CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 settembre 2014
302.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Testo unificato C. 750 Dell'Orco e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione (Affari sociali),
   esaminato, per le parti competenza, il nuovo testo unificato dei progetti di legge C. 750 Dell'Orco e abb., recante «Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali»;
   premesso che l'articolo 4 istituisce presso il Ministero dello sviluppo economico un Fondo per il sostegno delle micro, piccole e medie imprese del commercio, e che a tale fondo sono destinati annualmente 15 milioni di euro dal 2015 al 2020;
   evidenziato che a copertura di tali spese il provvedimento utilizza 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2020, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per gli anni 2015 e 2016, dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale, cosiddetta tabella B, utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
   evidenziata altresì la necessità che, all'articolo 3, siano attribuite maggiori competenze ai sindaci affinché sia loro consentito di ridurre l'orario di apertura delle sale da gioco e dei punti vendita in cui si esercita come attività principale l'offerta di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, o non sportivi, e dei locali dove sono installati apparecchi idonei per il gioco lecito previsti dall'articolo 110, comma 6, lettere a) e b) del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
  all'articolo 4, comma 4-bis, lettera b), sia modificata la copertura finanziaria individuata, in modo da non ridurre gli stanziamenti destinati alle politiche sociali;
  e con la seguente osservazione:
   all'articolo 3, comma 1, valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere il riferimento esplicito alla possibilità di comprendere tra gli esercizi e attività commerciali di cui il sindaco può limitare gli orari di apertura, qualora esigenze di sostenibilità ambientale o sociale, ecc., lo rendano necessario, anche le sale gioco, i punti vendita in cui si esercita come attività principale l'offerta di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, o non sportivi, e i locali dove sono installati apparecchi idonei per il gioco lecito previsti dall'articolo 110, comma 6, lettere a) e b) del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni.

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ALLEGATO 2

Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Nuovo testo unificato C. 1512 Meta e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione (Affari sociali),
   esaminato, per le parti competenza, il nuovo testo unificato delle proposte di legge C. 1512 Meta e abb., recante «Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
   atteso che con tale provvedimento la IX Commissione ha ritenuto che, nelle more della definizione della riforma del codice della strada secondo gli indirizzi contenuti nella delega ancora all'esame della medesima Commissione (C. 731), fosse necessario legiferare in ordine ad alcune questioni urgenti, che avrebbero potuto trovare soluzione con consenso unanime in sede legislativa;
   considerato che l'articolo 7 rende possibile la sosta delle biciclette sui marciapiedi e all'interno delle aree pedonali, in mancanza di apposite attrezzature di parcheggio, precisando che in ogni caso la bicicletta non deve creare intralcio ai pedoni e non deve essere collocata lungo i percorsi tattili per i disabili visivi;
   preso altresì atto a tale proposito della richiesta in questo senso proveniente da molti Comuni e dall'Anci di ripristinare la previsione – già contenuta nel testo del Comitato ristretto – volta a consentire la percorribilità nei due sensi per le biciclette delle strade urbane a senso unico con limite di velocità a trenta km orari, anche in considerazione dei numerosi studi europei che indicano i vantaggi di questa soluzione in termini di maggior sicurezza per gli utenti vulnerabili;
   rilevato che l'articolo 11 prevede il divieto di conseguire una nuova patente per il soggetto responsabile di omicidio che, alla guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l ovvero sotto l'effetto di sostanze psicotrope o stupefacenti si rende responsabile di omicidio colposo con violazione delle norme di circolazione stradale, prevedendo altresì un divieto di conseguire la patente qualora il soggetto ne fosse privo e che, conseguentemente, l'articolo 12 prevede una modifica dell'articolo 222 del codice della strada, prevedendo per tale soggetto un provvedimento di inibizione alla guida sul territorio nazionale a tempo indeterminato;
   ritenuto che tali sanzioni siano di eccessiva gravità,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) all'articolo 7, valuti la Commissione di merito, dopo un maggiore approfondimento della questione, l'opportunità di reintrodurre la disposizione volta a disciplinare le condizioni per una possibile percorribilità nei due sensi per le biciclette delle strade urbane a senso unico con limite di velocità a trenta km orari;
   b) agli articoli 11 e 12, valuti la Commissione di merito l'opportunità di fissare un limite temporale alle sanzioni accessorie, in modo tale da non escludere la possibilità, socialmente sempre auspicabile anche sul piano della sicurezza, di favorire il recupero della persona oggetto di sanzioni penali a comportamenti socialmente corretti.

