CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 settembre 2014
298.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione 5-03554 Daniele Farina ed altri: Sul ritardo nella nomina del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del capo del dipartimento politiche antidroga e del garante nazionale dei diritti dei detenuti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Dipartimento per le politiche antidroga, struttura di supporto per la promozione e il coordinamento dell'azione di Governo in tema di politiche di contrasto al diffondersi dell'uso di sostanze stupefacenti, delle tossicodipendenze e delle alcooldipendenze, è una delle strutture generali permanenti della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Ministro della Giustizia non è titolare, al riguardo, di alcun potere di impulso delle procedure relative a tali strutture. Tuttavia si segnala, come da elementi ricevuti dalla Presidenza del Consiglio, che la nomina del Capo Dipartimento rientra nel processo di riorganizzazione degli uffici della Presidenza, che è in corso di ultimazione in questo periodo, e che ciò non ha impedito al Governo di esercitare il potere di indirizzo politico nella materia.
  Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale è stato istituito dal decreto-legge n. 146 del 2013 ed esercita le funzioni di vigilanza, di controllo e di proposizione indicate dall'articolo 7 del citato decreto. Il Garante nazionale è costituito in collegio, composto dal presidente e da due membri, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa delibera del Consiglio dei ministri e sentite le competenti commissioni parlamentari. Il Garante nazionale si avvale delle strutture e delle risorse messe a disposizione dal Ministro della giustizia e dispone di un ufficio composto da personale dello stesso Ministero, la cui struttura e composizione sono determinate con regolamento ministeriale, che è stato già adottato e trasmesso al Consiglio di Stato per il prescritto parere. Il complesso procedimento volto alla nomina dei componenti del Garante ed all'effettiva entrata in funzione di tale nuovo organismo è stato pertanto tempestivamente avviato e sarà concluso in tempi brevissimi.
  Quanto all'attuale vacanza del posto di Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, il Ministro ha compiuto un attento vaglio dei profili professionali di alcuni dei possibili candidati, trattandosi di scelta la cui delicatezza e rilevanza è di immediata comprensione, e si assicura che al più presto verrà individuato il nome di colui che andrà a ricoprire tale fondamentale ruolo.
  Tale vacanza, peraltro, non ha comportato alcuna inerzia operativa, né il venir meno della costante attenzione del Ministro sulle questioni relative alla materia penitenziaria, ed in particolare sulle condizioni di vivibilità delle carceri.
  A tale riguardo, il Ministro si è personalmente impegnato nella elaborazione di un piano di azione per un ripensamento complessivo del sistema penitenziario, i cui principali punti sono stati presentati lo scorso maggio alla Corte di Strasburgo, e che ha condotto, unitamente agli interventi normativi settoriali promossi anche dai precedenti Governi, alla sensibile riduzione della popolazione carceraria, calata di oltre 10.000 unità rispetto all'anno precedente, ed al palese cambiamento di composizione della popolazione detenuta, registrandosi una significativa riduzione Pag. 27del numero dei detenuti non definitivi rispetto a quello dei detenuti condannati con sentenza passata in giudicato.
  Infine le linee di indirizzo politico del Ministro in tale cruciale materia sono state ampiamente esposte in numerose occasioni anche in sede delle varie audizioni parlamentari e sono poi state compiutamente dettagliate nell'atto di indirizzo politico del Ministro emanato ad inizio di settembre e pubblicato sul sito del Ministero.

