CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 novembre 2014
344.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sulla missione svolta a Ginevra in occasione della 20ma Sessione del gruppo di lavoro del Consiglio Diritti umani delle Nazioni Unite (27 ottobre 2014).

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  L'onorevole Eleonora Cimbro (PD) è stata designata a rappresentare la Camera dei deputati, con funzioni di osservatrice, nell'ambito della delegazione italiana che il 27 ottobre scorso ha preso parte alla 20ma Sessione del Gruppo di lavoro del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra in occasione della prima fase dell'esame periodico universale dell'Italia. Si è trattato del primo invito mai pervenuto alla Camera dei deputati per tale Sessione, laddove in passato taluni componenti del Comitato permanente hanno potuto prendere parte alle sole sessioni ordinarie del Consiglio Onu per i diritti umani. La delegazione italiana è stata guidata dal Viceministro agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Lapo Pistelli, che ha introdotto la Sessione descrivendo i contenuti salienti del rapporto nazionale, trasmesso il 15 luglio scorso, per poi interagire con tutte le delegazioni nazionali presenti in risposta ai numerosi quesiti e raccomandazioni formulate.
  Sul piano procedurale si ricorda che la Revisione Periodica Universale – istituita nel 2006 con risoluzione 60/251 dall'Assemblea Generale dell'ONU che fondava lo stesso Consiglio dell'ONU – si svolge in due fasi: la prima, nell'ambito di un apposito gruppo di lavoro a composizione aperta (UPR Working Group) dove hanno diritto di parola soltanto gli Stati, con sedute dedicate ai singoli Paesi esaminati; la seconda, a livello di sessione plenaria del Consiglio, dove possono intervenire anche le organizzazioni non governative e le istituzioni nazionali dei diritti umani. La prima fase dell'esame viene condotta sulla base di tre documenti: il rapporto nazionale, redatto dal Governo dello Stato esaminato; la raccolta, effettuata dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, delle informazioni ricavate dai comitati di controllo delle convenzioni (Treaty Bodies), delle procedure speciali (relatori speciali, esperti indipendenti e meccanismi assimilati) e di altri documenti ufficiali delle Nazioni Unite; una compilazione sintetica di informazioni aggiuntive messe a disposizione da altri relevant stakeholders, e cioè essenzialmente da ong. La prima fase si conclude con l'adozione di un outcome report, redatto dal Segretariato del CDU, coadiuvato da una troika composta da Stati membri del Consiglio estratti a sorte, recante un elenco di raccomandazioni che lo Stato può accettare, in tutto o in parte, o su cui riservarsi di fornire ulteriori elementi nella fase successiva.
  La seconda fase dell'UPR per l'Italia avrà luogo nel marzo del 2015.
  Nella sua esposizione introduttiva il Viceministro Pistelli ha definito l'impegno negli organismi multilaterali e la tutela dei diritti umani quali pilastri della politica estera dell'Italia. Quanto al secondo di essi, ha richiamato i fronti di maggior impegno, a partire dalla co-sponsorizzazione della quinta risoluzione per la moratoria universale contro la pena di morte, in vista della sua definitiva abolizione, approvata dalla Terza Commissione il 21 novembre scorso e su cui l`Assemblea Generale delle Nazioni Unite delibererà in via definitiva a metà di dicembre; la tutela Pag. 323dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati; il rafforzamento degli standard di protezione dei minori stranieri non accompagnati; la promozione del dialogo interculturale ed interreligioso; la lotta alla violenza contro le donne e alle discriminazioni di genere, soprattutto in riferimento alla co-sponsorizzazione della risoluzione contro i matrimoni precoci e forzati, parimenti approvata dalla stessa Terza Commissione dell'Assemblea Generale il 21 novembre scorso.
  Condividendo un aspetto evidenziato dal presidente del Consiglio ONU, il gaboniano Baudelaire Ndong Ella, Pistelli ha dato risalto al ruolo svolto dalla società civile nella stesura del rapporto nazionale, che dà conto notizia dell`attuazione di 74 delle 78 raccomandazioni accettate dal nostro Paese nel 2010 e dello stanziamento di 17,3 miliardi di dollari per la protezione dei diritti umani.
