CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 aprile 2015
417.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04748 Vacca: Sui requisiti degli istituti scolastici paritari e su procedure fallimentari di taluni istituti in Abruzzo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il tema della vigilanza delle scuole paritarie è stato già affrontato, in particolare, nella seduta di questa Commissione del 17 dicembre 2014, in relazione all'atto di sindacato ispettivo n. 5-03989 a prima firma dell'onorevole interrogante. In quell'occasione sono state fornite notizie circa le misure adottate dall'Amministrazione sul tema, che si richiamano integralmente.
  Si ribadisce, quindi, che la vigilanza sulle istituzioni scolastiche paritarie è esercitata dagli Uffici scolastici regionali che ogni anno predispongono un piano di interventi ispettivi atti ad accertare il permanere delle condizioni richieste dalla legge per il riconoscimento della parità.
  L'esigenza di un sempre più stringente controllo è stata più volte sottolineata dal Ministero che, in varie occasioni, ha richiamato l'attenzione dei titolari degli Uffici periferici. Infatti, con note n. 2135 del 30 marzo 2011 e n. 3688 del 5 giugno 2014 è stato richiesto agli stessi di predisporre periodiche visite ispettive, secondo piani annuali di vigilanza, al fine di accertare la permanenza dei requisiti prescritti per legge per il mantenimento della parità scolastica.
  In data 5 marzo 2015, poi, con ulteriore nota n. 1888, è stato avviato uno specifico monitoraggio invitando gli Uffici scolastici regionali a comunicare tempestivamente quanti provvedimenti di revoca della parità fossero stati adottati negli ultimi 5 anni nei confronti di quelle scuole per le quali fosse stata accertata la mancanza dei requisiti richiesti dalle norme vigenti.
  I dati finora disponibili si riferiscono a undici regioni. I provvedimenti di revoca della parità disposti per l'accertato venir meno dei requisiti risultano, ad oggi, complessivamente 55, tra i quali, se ne contano 29 in Campania e 19 in Puglia.
  Venendo ora alle specifiche situazioni segnalate dall'interrogante, sulla base delle informazioni assunte dal competente Ufficio scolastico regionale per l'Abruzzo, con nota del 12 marzo 2015, si fa presente quanto segue.
  Gli Istituti paritari «Iri school college», «G. G. Visconti» e «D. G. Rossetti» con sedi a Chieti e Francavilla al Mare, operanti sotto la gestione della Società «Opus Sapientia Dei et Mariae Iri School College», hanno cessato la loro attività a conclusione dell'anno scolastico 2013/2014 per libera determinazione dell'ente gestore.
  Di conseguenza, l'U.S.R. ha disposto, a decorrere dal 31 agosto 2014, la revoca della parità per le citate scuole, individuando le istituzioni scolastiche presso le quali depositare gli atti.
  Quanto al Polo scolastico paritario «Il Nazareno» con sede a Pescara, lo stesso ha iniziato la propria attività sotto la Società «U.C.I.S. s.r.l.» e dall'anno 2013/2014 ha svolto la sua funzione sotto la «Compagnia delle opere e degli studi superiori» a seguito di cambio di gestione, avvenuto in data 3 settembre 2013.
  In attuazione della sopra citata nota ministeriale n. 2135 del 2011, la Direzione scolastica regionale ha provveduto ad elaborare il previsto piano di vigilanza relativamente al biennio 2011/2012 e 2012/2013 presso le scuole paritarie della regione. Tenuto conto di quanto emerso in questa prima fase di controllo, l'Ufficio ha disposto un ulteriore visita ispettiva presso Pag. 94il predetto Polo scolastico paritario, in esito alla quale ha provveduto, ai sensi dell'articolo 5, punto 5.8, del decreto ministeriale n. 83 del 2008, ad inviare alla scuola specifica comunicazione per il ripristino dei requisiti mancanti, assegnando il termine di 30 giorni.
  L'Istituto ha prodotto apposita documentazione con la quale, tra l'altro, ha ribadito la difficoltà a reperire personale provvisto della specifica abilitazione. In presenza della descritta circostanza, l'Ufficio ha monitorato il funzionamento delle scuole afferenti al Polo nel corso degli anni scolastici successivi.
  Il competente Ufficio scolastico regionale, con la nota succitata, ha, inoltre, precisato che le scuole in discorso non rientrano nei casi di cui al terzo capoverso della circolare del medesimo U.S.R. prot. n. 391 del 2014 «Piano di vigilanza per l'accertamento del possesso dei requisiti prescritti per il mantenimento della Parità scolastica presso le istituzioni scolastiche Paritarie», citata nell'interrogazione. Infatti, dalla documentazione acquisita è emersa l'impossibilità di reperire personale docente abilitato, oltre che per mancanza di graduatorie interne delle scuole, anche a seguito della non disponibilità ad accettare incarichi manifestata dagli aspiranti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
  Si ritiene opportuno citare in tal senso quanto comunicato con nota ministeriale n. 4420 dell'11 luglio 2012 circa la possibilità da parte delle scuole paritarie di utilizzare, nelle more della conclusione dei corsi di TFA, personale docente fornito del solo titolo di studio nel caso di irreperibilità di abilitati.
