CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 20 dicembre 2013
147.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Indagine conoscitiva su «Il semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea»

PROGRAMMA DELL'INDAGINE

  La Presidenza del Consiglio dell'Unione europea che l'Italia assumerà nel secondo semestre del 2014 costituisce un'occasione preziosa, oltre che per rafforzare il ruolo del nostro Paese a livello europeo, per il contributo che esso potrà fornire all'avanzamento del processo di integrazione europea.
  L'Unione europea sta infatti attraversando una fase estremamente delicata: le gravi crisi degli ultimi anni – finanziaria, economica e del debito – hanno duramente colpito molti Stati membri e hanno imposto l'adozione di misure straordinarie, con inevitabili riflessi sul piano sociale. Peraltro tali misure da più parti non sono state ritenute sufficienti a permettere non soltanto il superamento della lunga fase recessiva in corso, ma anche la realizzazione di concreti progressi sul terreno del recupero di competitività, innovazione e dinamismo delle economie europee, specie dell'Area euro, che oggi si devono confrontare nel mondo sempre più globalizzato delle relazioni commerciali.
  Allo stesso tempo, le difficoltà connesse alla gestione di fenomeni quali le migrazioni, la criminalità transfrontaliera e le nuove forme di terrorismo, con conseguenti minacce alla sicurezza, impongono un'accelerazione della capacità di iniziativa dell'Unione europea sul terreno dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, con evidenti implicazioni nelle materie della tutela dei diritti fondamentali.
  Le dimensioni dei fenomeni da affrontare, quindi, superano ampiamente quelle di ciascuno degli Stati membri e impongono inevitabilmente un rilancio della prospettiva dell'integrazione che tuttavia incontra forti e diffuse resistenze, di cui la prevalenza del metodo intergovernativo rispetto a quello comunitario, registratasi negli ultimi anni, costituisce uno dei più vistosi indicatori, nonostante non abbia prodotto risultati tangibili superiori a quelli raggiunti con gli atti tipici dell'Unione.
  Il semestre di presidenza italiano può dunque essere un'occasione importante per avviare una fase di ulteriore approfondimento del processo di integrazione europea che si proponga il fine di far emergere proposte innovative e concrete in grado di fornire una soluzione europea ai problemi comuni, contrastando così sul piano dei fatti la crescente disaffezione dei cittadini nei confronti dell'Unione europea e della sua moneta unica.
  L'Italia può svolgere una funzione importante in tal senso. Per alcune caratteristiche tipiche del nostro Paese, l'aggancio all'Europa ha sempre assunto una valenza strategica, anche superiore rispetto a quella che può avere per i nostri partner. Per questo motivo, è interesse prioritario dell'Italia farsi promotrice di una fase di aggiornamento delle politiche e, se del caso, delle procedure decisionali dell'Unione europea finalizzata a consentirle di svolgere un ruolo più attivo ed efficace a livello internazionale.
  Nonostante le riforme introdotte dal Trattato di Lisbona, che ha creato la figura del Presidente del Consiglio europeo e rafforzato i poteri di tale istituzione, la Presidenza di turno del Consiglio mantiene una funzione decisiva nella definizione delle priorità strategiche, così come nell'andamento concreto dei lavori legislativi e non legislativi dell'Unione. Alla Presidenza semestrale è affidata, infatti, la Pag. 6fissazione dell'agenda del Consiglio (in tutte le sue composizioni settoriali), la mediazione tra gli Stati membri in seno al Consiglio stesso e la conduzione dei negoziati con il Parlamento europeo e la Commissione nell'ambito delle procedure legislative.
  Il successo della Presidenza di turno dell'Italia postula, pertanto, una tempestiva individuazione delle priorità politiche e legislative che si intendono perseguire, anche alla luce di un adeguato inquadramento nel contesto macroeconomico internazionale.
  Il Parlamento può fornire un contributo sostanziale alla definizione dell'impostazione generale e delle priorità programmatiche del nostro semestre, così come alla verifica dell'adeguatezza delle attività preparatorie. Peraltro, il pieno coinvolgimento del Parlamento nella preparazione del semestre di Presidenza è stato esplicitamente auspicato dal Presidente del Consiglio in occasione delle Comunicazioni rese presso le due Camere in occasione dei Consigli europei di marzo, giugno e ottobre 2013.
  Il Parlamento è infatti nella migliore posizione per assicurare il raccordo con tutti i soggetti istituzionali e non istituzionali interessati ed operare una sintesi delle indicazioni ricevute.
  Lo strumento più efficace a questo scopo è lo svolgimento di una apposita indagine conoscitiva congiunta da parte delle Commissioni Affari esteri e Politiche dell'Unione europea di Camera e Senato.
  L'indagine consentirebbe di svolgere audizioni ed incontri con tutti i soggetti interessati, nonché di monitorare costantemente le attività preparatorie svolte dalle competenti Amministrazioni del Governo. Ciò allo scopo di individuare le grandi priorità politiche, nonché gli specifici provvedimenti da inserire nell'agenda dei lavori delle varie composizioni del Consiglio dell'Unione.
  Le risultanze dell'indagine potrebbero contribuire – unitamente ad attività conoscitive eventualmente svolte dalle altre commissioni permanenti per i settori di rispettiva competenza – alla predisposizione di un atto di indirizzo al Governo, da approvare auspicabilmente in un testo identico presso entrambe le Camere entro la primavera del 2014.
  L'indagine potrebbe altresì fornire utili indicazioni ai fini della definizione della dimensione parlamentare della Presidenza, anche con riferimento a un supporto conoscitivo sulle politiche europee che possa essere utile agli organi e alle strutture competenti alla predisposizione del programma degli incontri interparlamentari che le due Camere dovranno organizzare nel corso del semestre in stretta consultazione con il Parlamento europeo e con i parlamenti della Presidenza precedente (greca) e successiva (lettone).
  Nel corso dell'indagine potrebbero svolgersi audizioni dei seguenti soggetti:
   Ministro degli affari esteri;
   Ministro per gli affari europei;
   Ministro dell'economia e delle finanze;
   Altri rappresentanti del Governo;
   Rappresentante permanente d'Italia presso l'UE;
   Direttori generali o Capi Dipartimento presso i Ministeri interessati;
   Membri del Parlamento europeo;
   Rappresentanti della Commissione europea;
   Membri di altri parlamenti nazionali dell'UE;
   Ambasciatori dei Paesi facenti parte del Trio di Presidenze (Lettonia e Lussemburgo);
   Rappresentanti di regioni (a livello di assemblee e di giunte) e di enti locali;
   Rappresentanti di sindacati e associazioni datoriali;
   Esperti;
   Rappresentanti di interessi, associazioni di categoria e organizzazioni non governative.

  Il termine per la conclusione dell'indagine è fissato al 31 marzo 2014.