CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 novembre 2014
344.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03310 Pili: Sulla compravendita di beni archeologici provenienti dalla civiltà nuragica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Pili chiede notizie in merito al traffico di materiale archeologico ed in particolare quali azioni il Ministero ponga in essere per la prevenzione e la persecuzione dei reati connessi al patrimonio culturale del Paese.
  Vorrei preliminarmente segnalare che presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo opera il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.
  Il Comando, inserito funzionalmente nell'ambito del Ministero, quale Ufficio di diretta collaborazione del Ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici.
  Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato affidato in via prioritaria all'Arma con Decreto del Ministero dell'interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero, che, nel confermare il ruolo di preminenza dell'Arma nello specifico settore, ha attribuito al Comando tutela patrimonio culturale la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia.
  Sono state proprio le indagini dei Carabinieri che, nel mese di marzo 2012, hanno consentito di appurare la vendita di sei reperti di presunta natura archeologica, asseritamente di epoca nuragica, sul sito web www.royal-athena.com – Sezione Sardinian Iberian Catalog (sito internet della Royal Athena Gallery con sede a New York), che corrispondono a quelli indicati nell'interrogazione dell'onorevole Pili.
  I bronzi, come indicato nelle schede pubblicate su internet, provengono da collezioni private svizzere, francesi e inglesi ed alcuni di questi risultano essere presenti nelle stesse fin dai primi anni 80. Si tratta con grande probabilità di oggetti rinvenuti con scavi illeciti e quindi non se ne può conoscere l'esatta provenienza (pur essendo riferibili con certezza alla cultura nuragica) né la data di uscita (da presumere anch'essa illegale) dall'Italia.
  Il funzionario-archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari, interpellato per la circostanza, ha riferito che solo uno dei sei reperti di interesse archeologico, non era riconducibile alla produzione sarda e non era in grado di precisare la località esatta di provenienza per i restanti oggetti.
  Gli accertamenti eseguiti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, finalizzati a comprovare la commissione di illeciti in danno dei beni in questione, hanno dato esito negativo in quanto si tratta con grande probabilità di oggetti rinvenuti con scavi illeciti e quindi non se ne può conoscere l'esatta provenienza (pur essendo riferibili con certezza alla cultura nuragica) né la data di uscita illegale dall'Italia.
  Il 22 febbraio del 2013 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, interessata della vicenda, ritenendo non sussistere elementi di prova tali da consentire l'emissione di una richiesta di assistenza giudiziaria in materia penale, ha autorizzato ad intraprendere ogni iniziativa Pag. 366utile al fine di attivare l'eventuale esercizio di una azione di restituzione ai sensi dell'articolo 75 e seguenti del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Sempre che ne sussistano i presupposti.
  Infatti le condizioni per la restituzione di beni culturali tra Paesi dell'Unione europea sono disposte dalla Direttiva 93/7, puntualmente recepita nel Codice, che disciplina la restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro dopo il 31 dicembre 1992.
  Poiché, come sopra riferito, i beni potrebbero essere usciti in data ben anteriore e quindi non ricadrebbero nella previsione normativa, sono tuttora in corso contatti informali con la controparte, nota al Comando, per valutare la possibilità di una soluzione extragiudiziale della questione.
  Soluzione questa sempre più utilizzata da questo Ministero stante la attuale difficoltà di procedere al recupero dei beni culturali sulla base della Direttiva ora in vigore e che è in via di rifusione da parte della Direttiva 2014160, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea proprio alla vigilia del Semestre di Presidenza italiana e che entrerà in vigore dal 19 dicembre 2015.
  Proprio a tale proposito mi preme rammentare che l'Italia, con i propri delegati nell'apposito Comitato previsto dalla stessa Direttiva e con un attento lavoro nel Parlamento europeo e nel Consiglio ha contribuito in modo determinante alle modifiche che renderanno la nuova Direttiva uno strumento di ben più agevole e fattivo utilizzo proprio nei casi di recupero di beni provenienti da scavi clandestini.