  Concludendo, il competente U.S.R. ha comunicato che le scuole appartenenti al Polo scolastico «Il Nazareno» sono attualmente oggetto di ulteriore verifica ispettiva ai fini dell'accertamento della permanenza dei requisiti prescritti in materia di parità scolastica.

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ALLEGATO 2

5-04977 Coccia: Sulle iniziative tese a garantire la piena inclusione degli alunni con disabilità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla questione relativa all'integrazione degli alunni con disabilità, si coglie l'occasione per evidenziare come nel disegno di legge che sta iniziando l'iter parlamentare proprio in questa Commissione sia stabilito che i destinatari del piano straordinario di assunzione siano assunti prioritariamente nei ruoli del sostegno se in possesso del relativo titolo di specializzazione. Ciò al fine di garantire ad alunni e studenti con disabilità l'indispensabile supporto di personale docente opportunamente provvisto di titolo di specializzazione nel sostegno.
  Sempre nello stesso disegno di legge è prevista una specifica delega al Governo per la revisione e il riordino complessivo della materia al fine di migliorare la qualità dell'inclusione scolastica con particolare riguardo alla ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno, alla revisione dei criteri di assegnazione del personale docente di sostegno tendendo conto del principio della continuità didattica, all'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali nel rispetto delle competenze dei vari livelli istituzionali.
  La garanzia del diritto all'istruzione e alla formazione degli studenti con disabilità è infatti considerata priorità per l'amministrazione scolastica.
  Più in generale, al fine di assicurare continuità al sostegno per gli alunni con disabilità unitamente alla piena realizzazione del diritto allo studio, è stata autorizzata, a decorrere dal 1o settembre 2013, l'assunzione a tempo indeterminato di unità di personale docente da destinare agli alunni con disabilità su posti vacanti e disponibili, di cui 4.447 per l'anno scolastico 2013/2014 e 13.342 per il corrente anno.
  Si tratta di interventi in linea con un ben preciso programma di valorizzazione del sostegno già in atto da alcuni anni, che prevede l'attivazione di posti in deroga, a fronte di situazioni di particolare gravità e garantendo un numero di docenti adeguato alla domanda, anche a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010 che ha dichiarato incostituzionali le norme previste dalla cosiddetta legge finanziaria per il 2008 che fissavano un tetto massimo al numero dei posti di sostegno attivabili.
  In tal senso, sono intervenute le norme di cui all'articolo 15 del decreto-legge n. 104 del 2013. Il comma 2 di detto articolo ha disposto il graduale incremento dei posti di sostegno fino a raggiungere, a regime nell'anno scolastico 2015/2016, la percentuale del 100 per cento dei posti che erano stati complessivamente attivati nell'anno 2006/2007. Il successivo comma 2-bis ha stabilito che la quota venga ripartita equamente a livello regionale.
  Per effetto delle citate disposizioni, il numero complessivo della dotazione dell'organico di diritto di sostegno, in quest'anno scolastico pari a 81.137 posti, ammonterà dal prossimo anno scolastico – 2015/2016 – a 90.032 posti.
  Alla dotazione complessiva vanno poi aggiunti gli eventuali ulteriori posti in deroga che ciascun Ufficio scolastico regionale può autorizzare, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge n. 289 del Pag. 962002, secondo le effettive esigenze rilevate in relazione alla specifica tipologia di handicap.
  Difatti, rispetto ai posti previsti in organico di diritto sopra citati (81.137), il totale dei posti effettivamente attivati, per il corrente anno scolastico, è pari a 117.673 unità.
  Dal confronto con il precedente anno, quando i posti attivati sono stati 110.216, si registra un incremento di 7.457 unità, che conferma una tendenza positiva già in atto negli scorsi anni.
  Oltre a ciò, al fine di superare una visione assistenzialista della scuola e di valorizzare le potenzialità degli alunni, il MIUR si adopera per realizzare una scuola efficacemente inclusiva, dove cioè la formazione dei docenti, sia iniziale che continua e specialistica, è posta in primo piano.
  Nell'ambito della formazione iniziale destinata ai futuri docenti, i piani di studi dei nuovi corsi abilitanti all'insegnamento prevedono 30 CFU dedicati all'integrazione scolastica, cioè l'equivalente di un semestre accademico.
