CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 gennaio 2015
369.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla LII riunione della COSAC svolta a Roma dal 30 novembre al 2 dicembre 2014.

RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA XIV COMMISSIONE ONOREVOLE MICHELE BORDO

  Il 1o e 2 dicembre scorso si è svolta ad Roma, nell'ambito della dimensione parlamentare del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'UE, la LII riunione della Conferenza delle commissioni per gli affari europei dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo (COSAC), preceduta, il 30 novembre, dalla riunione preparatoria della Troika presidenziale.
  Entrambe le riunioni sono state copresiedute dai Presidenti delle Commissione politiche UE della Camera e del Senato, Michele BORDO e Vannino CHITI.
  In via preliminare, va osservato che l'andamento e l'esito della COSAC hanno costituito un risultato di grande prestigio per il Parlamento italiano. È stato infatti espresso un unanime apprezzamento per l'organizzazione, la qualità dei temi e dei relatori prescelti e lo svolgimento ordinato dei lavori.
  In questo contesto, presentano un particolare rilievo, sul piano del metodo e per il merito, le conclusioni e il contributo approvati dalla Conferenza, i cui testi sono in distribuzione.
  Sotto il primo profilo, va sottolineato che l'approvazione è intervenuta all'unanimità, dopo un dibattito molto articolato ma privo delle contestazioni procedurali e delle asprezze che avevano caratterizzato precedenti conferenze. A ciò ha concorso il lavoro di preparazione e di mediazione svolto dalla Presidenza italiana, che ha consentito di definire un testo ampiamente condiviso e di isolare, su alcune questioni più controverse e delicate, le posizioni più intransigenti.
  Per quanto attiene ai contenuti, va osservato come il contributo contenga quattro punti di forte rilevanza politica, che affermano la visione del processo di integrazione sostenuta dal nostro Paese nel corso del semestre di Presidenza e, più in generale, negli ultimi anni.
  Innanzitutto, si è affermato che la spesa pubblica destinata al cofinanziamento nazionale dei progetti previsti dalla programmazione dei Fondi strutturali europei deve essere «completamente esclusa» dal calcolo del disavanzo statale e dai conseguenti obblighi del Patto di stabilità e crescita, «in quanto si tratta di una spesa destinata al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020 e al sostegno della competitività, della crescita e della creazione di posti di lavoro, specialmente per i giovani» (punto 1.6).
  Questo capoverso è stato approvato, grazie all'opera della Presidenza, nonostante la ferma opposizione, tra le altre, delle delegazioni tedesca, finlandese, svedese, olandese.
  In secondo luogo, si è espresso pieno sostegno al Piano della Commissione europea (il c.d. Piano Juncker) per mobilitare almeno 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi pubblici e privati nel periodo 2015-2017, osservando che «il suddetto piano potrebbe non essere sufficiente per raggiungere gli obiettivi contenuti nella Strategia Europa 2020» e, conseguentemente, si è chiesto che venga esaminata l'ipotesi di un aumento delle risorse destinate alla realizzazione degli obiettivi della Strategia in occasione della Pag. 95revisione di medio termine del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (punto 1.5).
  Anche queste affermazioni non sono state condivise dalle delegazioni dei Paesi «rigoristi» ed hanno chiesto un difficile negoziato.
  Analoghe considerazioni valgono per un ulteriore punto del contributo che riconosce come sia «essenziale sostenere la domanda aggregata e integrare il risanamento di bilancio favorevole alla crescita con l'effettivo uso, da parte degli Stati membri in condizioni di farlo, delle clausole di flessibilità previste dal Patto di stabilità e crescita» (punto 1.3).
  Infine, un capoverso inserito nella sezione dedicata al «ruolo dell'Unione europea nel Mediterraneo e nell'Est europeo», riconosciuto che è stata data sinora priorità, «legittima e giusta», all'allargamento dell'Unione a Nord e ad Est, evidenzia la necessità di « ristabilire la priorità strategica delle frontiere meridionali dell'Unione» (punto 3.2).

Lo svolgimento delle riunioni.