  Con riguardo all'attività di recupero dei beni illecitamente esportati vorrei inoltre riferire che il Ministro Franceschini ha inteso ricostituire, con provvedimento del 12 settembre scorso, il Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali, presieduto dal Segretario generale, con il compito di coordinare le diverse attività svolte dai competenti Uffici del Ministero per l'esercizio dell'azione di restituzione, e la cui composizione vede la presenza del Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale, dell'Avvocatura dello Stato, del Consigliere diplomatico del Ministro e del Capo dell'ufficio legislativo oltre ad altri esperti.
  Per quanto riguarda il richiesto adeguamento normativo per prevedere pene più severe vorrei precisare che il Ministero sta elaborando un testo di disegno di legge con il quale si delega il Governo a riformare la disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio culturale.
  Il testo riprende, in buona sostanza, alcuni disegni di legge e proposte di legge sia di iniziativa governativa che parlamentare che, a causa della fine delle precedenti legislature, non sono riusciti a giungere a conclusione dell’iter di approvazione.
  In particolare, l'intervento normativo è finalizzato ad apportare modifiche ed integrazioni al codice penale e alle disposizioni dei capi I e II del titolo II della parte quarta codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
  L'intento è quello di conferire organicità alla disciplina penale concernente i reati aventi ad oggetto i beni culturali e i beni paesaggistici; inasprire il trattamento sanzionatorio previsto per alcune figure di reato; introdurre ipotesi di nuove incriminazioni; consentire agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria appartenenti al reparto specializzato dell'Arma dei Carabinieri, che ho sopra richiamato, di svolgere particolari operazioni per il contrasto dei reati contro il patrimonio culturale.
  Il testo è stato elaborato di concerto con il Ministero della giustizia e con il contributo dei Ministeri della difesa e dell'interno con le quali si sono tenute riunioni di coordinamento.
  In particolare, con il Ministero della difesa si sta pervenendo alla definizione di un testo condiviso da sottoporre quanto prima all'esame del preconsiglio, ai fini dell'iscrizione all'ordine del giorno di una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri.

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ALLEGATO 2

5-03228 Rampi: Sulla valorizzazione professionale degli «Assistenti alla vigilanza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico» del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Rampi chiede notizie in merito al personale appartenente al profilo professionale di Assistente alla fruizione, accoglienza, vigilanza.
  Vorrei preliminarmente segnalare che il personale impiegato presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le mansioni di assistente alla fruizione, accoglienza, vigilanza è chiamato a svolgere, ai sensi dell'accordo sui profili professionali del 20 dicembre 2010, successivamente modificato il 3 ottobre 2011, le seguenti funzioni: «attività di vigilanza e custodia dei beni culturali nei luoghi assegnati (musei, monumenti, aree archeologiche, biblioteche, archivi, immobili, beni ed impianti), con la redazione, la custodia e la trasmissione, anche con mezzi informatici, della documentazione di servizio, dei rapporti, delle segnalazioni, con la consegna delle chiavi di accesso ai locali e agli impianti al personale subentrante o al responsabile indicato; attività di regolazione degli accessi e vigilanza sui comportamenti del pubblico secondo i regolamenti e disposizioni di servizio; coordinamento, su incarico specifico, delle professionalità di posizione inferiore e anche di pari posizione, anche attraverso la predisposizione delle turnazioni, con l'assegnazione dei compiti individuali, e la partecipazione diretta alle turnazioni; attività di salvaguardia degli edifici e del loro contenuto (security) e di sicurezza dei fruitori e del personale interno (safety), utilizzando anche apparecchiature complesse e sistemi tecnologicamente avanzati di controllo, anche a distanza, con la verifica, secondo i previsti protocolli, degli standard di sicurezza ambientale e strutturale, in base alla normative vigenti; attività di controllo dell'efficienza degli impianti d'allarme, antincendio e antintrusione o impianti diversi, intervenendo direttamente, se necessario, in caso di malfunzionamenti, di carenze o di altre necessità contingenti; assolvimento delle funzioni di preposto alla sicurezza; collaborazione alla preparazione dei piani di emergenza e alla verifica del loro funzionamento; comunicazione di eventuali incidenti, danni, situazioni non ordinarie e/ o di pericolo alla struttura competente, richiedendo, previo avviso del dirigente, l'intervento delle strutture pubbliche; cura tutte le operazioni connesse con la bigliettazione; svolgimento, ove previsto, delle funzioni di casierato, con tutte le mansioni incluse nel relativo disciplinare e con la fruizione dell'alloggio di servizio; attività di accoglienza e orientamento al pubblico attraverso la gestione del front office, fornendo informazioni, anche in lingua straniera, di carattere sia generale sui servizi erogati sia specifico sui beni culturali della struttura di appartenenza; attività di organizzazione e svolgimento di visite guidate anche in lingua straniera; operazioni di prelievo, partecipando, se necessario, alla distribuzione e ricollocazione di materiale bibliografico e archivistico; erogazione di informazioni sulle modalità di consultazione, prestito e riproduzione di materiale documentario, bibliografico, audiovisivo; fornitura di strumenti di mediazione, volti ad agevolare la fruizione dei beni culturali di pertinenza della struttura Pag. 368di appartenenza anche mediante l'utilizzo di strumenti di ricerca/conoscenza (cataloghi, repertori ed inventari) anche informatizzati.