  Per il personale della scuola in servizio sono stati organizzati diversi corsi a livello territoriale ed è stato inoltre predisposto un piano nazionale di formazione sui DSA, nell'ambito del quale sono stati organizzati 35 master universitari. Ciò è stato possibile grazie ad un accordo tra il MIUR e le Università presso le quali è attivo un Corso di laurea in Scienze della Formazione.
  Sulle linea delle azioni formative predisposte per i DSA, sono stati organizzati nuovi percorsi formativi rivolti a docenti e dirigenti scolastici su specifiche tematiche afferenti alla disabilità. Sono stati quindi attivati ulteriori corsi di perfezionamento e master su autismo, sindrome ADHD, ritardo maturativo e mentale, rieducazione psicomotoria, disabilità sensoriali.
  È stato poi varato un Piano di formazione con 14 master universitari in «Didattica e psicopedagogia sui disturbi dello spettro autistico». I Master, finanziati dal MIUR, sono aperti a una platea di 1.500 docenti e saranno attivati nelle città che sono anche sede degli Sportelli Autismo.
  Si ricorda che il Progetto «Sportello Autismo» è nato dall'esperienza pilota dell'Ufficio scolastico territoriale di Vicenza ed è in corso in via sperimentale in 13 regioni. Se ne prevede l'estensione su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un servizio ulteriore che si aggiunge a quello dei CTS e utilizza sia le loro sedi e le loro reti, sia il loro modello di consulenza fra pari. In sostanza, un gruppo di insegnanti con una particolare esperienza e conoscenza dell'autismo fa capo ad un CTS, aggiungendosi al gruppo di due o tre operatori specializzati che già prestano lì servizio, al fine di fornire consulenza a distanza o in presenza alle scuole appartenenti al territorio che ne fanno richiesta.
  Il progetto coinvolgerà anche esperti delle associazioni più rappresentative in materia di autismo. In seguito, l'attività di sportello potrà orientarsi anche alle famiglie, divenendo un punto di riferimento e di raccordo per la scuola, i genitori e i servizi socio-sanitari.
  Il Ministero dedica una particolare attenzione alle tematiche relative all'autismo e, in occasione della ottava edizione della giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo, promossa dall'ONU per il giorno 2 aprile 2015, ha emanato in data 19 marzo 2015 un'apposita circolare al fine di promuovere iniziative di sensibilizzazione nelle scuole anche in collaborazione con le associazioni del settore.
  Sempre in tema di formazione in servizio, è stato emanato il decreto ministeriale n. 762 del 2 ottobre 2014 attuativo dell'articolo 16 della legge 128 del 2013, che prevede la formazione e l'aggiornamento obbligatorio in servizio su sette priorità, tra le quali l'inclusione degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali.
  Tra le altre misure realizzate, si ricordano i citati Centri territoriali di supporto (CTS), nati in seno al Progetto «Nuove Tecnologie e Disabilità», cofinanziato nel 2006 dalla Direzione Generale per lo Studente e dal Dipartimento dell'Innovazione Tecnologica della Presidenza del Consiglio dei ministri, per la diffusione e l'effettivo uso delle nuove tecnologie a favore degli Pag. 97alunni con disabilità. I CTS sono attualmente 106, hanno una diffusione a livello provinciale e sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Hanno sede presso scuole polo e vi operano, in media, due docenti specializzati nel campo delle nuove tecnologie per la didattica inclusiva.
  Già nei primi due anni di attività sono stati organizzati dai CTS 260 corsi di formazione che coinvolgono oltre 13.650 docenti.
  È, infine, on-line il Portale italiano per l'inclusione scolastica (http://bes.indire.it/), realizzato in collaborazione con l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE), articolato in più aree tematiche e completato da un'area dedicata alla catalogazione delle esperienze fatte dalle scuole e da una sezione informativa dedicata all'aggiornamento.
  Venendo ora al particolare episodio riferito nell'interrogazione, sulla base delle informazioni acquisite dal competente ufficio periferico, con nota n. 7262 del 27 marzo, si precisa che l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio ha immediatamente interpellato i due dirigenti scolastici che si sono succeduti nell'istituzione scolastica interessata.
  Dalla relazione fornita è risultato che le azioni educative poste in essere dalla scuola all'interno della programmazione effettuata in stretto raccordo con l'ASL e la famiglia dell'alunno, hanno portato, già nel precedente anno scolastico, all'individuazione di uno spazio didattico attrezzato, anche con video e musica, di cui l'alunno ha potuto usufruire continuando ad interagire positivamente con l'aula e la classe.
