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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 877 di martedì 24 ottobre 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

RAFFAELLO VIGNALI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 20 ottobre 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Castiello, Cominelli, Coppola, Damiano, Di Gioia, Epifani, Fico, Mazziotti Di Celso, Meta, Palma, Francesco Saverio Romano, Scanu, Schullian, Sereni, Sottanelli, Tagliatela, Turco e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative per il rilancio del comparto turistico, anche nell'ambito dei programmi «Industria 2015» – n. 3-01988 e n. 3-03319)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni dei deputati Galgano ed altri n. 3-01988 e n. 3-03319, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua, ha facoltà di rispondere.

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Grazie, Presidente. Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Galgano relativa alle politiche di promozione turistica in corso di realizzazione. L'onorevole Galgano pone l'accento, tra l'altro, sulla necessità di potenziare e favorire lo sviluppo del comparto turistico, incrementando l'offerta nazionale nei mercati mondiali anche attraverso la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità progettuali selezionate dal Ministero dello sviluppo economico nell'ambito di “Industria 2015”.

In merito a quanto richiesto dall'interrogante si precisa che, su espressa richiesta delle Commissioni parlamentari nella fase di parere del Piano strategico del turismo, il Mibact è inserito nella cabina di regia Industria 4.0 con una coerente integrazione del settore tra i comparti economici più rilevanti per il nostro Paese. Al fine di individuare le migliori proposte di adattamento delle misure di agevolazione del programma del settore produttivo turistico, si è attivata presso il Ministero una specifica task-force composta dalle regioni e dalle rappresentanze dell'impresa.

Per quanto invece attiene le esigenze di coordinamento delle varie iniziative di promozione intraprese sia a livello centrale che locale, si rappresenta quanto segue.

La funzione di coordinamento delle attività promozionali è attribuita al Comitato permanente per la promozione del turismo in Italia, istituito dall'articolo 58 del decreto legislativo n. 79 del 2011 e reso operativo con le nomine del decreto ministeriale del 17 ottobre 2014. Tale Comitato, con il supporto della Direzione generale turismo, ha redatto il Piano strategico 2017-22, approvato lo scorso febbraio dal Consiglio dei ministri, a valle di un articolato processo di confronto e condivisione con gli operatori del settore, delle regioni e degli enti locali. Il PST si articola in 13 obiettivi specifici, 52 linee di intervento e 4 grandi obiettivi - innovazione, integrazione dell'offerta nazionale, maggior competitività del sistema, sviluppo del marketing, governance efficiente e partecipata - e non ha esaurito la sua funzione con l'approvazione, ma sarà in continua evoluzione. Annualmente sarà approvato dal Mibact un programma attuativo delle linee strategiche, in continuità con le azioni già avviate: l'accesso unico wi-fi, il progetto per la valorizzazione della lirica, la valorizzazione turistica del patrimonio demaniale, l'implementazione dei percorsi ciclabili e dei cammini.

Inoltre, l'ampio lavoro di redazione condivisa ha permesso di avere stabili e fruttuose collaborazioni con tutti i Ministeri coinvolti, a partire dal MIT, con cui si è redatto il Piano straordinario della mobilità turistica, previsto dall'articolo 11 del decreto-legge n. 83 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106 del 2014 e lavorato congiuntamente ai progetti sulla mobilità ciclistica, sulle ferrovie storiche e sui cammini italiani. Per la valorizzazione dei cammini, il Ministero ha direttamente dedicato 60 milioni di euro per progetti rivolti alla via Francigena, alle vie di Francesco e di San Benedetto e alla via Appia. In relazione alle ciclopiste, il MIT ed il nostro Ministero hanno individuato la rete italiana dei percorsi ciclabili e dedicato ad alcuni progetti di valenza nazionale oltre 174 milioni di euro per le infrastrutture. Al fine di valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico l'Agenzia del demanio, insieme ad ANAS, MIT e al nostro Ministero, ha predisposto una ricognizione degli immobili posti nelle immediate vicinanze dei principali cammini e ciclovie e sta operando alla selezione di operatori interessati alla gestione tramite i bandi pubblici. Il progetto, denominato “Valore Paese, Cammini e percorsi”, ha visto la partecipazione alla manifestazione di oltre 25.000 persone, a conferma dell'alto interesse per questo tipo di iniziative, volte a rafforzare la competitività delle aree interne e meno coinvolte dai flussi turistici internazionali.

Anche l'innovazione tecnologica è interessata da una profonda trasformazione: l'uso del web, in particolare sui dispositivi mobili, sta modificando profondamente il comportamento dei turisti e le modalità di scelta e pianificazione delle vacanze. A tal fine, il 15 luglio 2016, Mibact, Ministero dello sviluppo economico e Agenzia per l'Italia digitale hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la diffusione di piattaforme intelligenti al servizio del turista sul territorio italiano, con l'obiettivo di creare nuovi servizi digitali in grado di facilitare l'accesso di cittadini e visitatori al patrimonio artistico.

Per la parte che riguarda, nello specifico, la promozione del turismo in Italia, si ricorda che l'articolo 16 del decreto n. 83 del 2014, cosiddetto “Art Bonus”, ha riformato l'ENIT allo scopo di migliorare la promozione dell'immagine unitaria dell'offerta turistica nazionale e di favorirne la commercializzazione. Il Piano strategico del turismo ha attribuito ad ENIT il ruolo di coordinatore del Piano d'azione - Sessione quinta - Marketing turistico della destinazione Italia e ha finalità di migliorare la capacità di penetrazione del brand Italia, ampliare i mercati di riferimento, adottare delle strategie condivise per stimolare i diversi segmenti della domanda turistica nazionale e internazionale, conferendo all'Agenzia oltre 30 milioni di euro ogni anno per le attività promozionali e il funzionamento, a cui si aggiungono 20 milioni di euro per ulteriori progetti relativi a speciali iniziative e, in particolare, nell'ambito del marketing digitale.

A tal fine ENIT ha approvato i piani annuali della promozione turistica all'interno del Piano triennale 2016-2018. In particolare, nel Piano triennale 2016-2018 ENIT ha previsto le seguenti linee generali: presidio sui mercati avanzati, che costituiscono lo zoccolo duro dell'incoming italiano, con azioni promozionali costanti indirizzate sia al consumatore finale che al trader; rafforzamento della propria presenza sui mercati in rapido sviluppo; intensificazione delle azioni promozionali a sostegno del brand Italia, anche attraverso un maggior consolidamento della presenza di uffici dell'Agenzia in grado di sostenere azioni finalizzate ad un reale consolidamento della posizione del nostro Paese, al pari dei nostri maggiori competitors; attenzione al turismo domestico, che continua a rappresentare oltre metà del settore in Italia, per il quale si intende mettere in campo azioni con le regioni e lavorare sull'integrazione fra le offerte regionali, per continuare ad attrarre flussi domestici; sviluppo dell'Osservatorio nazionale del turismo, affinché fornisca dati e informazioni sul settore turistico nazionale e internazionale, che saranno alla base della programmazione delle azioni promozionali da intraprendere; rivisitazione del sito Italia.it e sviluppo di un piano di social media marketing che consenta al brand Italia di imporsi sul panorama internazionale dei social; attuazione di una politica di partecipazione mirata a fiere selezionate, con l'obiettivo principale di riportare tutta l'offerta turistica italiana sotto il forte brand Italia con uno stand di grande impatto visivo.

Nel primo semestre 2017, l'Agenzia ha realizzato circa 250 azioni promozionali in Italia e all'estero, articolate in tre linee di azione: attività di comunicazione coordinata e integrata con una forte componente digitale per consentire una maggiore personalizzazione e declinazione verso nicchie turistiche e fasce di età e mercati geografici tra le quali, per esempio, produzione e diffusione di uno spot “Alpi italiane” sulla montagna trasmesso su specifici canali sportivi in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Polonia e Russia; una specifica iniziativa per promuovere i borghi italiani, che ha superato i 100 milioni di visualizzazioni; una strategia di comunicazione volta a intercettare i potenziali turisti nelle diverse piattaforme digitali, creando un effetto moltiplicatore sui social networks; il rafforzamento della presenza dell'Agenzia alle più importanti fiere di settore, con particolare attenzione ai Paesi emergenti e a quelle incentrate su specifici segmenti di prodotto, partecipando a 9 fiere in 7 Paesi: Spagna, Finlandia, Belgio, Germania, Russia, Brasile ed Emirati Arabi.

Nel secondo semestre l'Agenzia sarà presente come premier partner al World Travel Market di Londra, principale fiera internazionale nel settore turistico. Le iniziative di promozione intraprese stanno contribuendo al raggiungimento di notevoli risultati in termini di aumento sia degli arrivi che delle partenze. Nel primo semestre 2017, dati aggiornati al 9 settembre, si è riscontrato un incremento degli arrivi del 4,6 per cento rispetto al primo semestre 2016. Le presenze hanno registrato un incremento del 6 per cento. Notevole è stato l'aumento di presenze negli stabilimenti balneari durante la stagione estiva: tra giugno e agosto, gli stabilimenti balneari hanno registrato un più 16 per cento rispetto al 2016, con un incremento di turisti stranieri del 5 per cento.

Molto forte è stato, inoltre, l'incremento dei visitatori dei musei, più 12,5 per cento rispetto al primo semestre del 2016, a conferma della rilevanza della sinergia cultura-turismo. A seguito anche dei positivi risultati di queste prime settimane di autunno, che fanno intravedere una notevole tendenza alla destagionalizzazione della domanda turistica, è lecito ritenere che il 2017 sarà per il settore turistico un anno record. Si segnalano, tra l'altro, nell'“anno dei Borghi”, un forte incremento, pari al 74 per cento rispetto all'anno precedente, di presenze nelle aree rurali, crescita sostenuta dall'aumento di forme di turismo sostenibile, come la frequentazione dei Cammini, quali in primo luogo la via Francigena e gli altri itinerari francescani, e il fenomeno dei viaggi sui treni storici, che dovrebbero raggiungere le 70 mila unità, di cui il 40 per cento straniere.

