CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 gennaio 2014
168.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 145/13: Interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC-auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015. (C. 1920 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   esaminato, per gli aspetti di propria competenza, il disegno di legge n. 1920 di conversione del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, recante interventi urgenti di avvio del Piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015;
   espresso apprezzamento per le misure finalizzate ad attrarre nuovi investimenti esteri ed a promuovere il made in Italy, che sorgono dalla consapevolezza di una forte correlazione tra attrazione di investimenti esteri e ripresa di competitività del sistema-Italia;
   valutate in termini positivi le norme a sostegno dell'internazionalizzazione delle nostre imprese introdotte dall'articolo 5, che opera il rifinanziamento nel 2014 delle attività di promozione dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane-ICE;
   rilevata parimenti la positività delle altre misure intese a favorire l'apertura del nostro sistema alle esportazioni, quali quelle riguardanti l'ampliamento dei consorzi per l'internazionalizzazione delle imprese agricole, facilitazioni nell'ottenimento di certificati e documenti anche in lingua inglese, e misure volte a favorire il funzionamento delle Camere italo-estere ed estere in Italia;
   sottolineata l'opportunità, sempre in tale ottica, delle disposizione volte ad individuare forme di agevolazione per la concessione di visti di ingresso in Italia connessi a start-up, prevedendo alcune facilitazioni per categorie di richiedenti il visto particolarmente significative per la promozione del sistema Italia;
   segnalata l'esigenza di riequilibrare la perdita di competitività che deriva alle società ed ai professionisti italiani operanti all'estero dal combinato disposto delle norme vigenti delle norme in materia di IVA introdotte con la legge di stabilità 2013 e di quelle in materia previdenziale;
   rilevata in termini critici l'assenza di disposizioni di raccordo e di coordinamento tra le misure introdotte nel provvedimento e quelle riguardanti le attività della rete degli istituti italiani all'estero, che pure costituiscono un fattore centrale di proiezione internazionale del nostro sistema-Paese;
   auspicato che gli Istituti italiani di cultura, in quanto proiezione strategica del sistema Italia e in considerazione della loro capacità di produrre bilanci di spesa in attivo, siano esclusi dagli interventi di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito con legge n. 135 del 2012, riguardante misure di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica, e dal relativo programma di attuazione per il comparto esteri e della rete diplomatico-consolare,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

5-01990 Amendola: Sui recenti sviluppi della situazione in Ucraina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  1. Vorrei innanzitutto segnalare come il Governo italiano e, in primis, la Ministro Bonino segua con costante attenzione le evoluzioni della crisi in Ucraina, anche attraverso il nostro Ambasciatore a Kiev. Fin dall'inizio dei disordini abbiamo espresso fortissima preoccupazione per le possibili degenerazioni violente della protesta, che hanno causato numerosi feriti e vittime fra i manifestanti e fra le forze dell'ordine. Sia a titolo nazionale, che nel più ampio contesto dell'Unione europea, l'Italia ha lanciato appelli al Governo ed alle opposizioni in Ucraina, affinché sia posta fine agli scontri e si ristabilisca un clima di reciproca fiducia, avviando un dialogo inclusivo per una soluzione condivisa e sostenibile della crisi nel paese.
  2. In tale prospettiva, su istruzione del Ministro Bonino, il Vice Ministro Dassù ha ricevuto lo scorso 24 gennaio l'Ambasciatore d'Ucraina, al quale ha fatto stato dell'apprensione di parte italiana per le derive violente della crisi, reiterando l'invito al Governo di Kiev ad assicurare il diritto di libera espressione e di manifestare pacificamente. In tale ottica, abbiamo accolto con soddisfazione l'abrogazione della maggior parte dei provvedimenti in materia di ordine pubblico varati lo scorso 19 gennaio, che rischiavano di penalizzare fortemente il diritto di associazione e di manifestazione, così come l'approvazione, ieri sera, della legge che concede l'amnistia ai manifestanti arrestati durante le proteste, avvenute a partire dal 27 dicembre scorso, a condizione che i manifestanti liberino gli edifici governativi occupati. Al contempo, non abbiamo mancato di invitare le opposizioni a non far prevalere sentimenti di radicalismo al loro interno, considerando con spirito costruttivo le aperture offerte del Presidente Yanukovych.
  3. Il Governo sostiene, inoltre, con convinzione la continuazione degli sforzi dell'Unione europea, a partire da quelli del Commissario europeo Štefan Füle, appena rientrato dall'Ucraina, e dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera Ashton, che martedì sera è tornata a Kiev per nuovi incontri con il Governo e le opposizioni. Abbiamo inoltre, in raccordo con i nostri partner comunitari, manifestato piena disponibilità ad appoggiare iniziative di facilitazione del dialogo tra l'attuale dirigenza ucraina e i movimenti di opposizione che l'UE, in coordinamento con OSCE e Consiglio d'Europa, sta valutando in queste ore. Riteniamo infatti necessario evitare che un Paese importante come l'Ucraina, che due mesi fa era addirittura in procinto di firmare l'Accordo di Associazione con l'UE, valichi pericolosi crinali che possano condurlo alla disgregazione. Resta infatti ancora forte al momento il rischio di frammentazione e di spaccature. Esacerbare violenza e risentimento equivarrebbe, per l'Ucraina, a neutralizzare irrimediabilmente i progressi compiuti sulla via dell'integrazione economica con l'Unione europea.
  4. Intendiamo dunque continuare a lavorare in tutte le sedi per un costruttivo coinvolgimento di quegli attori internazionali che siano in grado di offrire un concreto contributo per l'avvio di una soluzione negoziata e sostenibile. La Ministro Bonino ne ha ampiamente discusso con i colleghi europei in occasione dell'ultimo Consiglio Affari Esteri del 20 gennaio, Pag. 62che ha adottato delle conclusioni che richiamano il Governo ucraino al pieno rispetto del diritto di riunione e alla libertà di stampa esercitati in modo pacifico, invitando al contempo ad indagare sugli atti di violenza compiuti e assicurare i responsabili alla giustizia. Lo stesso Presidente del Consiglio, ieri a Bruxelles assieme alla Ministro Bonino e ad altri Ministri per l'incontro con i Vertici della Commissione Europea, ha fatto stato della grande preoccupazione che c’è per quanto sta avvenendo in Ucraina, esortando a lavorare intensamente perché le porte dell'Europa restino aperte per l'Ucraina e affermando che la violenza e la repressione non sono la strada. Non manchiamo e non mancheremo inoltre di evocare gli sviluppi in Ucraina anche nei contatti bilaterali con esponenti dei Governi dei Paesi più direttamente interessati. A questo riguardo, segnalo che il Vice Ministro Dassù è a Mosca per consultazioni bilaterali con il Vice Ministro russo Meshkov.
  5. Quanto infine alla possibilità di sanzioni, evocata dall'onorevole interrogante, riteniamo necessario ricorrere a cautela e ponderazione. Da un lato, infatti, le sanzioni non paiono una soluzione alla più impellente urgenza del momento, quella di porre fine alle violenze e agli scontri di piazza. Dall'altro esse comportano il concreto rischio di isolare il Paese, allontanando quella prospettiva di associazione politica ed integrazione economica con l'UE – nell'ambito del Partenariato Orientale – che tutti, alla vigilia del Vertice di Vilnius del 28 novembre scorso, eravamo pronti a sostenere.