CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 luglio 2013
48.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00054 Benamati: Ristrutturazione dell'Agenzia Enea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come sottolineato dagli Onorevoli interroganti, l'ENEA possiede competenze molto importanti in materia di ricerca scientifica, di sviluppo tecnologico e di servizio a tutto il settore energetico e ambientale, che ne fanno uno dei più importanti enti di ricerca italiani e internazionali in tali ambiti.
  La struttura attuale, sottoposta a commissariamento da diversi anni, richiede ormai un intervento.
  Come previsto anche nel documento relativo alla Strategia Energetica Nazionale, il Ministero dello sviluppo economico ha già in programma il riordino dell'ENEA, con l'obiettivo di focalizzarne le competenze e l'organizzazione sulle aree di ricerca scientifica rilevanti per l'attuazione della Strategia Energetica del Paese.
  Saranno, di conseguenza, prioritarie le attività di lungo termine inerenti la fusione nucleare e quelle relative alla ricerca su tecnologie per la sostenibilità di medio termine (obiettivi 2020 e 2030) e di Agenzia nazionale sull'efficienza energetica.
  In tale ottica, ci si propone di pervenire per la prima volta in Italia, ad un censimento delle competenze nazionali nel settore della ricerca energetica, premessa indispensabile per una definizione più accurata delle priorità e per una adeguata calibrazione degli incentivi sulle specifiche filiere tecnologiche.
  Attraverso il coinvolgimento delle parti interessate e del Parlamento ed anche con un'audizione nelle competenti Commissioni, si procederà, entro l'anno, al riordino previsto dalle norme in vigore.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00078 D'Arienzo: Questioni relative alla commessa di materiale rotabile a Officine ferroviarie veronesi da parte del gruppo AnsaldoBreda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00078 gli On. D'Arienzo e Casellato pongono quesiti in ordine alle Officine Ferroviarie Veronesi SpA.
  Al riguardo, la Società Finmeccanica ha comunicato che AnsaldoBreda, a causa della perdurante crisi finanziaria di Officine Ferroviarie Veronesi (OFV), ha subito pesanti contraccolpi nell'ambito di importanti commesse (di cui la principale «Vivalto» che riguarda la fornitura dei treni regionali per Trenitalia).
  Infatti, Officine Ferroviarie Veronesi fa parte di un raggruppamento temporaneo di imprese e AnsaldoBreda, in qualità di responsabile in solido nei confronti dei clienti, ha dovuto far fronte agli impegni per sopperire alle difficoltà finanziarie, nonché alle gravi carenze produttive di Officine Ferroviarie Veronesi.
  In particolare, la commessa di Trenitalia relativa a 350 carrozze a due piani (CDPTR Vivalto) ha subito consistenti ritardi a causa delle mancate produzioni di Officine Ferroviarie Veronesi per quanto concerne la fabbricazione delle carpenterie in acciaio, prima fase del processo produttivo, previsto esclusivamente dalla fornitura di Officine Ferroviarie Veronesi. Al fine di minimizzare i ritardi con il cliente, AnsaldoBreda è intervenuta prima assumendo la responsabilità diretta di approvvigionamento dei materiali produttivi e sopportandone i relativi oneri finanziari (e dovendo quindi modificare anche la struttura del rapporto in corso da raggruppamento a sub-fornitura); successivamente, allorché questa misura si è rivelata insufficiente di fronte ad un ulteriore importante ritardo con il cliente, AnsaldoBreda ha dovuto sostenere costi extra ed investimenti per incrementare la produzione nei propri stabilimenti, al fine di garantire il rispetto contrattuale delle consegne e limitare le conseguenti penali.
  La società Finmeccanica ha, infine, precisato che risulta del tutto infondata l'affermazione relativa a mancati pagamenti di AnsaldoBreda in favore di Officine Ferroviarie Veronesi SpA.
