CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 settembre 2016
696.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Sulla missione svolta nei territori colpiti dal terremoto di Amatrice.

  Lunedì 12 settembre 2016 una delegazione della Commissione Difesa si è recata in missione nelle aree colpite dal terremoto di Amatrice per incontrare i militari che vi sono impiegati per le attività di soccorso e di assistenza delle popolazioni e per il mantenimento dell'ordine pubblico.
  La missione ha permesso alla delegazione di constatare in modo diretto la prontezza della risposta delle istituzioni all'emergenza terremoto e la straordinaria efficienza con cui sta lavorando l'apparato del soccorso e della ricostruzione, che fa capo alla Protezione civile, ma di cui sono parte integrante e preziosa anche le Forze armate.
  La delegazione era composta – oltre che dal presidente della Commissione, Francesco Saverio Garofani – dal vicepresidente Massimo Artini e dai componenti Tatiana Basilio, Andrea Causin, Emanuela Corda, Gianluca Fusilli, Antonio Moscatt, Dino Secco e Nicola Stumpo.
  La missione è stata deliberata dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, per permettere alla Commissione di prendere conoscenza diretta del lavoro svolto nelle aree dell'emergenza dalle molte centinaia di militari appartenenti alle diverse Forze armate (principalmente all'Esercito) e all'Arma dei carabinieri che sono impiegati nella zona del sisma per le esigenze di protezione civile e di mantenimento dell'ordine pubblico. Va ricordato infatti che i militari si sono fin dal primo momento adoperati per soccorrere la popolazione, prima con i Carabinieri delle stazioni locali, che sono accorsi non appena l'allarme è stato diffuso, e poi con i militari dei diversi reparti aventi sede nei comuni vicini alle zone del sisma. A parte questo, già la mattina del 24 agosto, quando richiesto dalla Protezione civile, si sono mossi da Roma personale e assetti del 6o Reggimento Genio, dotato dei mezzi indispensabili per affrontare le prime fasi dell'emergenza (mezzi movimento terra, torri di illuminazione, camion pesanti, cucine da campo, etc.). A parte questo, la Difesa ha messo a disposizione posti letto per gli sfollati (nelle caserme di Ascoli Piceno e di Rieti), oltre alla banca del sangue del Policlinico del Celio.
  La missione si è articolata in più fasi. Prima di recarsi nelle zone del terremoto, la delegazione ha fatto sosta a Rieti, presso la Scuola interforze per la Difesa N.B.C., dove è stata allestita la centrale operativa del Raggruppamento «Sisma», vale a dire la struttura delle Forze armate deputata alla gestione e al coordinamento dei diversi reparti impiegati nell'emergenza. Qui la delegazione è stata accolta dall'Ammiraglio di Divisione Giovanni Gumiero, Capo di Stato maggiore del Comando operativo di vertice interforze, e dal Brigadiere Generale Sergio Santamaria, cui è stato conferito il comando del Raggruppamento «Sisma», i quali hanno poi accompagnato la delegazione anche in tutte le successive fasi della missione.
  La delegazione ha visitato le sale operative del raggruppamento (una per la gestione delle emergenze e un'altra per la programmazione degli interventi), incontrando lo staff che vi lavora, e ha seguito il briefing con cui il generale Santamaria ha illustrato le modalità di impiego dei militari. Il generale ha ricordato alla delegazione che – come in tutti i casi di Pag. 59intervento per calamità naturali – le Forze armate operano nelle aree del terremoto sotto la direzione funzionale del Dipartimento della protezione civile (e in particolare della Direzione comando e controllo costituita a Rieti), fermo restando il continuo raccordo con il vertice di riferimento, sia politico (Ministro della difesa) sia militare (Capo di Stato maggiore della difesa, Capi di Stato maggiore di Forza armata e Comando operativo di vertice interforze). I militari impiegati – il cui numero è variato nel tempo (fino a 1.400 unità) – appartengono per la grandissima parte all'Esercito e, in misura minore, all'Aeronautica militare (alcune decine di unità specialistiche) e alla Marina militare (30 fucilieri della Brigata Marina «San Marco»). A questi si aggiungono oltre 500 carabinieri attivi nell'area per compiti di vigilanza. Tutto il personale – come la delegazione ha potuto constatare in modo diretto e attraverso il resoconto dei diversi comandanti – si è adoperato con dedizione e impegno ammirevoli alle attività di soccorso e di ricostruzione, rendendo possibili risultati straordinari, i più evidenti dei quali sono i due nuovi ponti di cui si dirà.