Il Ministero e l'ENIT, onorevole Galgano, proseguiranno nelle iniziative intraprese di promozione turistica, ampliando i mercati di riferimento con particolare riguardo ai Paesi emergenti, valorizzando le destinazioni turistiche meno note, promuovendo la destagionalizzazione dei flussi turistici e le diverse forme di turismo sostenibile e cogliendo le opportunità offerte dalla forte digitalizzazione che ha investito il settore turistico. Ciò in forte coordinamento con gli operatori del settore, le regioni e gli enti locali, nonché con le altre amministrazioni centrali, al fine di superare la frammentazione e il mancato coordinamento che troppo a lungo hanno ostacolato la piena valorizzazione delle potenzialità turistiche del territorio italiano.

PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle sue interrogazioni.

ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente, grazie sottosegretaria Borletti. Mi dichiaro soddisfatta di questa esauriente risposta alla nostra interrogazione. Poneva tre domande: una sulla cabina di regia, ed è stato risposto esaurientemente; la seconda, sull'utilizzo delle nuove tecnologie, l'inserimento con Industria 4.0, e, anche qui, si sta lavorando veramente bene, d'altra parte lo testimoniano i dati. L'ultimo punto che noi ponevamo era per quello che riguarda la ristrutturazione degli alberghi, delle strutture ricettive, che sono anziane e hanno bisogno di essere stimolate nell'adeguarsi agli standard di qualità internazionali. Su questo, un importante banco di prova sarà la legge di stabilità, e noi auspichiamo che ci sia una parte destinata a questo obiettivo, visto che il turismo sta andando così bene e sta contribuendo in maniera significativa alla ripresa che in questo momento è in corso.

(Iniziative volte al recupero di relitti di navi dell'antica Grecia presenti nei pressi delle coste di Gela – n. 3-02841)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Burtone n. 3-02841 (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua, ha facoltà di rispondere.

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Grazie, Presidente. Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Burtone relativa ai relitti di navi dell'antica Grecia rinvenuti nei pressi delle coste di Gela. Permettetemi di precisare che la vicenda in essa descritta è di primaria competenza della regione siciliana, in quanto, in virtù dell'articolo 14, lettera n) del relativo statuto, approvato con RDL del 15 maggio 1946, n. 455 (convertito nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2) , e delle disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, recante “Norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio e di antichità e belle arti”, le competenze in materia di paesaggio e di tutela architettonica sono attribuite alla regione siciliana stessa, assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana, e non a questo Ministero.

Le notizie che vi riferirò ci sono state pertanto riferite dalla competente soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Caltanissetta dell'assessorato della regione siciliana. Con queste necessarie premesse, si evidenzia che il tratto di mare antistante la costa di Gela, colonia dorica fondata nel 689 avanti Cristo e importante emporio commerciale, costituisce un giacimento archeologico di straordinario interesse culturale. È nota la presenza di navi greche nel fondale argilloso e sabbioso antistante la località Bulala a circa due chilometri ad est della foce del fiume Gela, anticamente il porto-canale della città, cui si aggiungono i relitti di imbarcazioni di epoche diverse individuati nell'area del golfo. Il prezioso carico trasportato da queste navi, recuperato in minima parte, dimostra l'importanza del porto marinaro di Gela e del suo emporio greco, dove confluivano le merci pregiate provenienti dai mercati dell'Egeo e dell'Attica.

Con le campagne di scavo 2003-2008, la soprintendenza di Caltanissetta ha recuperato il relitto di una nave di trasporto della metà del VI secolo avanti Cristo della lunghezza di circa 21 metri, che rappresenta un esempio unico al mondo di nave “cucita” con fibre vegetali. I legni del mercantile sono stati restaurati dal laboratorio MRAS di Portsmouth, in Inghilterra, e riconsegnati nel 2014 al Museo archeologico di Gela, dove giacciono in appositi contenitori di legno.

L'esposizione al pubblico del relitto avverrà nel nuovo museo-laboratorio dei relitti, un manufatto di architettura contemporanea di circa 4 mila metri quadrati previsto all'interno dell'area archeologica demaniale di Bosco Littorio a Gela, il cui primo lotto, dell'importo di 5 milioni di euro, è stato appaltato nel 2015. Riguardo alla tutela e recupero dei reperti e dei relitti ancora giacenti sul fondale marino di Gela, vorrei precisare che nella regione siciliana le attività di tutela, gestione, vigilanza e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo rientrano tra le competenze della soprintendenza del mare con sede a Palermo, che ha precisato al riguardo di essere intervenuta ripetutamente nelle acque antistanti contrada Bulala, a Gela, con ricognizioni, documentazioni e recuperi che hanno consentito di venire a conoscenza dell'esistenza di altri tre, almeno tre, relitti oltre a quello già recuperato. Tra i reperti più significativi recuperati: 87 lingotti di oricalco, ceramiche e due elmi in bronzo pertinenti ad un relitto di una nave databile alla fine del VI secolo avanti Cristo.

La scoperta dei lingotti ha riscosso interesse mondiale, dato che si tratta del primo rinvenimento in assoluto di lingotti di questo particolare metallo, la cui notorietà è dovuta al fatto che è legato al mito di Atlantide. È stata anche trovata e recuperata una colubrina databile al XVII secolo, che è stata restaurata ed esposta nel museo di Gela, così come i lingotti. La zona è sotto costante e continuo controllo della soprintendenza del mare sia direttamente che con l'ausilio di volontari e delle forze dell'ordine (Guardia costiera, Guardia di finanza e carabinieri). È stato anche avviato un procedimento giudiziario dalla procura di Gela contro ignoti per indagare e contrastare eventualità attività di recupero illegale, che ha permesso di operare congiuntamente con la Guardia di finanza per effettuare una sistematica ricognizione dell'area. In seguito a tali importanti scoperte, la soprintendenza del mare ha elaborato due progetti di scavo sistematico per sondare i relitti e recuperarne le suppellettili. Tali progetti esecutivi sono stati sottoposti all'assessorato e sono in corso di finanziamento. Uno di questi è stato anche inserito nelle opere di compensazione che ENI offrirà alla città di Gela.

PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, sono soddisfatto della dettagliata relazione e risposta che ha fornito la sottosegretaria. Giustamente è stato rilevato che siamo davanti a dei reperti di interesse mondiale. Nel Golfo di Gela ci sono questi relitti che contengono opere di straordinaria importanza. Alcune sono state recuperate, così come una nave è stata portata a riva ed è stata, poi, mandata per la ristrutturazione, per il restauro.

Quello che mi premeva sottolineare, signora sottosegretaria, è che noi siamo consapevoli delle competenze statutarie della regione siciliana e, quindi, delle prerogative primarie che la regione siciliana ha in tema di beni culturali, ma siamo davanti ad opere di straordinaria importanza mondiale. Dunque, io credo che la regione debba essere aiutata e sostenuta. Certo, hanno fatto un'opera preziosa la sovrintendenza del mare, la sovrintendenza ai beni culturali della provincia di Caltanissetta e alcune opere sono state avviate.

Quello che pensiamo, però, è che questo processo che finalmente si è avviato anche in Sicilia, di rispetto della realtà dei beni culturali siciliani, della necessità di una valorizzazione di queste opere, debba essere sostenuto, perché tutto ciò può determinare nuove opportunità occupazionali.

I beni culturali vanno custoditi, vanno fruiti, ma debbono anche diventare una risorsa. Non c'è dubbio che quell'area di Gela è di grande importanza e noi sosteniamo che debba essere potenziato il lavoro che è stato finora avviato dalla regione siciliana. Anche in altre parti della Sicilia si stanno portando avanti opere significative, parlo per esempio del Val di Noto, un'area in cui si stanno facendo lavori importanti. Vengono restituiti parchi archeologici di grande significato, delle opere del Seicento, conventi che hanno una grande importanza sul piano culturale. Quello che chiediamo è che lo Stato si senta partecipe di questo processo, aiuti la regione siciliana ad andare avanti, perché tutto ciò può essere utile anche ai fini occupazionali, può essere una grande opportunità per lo sviluppo.

(Iniziative in relazione al fenomeno della presenza di microplastiche nel Mar Mediterraneo e, in particolare, nel Mare Adriatico – n. 3-03320)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ricciatti ed altri n. 3-03320 (Vedi l'allegato A).

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente che il problema delle plastiche nell'ambiente, e in particolare nei mari, è noto da decenni. Esso non riguarda solo l'Adriatico e il Mediterraneo, dove per lo scarso ricambio delle acque e la fortissima pressione antropica è particolarmente rilevante, ma ha una dimensione globale.

Il Ministero dell'ambiente segue da anni questi importante tematica, provvedendo anche al finanziamento dei primi studi sull'impatto delle microplastiche sugli organismi marini già a partire dal 2011. Questo impegno viene ribadito in tutte le sedi internazionali e comunitarie con l'adesione da parte dell'Italia alla campagna di UNEP “Clean Seas” ed alla International coalition “Stop Plastic Waste”, nonché in seno alla Convenzione di Barcellona per la tutela del Mediterraneo e delle sue coste.

Inoltre, nell'ambito della recente Presidenza italiana del G7, l'Italia ha promosso una serie di importanti eventi sul tema.

A livello internazionale sono state avviate diverse azioni per studiare e formulare possibili soluzioni alla questione.