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ALLEGATO 2

Interrogazione 5-03555 Di Lello: Sull'efficienza degli uffici giudiziari in relazione alle risorse destinate al tirocinio formativo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero della Giustizia, in applicazione dell'articolo 37 del decreto-legge n. 98 del 2011, come modificato con la legge di stabilità 2013, ha finanziato i progetti formativi presso gli uffici giudiziari utilizzando le risorse iscritte sul proprio bilancio, nel limite di spesa di 7,5 milioni di euro.
  La legge di stabilità 2014 ha prorogato il finanziamento del percorso di perfezionamento dei suddetti progetti formativi, incrementando il limite di spesa di ulteriori 7,5 milioni, per un totale di 15 milioni di euro; questa Amministrazione ha già utilizzato nel corrente anno, per i fini previsti dalla legge, i primi 7,5 milioni di euro.
  L'articolo 50, comma primo, del decreto-legge n. 90 del 2014, come modificato a seguito di un emendamento parlamentare approvato in sede di conversione in legge, ha previsto la possibilità di utilizzare nell'ambito dell'ufficio del processo i soggetti che hanno completato il tirocinio formativo ai sensi dall'articolo 37, comma 11, del decreto-legge n. 98 del 2011, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente.
  Questo Ministero ha pertanto immediatamente avviato con il Ministero dell'economia e delle finanze una opportuna interlocuzione per l'assegnazione di ulteriori 7,5 milioni di euro, nell'ambito delle risorse da contributo unificato derivanti dall'applicazione del citato decreto-legge n. 98 del 2011, al fine di reperire le risorse necessarie al completamento dei progetti avviati nel corso del 2014, aggiuntive alle dotazioni ordinarie di bilancio; si è nel contempo assicurata la più ampia disponibilità a verificare con la Ragioneria Generale dello Stato eventuali soluzioni alternative di finanziamento, e si è allo stato in attesa della risposta del Ministero dell'economia e delle finanze in ordine alle soluzioni avanzate dal Ministero della giustizia.
  Preme ricordare come è comunque intendimento di questa Amministrazione assicurare il raggiungimento di ogni intervento utile al fine di non disperdere il prezioso bagaglio di professionalità acquisito dai tirocinanti presso gli uffici giudiziari.

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ALLEGATO 3

Interrogazione 5-03557 Businarolo: Sull'estensione dell'uso delle intercettazioni al fine di favorire il rafforzamento della lotta alla criminalità organizzata.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In risposta all'onorevole Businarolo ed alle richieste di chiarimento sulla regolarità delle indagini riguardanti il titolare del ristorante romano Assunta Madre comunico che è stata prontamente avviata una verifica ministeriale.
  Gli esiti – riferibili soltanto in sintesi, attesa la ridotta tempistica necessitata dalla risposta al presente question time – permettono di escludere le paventate irregolarità essendo emerso che la trasmissione degli atti alle Procure di Palermo e di Perugia ha avuto luogo tempestivamente e che la nota relativa alla trascrizione delle conversazioni è stata correttamente depositata dalla Squadra Mobile di Roma.
  Inoltre, alla luce delle risultanze documentali acquisite, è dato affermare che il G.I.P. presso il Tribunale di Roma ha autorizzato l'esecuzione di intercettazione delle conversazioni tra presenti in relazione al reato di riciclaggio con decreto del 15 aprile 2013 e che le operazioni di intercettazione, per difficoltà di carattere tecnico, hanno avuto concreto inizio soltanto in data 17 ottobre 2013, a differenza di quanto riportato dalla stampa e ripreso nell'interrogazione.
  È altresì stato appurato che presso gli Uffici della Procura procedente nulla risulta in ordine all'affermazione contenuta in un articolo del settimanale Panorama «secondo cui uno o più componenti del Consiglio Superiore della Magistratura sarebbero stati al corrente dell'attività di intercettazione e, comunque, delle indagini in corso».
  Per quanto riguarda poi le iniziative di carattere normativo in materia di intercettazioni, segnalo che la disciplina processuale oggi vigente prevede, in via ordinaria, limiti stringenti idonei a garantire che il ricorso a tali indagini sia limitato a determinati ambiti delittuosi, sempreché sussistano gravi indizi di reato e che tale attività di indagine tecnica sia assolutamente indispensabile. Tanto il requisito dei gravi indizi quanto quello della indispensabilità assoluta, costituiscono strumenti di garanzia del sistema che, applicati nel rispetto della legge, consentono di contemperare l'esigenza di tutela dei beni-interessi potenzialmente confliggenti con quello che giustifica l'attività di indagine (ad esempio la tutela della riservatezza).
  L'attenzione del Guardasigilli ad una più sensibile regolamentazione del ricorso allo strumento delle intercettazioni trova conferma nelle disposizioni contenute sul punto dal disegno di legge in materia di processo penale e criminalità organizzata, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 29 agosto ed in corso di pubblicazione.
  I principi e i criteri direttivi cui si ispira la riforma tengono conto del fondamentale rilievo delle intercettazioni quale strumento di ricerca della prova nel contrasto alle più gravi forme di criminalità e considerano, al contempo, le esigenze di tutela relativamente alle comunicazioni relativamente non rilevanti a fini di giustizia penale.