CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 maggio 2016
636.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

7-00947 Basilio: Sullo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.

NUOVA FORMULAZIONE

  La IV Commissione (Difesa),
   premesso che:
    una delegazione della Commissione difesa – formata dal presidente Francesco Saverio Garofani e dai deputati Tatiana Basilio, Francesca Bonomo, Elio Massimo Palmizio e Rosanna Scopelliti – ha svolto una missione a Firenze il 18 febbraio 2016 visitando lo Stabilimento chimico farmaceutico militare;
    a ricevere la delegazione erano presenti il direttore generale dell'Agenzia Industrie Difesa (AID), ingegner Gian Carlo Anselmino, il direttore dello stabilimento, colonnello Antonio Medica, insieme ad altri ufficiali del medesimo stabilimento (il vice direttore, colonnello Flavio Paoli, il tenente colonnello Lorenzo Funaro e il tenente colonnello Stefano Mannucci);
    la delegazione ha potuto verificare il ruolo importante ricoperto dallo stabilimento in questione sia per l'amministrazione della difesa sia per il sistema sanitario nazionale;
    è utile ricordare come al fine di assicurare una gestione unitaria di tipo privatistico all'area tecnico-industriale del Ministero della difesa, è stata istituita, con decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, articolo 22, l'Agenzia Industrie Difesa (AID) che opera secondo i princìpi del mercato e della libera concorrenza;
    l'AID è un ente con personalità giuridica di diritto pubblico istituito come strumento di razionalizzazione e ammodernamento delle unità industriali del Ministero della difesa. L'AID opera secondo criteri industriali sotto la vigilanza del Ministro della difesa, con la missione di portare all'economica gestione gli stabilimenti industriali assegnati in gestione, in una logica di creazione di valore sociale ed economico per lo Stato e la collettività;
    nel processo di riforma iniziato dal Ministero della difesa nel novembre del 2000 il Farmaceutico militare di Firenze, insieme ad altri 9 enti distribuiti sul territorio italiano, è stato inserito alle dipendenze di un'agenzia denominata Agenzia Industrie Difesa (decreto legislativo n. 300 del 30 luglio 1999, decreto ministeriale del 24 aprile 2001, decreto ministeriale del 24 ottobre 2001), perché ritenuto non più strategico, con la finalità di ridurne i costi di funzionamento e di raggiungere l'equilibrio economico-finanziario seguendo criteri di economicità ed efficienza;
    con i decreti ministeriali in data 24 aprile 2001 e 24 ottobre 2001 sono stati trasferiti alla gestione dell'AID ben otto strutture militari, tra cui appunto lo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze, azienda che negli ultimi due anni ha raggiunto il pareggio di bilancio ed ha mantenuto un costante livello di esercizio, in ossequio a quanto disposto dall'articolo 2190 del codice dell'ordinamento militare;
    la predetta struttura riveste una fondamentale importanza nel settore della ricerca e della sperimentazione farmacologica, posto che alla stessa è demandata fin dal 2014, in via esclusiva, la produzione di medicinali cannabinoidi, oltre che antidoti, farmaci, medicature e presidi Pag. 94medico chirurgici in tutte le situazioni di emergenza nazionale quali il terremoto in Irpinia, il terremoto del Friuli-Venezia Giulia, l'alluvione nella Val Nerina, il colera in Campania e l'influenza AH1N1;
    in occasione dell'emergenza internazionale derivante dall'esplosione della centrale termonucleare di Chernobyl in sole 24 ore vennero prodotte e consegnate dallo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze un milione di pasticche di potassio ioduro, necessarie a prevenire gli effetti più devastanti sulla tiroide dall'esposizione alle radiazioni emesse dallo iodio radioattivo 131, mentre in tempi più recenti la struttura ha contribuito allo sviluppo del progetto Stop-shock di uso militare, rivelatosi efficace anche contro gli effetti più devastanti dell'Ebola, svolgendo di fatto e da sempre un ruolo operativo strategico e sociale, intervenendo prontamente come «organo tecnico dello Stato» in molte emergenze nazionali ed internazionali;
    lo Stabilimento chimico militare di Firenze è l'unico ente farmaceutico di Stato in Italia che produce cosiddetti «farmaci orfani» senza scopo di lucro, farmaci che non vengono prodotti dalle aziende farmaceutiche private a causa dello scarso ritorno economico ma che sono dei «salvavita» per le migliaia di persone affette da malattie rare;
    per peculiarità funzionali e operative del Farmaceutico militare, che più che uno stabilimento è un'istituzione, è impensabile trarre profitti economici dalle proprie produzioni;
    come riportato dalla stessa relazione fatta alla Commissione difesa dal presidente Francesco Saverio Garofani «in conclusione del briefing, il colonnello Medica ha evidenziato i punti di forza e le criticità dello Stabilimento. Tra i punti di forza, c’è il fatto che lo Stabilimento è l'unica officina farmaceutica dello Stato: un'officina in grado di produrre farmaci in conformità con i più elevati standard di qualità, nonché di assicurare una risposta pronta e sicura, con una grande flessibilità, che le consente di produrre medicinali in varie forme e a vari livelli di scala (da quello della farmacia a quello industriale). Punti di criticità sono invece: i costi necessari per mantenere pronti ed efficienti i reparti di produzione; l'età media del personale, che è elevata; il progressivo pensionamento senza sostituzione di personale altamente specializzato; l'incertezza dell'organigramma»;
    recentemente inoltre la Fondazione FIRMO «Raffaella Becagli» impegnata nella ricerca sulle oltre 400 malattie dell'osso rare, ha allestito i suoi laboratori nelle stanze dell'Istituto farmaceutico militare segno di una importante collaborazione con le istituzioni di ricerca civili;
    vista la valenza che riveste riguardo alle proprie particolari produzioni di interesse strategico-sociale per il Paese, lo SCFM non può più essere gestito dall'AID che, per assetto normativo e per le proprie peculiarità, va in contraddizione con le finalità del Farmaceutico. Dovendo quest'ultimo sottostare a dinamiche e piani economici, tipici degli stabilimenti di produzione e che di fatto comprometterebbero il futuro del Farmaceutico,