In Europa, in particolare, il problema è considerato ampiamente nel 7° Programma d'azione per l'ambiente. Con la “Strategy for Plastics in the Circular Economy”, in corso di elaborazione, la Commissione europea sta affrontando, infatti, il problema delle plastiche e microplastiche nell'ambiente. Inoltre, nell'ambito dell'attuazione della direttiva quadro 2008/56/CE, recepita con il decreto legislativo n. 190 del 2010, la strategia per l'ambiente marino istituisce un quadro di azione comunitaria, prevedendo il raggiungimento del buono stato ambientale dei mari dell'Unione entro il 2020. Con il decreto ministeriale 17 ottobre 2014 sono stati, quindi, fissati i requisiti per la determinazione del buono stato ambientale delle acque marine e sono stati definiti i traguardi ambientali (Target), che monitoreranno il raggiungimento del buono stato ambientale.

Nell'ambito dell'attuazione del decreto legislativo n. 190 del 2010, il Ministero dell'ambiente ha avviato nel 2015 un importante programma di monitoraggio nazionale, per la valutazione continua dello stato ambientale delle acque marine. Le attività di monitoraggio sono state affidate alle ARPA. Tale azione copre tutte le tre sottoregioni marine italiane, così come stabilite dalla direttiva: Mediterraneo occidentale, Mar Ionio-Mediterraneo centrale e Mare Adriatico. Il numero dei campionamenti annuali previsti, proporzionali all'estensione costiera delle diverse sottoregioni, è di 54, ossia in media 18 per sottoregione.

A tal proposito, si evidenzia che l'ISPRA partecipa attivamente, insieme al Ministero, al tavolo tecnico europeo sul “descrittore 10” della strategia marina, ai fini della redazione di linee guida e rapporti a livello comunitario.

Si fa presente, inoltre, che nell'ambito dell'attuazione della predetta strategia marina, saranno adottate alcune specifiche misure, volte in particolare a ridurre la produzione di rifiuti collegati alla pesca e all'acquacoltura, e a facilitare il conferimento dei rifiuti raccolti durante l'attività di pesca, contribuendo così a recuperare i rifiuti marini presenti sui fondali e che potrebbero, nel prossimo futuro, diventare fonti secondarie di produzione di microplastiche.

Si deve, inoltre, evidenziare che il Ministero dell'ambiente e l'ISPRA hanno partecipato al progetto europeo Defishgear, finanziato dall'Unione Europea. Il Ministero è, inoltre, attualmente nell'advisory board del progetto di ricerca Indicit, finanziato dalla Direzione generale ambiente della Commissione europea, che vede ISPRA tra i partner, nonché nel progetto Medsealitter, finanziato con fondi Interreg. Tali progetti mirano all'ottenimento di risposte di governance sul tema.

Infine, per quanto concerne le iniziative finalizzate allo studio delle possibili soluzioni al problema dell'accumulo delle microplastiche nell'ambiente marino, e in particolare nel mare Mediterraneo, ISPRA ha presentato un progetto pilota cofinanziato LIFE 2017, denominato Ecomussel, che progetta nuovi materiali biodegradabili. L'ISPRA sta, inoltre, partecipando ad alcune proposte progettuali, dove il Ministero è un partner associato, che prevedono la valutazione degli effetti tossici provenienti dalle microplastiche.

Alla luce delle informazioni esposte, si segnala che il Ministero, anche attraverso le attività di ISPRA, continuerà a svolgere studi e verifiche sulla problematica in argomento.

PRESIDENTE. L'onorevole Ricciatti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Grazie, signora sottosegretaria, sono parzialmente soddisfatta, perché registro che sia in sede comunitaria, che, in parte, in sede nazionale, il Governo ha chiaro il problema e aderisce a svariati programmi per tentare di individuare una soluzione. Mi sarebbe piaciuto sentire “un più” dalla sottosegretaria come, ad esempio: il Governo italiano sceglie di stanziare fondi per finanziare le università italiane per fare ricerca. Anche perché un altro tema, che non ho citato all'interno della mia interrogazione, ad esempio, è il mutamento forte e radicale della fauna ittica che, ovviamente, è un problema con il quale, primo o poi, anche il nostro Paese dovrà fare i conti.

Ovviamente, citando uno studio elaborato dall'Università Politecnica delle Marche, ho portato ad esempio il Mare Mediterraneo che ha un problema in più rispetto agli altri e, cioè, un limitato ricambio d'acqua, essendo soprattutto un bacino, peraltro chiuso, particolarmente popolato. Però, registriamo che ci sono svariati campi d'azione, soprattutto in fase comunitaria, per cercare di individuare il problema e affrontare lo studio. L'auspicio è quello che il Governo italiano provi a finanziare anche le università italiane.

(Iniziative di competenza per un'indagine epidemiologica dell'Istituto superiore di sanità in una palazzina nel comune di Bari dove si è rilevata una alta incidenza di tumori – n. 3-02650)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Losacco e Burtone n. 3-02650 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie Presidente. In merito alla questione segnalata dall'interrogazione parlamentare in esame, il Dipartimento di promozione della salute, del benessere sociale e dello sport della regione Puglia, per il tramite della prefettura di Bari, ha reso noto quanto segue.

Nel dicembre 2016, il Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria locale di Bari, l'azienda regionale per la prevenzione e la protezione dell'ambiente ARPA-Puglia e l'Azienda regionale per la casa e l'ambiente ARCA-Puglia hanno concordato le attività da effettuare, a seguito di quanto segnalato in un esposto dagli inquilini del condominio di via Archimede di Bari.

In particolare, in data 13 dicembre 2016, è stato effettuato presso la palazzina condominiale un sopralluogo congiunto, a cura del personale delle tre aziende, in presenza dell'amministratrice condominiale e di alcuni inquilini. Nel corso del sopralluogo sono state effettuate rilevazioni dei campi elettromagnetici a radiofrequenza, generati da impianti delle comunicazioni, e sono stati ispezionati gli spazi comuni dello stabile. Inoltre, l'amministratrice si è impegnata a distribuire ai condomini una scheda predisposta, allo scopo di acquisire elementi informativi sui casi di tumore segnalati.

Il 16 gennaio 2007 si è svolto un ulteriore sopralluogo congiunto. Sono stati posizionati dei dosimetri per il radon ed eseguite misure radiometriche istantanee. Si è anche provveduto ad ispezionare i locali dello scantinato.

ARPA Puglia ha, altresì, avviato ulteriori indagini tecniche, al fine di monitorare la qualità dell'aria, gli odori e le emissioni fuggitive dalla collinetta ecologica, presso la zona Japigia. Inoltre, ARPA Puglia ha provveduto a verificare gli impianti a radiofrequenza esistenti nei dintorni della palazzina. Le indagini tecniche effettuate hanno dato esito negativo, riguardo ai campi elettromagnetici.

Gli esiti del monitoraggio della concentrazione media annua di gas radon, avviato il 16 gennaio 2017 presso alcuni locali della palazzina, saranno disponibili a fine gennaio 2018. Tuttavia, le misure istantanee eseguite il 16 gennaio 2017, per rilevare la concentrazione di gas radon presente al momento stesso del controllo, hanno fornito valori di gran lunga inferiore ai limiti indicati dalla Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio dell'Unione europea e nella legge della regione Puglia n. 30 del 2016. Tali valori riscontrati, pertanto, non hanno suggerito la necessità di urgenti ulteriori azioni, rispetto a quelle programmate e già intraprese.

Anche le misure di rateo di dose gamma in aria, eseguite il 16 gennaio 2017 non hanno posto in evidenza anomalie, rispetto ai valori di rateo riscontrabili comunemente negli ambienti di vita confinati.

Non essendo ancora in possesso delle schede distribuite ai condomini, per acquisire elementi conoscitivi sulle patologie tumorali segnalate, il Dipartimento di prevenzione della ASL di Bari ha provveduto a consultare il database del registro tumori e del registro mortalità aziendali.

È emerso che, rispetto ai 26 inquilini elencati in esposto, ritenuti affetti da tumore, la patologia tumorale è risultata accertata per undici persone (tre tumori da sistema emolinfopoietico; due carcinomi polmonari; un melanoma cutaneo ed un caso di carcinoma per ciascuna delle seguenti sedi: gastrica, intestinale, pancreas, vie biliari, mammaria). In quattro di questi casi, i soggetti non risultano residenti in via Archimede. In effetti, si è potuta rilevare un'estrema varietà di tipologie e sedi tumorali, riconducibili ad una molteplicità di possibili fattori eziologici e solo alcuni ascrivibili anche a fattori ambientali, per lo più di natura professionale.

La regione Puglia ha, tuttavia, sottolineato che la questione in esame permane all'attenzione dei competenti servizi regionali e, in particolare, dell'ARPA e dell'ASL di Bari.

Concludo, dando piena assicurazione che, nonostante le prime indicazioni provenienti dalle indagini, che sono state illustrate, non forniscano l'evidenza di una situazione di estrema criticità, tale da imporre ulteriori indagini epidemiologiche da parte dell'Istituto superiore di sanità, il Ministero della salute continuerà a monitorare la problematica e si riserverà di adottare ulteriori iniziative, alla luce dei risultati definitivi sulla concentrazione di gas radon, attesi per il gennaio 2018.

PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, io sono soddisfatto della risposta del sottosegretario, non soltanto perché ha dato le informazioni che ha ricevuto da parte dall'assessorato, ma anche per l'ultimo impegno, ossia che il Ministero porterà avanti un'indagine conoscitiva, seguirà l'evolversi della situazione.

Infatti, signor sottosegretario, lei credo concordi sul fatto che ci troviamo davanti a un fatto straordinario, cioè nella stessa palazzina in 26 anni ci sono stati circa 27 casi di tumori e 14 di queste persone affette da tumore sono decedute.