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ALLEGATO 3

5-01608 Amato: Riordino della rete ospedaliera della regione Abruzzo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla problematica in esame, ricordo che la Regione Abruzzo ha provveduto con il Decreto Commissariale n. 11 del 2013 a definire il Sistema dell'Emergenza-Urgenza regionale, al fine di giungere all'integrazione delle centrali operative 118, dei mezzi dell'emergenza territoriale e della rete di strutture dell'emergenza.
  Tale decreto prevede 5 Punti di Primo Intervento (PPI), attivati presso gli ex presidi ospedalieri riconvertiti in Presidi Territoriali di Assistenza (PTA), 4 Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (DEA) di I livello (con funzione di Hub), nei presidi ospedalieri dei capoluoghi di provincia, e 12 sedi di Pronto Soccorso (con funzione di Spoke), corrispondenti ai restanti presidi ospedalieri.
  In merito alla rete territoriale, sono state rimodulate le Centrali Operative 118, con un'unica Centrale Operativa, con sede a L'Aquila, ed approvate le reti cliniche «IMA, stroke, Politrauma e Trauma maggiore».
  La struttura commissariale ha rappresentato che il processo di riconversione è stato attuato per i presidi di Casoli, Pescina, Gissi e Tagliacozzo: tali strutture sono state riconvertite in Presidi Territoriali di Assistenza e, presso i presidi di Gissi e Casoli, sono stati attivati e risultano operanti due Punti di Primo Intervento.
  Il presidio di Guardiagrele non è ancora riconvertito in PTA e dotato di Pronto Soccorso, in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali, nell'ambito di contenziosi tuttora in atto.
  In data 11 ottobre 2013 si è tenuto, presso il Ministero della salute, un incontro Tecnico di Affiancamento con la Regione Abruzzo, finalizzato ad individuare una soluzione condivisa per alcune criticità in materia di rete di emergenza-urgenza. La questione si concretizzava nella grande difficoltà, da parte della Regione Abruzzo, di individuare almeno una struttura DEA di II livello all'interno del territorio regionale.
  Nell'incontro, la struttura commissariale ha rappresentato che, all'interno della Regione Abruzzo, nessuno dei presidi esistenti, (Pescara, Chieti, L'Aquila e Teramo), possiede i requisiti richiesti per una struttura DEA di II livello, tosi come previsto dall'Atto di Intesa Stato-Regioni del 1996: tuttavia, in ciascuno di tali presidi la rete dell'emergenza-urgenza è organizzata per garantire la gestione delle patologie tempo-dipendenti (rete Infarto Miocardico Acuto (IMA), Rete Politrauma, Rete Stroke).
  Il fulcro decisionale è rappresentato dal Sistema 118, che è attrezzato ed in grado di veicolare il cittadino nel presidio più vicino, in conformità ai bisogni e alla patologia.
  Il Ministero della salute ha osservato che l'organizzazione può apparire adeguata per quanto concerne le reti delle patologie tempo-dipendenti, mentre la mancanza di un punto di riferimento regionale per le altre patologie rischia di mettere in pericolo la sicurezza e la qualità delle prestazioni rese dalla rete di emergenza.
  Il Programma Operativo 2013-2015 (allegato al decreto Commissariale n. 112 del 2013), attualmente in fase di valutazione da parte dei Ministeri affiancanti, ha come obiettivo programmato, relativamente alla rete di emergenza urgenza, l'attuazione Pag. 206delle disposizioni contenute nel decreto commissariale n. 11 del 2013, e nello specifico:
   la realizzazione di 4 DEA di I livello con funzioni di Hub nei presidi ospedalieri di L'Aquila, Chieti, Pescara e Teramo;
   la realizzazione di 2 Pronto Soccorso con funzioni di Spoke nei rimanenti presidi ospedalieri;
   la realizzazione di 5 PTA con funzioni di PPI;
   la messa in funzione delle reti IMA-STROKE-POLITRAUMI;
   la sperimentazione per il raggiungimento di una Centrale Operativa 118 unica;
   la rimodulazione delle postazioni medicalizzate e non medicalizzate;
   la predisposizione delle procedure di gara per il suddetto servizio, secondo le modalità previste dalla normativa vigente in considerazione della scadenza del contratto regionale di affidamento del servizio di elisoccorso;
   il completamento dell'attivazione in ciascun pronto soccorso dei posti letto di Osservazione Breve Intensiva (OBI), che permettano di evitare il ricorso al ricovero per le condizioni cliniche per cui è necessario un inquadramento diagnostico o un monitoraggio di terapie di breve durata.