  Nel corso della riunione della Troika, cui hanno preso parte, oltre ai Presidenti CHITI e BORDO, i capi delle delegazioni dei Parlamenti greco e lettone nonché del Parlamento europeo, si è proceduto alla formale approvazione dell'ordine del giorno della riunione plenaria e alla definizione di un progetto aggiornato di contributo e conclusioni.
  La riunione plenaria si è aperta nella giornata del 1o dicembre, con gli indirizzi di saluto del Presidente del Senato Piero GRASSO e dei Presidenti CHITI e BORDO.
  Il Presidente BORDO ha, in particolare, ricordato che l'obiettivo primario perseguito dal Parlamento italiano nell'ambito della dimensione parlamentare della Presidenza è stato quello di evitare che la COSAC e le altre riunioni interparlamentari si risolvessero in un dibattito autoreferenziale sui poteri dei parlamenti nel processo decisionale europeo, soprattutto con riferimento al controllo di sussidiarietà. La cooperazione interparlamentare, e quindi la COSAC, hanno infatti un senso se esaltano la capacità di ciascuna assemblea di contribuire apprestare risposte politiche adeguate, a livello europeo e nazionale, alla crisi economica e alle altre sfide globali. E ciò richiede una logica di complementarità e fiducia reciproca tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali anziché di sterile competizione.
  La prima sessione è stata dedicata, come di consueto, alle questioni procedurali relative al funzionamento della COSAC.
  La seconda sessione, relativa allo «Stato dei lavori della Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea», è stata introdotta dal Presidente del Consiglio Matteo RENZI, che ha illustrato i principali obiettivi perseguiti nel semestre italiano ponendo soprattutto l'accento sullo sforzo di definire un equilibrio avanzato tra stabilità delle finanze pubbliche e le misure per rilanciare la crescita e occupazione.
  Nel corso del dibattito hanno preso la parola 17 oratori, ponendo domande relative alle politiche economiche e dell'occupazione, con particolare riferimento al Piano per gli investimenti della Commissione europea, e a numerosi altri profili dell'azione europea, tra cui il partenariato orientale e mediterraneo, la gestione dei flussi migratori, l'allargamento.
  Gli interventi hanno confermato l'esistenza di posizioni fortemente differenziate su alcune questioni chiave – riproposte peraltro anche nelle sessioni specifiche successive – quali la flessibilità nell'applicazione delle regole del Patto di stabilità e crescita – su cui si è delineato il consueto contrasto tra Paesi rigoristi quali la Germania e la Finlandia e quelli che considerano prioritarie misure di stimolo per rilanciare gli investimenti pubblici e privati, quali la Francia, la Spagna, la Grecia e numerosi altri Paesi – e la politica di vicinato, in relazione alla quale i Paesi dell'Europa centrale affermato la priorità della dimensione orientale, a partire dalla questione ucraina, mentre quelli Pag. 96dell'Europa meridionale rivendicano l'importanza delle politiche relative al Mediterraneo.
  Il Presidente RENZI ha replicato ai primi interventi, prima di lasciare la riunione per impegni concomitanti; ai successivi interventi ha replicato, in rappresentanza del Governo italiano, il Sottosegretario agli affari europei Sandro GOZI.
  La terza sessione sul tema »Il futuro della democrazia sovranazionale 5 anni dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona: quale ruolo per le istituzioni europee e i Parlamenti nazionali ? È stata introdotta dai Presidenti CHITI e BORDO, il quale ha, ribadendo la necessità che i parlamenti nazionali passino dalla discussione, spesso velleitaria, sulle loro procedure di intervento in materia europea a quella sulla sostanza delle decisioni europee, ha espresso apprezzamento per l'iniziativa, preannunciata dal Vicepresidente della Commissione europea TIMMERMANS in occasione della sua recente visita al Parlamento italiano, di sollecitare i membri della Commissione europea ad intervenire in prima persona presso le Assemblee degli Stati membri quando siano in discussione proposte legislative o altri documenti della Commissione europea che rivestono particolare rilievo.