Nella sua relazione lei evidenzia che, tra l'altro, parliamo di tumori e di localizzazione diversa, chi nel pancreas, chi nel polmone. Quindi, quello che abbiamo davanti è un caso da studiare. Certo, l'ARPA regionale della Puglia e l'osservatorio epidemiologico regionale credo abbiano fatto il proprio lavoro. Non sono arrivati a definire l'eziologia e io penso che sia doveroso, da parte del Ministero, seguire questo caso. Lei ha preso un impegno. Credo che l'Istituto superiore di sanità possa svolgere questo lavoro, anche perché noi sappiamo che il tumore continua ad essere una causa di morte molto diffusa, non solo a livello mondiale, ma anche in Italia. Una strategia seria, per affrontare questa patologia, è rappresentata dalla prevenzione. Quindi, conoscerne le cause, sapere quali sono i motivi eziologici che scatenano in quella sede, in quella palazzina, casi diversi di tumore, credo possa essere di interesse non soltanto per la Puglia, ma complessivamente.

Lei è siciliano e sa che ci sono episodi di questo tipo anche in Sicilia. A Lentini, abbiamo tutti seguito quello che accadeva. C'è un'area della città di Lentini, in cui c'è una presenza anomala, dal punto di vista statistico, di casi di tumori, che debbono essere anche lì studiati. Infatti, si parla di correnti d'aria, si parla di onde elettromagnetiche, si parla anche di territori che probabilmente sono stati inquinati da cause legate ad utilizzo di sostanze, anche da parte di militari. Quindi, credo che l'impegno debba esserci da parte del Ministero. Noi abbiamo l'Istituto superiore di sanità che può svolgere questo lavoro.

E mi permetta, signor sottosegretario, di dire che, mai come in questo caso, si evidenzia la necessità di chiudere anche con il varo della legge sul registro nazionale dei tumori. Lei sa che abbiamo svolto un ottimo lavoro alla Camera, abbiamo varata la norma. Ora è al Senato. L'auspicio è che si definisca anche là, al più presto, in modo da potere avere finalmente questo strumento, che possa dare dati, possa seguire attentamente alcuni casi, che possono richiamare uno studio più articolato. Il registro nazionale tumori può essere veramente uno strumento serio ed efficace per combattere questa grave patologia.

(Iniziative di competenza volte a chiarire alcuni aspetti della disciplina relativa al conferimento delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione, con particolare riferimento alla premialità di punteggio a favore dei cosiddetti farmacisti rurali – n. 3-03303)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Occhiuto n. 3-03303 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante, perché mi consente di affrontare un tema, quello della disciplina applicabile ai farmacisti rurali, nell'ipotesi di apertura di nuove sedi farmaceutiche, che da tempo è all'attenzione del Ministero della salute.

Come evidenziato nell'atto ispettivo in esame, la problematica è già particolarmente delicata e, anche in considerazione degli interessi sottesi, risulta ulteriormente complicata dalle numerose e differenti pronunce giurisdizionali, che si sono succedute e di cui dirò appresso.

Pertanto, mi accingo a illustrare, sia pur sinteticamente, la situazione nonché le iniziative, che questo Ministero, ben consapevole dell'importanza della questione, ha ritenuto di dovere intraprendere.

Con il decreto-legge n. 1 del 2012, il legislatore, al fine di favorire la crescita economica e la competitività del Paese, nonché di facilitare l'accesso dei giovani nel mondo dell'impresa, ha introdotto nell'ordinamento una disciplina speciale, il cosiddetto concorso straordinario, per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche, finalizzate a consentire e favorire l'accesso alla titolarità delle farmacie da parte di un più ampio numero di aspiranti, nonché favorire le procedure per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche, garantendo al contempo una più capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico.

Il medesimo decreto-legge ha stabilito che al concorso straordinario si applicano, ove compatibili, le disposizioni sui concorsi per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione o vacanti, tra cui il disposto normativo, di cui all'articolo 9 della legge n. 221 del 1968.

Ricordo che il citato articolo 9 prevede, nel più generale intento di mantenere la presenza delle farmacie in piccole realtà rurali, una specifica maggiorazione del punteggio professionale. La norma in questione, recepita nei bandi predisposti dalle singole regioni per il concorso ordinario, è stata oggetto di diverse contestazioni in merito al metodo di calcolo della citata maggiorazione. Ciò ha determinato l'instaurazione di numerosi contenziosi conclusisi, come ha ben ricordato l'onorevole interrogante, con pronunce di differente tenore interpretativo da parte dei giudici amministrativi di primo grado. Alle differenti pronunce dei TAR è seguita la sentenza del Consiglio di Stato n. 5667 del 2015 che, nel pronunciarsi in merito a un concorso ordinario, ha statuito il principio secondo cui la maggiorazione prevista per l'attività svolta nelle farmacie rurali debba essere sommata e non inclusa nei 35 punti previsti per la valutazione dell'attività professionale. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, una diversa interpretazione porterebbe a privilegiare coloro che hanno un'anzianità più bassa e a penalizzare, invece, coloro che sono in possesso di un'anzianità superiore determinando, con ciò, conseguenze abnormi sul piano della razionalità e dell'imparzialità.

A seguito dell'interpretazione fornita dal Consiglio di Stato e in considerazione delle ricadute che l'applicazione di tale principio comporta sui vari procedimenti in corso relativamente al punteggio da attribuire ai candidati al concorso straordinario, questo Ministero si è rivolto all'Avvocatura generale dello Stato al fine di acquisire il relativo parere sulla corretta interpretazione dell'articolo 9 della legge citata. L'Avvocatura, nel prendere atto delle notevoli incertezze interpretative e dell'esigenza di non vanificare le finalità sottese al concorso - circostanza questa fortemente rappresentata dal Ministero della salute -, ha ritenuto che non fosse sufficiente l'ipotesi prospettata dal Ministero e, cioè, di risolvere la questione con un atto di indirizzo di natura amministrativa e che, invece, fosse massimamente auspicabile un intervento normativo chiarificatore che possa indicare la corretta interpretazione fra quelle individuate dalla giurisprudenza.

Premesso quanto sopra, mi sento di poter rassicurare l'onorevole interrogante che, in considerazione di quanto espresso dall'Avvocatura generale dello Stato nonché delle esigenze rappresentate nell'atto ispettivo in esame e già pienamente condivise dal Ministero della salute, è ferma intenzione del Dicastero sostenere l'approvazione di una disposizione normativa di interpretazione autentica in grado di chiarire, senza più alcun dubbio, che debbano valere anche per il concorso straordinario i criteri di attribuzione dei punteggi ed i relativi tetti già fissati con DPCM 30 marzo 1994, n. 268. A conferma della serietà dell'anzidetto impegno, desidero far presente che sussistono già ipotesi emendative in tal senso al testo del DDL in tema di sperimentazione clinica dei medicinali che inizierà il proprio esame in quest'Aula a partire dal pomeriggio odierno; emendamenti che, come ho appena detto, riceveranno il convinto e forte sostegno del Ministero nell'auspicio che essi possano essere approvati unitamente all'intero disegno di legge.

PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signor Presidente. Ringrazio il sottosegretario per la risposta puntuale e al di là delle appartenenze - io sono un parlamentare di opposizione - non ho difficoltà, però, ad esprimere la mia soddisfazione anche per il contenuto della risposta, perché l'interrogazione che io avevo proposto aveva come obiettivo quello di stimolare, da parte del Ministero, iniziative affinché si potesse provvedere a fare chiarezza rispetto al vuoto normativo e all'incertezza normativa che si sono determinate e il sottosegretario ha appena assunto l'impegno di provvedere come rappresentante del Governo - quindi, è un impegno del Governo - a colmare questo vuoto normativo e questa incertezza, esprimendo un parere favorevole sugli emendamenti che vanno nella direzione di risolvere la questione che non è, signor Presidente, una questione che riguarda solo quelli che hanno un'esperienza professionale maturata nelle farmacie rurali. Detta così potrebbe sembrare una micro questione; invece, è una questione importante perché rischia di vanificare tutte le graduatorie che sono state redatte dopo i concorsi per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche.

Proprio perché preoccupato che potesse avvenire questo, ho proposto questa interrogazione chiedendo, appunto, che si facesse chiarezza tra quanto disposto dalla legge n. 362 del 1991 e dal successivo DPCM del 1994 e la legge n. 221 del 1968, perché l'incertezza normativa può determinare, appunto, che si invalidino tutte le graduatorie dei concorsi per farmacie. Che cosa succederebbe, allora, ai capitali che hanno investito questi giovani laureati in farmacia?

Che succederebbe a loro stessi, a questi laureati disoccupati che hanno pensato di partecipare ai concorsi per l'assegnazione delle farmacie stesse?

Signor sottosegretario, una sola avvertenza: il problema è urgente perché il 26 ottobre - non il 26 ottobre dell'anno prossimo ma questo 26 ottobre, giovedì - il Consiglio di Stato si esprimerà proprio sulle questioni poste dai ricorrenti che hanno maturato un'esperienza nelle farmacie rurali e che, quindi, chiedono di rivedere quelle graduatorie. Se il 26 ottobre il Consiglio di Stato dovesse dare ragione, se giovedì il Consiglio di Stato dovesse dare ragione a questi ricorrenti e questi avessero una giurisprudenza a loro favorevole, allora che succede? Si invalidano tutte le graduatorie? Il concorso viene sospeso e si provvede?

