CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 aprile 2014
219.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2 e allegati).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2 e allegati);
   preso atto che le stime di crescita del PIL sono fissate per il 2014 allo 0,8 per cento, per il 2015 all'1,3 per cento e nel triennio successivo all'1,7 per cento;
   ritenuto necessario procedere, per dare maggiore impulso alla crescita del Paese, ad alcune riforme strutturali, siano esse relative all'organizzazione costituzionale, alla fiscalità generale o al mercato del lavoro;
   considerato, come peraltro ribadito nello stesso documento, che il comparto agroalimentare si colloca al secondo posto in termini di fatturato, dopo quello manifatturiero, e che la quota di export registra livelli superiori al 3,5 per cento, a conferma dell'eccellenza dell'agroalimentare italiano;
   valutate favorevolmente le politiche specifiche programmate dal Governo per il settore agroalimentare, che si sostanziano, sul versante internazionale ed europeo, nella partecipazione all'EXPO 2015 e nell'attuazione della riforma politica comune agricola e della pesca;
   valutati, altresì, positivamente, sul versante interno, gli interventi previsti:
    per accrescere la competitività delle imprese e l'occupazione;
    per valorizzare le produzioni di qualità, attraverso l'introduzione dell'etichettatura obbligatoria dell'origine della materia prima del prodotto e l'istituzione di un nuovo marchio per il Made in Italy agroalimentare;
    per realizzare le infrastrutture informatiche necessarie per potenziamento del commercio elettronico;
     per l'introduzione di misure a favore dei giovani;
    per la riduzione e il riordino delle società e degli enti vigilati in agricoltura;
    per l'eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni negli accertamenti, con l'introduzione del registro unico dei controlli e l'estensione dell'istituto della diffida per tutti gli illeciti agroalimentari puniti con sanzioni amministrative pecuniarie;
    per la semplificazione burocratica, con la riduzione da 180 a 60 giorni dei termini per i procedimenti amministrativi necessari per iniziare l'attività agricola, la dematerializzazione dei registri di carico e scarico, la semplificazione delle procedure connesse all'accesso alle misure della PAC e l'istituzione di un Sistema Informativo per il biologico (SIB);
   considerato che gli interventi previsti per raggiungere tali obiettivi sono stati in prevalenza già declinati nel disegno di legge collegato alla legge di stabilità 2014, Pag. 271cosiddetto collegato agricolo, attualmente all'esame della 9a Commissione Agricoltura del Senato (S. 1328);
   tenuto conto del ruolo che l'Italia potrà svolgere nel periodo di Presidenza del semestre europeo su alcuni dossier di particolare interesse per il comparto agroalimentare italiano,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   si raccomanda che le misure che saranno introdotte in attuazione del programma di Governo e degli obiettivi delineati dal documento in esame siano prioritariamente indirizzate all'impresa agricola, quale soggetto che svolge professionalmente l'attività agricola;
   si raccomanda l'adozione di iniziative dirette ad assicurare l'integrale utilizzo dei fondi strutturali europei, sia in riferimento ai tempi di definizione dei provvedimenti attuativi di competenza statale e regionale sia con riguardo alla capacità gestionale e di spesa delle amministrazioni competenti, valutando, altresì, la possibilità di escludere le quote di cofinanziamento regionale dall'applicazione delle regole del patto di stabilità interno;
   si segnala, nell'ambito del processo di revisione del Titolo V della Costituzione, l'esigenza di procedere con urgenza alla semplificazione, al riordino ed al coordinamento dei controlli nel settore agroalimentare, affrontando il tema delle competenze dello Stato e delle regioni, al fine di evitare i fenomeni di sovrapposizione attualmente esistenti.

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ALLEGATO 2

Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2 e allegati).

