CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 aprile 2016
633.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (dal n. 430/2093 al n. 438/2117)

  NESCI. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   nella seduta di mercoledì 23 marzo 2016, la Camera dei deputati ha votato, con 351 voti favorevoli e 180 contrari, la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, riguardante «misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio»;
   nel corso dell'edizione serale delle ore 20,00 del Tg1 di mercoledì 23 marzo è andato in onda un servizio sullo scontro parlamentare successivo al voto di fiducia;
   dopo le immagini della protesta dei parlamentari M5S fuori da Montecitorio, anche relativa alle indagini per bancarotta riguardanti il padre del ministro Maria Elena Boschi su cui il Tg1 continua a non dedicare, a parere della scrivente il giusto approfondimento, è andato in onda il sonoro del deputato Pd, Andrea Romano;
   il parlamentare ha dichiarato: «Anche oggi un passo avanti nel processo di riforma con il Governo che sta cambiando il Paese. Purtroppo i Cinque Stelle continuano a inseguire fantasmi che non hanno alcuna attinenza con la realtà. Invece di alzare del fumo, spieghino perché le loro amministrazioni locali vanno così male e perché tanti parlamentari Cinque Stelle incassano soldi per rimborsi su cui è necessario un chiarimento»;
   le accuse mosse dall'onorevole Romano non hanno alcuna attinenza con la realtà e sono evidentemente lesive poiché non rispondenti al vero, considerato che il Movimento Cinque Stelle è l'unica forza politica parlamentare che non riceve alcun rimborso;
   il Tg1 non ha provveduto né a mandare in onda una replica di esponenti del Movimento Cinque Stelle, né, nelle edizioni successive del telegiornale, a render conto delle dichiarazioni non rispondenti al vero, rese dall'onorevole Romano;
   l'intervista di Romano, essendo stata previamente registrata, avrebbe consentito alla redazione del Tg1 di verificare quanto dichiarato dallo stesso deputato, in modo da accertare la fondatezza o meno delle dichiarazioni rese dall'intervistato;
   sarebbe bastato al direttore di redazione e alla redazione stessa leggere l'enorme quantità di articoli pubblicati sui quotidiani nazionali e relativi ai rimborsi;
   a titolo di esempio si precisa quanto riportato da Antonio Pitoni su «ilfattoquotidiano.it» a gennaio c.a., secondo cui «con il via libera arrivato dall'Ufficio di presidenza della Camera, che ha preso atto del “giudizio di regolarità e di conformità alla legge dei rendiconti 2013”, trasmesso 1'11 gennaio dalla Commissione di garanzia per la trasparenza e il controllo sui bilanci dei movimenti politici, sono stati ammessi al banchetto dei rimborsi elettorali altri 13 partiti, che si divideranno 485 mila euro, accodandosi alle 42 formazioni che avevano già ottenuto il via libera a dicembre per incassare la propria fetta della torta da 45,5 milioni (dei quali 10 milioni nel 2015) [...] Durissimo Pag. 113il commento del segretario dell'Ufficio di presidenza della Camera, Riccardo Fraccaro del Movimento 5 Stelle, che ha rinunciato ai rimborsi elettorali»;
   secondo quanto riportato da altri quotidiani (es. «Linkiesta.it», che cita a sua volta la relazione parlamentare riguardante «i consuntivi delle spese e relative fonti di finanziamento riguardanti le formazioni politiche che hanno sostenuto la campagna elettorale per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica del 24 e 25 febbraio 2013»), «le erogazioni saliranno ancora arrivando quasi a toccare quota 53 milioni»;
   è inutile sottolineare che, anche in questo caso, il Movimento Cinque Stelle non riceverà alcuna forma di rimborso, a differenza – un esempio su tutti – del Partito Democratico (in cui milita lo stesso onorevole Andrea Romano, sebbene sia stato eletto con Scelta Civica), che, sempre stando a quanto riportato da «Linkiesta.it», «alle politiche del 2013, ha speso poco più di dieci milioni (10.004.610,42 euro) ma, dal 2013 e fino al 2016, intascherà più del doppio. Esattamente 23.652.539,63 euro»;
   secondo quanto affermato all'articolo 3 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi sono principi essenziali del servizio pubblico «l'obiettività, la completezza, la lealtà e l'imparzialità dell'informazione»;
   soltanto il rispetto di tali principi, infatti, garantisce una «presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti, in modo tale da favorire la libera formazione delle opinioni, comunque non consentendo la sponsorizzazione dei notiziari» (articolo 7 del Testo unico);
   tali principi sono ribaditi anche nel Contratto di Servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione Italiana Spa per il triennio 2013-2015 il cui articolo 5 prescrive al servizio pubblico di assicurare «la qualità dell'informazione quale imprescindibile presidio di pluralismo, completezza e obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse forze politiche e sociali» nel rispetto dei «principi di correttezza, lealtà e buona fede dell'informazione», affinché si favorisca «lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati;
   nel citato Testo unico, peraltro, si specifica, all'articolo 4, comma 1, lettera e), che la Rai garantisce anche «la trasmissione di apposita rettifica, quando l'interessato si ritenga leso nei suoi interessi morali o materiali da trasmissioni o notizie contrarie a verità, purché tale rettifica non abbia contenuto che possa dare luogo a responsabilità penali o civili e non sia contraria al buon costume»;
