CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 settembre 2016
700.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-08251 Chimienti: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali nella società Microtecnica Srl e per la riqualificazione professionale dei lavoratori collocati in mobilità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'Onorevole Chimienti e altri concernente le iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali nella società Microtecnica Srl e per la riqualificazione professionale dei lavoratori collocati in mobilità.
  Microtecnica Srl, appartenente al gruppo multinazionale UTAS e operante nel mercato della ricerca aerospaziale si occupa di studio, progettazione, sviluppo e fabbricazione di aeromobili, veicoli spaziali e loro componenti. Ad oggi risultano complessivamente occupati 626 dipendenti, così suddivisi: 393 nello stabilimento di Torino, 96 in quello di Luserna San Giovanni (TO) e 137 in quello di Brugherio (MB).
  Nel corso del 2016 i tre stabilimenti sono stati interessati da due procedure di mobilità riconducibili in parte alla sfavorevole congiuntura del settore aerospaziale, in parte all'introduzione di metodologie produttive ed operative più efficienti che hanno comportato l'eliminazione di attività a più basso valore aggiunto.
  La prima procedura, avviata il 23 novembre 2015, rivolta complessivamente a 40 lavoratori di cui 27 impiegati nella sola sede di Torino, è sfociata nell'accordo stipulato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 27 gennaio 2016. Tale accordo ha previsto la collocazione in mobilità per un numero massimo di 40 lavoratori individuati secondo il «criterio della non opposizione al licenziamento, anche ai fini della maturazione dei requisiti per il pensionamento». Per i lavoratori che avessero manifestato la «non opposizione» entro il 31 marzo scorso l'azienda si era impegnata ad erogare un incentivo all'esodo e a mettere a disposizione percorsi di ricollocazione del personale.
  Successivamente, lo scorso 20 maggio è stato siglato, presso il Ministero che rappresento un verbale di mancato accordo relativo ad un'altra procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso 3 marzo, riguardo ad un esubero complessivo pari a 19 lavoratori, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dopo un complesso tentativo di mediazione, ha preso atto dell'impossibilità di addivenire ad un'intesa condivisa tra le Parti, dichiarando conclusa con mancato accordo la procedura di mobilità.
  In seguito al mancato accordo del 20 maggio 2016 in sede ministeriale, la società ha accettato la richiesta di collocazione in mobilità di coloro che, sostenuti da motivi personali, hanno deciso di lasciare l'azienda.
  Lo scorso 23 maggio la società ha comunicato al personale di aver concluso le procedure di licenziamento collettivo, ritenendosi il numero di cessazioni di rapporto di lavoro raggiunto, congruo con le esigenze di contenimento spese imposte dalla congiuntura economica.
  Dalle informazioni acquisiste dalla competente Direzione territoriale del lavoro, preciso che la società, nel tentativo di evitare la messa in mobilità, aveva già provveduto, nel corso del 2016, a ricollocare, trasferire o riqualificare lavoratori all'interno dei tre stabilimenti.
  Inoltre, per ogni lavoratore collocato in mobilità, la società ha erogato un incentivo Pag. 49economico ritenuto adeguato al profilo professionale e alle condizioni personali e familiari e messo a disposizione la scelta di un percorso di outplacement completamente a carico della società, di durata illimitata, fino ad avvenuta ricollocazione professionale dello stesso.
  Nel complesso, risultano essere stati collocati in mobilità 33 lavoratori a fronte dei 59 previsti. Degli 8 lavoratori che hanno accettato l'offerta di ricollocazione, 4 risultano ad oggi collocati in altre aziende e 4 in percorso di ricollocazione. Inoltre 19 lavoratori sono stati accompagnati alla data del presunto pensionamento con l'erogazione di un incentivo economico comprensivo dei contributi volontari a copertura del periodo utile al raggiungimento della pensione stessa.
  Dalle informazioni acquisite, risulta, pertanto, che la società ha attualmente in forza 14 apprendisti, di cui 9 operai e 5 impiegati e recentemente ha confermato il rapporto di lavoro per 7 apprendisti al termine del loro periodo formativo.
  Segnalo, inoltre, che la regione Piemonte, espressamente interpellata sulla questione, ha fatto presente che le organizzazioni sindacali e le istituzioni territoriali non hanno richiesto all'Assessorato regionale al lavoro l'attivazione di tavoli di monitoraggio della vertenza, come spesso accade in situazioni analoghe.
  Tuttavia la regione Piemonte mette in atto azioni di formazione professionale e politiche attive del lavoro, idonee ad affrontare le necessità di riqualificazione del personale occupato o per fornire nuove opportunità di ricollocazione per i disoccupati.
  In particolare, la regione ha reso noto che con delibera della Giunta regionale dell'11 aprile 2016, è stata approvata la direttiva relativa alla formazione continua e permanente dei lavoratori occupati per il periodo 2016-2018. Tra le diverse azioni previste vi sono i cosiddetti «piani formativi di impresa a finanziamento diretto per le imprese» per rispondere ai fabbisogni espressi delle aziende in relazione all'aggiornamento delle competenze della forza lavoro e alla costruzione di competenze il cui fabbisogno è previsto a medio-lungo termine.
  Inoltre, con delibera della Giunta regionale del 27 luglio scorso, è stata rifinanziata per l'anno formativo 2016/2017 la direttiva pluriennale sulla formazione professionale finalizzata alla lotta contro la disoccupazione.
  Infine, con delibera del 14 marzo scorso la Giunta regionale ha approvato la direttiva pluriennale per la programmazione dei servizi e delle politiche attive del Lavoro per il periodo 2016-2018, che prevede la possibilità di mettere a disposizione dei disoccupati piemontesi un buono servizi per azioni di ricollocazione.
  La regione Piemonte ha così definito un complesso di azioni formative e di politiche attive del lavoro, per il periodo 2016-2018, volto a favorire, da un lato, il mantenimento del posto di lavoro all'interno delle imprese e, dall'alto lato, il reinserimento lavorativo per le persone disoccupate.
  Da ultimo, nel sottolineare l'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della regione Piemonte, non posso che garantire la disponibilità del Ministero che rappresento a valutare, qualora richiesto, ogni possibile soluzione diretta a tutelare la posizione dei lavoratori, tenuto anche conto degli strumenti di tutela finora attivati.

