CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 giugno 2014
260.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03071 Russo: Sulle iniziative per fronteggiare i danni provocati dal maltempo in alcune zone della Campania.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Relativamente agli interventi di soccorso alle imprese agricole colpite dagli eventi richiamati dall'onorevole interrogante, potranno essere attivati su richiesta della regione gli interventi del Fondo di solidarietà nazionale qualora a conclusione dei rilevamenti da parte degli organi tecnici della regione Campania, territorialmente competente, verranno accertati danni superiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile ordinaria.
  Tuttavia, riferisco che alla data odierna, ancora alcuna richiesta formale d'intervento è pervenuta al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  Si assicura, comunque, che non appena perverranno le proposte regionali, nei termini e con le modalità prescritte dal decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, come modificato dal decreto legislativo 18 aprile 2008, n. 82, questo Ministero provvederà all'istruttoria di competenza per l'emissione dei decreti di declaratoria.
  Colgo l'occasione per ricordare che, ai sensi della vigente normativa, a favore delle aziende agricole danneggiate, possono essere concessi i seguenti aiuti:
   contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria;
   prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale nell'anno in cui si è verificato l'evento ed in quello successivo;
   proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso;
   contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali e la ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte.

  Rilevo, altresì, che compatibilmente con le esigenze primarie delle imprese agricole, potranno essere adottate anche misure tese al ripristino delle infrastrutture connesse all'attività agricola, tra cui quelle irrigue e di bonifica, con onere della spesa a carico del Fondo di solidarietà nazionale.
  Segnalo, tuttavia, che lo strumento degli interventi compensativi, a causa della continua riduzione delle risorse messe a disposizione del Fondo di solidarietà nazionale negli ultimi anni, rischia di non riuscire più a far fronte in maniera adeguata ai fabbisogni.
  Al riguardo, faccio presente che tra il secondo semestre 2013 e il primo semestre 2014, a fronte di oltre 1 miliardo di euro di danni causati da eventi atmosferici eccezionali, sono disponibili soltanto 13 milioni di euro. Tali somme sono considerate ai fini del calcolo del patto di stabilità interno delle regioni e province autonome.
  Per quanto precede, può risultare utile riflettere sulla possibilità di una maggiore diffusione di altri strumenti di intervento, come le assicurazioni agevolate, probabilmente più adeguati per fronteggiare calamità naturali.
  Ricordo inoltre che, lo stesso disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2014, attualmente all'esame del Senato, all'articolo 12, prevede una delega al Governo, al fine di adeguare l'attuale normativa rappresentata dal decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, agli orientamenti dell'Unione europea in Pag. 348materia di aiuti di Stato al settore agricolo e forestale ed alla nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020. In particolare, la normativa nazionale dovrà recepire gli strumenti di gestione dei rischi previsti nel primo e nel secondo pilastro della politica agricola comune dalla nuova programmazione, quali i fondi di mutualizzazione e lo strumento per la stabilizzazione dei redditi, nonché dei nuovi rischi introdotti come ad esempio gli incidenti ambientali. Il riordino interesserà sia gli interventi ex ante sia gli interventi ex-post compensativi.
  Infine, segnalo che nell'ambito della prossima programmazione comunitaria 2014-2020, il Ministero sta predisponendo un programma nazionale di sviluppo rurale nel quale è prevista un'apposita misura – gestione dei rischi – finalizzata ad incentivare l'adozione da parte degli agricoltori degli strumenti ex-ante, come l'assicurazione o i fondi di mutualità che come detto potrebbero rivelarsi più adeguati a rispondere alle necessità delle imprese colpite da eventi eccezionali come quello segnalato, rispetto a tradizionali strumenti compensativi ex-post.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03072 Caon: Sulle iniziative per regolamentare la coltivazione degli OGM e tutelare le altre colture.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nell'ambito dei paesi dell'unione europea, in occasione del Consiglio europeo del 12 giugno 2014, è stata approvata a larga maggioranza, la proposta di compromesso della Presidenza greca sulla bozza di regolamento COM (2010) 375, che lascia liberi gli Stati membri di decidere se consentire o vietare su tutto il proprio territorio, oppure su una porzione o regione, una coltura geneticamente modificata senza dover esporre alla Commissione europea la ragione del divieto. Tale risultato è stato ottenuto grazie anche all'impegno del nostro Governo.
  L'intesa raggiunta introduce la necessaria flessibilità che consentirà agli Stati membri di decidere in merito alla gestione della propria agricoltura, permettendo di vietare o limitare la coltivazione degli OGM nel proprio Paese. L'accordo evidenzia comunque la volontà generale di superare i problemi legati al sistema vigente.
  Ciò posto, a livello nazionale, il Governo è impegnato da tempo sul fronte degli OGM, sia con riferimento alla semina che alla commercializzazione.
  Ricordo che, in diverse occasioni, il Ministro Martina ha più volte chiarito che il modello agricolo italiano non ha bisogno di OGM bensì di valorizzare le caratteristiche delle produzioni che hanno reso il made in Italy un marchio di successo in tutto il mondo.