  Sulla questione il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato che sta seguendo con attenzione le prospettive industriali di Finmeccanica e la riorganizzazione del gruppo, non solo per quanto riguarda Ansaldo Breda, ma per tutti i settori strategici, connessi alle telecomunicazioni e all'elettronica.
  Per quanto concerne Ansaldo Breda, in considerazione dell'importanza del settore del materiale per il trasporto ferroviario, settore in crescita a livello internazionale, nonché della elevata qualità dei prodotti italiani, occorre affrontare una riorganizzazione che consenta un aumento di produttività e una maggiore competitività di costo e di posizionamento sul mercato.
  Le azioni del management di Finmeccanica sono orientate nell'individuazione di un partner forte e credibile, che dia un futuro ad AnsaldoBreda, nell'ottica che l'azienda mantenga capacità direzionale di ricerca, sviluppo e produttivo nel nostro Paese a salvaguardia dell'occupazione.
  Per quanto riguarda specificamente «Officine Meccaniche Veronesi», il tavolo per affrontare le problematiche poste dall'azienda è stato fissato per il giorno 11 luglio 2013.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00148 Boccuzzi: Strategie industriali del gruppo ThyssenKrupp in relazione alla controllata Berco Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'atto di sindacato ispettivo si rappresenta quanto segue.
  La situazione produttiva e occupazionale della società menzionata dagli interroganti è stata motivo di impegno da parte del Governo.
  La predetta società è operante nel settore delle macchine movimento terra e agricole, fa parte del Gruppo ThyssenKrupp con sede legale a Copparo (Ferrara) ed unità produttive dislocate in varie parti del territorio nazionale.
  La Berco ha subito un deterioramento delle proprie condizioni economiche e finanziarie oltre ad una significativa contrazione della propria attività in conseguenza della grave crisi che ha coinvolto tutti i mercati di sbocco a livello globale.
  Al Ministero dello Sviluppo Economico, proprio al fine di esaminare le questioni sollevate dagli interroganti, nei giorni scorsi si è tenuto un incontro nel quale erano presenti i rappresentanti delle istituzioni centrali e territoriali, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali oltre a rappresentanti governativi del MiSE. Si è dato così avvio ad un confronto sulle prospettive economiche e occupazionali della società in questione, finalizzato alla ricerca di una intesa con tutte le parti interessate.
  Sono, infatti, programmati incontri sia a livello istituzionale, con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro, sia a livello sindacale, per approfondire tutti gli aspetti del piano industriale che dovrà accompagnare il risanamento ed il rilancio di Berco Group. In questo quadro, la questione occupazionale sarà certamente fondamentale, ma ugualmente importanti saranno gli aspetti organizzativi, finanziari e commerciali perché l'azienda possa continuare a competere sui mercati internazionali.
  Il MiSE manterrà uno stretto rapporto, infine, anche con i massimi vertici della ThyssenKrupp per verificare le prospettive di Berco Group all'interno della multinazionale tedesca.
  Il Ministero dello Sviluppo incontrerà nuovamente istituzioni e sindacati per una verifica dei confronti avviati con la Direzione aziendale e si prevede, che entro la prima decade del mese in corso, di convocare il tavolo generale di confronto con la presenza dei massimi dirigenti di Berco Group.
  Il Ministero del Lavoro, per quanto di sua specifica competenza, ha comunicato che la società in questione – che in precedenza aveva già usufruito, per 12 mesi del trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per crisi aziendale – ha provveduto a presentare al Ministero un piano industriale di ristrutturazione volto a recuperare un adeguato livello di competitività su tutti i mercati di riferimento.
  Conseguentemente – con decreto del 26 agosto 2010 – il medesimo Ministero ha provveduto ad approvare il piano di ristrutturazione, autorizzando nel contempo la corresponsione – a decorrere dal 1o maggio 2010 – del trattamento di CIGS, per 24 mesi, per un massimo di 2.609 unità lavorative in forza presso le unità di Copparo, Castelfranco Veneto (Treviso) e Bussano (Torino).