  Si sono quindi svolte le relazioni del Primo Vicepresidente della Commissione europea, Frans TIMMERMANS, della Presidente della Commissione affari costituzionale del Parlamento europeo, Danuta HÜBNER, dal Presidente della EU Select Committee della House of Lords, Timothy BOSWELL, e dal Presidente della Commissione Affari europei della Camera dei deputati del Lussemburgo, Marc ANGEL.
  In particolare, il Vicepresidente TIMMERMANS si è concentrato sul rafforzamento dei rapporti tra la Commissione europea e i parlamenti nazionali e sul miglioramento della regolamentazione europea, anche mediante l'affinamento degli strumenti per la valutazione di impatto delle proposte legislative presentate dalla Commissione stessa.
  Nel corso del dibattito hanno preso la parola 34 oratori, svolgendo prevalentemente considerazioni e ponendo domande sul ruolo dei parlamenti nazionali nel controllo di sussidiarietà e nel dialogo politico con la Commissione europea, sul rafforzamento dei rapporti tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali, sulla trasparenza dei triloghi che hanno luogo nel corso delle procedure legislative europee.
  Nel corso della pausa pranzo, il 1o dicembre, si è svolta una Sessione informale su «Salute e sicurezza sul lavoro: una buona prassi», organizzata su impulso del Parlamento olandese.
  La quarta sessione, incentrata sul tema «La revisione della Strategia Europa 2020: crescita, occupazione, competitività», è stata introdotta dal Presidente BORDO che osservato, in via preliminare, come il perseguimento degli obiettivi della Strategia 2020, alla luce dei dati sinora registrati, sia irrealistico se non si modifica la cornice di politica economica sinora e di finanza pubblica seguita sinora ispirata essenzialmente ad una logica di austerità. Occorre anzitutto definire misure di stimolo immediato della ripresa economica, attraverso investimenti in settori ad alto potenziale di crescita e occupazione, a partire dalla concreta attuazione del Piano Juncker, malgrado le incognite e le lacune che esso sembra presentare, a partire dalla stima.
  Il Presidente BORDO ha quindi sottolineato che un secondo passo importante per la ripresa economica sarebbe costituito da una maggiore flessibilità e gradualità nell'applicazione delle regole europee di finanza pubblica con riferimento agli Stati membri che abbiano avviato riforme strutturali ed intendano contestualmente finanziare investimenti per rilanciare la crescita e l'occupazione.
  Si sono successivamente svolte le relazioni del Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo PADOAN, della Presidente della Commissione Affari europei dell'Assemblea nazionale francese, Danielle AUROI, dal Presidente della Commissione Affari dell'Unione europea del Bundestag tedesco, Günther KRICHBAUM, Pag. 97e da Juan MOSCOSO DEL PRADO, membro della Commissione Economia e Concorrenza del Congresso spagnolo.
  Il Ministro PADOAN ha, in particolare, ricordato i tre pilastri su cui la Presidenza italiana ha incentrato la definizione di una strategia per il rilancio della crescita: le riforme strutturali, il completamento del mercato interno, soprattutto nei settori dei servizi, dell'energia e delle comunicazioni, il rilancio degli investimenti, mediante l'effettiva attuazione del Piano Juncker.
  Nel corso del dibattito hanno preso la parola 25 oratori, svolgendo considerazioni su vari profili attinenti alle politiche economiche e di bilancio dell'Ue, alle priorità da privilegiare nella revisione della Strategia 2020, alla necessità di mitigare l'impatto sociale della crisi.
  La prima giornata di lavori della conferenza si è chiusa con la consueta riunione dei Presidenti delle delegazioni, nella quale sono stati esaminati e messi a punto la bozza di Conclusioni e la bozza di Contributo finale della COSAC.
  La giornata del 2 dicembre si è aperta con la riunione informale del Forum delle donne COSAC che ha trattato il tema della conciliazione della vita familiare con la vita lavorativa.
  Si è quindi svolta la quinta sessione, sul tema «Le prospettive dell'integrazione europea: il ruolo dell'Unione europea nello scenario globale e la proiezione delle sue politiche nel Mediterraneo e nell'Est europeo», introdotta dai Presidenti CHITI e BORDO.
