CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 novembre 2015
539.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 174/2015: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (Nuovo testo C. 3393 Governo).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
   esaminato il nuovo testo del disegno di legge C. 3393 Governo, recante conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante «Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione»;
   considerato che le disposizioni da esso recate sono riconducibili alle materie «politica estera e rapporti internazionali», «difesa e forze armate», «giurisdizione e norme processuali», che le lettere a), d) e l), del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione attribuiscono alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
   rilevato, sotto il profilo dell'efficacia temporale delle disposizioni, che il decreto-legge interviene a prorogare le missioni internazionali dal 1o ottobre al 31 dicembre 2015, retroagendo dunque di trenta giorni rispetto alla sua entrata in vigore, avvenuta in data 31 ottobre 2015, giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (30 ottobre) e dando così copertura normativa all'impegno dell'Italia nelle missioni internazionali dal 1o ottobre 2015;
   osservato che il provvedimento, nell'autorizzare o prorogare la partecipazione italiana alle missioni internazionali in corso di svolgimento reca numerosi rinvii alla legislazione vigente, secondo un procedimento consueto nei decreti-legge in materia, in conseguenza della carenza di una normativa unitaria che regolamenti i profili giuridico-economici delle missioni stesse;
   osservato che nel corso della legislatura la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura il testo unificato delle proposte di legge A.C. 45 ed abb. recante disposizioni in materia di missioni internazionali, provvedimento, attualmente all'esame del Senato (A.S. 1917), che disciplina i profili normativi connessi alle missioni e prevede, per specifici aspetti (quali il trattamento giuridico, economico e previdenziale, la disciplina contabile e penale), una normativa strumentale al loro svolgimento;
   evidenziato come il decreto-legge rinvia a disposizioni che, in quanto confluite nel Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono state abrogate nella fonte originaria e sarebbe quindi corretto far riferimento alle disposizioni e agli istituti disciplinati dal Codice in questione,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   considerato che il decreto-legge rinvia a disposizioni che, in quanto confluite nel Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono state abrogate nella fonte originaria, valutino le Commissioni di merito l'opportunità che il provvedimento faccia riferimento direttamente alle disposizioni e agli istituti disciplinati dal Codice in questione.

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ALLEGATO 2

DL 174/2015: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (Nuovo testo C. 3393 Governo).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO MOVIMENTO CINQUE STELLE