  In collaborazione operativa con le professionalità dell'Area Funzionale Terza, il predetto personale svolge anche: attività di natura didattica e divulgativa, con la predisposizione di testi, percorsi, laboratori; attività finalizzate allo sviluppo dei servizi educativi, segnalando esigenze e problematiche, e proponendo nuove iniziative; predisposizione di mostre, iniziative editoriali, eventi e progetti di promozione, di valorizzazione e di educazione al patrimonio; definizione di modalità e predisposizione di strumenti per la documentazione, la rilevazione statistica, l'accertamento del gradimento, la verifica e la valutazione dei servizi offerti; attività di conoscenza e documentazione del patrimonio, inventariazione e catalogazione, anche attraverso strumenti informatici; svolgimento di tutte le attività strumentali e complementari a quelle inerenti allo specifico profilo».
  Alla luce di quanto sopra esposto, se da un lato, dal mansionario del 2010, modificato nel 2011, si evince la complessità del profilo in questione, dall'altro non può nemmeno disconoscersi il fatto che il personale – inquadrato come Assistente alla fruizione, accoglienza, vigilanza – debba svolgere l'attività di vigilanza e custodia dei beni culturali, tenuto conto delle esigenze organizzative rilevate dal dirigente competente.
  Nel caso specifico del Polo Museale Fiorentino, ad esempio, il Soprintendente, con nota dell'ottobre scorso, ha comunicato che, in seguito all'Accordo locale sulle attività alternative del 2 aprile 2011, gli ex ATM, inquadrati come AFAV, sono stati impiegati secondo quanto previsto dal mansionario e che comunque la questione riguardante la disciplina del rapporto tra dipendenti statali e dipendenti dei concessionari dei servizi aggiuntivi è stata affrontata in più incontri sindacali. In taluni accordi, specie nel passato, l'Amministrazione e le parti sindacali hanno concordato di avvalersi di personale della ditta concessionaria dei servizi aggiuntivi per una parziale interazione delle aperture pomeridiane continuative e per le attività di supporto all'apertura ordinaria e per lo svolgimento di mostre, a causa della grave carenza di personale.
  Va in ogni caso riferito che, nell'ambito delle attività svolte dai concessionari dei servizi aggiuntivi, possono rientrare alcune funzioni che compaiono anche nel vastissimo elenco delle funzioni del personale AFAV sopra riportato, posso fare l'esempio delle «operazioni connesse con la bigliettazione». In tal caso sono gli stessi concessionari ad avvalersi di risorse esterne nell'ambito delle proprie prerogative gestionali.
  Al riguardo comunque, si rassicurano gli onorevoli interroganti in merito al fatto che la competente Direzione generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale, con diverse circolari (n. 61/2009, n. 516/2011 e n. 421/2013, al momento dell'assunzione del personale AFAV) ha rappresentato ai dirigenti degli Uffici periferici l'esigenza di adibire il predetto personale allo svolgimento delle mansioni proprie del profilo professionale per cui sono stati assunti.