  Successivamente, in considerazione della particolare complessità dei processi Pag. 130produttivi attivati e della permanenza di una eccedenza di personale, ha concesso – con decreto del 30 ottobre 2012 – la proroga del programma di ristrutturazione per il periodo dal 1o maggio 2012 al 30 aprile 2013, autorizzando nel contempo la corresponsione del trattamento di CIGS per un massimo di 2.596 unità lavorative in forza presso i siti di Copparo, Castelfranco Veneto e Bussano.
  Al termine di tale procedura – permanendo la situazione di crisi aziendale ed i relativi esuberi di personale – la Berco Group ha comunicato l'attivazione – ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991 – della procedura di mobilità nei confronti di 611 unità lavorative in forza presso le unità di Copparo, Castelfranco Veneto, Bussano e Sasso Morelli.
  In conclusione si possono rassicurare gli Onorevoli interroganti in ordine alla disponibilità da parte del Governo a valutare tutte le possibili soluzioni a tutela sia dell'occupazione che delle attività produttive.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00156 Prataviera: Fallimento della società Vinyls.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'atto di sindacato ispettivo si rappresenta quanto segue.
  Con decreto dell'8 giugno 2010 è stata autorizzata l'esecuzione del Programma di cessione dei complessi aziendali presentato dai commissari straordinari della Vinyls spa in amministrazione straordinaria, che prevedeva l'obiettivo di ricercare sul mercato soggetti interessati a riavviare nei tre stabilimenti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna il ciclo integrato del cloro per la produzione di PVC e CVM.
  La conseguente procedura di vendita svolta ha avuto esito positivo limitatamente al sito di Ravenna; i commissari, infatti, sono stati autorizzati ad accettare l'offerta presentata dalla S.p.A. Industrie Generali, che si è impegnata a riavviare e proseguire l'attività industriale per un biennio, garantendo altresì per il medesimo periodo il mantenimento di tutta la forza lavoro occupata nel sito di Ravenna (pari a n. 37 unità), oltre all'impegno ad aumentare l'occupazione fino a n. 54 unità, attingendo tra gli occupati Vinyls nei siti di Porto Torres e Porto Marghera.
  Per quanto attiene agli stabilimenti di Porto Marghera e Porto Torres, non avendo avuto esito i tentativi svolti per perseguire l'obiettivo di reperire possibili soggetti interessati alla continuazione dell'attività caratteristica di Vinyls, con decreto del 25 luglio 2011, è stata autorizzata la modifica del Programma di cessione, nel senso di consentire la vendita degli assets aziendali dei due siti residui anche per attività industriali e produttive diverse da quelle esposte nel programma, ma pur sempre compatibili con le finalità, anche di riconversione, proprie della procedura di Amministrazione Straordinaria.
  All'esito del nuovo bando pubblicato, con riferimento al sito di Porto Torres, è pervenuta un'offerta da parte della società Finambiente (la cui controllata BP Oil viene citata nell'interrogazione), che opera nel settore delle energie rinnovabili e delle bonifiche; l'offerta tuttavia è stata ritenuta non accettabile, in quanto sottoposta a condizioni inammissibili.
  La stessa Finambiente, che avrebbe poi successivamente confermato l'interesse all'acquisto, non ha tuttavia presentato alcuna ulteriore offerta vincolante.
  Con riferimento a Porto Marghera, i commissari sono stati autorizzati ad accettare l'offerta presentata dall'Oleificio Medio Piave, società che svolge attività di estrazione dell'olio vegetale da semi oleosi e che si è dichiarata interessata all'acquisto di alcuni terreni del sito di Porto Marghera – non comprensivi degli impianti PVC – al fine di dare corso ad una riconversione industriale.
  L'acquisto era sottoposto ad alcune condizioni ritenute necessarie per svolgere l'attività aziendale, (acquisizione di un terreno dell'Eni e realizzazione della banchina per l'attracco delle navi) delle quali, la prima, risulterebbe avverata, mentre la seconda risulterebbe ad oggi non realizzata, non essendo stato raggiunto l'accordo con le autorità locali competenti.
