CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 novembre 2014
339.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03829 Luigi Gallo: Sulla struttura di supporto al direttore generale di progetto del «Grande Progetto Pompei».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Gallo chiede notizie in merito alla costituzione della struttura di supporto al Direttore generale di progetto del grande Progetto Pompei, ed in particolare della nomina dei «cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale, nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Direttore generale di progetto». Disposizione prima prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 gennaio 2014 e poi confluita nell'articolo 1, commi 4 e 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 febbraio 2014.
  A tale proposito vorrei precisare che la Direzione generale di progetto, già nel percorso di attuazione dell'articolo 1, comma 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 gennaio 2014, condiviso con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha sottoposto, il 22 gennaio 2014, all'attenzione del Presidente del Consiglio dei ministri i nominativi di cinque esperti, per la relativa nomina.
  Tuttavia, tale proposta non ha avuto seguito, essendosi preferito un diverso percorso procedurale.
  Su attivazione del Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato bandito, in data 19 febbraio 2014, un apposito avviso pubblico al fine di individuare i candidati che potessero vantare, negli ambiti e nelle discipline individuate, i requisiti necessari.
  In relazione al predetto avviso non comparativo, sono pervenute, entro il termine del 26 febbraio 2014, 60 manifestazioni di interesse; l'esame delle candidature è stato orientato verso la ricerca di figure di elevatissimo profilo culturale e professionale, che accomunassero in sé solide competenze scientifiche ma con profili di rilevante concretezza operativa, in un contesto di riferimento, quale il Grande Progetto Pompei, che richiede sia capacità «operative» comprovate, sia autorevolezza scientifica, sia esperienze in ambito pubblico nonché, soprattutto con riguardo agli esperti in materia architettonica, urbanistica e infrastrutturale, conoscenze dell'ambiente geografico e antropico.
  All'esito, sono stati individuati i candidati e, in data 14 marzo 2014, è stata inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri la relativa proposta di nomina.
  Riguardo alla suddetta proposta di nomina, il Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in data 15 luglio 2014 e, successivamente, con sollecito del 30 luglio 2014, ha richiesto elementi utili a riscontrare un rilievo da parte dell'Ufficio del bilancio e per il riscontro di regolarità amministrativo-contabile.
  Con nota del successivo 5 agosto il mio Ministero ha fornito gli elementi richiesti, quantificando gli oneri relativi ai compensi da corrispondere ai cinque esperti, così come peraltro indicati nella relazione tecnica allegata al decreto legge 8 agosto Pag. 1062013, n. 91 convertito, con modificazione, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112.
  La Presidenza, dal canto suo, fa presente di avere allo studio il problema di Pompei nell'ambito di una valutazione comparativa e in una visione generale dell'attività di Governo, che porti ad una soluzione in linea con le normative più recenti in materia di consulenze e di compensi in tempi di spending review.

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ALLEGATO 2

5-00677 Bossa: Sulla tutela dei siti culturali dell'area del comune di Nola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Bossa chiede notizie in merito al patrimonio culturale di straordinario valore, innanzitutto di natura archeologica che caratterizza il territorio di Nola.
  Vorrei preliminarmente associarmi alle considerazioni dell'onorevole interrogante sulla ricchezza del patrimonio archeologico dell'antica città di Nola e del suo territorio, le cui testimonianze storiche risalgono alle età più antiche, dal paleolitico (grotta di Roccarainola) passando per i numerosi siti dell'Età del Bronzo venuti in luce negli ultimi anni (il più conosciuto è quello di Croce del Papa a Nola, le cui abitazioni e gli arredi interni per una serie di fortunate circostanze ci sono giunti conservati quasi nella loro interezza), fino alla fondazione della città, avvenuta nella seconda metà dell'VIII secolo a.C., alla cui formazione e sviluppo contribuirono tutte le popolazioni presenti in Campania, prima gli Etruschi, poi i Greci, poi le popolazioni sannitiche fino alla conquista dei Romani ed all'avvento poi del Cristianesimo.