   tale diritto di rettifica è, peraltro, garantito anche dall'articolo 10 della legge n. 223 del 6 agosto 1990 («Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato»), che prevede la possibilità, per chiunque si senta leso da trasmissioni contrarie a verità, di chiedere rettifica. E, peraltro, la medesima va «effettuata entro quarantotto ore dalla ricezione della richiesta, in fascia oraria e con il rilievo corrispondenti a quelli della trasmissione che ha dato origine alla lesione degli interessi»;
   alla scrivente preme ricordare che non è la prima volta che alla Presidente della Rai sono indirizzati quesiti aventi ad oggetto comportamenti lesivi dei principi ricordati poc'anzi da parte del Tg1 e del suo direttore, Mario Orfeo;
   si chiede di sapere:
    per quali ragioni, tecniche e/o editoriali, sia stato deciso di mandare in onda il sonoro dell'onorevole Andrea Romano senza validare la veridicità di quanto affermato e senza prevedere un contraddittorio, venendo meno ai principi che regolano il servizio radiotelevisivo pubblico;
    quali iniziative urgenti intendano assumere affinché venga dato adeguato Pag. 114spazio ai rilievi ricordati in premessa, che smentiscono quanto dichiarato dall'onorevole Andrea Romano;
    quali provvedimenti intendano assumere, nel rispetto dell'autonomia che contraddistingue l'attività giornalistica, nei confronti del direttore della testata in oggetto affinché nell'ambito del Tg1 non siano più posti in essere comportamenti contrari ai principi e alle norme che regolano l'informazione del servizio pubblico. (430/2093)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In linea generale Rai è impegnata a fornire una offerta informativa improntata ai principi di imparzialità, completezza e correttezza, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati, adottando una linea editoriale incentrata su attualità e notiziabilità; in tale quadro i Direttori responsabili delle Testate operano – in piena coerenza con le previsioni normative dell'ordinamento della professione giornalistica – nell'ambito della propria autonomia e libertà editoriale.
  Ciò premesso, in merito all'interrogazione sopra menzionata si ritiene opportuno mettere in evidenza come nella edizione delle ore 20.00 del 24 marzo sia andato in onda un servizio in cui si riferiva testualmente che «i Cinque Stelle rispondono anche al Pd, che chiede trasparenza sui rimborsi spese dei parlamentari: “il movimento – la replica – ha rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali e i parlamentari si sono dimezzati lo stipendio”».

  MARGIOTTA. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   la precedente Direzione generale della RAI approvò un'ipotesi di piano di riordino e razionalizzazione dell'informazione, basato su due newsroom;
   la Commissione di Vigilanza esaminò con molta attenzione tale proposta, dal settembre 2014 al febbraio 2015, attraverso numerose audizioni e sedute di approfondimento e dibattito, ed infine votò una risoluzione in data 12 febbraio 2015, che, pur con alcune valutazioni critiche, nella sostanza esprimeva condivisione sulla impostazione del Piano;
   successivamente il Consiglio di amministrazione approvò il Piano medesimo, anche tenendo conto di alcune delle osservazioni della Commissione;
   la nuova governance ha istituito una Direzione editoriale, ponendovi alla guida Carlo Verdelli;
   si chiede di sapere:
    quale sia il giudizio dell'Amministratore delegato e del Direttore editoriale sul Piano delle newsroom;
    se si intenda darvi seguito, anche considerando il lavoro fatto sullo stesso dalla Commissione di Vigilanza, e dunque dal Parlamento;
    se si intenda invece cambiarla, ed in che modo;
    se non si ritenga che eventuali nuove impostazioni debbano essere sottoposte alla valutazione della Vigilanza, così come accadde per il Piano precedente.
(431/2094)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In primo luogo, per una più compiuta valutazione della tematica si rinvia a quanto emerso nel corso delle recenti audizioni del Direttore Generale e del Direttore Editoriale per l'Offerta Informativa; in sintesi, si è ritenuto che il Piano c.d. «15 dicembre» non avesse un indirizzo strategico adeguato, indispensabile in una fase di cambiamento e di riforme come quella che la Rai sta attraversando, ma fosse pressoché esclusivamente incentrato su variabili di carattere numerico. Nell'attuale contesto, invece, si ritiene che la Rai debba intervenire sul sistema dell'offerta informativa con l'obiettivo di renderlo non solo più efficiente Pag. 115ma, soprattutto, maggiormente efficace nel soddisfare i bisogni informativi degli utenti.
  In tale quadro si inserisce la costituzione della Direzione editoriale per l'offerta informativa, che ha il compito – tra l'altro – di assicurare un maggiore e più efficace coordinamento funzionale dell'area informativa dell'azienda, con l'obiettivo di rendere sinergico e funzionale l'utilizzo delle risorse tecnologiche e professionali garantendo nel contempo il livello qualitativo e di diversificazione dei contenuti informativi; più in particolare, rientrano nelle funzioni affidate alla nuova Direzione la supervisione delle proposte editoriali, la titolarità dei meccanismi approvativi dei prodotti giornalistici, la gestione delle priorità editoriali – anche di tipo straordinario – dell'offerta informativa, il raccordo con le Direzioni competenti per gli aspetti produttivi e realizzativi (in particolare Produzione TV, Radio, Digital).
  Da ultimo, nel porre in evidenza come la Rai è ovviamente pronta a garantire alla Commissione tutti gli elementi ritenuti utili, per quanto concerne più specificamente le possibili modalità di valutazione di un nuovo piano sull'area informativa si ritiene opportuno pervenire preliminarmente alla definizione degli interventi secondo le linee sopra sinteticamente esposte.

