CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 novembre 2013
117.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00350 Sbrollini: Interventi relativi alle eccezionali piogge che hanno colpito il Veneto nel maggio 2013, per il finanziamento di opere idrauliche e per alleviare i danni subiti dal settore agricolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione ai danni ingenti causati alle aziende agricole del Veneto dalle piogge e grandinate eccezionali del maggio scorso, vi informo, innanzitutto, che la proposta regionale di declaratoria di calamità è stata integralmente accolta con l'emanazione del decreto ministeriale del 13 settembre 2013 e, conseguentemente, con l'attivazione degli interventi compensativi previsti dal Fondo di solidarietà nazionale di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004.
  Ciò premesso, mi preme sottolineare che nessuna misura di compensazione, come quella ora applicata in Veneto a ristoro di danni già avvenuti, può essere considerata un'azione strategica e, pertanto, evidenzio la completa condivisione delle considerazioni sulla necessità impellente di una gestione integrata del territorio finalizzata alla riduzione dei dissesti ambientali e, quindi, alla prevenzione del rischio idrogeologico.
  Secondo uno studio eseguito dall'Associazione nazionale ANBI, che rappresenta i consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario operanti nel nostro Paese, gli interventi preventivi già localizzati e operativi nelle diverse regioni italiane sono oltre tremila per un ammontare finanziario complessivo di 7.409 milioni di euro.
  La priorità che questo Governo ha posto su tali problematiche emerge dalle azioni impostate in questi mesi.
  È, infatti, segno di evidente importanza il conseguimento a livello comunitario della possibilità di procedere, nell'ambito degli interventi di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020 della Politica agricola comune (PAC), all'incentivazione delle pratiche agro-forestali sostenibili, in grado di influire positivamente sugli equilibri del territorio, contribuendo sia alla prevenzione dei rischi di dissesto che al recupero delle aree già colpite da eventi calamitosi.
  In funzione di tale opportunità che, come ho detto, si apre operativamente tra pochi mesi in relazione al nuovo periodo di programmazione della PAC, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno già delineato – e presentato presso la Camera dei deputati il 6 marzo 2013 – le Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale.
  Tale documento d'indirizzo fornisce le metodologie di riferimento che, sulla base dell'integrazione di banche dati territoriali dei comparti ambiente ed agricoltura, consentono l'individuazione delle aree prioritarie di intervento, sia attive che abbandonate, e delle adeguate misure da realizzare.
  Le Linee guida, pertanto, sono indirizzate ad ottimizzare il coinvolgimento di tutti i livelli di governance, pubblici e privati, in una concretizzazione mirata degli interventi per il mantenimento del territorio in condizioni di equilibrio eco-sostenibile di lungo periodo.Pag. 99
  Inoltre, il 15 giugno scorso, per una strategia integrata di difesa del suolo, è stato approvato, in via preliminare, dal Consiglio dei ministri il disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo, su cui la Conferenza unificata dovrebbe esprimersi nella seduta convocata per domani alle ore 15.
  L'intervento normativo proposto è finalizzato al contenimento della cementificazione eccessiva del suolo e alla valorizzazione delle aree non edificate con la promozione delle attività agricole già presenti e soprattutto di quelle che potrebbero essere sviluppate in relazione alle finalità di tutela del territorio e prevenzione attiva del rischio idrogeologico.
  La salvaguardia del suolo e la valorizzazione delle vocazioni agricole e paesaggistiche del nostro Paese, sono, quindi, obiettivo presente nella politica integrata di gestione responsabile del territorio che questo Governo ha voluto impiantare definendo gli strumenti giuridici ed operativi necessari alla concretizzazione degli interventi in modo programmatico e condiviso a tutti i livelli di governance coinvolti.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00302 Zaccagnini: Iniziative in materia di pesticidi, con particolare riferimento al bando della regione Basilicata per l'attuazione della misura del programma di sviluppo rurale relativa alle tecniche di agricoltura conservativa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo in relazione ai quesiti sulle iniziative per la riduzione dell'uso dei pesticidi, anche per quanto concerne la sostanza «glifosate», sulla base delle informazioni emerse da un'istruttoria congiunta con il Ministero della salute che è l'amministrazione competente in materia di autorizzazioni per l'utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura e che garantisce le prescrizioni di sicurezza nell'impiego ed i relativi controlli attraverso le autorità sanitarie territorialmente competenti.