  Ognuno di tali periodi storici è caratterizzato da pregevoli testimonianze sia di siti e monumenti archeologici sia di reperti, che spesso rivestono, oltre che un notevole interesse storico, anche un notevole pregio artistico (come ad esempio i vasi attici, importati da Atene e ritrovati in gran numero nelle necropoli di Nola).
  La necessità di rendere fruibili tali eccezionali testimonianze ha negli anni passati spinto la Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli a varare importanti progetti di valorizzazione e di fruizione dei beni culturali presenti nel territorio: è stato così realizzato un grande Museo Storico Archeologico di circa 2.500 mq., recuperando un antico convento del XVI secolo, in cui sono stati esposti non solo i reperti archeologici, ma anche opere provenienti da chiese del territorio al momento chiuse o andate distrutte.
  All'interno del Museo un'intera sezione è stata dedicata ai ritrovamenti dell'Età del Bronzo Antico, con la ricostruzione di una delle capanne con tutto il suo arredo interno e gli oggetti di uso comune ritrovati.
  Per quanto riguarda la città di Nola è stato recuperato, per più del 30 per cento, l'antico anfiteatro ovvero il più grande monumento di età romana presente sul territorio, di notevole ampiezza e conservazione, ascrivibile ad una tipologia che lo inserisce tra i più antichi esempi di tali edifici per spettacoli, arricchiti successivamente in età augustea e imperiale.
  Purtroppo i progetti per il recupero totale di tale monumento non sono stati finora finanziati.
  Inoltre, applicando i criteri dell'archeologia sperimentale, è stata ricostruita all'aperto nel sito di San Paolo Beisito, dove si sta realizzando un parco archeologico didattico dedicato alla storia della regione, in scala 1 a 1, una capanna dell'età del Bronzo che costituisce un elemento di grande interesse sia per gli studiosi che per gli Istituti scolastici della zona.
  Il sito archeologico di Croce del Papa, dove si sono verificati gli importanti ritrovamenti di un villaggio dell'Età del Bronzo, grazie all'intervento della Regione Pag. 108Campania, è stato acquisito nel 2006 al demanio regionale ed affidato alla Soprintendenza.
  Purtroppo a partire dal 2009 si sono verificati nella zona incontrollabili fenomeni di carattere naturale, che hanno avuto come conseguenza un improvviso ed incontrollabile innalzamento della falda freatica, che ha sommerso il complesso archeologico sotto circa tre metri di acqua.
  La Soprintendenza, nell'ambito delle proprie competenze di tutela e preservazione dei beni archeologici, ha elaborato un progetto per un importo di 650.000.00 euro che prevede un intervento di tutela e salvaguardia delle strutture archeologiche, da troppo tempo ormai sommerse dalle acque, con il consolidamento e restauro delle stesse, procedendo poi al loro rinterro temporaneo con accorgimenti e materiali particolari ed utilizzando archeologi subacquei con la collaborazione e la direzione dell'istituto Superiore per la conservazione ed il restauro (I.S.C.R.).
  Il progetto, che è in corso di realizzazione e si ritiene che sarà concluso entro il corrente anno, contempla inoltre la ricostruzione sul sito in scala 1 a 1 delle capanne, con la collocazione ad una quota più alta, nella stessa posizione, di calchi delle suddette strutture al fine di conservare la memoria dell'insediamento dell'Età del Bronzo a scopo informativo e didattico.
  Numerosi sono stati inoltre gli interventi per il recupero delle testimonianze del periodo paleocristiano effettuati d'intesa con la Curia Vescovile di Nola.
  Mi riferisco agli importanti ritrovamenti avvenuti sotto la Cattedrale di Nola, che hanno attestato l'antichità della Chiesa Nolana, confermandone la presenza già a partire dal I secolo d.C.