  Conseguentemente la vendita non è stata perfezionata, anche considerato che l'offerente, successivamente alla autorizzazione ministeriale, ha modificato le condizioni proposte in merito alle assunzioni dei dipendenti. L'offerta originaria, infatti, prevedeva l'impegno ad assumere subito tutti i dipendenti del sito di Porto Marghera, Pag. 132mentre successivamente l'impegno ad assumere è stato spostato al momento della ripresa dell'attività.
  Nel frattempo, nell'ambito della procedura di vendita sopra citata, è pervenuta ai commissari una proposta d'acquisto per i soli impianti e macchinari presenti sui siti di Maghera e Porto Torres, ritenuta conveniente dai commissari nell'ottica di liquidazione del patrimonio; i commissari sono stati dunque autorizzati in data 7 giugno 2012 ad avviare una procedura competitiva per la raccolta di eventuali offerte migliorative. All'esito della procedura espletata, il Ministero ha autorizzato i commissari con provvedimento in data 14 gennaio 2013, a chiudere la procedura di vendita degli impianti e macchinari, aggiudicandola al miglior offerente.
  L'incasso del prezzo per l'acquisto degli impianti è stato utilizzato anche per il pagamento degli stipendi ai lavoratori impegnati nei presidi degli impianti medesimi, necessari a scongiurare danni di natura ambientale.
  Si precisa, infatti, che gli stabilimenti sono inattivi e sono in corso le attività di svuotamento degli stessi.
  Infine, si segnala che, a seguito della scadenza del termine di esecuzione del Programma di cessione (settembre 2011), i commissari straordinari hanno intrapreso una interlocuzione con il Tribunale di Venezia, competente in merito alla eventuale conversione della Procedura in fallimento, con particolare riferimento alle iniziative in corso relativamente ai siti di Porto Torres e Porto Marghera.
  Tenuto conto che il Programma di cessione non è stato integralmente eseguito, il Ministero dello Sviluppo Economico con parere del 23 gennaio 2013, si è rimesso, al riguardo, alle decisioni del competente Tribunale.
  Nel frattempo, la società Mossi&Ghisolfi ha manifestato interesse all'acquisto di un terreno di Vinyls di proprietà sito nello stabilimento di Porto Marghera.
  All'udienza del 15 marzo 2013, il Tribunale di Venezia ha rinviato ogni decisione, assegnando un termine ultimativo di 60 giorni ai commissari per riferire in merito ad eventuali sviluppi delle iniziative in corso con particolare riferimento al sito di Porto Marghera. All'ultima camera di consiglio del 15 maggio 2013, lo stesso Tribunale, alla luce dell'incontro con le parti coinvolte tenutosi presso il Ministero l'11 giugno 2013, ha rinviato ogni decisione alla camera di consiglio del 27 giugno 2013.
  Non si hanno, tuttavia notizie al momento in merito alle decisioni del Tribunale.
  Con riferimento, infine, a quanto evidenziato nell'interrogazione in merito ad eventuali iniziative da assumere nei confronti dei commissari per la responsabilità del fallimento della Vynils, giova evidenziare che la mancata individuazione di operatori interessati a proseguire il ciclo del cloro, non si ritiene sia addebitabile alla gestione commissariale.
  Come detto infatti, sono stati esperiti numerosi tentativi sul mercato per individuare soggetti affidabili in grado di garantire il riavvio degli impianti ed il mantenimento dell'attività; i commissari inoltre hanno debitamente preso in considerazione tutte le manifestazioni di interesse pervenute, senza che queste poi si siano tramutate in offerte ritenute accettabili nell'ottica del mantenimento dell'attività e dell'occupazione.