  Gli elementi di prospettiva e di impegno successivo che il rappresentante del Governo ha contribuito ad evidenziare a Ginevra sono stati soprattutto: l`approvazione al Senato del disegno di legge che introduce nel nostro ordinamento il reato di tortura; la rimozione dell'immigrazione illegale come circostanza aggravante; l'esame in corso di proposte di legge finalizzate all'adeguamento del nostro ordinamento allo Statuto della Corte Penale internazionale, così come per la istituzione di una autorità nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani. Inoltre, dando conto delle operazioni per mare finalizzate al salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, ha dato risalto alla strategia governativa adottata in favore di richiedenti asilo, comprensiva di rilevanti risorse messe a disposizione. Per il Governo italiano è prioritario il miglioramento della condizione dei minori stranieri non accompagnati e, nel quadro dell'impegno contro ogni forma di razzismo, il viceministro Pistelli ha evidenziato i temi del contrasto all`antisemitismo e all`islamofobia, così come la strategia nazionale per i gruppi LGBT e a tutela di Roma, sinti e camminanti.
  Nel corso del serrato question time, che ne è seguito, le tematiche che hanno costituito oggetto ricorrente di raccomandazioni e quesiti ma anche di taluni riconoscimenti da parte dei 179 Stati intervenuti hanno riguardato:
   a) quanto ai Paesi membri dell'Unione europea:
    l'implementazione di un piano nazionale con fondi adeguati contro la violenza di genere e per la tutela della parità in ambiente di lavoro (Germania, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Romania);
    l'adozione di una strategia nazionale a tutela di rom, sinti e camminanti (Germania, Finlandia, Romania, Spagna);
    la ratifica della Convenzione sulle sparizioni forzate (Francia, Portogallo);
    l'istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Principi di Parigi (Francia, Danimarca, Portogallo, Bulgaria);
    un rafforzata tutela della condizione di migranti per mare e dei richiedenti asilo (Danimarca, Paesi Bassi, Svezia);
    la tutela dei minori stranieri non accompagnati (Danimarca);
    la condizione dei detenuti (Francia, Spagna) e la riduzione della durata dei processi (Regno Unito);
    l'adeguamento dell'ordinamento allo Statuto della Corte Penale internazionale (Estonia);
    la parità di diritti per i gruppi LGBT (Regno Unito, Paesi Bassi);
    la proibizione delle pene corporali sui bambini in ogni contesto, incluso quello familiare (Liechtenstein, Svezia);
   b) quanto ad alcuni Paesi candidati all'ingresso nell'UE e altri Paesi europei:
    l'istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Principi di Parigi (Ucraina e Svizzera);
    l'implementazione di una strategia nazionale a tutela di rom, sinti e camminanti Pag. 324e una maggiore tutela della condizione dei minori (Macedonia, Serbia, Montenegro, Santa Sede);
    l'implementazione del Programma nazionale di azione per un nuovo fondo in materia di asilo, immigrazione e integrazione 2014-2020 (Turchia e Santa Sede);
    l'adeguamento dell'ordinamento allo Statuto della Corte Penale internazionale (Macedonia);
    la lotta contro il traffico di esseri umani (con riferimento ai minori non accompagnati, ai migranti irregolari e ai richiedenti asilo) attraverso un meccanismo di identificazione delle vittime (Moldova e Ucraina, Santa Sede);
   c) quanto ai Paesi della fascia nordafricana e del Mediterraneo:
    la tutela dei detenuti (Marocco) e dei lavoratori migranti (Algeria);
    l`istituzione dell`autorità nazionale indipendente conforme ai Principi di Parigi (Algeria e Marocco);
    la lotta contro la discriminazione e l'islamofobia (Tunisia);
    l'incremento dei fondi per l'aiuto pubblico allo sviluppo (Tunisia);
    la tutela della famiglia e delle persone con disabilità (Egitto);
    la ratifica del Protocollo addizionale alla Convenzione sul cyber crime, concernente la criminalizzazione di atti di razzismo e di xenofobia, incluso la negazione dell'olocausto, attraverso i mezzi informatici (Israele);
    infine, apprezzamento da parte della Libia per l'impegno dell'Italia contro il fenomeno della tratta di esseri umani.

  Inoltre, Stati Uniti, Australia e Canada hanno chiesto all'Italia di migliorare ulteriormente le condizioni di accoglienza dei migranti per mare, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, nonché di contrastare ulteriormente le discriminazioni di genere, la violenza contro le donne e di tutelare i gruppi LGBT. Condizione dei migranti, dei minori non accompagnati, depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina e misure antirazzismo hanno costituito oggetto delle raccomandazioni di alcuni Paesi di area latino-americana, ma anche la ratifica della Convenzione sulle sparizioni forzate e l'istituzione di un'autorità nazionale indipendente (Brasile, Argentina, Messico e Perù).