  A tale proposito, rilevo che, con decreto interministeriale del 12 luglio 2013, è stata vietata la coltivazione delle sementi di organismi geneticamente modificati, OGM, in Italia per un periodo di 18 mesi. Peraltro, tale divieto è stato confermato dalla sentenza n. 4410, del 23 aprile 2014 del TAR Lazio, come evidenziato dall'onorevole interrogante.
  Al riguardo, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha espresso apprezzamento anche per la decisione del Consiglio di Stato che ha confermato la decisione del TAR del Lazio di bloccare le semine biotech nei campi del Friuli, poiché in questo modo, il Governo attua pienamente la strategia di difesa delle produzioni agricole di qualità italiane.
  Con riguardo alla semina degli OGM, faccio presente che è stata approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 giugno, una norma nell'ambito del decreto-legge in materia di competitività in corso di pubblicazione, proposta congiuntamente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Ministero della salute, che sanzionerà anche dal punto di vista penale chi violerà il divieto della coltivazione di OGM sul territorio, in violazione del richiamato decreto del 12 luglio 2013, adottato ai sensi degli articoli 53 e 54 del regolamento dell'Unione europea n. 178 del 2002.
  Infine, in ordine ai provvedimenti normativi tesi a regolamentare la coltivazione degli OGM sul territorio nazionale, avendo riguardo alla tutela del made in Italy, ribadisco che l'intendimento di questo Governo è quello di mantenere il percorso già avviato, come sopra richiamato, nel senso di vietare la coltivazione degli OGM.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03073 L'Abbate: Sull'attivazione del Fondo crediti istituito presso l'ISMEA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Premetto che il Fondo di credito ISMEA non ha una propria dotazione finanziaria, ma è alimentato esclusivamente attraverso versamenti di risorse da parte delle Autorità di gestione dei programmi di sviluppo rurale, regionali (PSR) e, eventualmente, da parte di altri enti sostenitori.
  Per cui, l'aumento della dotazione finanziaria è connessa all'autonoma scelta degli enti citati di versare le risorse al Fondo.
  Al riguardo, preciso che la programmazione 2014-2020 è nella sua fase iniziale e che i PSR delle regioni e province autonome saranno presentati alla Commissione europea per l'approvazione entro il prossimo 22 luglio.
  Per quanto concerne l'implementazione del Fondo, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha provveduto a redigere lo schema di decreto di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze recante criteri e modalità di erogazione dei finanziamenti. Preciso che il testo del citato decreto è stato inviato al Ministero dell'economia e delle finanze per la formalizzazione del concerto il 25 ottobre 2013.
  Tuttavia, in relazione dell'avvicendamento ministri pro tempore, si è reso necessario sottoporre nuovamente alla firma dei ministri concertanti lo schema di tale provvedimento.
  Preciso, infine, che la decisione della Commissione europea C(2011) 2929 del 13 maggio 2011, relativa al metodo di calcolo dell'ESL connessa ai prestiti agevolati a valere sul Fondo di credito è stata recentemente modificata con la decisione C(2013) 5035 del 31 luglio 2013, che, ha considerato compatibile con il diritto europeo, il predetto metodo di calcolo, anche sulla base di specifiche considerazioni delle quali è stato necessario tenere conto nella predisposizione dello schema di decreto.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-03074 Zaccagnini: Sugli orientamenti e le posizioni assunte in sede europea in materia di OGM.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito a quanto rappresentato dagli Onorevoli interroganti, riferisco che circa la posizione di astensione assunta dall'Italia (Ministero della salute) nel corso delle votazioni svoltesi al Comitato permanente del 23 maggio u.s. e al Comitato d'appello del 10 giugno u.s., per i prodotti oggetto delle decisioni (soia 305423, soia MON 87705 e soia EPS – CV127 – 9) l'EFSA ha espresso un parere positivo ritenendoli sicuri come la controparte convenzionale per gli usi previsti che escludono la coltivazione.
  Tuttavia, pur considerando il parere positivo dell'EFSA e non riscontrando problemi sanitari circa tali prodotti, l'Italia ha sempre espresso, in generale, una posizione di cautela circa l'immissione in commercio di alimenti e mangimi geneticamente modificati che tiene conto dei consumatori italiani, preoccupati dell'impatto sulla salute e sull'ambiente, nonché della perdita del patrimonio agroalimentare nazionale.
  Con riguardo al tema sollevato della «rinazionalizzazione» circa il divieto di coltivazione degli OGM, l'Italia ha appoggiato col voto favorevole la proposta della Presidenza greca di modifica della Direttiva europea sugli OGM. Nel merito, riferisco che non vi erano alternative praticabili, in quanto esiste una minoranza di blocco che ostacola l'introduzione di un divieto di coltivazione a livello europeo.
  Per quel che riguarda la modifica della Direttiva UE n. 18 del 2001, approvata il 12 giugno scorso in prima lettura da parte del Consiglio dei ministri dell'ambiente dell'Unione europea, le osservazioni critiche non sono condivisibili.