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ALLEGATO 2

5-08767 Di Salvo: Iniziative per uniformare i requisiti di accesso al pensionamento dei dipendenti della società ENAV Spa iscritti alla gestione ex INPDAP e di quelli iscritti alla gestione INPS.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in esame riguarda i lavoratori dipendenti dell'ENAV Spa – già Azienda autonoma per l'assistenza al volo per il traffico aereo generale (AAAVTAG) e successivamente trasformata in ENAV ente pubblico economico – con le qualifiche di: controllori traffico aereo, esperti assistenza al volo, meteorologi, naviganti, categoria tecnico/amministrativa.
  Al riguardo, si rappresenta che l'articolo 96 del decreto del Presidente della Repubblica n. 279 del 1983 prevede il collocamento a riposo di tali lavoratori, iscritti alla cassa trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato (CPTS), al raggiungimento di sessanta anni di età.
  Tuttavia, con la trasformazione dell'Azienda autonoma per l'assistenza al volo per il traffico aereo generale in ENAV ente pubblico economico, operata dalla legge 665 del 1996, i nuovi assunti sono stati iscritti, per espressa disposizione normativa, all'assicurazione generale obbligatoria (AGO) con conseguente assoggettamento ai requisiti pensionistici, più elevati, previsti in tale forma assicurativa. Pertanto, in ENAV hanno iniziato a coesistere due diverse discipline pensionistiche dei dipendenti:
   la prima riservata a coloro che erano già in servizio alla data del 1o gennaio 1996 e pertanto iscritti alla CPTS;
   la seconda riservata agli assunti dopo il 1o gennaio 1996 e a coloro che sebbene già in servizio al 1o gennaio 1996 hanno optato per l'iscrizione all'AGO ai sensi all'articolo 8, comma 7, della legge 665 del 1996.

  In altri termini, il discrimine del diverso regime pensionistico applicato risiede nella diversa gestione pensionistica alla quale la medesima categoria di lavoratori è iscritta.
  La disciplina successiva ha mantenuto inalterati i limiti di età più favorevoli, poc'anzi ricordati, per gli iscritti alla gestione pubblica, limitandosi a regolare – come per la generalità dei dipendenti – il diritto di accesso alla prestazione pensionistica mediante il sistema cosiddette delle «finestre mobili».
  La differenziazione nei requisiti pensionistici dei dipendenti dell'ENAV in relazione all'ordinamento pensionistico di appartenenza non risulta modificata né dal cosiddetto decreto «salva Italia», né dal Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 157 del 2013.
  Inoltre, secondo quanto precisato dall'INPS, la circolare n. 86 del 3 luglio 2014 – citata nell'atto parlamentare in esame – si riferisce all'attuale disciplina, evidenziando come il pensionamento alle condizioni più favorevoli sia consentito solo ai dipendenti iscritti alla CPTS e non già a coloro i quali abbiano, a suo tempo, esercitato la citata l'opzione in base all'articolo 8, comma 7, della legge n. 665 del 1996.
  In conclusione, l'allineamento del requisito anagrafico per l'accesso al trattamento pensionistico degli iscritti all'AGO a quello degli iscritti alla ex CTPL necessita di uno specifico intervento normativo per il quale sarà necessario rinvenire l'idonea copertura finanziaria.