  L'Iran e il Pakistan hanno raccomandato all'Italia in particolare misure per contrastare islamofobia e la ratifica della Convenzione sui diritti dei lavoratori migranti; la Cina ha auspicato il rafforzamento delle misure contro la violenza nei confronti delle donne e l'incremento dei fondi di aiuto allo sviluppo, mentre l'India ha posto l'accento sui temi dell'autorità indipendente e della lotta contro la violenza di genere.
  Nel suo intervento di replica Pistelli ha fornito preliminari risposte alle questioni emerse, segnalando l'impegno per un piano di rientro graduale sui temi dell'aiuto allo sviluppo. Ha auspicato una riflessione di alto livello politico sul tema dell'immigrazione, da portare nel contesto del dibattito sul Post 2015, alla luce dei dati forniti dall'OIM, secondo cui un terzo della popolazione mondiale è oggi rappresentata da migranti, per il 90 per cento in viaggio tra un continente e l'altro. Si tratta di un tema di impatto storico che va ben oltre la questione del mero controllo delle frontiere e che attiene all'ampliarsi dell'area di instabilità ben oltre la fascia nordafricana. Ha quindi affrontato le varie questioni punto per punto, illustrando lo stato di attuazione del diritto internazionale umanitario da parte dell'Italia, richiamando la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne, mai menzionata dalle delegazioni nazionali, quale strumento cardine nella strategia italiana di contrasto al fenomeno. Sulla mancata istituzione di un'autorità nazionale indipendente conforme ai Principi di Parigi, ha rappresentato l'esigenza di una più approfondita riflessione a livello nazionale, volta ad individuare un modello italiano che non Pag. 325duplichi una delle numerose istituzioni già operanti in Italia. Ha quindi riferito le cifre dei salvataggi per mare realizzati con l'operazione Mare Nostrum e dell'incremento significativo delle domande di asilo che sono state accolte, pari al 67 per cento. Ha quindi elencato i quattro pilastri dell'azione del Governo italiano in tema di diritti umani, individuati nelle politiche per il lavoro, l'accoglienza, la salute e l'istruzione, da portare avanti in un quadro di cooperazione con i diversi livelli di governo territoriale. Ha riferito degli stanziamenti contro la violenza di genere, per l'istruzione e l'integrazione delle persone con disabilità. Infine, ha valorizzato l'istituzione del Garante per i detenuti e ha riferito che in Italia le punizioni corporali nei confronti dei minori sono state abolite nel 1928.
  Alla luce di tale esito, appare assai opportuno un più intenso confronto di carattere interistituzionale, in particolare con il Comitato interministeriale per i diritti umani, anche al fine di valorizzare lo sforzo profuso in sede parlamentare e che vede oggi avviarsi l'esame del disegno di legge di ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006, presentato lo scorso 16 ottobre e di cui mi onoro di essere relatrice. Si tratta di un provvedimento che ha costituito oggetto di numerose raccomandazioni, dopo quelle già emerse in occasione della Revisione del 2010.
  Nella prospettiva e nell'auspicio di un rilancio del lavoro parlamentare in tema di diritti umani, occorre rimarcare che in occasione della sessione ginevrina di fine ottobre sono state al di sotto delle aspettative le sollecitazioni rivolte al nostro Paese relative al reato di tortura. Le maggiori segnalazioni hanno riguardato la istituzione di un'autorità nazionale indipendente conforme ai Principi di Parigi. Si tratta di un tema che ha costituito oggetto di esame già nelle precedenti legislatura e su cui il Capo dello Stato in occasione della sua visita presso il Consiglio per i diritti umani a Ginevra nel 2010 si è personalmente impegnato. È, pertanto, auspicabile che in questa legislatura possa compiersi questo percorso, ad esito di una riflessione che si è via via approfondita, consentendo di individuare un modello adeguato al nostro sistema giuridico e che non prefiguri una duplicazione o un meccanismo di mero impatto burocratico.
  Un ulteriore tema oggetto di raccomandazioni ha riguardato la condizione dei minori stranieri non accompagnati, su cui questa Commissione è intervenuta in sede di espressione di un parere alla I Commissione sulla proposta di legge C 1658 Zampa, di novella il Testo unico sull'immigrazione del 1998. Anche in questo caso è auspicabile che l’iter di esame possa procedere in ragione delle rilevanti novità apportate sul terreno di una più rafforzata tutela in linea con la risoluzione del 12 settembre 2013 del Parlamento europeo.