  Infatti, il divieto di coltivazione potrà semplicemente essere basato su motivazioni di politica agraria, che corrispondono alle esigenze dell'Italia che intende difendere la tipicità e qualità delle proprie produzioni agricole.
  In ordine al piano proteine vegetali, da sostenere attraverso i fondi messi a disposizione dalla PAC, faccio presente che lo stesso è stato inserito nella proposta di accordo sulla riforma del primo pilastro della PAC, a carico della quale è stata registrata la mancata intesa da parte della Conferenza Stato-regioni (sarà quindi necessario attendere una deliberazione del Consiglio dei ministri).
  Infine, nel richiamare quanto appena detto in merito all'interrogazione dell'onorevole Caon, ribadisco che, il Ministro Martina ha più volte chiarito che il modello agricolo italiano non ha bisogno di OGM bensì di valorizzare le caratteristiche delle produzioni che hanno reso il Made in Italy un marchio di successo in tutto il mondo.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-03075 Cenni: Sulla ricerca in agricoltura e sulla situazione dell'INEA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riguardo all'INEA, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è perfettamente consapevole del ruolo che l'istituto svolge principalmente in supporto alle politiche di programmazione nazionale dei fondi europei, previsti sia nell'ambito dello sviluppo rurale sia nelle politiche del primo pilastro.
  In proposito, ricordo che a partire dalla fine del 2012, è stato avviato un percorso per la stesura condivisa con le regioni di un Piano strategico per l'innovazione e la ricerca, partendo dall'esame dei fabbisogni di innovazione del sistema agricolo.
  Infatti, la prima delle sei priorità del regolamento dell'Unione europea n. 1305 del 2013 (Sviluppo Rurale) è quella di «promuovere il trasferimento di conoscenze ed innovazione nel settore agricolo e forestale nelle zone rurali» anche attraverso strumenti nuovi, quali il Partenariato europeo per l'innovazione – produttività e sostenibilità del sistema agricolo, per la cui realizzazione sono previste specifiche misure di sviluppo rurale.
  Inoltre, l'INEA, nel periodo 2007-2013, ha svolto un ruolo fondamentale a supporto della Rete rurale nazionale, il programma con cui l'Italia partecipa al più ampio progetto europeo (Rete rurale europea – RRE).
  Ricordo, che lo Stato italiano ha designato l'INEA quale organo di collegamento con la Commissione europea per lo svolgimento dei compiti previsti dal regolamento istitutivo della rete contabile RICA, fonte statistica ufficiale all'interno del Sistema statistico nazionale (SISTAN), unica in Italia nella rilevazione dei modelli di funzionamento delle imprese agricole italiane e dei redditi da esse ottenuti, tanto importante da essere ricompresa nel Piano statistico nazionale.
  In merito agli indirizzi del Governo sul futuro della ricerca in agricoltura e al riordino degli Enti di ricerca, faccio presente che era già stato avviato dal precedente esecutivo un processo di accorpamento, ai fini di una razionalizzazione e un contenimento dei costi, che ha visto l'Ente nazionale sementi elette – ENSE – e l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione – INRAN – incorporati nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura – CRA –.
  Il Ministro Martina, nel corso dell'audizione parlamentare, ha fatto presente che al fine di contribuire alla riduzione della spesa pubblica e consentire una maggiore efficienza nei servizi alle imprese e nelle attività di ricerca e sperimentazione si sta predisponendo un piano di riordino e di riduzione delle società e degli enti vigilati dal Ministero. Questo piano sarà discusso e condiviso in seno alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato.
  Inoltre, è stato precisato che si ha intenzione di predispone una specifica direttiva a tutti gli enti vigilati, per rendere trasparenti le procedure di selezione del personale a tutti i livelli, premiando la competenza e la professionalità.
  Relativamente poi all'INEA il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è perfettamente consapevole del ruolo strategico che il predetto istituto ha svolto e svolge a sostegno del settore agroalimentare Pag. 353nazionale, rivestendo una collocazione centrale come supporto alle politiche agricole, nazionali e comunitarie.
  Tuttavia la sostenibilità economica ed operativa dell'ente è una problematica molto complessa che si è affrontata nominando intanto, in data 3 gennaio 2014, un Commissario straordinario, nella persona del professor Giovanni Cannata, al fine di dare maggiore impulso alla struttura ed altresì per correggere talune disfunzioni che si erano verificate nella gestione dell'ente.
  Riferisco inoltre, che sono al momento allo studio diverse opzioni, come sopra cennato, da trasfondere eventualmente in provvedimenti legislativi, finalizzati a salvaguardare il richiamato ruolo dell'ente, nonché l'alta professionalità degli operatori che nello stesso prestano il loro servizio, quale in particolare un eventuale e ulteriore riordino degli Enti di ricerca di questo Ministero che veda la possibile incorporazione dell'INEA nel CRA, salvaguardando in ogni caso i livelli occupazionali.
  Evidenzio, infine, che l'obiettivo strategico del Ministero è quello del rilancio dell'operatività dell'INEA in un più vasto e coordinato ambito della ricerca in agricoltura.