CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 marzo 2015
401.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04917 Cozzolino: Sull'emanazione del decreto ministeriale di riparto del Fondo di cui al decreto-legge n. 119 del 2014 e successive modificazioni.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Cozzolino chiede se sia stato eseguito l'adempimento di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge n. 119 del 2014, convertito con la legge di conversione n. 146 del 2014.
  Chiede, in pratica, se sia stato emanato, nei tempi previsti, vale a dire entro il 31 dicembre scorso, il decreto ministeriale di ripartizione della dotazione finanziaria del fondo di 62 milioni 700 mila euro per l'anno 2014, istituito nello stato di previsione del Ministero dell'interno per fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale.
  Comunico, in proposito, che il 23 dicembre scorso il Ministero dell'economia e delle finanze ha espresso l'intesa sullo schema del decreto predisposto dal Ministero dell'interno.
  Il giorno successivo, il decreto è stato firmato dal Ministro Alfano. Esso attribuisce 57 milioni 500 mila euro al Dipartimento della pubblica sicurezza per le spese sostenute dalla Polizia di Stato e dall'Arma dei carabinieri e 5 milioni 200 mila euro per le spese sostenute dalle Prefetture.
  Come noto, tali Corpi di Polizia e le Prefetture sono impegnate in prima linea nelle attività di gestione dei flussi migratori.
  Per completezza, ricordo che, con il medesimo articolo 6 del citato provvedimento d'urgenza, è stato disposto anche l'incremento del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo per un importo pari a circa 51 milioni di euro per l'anno 2014. In virtù di tale stanziamento aggiuntivo, lo SPRAR (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati) ha raggiunto una capienza di circa 20 mila 800 posti sul territorio nazionale, di cui circa 850 destinati ai minori non accompagnati.

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ALLEGATO 2

5-04916 Matteo Bragantini e Borghesi: Iniziative per modificare la normativa di recepimento delle normative europee sul settore armiero.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno gli onorevoli Bragantini e Borghesi chiedono al Ministro dell'interno l'adozione di misure volte a semplificare gli adempimenti connessi al rilascio delle autorizzazioni per le esportazioni di armi e munizioni civili verso Paesi terzi, che sarebbero divenuti complessi a seguito dell'entrata in vigore, nel 2013, del regolamento comunitario n. 258 del 2012.
  Premetto che tale regolamento attua l'articolo 10 del protocollo delle Nazioni Unite contro la fabbricazione e il traffico illecito di armi da fuoco e, effettivamente, introduce ulteriori adempimenti da parte degli Uffici competenti al rilascio delle autorizzazioni.
  In attuazione della normativa in questione, il Ministero dell'interno ha prontamente istituito l'ANCE, Autorità nazionale per il controllo delle esportazioni delle armi da fuoco ad uso civile, individuata nell'Ufficio per gli affari della polizia amministrativa e sociale del Dipartimento della pubblica sicurezza.
  Il 22 ottobre 2013, tale autorità ha diramato alle Prefetture e alle Questure una prima circolare contenente le indicazioni iniziali sulle più rilevanti innovazioni apportate dalla normativa comunitaria.
  A tale atto ha fatto seguito una direttiva in data 19 dicembre 2013 – frutto anche del costruttivo confronto con le associazioni di categoria che ne hanno pienamente condiviso i contenuti –, con cui sono stati forniti ulteriori elementi chiarificatori, anche in considerazione delle difficoltà applicative emerse nella fase di prima attuazione.
  In particolare, la direttiva, rimanendo nell'ambito dei principi generali stabiliti dal regolamento comunitario, ne ha fornite un'interpretazione meno rigorosa, al fine di semplificare e velocizzare le procedure autorizzatorie, anche alla luce delle richieste avanzate dal comparto armiero.
  In tal senso, è stato previsto, in un'ottica di maggiore decentramento amministrativo, che gli Uffici territoriali possano procedere direttamente al rilascio delle autorizzazioni all'esportazione verso determinati Paesi inclusi in un'apposita white list.
  L'individuazione dei Paesi da introdurre nella citata lista viene effettuata tenendo conto delle segnalazioni provenienti dal Ministero degli affari esteri, chiamato ad esprimersi sia sulla situazione politica dei Paesi destinatari dei beni soggetti a controllo sia sull'esistenza di eventuali dinieghi all'esportazione emessi da altri Paesi comunitari.
  In relazione ai Paesi non inclusi nella lista in questione, è stata invece introdotta una procedura di controllo in tempo reale di eventuali dinieghi, mediante interpello in via telematica con l'Ufficio centrale, salvo che si tratti di Paesi che richiedono maggiori accertamenti nell'ambito di un'istruttoria più complessa.
  Inoltre, sempre nell'ottica dello snellimento delle procedure amministrative, è stata adottata una disciplina amministrativa più agevole per quanto riguarda la prevista «non obiezione al transito», in forma espressa o implicita, da parte del Paese terzo.
  Rispondendo ad alcune specifiche sollecitazioni degli onorevoli interroganti, informo Pag. 49che, sebbene non siano attive – al momento – piattaforme informatiche che consentono il trattamento dei dati on-line, tuttavia è all'esame l'implementazione dei sistemi esistenti che potrà permettere una razionalizzazione della tempistica nel rilascio delle licenze di esportazione.
  Per quanto riguarda la problematica relativa al rilascio di licenze valide per più clienti e più quantitativi, evidenzio che la citata direttiva del 22 ottobre 2013 richiama e disciplina espressamente la cosiddetta «licenza globale», cioè il provvedimento unico con il quale uno specifico esportatore viene autorizzato ad effettuare spedizioni multiple verso diversi destinatari stabiliti in uno o più paesi terzi.
  Voglio infine informare che presso il Ministero dell'interno è attivo un tavolo di consultazione con il comparto armiero, finalizzato ad un periodico approfondimento di tutte le problematiche del settore. In tale contesto, non risulta che siano emerse, al momento, esigenze di modifiche della normativa oggetto della presente interrogazione.