  Ai fini dell'assegnazione dei candidati si è sempre invitato ciascun Direttore regionale a considerare prioritariamente l'interesse pubblico ad assicurare la razionale distribuzione delle risorse umane e la funzionalità degli uffici periferici, nel rispetto dell'ordine di graduatoria, del profilo professionale e del settore di appartenenza e tenendo conto, ove possibile, delle preferenze manifestate dai nominati.

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ALLEGATO 3

5-03357 Liuzzi: Sul contrasto all'analfabetismo digitale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli Onorevoli interroganti chiedono di conoscere quali iniziative intenda intraprendere il MIUR al fine di accrescere l'alfabetizzazione digitale della popolazione italiana.
  La condizione di ritardo che registra il nostro Paese rispetto gli altri dell'Unione europea nel raggiungere gli obiettivi fissati dall'Agenda Digitale europea, come rilevato dallo stesso on.le interrogante, è imputabile anche al fatto che in Italia si registra un significativo indice di vecchiaia.
  Questo Ministero è consapevole che Internet è una risorsa globale che «rende possibili innovazione, corretta competizione e crescita in un contesto democratico», come evidenziato nella Bozza di «Dichiarazione dei diritti in Internet» elaborata dalla Commissione per i diritti e i doveri in Internet costituita presso la Camera dei deputati.
  Per questa ragione, come enunciato nel rapporto «La Buona Scuola», il Ministero ha assunto l'impegno di potenziare l'educazione al digitale nella scuola, definendo specifiche linee di intervento.
  Queste si focalizzano, in particolare, su connessione, ambienti di apprendimento, coding e laboratori tecnici di ultima generazione, formazione dei docenti alle competenze digitali, partnership pubblico privato.
  «Il progetto», come si legge nel citato documento, «intende contribuire a colmare il gap digitale sottolineato anche da recenti studi dell'OCSE che rallenta l'adeguamento del sistema scolastico alla realtà evoluta della società dell'informazione e della comunicazione».
  Ad oggi, il Ministero, con il decreto ministeriale n. 351 del 21 maggio 2014, ha stanziato, nell'ambito dell'educazione al digitale, 1.190.000 euro per i laboratori scientifico-tecnologici delle istituzioni scolastiche di secondo grado.
  Il bando per il wi-fi nelle scuole per il 2013 e il 2014 ha consentito altresì di realizzare l'infrastruttura wireless in 1.562 istituti scolastici.
  Una ulteriore iniziativa, inoltre, riguarda l'elaborazione di linee guida relative alla definizione di un framework comune, aperto e interoperabile sui libri digitali, per ricomprendere le piattaforme di fruizione dei contenuti digitali prodotti sia dagli editori che dai docenti. È prevista, oltre a ciò, l'elaborazione da parte degli istituti scolastici, ai sensi del decreto legge n. 104 del 2013, convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2013 n. 128, di materiale didattico digitale per specifiche discipline da utilizzare come libri di testo e strumenti didattici. Ciò permetterà alle famiglie di ridurre in parte i costi per gli acquisti connessi all'editoria.
  Per consentire anche e soprattutto agli alunni delle scuole primarie di esperire il coding, veicolo per la diffusione di una cultura digitale consapevole e critica, il MIUR ha siglato in data 27 ottobre 2014 un accordo di collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica (CINI), finalizzato all'istituzione di un programma di formazione denominato «Italia.code.org» per la familiarizzazione attraverso modalità ludiche dei concetti base dell'informatica e dei codici di programmazione.
  Un'attenzione particolare è stata riservata alla formazione dei docenti al digitale, Pag. 370necessaria per l'attuazione di una didattica centrata non solo sul sapere codificato, ma anche sull'acquisizione da parte degli studenti di competenze trasversali come problem solving, decision making, creatività e pensiero critico. Il lato scientifico-culturale dell'informatica, definito anche pensiero computazionale, aiuta a sviluppare competenze logiche e capacità di risolvere problemi complessi in modo creativo ed efficiente; qualità importanti per l'introduzione dello studente nel mercato del lavoro.
