interroganti, segnalo che il Piano di Prevenzione 2014-2018 della Regione Liguria prevede, con un approfondimento dedicato al lavoro portuale, la promozione di una programmazione coordinata delle attività di vigilanza tra i diversi Enti presenti nell'Ufficio operativo regionale.
  La Direzione regionale INAIL Liguria si è fatta, altresì, promotrice di un percorso che ha come finalità la prevenzione e sicurezza sul lavoro in ambito portuale e che vede il coinvolgimento e la collaborazione degli Enti presenti nell'Ufficio operativo (tra i quali la DTL, INPS e ARPAL) e di altri Enti direttamente interessati per le diverse competenze/settori, con l'obiettivo di definire, in un documento, modalità condivise per azioni di prevenzione e per un piano di attività di vigilanza da svolgere in sinergia, nonché gli ambiti di intervento comuni, anche al fine di evitare sovrapposizioni di intervento.
  Ciò premesso, è necessario ricordare che il settore della navigazione marittima e della pesca è disciplinato da molteplici fonti normative (nazionali, comunitarie ed internazionali), molte delle quali caratterizzate dalla specialità soprattutto in tema di gente di mare, di sicurezza della navigazione, di impresa di armamento, di regime amministrativo della nave e di tutela ambientale.
  Ricordo che le misure di prevenzione e protezione sono disciplinate dal decreto legislativo n. 271 del 1999 e il decreto legislativo n. 272 del 1999 che non sono stati abrogati dal Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Appare, pertanto, opportuno un aggiornamento normativo finalizzato ad armonizzare i richiamati decreti legislativi con il vigente Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro.
  Al riguardo, faccio presente che, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, la competenza primaria ad emanare i decreti di coordinamento, delle attività ferroviarie, Pag. 56marittime, portuali e a bordo delle navi da pesca è del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero che rappresento e con il Ministero della salute. Sul tema, segnalo che negli scorsi anni ci sono stati diversi tentativi per addivenire ad un testo che potesse armonizzare la specifica normativa in materia. Gli uffici tecnici dei ministeri competenti avevano condiviso l'idea di adire lo strumento della legge delega per potere riordinare compiutamente la disciplina della sicurezza del lavoro nei settori lavorativi in argomento per tener conto delle peculiarità o della particolare pericolosità e della specificità dei settori lavorativi stessi. Già nel 2012, infatti, fu redatto uno schema di legge delega che purtroppo non ha poi avuto esito positivo. Successivamente, anche nell'ottobre 2014 i medesimi uffici hanno condiviso una bozza di schema di legge delega per il riassetto e l'armonizzazione di questi specifici settori della quale il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non conosce l'esito.
  Vorrei sottolineare che il Ministero che rappresento, consapevole dell'importanza e delicatezza della questione, è pienamente disponibile a ogni forma di collaborazione in merito al processo di armonizzazione della normativa in materia di salute e sicurezza nei settori specifici quali ferroviario, portuale, marittimo e delle attività lavorative a bordo delle navi da pesca con la disciplina contenuta nel testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Da ultimo, segnalo che nelle more dell'approvazione di una specifica disciplina normativa, l'INAIL, la Regione Liguria, la Direzione marittima regionale, le Autorità portuali di Genova, Savona e La Spezia, l'USMAF, le AA.SS.LL. liguri, la DTL di Genova, la Direzione regionale dei Vigili del fuoco, e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL hanno siglato lo scorso novembre un Accordo Quadro in tema di salute e sicurezza nei porti liguri promosso dalla Regione Liguria e finalizzato ad «avviare una comune collaborazione a sostegno di azioni dirette a promuovere la cultura della prevenzione e garantire la più ampia tutela della salute e sicurezza del lavoro nell'ambito dei porti liguri».