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ALLEGATO 3

5-04918 Gigli: Azioni per assicurare la prosecuzione di iniziative per l'accoglienza dei migranti nella provincia di Udine.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Gigli richiama l'attenzione sull'esigenza che il Ministero dell'interno assicuri la copertura finanziaria alle convenzioni in via di stipula da parte della Prefettura di Udine per garantire l'accoglienza dei migranti presenti nel territorio provinciale.
  La Prefettura di Udine – al pari delle altre Prefetture – è parte integrante della complessa macchina dell'accoglienza governata dal Ministero dell'interno con il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate alla gestione del fenomeno migratorio.
  Il sistema dell'accoglienza, nella nuova strutturazione varata nella seduta della Conferenza unificata del 10 luglio scorso, è imperniato sulla leale collaborazione tra i tre livelli di governo del Paese: Stato, Regioni e Comuni, i quali hanno deciso di condividere, in maniera proporzionale e secondo parametri predefiniti sul territorio, gli oneri dell'accoglienza dei migranti. Questa scelta contribuirà a mitigare l'impatto sociale del fenomeno e ad agevolare il percorso di integrazione degli stranieri che rimarranno in Italia.
  Più in particolare, la distribuzione dei migranti sul territorio nazionale avviene secondo criteri di ripartizione per quote prima regionali e poi provinciali, individuate rispettivamente dal Tavolo di coordinamento nazionale presso il Ministero dell'interno e dai Tavoli di coordinamento regionali presieduti dai Prefetti del capoluogo di Regione.
  Ai fini dell'attivazione in concreto delle strutture di accoglienza, sono chiamati in causa infine i prefetti e gli enti locali, che costituiscono – gli uni e gli altri – gli effettivi terminali del sistema sul territorio.
  È nell'ambito delle procedure appena descritte che i migranti sono stati distribuiti pro quota anche nel territorio della provincia di Udine.
  Attualmente, gli stranieri che vi sono ospitati sono 492. Al fine di garantire la continuità dei servizi per la loro accoglienza, la Prefettura, in adesione a una specifica direttiva ministeriale, ha indetto un bando di gara, il cui termine è fissato per il 18 marzo prossimo. Le convenzioni in atto saranno prorogate fino all'esito della procedura di aggiudicazione.
  L'iniziativa della Prefettura è stata assunta sulla base di una precisa direttiva nazionale del Ministero dell'interno, il quale – pertanto – assicurerà l'accreditamento delle risorse finanziarie necessarie alla copertura delle spese.
  Quanto ai protocolli d'intesa sottoscritti con i Sindaci dei Comuni di Nimis e Lignano Sabbiadoro, a cui fa riferimento l'interrogante, rappresento che essi non comportano alcun onere ad eccezione della copertura assicurativa garantita dalla Regione, in quanto riguardano lo svolgimento di attività di volontariato da parte dei migranti nell'ambito di progettualità elaborate dai predetti Comuni.
  Infine, consentitemi di accogliere con soddisfazione l'apprezzamento che, secondo quanto riferito dall'onorevole Gigli, la popolazione locale manifesta nei riguardi dell'attività della Prefettura di Udine. Sottolineo, nel contempo, che le espressioni di dissenso segnalate nell'interrogazione sono limitate ad alcuni casi isolati, che comunque non possono offuscare lo spirito di solidarietà dimostrato sia dalle istituzioni sia dalla popolazione locale.