  Al riguardo, per potenziare la formazione dei docenti nell'ambito delle nuove tecnologie, con il decreto ministeriale n. 762 del 2 ottobre 2014 è stato stanziato 1 milione di euro. È stata, in aggiunta, disposta la formazione di un gruppo di lavoro dedicato e composto da esperti del settore che lavorerà per un periodo di tre mesi alla redazione del quadro italiano di competenze dei docenti nei diversi stadi della loro carriera, in modo che essi siano pienamente efficaci nella didattica e capaci di adattarsi alle mutevoli necessità degli studenti in un mondo di rapidi cambiamenti sociali, culturali, economici e tecnologici.
  Nell'ambito del potenziamento delle azioni inerenti alla partnership pubblicoprivato, è in fase di perfezionamento una nuova iniziativa relativa ad un sistema informatizzato di gestione dei protocolli d'intesa e di accordi operativi tra il MIUR e imprese, fondazioni, associazioni ed enti, che hanno come finalità l'innovazione degli ambienti a supporto delle metodologie di apprendimento e insegnamento, dei processi organizzativi e di governance, di potenziamento delle infrastrutture.
  Alla luce di quanto esposto, si ritiene che le iniziative realizzate nel 2014 e quelle previste, in particolare, nel Rapporto «La Buona Scuola», vadano nella direzione auspicata dagli Onorevoli interroganti, ovvero promuovano il potenziamento progressivo dell'educazione al digitale nel nostro Paese.

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ALLEGATO 4

5-03981 Coppola: Su un progetto di infrastrutturazione digitale in fibra ottica per collegare tra loro gli istituti di ricerca italiani.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto parlamentare si chiede di sapere se il Ministero intenda intervenire per assicurare che le scuole, di alcune regioni meridionali, aderiscano al progetto denominato GARR-X progress che consente loro di usufruire di un collegamento telematico in fibra ottica.
  Appare necessario premettere che tale adesione rappresenta uno degli obbiettivi del progetto generale di potenziamento della rete di infrastruttura digitale già disponibile e gestita dal GARR (Gruppo per l'Armonizzazione delle Reti della Ricerca).
  Va precisato, inoltre, che lo stesso, progetto rientra in una più ampia gamma di interventi previsti da questo Ministero per dare attuazione al Piano di Azione e Coesione (PAC), predisposto per l'utilizzo dei fondi strutturali europei stanziati per il periodo 2007-2013, pari a 76,5 milioni di euro.
  Infatti, con l'Avviso di bando, di cui al Decreto del Direttore Generale n. 274, del 15 febbraio 2013, il MIUR ha invitato Università, Enti e Istituzioni pubbliche nazionali di ricerca vigilate dall'Amministrazione Pubblica Centrale, nonché altri organismi di ricerca, a presentare, nell'ambito delle quattro Regioni Obbiettivo della Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), i progetti relativi a tre linee di intervento:
   a) interventi coordinati di adeguamento e rafforzamento strutturale di reti telematiche e infrastrutture digitali (ICT);
   b) interventi per l'adeguamento e il consolidamento di infrastrutture per il monitoraggio ambientale;
   c) interventi di realizzazione strutturale di un sistema di «long term digital preservation» dei prodotti/risultati della ricerca.

  Sono stati, quindi, selezionati tre progetti ammissibili a finanziamento.
  In ordine alla prima linea d'intervento succitata, si è proceduto a sovvenzionare il Progetto «GARR-X Progress – Infrastruttura Digitale per promuovere Ricerca, Istruzione e Competitività nel Sud» per un importo complessivo di euro 46.500.000,00. Di cui, l'80 per cento è stato erogato già al soggetto attuatore, Consortium GARR.
  Con il Progetto in questione, si propone, nelle quattro Regioni dell'Obiettivo Convergenza, la realizzazione di interventi di adeguamento e rafforzamento dell'attuale infrastruttura di rete telematica nazionale GARR-X e la creazione di un'infrastruttura integrata per il calcolo e un sistema di archiviazione dati distribuito, a disposizione delle Università, delle Scuole e di tutte le istituzioni parte della comunità GARR.