  L'Agenzia sanitaria regionale ha monitorato il livello di attivazione dei posti letto di Osservazione Breve Intensiva nei presidi abruzzesi: è stato attivato, inoltre, un tavolo tecnico per il monitoraggio periodico dei presidi ospedalieri che non hanno ancora provveduto a tale attivazione.
  Nell'ambito della realizzazione della Centrale Operativa 118 unica, e della rimodulazione delle postazioni territoriali del sistema 118, il Comitato Regionale Emergenza Urgenza Abruzzo sta sviluppando una serie di iniziative, tra cui la proposta di riorganizzazione dei mezzi di soccorso, per un totale di 53.
  Il Servizio territoriale 118 opera in maniera coordinata e si rapporta con le diverse strutture ospedaliere, secondo criteri rispondenti alle specifiche esigenze assistenziali dei malati, così da assicurarne il trasporto là dove questi possono ricevere il miglior trattamento definitivo nel minor tempo possibile, eliminando i passaggi intermedi che prolungano inutilmente i tempi di intervento.
  Le postazioni territoriali del 118 sono state identificate anche attraverso valutazioni relative alle caratteristiche orografiche del territorio regionale, della viabilità e dei tempi di percorrenza. L'analisi dei tempi di percorrenza è stata elaborata tenendo in considerazione le differenti tipologie di strade percorse, le condizioni del traffico e meteo.
  Inoltre, la struttura commissariale ha fornito precisazioni anche in merito al servizio di elisoccorso regionale, dotato di due elicotteri: esso viene utilizzato per garantire gli interventi territoriali di emergenza urgenza (primari), i trasporti interospedalieri di emergenza urgenza (secondari) e le attività di soccorso in ambiente difficile/montano.
  In merito al territorio di confine tra Abruzzo e Molise, si rappresenta che risultano in corso tavoli di trattative per la definizione di accordi tra le due Regioni interessate.
  In merito alla riorganizzazione del Sistema di Emergenza Urgenza sanitaria, la Regione Abruzzo ha comunicato che esso è stato riorganizzato, sia per la fase territoriale sia per quella ospedaliera, al fine di garantire un utilizzo più appropriato dei sistemi di emergenza sanitaria, con il superamento delle rigidità organizzative e l'elaborazione di un modello a maggiore flessibilità.
  Tale modello organizzativo, è stato definito anche tenendo conto del processo di razionalizzazione delle strutture, semplici e complesse, già avviato dal Programma Operativo 2010 per ottimizzare le risorse Pag. 207umane, tecnologiche, strutturali, culturali e tecniche che si coordinano ed integrano intorno al paziente e alla persona.
  Ne è scaturita una risposta ospedaliera composta di strutture di diversa complessità assistenziale, in grado di rispondere efficacemente ed in modo appropriato alle necessità dell'intervento, secondo livelli di complessità crescente: Punti di Primo intervento (PPI); Presidio Ospedaliero sede di Pronto Soccorso (Centro Spoke); Presidio Ospedaliero sede di Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (Centro HUB).
  La qualità della risposta assistenziale nelle prime ore ha un ruolo determinante per la sopravvivenza del paziente, quindi tutte le strutture del sistema dell'emergenza-urgenza lavorano in rete, e le funzioni complesse sono ampiamente garantite ai cittadini sull'intero territorio regionale.

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ALLEGATO 4

5-03412 Gregori: Riorganizzazione dell'ospedale di Subiaco.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, è opportuno ricordare che la riconversione di un ospedale, in funzione di un progetto più globale, come sta avvenendo nella Regione Lazio a seguito dell'approvazione dei Programmi Operativi 2013-2015, non è da intendersi necessariamente come chiusura delle sue attività, ma piuttosto come rimodulazione della risposta assistenziale, secondo una logica che permetta di garantire ai cittadini, nel più breve tempo possibile, una Rete di servizi atta a soddisfare i loro bisogni di salute.
  Tanto premesso, fornisco alcuni dati oggettivi relativi all'attività dell'Ospedale «A. Angelucci» di Subiaco se metto a disposizione degli onorevoli interroganti e della Commissione le tabelle che a tale attività si riferiscono dettagliatamente.