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00518 Quartapelle Procopio: Sulla partecipazione dell'Italia alla GAVI Alliance.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
  premesso che,
    lo studio, lo sviluppo, l'applicazione e il controllo di efficacia dei vaccini non si limitano a un luogo o a una nazione, ma rappresentano un tema di interesse mondiale;
    all'Italia è stato recentemente riconosciuto dalla Global Health Security Agenda il ruolo di leader mondiale nel piano di azione per l'immunizzazione;
    nata nel 2000, la GAVI Alliance è una partnership di soggetti pubblici e privati avente lo scopo di migliorare l'accesso all'immunizzazione per le popolazioni dei 73 Paesi più poveri del mondo e in particolare dei bambini;
    tra i partner di GAVI si annoverano i Governi di Paesi in via di sviluppo e di Paesi donatori, nonché l'Organizzazione mondiale della sanità, l'UNICEF, la Banca mondiale, alcune società che producono vaccini nei Paesi industriali e in via di sviluppo, diverse organizzazioni espressione della società civile e numerosi benefattori privati, tra cui la Fondazione Bill & Melinda Gates;
    con 8 miliardi USD di finanziamenti tra il 2000 e il 2017, la GAVI Alliance ha supportato programmi d'immunizzazione con undici vaccini, tra cui il vaccino pentavalente (contro la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B e Haemophilus influenza tipo b, noto come Hib) e vaccini contro le malattie da pneumococco e rotavirus, che rappresentano le principali cause di polmonite e diarrea, e il papillomavirus umano che, come è noto, si è rivelato tra le principali cause dei tumori della cervice uterina;
    attraverso tali programmi internazionali, si stima che l'intervento di GAVI abbia consentito di immunizzare circa 440 milioni di bambini nel mondo tra il 1990 e il 2013, salvando più di 6 milioni di vite umane;
    oltre a tali programmi, si aggiungono numerose campagne di immunizzazione per malattie come la meningite A, la febbre gialla, il morbillo e la rosolia;
    con riferimento ai programmi d'immunizzazione, i Paesi qualificati per ottenere il supporto di GAVI sono chiamati ad indicare le rispettive esigenze e priorità e a presentare una formale richiesta di sostegno finanziario, indicando al contempo come intendano assicurare un'effettiva vigilanza sulla concreta realizzazione dei programmi di vaccinazione; GAVI adotta la politica del cofinanziamento che richiede ai Paesi beneficiari di offrire comunque un contribuito al costo dei vaccini e ciò con l'evidente finalità di rafforzare la sostenibilità e la responsabilità dei Paesi beneficiari nei programmi di immunizzazione a lungo termine;
    GAVI ha creato una struttura finanziaria internazionale per l'immunizzazione (International Finance Facility For Immunisation); tale struttura raccoglie Pag. 327fondi rilasciando obbligazioni sui mercati finanziari, offrendo gli impegni finanziari a lungo termine dei Governi come garanzia per ripagare gli interessi; dal 2006 l'IFFIm ha raccolto più di 3 miliardi di dollari, raddoppiando i fondi disponibili per i programmi di immunizzazione;
    la cosiddetta garanzia del mercato (Advance Market Commitment) messa a punto dalla GAVI Alliance è un sofisticato meccanismo di finanziamento della salute pubblica concepito per stimolare lo sviluppo e la produzione di vaccini a prezzi abbordabili, adatti ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo: i donatori impegnano fondi per garantire la stabilità dei prezzi dei vaccini una volta che essi siano stati sviluppati e messi in produzione, e al contempo gli impegni finanziari forniscono ai produttori di vaccini l'incentivo a svilupparne la produzione; le aziende si impegnano legalmente a fornire i vaccini a lungo termine e a un congruo prezzo ai Paesi in via di sviluppo; grazie all'AMC, i produttori di vaccini, ivi inclusi quelli che operano nei mercati emergenti, hanno impegnato nuovi investimenti e una fornitura crescente dei vaccini rispondenti alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo, con la conseguenza di un rafforzamento della concorrenza fra le aziende farmaceutiche e a una riduzione dei prezzi dei vaccini;