  Il Progetto intende estendere l'attuale rete in fibra ottica GARR-X sommando agli esistenti 1.500 km di dorsale geografica, ulteriori 2.500 km di fibra, per un totale di circa 3.900 km e di portare da 300 a circa 2.500 km i collegamenti di accesso utente, inclusi quelli delle scuole, nonché di estendere a 24 i Punti di Presenza (PoP) distribuiti nelle 4 Regioni.
  Con particolare riferimento all'intervento sulle scuole, tale azione può indubbiamente ritenersi un supporto fondamentale all'implementazione del «Piano Nazionale Pag. 372Scuola Digitale», in quanto essa garantisce una base solida e necessaria per gli interventi passati e per quelli futuri in questo settore. Nello specifico, uno degli obbiettivi del Progetto intende interconnettere 260 plessi scolastici, attraverso un modello innovativo di aggregazione basata sulla dark fiber che permetterà di portare banda ultralarga bidirezionale (almeno 100 Mbps) ai singoli istituti.
  Le scuole, grazie all'azione specifica e innovativa di questo Progetto, relativamente all'offerta di connettività e servizi ICT, potranno ottenere importanti margini di risparmio (dematerializzazione dei processi amministrativi, minori costi di gestione e manutenzione informatica) attraverso punti di aggregazione intermedi e grazie all'adozione del modello Cloud. Parimenti anche la didattica con le piattaforme di e-Learning potrà giovarsi dell'economicità di esercizio dei servizi Cloud di GARR. L'azione verso le scuole superiori vuole proporsi come un'esperienza pilota che stabilisca modelli sostenibili ed estensibili in futuro alle scuole di ogni ordine e grado, un primo passo verso la realizzazione di una infrastruttura digitale nazionale dedicata alla scuola.
  Le scuole, in modo particolare quelle superiori, se messe nelle condizioni di utilizzare servizi ICT, si integrano con la comunità dell'università, della ricerca e della cultura, cercando collaborazioni e avvalendosi di servizi e contenuti tali da arricchire l'esperienza formativa e facilitare i processi di orientamento degli studenti. Ciò è già in atto in molti Paesi europei, dove le Reti nazionali della Ricerca e dell'Istruzione già collegano le scuole alle loro dorsali e spesso offrono loro, oltre alla connettività, anche servizi quali videoconferenza, e-learning, e-collaboration, accesso a biblioteche digitali e contenuti online.
  Da quanto esposto, si evince che la problematica sollevata dagli on.li interroganti è tenuta in grande considerazione da questo Ministero. Consapevole di ciò, è fermo impegno del MIUR avviare ogni utile iniziativa, anche di sensibilizzazione, affinché si faccia più consapevole nelle scuole la coscienza dell'importanza di questo Progetto. Ciò al fine di incrementare l'adesione di quante più istituzioni scolastiche possibili e affinché si impieghino tutte le risorse messe a disposizione nei termini preventivati.

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ALLEGATO 5

5-03990 Schirò: Sul piano di assunzioni per l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca se sia a conoscenza dei rilievi del Collegio dei revisori dei conti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) su presunte incompatibilità riguardanti i membri del Consiglio di amministrazione dell'Istituto e, in tal caso, se non ritenga urgente intervenire – nell'ambito delle proprie competenze – affinché si proceda all'avvio della prima tranche del piano di assunzioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge n.104 del 2013, convertito con modificazioni dalla legge n. 128 del 2013.
  La delicatezza della vicenda richiede una precisa ricostruzione dei fatti.
  In data 9 settembre 2014, il direttore generale dell'Istituto ha trasmesso al MIUR copia del verbale n. 20 del 2014 del Collegio, nel quale sono state formulate alcune osservazioni relative ad una presunta incompatibilità dei membri del Consiglio di amministrazione riguardanti profili sia di legittimità che di merito (nota prot. n. 15303). In particolare, è stato sollevato, da parte del Collegio, un presunto conflitto di interessi a carico del Presidente in relazione all'incarico dallo stesso ricoperto di membro della Commissione di valutazione di un progetto di ricerca con l'Università di Catania, sottoscritto in qualità di Presidente dell'INGV.