  Ciò premesso, ricordo che, al fine di assicurare un sempre più elevato livello di protezione dei consumatori, degli operatori e dell'ambiente, sono stati emanati, a livello comunitario, il regolamento (CE) n. 1107 del 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e la direttiva 2009/128/CE sull'uso sostenibile dei pesticidi.
  Il regolamento sancisce che gli agenti cancerogeni, i mutageni, gli interferenti endocrini, le sostanze tossiche per la riproduzione o molto persistenti, possono essere approvati solo nel caso in cui l'esposizione per le persone sia trascurabile e prevede un sistema di sostituzione delle sostanze attive più tossiche con sostanze alternative, anche non chimiche, più sicure.
  Per quanto riguarda l'attuazione dei contenuti della «Strategia tematica per l'uso sostenibile dei pesticidi» prevista dal Sesto programma d'azione in materia di ambiente, adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, la direttiva 2009/128/CE, che ne istituisce il quadro d'azione comunitario, è stata recepita dal decreto legislativo n. 150 del 2012 poco più di un anno fa.
  Tale decreto legislativo prevede, com’è noto, l'adozione del Piano di azione nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN).
  Il Piano è attualmente in corso di definizione e conterrà le misure, le modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità nell'ottica di garantire i seguenti obiettivi:
   incentivare le coltivazioni con un impiego ridotto o nullo di prodotti fitosanitari nonché promuovere l'adozione di codici di buone pratiche;
   fornire indicazioni per lo sviluppo e l'introduzione della difesa integrata e di metodi di produzione e tecniche di difesa alternativi, riducendo i livelli di sostanze attive nocive anche mediante la sostituzione con alternative più sicure non chimiche;
   potenziare i controlli sull'utilizzo e la distribuzione dei fitosanitari;
   pervenire a un sistema trasparente di segnalazione e controllo dei progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi strategici, compreso lo sviluppo di appropriati indicatori.

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  Per quanto concerne il caso della Regione Basilicata segnalato dall'interrogante e l'ammissione del glifosate, si precisa che tale sostanza attiva è regolarmente approvata a livello comunitario ed inclusa con la direttiva 01/99/CE nella lista positiva di cui all'allegato I della Direttiva 91/414/CEE.
  Si tratta di un diserbante-erbicida efficace contro le piante infestanti annuali e perenni, impiegato in vari sistemi colturali.
  La scadenza prevista per il 30 giugno dell'anno scorso per l'iscrizione del glifosate nella lista delle sostanze approvate, è stata rinviata di tre anni poiché è in atto la revisione della valutazione di tale sostanza che è stata affidata alla Germania, quale Stato membro relatore sulla questione.
  La revisione si sta svolgendo secondo i principi stabiliti dal già citato regolamento (CE) n. 1107 del 2009 che, al fine di assicurare un più elevato livello di protezione per la salute umana, animale e dell'ambiente, ha introdotto criteri più stringenti e requisiti più restrittivi rispetto a quelli della precedente direttiva 01/99/CE.
  È evidente che il Governo italiano si adeguerà tempestivamente alle eventuali nuove disposizioni che dovessero derivare dalla conclusione del predetto processo di revisione.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00434 Mongiello: Iniziative in favore del sistema bieticolo-saccarifero, per assicurare l'approvvigionamento della raffineria di Brindisi e il mantenimento e potenziamento degli impianti del Sud Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione al comparto comparto bieticolo-saccarifero, devo innanzitutto rammentare che la Commissione europea ha annunciato, con la proposta di riforma della Politica agricola comune (PAC) dell'ottobre del 2011, la cessazione del regime delle quote settoriali a partire dal 30 settembre del 2015 e lo smantellamento di tutti gli strumenti gestionali correlati.
  In altre parole, l'intenzione della Commissione europea è portare il comparto alle regole di libero mercato e questo significa che, in futuro, le aziende agricole e le imprese di trasformazione dello zucchero dovranno operare seguendo le dinamiche globali della domanda e dell'offerta senza poter contare sui meccanismi di protezione, con l'unica eccezione degli interventi per fronteggiare le crisi contingenti e le situazioni di pericolo per la sicurezza dei rifornimenti e la tutela dei consumatori, come peraltro già previsto negli altri settori agricoli.