  Per quanto riguarda la tutela del territorio, si fa presente che, sulla scorta dell'esperienza acquisita, è stato possibile estendere indagini e ricerche mirate a tutto il territorio nolano-vesuviano, dove è stata accertata un'estesa presenza di insediamenti (più di 40) dell'Età del Bronzo Antico.
  L'eccezionalità delle scoperte e la loro diffusione territoriale, rende necessaria l'elaborazione di un programma di interventi, da realizzare con la collaborazione delle Amministrazioni locali, che preveda il recupero e la valorizzazione di tali aree archeologiche, consolidando l'azione di tutela ed imprimendo la necessaria azione di promozione della conoscenza della storia delle più antiche popolazioni.
  Ognuno di questi siti potrebbe diventare uno straordinario testimone delle antiche genti campane, tanto più importante quanto più si risale nel tempo verso la preistoria, quando le fonti letterarie tacciono e l'archeologia diventa l'unica possibilità di conoscenza di quelle civiltà.
  Si spera quindi che l'area nolana, che viene oggi riconfermata come strategica per il futuro della Regione Campania, in un prossimo futuro possa imboccare la via di un programma di sviluppo che individui, finalmente, nei beni culturali e ambientali uno degli assi portanti di un diverso assetto economico, e che si assegni al turismo culturale un ruolo determinante per il miglioramento dell'offerta turistica in Campania. Il Ministero sta facendo la sua parte.

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ALLEGATO 3

5-03976 Piccoli Nardelli: Sull'integrazione interculturale scolastica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede se il Ministro sia a conoscenza di un episodio avvenuto presso la scuola primaria «Andrea del Sarto» di Firenze relativo ad un approccio, definito nell'atto in questione, «insofferente» di una docente di fronte alle difficoltà mostrate da un bambino, figlio di una cittadina extracomunitaria, nel parlare e comprendere la lingua italiana e quali iniziative intenda assumere in modo da evitare che si ripetano casi similari.
  Inoltre, l'Onorevole interrogante segnala una notizia, riportata su un quotidiano di Firenze, risalente all'anno 2013, riguardante atti di bullismo posti in essere, nella medesima scuola primaria, nei confronti di un bambino extracomunitario e della connessa situazione di assenza della necessaria sorveglianza da parte degli educatori sugli alunni.
  In via preliminare, si ritiene utile sottolineare che questo Ministero ha più volte mostrato estrema sensibilità verso le tematiche dell'accoglienza e dell'integrazione degli alunni stranieri all'interno delle istituzioni scolastiche italiane.
  In particolare, nel 2006, il Ministero ha emanato le «Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri» con l'obiettivo di presentare un insieme di orientamenti condivisi sul piano culturale ed educativo e di dare suggerimenti di carattere organizzativo e didattico al fine di favorire l'integrazione nonché il successo formativo degli alunni stranieri.
  Il 19 febbraio 2014 sono state emanate le nuove «Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri» che aggiornano le precedenti al fine di riconsiderare la realtà del mondo dei migranti, in una società profondamente cambiata, nell'ottica di una via interculturale all'integrazione, offrendo alle scuole strumenti metodologici appropriati per una reale inserimento e per attivare politiche di peer education.
  Sempre in quest'ottica, si pone il recente decreto ministeriale n. 718, del 5 settembre 2014, con il quale è stato costituito l'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, al fine di dare nuovo impulso alle politiche scolastiche dell'integrazione interculturale. Esso si propone, come principali obiettivi: il monitoraggio dei processi di integrazione; la formulazione di proposte e la diffusione delle migliori pratiche a riguardo.
  L'attenzione a tale tematica è dimostrata dal fatto che, all'esito delle consultazioni sul rapporto «La buona scuola», si è ritenuto necessario introdurre un capitolo, il tredicesimo, dedicato alla diversità e all'integrazione, la quale deve essere un compito strutturale del sistema scolastico.