    l'Italia rappresenta il quinto Paese donatore di GAVI e copre il 6,5 per cento dei finanziamenti; il nostro Paese ricopre di un ruolo primario nella Governance della GAVI Alliance in cui dispone di un membro stabile nel consiglio d'amministrazione; è uno dei Paesi fondatori di IFFIm e uno dei Paesi promotori dell'AMC, avendo ricoperto un ruolo di leadership nel lancio di tale meccanismo per lo sviluppo, la produzione e la fornitura dei vaccini contro la malattia pneumococcica; in particolare, nel 2009, l'Italia ha ospitato il vertice dei ministri delle finanze del G8 a Lecce che ha lanciato l'AMC;
    per il periodo 2011-2015, il contributo totale dell'Italia a GAVI ammonta a 496 milioni di USD, dei quali 123,3 per IFFIm e 373 per AMC (vale a dire il 38 per cento del finanziamento complessivo per AMC);
    il nostro Paese può dunque affermare con orgoglio di avere contribuito in modo significativo al finanziamento dei programmi d'immunizzazione nei Paesi più poveri del mondo e al raggiungimento di importanti progressi per due degli obiettivi iscritti nella Dichiarazione del millennio delle Nazioni Unite del 2000, ossia ridurre la mortalità infantile e migliorare la salute materna (obiettivi 4 e 5);
    il riapprovvigionamento della GAVI Alliance sarà al centro della II Conferenza dei Donatori del GAVI, in programma a Berlino il 27 gennaio 2015, i cui lavori saranno aperti dalla Cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel;
    la strategia 2016-2020 della GAVI Alliance intende consolidare e rafforzare i programmi di immunizzazione e scongiurare i decessi che possono essere prevenuti attraverso le vaccinazioni; in particolare, GAVI intende immunizzare ulteriori 300 milioni di bambini per scongiurare 5-6 milioni di decessi; il 57 per cento dei finanziamenti di GAVI saranno impegnati per le vaccinazioni contro le malattie pneumococciche e del rotavirus, che risultano essere la principale causa di mortalità infantile sotto ai cinque anni; tra le priorità della GAVI Alliance si annoverano altresì i programmi di prevenzione del cancro del collo dell'utero, che rappresenta la principale causa di mortalità oncologica nell'Africa sub-sahariana, attraverso la vaccinazione anti-HPV di oltre 30 milioni di ragazze;
    per il periodo 2016-2020, la GAVI Alliance prevede di impiegare 900 milioni USD per il rafforzamento dei sistemi sanitari Pag. 328(Health Systems Strengthening), assicurando un importante rafforzamento dello sviluppo, della produzione e della diffusione dei vaccini, nonché un'estensione della copertura geografica degli interventi e un equo accesso agli stessi;
    il supporto di GAVI in occasione delle emergenze umanitarie più gravi si è rivelato efficace in occasione, ad esempio, della violenta epidemia di colera scoppiata nel campo profughi di Dadaab, a nord del Kenya, che ospitava circa 500 mila rifugiati somali; non va trascurato, dunque, che la GAVI Alliance dispone di importanti scorte di vaccini da utilizzare in caso di emergenza, in particolare contro le malattie epidemiche più letali, quali la febbre gialla, il colera e la meningite;
    la minaccia sempre più pesante dell'Ebola sulla vita delle persone, non solo in Africa, mette in luce quanto sia necessario un vaccino efficace unitamente ad una risposta globale e consolidata del mondo sanitario; l'esperienza di GAVI in supporto allo sviluppo, alla produzione e alla diffusione in modo rapido ed efficace di nuovi vaccini potrebbe quindi rivelarsi preziosa anche in relazione all'emergenza legata alla diffusione del virus Ebola, che sarà infatti l'oggetto della riunione del board di GAVI prevista per il mese di dicembre 2014,

impegna il Governo:

   in occasione della II Conferenza dei Donatori del GAVI, a rinnovare la partecipazione dell'Italia alla GAVI Alliance e ad operarsi per un rafforzamento della contribuzione finanziaria, anche nell'ambito del documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, che verrà approvato secondo l'articolo 12 della legge 11 agosto 2014, n. 125, a conferma del ruolo di guida del nostro Paese nei programmi d'immunizzazione;
   a mantenere e promuovere, accanto al rinnovato impegno finanziario, un ruolo politico attivo dell'Italia nella definizione delle priorità e per il monitoraggio dell'efficacia dell'azione della GAVI Alliance, in sinergia con le priorità nazionali di politica estera e di cooperazione internazionale e attraverso un maggiore coordinamento tra Ministero della salute, Ministero dell'economia e delle finanze e Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
(8-00087) «Quartapelle Procopio».