CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 giugno 2013
46.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00457 Rosato e Fiano: Sull'assunzione del personale nelle Forze di Polizia.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli Deputati,
  gli onorevoli Rosato e Fiano chiedono di conoscere le valutazioni del Governo in merito alla possibilità di immettere nei ruoli iniziali della Polizia di Stato gli idonei inseriti nelle graduatorie di precedenti concorsi ovvero i volontari in ferma prefissata.
  Come ricordato nell'atto di sindacato ispettivo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 gennaio scorso è stata prevista, per l'anno 2012, la possibilità di assumere 419 unità della Polizia di Stato a tempo indeterminato, corrispondenti al 20 per cento del personale cessato dal servizio nel corso dell'anno precedente. Al riguardo, è in corso la procedura di autorizzazione alle assunzioni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica e il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
  Relativamente alla questione sollevata, più volte portata all'attenzione del Ministero dell'Interno, va preliminarmente ricordato che la disciplina dell'assunzione di personale nel ruolo degli Agenti ed Assistenti della Polizia di Stato è regolata dal Codice dell'Ordinamento Militare che prevede l'osservanza di procedure e modalità operative cui l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza è tenuta a conformarsi.
  La normativa in vigore stabilisce che, fino al 31 dicembre 2020, come per le altre Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, i posti messi annualmente a concorso per il reclutamento del personale nella carriera iniziale della Polizia di Stato vengano determinati sulla base di una «programmazione quinquennale scorrevole». Questi programmi, annualmente predisposti da ciascuna delle Amministrazioni interessate, sono comunicati entro il 30 settembre di ogni anno al Ministero della Difesa. I posti sono riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale.
  Solo il 55 per cento dei concorrenti giudicati idonei dopo almeno un anno di servizio svolto presso le Forze armate ed utilmente collocati nelle graduatorie, viene immesso direttamente nelle carriere iniziali delle Forze di polizia. Il restante 45 per cento può essere invece immesso in ruolo solo dopo aver prestato servizio nelle Forze annate in qualità di volontario in ferma permanente quadriennale.
  L'amministrazione della Pubblica Sicurezza, pertanto, è obbligata al rispetto del procedimento concorsuale previsto dalla normativa di settore che consente l'immissione nel ruolo iniziale della Polizia di Stato solo dopo lo svolgimento dei quattro anni di ferma.
  D'altra parte, bisogna anche tener conto che la stessa disciplina normativa richiede che venga effettuata con periodicità l'attività concorsuale, bandendo nuove procedure selettive anche per far fronte alle esigenze di personale delle strutture militari.
  Ricordo anche che la Legge di stabilità per il 2013, relativamente alle assunzioni nelle Forze di polizia e disciplina del turn over, ha previsto uno stanziamento di 70 milioni di euro per il 2013 e di 120 milioni di euro a decorrere dal 2014, fondi che permetteranno alle amministrazioni interessate di avere un margine più agevole di manovra nelle facoltà assunzionali, anche relativamente ai volontari in ferma prefissata.