  La I Commissione, esaminato il testo del disegno di legge in titolo,
   premesso che:
    ci troviamo di fronte ad un nuovo, ennesimo, decreto-legge di proroga di tutte le diverse missioni internazionali nelle quali è impegnato il nostro Paese che reitera una delle peggiori consuetudini del Governo, ritornando a finanziare le missioni internazionali militari, nonché gli interventi di cooperazione allo sviluppo, per soli tre mesi, non trovando così alcuna giustificazione, non programmabile, di urgenza;
    il decreto legge sembra teso a prefabbricare «un pacchetto» legislativo disorganico e slegato tra le varie parti, obbligando le Camere ad un «prendere o lasciare», trattando il testo di missioni talmente diverse tra di loro (spesso di segno opposto) e sul quale i singoli gruppi e parlamentari possono, coerentemente con il mandato conferito loro dai cittadini, avere sulle stesse opinioni diametralmente diverse;
    non si comprende la ragione per la quale, limitatamente alla parte sulle missioni internazionali, sia stata abbandonata la prassi inaugurata nella scorsa legislatura di provvedere ad una proroga di durata annuale;
    continua a mancare una normativa-quadro che disciplini in modo organico la partecipazione dei contingenti italiani alle missioni militari internazionali, nonostante le reiterate assicurazioni di provvedervi da parte dei Governi; attualmente, peraltro, la discussione risulta avviata presso il Senato della Repubblica – in seconda lettura, dopo l'approvazione da parte della Camera dei deputati – i lavori procedono a rilento, ma ciò è stato sufficiente, al momento, a peggiorare il testo, alterandone il già precario equilibrio politico raggiunto in prima lettura;
   ricordato che:
    la fallimentare partecipazione italiana all'invasione dell'Afghanistan al seguito degli Stati Uniti di America è stata, dal punto di vista del diritto internazionale, del tutto illegittima, avendo lo scopo di infliggere una punizione collettiva al popolo afghano nonostante fosse provato che gli attentatori dell'11 settembre 2001 erano tutti cittadini dell'Arabia Saudita;
    la guerra in Afghanistan ha prodotto una destabilizzazione di tutta quell'area, ha rafforzato l'odio verso l'Occidente e potenziato il fondamentalismo islamico e terroristico;
    il provvedimento in titolo prevede la reiterazione ed il potenziamento del nostro contingente militare della denominata «Resolute Support Mission» in Afghanistan: nonostante tutte le assicurazioni politiche di un progressivo disimpegno italiano in questo scenario di guerra, Pag. 15che avrebbe dovuto terminare con la chiusura della missione ISAF il 31 dicembre 2014, non solo registriamo il perdurare sotto altra sigla della partecipazione italiana all’ occupazione dell'Afghanistan, ma assistiamo anche all'aumento del contingente – sia come consistenza dei militari in teatro (204 in più rispetto al precedente decreto-legge), sia come a consistenza dei mezzi militari in teatro (+ 46) fa pensare che tale crescita di uomini e mezzi sia stata voluta per sostituire il contingente spagnolo, opportunamente ritirato dal Governo di Madrid e richiamato in patria;
    il maggior coinvolgimento italiano nel teatro afghano avviene, dunque, in assenza dei necessari requisiti di solidarietà tra gli altri Paesi della UE che fino allo scorso settembre erano presenti con uomini e mezzi in Afghanistan e dimostra una inaccettabile subalternità ai voleri del governo Usa in evidente assenza di quelle condizioni «di parità con gli altri Stati» che l'articolo 11 della Costituzione stabilisce come requisito necessario per consentire «limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni»;
    è necessario invertire questa tragica situazione, conferendo nelle mani del popolo afghano il proprio destino e ritirando al più presto le nostre truppe da quel Paese;
   considerato che:
    si reiterano le missioni «antipirateria» nonostante la situazione riguardante la restrizione della libertà dei due marò Girone e Latorre non sia affatto cambiata, mentre le citate missioni sono state comunque rifinanziate senza l'apposita preventiva valutazione delle Commissioni parlamentari;
    il comma 7 dell'articolo 1 del presente decreto autorizza la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centro-meridionale denominata EUNAVFOR MED ma questa rischia di essere una autorizzazione in bianco del parlamento al governo in quanto, un eventuale intervento nelle acque e nel territorio libero, non è ancora stato autorizzato dal consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che iniziative unilaterali possono degenerare in tutto il bacino del Mediterraneo comportando una escalation dagli esiti drammatici;
    non esiste proporzione tra le (scarse) risorse investite dal decreto legge in favore di processi di stabilizzazione della pace e di cooperazione allo sviluppo rispetto alla soverchiante spesa per il mantenimento di truppe e mezzi militari nello scenario di guerra;
   premesso, infine, che:
    al fine di salvaguardare i poteri d'indirizzo e controllo del Parlamento, sarebbe opportuno istituire un apposito Comitato parlamentare di controllo sulle missioni internazionali, presieduto da un parlamentare dell'opposizione, in grado, anche con il ricorso alla seduta segreta, di monitorare costantemente l'aderenza di ciascuna missione al mandato ricevuto dal Parlamento – in particolare, in ordine alle regole d'ingaggio, al cambio di scenario, ai movimenti delle forze operative, all'accresciuta area di rischio;
    il provvedimento in titolo dovrebbe indicare espressamente ed in modo chiaro che l'autorizzazione delle Camere riguardi ogni singola missione;
    il testo in titolo introduce l'estensione ai militari del Fondo per le vittime del terrorismo: la questione appare problematica, sia con riguardo alla inopportuna comparazione delle due condizioni, sia con riguardo all'entità delle risorse, che non appaiono incrementate,

  esprime

PARERE CONTRARIO