  Giova, inoltre, evidenziare che la conversione della Procedura di amministrazione straordinaria in fallimento è una conseguenza automatica della incompleta esecuzione del Programma entro i termini di legge. Nulla esclude pertanto, che ogni ulteriore iniziativa volta ad individuare operatori interessati ad acquisire il personale di Vinyls nell'ottica della riconversione industriale nei due stabilimenti, possa essere utilmente proseguita o intrapresa dal curatore fallimentare, nominato dal Tribunale, tanto più considerato che i recenti interessamenti sopra richiamati, hanno avuto ad oggetto solo terreni di Vinyls nel sito di Porto Marghera.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-00368 Ginefra: Interventi a favore del distretto del mobile imbottito.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come riferisce l'interrogante, il distretto produttivo del mobile imbottito, vive attualmente un periodo di crisi industriale e occupazionale principalmente dovuto alla forte concorrenza sul mercato internazionale.
  Per fronteggiare e contribuire a superare tale situazione di crisi il Ministero dello sviluppo economico, la regione Puglia e la regione Basilicata, hanno stanziato complessivamente 101 milioni di euro per il rilancio e lo sviluppo industriale del settore del mobile imbottito della Murgia. L'impegno è stato formalizzato con un accordo di programma siglato il 13 marzo 2013, che ha come obiettivi:
   la salvaguardia e consolidamento delle imprese operanti nel settore del mobile imbottito;
   l'attrazione di nuove iniziative imprenditoriali;
   il reimpiego dei lavoratori espulsi dalla filiera produttiva.

  Per il perseguimento dei suddetti obiettivi, naturalmente, saranno attivati diversi strumenti.
  Con particolare riferimento agli interventi di competenza del Ministero dello sviluppo economico, si aggiunge che sono stati previsti:
   incentivi per nuovi investimenti produttivi per sostenere le iniziative imprenditoriali in grado di contribuire al recupero e consolidamento delle attività industriali esistenti e/o alla creazione di nuove opportunità di sviluppo in grado di determinare un ritorno significativo in termini di prospettive di mercato e di addetti e che risultino funzionali allo sviluppo dell'intera area (DGIAI – Invitalia – Contratti di Sviluppo) – dotazione finanziaria euro 20.000.000,00.
   aiuti per progetti di riqualificazione produttiva e innovazione, incentivi all'innovazione per incrementare la competitività delle imprese del Distretto attraverso programmi di sviluppo sperimentale e non preponderante ricerca industriale (DGIAI – Legge n. 46/82) – dotazione finanziaria euro 20.000.000,00.

  Inoltre, al fine di creare le migliori condizioni di contesto relativamente all'accesso al credito, all'ottimizzazione dell'organizzazione del lavoro e della concessione delle autorizzazioni per l'insediamento delle imprese è previsto l'avvio di tavoli di concertazione con le rappresentanze nazionali e locali del sistema bancario, con le rappresentanze nazionali e locali dei sindacati e delle associazioni datoriali, con i comuni e le ASI del territorio di riferimento.
  In particolare, invece, per la situazione al Gruppo NATUZZI che sta attraversando una fase particolarmente critica, il Ministero dello sviluppo economico ha convocato, per il prossimo 5 luglio, le OO.SS, i rappresentanti aziendali e le istituzioni locali, per avviare un «tavolo di confronto» per esaminare l'attuale situazione di crisi del citato Gruppo e valutare di conseguenza gli eventuali interventi.
  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, relativamente al medesimo Gruppo NATUZZI, comunica, che in data 22 settembre 2011, la suddetta società e le parti Pag. 134sociali hanno siglato un verbale di accordo relativo alla richiesta di cassa integrazione per la riorganizzazione aziendale.
  L'accordo prevede l'utilizzo degli ammortizzatori sociali nel corso del biennio che va dal dal 16 ottobre 2011 al 15 ottobre 2013, per un numero massimo di 2858 lavoratori in forza presso le unità organizzative e produttive che insistono nelle province di Bari, Matera, Taranto ed Udine, e a fronte di un piano di investimenti di 50 milioni di euro.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-00370 Fregolent: Interventi per la soluzione del contenzioso tra i gruppi Selmat e Fiat.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'atto di sindacato ispettivo si rappresenta quanto segue.