impegna il Governo:
   1) a valutare la ridenominazione della struttura da «Stabilimento chimico farmaceutico militare» ad «Istituto chimico farmaceutico militare», al fine di riportarlo nella giusta collocazione delle proprie funzioni operative;
   2) ad assumere iniziative per sottrarre la struttura dall'attuale gestione dell'AID per favorirne il diretto controllo da parte del Ministero della difesa, compresa la posizione dei 47 dipendenti civili del Farmaceutico militare, posto che il pareggio di bilancio non si conforma alla missione istituzionale perseguita dall'ente benché comunque lo stesso sia stato, negli ultimi anni, costantemente raggiunto;
   3) a proporre soluzioni alternative e più efficaci nella gestione del Farmaceutico Pag. 95militare, nel panorama delle emergenze farmaceutico sanitarie nazionali ed internazionali;
   4) ad assumere iniziative per adeguare gli stanziamenti di bilancio destinati al funzionamento dell'Istituto chimico farmaceutico militare;
   5) a contrastare la perdita di professionalità e conoscenza del Farmaceutico stesso garantendo un turn over adeguato a partire dall'assunzione a tempo indeterminato di almeno 10 unita di giovani da formare all'interno dell'Istituto da impiegare nei reparti di produzione dei farmaci;
   6) ad assumere nuove iniziative al fine di ottimizzare e valorizzare i laboratori del Farmaceutico, nonché le conoscenze del suo personale specializzato, anche attraverso la stipula di apposite convenzioni.
   7) a soddisfare le esigenze organiche dello Stabilimento, riconducibili a circa 30 unità militari indispensabili per lo svolgimento delle attività specifiche dell'ente, valutando anche la possibilità di reperire queste risorse umane tra i numerosi esuberi esistenti tra gli organici del personale della Difesa (che risultano tali a fronte della riorganizzazione in atto dello strumento militare, ma che possono rappresentare occasione di utile impiego nelle attività dello stabilimento) ovvero di altre pubbliche amministrazioni;
   8) a valutare la possibilità di inserire lo Stabilimento chimico farmaceutico, con le sue competenze, nell'elenco delle strutture operative del Sistema nazionale della protezione civile.