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ALLEGATO 4

5-04919 Fiano, Cinzia Maria Fontana e Chaouki: Iniziative per rafforzare il monitoraggio sull'attività dell'associazione Casapound anche a seguito di recenti episodi di violenza.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Fiano, unitamente ad altri deputati, chiede al Ministro dell'interno se non ritenga di rafforzare il monitoraggio sull'attività dell'associazione Casapound, anche alla luce dei gravi episodi di violenza di cui si sarebbero resi autori alcuni suoi esponenti a Cremona e a Magliano Romano.
  Mi soffermo, in particolare sull'episodio di Cremona, che ha avuto una vasta eco a livello nazionale.
  Premetto che il movimento CasaPound risulta presente nella provincia di Cremona attraverso circa trenta aderenti e circa ottanta simpatizzanti. La loro attività ruota attorno ad un'associazione no profit costituita nell'autunno dal 2012, denominata «Stoccafisso – Associazione Culturale e di Promozione Sociale», che, pur essendo formalmente distinta da CasaPound, di fatto ne rappresenta la locale articolazione.
  In occasione delle ultime elezioni comunali, il movimento è risultato particolarmente attivo a sostegno del proprio candidato sindaco e di una propria lista che, tuttavia, hanno riportato un numero di voti assolutamente insufficiente ad accedere al Consiglio comunale.
  Proprio a Cremona, lo scorso 18 gennaio, dopo il regolare svolgimento dell'incontro di calcio Cremonese-Mantova, sono avvenuti degli scontri tra aderenti a CasaPound e al «Centro Sociale Dordoni».
  Le pattuglie della Polizia di Stato, prontamente intervenute, sono riuscite a sedare la rissa nel corso della quale vi sono stati alcuni feriti; in particolare un aderente al centro sociale ha subito lesioni gravissime.
  Le successive indagini hanno consentito di individuare e deferire all'autorità giudiziaria sedici persone, appartenenti ad entrambi gli schieramenti, e di sequestrare diverso materiale documentale nonché oggetti atti ad offendere, tutti rinvenuti presso le abitazioni dei presunti autori delle violenze.
  Su un piano più generale, rappresento che negli ultimi anni il sodalizio CasaPound, sorto nel dicembre 2003 ma ufficializzato formalmente nel 2007, si è affermato progressivamente nel panorama nazionale dell'estremismo di destra.
  L'incremento delle attività di propaganda e l'interesse del sodalizio per temi a forte rilevanza sociale hanno accentuato la concorrenzialità con i gruppi di opposto orientamento e la reciproca aggressività.
  Il Ministero dell'interno segue l'evoluzione di questo clima di contrapposizione, dedicando particolare attenzione all'attività dei gruppi politici estremisti e alle frange più radicali in tutte le zone d'Italia.
  In tal senso, assicuro che le autorità provinciali di pubblica sicurezza svolgono una costante attività di prevenzione attraverso un attento monitoraggio ed un'accurata raccolta informativa nei confronti dei movimenti estremisti, finalizzata a cogliere il minimo segnale di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica e ogni ipotesi di deviazione dalle regole del diritto e della pacifica convivenza. In tale contesto, vengono costantemente controllati anche i luoghi di aggregazione dei simpatizzanti di CasaPound e le iniziative assunte dai medesimi.Pag. 52
  Ricordo, inoltre, che l'ordinamento vigente consente l'adozione di un provvedimento di scioglimento di movimenti che si ispirano al fascismo solo a seguito di una sentenza penale irrevocabile che abbia accertato il verificarsi in concreto della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partito fascista.
  Allo stato attuale non risultano pronunce giurisdizionali che consentano l'adozione di tale provvedimento.
  Resta fermo che comportamenti illeciti posti in essere da singoli esponenti del movimento saranno perseguiti con fermezza dalle Forze dell'ordine e dalla magistratura.