  Nell'industria dell'auto i processi di globalizzazione dei mercati e di frammentazione internazionale stanno riconfigurando la geografia economica del settore. I principali motivi, oramai noti, di questa trasformazione sono stati la progressiva saturazione dei mercati dei Paesi avanzati, l'accelerazione del progresso tecnologico e lo sviluppo di nuovi mercati nelle aree emergenti del mondo.
  Come per le altre grandi case automobilistiche mondiali, tali cause hanno rappresentato anche per il Gruppo Fiat fattori di cambiamento ineludibili. Tali cambiamenti hanno riguardato l'organizzazione complessiva della filiera e scelte di localizzazione di produzione auto anche all'estero.
  Per il Gruppo Fiat è rimasto per lo più immutata la centralità della città di Torino e del suo hinterland come luogo privilegiato dello svolgimento della propria attività, anche per la presenza di altre imprese e di altri attori specializzati nelle stesse attività. In questo nuovo quadro economico, lo scambio di informazioni e conoscenze tra la casa auto e i suoi fornitori, nonché l'interazione con l'imprese della filiera, dovrebbero svolgere un ruolo più rilevante che nel passato, come elemento cruciale di competitività.
  Da quanto ci viene rappresentato nell'interrogazione in questione, invece, sembra essersi innescata una conflittualità, peraltro già sorta nel passato, tra il Gruppo Fiat e la Selmat, gruppo industriale che rifornisce al costruttore torinese componenti in plastica per gli interni di auto e mezzi industriali.
  Attualmente, di tale vertenza si sono interessati gli enti locali (regione e provincia), anche se la conflittualità tra i due, che ha avuto il suo apice a fine aprile quando la società Selmat ha comunicato la messa in cassa integrazione per una settimana di circa 80 dipendenti, non deve ricadere sui lavoratori, né deve costituire una ulteriore fragilità sul sistema dell'indotto, a causa di scelte produttive della Fiat, né in egual modo, giustificazioni a esuberi o tagli di personale.
  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha comunicato che:
   con decreto del 23 dicembre 2010 è stata autorizzata la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore dei dipendenti della società SELMAT AUTOMOTIVE S.p.a appartenente al Gruppo Selmat, con sede in Torino ed Unità in Sant'Antonino di Susa (TO) per i quali è stato stipulato in data 16 giugno 2010 un contratto di solidarietà per un numero massimo di 44 unità su un organico complessivo di n. 188 unità;
   con decreto del 9 novembre 2011, è stata autorizzata la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore dei lavoratori dipendenti della già citata società SELMAT AUTOMATIVE Spa, per i quali è stato stipulato in data 20 giugno 2011 un contratto di solidarietà per un numero massimo di 41 unità su un organico complessivo di 187 unità; Pag. 136
   per la società TOP PLASTIC RADICAR Srl, con sede in Leini (TO) appartenente sempre al Gruppo Selmat, è stato approvato il programma di cassa integrazione guadagni straordinaria finalizzato alla cessazione di attività, relativamente al periodo dal 14 gennaio 2013 al 13 gennaio 2014 per un massimo di 48 unità lavorative.
  Al fine, di approfondire la vertenza, pertanto il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con le parti sociali, convocherà a breve un incontro, allo scopo di evitare il nascere di altri problemi al sistema produttivo ed occupazionale nazionale, già duramente colpito dalla recessione.

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ALLEGATO 7

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati. COM(2012)629 final.