  ESPOSITO, VERDUCCI, FABBRI. – Al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   sabato 26 marzo alle ore 23.00, sulla terza rete Rai, è andato in onda il programma televisivo «Scala Mercalli» trasmesso dalla sede FAO di Roma, quinta puntata dedicata ai trasporti e monopolizzata in gran parte dalla trattazione del tema inerente la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione;
   la trasmissione, condotta da Luca Mercalli, veniva pubblicizzata anche per il tramite di un post su facebook datato giovedì 24 marzo comparso sul profilo del medesimo conduttore nel quale si preannunciava «un'indagine condotta in prima persona da Luca Mercalli, tra Francia e Italia, che farà chiarezza sulla reale necessità della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Una risposta non ideologica, ma puramente tecnico-scientifica, alla domanda se sia davvero necessaria questa costosissima infrastruttura»;
   considerato che:
    gli spettatori hanno assistito a 22.05 minuti di propaganda No-Tav in cui sono state rappresentate come «verità rivelate» le opinioni, rispettabili, ma certamente discutibili, e facilmente contestabili, del movimento No-Tav;
    il programma non conteneva, come sarebbe stato opportuno, nessun contraddittorio con le diverse correnti di pensiero che circolano in merito alla realizzazione dell'opera, trascurando ogni confronto con elementi tecnici-scientifici, che sono alla base delle decisioni che hanno portato l'Unione Europea, l'Italia e la Francia alla scelta di realizzare l'opera;
    la trasmissione si caratterizzava per un monologo a senso unico anche nelle «voci in studio», composte esclusivamente da presunti esperti-militanti del Contro-Osservatorio Valsusa, notoriamente organizzazione No-tav;
   rilevato che:
    sono componenti del Centro-Ossevatorio Valsusa sia il conduttore Luca Mercalli, sia tutti gli altri presunti tecnici sentiti nel programma: il prof. Angelo Tartaglia, noto per essere esponente di tutti i movimenti del No circa qualsiasi infrastruttura da realizzarsi, dalla metropolitana di Torino ai parcheggi sotterranei; Luca Giunti, geometra e guardia parco, spacciato per esperto di infrastrutture e trasporto ferroviario; Alberto Poggio di cui non si conosce la professionalità e l’ex magistrato Livio Pepino noto per essere consulente del movimento No-Tav, e per essere autore di libri contro la procura di Torino, colpevole di aver mandato a processo gli esponenti violenti No-Tav;Pag. 116
    per affermare la medesima contrarietà sul lato francese, è stato intervistato un signore francese, accreditato come professore di Modan parificabile ad un nostro professore di scuola media inferiore;
    risulta evidente che il sig. Luca Mercalli ha confezionato un prodotto di propaganda, fedele alle sue convinzioni, all'interno di un programma della tv pubblica, pagata con il canone di tutti gli italiani, utilizzando come coro a sostegno di queste posizioni i suoi sodali con i quali da più di dieci anni organizza assemblee per contrastare la realizzazione della linea ad alta velocità Tav;
   si chiede di sapere:
    se tale modalità di informazione sia compatibile con quella di una tv pubblica;
    se questo sia il metodo di informazione con il quale intenda improntare la propria direzione delle reti Rai;
    se non ritenga necessario adottare i provvedimenti che riterrà più opportuni, e di propria competenza, nei confronti del conduttore Luca Mercalli;
    se non ritenga opportuno prevedere una puntata riparatrice nella quale invitare soggetti a favore della linea Torino-Lione. (432/2095)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In linea generale si ritiene opportuno mettere in evidenza il fatto che il tema della «Torino-Lione», alla luce dei suoi peculiari e delicati profili di natura politica e sociale, sia sempre stato commentato e illustrato dalla Rai nel rispetto dei principi del pluralismo e dell'imparzialità dell'informazione.
  Il programma Scala Mercalli è un programma dichiaratamente ispirato alle tesi ambientaliste e prende spunto in particolare dalle conclusioni della Conferenza COP21 di Parigi e dall'enciclica di papa Francesco sulla tutela del pianeta, così come dall'evidenza che il 2015 è stato l'anno più caldo degli ultimi centocinquanta, con tutte le conseguenze che sono state più volte sottolineate dalla comunità scientifica e sulle quali (a differenza di ciò che accade per le cause del surriscaldamento stesso) l'opinione degli scienziati è abbastanza concorde.
  Sulla base di questa ispirazione ambientalista (come detto, esplicitamente e trasparentemente dichiarata) Scala Mercalli ha affrontato anche il tema della relazione fra trasporti e ambiente, nella citata puntata del 26 marzo. Così come è accaduto per molte altre grandi opere analizzate nel corso delle puntate della trasmissione, si è fatto ricorso a dati e cifre ufficiali, inquadrati dagli intervistati in un contesto critico verso le iniziative economiche considerate (alla luce delle stesse tesi scientifico-ambientaliste) di rilevante impatto ambientale: dato sul quale non è confutabile che esistano opinioni scientifiche critiche verso la realizzazione dell'opera in questione (la TAV).
  Più in particolare, in relazione a tale puntata, si ritiene opportuno in primo luogo riportare di seguito le qualifiche degli intervistati nel corso del programma.
