CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 agosto 2016
683.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO

ALLEGATO

5-06714 Ferraresi: Sul carcere Sant'Anna di Modena.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto ispettivo in esame, gli Onorevoli interroganti segnalano la situazione di tensione che da tempo si sarebbe creata all'interno della Casa Circondariale di Modena, e che sarebbe da ricondurre non al sovraffollamento dell'istituto, ma ad una inadeguata organizzazione dello stesso.
  Voglio preliminarmente rilevare che alcune delle osservazioni e delle sollecitazioni provenienti dagli onorevoli interroganti sono pienamente condivise dal Governo e, difatti, sono da più di un anno al centro delle politiche del Ministero della Giustizia, che ha compiuto straordinari sforzi proprio nella direzione di migliorare le condizioni detentive, con l'obiettivo di renderle realmente funzionali al recupero e al reinserimento sociale dei detenuti.
  Basti ricordare che uno dei temi principali intorno al quale si è sviluppata la riflessione all'interno degli «Stati Generali dell'esecuzione penale» è stato proprio quello del potenziamento e della rimodulazione delle attività trattamentali, cosicché la detenzione carceraria rappresenti una concreta possibilità di recupero e, al contempo, proprio come evidenziato anche dagli interroganti, di garanzia della sicurezza pubblica in termini di abbattimento della recidiva.
  La competente articolazione ministeriale, con particolare riguardo alla Casa Circondariale di Modena, riferisce che la situazione di tensione descritta nell'atto ispettivo è da ricondurre al fatto che «la popolazione detenuta presente è costituita, in prevalenza, da persone extracomunitarie, prive di riferimenti familiari e di risorse economiche, che non avendo grandi prospettive di reinserimento presentano un forte stato di prostrazione e di consapevolezza della mancanza di alternative al reinserimento.
  Tale situazione, comune alla prevalenza degli istituti dell'Emilia Romagna, è causa di qualche disagio nella struttura modenese, che, purtuttavia, non si manifesta con una recrudescenza delle situazioni critiche che si attestano su dati, per così dire, endemici ad ogni struttura detentiva.
  Ad ogni buon fine, è stato ritenuto opportuno disporre una visita ispettiva presso l'istituto modenese, svoltasi dal 12 al 15 gennaio scorso, all'esito della quale è emerso che la situazione di criticità sul fronte della sicurezza, riscontrata negli ultimi mesi del decorso anno, a seguito di una manifestazione di protesta promossa in data 28 giugno 2016 dall'Organizzazione Sindacale S.A.P.Pe., si è tenuto, in pari data, presso i locali del Provveditorato Regionale di Bologna, un incontro con il Segretario Generale aggiunto della predetta sigla, sindacale, il Segretario Regionale e una delegazione composta da un rappresentante per ogni istituto dell'Emilia Romagna.
  Da tale incontro è emerso il perdurare della conflittualità tra il Direttore della Casa Circondariale di Modena e il Comandante, e si è posto, altresì, l'accento sulle conseguenti ricadute negative sul clima lavorativo all'interno dell'istituto, anche in termini di carenza di dialogo con il personale che presta ivi servizio, il quale sarebbe destabilizzato in assenza, di direttive univoche.
  È soprattutto tale area di criticità che sottende il malessere del personale in quanto, come confermato dal Provveditorato Regionale di Bologna con nota 8 Pag. 99luglio 2016 n. 20901, la carenza di organico della struttura modenese «non rientra nell'alveo degli istituti della regione maggiormente in sofferenza sotto tale aspetto» ove si consideri che, su un organico previsto di 256 unità (di cui 205 agenti/assistenti), rileva un organico amministrato pari a 221 unità (di cui 200 del ruolo agenti/assistenti). La riprova di una situazione non certo allarmante è data dalla circostanza che, nel corso del 2015, il monte ore di lavoro straordinario non è stato assegnato totalmente al personale: infatti su un monte-ore di 29.408 ore ne sono state consumate 25.894.
  Si rassicurano, tuttavia, gli Onorevoli interroganti sull'attenzione che questa amministrazione riserva all'istituto penitenziario di Modena, con l'obiettivo di individuare le soluzioni organizzative più idonee per restituire e garantire condizioni di efficienza.
  Quanto al secondo profilo rilevato nell'atto ispettivo, relativo all'assenza del magistrato di sorveglianza presso l'Ufficio di Modena, si evidenzia che, a seguito delle modificazioni introdotte dal decreto ministeriale 11 luglio 2016 (in corso di perfezionamento) su conforme delibera del Consiglio Superiore della Magistratura del 15 giugno 2016, la dotazione organica del distretto di Sorveglianza di Bologna è stata ampliata, in particolare all'Ufficio di Modena sarà assegnato un altro magistrato oltre a quello già previsto in organico.
  Infatti, di recente, con decreto ministeriale 12 luglio 2016 giusta deliberazione del Consiglio Superiore della Magistratura assunta nella seduta del precedente 6 luglio, è stata destinata alla sede di Modena la dottoressa Francesca Ranfagni.
  Deve, pertanto, precisarsi che la perdurante assenza di un magistrato di sorveglianza a Modena, evocata dagli interroganti, non è derivata dal permanente stato di vacanza giuridica dell'unico posto previsto nella dotazione organica dell'Ufficio di Modena, bensì da ritardi nel completamento del prescritto tirocinio da parte del m.o.t. destinato ad assumere le relative funzioni giudiziarie (la citata dottoressa Ranfagni è stata nominata con decreto ministeriale 20 febbraio 2014 e assunta in tirocinio dal 10 marzo del medesimo anno).