  L'Esercito opera sia per compiti tecnici connessi alle esigenze di protezione civile (come l'allestimento di tende e il riassetto del territorio: compito, quest'ultimo, che comprende tra l'altro lo sgombero delle macerie, la ri-urbanizzazione dell'area e il ripristino della viabilità) sia, con militari dell'operazione Strade sicure, per compiti di vigilanza, in particolare per la prevenzione dello sciacallaggio nella cosiddetta «zona rossa», che è stata completamente evacuata. L'Aeronautica militare è stata impegnata con vettori ad ala fissa e rotante per trasporti e ricognizioni, ha realizzato i necessari eliporti e, con una torre di controllo mobile schierata presso l'aeroporto di Rieti, si occupa del coordinamento del traffico aereo sull'area. La Marina militare – presente, come detto, con un plotone del San Marco – si è occupata invece della bonifica dei corsi d'acqua nei tratti in cui il Genio, a seguito dei danni riportati dai ponti di viabilità civile, è intervenuto, come si dirà, per realizzare ponti sostitutivi.
  Sempre a Rieti la delegazione ha visitato la Direzione comando e controllo (Di.coma.c.), cioè la struttura della Protezione civile allestita in tempi rapidissimi per coordinare gli interventi di soccorso e assistenza. La delegazione è stata accolta e guidata nella visita dalla dottoressa Immacolata «Titti» Postiglione, responsabile dell'Ufficio Emergenze della Protezione civile, la quale, su delega del Capo del Dipartimento, si occupa del coordinamento di tutti i soggetti (pubblici e privati) impegnati nei soccorsi e nella ricostruzione. Nella struttura – come la delegazione ha potuto constatare – lavorano fianco a fianco, in una prossimità fisica che agevola i contatti e quindi il coordinamento ad opera della Protezione civile, funzionari e operatori delle diverse amministrazioni pubbliche e organizzazioni di volontariato coinvolte. Anche le Forze armate sono presenti presso la Direzione con un loro nucleo di collegamento.
  La delegazione si è quindi spostata nell'area colpita dal sisma, fino ad arrivare ad Amatrice, dove, scortata dai Vigili del fuoco, ha visitato la zona rossa per prendere diretta conoscenza dei gravissimi effetti provocati dal terremoto. Ad Amatrice la delegazione ha incontrato il Comandante della Legione Carabinieri Lazio, Generale di divisione Angelo Agovino, il Comandante della task force del Genio impiegata in area, Colonnello Massimo Tuzza, e il Comandante del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Latina, ingegner Maurizio Liberati.
  Accompagnata anche dal generale Agovino e dal colonnello Tuzza, la delegazione si è poi trasferita a Sommati (nei pressi di Amatrice), per visitare l'attendamento dei Carabinieri ivi tirato su con l'intervento del Genio (la stazione dei Carabinieri di Amatrice ha infatti riportato lesioni e non è agibile). Accanto all'attendamento dei Carabinieri – per inciso – sorge il campo tende dei volontari dell'Associazione nazionale Pag. 60carabinieri, che, con altre organizzazioni di volontariato, è accorsa per aiutare le popolazioni.
  Da ultimo la delegazione si è recata a visitare prima il ponte Bailey (una infrastruttura modulare metallica pensata per impieghi in teatri di guerra) costruito in tempi brevissimi dal Genio per ripristinare la viabilità e assicurare i collegamenti in località Ritrosi dopo che il locale Ponte delle rose era rimasto lesionato; e poi il nuovo Ponte Tre occhi, costruito anch'esso in tempi brevissimi dal Genio, insieme alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco e all'Azienda strade Lazio (Astral, il gestore della rete viaria regionale), dopo che il terremoto aveva reso inagibile il vecchio ponte che assicurava il collegamento tra Amatrice e la via Salaria. Quest'ultima struttura, a carattere permanente, assicura il passaggio anche di mezzi pesanti.
  Nei suoi spostamenti la delegazione ha attraversato parte delle numerose frazioni e località intorno ad Amatrice, il che le ha permesso di prendere diretta cognizione dell'entità dei danni subiti dal territorio colpito dal sisma.