  Il primo intervistato è il prof. Angelo Tartaglia, che ha insegnato fisica al Politecnico di Torino e tiene attualmente le lezioni di relatività e calcolo tensoriale per gli studenti di dottorato; è stato membro del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione del Politecnico, nonché membro dell'INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell'INAF Istituto Nazionale di Astrofisica e del Gruppo Nazionale di Fisica-Matematica. Il prof. Tartaglia è stato tra l'altro membro dell'Osservatorio Tecnico per la Torino Lione dalla fondazione (2006) e fino al 2009 quando la Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia venne esclusa dalla struttura.
  Il secondo intervistato è il Dott. Luca Giunti, Guardiaparco e agente di pubblica sicurezza dal 1987 al Parco Naturale Orsiera Rocciavré e Riserve di Chianocco e Foresto, oggi Parco delle Alpi Cozie. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Naturali all'Università di Torino nonché il Master in Dispersione degli inquinanti in Pag. 117atmosfera, e si occupa prevalentemente di educazione ambientale e di valutazioni di impatto ambientale: proprio a questo titolo è stato richiesto di pronunciarsi sull'opera in oggetto che insiste nel territorio dei Parchi di sua competenza.
  Il terzo intervistato è il Prof. Andrea Poggio ricercatore confermato al Politecnico di Torino e Professore aggregato al DENERG – Dipartimento Energia, Sistemi per l'energia e per l'ambiente, Membro effettivo del Collegio di Ingegneria Energetica. Poggio è stato infatti sentito a proposito del bilancio di emissioni di CO2 dell'opera, che non risulta fornire un aiuto efficace e misurabile alla riduzione delle emissioni climalteranti in tempi brevi, come richiesto dall'accordo di Parigi.
  Il quarto intervistato è il Dott. Livio Pepino, magistrato fino al 2010, che è stato sostituto procuratore, giudice minorile e consigliere della Corte di Cassazione. Già presidente di Magistratura democratica e componente del Consiglio Superiore della Magistratura, è oggi responsabile delle Edizioni Gruppo Abele, direttore della rivista «Questione Giustizia» e presidente dell'Associazione studi giuridici Giuseppe Borrè.
  Il quinto intervistato è un consigliere comunale del comune di Villarodin-Bourget (F), Philippe Delhomme, professore di storia e geografia al collegio scolastico di Modane, che relaziona sulla situazione di questo piccolo paese al confine francese con l'Italia, dove si crede che tutto sia tranquillo e invece si scopre che le ricadute sull'ambiente di un cunicolo esplorativo propedeutico all'opera hanno già prosciugato le sorgenti e si è dovuto costruire un nuovo acquedotto di 5 km a seguito di un contenzioso con il cantiere.
  Con l'eccezione di quest'ultimo ospite (testimone diretto della realizzazione dell'opera), si tratta di soggetti che presentano titoli idonei per esprimersi in un programma, per l'appunto, dedicato a temi scientifici.
  Per quanto riguarda il conduttore, si ritiene opportuno mettere in evidenza che Mercalli è uno stimato ricercatore nel suo campo (le scienze del clima e dell'ambiente e il giornalismo scientifico, anche come formatore dell'Ordine dei Giornalisti al quale è iscritto dal 2001, nonché membro del comitato scientifico di FIMA – Federazione Italiana Media Ambientali) e collabora stabilmente con le reti RAI dal 2003. Ha fatto parte dello staff di Fabio Fazio a Che tempo che fa dal 2003 al 2014, ha partecipato per 8 anni a TGR Montagne su RAI2, e la conduzione di Scala Mercalli gli è stata affidata anche in virtù del suo impegno civile e comunicativo nei confronti della difesa dell'ambiente, riconosciuto a livello internazionale con la rappresentanza italiana nell’International Weather Forum di Parigi.
  Ciò premesso, in ogni caso, la Rai non mancherà (anche nella programmazione di Rai Tre) di raccontare la realizzazione della TAV fornendo adeguato spazio ad altre e diverse opinioni rispetto a quelle sopra riportate.

  PISICCHIO. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   si apprende dalla stampa che i vertici della Rai starebbero valutando favorevolmente la proposta avanzata all'azienda da un giornalista della rete televisiva «LA7», di realizzare un programma radio che «trasmetta le telecronache in lingua araba delle partite di calcio che gli arabi amano molto»;
   l'ipotesi di intensificare le programmazioni Rai dirette all'approfondimento delle culture, delle economie, delle società e della storia dei popoli mediterranei è particolarmente importante e si iscrive in un contesto che vede il nostro Paese esercitare il ruolo di avamposto strategico dell'Europa nel bacino che i Romani definirono «Mare Nostrum»;
   peraltro già dal 2009 la Rai aveva dato vita ad un progetto, Rai Med, che si muoveva in quella direzione e che, rispetto all'ipotesi di mandare via etere radiocronache delle partite di calcio in lingua araba, appariva sicuramente più completo;
   si chiede di sapere:
    se la testata «Rai Med» sia ancora attiva;Pag. 118
    e, in caso affermativo, se i vertici della Rai non ritengano importante un suo rilancio nel palinsesto proposto dal servizio pubblico. (433/2096)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  La determinazione sulla cessazione delle trasmissioni del canale Rai Med (nato sulla base delle disposizioni del Contratto di servizio 1997-1999) risale al novembre 2011, ed è inserita all'interno di un piano straordinario di azioni di risanamento economico-finanziario. Tale determinazione è avvenuta sulla base di alcuni presupposti di fondo:
   il canale non è di fatto mai andato oltre la fase di start up sperimentale;
   la programmazione è sempre risultata estremamente frammentata, poco riconoscibile, e non pienamente costruita in funzione dell'audience di riferimento;
   il canale è risultato relegato in una situazione di marginalità che non ha reso possibile la generazione di significative e durature linee di ricavo sul fronte pubblicitario e su quello delle convenzioni/partnership commerciali e istituzionali.