  Le negoziazioni in favore del comparto bieticolo-saccarifero nazionale non sono state semplici e non era scontato il risultato ottenuto con l'accordo politico del 27 giugno tra Stati membri ed istituzioni comunitarie, in ordine allo slittamento del termine del 30 settembre 2015 al 30 settembre 2017 per la cessazione dell'attuale regime delle quote.
  Ciò significa avere assicurato al comparto ancora quattro anni di regime protetto.
  L'azione del Governo italiano, nelle trattative precedenti l'accordo, è stata incentrata a difendere tutte le possibili iniziative rivolte ad assicurare l'adeguato approvvigionamento alle «raffinerie» attive in Europa, quindi non soltanto agli stabilimenti nazionali cui si riferiscono gli interroganti, ma anche a quelli degli altri Paesi comunitari, richiedendo altresì l'aggiornamento dei meccanismi di gestione del settore quali il dazio ridotto e il plafond dei contingenti.
  In particolare, la richiesta esplicitata dall'Italia, supportata da altri Stati membri, consisteva nel prolungamento del periodo di validità dei titoli di importazione per le raffinerie «a tempo pieno», attualmente fissata a tre mesi.
  Nello specifico, evidenzio che tali titoli sono rilasciati unicamente a raffinerie «a tempo pieno», a condizione che i quantitativi non superino quelli che possono essere importati nell'ambito del fabbisogno tradizionale di approvvigionamento.
  Infine, colgo l'occasione per segnalare che nel disegno di legge di stabilità, attualmente in corso di esame presso il Senato della Repubblica (S. 1120), il Governo ha disposto il finanziamento della quarta annualità del fondo per la razionalizzazione e la riconversione della produzione del comparto bieticolo-saccarifero (articolo 9, comma 19).
  L'importo previsto ammonta a 5 milioni di euro, derivanti da riassegnazione per corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 12 della legge n. 910 del 1996, riguardante la meccanizzazione in agricoltura.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00946 Oliverio: Iniziative per contrastare la contraffazione della cipolla rossa di Tropea IGP e per il sostegno del relativo settore produttivo

TESTO DELLA RISPOSTA

  A seguito dell'iscrizione, con regolamento (CE) n. 284 del 2008, della denominazione «Cipolla rossa di Tropea Calabria» nell'elenco europeo delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette, una quota rappresentativa di produttori legittimi sono confluiti, ai sensi del codice civile, nel Consorzio di tutela della Cipolla rossa di Tropea Calabria.
  Tale Consorzio è stato riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e contestualmente, ai sensi dell'articolo 14 della legge comunitaria 1999 (legge n. 526 del 1999), è stato incaricato dello svolgimento delle funzioni pubbliche di tutela, promozione, valorizzazione, nonché delle attività di corretta informazione verso il consumatore e di cura generale degli interessi relativi alla denominazione del prodotto.
  Il Consorzio è chiamato, in forza del medesimo articolo di legge, a perseguire le predette finalità pubbliche secondo le direttive impartite dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nonché a collaborare alla, vigilanza e tutela delle produzioni DOP e IGP dagli «abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni, uso improprio delle denominazioni tutelate e comportamenti comunque vietati dalla legge».
  La legge prevede che tale attività sia esplicata «ad ogni livello e nei confronti di chiunque, in ogni fase della produzione, della trasformazione e del commercio» e, a tal fine, è anche stabilito che «agli agenti vigilatori dipendenti dai consorzi, nell'esercizio di tali funzioni, può essere attribuita nei modi e nelle forme di legge la qualifica di agente di pubblica sicurezza purché essi possiedano i requisiti determinati dall'articolo 81 del regolamento approvato con regio decreto 20 agosto 1909, n. 666, e prestino giuramento innanzi al sindaco o suo delegato.»
  È chiaro, dunque, il ruolo chiave che il Consorzio di tutela deve assicurare in modo corrispondente alle norme settoriali garantendone l'applicazione in sinergia con le autorità istituzionali competenti ossia con i nuclei antifrode e antipirateria commerciale che, per il settore agroalimentare, sono coordinati, a livello nazionale, dal Dipartimento dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari di questo Ministero.
  Pur considerando che il soggetto operativo e rappresentativo per il confronto in materia con le istituzioni è individuato ex lege nel Consorzio, confermo comunque la disponibilità del Ministero ad accogliere iniziative specifiche per l'istituzione di un tavolo tecnico nell'ottica di una amministrazione partecipata e nel comune obiettivo di difesa dei prodotti e del consumatore.