Quindi, il mio auspicio è che si possa provvedere al più presto a predisporre un'interpretazione autentica o all'interno del provvedimento che oggi cominceremo a discutere alla Camera oppure attraverso un emendamento alla legge di bilancio. Anche lì presenteremo degli emendamenti per stimolare un'interpretazione autentica che faccia chiarezza sul problema. L'auspicio è che il Governo si impegni affinché questa interpretazione autentica possa essere licenziata dal Parlamento - il Governo e la maggioranza - nei tempi più brevi per dare finalmente certezza normativa a questo comparto, quello all'assistenza farmaceutica, ma anche per evitare che i capitali investiti da questi giovani vengano bruciati a causa delle inadempienze legislative.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Cicchitto, Ferrara, Lorenzo Guerini, Piccoli Nardelli, Sani, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,20.

La seduta, sospesa alle 15,01, è ripresa alle 15,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1324 - Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute (Approvato dal Senato) (A.C. 3868-A); e delle abbinate proposte di legge: Catanoso Genoese; Rondini ed altri; Grimoldi; Lenzi; Fabbri; Vargiu ed altri; Murer; Miotto ed altri; Senaldi ed altri; Binetti; Lodolini ed altri; Gregori ed altri; Vezzali; Vezzali; Lenzi e Ghizzoni; Paola Boldrini ed altri; Elvira Savino; Elvira Savino (A.C. 334-993-1088-1229-1429-1485-1599-1961-2312-2518-2781-3263-3307-3319-3377-3603-3999-4556).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3868-A: Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute; e delle abbinate proposte di legge nn. 334-993-1088-1229-1429-1485-1599-1961-2312-2518-2781-3263-3307-3319-3377-3603-3999-4556.

Ricordo che nella seduta del 9 ottobre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Avverto che nella seduta del 12 ottobre 2017 la XII Commissione (Affari sociali) ha proceduto all'abbinamento delle proposte di legge Paola Boldrini ed altri n. 3603: “Disposizioni per favorire l'applicazione e la diffusione della medicina di genere” e delle proposte di legge Vargiu ed altri n. 1485 e Murer n. 1599: “Norme in materia di medicina di genere”, che devono pertanto intendersi ricomprese nella relazione sui progetti di legge in esame.

(Esame degli articoli - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.

Avverto che, fuori della seduta, le proposte emendative Fucci 3.1, Lenzi 3.100, Cova 7.015 e 11.28 sono stati ritirati dai presentatori.

Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato l'emendamento 2.300, che è in distribuzione, e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere reca tre condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, sull'emendamento 1.1 Baroni, parere contrario, ma c'è un parere contrario anche della Commissione bilancio. Emendamento 1.2 Zolezzi, parere contrario. Emendamento 1.3 Fossati, parere contrario e parere contrario anche della Commissione bilancio. Identici emendamenti 1.4 Baroni e 1.5 Fossati, parere contrario. Emendamenti Grillo 1.6, 1.7 e 1.8, parere contrario. Emendamento 1.9 Nesci, parere contrario, e parere contrario anche della Commissione bilancio. Emendamenti 1.10 Baroni, 1.11 Nesci, 1.12 Murer, 1.13 Colonnese, 1.14 Baroni e 1.15 Lorefice, parere contrario, e su quest'ultimo emendamento parere contrario anche della Commissione bilancio. Emendamenti Grillo 1.16 e 1.17, 1.18 Nesci e 1.19 Colonnese, parere contrario, e su quest'ultimo parere contrario anche della Commissione bilancio. Emendamenti 1.20 Silvia Giordano, 1.21 Murer, 1.22 Fossati e 1.23 Silvia Giordano, parere contrario. Emendamento 1.24 Fossati, parere favorevole. Emendamenti 1.25 Baroni e 1.26 Brignone, parere contrario, e su quest'ultimo parere contrario anche della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Non mi risulta. L'emendamento 1.26 ha solo il parere contrario suo, non mi risulta ci sia un parere contrario della Commissione Bilancio.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Grazie, ho segnato male le informazioni. Era l'emendamento 1.25 che aveva un parere…

PRESIDENTE. Comunque non si preoccupi, che tanto i pareri della Commissione bilancio li dà la Presidenza. Grazie anche per l'aiuto.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sull'emendamento 1.27 Mantero parere contrario.

PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Baroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Ci siamo? Colleghi, vi pregherei di accelerare, perché la seduta inizia prima. Si danno i venti minuti per prendere le tessere: è abbastanza singolare che le tessere si prendano a seduta ampiamente aperta.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Zolezzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Fossati, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.4 Baroni e 1.5 Fossati.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, che è identico al successivo 1.5 Fossati, proviamo a inserire nella delega al Governo per la revisione della disciplina in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano e nell'ambito dei criteri e principi direttivi della suddetta delega, con specifico riferimento agli studi clinici, la previsione che almeno uno studio necessario per la richiesta di approvazione della sperimentazione sia condotto da un ente indipendente e senza fini di lucro, e in assenza di conflitti di interesse con l'azienda farmaceutica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.4 Baroni e 1.5 Fossati, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Grillo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Per quanto ci riguarda, l'emendamento inserisce nell'ambito della delega della sperimentazione una serie di criteri e principi direttivi puntuali che sono proprio desunti dal regolamento dell'Unione europea n. 536 del 2014, e vengono ulteriormente rafforzati secondo l'esigenza diffusa di garantire in tale ambito, così delicato, della salute umana la massima trasparenza e l'assenza di ogni conflitto di interesse idoneo, anche potenzialmente, a determinare, a nostro avviso, seri rischi per la salute dei cittadini. Proprio recenti fatti di cronaca giudiziaria di Parma, che hanno visto il coinvolgimento anche di luminari della ricerca e della sperimentazione clinica, rilevano l'esigenza, non più procrastinabile, di inserire regole certe e puntuali che abbiano il fine di circoscrivere ogni rischio di corruttela tra chi svolge una sperimentazione clinica, chi la valuta, chi la finanzia, chi vi partecipa a qualsiasi titolo, a tutela proprio della salute dei cittadini e, soprattutto, di quei pazienti che, addirittura, sono ignari di alcune situazioni che si vengono a creare.

Così emerge proprio da questa cronaca giudiziaria che abbiamo visto per la questione di Parma. Pertanto, l'emendamento è importantissimo poiché prevede che la scelta della ricerca da effettuare sia sempre antecedente e pubblica a qualsiasi tipo di finanziamento e che sia necessaria realmente alla salute delle persone, evitando duplicazioni di ricerche già condotte. Si tutela l'indipendenza dei ricercatori, assicurando loro la massima autonomia nella pubblicazione e diffusione dei dati, senza alcuna influenza dei finanziatori e dei vincoli di proprietà di soggetti terzi che possano deciderne la diffusione o meno in funzione dei propri interessi commerciali. Si prevede che le riviste scientifiche siano realmente trasparenti, prevedendo una richiesta esplicita agli autori di articoli riguardo il progetto di ricerca e prevedendo, altresì, che i membri dei comitati o responsabili editoriali delle riviste scientifiche non abbiano conflitti di interesse.

Infine, si prevede, come indicato esplicitamente proprio dal regolamento dell'Unione Europea già citato, il n. 536 del 2014, che i dati della ricerca non siano considerati informazioni commerciali di carattere riservato se l'autorizzazione all'immissione in commercio, l'AIC, è già stata concessa o la procedura dell'AIC si è già conclusa, oppure è stata ritirata né poi che siano considerati di carattere riservato le principali caratteristiche di una sperimentazione clinica, la valutazione, la decisione o qualsiasi modifica condotta per l'autorizzazione di una sperimentazione, nonché i dati relativi agli eventi e alle reazioni avverse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Come ha appena detto il mio collega questo emendamento, e i due che seguono, sono molto importanti, perché vanno nella direzione di recepire, per quanto riguarda la sperimentazione clinica dei farmaci, proprio direttive puntuali che ci sono state date dall'Unione europea con un regolamento preciso, proprio per andare nella direzione di aumentare la trasparenza e l'assenza del conflitto di interessi per quanto riguarda la ricerche e anche l'autorizzazione.

Qui, nello specifico, si parla delle riviste scientifiche e degli articoli (ovvero chi fa articoli su un determinato farmaco non sia in conflitto di interessi) e soprattutto - la cosa che noi riteniamo più importante - della trasparenza dei trials clinici e delle sperimentazioni. Noi capiamo che questi devono essere tenuti riservati quando siamo ancora in fase di sperimentazione, quando siamo prima dell'autorizzazione all'immissione in commercio, ma noi chiediamo che, successivamente all'ottenimento dell'autorizzazione per l'immissione in commercio, tutti i trials, tutte le sperimentazioni siano completamente trasparenti. Questo per avere appunto una trasparenza per i malati, dei quali sono i dati, e soprattutto per evitare anche di ripetere sperimentazioni che si sono rivelate fallimentari.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Grazie Presidente. Intervengo in occasione di questo emendamento per dare all'Aula, e anche ai presentatori di questo emendamento, alcune informazioni, e per ricordare a tutti noi alcune cose. La prima: questo articolo 1 che verte sulla sperimentazione clinica ha visto la Commissione rimaneggiare profondamente il testo pervenuto dal Senato con riformulazioni che hanno accolto osservazioni da parte di tutti i gruppi, anche dai proponenti di questi emendamenti. Questi stessi emendamenti erano già stati presentati in Commissione e, in realtà, assorbiti nello spirito e, in alcune parti, nella lettera, nel testo definitivo che abbiamo oggi da valutare in Aula. Pertanto, i principi di trasparenza, di assenza di conflitti di interesse, non solo prima, durante, ma in tutte le fasi di una sperimentazione clinica, e tutti i temi sollevati, sono già contenuti nel testo che abbiamo opportunamente riformato nel lavoro della nostra Commissione.