  In data 25 settembre 2014, il Ministero ha chiesto all'Ente di fornire chiarimenti e la documentazione a corredo dell'intera vicenda, invitando, nel contempo, il Consiglio di amministrazione a limitarsi, nell'esercizio delle proprie funzioni, agli atti di gestione ordinaria (nota prot. n. 21081).
  Il successivo 29 settembre, il Presidente dell'INGV ha risposto (vedi nota prot. n. 16503) ai chiarimenti richiesti assumendo che:
   con riferimento ai membri del Consiglio di amministrazione dipendenti dell'Ente, la situazione descritta dal Collegio dei revisori dei conti, non configurerebbe una delle fattispecie previste dal decreto legislativo n. 39 del 2013;
   con riguardo alla sua carica di Presidente, non esisterebbero i presupposti di incompatibilità derivante dalla presunta violazione dell'articolo 6, comma 5, dello Statuto dell'INGV (in forza del quale «i componenti del CDA dell'ente non possono intrattenere rapporti di collaborazione con l'INGV né possono essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici e privati che partecipano a programmi di ricerca dell'INGV») poiché egli, seppur dipendente di un ente pubblico coinvolto in un progetto di ricerca finanziato dall'INGV, avrebbe partecipato al progetto in via meramente esecutiva;
   con riferimento alla questione, pur posta dal Collegio dei revisori dei conti, del suo collocamento in aspettativa, ha riferito di aver chiesto ed ottenuto dall'Università di Catania, a seguito della nomina a Presidente dell'INGV, conferita con decreto ministeriale del 27 marzo 2012, l'autorizzazione a ricoprire l'incarico e che alcuna condizione era stata posta al regime del tempo pieno. Inoltre, ha esposto di aver comunicato alla medesima Università, in data 17 settembre 2014, la propria opzione per il regime di tempo determinato.

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  Alla luce di quanto comunicato, si è ritenuto di dover procedere ad ulteriori approfondimenti, convocando sia il Presidente che gli altri membri del Consiglio di amministrazione, per il giorno 17 ottobre ultimo scorso presso la sede del MIUR.
  Dopo tale incontro, l'Istituto è stato invitato, con nota del 30 ottobre scorso, a fornire riscontro documentale dell'asserita circostanza secondo cui il Presidente, seppur dipendente di un ente pubblico coinvolto in un progetto di ricerca finanziato dall'INGV, avrebbe partecipato al progetto unicamente in via meramente esecutiva (vedi nota prot. n. 1328).
  A seguito delle suddette interlocuzioni intercorse tra il Ministero e l'INGV, il Presidente dell'Istituto ha trasmesso formale rassicurazione circa la propria rinuncia all'incarico di membro della Commissione investita della valutazione del progetto, sottoscritto in qualità di Presidente dell'INGV (vedi nota prot. n. 20004).
  In ragione di tale dichiarazione, il Ministero ha comunicato al Presidente la formale rimozione delle limitazioni all'esercizio delle funzioni, irrogate con la succitata nota del 25 settembre 2014, a far data dall'ufficiale abdicazione al citato progetto da parte dello stesso, in quanto la rinuncia all'incarico sana la causa della presunta incompatibilità sollevata dal Collegio dei revisori dei conti con il summenzionato verbale.
  Quanto alla necessità di avviare il citato piano assunzionale, si osserva che il Ministero si è adoperato nei termini descritti proprio per vigilare sugli organi di governo dell'Istituto e salvaguardarne una piena e corretta governance. Ciò anche al fine di intraprendere la fase di reclutamento. Tanto è vero che, con la medesima nota del 13 novembre 2014, con cui si è invitato il Presidente dell'INGV ad astenersi da progetti o attività che coinvolgano l'Università di Catania si è, contestualmente, segnalata la priorità assoluta costituita dall'attivazione del piano assunzionale di cui all'articolo 24 del decreto-legge n. 104 del 2013, convertito con modificazioni dalla legge n. 128 del 2013 (vedi nota prot. n. 1432).