  Il Presidente BORDO ha, in particolare, stigmatizzato la debolezza e la frammentarietà dell'intervento dell'Unione europea nel Mediterraneo che manifesta con drammatica evidenza due nodi problematici della attuale fase della costruzione europea: l'assenza di una reale politica estera comune, persino nelle aree vicine, e di una politica in materia di flussi migratori; la scarsa solidarietà tra gli stati membri, incapaci di guardare oltre i propri interessi regionali; l'incapacità dell'Unione di rispondere alle aspettative dei cittadini. Neanche la grave emergenza umanitaria ha segnato un cambio di passo nell'azione dell'Unione; solo con il lancio dell'operazione Triton, varata su impulso dell'Italia, è stato apprestato un timido intervento comune, che sarà del tutto insufficiente se non accompagnato da un profondo mutamento dell'approccio dell'Unione e di alcuni Stati. A questo scopo il Presidente Bordo ha proposto di partire da partire da tre interventi: il rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e transito dei migranti, mediante lo sviluppo di partenariati di mobilità; l'affidamento dell'esame delle domande d'asilo e di protezione internazionale ad avamposti dell'Unione europea in Africa, coadiuvati dalle organizzazioni umanitarie internazionali; un'equa distribuzione, direttamente sulla sponda sud del Mediterraneo, dei migranti che hanno diritto all'asilo tra i Paesi europei, in coerenza con l'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'UE.
  Hanno quindi avuto luogo le relazioni del Vice Presidente del Parlamento europeo, Ramón VALCÀRCEL SISO, del senatore Claudio MARTINI, della Presidente della Commissione Affari europei del Parlamento della Lettonia, Lolita CIGANE, e del Sottosegretario alla per gli Affari europei, Sandro GOZI.
  Nel corso del dibattito successivo hanno preso la parola 27 oratori, formulando considerazioni sulle questioni relative sia al Partenariato orientale dell'Unione, con particolare riguardo alla situazione ucraina e ai rapporti con la Federazione Russa, sia al Mediterraneo, soprattutto con riferimento alla gestione dei flussi migratori e alla situazione della Libia, della Siria e al nodo israelo-palestinese.
  La sesta e ultima sessione, sul tema «Il controllo democratico sulle Agenzie europee», è stata introdotta dal Presidente BORDO che ha osservato anzitutto come la creazione di un numero crescente di agenzie, 46 secondo la classificazione più diffusa, sia uno degli sviluppi istituzionali più importanti e controversi nell'ambito dell'Unione europea.
  Le agenzie, infatti, istituite per svolgere diverse funzioni ad alto contenuto tecnico, in certi casi esercitano anche rilevanti Pag. 98poteri di regolamentazione: è sufficiente richiamare le decisioni dell'Autorità bancaria europea e delle altre due autorità operanti nel settore finanziario che possono produrre un rilevantissimo impatto economico.
  Pur essendo comunemente riconosciuto l'importante contributo che le agenzie offrono in termini di expertise e base informativa anche per le decisioni dei parlamenti nazionali, sono diffuse le preoccupazioni in merito all'ambito dei poteri ad esse conferiti, alla proliferazione delle strutture e dei costi connessi nonché alla mancanza di meccanismi adeguati per farne valere la responsabilità democratica e controllarne l'attività.
  Il Presidente BORDO ha dunque sottolineato il ruolo delle agenzie ripropone nella sostanza una questione cruciale a livello europeo come nazionale: il rapporto tra tecnica e organi tecnici, da un lato, e la politica dall'altro.
  Sono quindi intervenuti i due relatori Morten KJAERUM, Direttore dell'Agenzia per i diritti fondamentali dell'UE e coordinatore della rete delle Agenzie europee, e Sir William CASH, Presidente della EU Scrutiny Committee della House of Commons.
  Nel corso del dibattito hanno preso la parola 9 oratori, che hanno principalmente affrontato la questione del controllo democratico sul funzionamento delle agenzie stesse, con particolare riguardo al ruolo dei parlamenti nazionali.
  La Conferenza si è chiusa con l'approvazione unanime delle Conclusioni e del Contributo della LII COSAC, cui si è fatto riferimento in premessa.