  Nel quadro sopra sintetizzato, pertanto, alla luce di una difficile contingenza economica e tenuto conto del fatto che in linea prospettica non sarebbe stato possibile disporre di risorse adeguate a finanziare almeno in parte lo sviluppo del canale, è stata deliberata la cessazione delle trasmissioni del canale.

  NESCI, LOREFICE, COLONNESE, GIORDANO SILVIA, MANTERO, DI VITA, GRILLO, BARONI. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   l'endometriosi è una malattia cronica e invalidante della quale sono affette in Italia circa 3 milioni di donne, 14 milioni in Europa e 150 milioni nel mondo. Questi dati in Italia sono solo stimati, in considerazione del fatto non sono mai stati istituiti osservatori per il monitoraggio della malattia;
   si tratta di una patologia che in alcuni casi (III e IV stadio) presenta sintomi gravi con alterazione della qualità della vita e perdita dell'autonomia, mentre, in altri casi anche dopo la terapia medica e/o chirurgica, è presente un'elevatissima possibilità di recidive delle sintomatologie e delle lesioni e non poche sono le condizioni che presentano caratteristiche di irreversibilità;
   da tre anni viene organizzata una marcia mondiale, la «Million Woman March for Endometriosis», a sostegno di milioni di donne malate e delle famiglie che le sostengono;
   l'iniziativa è nata negli Stati Uniti per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni e si svolge in cinquanta capitali nel mondo: a Roma per l'Italia;
   quest'anno ha avuto luogo il 19 Marzo e all'evento hanno partecipato tantissime donne provenienti da tutta Italia che hanno marciato soprattutto per farsi sentire dalle istituzioni, che da anni promettono di legiferare sulla materia;
   lo stesso Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, la mattina della marcia, ha twittato e postato su Facebook rispettivamente i seguenti messaggi: «Promessa mantenuta: #endometriosi nei nuovi #Lea. Risposta concreta alle oltre 3 milioni di #donne in Italia che ne soffrono» e «La cura dell'endometriosi sarà nei Lea. Sono molto felice di poter dire che l'impegno che avevamo preso un anno fa con tutte le donne è stato mantenuto e che la promessa fatta è diventata realtà. Con la conclusione dell’iter di aggiornamento dei nuovi Lea, questa patologia rientrerà infatti nell'elenco delle malattie croniche invalidanti che danno diritto all'esenzione»;
   la notizia della EndoMarch non è stata ripresa da nessuna delle emittenti Pag. 119Rai, al contrario di altre emittenti locali e di Mediaset che l'hanno trasmessa, anche se per pochi minuti;
   alla scrivente preme ricordare che all'articolo 3 («Principi fondamentali») del Testo unico dei servizi di media audiovisivi di cui al decreto legislativo n. 177 del 2005 si precisa che sono principi fondamentali del sistema radiotelevisivo la salvaguardia «della promozione e tutela del benessere e della salute», senza dimenticare che tra i compiti della concessionaria (articolo 7 del testo unico) c’è anche quello di realizzare trasmissioni «al fine di favorire l'istruzione, la crescita civile e il progresso sociale, di promuovere la lingua italiana e la cultura, di salvaguardare l'identità nazionale e di assicurare – appunto – prestazioni di utilità sociale»;
   si chiede di sapere:
    se la mancanza di documentazione della manifestazione svoltasi sabato 19 marzo a Roma sia coerente con i livelli necessari e sufficienti di servizio pubblico e con i principi ricordati in premessa;
    quali siano le ragioni che hanno spinto i vertici della Rai a non citare, neanche succintamente, la notizia, né a mettere in onda un servizio video dedicato all'evento di interesse nazionale e mondiale che ha coinvolto moltissime persone nella capitale;
    se non ritenga doveroso trasmettere servizi di approfondimento, nei modi e nei tempi che le redazioni riterranno opportuni, in merito alla succitata patologia che, come detto, coinvolge un numero consistente di donne. (434/2104)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In linea generale, si evidenzia come la Rai sia consapevole, nell'ambito dei doveri generali di informazione, dell'importanza della divulgazione scientifica legata alla medicina; tale tipo di informazione infatti è presente sia nei notiziari, sia nelle rubriche delle testate, sia nei programmi di rete.
  Per quanto riguarda specificamente l'endometriosi, si segnala che notiziari e altri programmi qualificati hanno nel corso degli ultimi anni trattato più volte il tema; a titolo puramente esemplificativo, si pone in evidenza come a partire dal 2014, anno della prima edizione della marcia contro l'endometriosi, Rai abbia dato molto spazio al tema attraverso notiziari, di frequente con la rubrica del Tg2 «Medicina 33», in programmi specializzati come Elisir o in contenitori come Uno Mattina.
  Anche nell'ultimo anno (marzo 2015 – marzo 2016) a trattare il tema se ne sono occupati molteplici volte i notiziari delle varie testate (soprattutto della Tgr), nonché programmi contenitore come Uno Mattina.
  In ogni caso le tematiche sollevate nell'interrogazione di cui sopra sono state portate all'attenzione delle strutture editoriali per le relative valutazioni.