  Inoltre, questo Ministero ha piena consapevolezza dell'importanza della conoscenza della lingua italiana quale strumento fondamentale di inserimento, in particolare per gli alunni e gli studenti stranieri interessati dal fenomeno migratorio.
  È noto, infatti, che la mancata padronanza della lingua del territorio in cui si vive o transita, alimenta l'emarginazione e le possibili forme di discriminazione.
  Offrire strumenti per la comprensione della lingua italiana è fattore indispensabile delle politiche di inclusione e integrazione sociale e, per ciò che riguarda il Pag. 110sistema scolastico, strumento primario per ridurre i fenomeni di abbandono e dispersione.
  A riguardo, si ritiene opportuno menzionare la recente proposta, lanciata dal Ministro in occasione degli Stati generali della lingua italiana, di istituire una apposita classe di concorso finalizzata all'insegnamento della lingua italiana come seconda lingua per gli studenti figli di immigrati; la lingua italiana deve diventare strumento principe di inclusione e integrazione dei tanti bambini stranieri che crescono nel nostro paese.
  Venendo all'esame delle specifiche questioni sollevate con l'interrogazione, si evidenzia che, per quanto concerne l'episodio risalente all'anno 2013, l'amministrazione scolastica periferica competente, ovvero l'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, appena appresa la notizia della vicenda citata, ha provveduto a conferire uno specifico incarico ispettivo al fine di acquisire utili elementi di conoscenza anche in ordine ad eventuali pregressi episodi analoghi.
  La procedura di accertamento, che dovrà concludersi con il deposito delle risultanze, è stata sospesa in quanto, da un lato, è intervenuta la competente Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni su segnalazione dell'ospedale Mayer, dall'altro, è in atto l'attività di vigilanza del dirigente tecnico incaricato, il quale si sta assicurando che il minore prosegua serenamente gli studi dopo i trasferimenti effettuati presso istituti scolastici associati all'istituto Comprensivo Statale «Masaccio» di Firenze, cui la scuola primaria «Andrea del Sarto» di Firenze, citata nell'interrogazione, è associata.
  Si pone in evidenza che l'amministrazione si è fatta prontamente carico delle problematiche specifiche segnalate dall'Onorevole interrogante mettendo in atto molteplici azioni che si possono così riassumere:
   azioni di carattere sanzionatorio per le insegnanti direttamente coinvolte nella vicenda;
   indicazione di argomenti di studio nonché monitoraggio degli interventi didattici sulle tematiche trasversali quali «Costituzione e cittadinanza» e «Educazione interculturale» da parte dell'ispettore incaricato;
   osservazione diretta ad opera del dirigente scolastico sull'andamento didattico e disciplinare della classe coinvolta negli episodi di bullismo;
   sostegno e accompagnamento al cambiamento della scuola da parte dell'ispettore incaricato per l'alunno minore, attraverso, tra le altre cose, incontri con la madre, con i nuovi insegnanti accoglienti e con la dirigente scolastica;
   valutazione complessiva del collegio dei docenti del plesso «Andrea del Sarto» di Firenze alla fine dell'anno scolastico 2013/2014 da parte dell'ispettore incaricato.

  Per quanto concerne l'episodio più recente denunciato dall'onorevole interrogante, secondo informazioni acquisite dall'USR per la regione Toscana, si fa presente che, il Dirigente Scolastico reggente, oltre a concedere il nulla-osta per altra istituzione scolastica, come richiesto dalla madre dell'alunno, ha convocato personalmente la docente coinvolta per acquisire ulteriori chiarimenti sull'episodio e le ha richiesto formalmente un rapporto sull'accaduto.

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ALLEGATO 4

5-00631 Giancarlo Giordano: Sull'inserimento di talune categorie di docenti nelle graduatorie ad esaurimento della scuola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante ravvisa una disparità di trattamento nei confronti dei docenti che hanno ottenuto l'abilitazione tramite la frequenza del tirocinio formativo attivo (TFA), avviato nell'anno accademico 2012/2013, in quanto la normativa in materia prevede, per gli stessi, l'inserimento solo nelle graduatorie d'istituto e non anche in quelle ad esaurimento.