PROPOSTA DI PARERE CONTRARIO DEL GRUPPO FI-PdL

  La XIII Commissione,
   esaminato il Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2 );
  premesso che:
   il quadro congiunturale economico nazionale, nonostante i timidi segnali di ripresa, permane fragile a causa delle carenze strutturali, in primis l'elevato debito pubblico e la bassa crescita della produttività e della domanda interna;
   in tale ambito, il Documento di economia e finanza 2014, che costituisce il principale documento di programmazione economica e di bilancio, traccia una prospettiva di medio e lungo termine, nel contesto specifico del settore agricolo, insufficiente e lacunosa, dal punto di vista della concreta realizzazione degli impegni assunti, che si evidenziano essere troppo generici;
   il reddito disponibile delle famiglie continua ad essere in calo a livello generale e ad essere particolarmente colpite sono le famiglie che svolgono un'attività imprenditoriale tra le quali i nuclei attivi in agricoltura, come evidenziato dai principali indicatori dell'ISTAT, i cui dati rilevano fra l'altro una forte di riduzione dei consumi (- 4 per cento della spesa alimentare con il 62,3 per cento degli italiani che riduce anche la qualità oltre che la quantità, livelli così negativi non si registravano dal 1981); anche i dati contenuti all'interno del Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013, secondo cui le risorse derivanti dalle detrazioni IRPEF, pari a circa 100 euro, saranno destinate all'alimentazione, confermano una situazione economica tuttora estremamente grave, con danni anche d'immagine non più sostenibili per l'agricoltura italiana;
   l'indebitamento delle aziende agricole e le sofferenze bancarie sono in crescita. La progressiva riduzione della superficie agricola mostra una pericolosa tendenza all'abbandono e al degrado dell'ambiente rurale, nonostante i recenti interventi legislativi;
   l'assenza di interventi volti a fronteggiare la stretta del credito bancario verso le aziende agricole e agroalimentari, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, che persiste in modo negativo, determinando un impatto sfavorevole sul fatturato del comparto interessato, unitamente alla mancanza di linee programmatiche volte a contrastare le attività illecite e fraudolente derivanti dalla contraffazione alimentare del made in Italy, anche attraverso il rafforzamento della tutela sanzionatoria del comparto agroalimentare, evidenziano un quadro complessivo strutturalmente debole all'interno del medesimo Documento di economia e finanza 2014;
   gli effetti derivanti dalle misure contenute nella legge 27 dicembre 2013, n.147 (legge di stabilità per il 2014) a favore del settore agricolo e agroalimentare, molte delle quali meramente descrittive, non hanno determinato alcun effetto positivo sulla crescita della domanda interna, i cui dati positivi con tassi di crescita superiori all'8 per cento si registrano per effetto Pag. 273dell'aumento del valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari;
   il Documento di economia e finanza 2014 non contiene inoltre alcuna misura rivolta alla riduzione dei livelli fiscali e contributivi del costo del lavoro nei confronti dell'agricoltura nazionale, la cui elevata tassazione contribuisce negativamente a rallentare la crescita e la competitività;
   nel Programma nazionale di riforma (PNR), il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio nell'ambito delle decisioni strategiche assunte per l'attuazione della riforma della politica agricola comune (PAC) non contempla alcun riferimento alle quote dei massimali per il riparto degli aiuti accoppiati, strumento che risulta indispensabile per garantire un ulteriore e mirato sostegno a produzioni agricole che attraversano una particolare fase di crisi;
   rilevato, in definitiva, che nel Documento di economia e finanza 2014 non si riscontrano significative linee di indirizzo che riguardano l'agricoltura nazionale, se non interventi generici macroeconomici che rischiano di rinviare ulteriormente i tentativi di ripresa economica del medesimo comparto,
  esprime

PARERE CONTRARIO

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ALLEGATO 3

Interrogazione 5-01610 Ferrari: Sull'individuazione del soggetto preposto alla gestione del programma di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere quale sarà l'ente preposto alla gestione delle derrate alimentari da distribuire alle persone indigenti.
  Al riguardo, ricordo che l'articolo 58 del decreto-legge n. 83 del 2012, convertito nella legge n. 134 del 2012, ha istituito, presso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, un Fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio della Repubblica italiana.
  Tale Fondo, gestito da AGEA ai sensi dell'articolo 3 del decreto ministeriale 17 dicembre 2012, può essere alimentato da risorse finanziarie pubbliche (nazionali ed europee), ovvero da erogazioni liberali di denaro da parte di soggetti privati.
  Benché, per la parte nazionale, il predetto Fondo sia stato rifinanziato con 10 milioni di euro individuati dall'articolo 1, comma 224, della legge di stabilità per l'anno 2014 (legge n. 147 del 2013), occorre, tuttavia, tenere presente l'intervenuta variazione della normativa europea di riferimento.
  Mi riferisco, in particolare, all'abrogazione del regolamento n. 1234 del 22 ottobre 2007 (disposta dal regolamento n. 1308 del 17 dicembre 2013) che prevedeva, quale misura di politica agricola comune, l'utilizzo di prodotti agroalimentari stoccati all'intervento pubblico a favore del programma di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nell'Unione, nonché all'emanazione del regolamento n. 223 dell'11 marzo 2014 che, oltre ad istituire un nuovo fondo per gli indigenti, lo ha collocato nell'ambito delle politiche di coesione e sociali.
  Pertanto, il trasferimento di risorse nella posta di bilancio dell'Unione europea ascritta alla rubrica 1 ha comportato, a livello nazionale, la traslazione della competenza dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, cui spetterà, pertanto, decidere in merito all'ente preposto alla gestione del programma di sostegno di cui al regolamento (UE) n. 223 del 2014 nonché alla quota parte di risorse riservate alle derrate alimentari.
  Con l'occasione, ritengo utile ricordare che anche la definizione dei programmi operativi (POI – Programma operativo per la fornitura dei prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base e POII – Programma operativo per l'inclusione sociale delle persone indigenti) spetta al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, presso il quale, peraltro, è stato istituito un Tavolo di partenariato cui partecipa anche il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  In tale contesto, oltre a chiedere chiarimenti in merito alla quota parte finanziaria da utilizzare nell'ambito del Programma operativo I per gli aiuti alimentari, abbiamo altresì suggerito di designare AGEA quale autorità di gestione, di cui all'articolo 28 del citato regolamento (UE) n. 223 del 2014.