  GASPARRI. – Al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   secondo quanto riportato sulla stampa, nei giorni scorsi il Direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, avrebbe assunto il dottor Massimo Coppola, nominandolo consulente editoriale della Direzione generale per l'elaborazione di strategie e prodotti, per lo sviluppo di una cultura visiva nell'ambito dell'informazione, per il supporto al posizionamento di brand e reti;
   sempre secondo la stampa, lo stesso dottor Coppola avrebbe avuto rilevanti incarichi di responsabilità nella società editrice ISBN, dichiarata fallita il 23 luglio 2015 e di cui ci sarebbero ancora alcuni creditori non regolarmente pagati;
   in un'intervista lo scrittore Christian Raimo avrebbe sottolineato la contraddizione che vi sarebbe tra il fallimento della società ISBN, di cui Coppola sarebbe stato uno degli artefici, e la sua recente nomina a neo consulente editoriale della Rai per occuparsi di marketing;Pag. 120
   con questa ulteriore assunzione di una figura dirigenziale proveniente dall'esterno, la nuova direzione della Rai sta proseguendo nella più che discutibile politica di reclutamento di elementi esterni, che vengono costantemente anteposti a tante persone competenti, già dipendenti della Rai;
   si chiede di sapere:
    se il dottor Massimo Coppola, al quale sono stati affidati questi delicati incarichi in Rai, sia la medesima persona che ha guidato fino al fallimento la ISBN;
    in caso affermativo, se il Direttore generale fosse a conoscenza degli incarichi di responsabilità che il dottor Coppola avrebbe ricoperto nella società fallita;
    quali criteri siano stati seguiti per la sua scelta;
    di quali comprovate professionalità acquisite nella sua pregressa attività lavorativa il dottor Coppola disponesse per ricoprire gli incarichi affidatigli in Rai.
(435/2107)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  Il contratto di consulenza recentemente stipulato nei confronti di Massimo Coppola va inserito all'interno dell'attuale quadro di riferimento in cui opera la Rai: è stato infatti avviato – nell'ambito del complesso percorso di rinnovo della concessione che vede, quale punto qualificante, la ridefinizione del perimetro e dei contenuti della missione di servizio pubblico – un processo di profonda trasformazione di tutta l'azienda, al fine di rendere un servizio migliore a tutti i cittadini che pagano il canone.
  In tale quadro si è ritenuto necessario strutturare meccanismi di gestione della complessa macchina operativa della Rai tali da garantire l'efficacia del processo stesso; ciò ha portato alla creazione di un nucleo di vertice dell'azienda che abbia in sé tutte le competenze necessarie per far fronte a quest'importante fase di cambiamento e che sia in grado di affrontare con adeguata tempestività e in modo organico ed unitario le rilevanti sfide imposte in questa decisivo momento della vita dell'azienda.
  Più in particolare, il contratto di consulenza con Massimo Coppola prevede il supporto al Direttore Generale nello sviluppo delle seguenti specifiche nuove attività:
   decisioni editoriali relative a posizionamento brand e reti;
   coordinamento con direttori di rete e direttore editoriale per elaborazione strategie e prodotti;
   coordinamento con Responsabile Ricerche di tutta la documentazione relativa al Piano industriale necessaria a supportare lo sviluppo del Piano;
   analisi e scouting di talenti all'interno dell'azienda Rai sui profili di contenuto editoriale;
   definizione di strategie di sviluppo contenuto per ogni singolo brand Rai;
   contributo allo sviluppo di una cultura visiva nell'ambito dell'informazione.

  GASPARRI. – Al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   secondo quanto riportato in una nota apparsa su alcuni mezzi di comunicazione nei giorni scorsi sembrerebbe che la signora Annalisa Guglielmi lavori come giornalista in Rai;
   si chiede di sapere:
    se questa informazione corrisponda al vero;
    in caso affermativo, se sia stata reclutata attraverso un concorso nazionale ovvero con quale altra e diversa procedura e quali siano stati i criteri seguiti;
    quale sia attualmente la qualifica e il compenso corrisposto;Pag. 121
    se tale Annalisa Guglielmi abbia un rapporto di parentela con il dottor Angelo Guglielmi, già direttore di Rai 3.
(436/2108)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  L'episodio cui si riferisce l'interrogazione di cui sopra risale al marzo del 1995.
  Le modalità dell'assunzione sono collegate – secondo uno schema che all'epoca dei fatti presentava connotazioni di relativa ordinarietà – alla risoluzione anticipata del contratto a termine in essere tra l'azienda e il padre, ed alla contestuale rinuncia da parte dello stesso (in misura quasi integrale) alle retribuzioni che gli sarebbero spettate. Tali elementi trovano puntuale riscontro, ovviamente, nel verbale di conciliazione.
  La Guglielmi ricopre attualmente l'incarico di Produttore Esecutivo del programma «Che Tempo Che Fa», con inquadramento contrattuale di quadro.