La seconda osservazione, che è importante fare in questo momento, anche in vista dei successivi emendamenti (e questo è stato il motivo dei pareri contrari, non contrari alla materia che noi abbiamo accolto con il consenso anche dei proponenti di questi emendamenti) è la seguente: il problema è che si fa riferimento anche a delle norme del regolamento europeo, della disciplina europea, n. 536/2014, e questo regolamento europeo, che sarà integralmente applicativo per l'ottobre del 2018, in alcune parti, è già autoapplicativo. Pertanto, alcune delle osservazioni fatte negli emendamenti in realtà sono già in vigore, perché questo è un regolamento autoapplicativo. Infine, dico che siamo in una parte di legge delega, di delega al Governo, e quindi andare in questa fase con troppe sottospecifiche è contrario proprio alla lettera di questa parte dell'articolo, che è una parte di legge delega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. In realtà, questo è un tema non nuovo per la Commissione affari sociali, visto che ne abbiamo ampiamente discusso anche durante la discussione in Commissione di una risoluzione a mia prima firma, proprio sulla trasparenza dei contratti. È vero quello che dice il presidente che saranno poi attuate e applicabili dall'ottobre 2018, ma intanto quella parte che lui dice essere autoattuativa in realtà non è questa che noi proponiamo e in ogni caso, se sarà attuata dall'ottobre 2018, intanto noi potremmo mettere tra virgolette “una pezza” e cercare di andare nella direzione della trasparenza dei contratti.

Risposta che abbiamo più volte dato, discusso e amplificato per chiarire la nostra posizione in Commissione. A quanto pare, non siamo stati ascoltati, quindi la ripetiamo anche in Aula, anche con questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Grillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Grillo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Questo emendamento è una parte dell'emendamento precedente; prende la parte più importante dell'emendamento precedente. Voglio leggerne solo un pezzo perché sia chiaro cosa proponiamo, prevediamo: “che i dati inclusi in un rapporto su uno studio clinico non siano considerati informazioni commerciali di carattere riservato se l'autorizzazione all'immissione in commercio è già stata concessa, se la procedura per la concessione dell'autorizzazione all'immissione in commercio si è già conclusa oppure se una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio è stata ritirata (…)”. Rispondo anche, tramite lei, al presidente Marazziti, per dire che evidentemente, se noi abbiamo ripresentato questi emendamenti, non riteniamo che la norma così com'è sia esaustiva e sia esplicita in queste parti.

Per noi questa è una parte veramente importante, una battaglia che stiamo già facendo da anni. Chiediamo appunto che i dati delle ricerche cliniche sui farmaci, e i trials, siano resi noti una volta che l'autorizzazione all'immissione in commercio è stata data o una volta che eventualmente è stata rifiutata o ritirata. Questo perché è importante avere una contezza di quali sono stati tutti i pazienti sottoposti alla sperimentazione e di quali sono stati i risultati della sperimentazione; che siano noti ai medici, che siano noti ai pazienti. Ma anche per evitare, come dicevo precedentemente, che si possano intraprendere sperimentazioni o percorsi per la sperimentazione di un farmaco che sono già stati portati avanti da altre aziende che non hanno dato risultati o che li hanno dati e hanno portato all'autorizzazione all'immissione in commercio di un farmaco.

In questo modo, oltre a garantire la salute dei cittadini e andare nella direzione di una completa trasparenza su quali sono stati i percorsi che hanno portato l'autorizzazione in commercio, soprattutto sui veri risultati clinici della sperimentazione, si va verso una riduzione dello spreco delle risorse nella ricerca, quindi a concentrarle su canali, su percorsi, che non sono ancora stati intrapresi.

Come dicevo prima: andiamo nella direzione di un regolamento puntuale dell'Unione europea che possiamo anche recepire per una volta con un po' di anticipo, penso che l'Unione europea se ne farà una ragione se per una volta siamo in anticipo e non in ritardo come al solito. Riteniamo che sia un punto veramente fondamentale, molto importante e, quindi, chiediamo di votare favorevolmente su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. A rinforzo di quanto detto dal mio collega sull'emendamento che stiamo presentando, con la specifica dell'autorizzazione all'immissione in commercio, è assolutamente opportuno che le cosiddette sperimentazioni cliniche, le cosiddette profit, siano soggette ad un regime di pubblicità e trasparenza, così da non rischiare di reiterare i cosiddetti casi Tamiflu, il farmaco antivirale, utilizzato per la prevenzione e il trattamento dell'influenza, che numerosi Governi, in previsione di una presunta pandemia, avevano accumulato in enormi quantità, salvo poi scoprire che i dati clinici - per la maggior parte tenuti nascosti dalla casa farmaceutica - ci davano questo Tamiflu come un pacco. Quindi, i Governi si sono riempiti di vaccini di Tamiflu, che in realtà erano un pacco, per centinaia di milioni di euro.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MASSIMO ENRICO BARONI. Erano, in realtà, insufficienti, quindi, i dati clinici proprio a verificare l'efficacia del farmaco, perché la maggior parte dei risultati erano stati tenuti nascosti dalla casa farmaceutica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Grillo, parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 1.8 Grillo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. Intervengo anche per chiedere l'attenzione di quei colleghi della Commissione affari sociali, che si sono sempre trovati in prima linea per combattere e per parlare delle malattie rare. In particolare, mi rivolgo alla collega Binetti, che è sempre stata promotrice di iniziative e di atti parlamentari in tal senso. Basti ricordare le risoluzioni, votate all'unanimità in Commissione, e le mozioni, votate all'unanimità in Aula. Infatti, con quest'emendamento, noi chiediamo proprio che venga inserita la previsione che siano, comunque, prioritariamente valutate, da parte del Comitato etico, quelle ricerche che possano garantire un rapido accesso a nuovi trattamenti innovativi, riguardanti patologie più gravi e letali, per le quali le cure non esistono o esistono in maniera limitata, come, ad esempio, appunto le malattie rare o ultra rare, e comunque avendo sempre presente i benefici terapeutici e la salute pubblica.

Ora prevengo un attimo quella che potrà essere la risposta del presidente Marazziti, anche perché ce l'ha già fornita, il fatto che, appunto, è previsto sempre nel Regolamento (UE) n. 536/2014. Ma anche qui, visto che è del 2014 - e comunque noi probabilmente l'attueremo ad ottobre 2018, quindi quattro anni dopo -, per una volta cerchiamo di muoverci in anticipo sul ritardo. Visto che stiamo parlando comunque di farmaci innovativi e, quindi, andiamo su una fascia alquanto delicata, quella appunto delle malattie rare, dove c'è un'unanimità di pensiero a riguardo della Commissione, visto che abbiamo sempre votato all'unanimità, quando si parla di questi argomenti, cerchiamo di anticipare, o meglio diminuire, il nostro ritardo, incominciando proprio con l'approvazione di questo nostro emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Grillo, parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.9 Nesci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vorremmo istituire una banca dati nazionali che, coordinata dall'Istituto superiore di sanità, sia accessibile a tutti gli enti di ricerca e diffonda i dati, sia positivi sia negativi, delle sperimentazioni precliniche e cliniche. Con questo emendamento diciamo, sempre nella delega, di prevedere delle forme di incentivazione per l'implementazione di questa banca dati, ovviamente correlata di finanziamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Sì, ovviamente, qualunque banca dati nazionale avrebbe necessità di una copertura di bilancio, ma non è questo il punto. Il problema è che la banca dati nazionale farebbe solo qualcosa che è già previsto dal portale europeo obbligatorio, già introdotto dal regolamento (UE) n. 536/2014.

Quanto alle eventuali disposizioni su sperimentazioni precliniche, esulano da questo contesto specifico. Quindi, la necessità di dati c'è tutta, ma è già ricompresa in un esistente portale europeo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Nesci, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 1.10 Baroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Rispondo tramite lei, Presidente, anche al presidente e relatore Marazziti, in quanto non possiamo giustificare ogni nostra richiesta, che il relatore nega, semplicemente dicendo che è già prevista nel regolamento (UE) n. 536/2014. Infatti, in realtà, tutto quello che sta scritto nell'articolo 1 di questo disegno di legge Lorenzin è già contenuto nel regolamento (UE) n. 536/2014. Quindi, a rigor di logica, non dovremmo nemmeno essere qui a discutere. Ma, dato che vogliamo fare, in realtà, una legge italiana, che possa assorbire e armonizzare questo determinato regolamento, prevediamo alcune migliorie dell'articolato.

Una di queste, a cui tengo parecchio, è prevista dall'emendamento 1.10. Noi prevediamo che, nell'ambito della delega sulla sperimentazione clinica dei farmaci, in relazione all'individuazione di un direttore generale o responsabile legale della struttura sanitaria in cui si intenda eseguire una sperimentazione clinica, siano indicate, nella delega che il Governo dovrà fare, le caratteristiche e le funzioni, nel presupposto che il direttore generale o il rappresentante legale di una struttura sia comunque individuato già con regole pubblicistiche.

Quindi, noi chiediamo che la delega specifichi in maniera puntuale anche le caratteristiche e le funzioni che il direttore sanitario o il responsabile legale - ripetiamo - della struttura privata deve avere. Ci sembra, per quanto ci riguarda, il minimo sindacale, anche se andiamo nello specifico, in maniera capillare, a determinare anche il fattore umano di ciò che sarà il responsabile di questa sperimentazione clinica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Nesci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Presidente, sottoscrivendo le premesse di prima del mio collega Baroni, in questo emendamento invece prevediamo, in relazione all'individuazione del direttore generale o responsabile legale della struttura sanitaria in cui si intenda eseguire una sperimentazione clinica, che l'individuazione e la selezione di questa figura siano sempre ad evidenza pubblica e sulla base di requisiti e criteri predefiniti, assicurando l'assenza di ogni conflitto di interesse, l'esclusività del rapporto nonché l'integrale applicazione delle regole sulla trasparenza anche per le strutture private autorizzate alla sperimentazione clinica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Nesci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Murer, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13 Colonnese.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. L'emendamento inserisce, nell'ambito della delega sulla sperimentazione clinica dei farmaci e in relazione all'individuazione dei compiti e delle finalità dei comitati etici territoriali, precisi criteri e principi direttivi che assicurino che i membri di tali comitati siano assolutamente indipendenti dal promotore della ricerca e dalla sperimentazione.