  Il bacino di utenza del Presidio Ospedaliero «A. Angelucci» relativo ai Comuni afferenti al Distretto Sanitario di Subiaco (RM G4) ed ai Comuni limitrofi, nel raggio di circa 14 chilometri, conta poco meno di 40 mila abitanti.
  Nel 2013, gli accessi registrati al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Subiaco sono stati 9.162 (dati della Regione Lazio), notevolmente al di sotto dei 20 mila accessi, che rappresentano il parametro per differenziare i Pronto Soccorso minori da quelli maggiori.
  L'analisi dei dati di attività del presidio ospedaliero «A. Angelucci», in base alle schede di dimissione ospedaliera relative al 2013, rileva 2.231 casi, di cui 2.062 in regime ordinario e 169 in «day hospital», come indicato nella Tabella 2, che lascio a disposizione.
  Se si effettua Lui «focus» sui ricoveri in area chirurgica (Chirurgia generale e ortopedia e traumatologia) risulta che gli stessi (ordinari e «day hospital»), sono complessivamente 858, di cui 439 Diagnosis Related Groups (DRG) chirurgici e 418 medici.
  L'andamento dei DRG registra una maggiore attività negli interventi per ernia inguinale e femorale, età inferiore ai 17 anni, senza complicanze (104 interventi), e negli interventi di colecistectomia (63 interventi).
  Degli 858 ricoveri suddetti, 273 (32 per cento) sono DRG ad alto rischio di non appropriatezza, per i quali potrebbe essere opportuno un altro «setting» assistenziale.
  I ricoveri di urgenza (medici e chirurgici) del bacino di utenza afferente all'area di Subiaco (Comuni di cui alla Tabella 1), nel 2013 sono stati 2.677, di cui solo il 41 per cento (1.162) nell'ospedale «Angelucci», vale a dire che il 59 per cento si è rivolto, direttamente o tramite il 118, a strutture «Hub/Spoke» di riferimento o ad un altro presidio ospedaliero.
  Inoltre, di questi 1.162 accessi di utenti afferenti all'area di Subiaco, oltre il 10 per cento è stato trasferito ad altra struttura per acuti, ritenuta più appropriata.
  Si fa presente che, a norma del decreto Commissariale n. 80 del 2010, per il presidio ospedaliero «A. Angelucci» di Subiaco era prevista la riconversione in presidio a valenza territoriale.
  Tuttavia, considerato il contenzioso in atto, che vede impugnata l'Ordinanza cautelare del TAR Lazio (n. 2294/2011 del 23 giugno 2011) di «reiezione della richiesta di sospensione del DCA 80/2010», e considerata la particolare condizione geografica della struttura, che la colloca ad una distanza di 69 chilometri dall’«hub» di Pag. 209riferimento (Policlinico Umberto I di Roma), con tempi di percorrenza di poco superiori ad un'ora, e di 41 chilometri dallo «spoke» di riferimento più vicino (Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli), con tempi di percorrenza di circa 50 minuti, la Regione Lazio, nell'ambito della riorganizzazione dell'offerta assistenziale delineata nei Programmi Operativi 2013-2015, ha ritenuto opportuno riconfigurare il presidio ospedaliero «A. Angelucci», prevedendo una funzione di Pronto Soccorso come presidio di area disagiata, così come indicato dal Regolamento ex decreto-legge n. 95 del 2012 «Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera», oggetto di Intesa in Conferenza Stato-Regioni del 5 agosto 2014.
  Di fondamentale importanza è il ruolo svolto, nell'ambito dell'emergenza territoriale, dal 118. È necessario, infatti, prevedere uno specifico protocollo che disciplini i cosiddetti trasporti secondari urgenti dal Presidio di Subiaco al Policlinico Umberto I di Roma («hub» di riferimento) e al Presidio San Giovanni di Tivoli.
  A questo riguardo, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.Na.S.), nell'ambito delle attività del Sistema nazionale di verifica e controllo dell'attività sanitaria (Siveas), ha raccomandato alla Regione Lazio di prevedere, in quell'area, l'attivazione di una elisuperficie «h24» abilitata al volo notturno, così da garantire un costante aggancio alla Rete di emergenza-urgenza che, grazie alla collaborazione con i mezzi a terra, riduca i tempi di trasporto e permetta un intervento tempestivo, soprattutto a quei pazienti affetti da patologie acute tempodipendenti.
  In questi termini, il decreto commissariale n. 247 del 25 luglio 2014, riconfigura il presidio ospedaliero di Subiaco con una risposta all'emergenza garantita «h24».