  DI VITA, FICO, AIROLA, NESCI, LIUZZI. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   la Ginnastica ritmica è una disciplina olimpica prettamente femminile, anche se sono in fase di sperimentazione prove eseguite in coppia mista, che conta più di 5.000 agoniste nel nostro paese (dati FGI);
   dal 1o al 3 aprile 2016, all'Adriatic Arena di Pesaro è andato in scena la seconda tappa della World Cup 2016 di ginnastica ritmica, con il seguente programma: venerdì 1o aprile, concorso generale individuale per le specialità di cerchio e palla e concorso generale a squadre con cinque nastri; sabato 2 aprile, atlete individualiste con clavette e nastro e squadre nazionali con clavette e cerchi; infine, domenica 3 aprile, finali di specialità individuali e a squadre;
   la World Cup 2016 è stata un vero e proprio trionfo per la nazionale italiana, che vanta ormai un nutrito palmares internazionale: dopo il primo posto conquistato nel concorso generale, le «farfalle azzurre» hanno infatti conquistato la medaglia d'oro anche nelle finali di specialità; è una vittoria che dimostra ancora una volta il grande valore di questa disciplina nel panorama sportivo italiano, la quale conta un sempre maggiore numero di appassionati;
   la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, coerentemente con la propria missione, assume una concezione ampia di avvenimento sportivo, garantendo la copertura, anche attraverso i propri canali tematici, degli eventi relativi alle più diverse discipline sportive, specialmente quelle in cui eccellono gli atleti italiani;
   coerentemente con la sua missione, e considerata l'importanza della citata manifestazione sportiva, la Rai disponeva, quantomeno inizialmente, la seguente programmazione televisiva dell'evento sui propri canali dedicati allo sport: venerdì 1o aprile, diretta dalle 20.30 alle 22.30 del concorso generale a squadre (5 nastri); sabato 2 aprile, diretta dalle 17.30 alle 18.35 del concorso generale a squadre (2 cerchi e 6 clavette) con replica alle 24.00; domenica 3 aprile, diretta dalle 15.00 alle 17.00 delle finali di specialità a squadre e individuali;
   risulta agli scriventi che in data venerdì 1o e sabato 2 aprile la Rai avrebbe trasmesso, come previsto dal palinsesto, le prime due giornate dell'evento sportivo, mentre, verosimilmente a causa di una variazione del proprio palinsesto disposta in itinere dall'emittente, la giornata dedicata alle finali di specialità a squadre e individuali di domenica 3 aprile sarebbe stata trasmessa solo in differita dalle ore 19.00 e in replica alle 3.00 di notte;
   a partire dalle ore 15.00 di domenica 3 aprile la Rai mandava invece in onda la diretta di una classica del ciclismo, il Giro delle Fiandre, evento sportivo indubbiamente rilevante e prestigioso; Pag. 122
   una simile variazione nel palinsesto appare però incomprensibile alla luce del fatto che la concessionaria ha trasmesso la diretta del Giro delle Fiandre in contemporanea su ben tre dei suoi canali (Rai 3, Rai Sport 1 e Rai Sport 2), preferendo quindi non dare spazio alla diretta delle finali della World Cup 2016 di ginnastica ritmica;
   per tali ragioni gli scriventi chiedevano alla redazione di Rai Sport, tramite la piattaforma Twitter, spiegazioni per la mancata messa in onda della diretta delle finali di ginnastica ritmica, non evitando di rimarcare la circostanza della triplice trasmissione contemporanea dell'evento ciclistico sui diversi canali Rai;
   anziché fornire gli opportuni chiarimenti del caso, anche relativamente ad una pur legittima variazione della programmazione eventualmente intervenuta, la redazione di Rai Sport rispondeva con tono quasi schernente, sia ad uno degli interroganti che a tanti utenti i quali, desiderosi di assistere alla diretta televisiva, hanno lamentato lo spiacevole disservizio;
   Rai Sport ometteva tuttavia di indicare le ragioni della scelta, incomprensibile a giudizio degli scriventi, compiuta dall'emittente di voler trasmettere su tre canali la diretta del Giro delle Fiandre e, solo in differita, le finali di ginnastica ritmica, quando verosimilmente ben sarebbe stato possibile trasmettere contemporaneamente entrambe le dirette degli eventi sportivi dalle ore 15.00 su due canali differenti;
   si chiede di sapere:
    se e quali obblighi, ad esempio di informazione, sussistano in capo alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo in caso di variazione del proprio palinsesto televisivo, tanto più nei casi in cui venga sacrificata la diretta di un importante evento sportivo;
    per quale ragione il 3 aprile 2016 la Rai abbia trasmesso solo in differita sui propri canali sportivi le finali della World Cup di ginnastica ritmica, optando invece per trasmettere dalle ore 15.00 su tre dei propri canali la diretta del Giro delle Fiandre;
    se non ritengano che tale decisione contraddica la missione del servizio pubblico radiotelevisivo con riferimento agli avvenimenti sportivi, che è quella di garantire, anche sfruttando i propri canali tematici, la copertura degli eventi relativi al più ampio numero di discipline sportive, tanto più quelle in cui eccellono le atlete italiane;
    se non ritengano di dover stigmatizzare il comportamento del soggetto preposto alla gestione delle piattaforme social network di Rai Sport e di dover chiarire per quali ragioni il medesimo, in risposta alla segnalazione del disservizio, non si sia limitato a fornire i dovuti chiarimenti relativi alla variazione di programmazione e le opportune pubbliche spiegazioni e scuse per il disservizio recato agli utenti o, ancora, le ragioni della contemporanea trasmissione su tre canali Rai del Giro delle Fiandre. (437/2112)

  RISPOSTA. – Con riferimento all'interrogazione sopra menzionata si informa di quanto segue.
  Lo scorso 30 marzo la Prefettura di Fermo aveva disposto per la zona delle Marche – per ragioni legate alla limitata capienza dello stadio di Montegranaro – la trasmissione in diretta il successivo 3 aprile dell'incontro di calcio Folgore Veregra Montegranaro-Sambenedettese (serie D), come già accaduto in altre occasioni in questa stagione sportiva.