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014. 17426/12.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013. Doc. LXXXVII-bis, n. 1.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione Attività produttive, commercio e turismo;
   esaminati, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1);
   apprezzate le finalità di inserire le diverse iniziative che l'Unione europea intende assumere in una logica organica e coerente; di consentire l'individuazione, da parte di ciascun Paese membro, delle priorità da perseguire; di organizzare il procedimento decisionale dell'Unione europea in termini tali da valorizzare il contributo delle Assemblee parlamentari, in modo da garantire la piena legittimazione delle scelte adottate;

  premesso che:
   l'esame dei documenti programmatici avviene con ritardo da parte del Parlamento, a causa dello scioglimento anticipato delle Camere e che sarebbe stato certamente più proficuo svolgere l'esame all'inizio dell'anno in corso in modo da fornire utili indicazioni al Governo ai fini dei negoziati in essere a livello europeo;
   l'esame dei documenti coincide con un aggravamento delle condizioni economico-sociali per larga parte dei Paesi europei che rischia di innescare tendenze recessive di lungo termine, di cui la contrazione delle attività produttive e l'allargamento della disoccupazione rappresentano gli indicatori più preoccupanti;
   una svolta appare indispensabile e urgente per evitare che il disagio economico e sociale alimenti la disaffezione nei confronti dell'Europa mettendo a repentaglio le prospettive di una ripresa del processo di integrazione che sul piano economico e finanziario risulta ormai indispensabile per la gravità delle crisi e la dimensione globale dei fenomeni da affrontare che superano largamente le capacità di risposta dei singoli Stati membri;
   le conclusioni cui è pervenuto il Consiglio europeo del 27-28 giugno 2013 appaiono al riguardo parzialmente incoraggianti laddove attribuiscono particolare attenzione Pag. 138agli obiettivi del contrasto alla disoccupazione, specie giovanile, e della promozione di una ripresa degli investimenti in Europa, con particolare riferimento alle attività manifatturiere;
   tali conclusioni potrebbero tuttavia rivelarsi insufficienti a porre le premesse per una netta inversione di tendenza del ciclo economico in Europa, specie per quanto concerne le politiche a sostegno del sistema produttivo;
   la dimensione europea costituisce un presupposto imprescindibile in particolare per il nostro Paese che dispone di margini di intervento estremamente ridotti rispetto ad altri partner per la necessità di proseguire il percorso di risanamento della finanza pubblica che impone limiti stringenti alla possibilità di ricorrere a politiche a sostegno della domanda sul versante pubblico;
   particolare rilievo assumono, in questo ambito, le iniziative adottate e le risorse rese disponibili dai programmi dell'Unione europea per l'ammodernamento delle infrastrutture e delle reti, a partire da quelle dell'energia e dell'informazione; per la promozione della ricerca e lo sviluppo e l'adozione di misure volte a supportare le piccole e medie imprese, struttura portante del sistema produttivo europeo, e in particolare italiano,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1. si traducano concretamente le indicazioni contenute nella comunicazione della Commissione al Parlamento europeo Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica (COM(2012) 582 final) che sottolinea il rilievo del comparto manifatturiero nelle economie europee, rilevando la necessità di interventi volti a preservarne le potenzialità di crescita che attualmente risultano penalizzate anche per l'aggressività di alcuni concorrenti; a questo riguardo, è indispensabile dare seguito alle indicazioni contenute nella comunicazione in materia di strumenti di difesa commerciale, in modo che i negoziati già avviati o di prossima apertura per il superamento di barriere commerciali non espongano le industrie europee al rischio di una concorrenza sleale;
