CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 maggio 2014
234.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02787 Marcolin: Sull'eventuale invio di militari italiani in Ucraina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia ha sempre lavorato in questi mesi per una soluzione politica e diplomatica della crisi ucraina, basata su un dialogo inclusivo tra i diversi attori coinvolti, sia dentro il Paese che fuori il Paese.
  Questo orientamento continua a guidare l'azione quotidiana del Governo, nella piena consapevolezza che non esiste alternativa al dialogo e che l'unica soluzione reale non può che essere una soluzione politica.
  Pertanto, come sottolineato recentemente dal Ministro degli affari esteri, l'obiettivo fondamentale è quello di rivitalizzare gli Accordi di Ginevra, a cui l'Unione Europea ha confermato pieno sostegno in occasione del Consiglio Affari esteri del 12 maggio scorso.
  In tale circostanza, la stessa UE ha, nel contempo, incoraggiato una rapida convocazione di una seconda sessione di negoziati nel formato già sperimentato il 17 aprile, per assicurare piena attuazione degli accordi con l'assistenza dell'OSCE, sulla base di un programma di lavoro presentato dalla stessa Presidenza svizzera dell'Organizzazione.
  Nel delicatissimo processo di attuazione della piattaforma di compromesso di Ginevra è stato, altresì, riconosciuto il ruolo centrale dell'OSCE nel monitoraggio della situazione sul terreno, attraverso la missione già dispiegata (100 osservatori) ed in via di potenziamento (giungerà a 500 osservatori).
  La missione dell'OSCE dovrebbe svolgere compiti di «facilitazione», fornendo assistenza nell'applicazione delle misure di de-escalation proposte, interagendo con le Autorità centrali e le comunità locali ucraine, nell'avvio del processo di riforma costituzionale inclusivo, trasparente ed effettivo, accompagnato dall'attivazione di un dialogo di riconciliazione nazionale e da correlate misure di outreach in tutte le regioni del Paese, con una speciale attenzione al rispetto delle minoranze.
  Infine, all'OSCE è riconosciuto il ruolo centrale nell'attuazione di un programma di disarmo dei gruppi irregolari portato avanti dal Governo ucraino.
  In tale quadro, il Ministro PINOTTI, nell'ambito della richiamata intervista, ha confermato, in linea di coerenza con le parole del Ministro degli affari esteri, che la linea politica e diplomatica del Governo è quella di garantire l'intesa di Ginevra sulla de-escalation.
  Nel contempo, il Ministro della difesa ha inteso evidenziare che il nostro Paese è disponibile, evidentemente sempre nel quadro delle decisioni condivise all'interno delle nostre alleanze di riferimento, a fornire, ove richiesto, il proprio contributo.
  Al momento, tuttavia, come confermato dal Ministro degli affari esteri, non è in discussione alcuna ipotesi di peacekeeping sotto egida ONU, tanto meno sono in discussione iniziative NATO in questo senso.

Pag. 36

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02788 Corda: Sull'accordo di cooperazione tra Ministero per lo sviluppo economico e la Marina militare in tema di estrazione degli idrocarburi a mare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Accordo di collaborazione – cui fa riferimento l'interrogante – tra il Ministero dello sviluppo economico e la Marina Militare, per la sorveglianza e il controllo delle attività di ricerca e coltivazione d'idrocarburi nelle zone marittime di giurisdizione nazionale, è un «Accordo Quadro» che consentirà la fase implementativa attraverso la redazione di specifici atti esecutivi.
  Tale Accordo, sottoscritto il 30 gennaio 2014, ha lo scopo di sviluppare, in stretto coordinamento con la Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche (DGRME) del Ministero dello sviluppo economico, le procedure tese ad assicurare la sorveglianza e il controllo degli impianti e delle aree marine di possibile sfruttamento del sottosuolo nazionale.
  Consente, inoltre, nell'ambito dei compiti istituzionali dei Dicasteri interessati, di accrescere le conoscenze e le capacità di entrambe le articolazioni ministeriali, in una cornice di sicurezza e tutela degli interessi nazionali.
  In particolare, rientra nelle competenze della Marina militare la vigilanza a tutela degli interessi nazionali e il servizio di vigilanza antinquinamento.
  Tali attività si coniugano con le competenze della citata Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del MISE, cui è affidata la programmazione, l'autorizzazione, la gestione e il controllo delle attività di prospezione, ricerca, coltivazione e stoccaggio delle risorse del sottosuolo, in particolare, degli idrocarburi e dei relativi impianti a mare.
  Più nello specifico, l'Accordo di collaborazione prevede una sinergia di risorse e di capacità nelle seguenti attività:
   sorveglianza e controllo degli impianti e delle aree marittime di possibile sfruttamento del sottosuolo di competenza nazionale, al fine di prevenire e rilevare lo svolgimento di attività non autorizzate;
   attività ispettiva di controllo agli impianti e alle strutture subacquee delle attività off-shore mediante l'impiego delle Unità della Marina dotate delle adeguate capacità;
   sorveglianza e controllo delle suddette aree marittime e degli impianti, ai fini della sicurezza e tutela ambientale a fronte dei rischi originati dall'attività off-shore;
   scambio d'informazioni e aggiornamento delle rispettive banche dati per la realizzazione di cartografia in scala, necessaria per la precisa e puntuale definizione delle aree di concessioni minerarie;
   aggiornamento professionale del rispettivo personale;
   mirato supporto tecnico professionale e normativo nel settore della sicurezza e protezione degli impianti off-shore.

  In merito ai costi, invece, si specifica che l'Accordo non comporta oneri aggiuntivi a carico dei due Dicasteri, in quanto si basa su una coordinazione tra le attività d'istituto già programmate dalla Forza armata e le esigenze della richiamata Direzione. Non si tratta, pertanto, di una Pag. 37operazione specifica, ma di attività che vengono definite di volta in volta in base alle esigenze.
  Qualora tali esigenze dovessero richiedere un impiego suppletivo di risorse e capacità della Forza armata rispetto a quanto richiesto dalle esigenze d'istituto, ovvero di oneri aggiuntivi, vi sarà un ristoro degli extra costi da parte della Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del MISE con le risorse di bilancio disponibili e secondo i criteri previsti per i rapporti tra diverse amministrazioni dello Stato.
  L'esecuzione congiunta, peraltro, delle attività regolate dall'Accordo, garantirà economie di spesa per entrambe le Amministrazioni che mettono a disposizione i propri mezzi nell'interesse comune del Paese.
  È il caso di sottolineare che, poiché le Parti potranno formalizzare e rendere operative le attività oggetto dell'Accordo attraverso la stipula di specifici atti esecutivi, non è possibile fornire, allo stato, indicazioni precise sui costi e sul numero di mezzi e di uomini, quantificabili solo al momento dell'effettivo palesarsi delle esigenze stesse.
  Quanto, infine, alla durata dell'Accordo, l'articolo 12 stabilisce una validità di tre anni dalla data di sottoscrizione dello stesso; tale termine potrà essere prorogato per ulteriori tre anni, previo accordo tra le Parti, trenta giorni prima della naturale decadenza.