  Di conseguenza il palinsesto – che prevedeva la trasmissione della gara ciclistica Giro delle Fiandre su Rai Tre dalle 15.00 alle 17.00, mentre la prima parte e il post-gara erano previsti in diretta su Rai Sport Uno – è stato modificato: per consentire la visione della gara ciclistica in diretta anche nelle Marche è stato necessario affiancare a Rai Tre (escluse le Marche) la trasmissione integrale su Rai Sport Uno. È da considerare, tra l'altro, che la Pag. 123trasmissione su una rete generalista costituisce un obbligo di contratto con gli organizzatori della gara.
  Poiché per ragioni tecniche si è determinata l'impossibilità della messa in onda di Rai Sport Due prima delle 17.30, si è reso inevitabile ricollocare la finale di ginnastica ritmica in differita in una fascia oraria successiva (più in particolare, dalle 18.50 alle 20.15).

  BINI, BONACCORSI. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   nella serata di mercoledì 6 aprile è andata in onda la trasmissione «Porta a porta», a cui ha preso parte come invitato Salvo Riina, figlio del boss mafioso Totò Riina;
   l'intervista ha riguardato la figura del padre ed il suo coinvolgimento in alcune fra le stragi mafiose più cruente e tristemente note della storia d'Italia;
   fra le affermazioni di Salvo Riina nel corso dell'intervista si sono registrate affermazioni forti e fortemente offensive per le famiglie delle vittime delle stragi di mafia comandate, come ormai appurato con sentenze definitive, dal padre;
   «Non lo condivido, perché è mio padre, mi hanno portato via mio padre, non potrei condividerlo», riferito all'arresto e alla condanna del boss, per mano della giustizia italiana, è solo una tra le frasi inascoltabili, soprattutto da chi il padre se l’è visto portare via per sempre, ucciso per mano mafiosa, in quelle stragi;
   le reazioni delle famiglie delle vittime, delle associazioni antimafia e della società civile, sono state di profonda indignazione e rabbia;
   il tutto è avvenuto nell'ambito di una trasmissione televisiva RAI, che svolge un servizio pubblico e che pertanto, più di altre emittenti, dovrebbe essere attenta alle regole e ai principi dello Stato per cui opera;
   il fatto rischia di esaltare la figura di un uomo che, mai pentitosi, ha operato per la mafia e contro lo Stato;
   si chiede di sapere:
    in che modo si intenda intervenire rispetto a quanto accaduto e, in particolare, se e come si intenda intervenire per sanzionare quanto accaduto in una trasmissione del servizio pubblico nazionale e per evitare il ripetersi, anche in futuro, di episodi come quello andato in onda mercoledì 6 aprile. (438/2117)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In primo luogo, per una più compiuta valutazione della tematica si rinvia a quanto emerso nel corso delle recenti audizioni del Presidente e del Direttore Generale (presso la Commissione Antimafia) e del Direttore di RaiUno e del Direttore Editoriale per l'Offerta Informativa (presso la Commissione di Vigilanza).
  La cornice editoriale e valoriale in cui si inserisce il caso dell'intervista al mafioso Salvo Riina nell'ambito di Porta a Porta – e degli approfondimenti che ne sono seguiti, tanto all'interno del programma stesso quanto, in un'accezione più ampia, all'interno di RaiUno e delle altre reti della Rai – è quella dell'intensificazione dell'impegno civile e della cultura della legalità.
  Tra le varie opportunità editoriali è emersa la possibilità dell'intervista al mafioso Salvo Riina connessa all'uscita del libro, di cui è stata fornita un'anticipazione su un importante quotidiano nazionale; il contesto di questa possibilità prevedeva la realizzazione dell'intervista al di fuori dello studio di Porta a Porta e di un dibattito di approfondimento, che avrebbe coinvolto vittime della mafia, conoscitori esperti della mafia ed esponenti del contrasto alle mafie. Questo contesto complessivo ha portato a ritenere che l'insieme di queste iniziative – ovvero l'intervista e l'approfondimento – avrebbe potuto presentare potenzialmente uno strumento di racconto di un pezzo della realtà mafiosa, destinato alla seconda serata. Tale decisione Pag. 124è stata presa, peraltro, nel contesto della volontà di proseguire, arricchire e completare l'approfondimento il giorno seguente, con una puntata ulteriore di Porta a Porta totalmente dedicata, con un parterre di ospiti più ampio.
  Quanto alla dinamica dell'intervista, compreso il tema delicato del rilascio della liberatoria, le principali modalità, in sintesi, sono state le seguenti: Vespa ha incontrato il mafioso Salvo Riina a Padova, solo in occasione della registrazione dell'intervista; nessun compenso è stato riconosciuto all'intervistato e le domande non sono state anticipate in nessuna forma. L'intervista è stata registrata senza alcuna interruzione ed è stata trasmessa integralmente, per una durata complessiva di 24 minuti. Così come è stata registrata, è stata trasmessa. La liberatoria, come noto, è stata rilasciata dopo la registrazione; la prassi abituale prevede il rilascio della liberatoria prima della registrazione quando la messa in onda è prevista a stretto giro rispetto alla registrazione stessa pur se può capitare che accada il contrario in casi particolari. In ogni caso dal 6 aprile – per i casi complessi o comunque potenzialmente critici – il rilascio delle liberatorie dovrà sempre e solo avvenire prima.