Pag. 37

ALLEGATO 2

5-00456 Pilozzi: Sui tempi di evasione delle pratiche relative alla cittadinanza.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli Deputati,
  l'onorevole Pilozzi ed altri chiedono di conoscere le iniziative che il Governo intende assumere per ridurre i tempi di evasione delle pratiche di concessione della cittadinanza, con particolare riferimento alla situazione della Prefettura di Roma.
  L'esponenziale incremento delle richieste di cittadinanza presentate nell'ultimo quinquennio è riconducibile alla trasformazione del fenomeno migratorio, dovuta alla sempre più marcata ricerca di stabilità nei Paesi di accoglienza da parte dei cittadini stranieri.
  Questa situazione ha determinato alcune criticità nella gestione delle procedure di concessione, la cui istruttoria, peraltro, risulta alquanto complessa.
  Non può neanche essere taciuto un altro elemento di difficoltà connesso con la generalizzata carenza di organico degli Uffici responsabili della gestione delle pratiche, determinata dal sostanziale blocco del turn-over del personale.
  Per ovviare a tali oggettive difficoltà sono state adottate alcune misure di razionalizzazione e semplificazione delle procedure di acquisto e di concessione della cittadinanza.
  In particolare, è stata decentrata la competenza ad adottare i provvedimenti in materia di acquisto o diniego della cittadinanza nei confronti di stranieri sposati con cittadini italiani, attribuendola ai Prefetti.
  Sempre in una prospettiva di semplificazione, sarà avviato entro l'anno, da alcune Prefetture pilota, un progetto per la sperimentazione dell'acquisizione on line delle domande di cittadinanza.
  Allo stato attuale le istanze pendenti sono circa 210.000.
  Il numero è consistente, ma i dati in possesso mostrano che è in atto un effettivo miglioramento della capacità di abbattimento del carico di lavoro.
  Dal 1o gennaio al 30 maggio di quest'anno, infatti, sono stati conclusi complessivamente 20.780 procedimenti, con un incremento di oltre il 35 per cento rispetto a quelli definiti nello stesso periodo di riferimento dell'anno scorso.
  Per quanto concerne lo specifico quesito relativo all'attività della Prefettura di Roma, va evidenziato come gli uffici competenti risultano gravati da un considerevole carico di lavoro quantificabile in circa 4.000 istanze all'anno.
  Nonostante la particolarità della situazione, la Prefettura riesce a far fronte, entro i termini di legge, a più del 90 per cento delle pratiche di rilascio della cittadinanza per matrimonio che, come già detto, vengono, ora, definite con provvedimento del Prefetto.
  Tale risultato è stato conseguito grazie allo snellimento della fase di avvio del procedimento, mediante il ricorso a sistemi informatici dedicati alla trattazione di tali istanze.
  Maggiori difficoltà si registrano invece nella gestione delle domande di acquisto della cittadinanza italiana «per residenza», per le quali l'istruttoria della Pag. 38Prefettura si conclude con la trasmissione del parere, propedeutico all'emanazione del provvedimento conclusivo di competenza ministeriale.
  In conclusione, voglio assicurare che, pur in un contesto di limitazioni alle facoltà assunzionali imposte dalla recente legislazione finanziaria, l'Amministrazione dell'Interno ha avviato la procedura per l'autorizzazione all'assunzione di 96 unità di personale contrattualizzato di livello non dirigenziale, da destinare alle sedi che presentano maggiori criticità, senza tralasciare la possibilità di potenziare gli uffici gravati dal maggior carico di lavoro con trasferimenti, assegnazioni temporanee ed altri istituti previsti dalla legislazione vigente.

Pag. 39

ALLEGATO 3

5-00458 La Russa: Impatto sull'ordine pubblico dell'eventuale introduzione nell'ordinamento di pene detentive non carcerarie e della messa alla prova.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli Deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole La Russa chiede di conoscere il numero di agenti delle Forze dell'Ordine necessari al controllo dei detenuti nei confronti dei quali – una volta approvato il disegno di legge di delega al Governo, di iniziativa parlamentare – verrebbero applicate pene detentive non carcerarie e sospensioni del procedimento giudiziario con messa alla prova.
  Alla luce della specificità della materia, sono stati chiesti elementi di risposta, oltre che al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, anche al Ministero della Giustizia.
  La delega in materia di pene detentive non carcerarie, in funzione deflattiva del sistema penitenziario, prevede la possibilità di adottare uno o più decreti legislativi per l'introduzione nel codice penale di due nuove pene principali: la reclusione e l'arresto presso l'abitazione del condannato o altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza o accoglienza.
  Al riguardo il Ministero della Giustizia ha posto in evidenza come, trattandosi di una norma di delega, non siano state ancora effettuate proiezioni concrete sull'impatto delle disposizioni delegate e che, allo stato, non è disponibile una precisa quantificazione numerica circa l'ampiezza della platea dei destinatari di tali misure.
  Quanto alla messa alla prova, di cui non è possibile trascurare gli aspetti, non solo deflattivi sul piano carcerario, ma anche rieducativi, riparatori e di reinserimento sociale del reo, è stato posto in evidenza la difficoltà ad eseguire ora un censimento preciso dei possibili beneficiari.
  Di conseguenza, resta altrettanto problematica la formulazione di ipotesi attendibili circa la quantificazione del contingente di agenti necessari ad eseguire controlli domiciliari nei confronti di chi beneficerà dell'istituto della messa alla prova.
  È certamente nell'interesse e nella responsabilità del Governo approfondire le ricadute del provvedimento affinché non ne risentano le condizioni generali di sicurezza del Paese.