  L'attività di ricovero viene garantita con posti letto di medicina generale e di «Day Surgery» (intesa Stato-Regioni del 5 agosto 2014).
  Da ultimo, si osserva che la scelta della Regione Lazio di garantire un presidio di area disagiata presso il presidio ospedaliero «A. Angelucci» appare opportuna, nonostante i bassi volumi di produzione e la notevole percentuale di schede di dimissione ospedaliera ad alto regime di inappropriatezza, perché coniuga la garanzia del diritto alla salute con le reali esigenze chirurgiche in appropriatezza, come evidenzia l'analisi delle schede di dimissione ospedaliera del bacino di utenza di competenza, e per quanto riguarda le attività in urgenza, sembra essere in grado di garantire una adeguata stabilizzazione del paziente per il successivo trasporto allo «hub» e «spoke» di riferimento, ed un precoce riavvicinamento del paziente stesso alla comunità abitativa, una volta espletate le cure presso l'ospedale per acuti, ottenendo così un servizio tempestivo, equo ed omogeneo.

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ALLEGATO 5

5-02486 Binetti: Iniziative da assumere per prevenire la diffusione del fumo tra i giovani.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Da molti anni il Ministero della salute è impegnato nella lotta al tabagismo.
  Con la legge 18 marzo 2008, n. 75, l'Italia ha ratificato la Convenzione Quadro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il Controllo del Tabacco, che stabilisce obiettivi vincolanti, finalizzati a proteggere le generazioni presenti e future dalle conseguenze del consumo e dell'esposizione al fumo di tabacco.
  Ad oggi, sono state adottate diverse disposizioni previste dalla Convenzione e definiti i programmi nazionali multisettoriali, attraverso i quali prevenire «l'iniziazione» al fumo dei giovani, proteggere dall'esposizione al fumo passivo, favorirne la cessazione.
  Il decreto-legge n. 159 del 2012, convertito nella legge 8 novembre 2012, n. 189, ha esteso ai minori di 18 anni il divieto di vendita di prodotti del tabacco, prevedendo sanzioni più severe per i trasgressori.
  Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 29 aprile 2014, è stata pubblicata la Direttiva 2014/40/UE sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati, la cui attuazione, entro due anni dall'entrata in vigore, consentirà di migliorare il funzionamento del mercato interno dei prodotti del tabacco, assicurando un livello elevato di protezione della salute pubblica, rendendo meno attraenti i prodotti del tabacco e il loro consumo, in particolare per i giovani.
  La nuova Direttiva, al cui iter di approvazione non è mancato il sostegno del Ministero della salute, introduce misure più rigorose su etichettatura e confezionamento dei prodotti del tabacco. In particolare, si segnala l'obbligatorietà delle avvertenze sanitarie combinate (testo ed immagini) che copriranno il 65 percento della parte anteriore e posteriore di ciascun pacchetto di sigarette, a partire dal margine superiore.
  La definizione di dimensioni minime per le avvertenze sanitarie assicurerà la loro visibilità e, di fatto, comporterà la scomparsa di pacchetti piccoli o con forme particolari, indirizzati dai produttori a un pubblico femminile giovane.
  Sui pacchetti non potranno figurare elementi promozionali, come riferimenti a un miglioramento dello stile di vita, a gusto e presenza o meno di aromi, o elementi fuorvianti che possano indurre a credere alla minore nocività del prodotto. Regole analoghe si applicheranno ai pacchetti di tabacco trinciato da arrotolare, contenenti almeno 30g di tabacco, che dovranno recare sul 65 per cento del fronte e del retro avvertenze sanitarie combinate, nonché ulteriori avvertimenti testuali.
  Altre misure importanti riguardano la regolamentazione di aromatizzanti e additivi. In particolare, non sarà consentito l'uso di aromatizzanti in quantità tali da conferire a sigarette e tabacco trinciato un aroma distinguibile («caratterizzante») diverso da quello del tabacco. Tali aromi potrebbero avere un effetto attrattivo nei confronti dei giovani, favorendo l'instaurarsi della dipendenza.
  La nuova Direttiva introduce una prima regolamentazione europea delle sigarette Pag. 213elettroniche contenenti nicotina, che consentirà un aggiornamento delle misure già adottate nel nostro Paese.