  Questo ulteriore spazio, attrezzato come aula didattica su indicazioni della neuropsichiatra che a tutt'oggi segue l'alunno, è stato, infatti, realizzato materialmente dal Comune di Valmontone, nell'ambito delle proprie competenze in materia di edilizia scolastica.
  Quindi, sia le scelte metodologiche didattiche che gli spazi e i laboratori hanno trovato pienamente riscontro nel progetto educativo individualizzato che vede l'alternarsi di momenti di permanenza in classe a momenti di didattica individualizzata.

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ALLEGATO 3

5-04754 Piccoli Nardelli: Sull'Opera nazionale Montessori.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In primo luogo, corre l'obbligo di ricordare come l'Opera Nazionale Montessori sia stata istituita quale Ente morale con regio decreto dell'8 agosto 1924 su impulso della stessa Maria Montessori al fine di diffondere il suo metodo di didattica differenziata.
  Secondo quanto dispone il comma 3 dell'articolo 142 del testo unico delle norme in materia di istruzione, il legislatore riconoscendola depositaria dell'eredità pedagogica di Maria Montessori, ha voluto attribuire all'Opera Nazionale Montessori un carattere di esclusività per quanto concerne l'assistenza tecnica alla sperimentazione dell'insegnamento del metodo di differenziazione didattica, ferma restando la vigilanza attribuita al MIUR sull'Ente ai sensi dell'articolo 605 del citato testo unico.
  Per la diffusione di tale metodologia, l'Opera Nazionale Montessori rappresenta indubbiamente un riferimento per docenti, dirigenti e genitori.
  In data 1o agosto 2013 il MIUR ha rinnovato, per un triennio, la convenzione con l'Opera Nazionale Montessori, con specifico riguardo all'istituzione di scuole secondo il metodo in argomento. Per l'insegnamento nella scuola primaria e nella scuola dell'infanzia a metodo Montessori il Ministero, tramite il sistema informativo e il coinvolgimento degli Uffici scolastici regionali, predispone specifici elenchi di docenti in possesso del titolo di specializzazione.
  La suddetta convenzione prevede, altresì, che l'Opera Nazionale Montessori presti assistenza tecnica alla scuole con classi a metodo Montessori per il necessario sostegno didattico-metodologico, anche finalizzato all'approfondimento del metodo per gli insegnanti di nuova assunzione.
  Questo Ministero, inoltre, sostiene attività di promozione e diffusione del pensiero di Maria Montessori per garantirne l'autentica interpretazione; a tale proposito, si è svolto recentemente un convegno presso il Ministero sull'attività e la figura della fondatrice. In quest'ottica di promozione e sviluppo, potranno, quindi, essere definite specifiche sperimentazioni per estendere l'insegnamento con metodo Montessori anche alle scuole secondarie di primo grado.
  Alla luce del quadro di riferimento, la formazione dei docenti all'applicazione del metodo montessoriano costituisce una leva strategica fondamentale, erogata dal 1998 dall'Opera Nazionale Montessori ed anche da altri soggetti che hanno attivato una convenzione o che sono associati con l'Opera, a seguito di autorizzazione del MIUR.
  Tuttavia, come previsto nell'articolo 46 del regio-decreto n. 577 del 1928 che recita: «È data facoltà al Ministero della pubblica istruzione di autorizzare presso enti morali, che ritenga idonei, corsi biennali e corsi annuali, di durata complessiva non inferiore a sei mesi...», il legislatore non esclude che enti diversi dall'Opera Nazionale Montessori, possano erogare corsi di formazione per sperimentare metodi di differenziazione didattica nelle scuole dell'infanzia e primarie.
  Infatti, con sentenza n. 1407, già nel 1995 il Consiglio di Stato si è espresso nel senso che non è attribuita all'Opera nazionale Montessori «... una posizione giuridica qualificata a svolgere in esclusiva Pag. 99corsi di didattica differenziata fondati sullo stesso metodo...».
  In tal senso, una recente sentenza del 6 marzo 2014 del Giudice del lavoro di Roma ha nuovamente riconosciuto l'assoluta validità del titolo di specializzazione a indirizzo differenziato Montessori rilasciato da un ente in possesso di specifica autorizzazione ministeriale.
  Tutto ciò posto, nella consapevolezza del fondamentale ruolo svolto dall'Opera Nazionale Montessori, si valuterà – nell'ambito dell'esercizio della delega al Governo prevista nel disegno di legge attuativo de «La Buona scuola» all'esame di codesta Commissione in relazione alla formazione iniziale dei docenti – di potenziare ed implementare il metodo di differenziazione didattica Montessori privilegiando il raccordo con la medesima istituzione, nonché si prenderà in considerazione di definire regole, criteri e procedure più stringenti per l'autorizzazione allo svolgimento dei corsi di formazione, in modo da garantire il mantenimento della qualità degli stessi.