  A tal proposito chiede di sapere quali siano gli intendimenti di questo Ministero e se lo stesso sia intenzionato a procedere all'inserimento immediato degli abilitati in questione nelle graduatorie ad esaurimento.
  Rammento, in via preliminare, come citato nell'atto parlamentare, che la legge n. 296 del 2006, ha trasformato le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento (G.A.E.), proprio allo scopo di porre rimedio al fenomeno del precariato storico nella scuola.
  Nel 2008 è avvenuta, pertanto, la sospensione dei corsi di abilitazione per l'insegnamento nella scuola secondaria (Scuole di specializzazione per l'insegnamento Scolastico - SSIS), che davano accesso alle graduatorie ex-permanenti.
  A partire dall'anno accademico 2012/2013 tali percorsi ordinari di abilitazione sono stati sostituiti dai corsi di Tirocinio Formativo Attivo, previsti dal Decreto Ministeriale n. 249 del 2010 (Regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti).
  L'abilitazione che si consegue al termine del T.F.A. consente esclusivamente l'accesso alle graduatorie di istituto di seconda fascia, ma non alle graduatorie ad esaurimento. Ciò costituisce la logica conseguenza della chiusura delle graduatorie permanenti e della loro trasformazione in graduatorie ad esaurimento.
  Pertanto, l'inserimento degli abilitati T.F.A. nelle GAE presupporrebbe la loro riapertura, il che necessiterebbe un intervento normativo. Ciò si porrebbe in aperto contrasto, tra l'altro, con il proposito dell'attuale governo di sanare la situazione di precariato in cui versa una parte considerevole dei docenti.
  Con l'imminente attuazione del Rapporto «La Buona Scuola», infatti, sarà dato corso a un piano straordinario di assunzione volto proprio all'assorbimento ed esaurimento effettivo delle graduatorie.
  Gli abilitati T.F.A. potranno, comunque, accedere ai futuri concorsi per titoli ed esami, che costituiranno l'unica forma di reclutamento per le immissioni in ruolo dei docenti d'ora in avanti. Ciò in ossequio anche al dettato costituzionale secondo cui l'ingresso nella pubblica amministrazione è consentito solo mediante concorso pubblico. Il Piano governativo de «La Buona scuola», peraltro, assicurerà l'effettivo svolgimento dei concorsi a copertura di tutti i posti che si renderanno vacanti e disponibili dall'anno scolastico 2016/2017 in poi, grazie al preventivo esaurimento delle G.A.E. entro il prossimo anno scolastico 2015/2016.
  Per quanto riguarda l'ulteriore questione sollevata dall'Onorevole interrogante circa il concorso del 2012, in occasione del quale sarebbe stato compiuto un «atto gravissimo» ovvero l'esclusione dallo stesso di alcune classi di concorso.
  È bene precisare che lo stesso non è stato bandito per tutte le classi di concorso Pag. 112ma solo per alcune di esse, in quanto, secondo una logica di fabbisogno effettivo, il MIUR ha preventivamente proceduto ad una ricognizione a livello regionale, A seguito di tale verifica, il cosiddetto «concorsone» del 2012 non è stato bandito per quelle classi di concorso nelle regioni in cui vi erano esigue disponibilità o situazioni di esubero.
  Il piano governativo de «La Buona scuola», inoltre, prevede di bandire nuovi concorsi con frequenza annuale, garantendo quindi la copertura integrale di tutti i posti che si dovessero liberare mediante ricorso a personale di ruolo neo assunto.
  Pertanto alla luce di quanto esposto, non si ravvisano situazioni di disuguaglianza tra docenti abilitati inseriti nelle GAE e docenti abilitati inseriti nelle graduatorie di istituto, né disparità tra classi di concorso bandite e non bandite nel precedente concorso.