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ALLEGATO 4

Interrogazione 5-01992 Oliverio: Interventi per far fronte alle calamità naturali che hanno colpito le imprese agricole nella regione Calabria.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Sono lieto di informare l'interrogante che la proposta di declaratoria della Regione Calabria, inerente gli interventi di soccorso alle imprese agricole delle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, danneggiate dagli eventi calamitosi ivi verificatisi negli ultimi mesi del 2013, pervenuta agli uffici del Ministero in data 11 marzo 2014, è stata accolta con decreto del 15 aprile, che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
  Con l'occasione, devo tuttavia segnalare che, a causa della continua riduzione delle risorse messe a disposizione del Fondo di solidarietà nazionale negli ultimi anni, diventa sempre più difficile far fronte agli interventi compensativi in maniera adeguata ai fabbisogni. Basti pensare che per il periodo compreso tra il secondo semestre 2012 ed il primo semestre 2013, a fronte di oltre 2 miliardi di euro di danni causati da eventi atmosferici eccezionali, sono disponibili solo 18,4 milioni di euro.
  Si tratta, peraltro, di somme considerate ai fini del calcolo del patto di stabilità interno delle regioni e province autonome, il che determina ulteriori ritardi nell'erogazione degli aiuti ai beneficiari.
  È del tutto evidente, pertanto, la necessità di dare maggiore diffusione ad altri e più incisivi strumenti di intervento, come le assicurazioni agevolate, senz'altro più adeguati per fronteggiare calamità naturali come quella segnalata dall'interrogante cui, purtroppo, gli agricoltori non si rivolgono con sufficiente decisione.
  Al riguardo, vorrei far presente che anche i sistemi di consulenza aziendale per gli agricoltori, gestiti a livello regionale, possono incrementare la conoscenza di questi strumenti di gestione e prevenzione del rischio. Del resto, anche le strategie europee di mitigazione degli effetti derivanti dai cambiamenti climatici prevedono, tra le altre cose, il potenziamento dei sistemi di consulenza aziendale (farm advisory system), anche attraverso la promozione dell'utilizzo delle assicurazioni.
  Peraltro, tenuto conto che le assicurazioni agevolate sono state inserite tra le misure analizzate dalla Commissione europea per far fronte, a partire dal periodo di programmazione 2014-2020, alle crisi che interessano il settore agricolo, informo che sono all'esame mirate azioni di sensibilizzazione nei confronti delle imprese agricole per far meglio conoscere la portata e le potenzialità dello strumento assicurativo.
  Inoltre, lo stesso disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2014, attualmente all'esame del Senato, all'articolo 12, prevede una delega al Governo, al fine di adeguare l'attuale normativa rappresentata dal decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, agli orientamenti dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato al settore agricolo e forestale e alla nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020. In particolare, la normativa nazionale dovrà recepire gli strumenti di gestione dei rischi previsti nel primo e nel secondo pilastro della politica agricola comune dalla nuova programmazione, quali i fondi di mutualizzazione Pag. 276e lo strumento per la stabilizzazione dei redditi, nonché dei nuovi rischi introdotti come ad esempio gli incidenti ambientali. Il riordino interesserà sia gli interventi ex ante sia gli interventi ex post compensativi. Allo stesso tempo, si stabilisce che il Governo dovrà in particolare provvedere allo sviluppo dei fondi di mutualità a tutela del reddito degli agricoltori e alla revisione della normativa in materia di regolazione dei mercati con particolare riferimento alle forme di organizzazione, accordi interprofessionali e contratti di organizzazione e vendita.