   2. per quanto riguarda il grave problema della contraffazione delle merci prodotte nell'Unione e le relative gravi ripercussioni sull'economia e sulla fiducia di aziende e consumatori, la Commissione proceda a ripresentare la proposta di regolamento sul «made in» che prevedeva l'etichettatura obbligatoria per le merci provenienti dai Paesi extra Ue, ritirata dalla Commissione europea che ha ceduto alle pressioni dei Paesi più interessati al commercio che alla tutela delle produzioni europee; si richiama, in proposito, la Risoluzione del Parlamento europeo del 17 gennaio 2013 sull'indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi nell'UE, in cui si deplora l'intenzione della Commissione di ritirare la proposta di regolamento sulla materia, approvata in prima lettura dal Parlamento, senza averlo debitamente informato in modo tempestivo e senza aver fornito ai colegislatori una spiegazione dettagliata delle sue intenzioni prima di prendere la decisione;
   3. si intervenga affinché sia tempestivamente portato a compimento il mercato interno dell'energia, anche al fine di allineare i costi dell'energia, promuovendo la realizzazione delle reti infrastrutturali in grado di garantire la certezza degli approvvigionamenti e la diversificazione delle fonti e suscettibili di garantire all'Italia il ruolo strategico di hub del gas, allo stesso tempo sostenendo i programmi per l'efficienza energetica e la conversione del sistema produttivo in termini ecocompatibili;
   4. si intervenga affinché si possa pervenire quanto prima alla definizione di un quadro normativo aggiornato in materia di aiuti di Stato in termini da non Pag. 139determinare pregiudizi alle imprese nazionali; occorre, in particolare evitare di elevare l'ammontare degli aiuti cosiddetti de minimis, al fine di impedire agli Stati membri che dispongono di maggiori margini di intervento finanziario di avvantaggiare le proprie imprese erogando aiuti di ammontare superiore; di includere tra gli aiuti compatibili quelli concessi in presenza di gravi calamità naturali, particolarmente frequenti in Italia;
   5. si raccomandi l'adozione, da parte delle istituzioni europee, di tutte le iniziative utili a promuovere la realizzazione e il più intenso utilizzo delle tecnologie informatiche, secondo le previsioni dell'Agenda digitale, anche valutando l'ipotesi dello scomputo, anche parziale, dai saldi di finanza pubblica degli oneri derivanti dalla loro messa in opera e, più in generale, dell'installazione delle reti infrastrutturali, specie se di rilevanza strategica;
   6. si proceda affinché sia consentito impegnare già dal prossimo anno nella misura massima possibile tutte le risorse che possono essere attivate appena definito il nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, a partire da stanziamenti relativi alle politiche regionali per proseguire con quelli dei programmi Horizon 2020 e COSME a favore della ricerca e della competitività delle piccole e medie imprese, in modo da disporre di una massa critica in grado di promuovere un'inversione di tendenza del ciclo economico per contrastare efficacemente le tendenze recessive in atto;
   7. per quanto concerne il progetto di istituire un brevetto unico europeo, preso atto delle iniziative adottate dagli altri Paesi membri (con la sola eccezione della Spagna e dell'Italia) e della recente pronuncia di rigetto da parte della Corte di Giustizia dell'Unione europea del ricorso presentato dal Governo italiano, si aderisca alla cooperazione rafforzata al fine di non esporre il sistema produttivo nazionale al rischio di dover sopportare un enorme danno patrimoniale per la moltiplicazione dei costi da sostenere per la registrazione dei propri brevetti;
   8. si intervenga affinché la Banca europea degli investimenti garantisca la tempestiva e puntuale attuazione del piano volto ad aumentare l'attività di erogazione di prestiti al sistema economico, per un importo complessivamente quantificato in 150 miliardi di euro;
   9. si prosegua il programma di semplificazione normativa, con particolare riguardo alla comunicazione sulle dieci regolamentazioni più onerose per le piccole e medie imprese, in modo da ridurre il carico, che in Italia risulta tuttora particolarmente gravoso, costituito da adempimenti burocratici e amministrativi che non rispondono ad alcuna reale esigenza, ma che penalizzano le iniziative produttive;
   10. si intervenga, previa verifica presso le istituzioni europee, per pervenire ad una soluzione soddisfacente ed equilibrata relativamente al regime giuridico o alla durata delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo, tenendo conto delle peculiarità della conformazione delle coste italiane e delle attività turistiche nel nostro Paese, come prospettato dalla delega da ultimo conferita al Governo e non esercitata e, comunque, in termini tali da evitare di esporre le imprese del settore a condizioni di incertezza e precarietà.