  Il liquido contenente nicotina dovrà essere immesso sul mercato solo in contenitori di liquidi di ricarica di volume non superiore a 10 ml e con un tenore massimo di concentrazione di nicotina di 20 mg/ml; cartucce e serbatoi dovranno avere un volume massimo di 2 ml. Serbatoi/contenitori di liquidi dovranno avere chiusure a prova di bambino e di manomissione ed essere protetti dagli spargimenti, per limitare il rischio di esposizione dei consumatori, in particolare dei bambini, in caso di manipolazione o di ingestione. In condizioni d'uso normali le sigarette elettroniche devono rilasciare le dosi di nicotina a livelli costanti. Sono previste disposizioni in materia di confezionamento e di etichettatura: l'apposizione di avvertenze sanitarie, l'indicazione delle istruzioni per l'uso, le controindicazioni, le informazioni sui pericoli di dipendenza e sulla tossicità, l'elenco di tutte le sostanze contenute nel prodotto, nonché informazioni sul tenore di nicotina. Sulle confezioni non saranno ammessi elementi promozionali e le regole vigenti in tema di pubblicità e di promozione dei prodotti del tabacco si applicano anche alle sigarette elettroniche.
  Colgo l'occasione per ricordare che ad oggi, la normativa italiana prevede il divieto di utilizzo di tutte le sigarette elettroniche (anche quelle senza nicotina) nei locali chiusi e nelle aree all'aperto di pertinenza delle istituzioni del sistema educativo di istruzione e di formazione; inoltre con ordinanza del Ministro della salute in data 2 settembre u.s. è stato ribadito il divieto di vendita ai minori di anni 18 di sigarette elettroniche con presenza di nicotina.
  La promozione di uno stile di vita libero dal fumo è uno degli obiettivi del Programma nazionale «Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari», promosso dal Ministero della salute secondo un approccio trasversale ed intersettoriale ai principali fattori di rischio di malattie croniche (fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica). Tale approccio è stato adottato dal Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012, prorogato al 2013, che ha visto sedici Regioni attivare interventi finalizzati a prevenire l'iniziazione al fumo e a sostenere la disassuefazione.
  Il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione, in via di definizione, prevede ulteriori misure per rafforzare l'azione di promozione della salute e di prevenzione del tabagismo, attraverso un approccio trasversale ai fattori di rischio.
  Va anche ricordato che l'Italia, con la legge n. 3 del 2003 (articolo 51: «tutela della salute dei non fumatori»), è stata il primo Paese Europeo ad introdurre una normativa per regolamentare il fumo in tutti i locali chiusi pubblici e privati – compresi i luoghi di lavoro e le strutture del settore dell'ospitalità, prevedendo sanzioni più severe per chi trasgredisce il divieto di fumo in presenza di donne in evidente stato di gravidanza e di minori.
  Il Ministero della salute ha affidato all'Istituto Superiore di Sanità un progetto per il monitoraggio dell'applicazione delle misure introdotte, che vede il coinvolgimento di dodici Regioni.
  Corretta informazione e comunicazione rappresentano importanti aspetti delle strategie di contrasto al fumo. Con un progetto del Ministero sono state realizzate iniziative per i giovani e gli adolescenti. In collaborazione con il Gruppo di Ferrovie dello Stato Italiane e la «Fondazione Umberto Veronesi» è stata promossa l'iniziativa «SFRECCIA CONTRO IL FUMO» con distribuzione sui treni «Freccia» di materiale di sensibilizzazione sul fumo e presenza a bordo di specialisti del Servizio Sanitario Nazionale, per offrire consulenze gratuite per smettere di fumare ai viaggiatori. Tra dicembre 2013 e gennaio 2014 è stata realizzata una Campagna di comunicazione rivolta agli adolescenti, comprendente spot televisivi e radiofonici, informazione sulla stampa e canali web, applicazioni per smartphone e tablet.
  Segnalo, da ultimo, che i NAS dal 2002 al 2013, hanno compiuto quasi 32.000 Pag. 214controlli a campione, su tutto il territorio nazionale, presso diverse tipologie di locali (stazioni ferroviarie, ospedali, ambulatori, musei e biblioteche, aeroporti, uffici postali, sale scommesse, discoteche, pub e pizzerie), che hanno evidenziato il sostanziale rispetto della normativa in vigore.
  Nel 2013, i NAS hanno eseguito 5.642 ispezioni, inclusi 1.283 controlli ai distributori automatici di sigarette, alle rivendite di tabacchi e di sigarette elettroniche, contestando 217 infrazioni, la maggior parte delle duali presso discoteche, sale scommesse ed ospedali.