In Commissione questo emendamento è stato approvato parzialmente e, pertanto, se ne integrano le parti soppresse, ossia il riferimento all'elenco nazionale istituito presso l'Istituto superiore di sanità, introdotto grazie al nostro emendamento. Si prevede che lo stesso sia rinnovato ogni cinque anni e che vi siano anche soggetti rappresentativi dei pazienti e soggetti che abbiano le competenze necessarie anche in relazione ai soggetti che vivano situazioni di emergenza, minori, soggetti incapaci, donne in stato di gravidanza e allattamento e, se del caso, altri particolari gruppi di popolazione appositamente individuati, come gli anziani o le persone affette da malattie rare e ultra rare.

Infine, si prevede che la selezione da quest'elenco nazionale sia successiva alla domanda di sperimentazione clinica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Colonnese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.14 Baroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. L'emendamento prevede che per gli sperimentatori venga attestata la terzietà, l'imparzialità e l'indipendenza, prevedendo che presso il Ministero della salute sia costituita la banca dati, che avevamo già richiesto con il precedente emendamento, dei contratti per le sperimentazioni cliniche. L'emendamento, nell'ambito della delega e in relazione ai contenuti minimi dei contratti di sperimentazione che ne attestino, come abbiamo detto, l'indipendenza e la terzietà, precisa che tali contratti devono dare evidenza di ogni forma di finanziamento o sponsorizzazione e prevede che presso il Ministero della salute sia tenuta questa banca dati pubblica dei contratti. Conseguentemente, prevede che l'attestazione di terzietà e imparzialità debba caratterizzare le procedure per l'individuazione delle caratteristiche, come abbiamo già detto, dello sperimentatore, attraverso l'evidenza pubblica delle forme di finanziamento e anche delle sponsorizzazioni di tipo indiretto da parte delle multinazionali del farmaco e di società di dispositivi medici negli ultimi cinque anni.

Io segnalo in relazione a questo emendamento, su cui stiamo forzando un po' la mano anche rispetto a ciò che ha assorbito il relatore in Commissione, che già dal 2010 esiste una legge dello Stato che si chiama Sunshine Act, la “legge della luce del sole”, che prevede che per tutte le multinazionali del farmaco e per tutte le società di dispositivi medici qualsiasi tipo di finanziamento diretto o indiretto erogato a operatori sanitari - non solo medici ma operatori sanitari - sia pubblicato in un file che il Ministero della salute pubblica annualmente. Quindi, lei è in grado di capire, Presidente, nel momento in cui va dal medico e chiede il generico su un determinato farmaco e il suo medico di famiglia si ostina a darle un farmaco di una determinata società farmaceutica, se lei a fine anno vede che una consulenza o un viaggio per un convegno alle Hawaii è stato erogato proprio da quella stessa società farmaceutica di cui il suo medico si ostina a prescriverle quel determinato farmaco, diciamo che abbiamo fatto una grande operazione di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Baroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Lorefice, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Grillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.17 Grillo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie. Con l'emendamento 1.17 Grillo forziamo nuovamente la mano al relatore e specifichiamo che i meccanismi di valutazione dei risultati delle aziende sanitarie devono riguardare anche le strutture private che svolgono tali sperimentazioni e si prospetta, per quanto ci riguarda, “la revoca delle autorizzazioni nel caso di valutazione insufficiente”. L'emendamento recita proprio così: “Al comma 2, lettera h), numero 1)sostituire le parole da: di valutazione fino alla fine del numero, con le seguenti: indipendenti di valutazione dei risultati delle aziende sanitarie pubbliche e private nell'ambito delle sperimentazioni cliniche, prevedendo” all'interno della delega “la revoca delle autorizzazioni nel caso di valutazione insufficiente”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Grillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.18 Nesci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Grazie, Presidente. L'emendamento 1.18 si riferisce ai sistemi informativi delle sperimentazioni con specifico riferimento all'Osservatorio Nazionale sulla sperimentazione previsto proprio nel provvedimento, ovvero introduciamo la necessità di assicurare a chiunque l'accesso ai dati delle sperimentazioni concluse in un formato agevole anche per i non addetti ai lavori e interconnesso. La pubblicità è resa pubblica nel rispetto della protezione dei dati. Si ricorda che il regolamento UE n. 536 del 2014, all'articolo 81, in relazione all'istituzione della banca dati dell'Unione europea, prevede che sia consentito ai cittadini dell'Unione di avere accesso a informazioni cliniche riguardanti i medicinali. A tal fine tutte le informazioni contenute nella banca dati sono in un formato di agevole consultazione; tutti i dati collegati sono raggruppati mediante il numero UE della sperimentazione e collegamenti ipertestuali mettono in relazione dati e documenti affini presenti nella banca dati e in altre banche dati gestite dall'Agenzia. Quindi, la banca dati dell'Unione europea è accessibile al pubblico a meno che una parte o tutti i dati e le informazioni in essa contenuti ne giustifichino la riservatezza sulla base di una delle seguenti motivazioni: per esempio, la protezione dei dati personali in conformità al regolamento CE oppure la protezione di informazioni commerciali di carattere riservato, in particolare tenendo conto dello status dell'autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale, a meno che non vi sia un interesse pubblico prevalente alla divulgazione; la protezione di comunicazioni riservate tra Stati membri in relazione all'elaborazione della relazione di valutazione oppure la garanzia di una vigilanza efficace degli Stati membri sulla conduzione di una sperimentazione clinica.

Quindi, fatte salve queste motivazioni, a meno che non vi sia un interesse pubblico prevalente alla divulgazione, i dati contenuti nel fascicolo di domanda non sono accessibili al pubblico prima che sia presa una decisione in merito alla sperimentazione clinica. Pertanto, a nostro avviso l'emendamento 1.18 è necessario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, a mio avviso non è stato sufficientemente sottolineato che rientra nell'importanza dell'emendamento che prevede che la banca dati UE sia accessibile al pubblico, nonostante alcune riserve, il fatto che i dati contenuti nel fascicolo di domanda non sono accessibili al pubblico prima che sia presa una decisione in merito alla sperimentazione in clinica. Quindi, a nostro avviso, è un problema da risolvere proprio per il bene dei cittadini e per il bene della scienza e della sperimentazione clinica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Nesci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.19 Colonnese.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. L'emendamento 1.19 Colonnese in realtà si inserisce in un dibattito di grande attualità, perché riguarda il clamoroso fallimento che il monitoraggio delle reazioni avverse doveva avvenire in questi dieci-quindici anni per quanto riguarda la vaccinazione dei nostri bambini. Questa è relativa alla fase 4 della sperimentazione clinica in oggetto.

Per quanto ci riguarda, con l'emendamento in esame, nell'ambito della delega sulla sperimentazione clinica dei farmaci, in relazione ai sistemi informativi delle sperimentazioni, introduciamo la necessità di realizzare un'efficace sistema di rilevazione e tracciabilità sulla segnalazione delle reazioni avverse. Nelle fasi ultime delle sperimentazioni cliniche, cioè, noi dovremmo avere un monitoraggio delle reazioni avverse, perché così prevede la sperimentazione clinica all'interno della fase 4.

Dunque, per quale motivo non vogliamo sottolineare tale aspetto, tenuto conto che il Paese, in realtà, in questo momento ha visto il clamoroso fallimento di una politica di prescrizione verticale, che è stata accettata supinamente da parte dell'Italia, grazie a una norma della Lorenzin? Proprio perché non è stato dato seguito a ciò che normalmente deve essere previsto dalla fase 4.

La scienza non è stata sufficiente perché non si è voluto controllare, non si è voluto promuovere in maniera sufficiente tutti i vaccini che in realtà erano raccomandati, tutti i vaccini che in realtà erano obbligatori, ma su cui non avveniva tale monitoraggio perché, da Bologna a Roma, a Venezia, hanno scritto a tutti i deputati della Camera e a tutti i parlamentari d'Italia dicendo che il monitoraggio delle reazioni avverse era - mi perdoni la parola, Presidente - uno schifo.

Quindi, con il provvedimento inseriamo, forse in maniera ritardataria, la possibilità che tra altri dieci anni non ci dovremmo trovare in situazioni analoghe, ma fortunatamente la Lorenzin verrà spazzata via dal ricordo della storia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Questa è esattamente la differenza nella nostra visione di avvicinamento e di presa in carico dei problemi dei cittadini rispetto a quella del Ministro.

È chiaro che nel Paese c'è una diffidenza in generale rispetto ai farmaci, ma ultimamente soprattutto rispetto ai vaccini proprio perché sono rivolti ai bambini, ai più piccoli e quindi molti ne avvertono la pericolosità, magari ampliata dalle bufale che ci sono.

Per evitare questi problemi, quello che bisognava fare per riacquisire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, nell'Istituto superiore di sanità, era aumentare il monitoraggio delle reazioni avverse e dare servizi ai genitori che si avvicinavano per la prima volta alle vaccinazioni, con una presa in carico dei loro problemi, una presa in carico degli effetti avversi sui bambini, invece la risposta del Governo è stata la coercizione, con la minaccia di togliere la patria potestà.

Credo che questo emendamento andrebbe esattamente nella direzione di favorire e quindi aumentare l'approccio ai vaccini.

PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, salutiamo gli alunni e i docenti del Liceo classico “Virgilio” di Empoli, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Colonnese, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.20 Silvia Giordano.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Presidente, nuovamente mi ritrovo in quest'Aula a parlare di consenso informato; in questo caso, però, ne parliamo in merito alle sperimentazioni cliniche, in quanto, con questo emendamento a mia prima firma, vediamo la necessità che le sperimentazioni cliniche avvengano nel rispetto delle norme sul consenso informato, come previsto nel regolamento dell'Unione europea n. 536 del 2014, e che, a tutela dei pazienti coinvolti nelle sperimentazioni, la sperimentazione sia appunto preceduta da una notifica pubblica dell'arruolamento dei pazienti.

Questo emendamento è necessario in quanto serve a garantire a tutti i pazienti il diritto di partecipare alle sperimentazioni, ma anche ad escludere che le sperimentazioni possano avvenire su pazienti in parte ignari. Quindi, penso che sia fondamentale e invito nuovamente il presidente della Commissione e relatore a valutare bene questo emendamento e a non dirci che questo regolamento sarà attuato nel 2018, perché è già troppo tardi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, una cosa che specifichiamo all'interno dell'emendamento è che venga notificato in maniera pubblica, all'avvio della sperimentazione clinica, l'inizio e la fine del periodo di arruolamento dei soggetti per la sperimentazione clinica e la conclusione della stessa. Ciò perché, Presidente, succede molte volte che, all'interno di queste sperimentazioni, l'arruolamento di questi pazienti avviene senza aver dato tutte queste informazioni in maniera precisa, circostanziata e pubblica. Ebbene, Presidente, c'è questo tipo di ambiguità, c'è questo tipo di ambivalenza, riteniamo di doverlo risolvere per il bene dei pazienti, perché si sta sperimentando sulla loro pelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Silvia Giordano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Murer, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Fossati, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Silvia Giordano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.24 Fossati.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, il testo va inteso come segue: “di facilitarne e sostenerne la realizzazione”.

PRESIDENTE. Cioè, praticamente la parola “sostenere” diventa “sostenerne”.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Esattamente.

PRESIDENTE. Onorevole Fossati, va bene? Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Fossati, così come riformulato dal relatore, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Baroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Brignone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Mantero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sull'emendamento 2.1 Nesci, il parere è contrario. Sull'emendamento 2.2 Baroni, il parere è contrario. Sull'emendamento 2.4 Grillo, il parere è contrario. Sull'emendamento 2.3 Brignone, il parere è contrario. Sull'emendamento 2.5 Grillo, il parere è favorevole. Sull'emendamento 2.6 Scopelliti, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 2.15 Fauttilli, il parere è favorevole. Sull'emendamento 2.7 Scopelliti, il parere è favorevole. Sull'emendamento 2.9 Binetti, il parere è favorevole con una riformulazione che dice: “Al comma 4, sostituire il secondo periodo con il seguente: Alle riunioni del centro di coordinamento partecipano di diritto i presidenti del Comitato nazionale di bioetica, del Comitato nazionale di biosicurezza, biotecnologie e scienze della vita e dell'Istituto superiore di sanità”.

Poi, Sull'emendamento 2.12 Brignone, il parere è favorevole. Abbiamo, a questo punto, un emendamento 2.300 della Commissione che dice: dopo il comma…

PRESIDENTE. Non c'è bisogno che lo legga, è già stato distribuito, mi serve il parere, che immagino sia favorevole.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sì, il parere è favorevole. A questo punto abbiamo l'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento con parere favorevole.

PRESIDENTE. Sì, della Commissione bilancio.

Se mi dà anche il parere sull'articolo aggiuntivo 2.013 Rondini…

MARIO MARAZZITI, Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1 Nesci.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Nesci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Grillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Brignone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Grillo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Sull'emendamento 2.6 Scopelliti, c'è un invito al ritiro. Onorevole Scopelliti, lo ritira? Perfetto, è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Fauttilli, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Scopelliti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.9 Binetti. Onorevole Binetti, accetta la riformulazione? Bene.

Indìco allora la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Binetti, come riformulato dal relatore, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Brignone, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, l'articolo 2, ovvero l'intervento sui comitati etici introdotto durante l'esame in Commissione, istituisce presso l'Aifa, entro 30 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento in esame, un centro di coordinamento nazionale con funzione di coordinamento, di indirizzo e di monitoraggio delle attività dei comitati etici territoriali, come individuati con decreto del Ministero della salute entro 60 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento stesso. Tali comitati territoriali saranno individuati nel numero massimo di 40, tenendo conto dei seguenti criteri: uno per ciascuna regione; avvenuta riorganizzazione in base al decreto-legge cosiddetto Balduzzi; numero di sperimentazioni valutate in qualità di centro coordinatore nel corso del 2016.

Il centro di coordinamento collabora, altresì, con Aifa nell'elaborazione delle specifiche linee guida concernenti gli aspetti relativi alle sperimentazioni cliniche.

Se, da un lato, appare condivisibile la creazione di un centro di coordinamento nazionale, per dare uniformità ai diversi comitati presenti sul territorio, dall'altro lato, critico a nostro avviso, il mantenimento di comitati etici su base territoriale, tenuto conto che il regolamento dell'Unione europea, pur demandandone la relativa disciplina agli Stati membri, precisa che “le persone incaricate di valutare la domanda dovrebbero essere indipendenti dal promotore, dal sito di sperimentazione clinica e dagli sperimentatori coinvolti, nonché esenti da qualsiasi indebito condizionamento”.

È chiaro che la territorialità, a nostro avviso, è quindi un criterio che non garantisce l'indipendenza dal sito della sperimentazione. Non è ben chiaro, quindi, se si intenda separare la valutazione della domanda per gli aspetti etici dalla valutazione per gli aspetti scientifici, come richiede il regolamento dell'Unione europea, cosa di cui all'interno dell'articolo non vi è traccia: infatti, se, da un lato, dal comma 9 sembrerebbe esserci tale separazione, non si comprende bene chi debba effettuare la valutazione degli aspetti scientifici.

Inoltre, reca rilevanti perplessità la nuova previsione che a questo centro di coordinamento compete anche di elaborare, in collaborazione con l'Aifa, linee guida concernenti gli aspetti scientifici delle sperimentazioni, poiché in tale maniera si rischia di compromettere proprio quell'indipendenza dei soggetti, non ben identificati nella disposizione all'esame, che saranno deputati a valutare la domanda di sperimentazione dal punto di vista scientifico.

La valutazione della scientificità della domanda, infatti, dev'essere assolutamente indipendente e priva di ogni rapporto di gerarchia o condizionamento. Pertanto, anche al fine di garantire questa indipendenza, richiesta del regolamento dell'Unione europea, è necessario ipotizzare la costituzione di comitati etici settoriali per competenza terapeutica e non invece di quelli di tipo territoriale, che a suo modo il relatore salvaguarda; a nostro avviso, sono da costituire tramite selezioni dall'elenco nazionale, nel rispetto dei principi di trasparenza e rotazione, previa chiamata pubblica della sua costituzione che sia funzionale e successiva alla presentazione della domanda di autorizzazione, quindi funzionale e successiva alla sperimentazione clinica avanzata dal ricercatore e dal promotore.

Per queste ragioni, noi non voteremo a favore dell'articolo 2 di questo provvedimento, ma ci asterremo. La separazione doveva essere garantita anche creando i comitati etici a livello di cluster terapeutici e non a livello di cluster territoriali: questo è stato, a nostro avviso, un errore del legislatore. Ci asteniamo, Presidente.

PRESIDENTE. Vi sono in tribuna gli alunni della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Genova, che seguono i nostri lavori, e li salutiamo (Applausi). Gli alunni: forse gli studenti è meglio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.013 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Fucci.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Grazie, Presidente. Presidente e onorevoli colleghi, noi di Direzione Italia siamo molto perplessi su parte del contenuto e sul modo, quindi, in cui l'articolo 3 è stato formulato e inserito nel provvedimento da parte della Commissione affari sociali.

L'articolo riguarda la medicina di sesso e la medicina di genere. Sia chiara una cosa: noi sosteniamo l'importanza di un intervento normativo che preveda, all'interno del Servizio sanitario nazionale, il ricorso alla medicina di sesso, intesa come una medicina che prenda evidenza e, quindi, tenga conto, nel momento della diagnosi e della prescrizione terapeutica, delle differenti esigenze di salute esistenti, a seconda che si tratti di uomo o donna.

Debbo, invece, dire che mi appare meno chiaro il riferimento alla medicina di genere presente nell'articolo 3. In sede di discussione generale, la collega Boldrini, che aveva presentato l'emendamento poi accolto dalla Commissione e divenuto l'attuale articolo 3, aveva fatto riferimento al genere inteso come - se ben comprendo, ma mi auguro di sbagliare - il sesso a cui una persona si sente di appartenere, al di là di quello che è il proprio sesso biologico.

Non mi è chiaro, quindi, cosa nel concreto vada ad indicare questa norma. Significa che il Servizio sanitario nazionale e, quindi, il medico, nel prescrivere una certa terapia, dovrà tenere conto del fatto che un uomo nel suo intimo si sente una donna e viceversa, oppure no? E in tal caso, quindi, cosa va inteso per medicina di genere, tanto più che la stessa norma che la prevede parla già di medicina di sesso?

Di fronte a queste domande, sin d'ora esprimiamo un orientamento favorevole agli emendamenti all'articolo 3 presentati dal collega Gigli, di cui condividiamo il fine: sopprimere il riferimento alla medicina di genere, ferme restando l'importanza e l'opportunità di quello alla medicina di sesso (Applausidei deputati del gruppo Misto-Direzione Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Vede, quando abbiamo letto il testo di questo articolo aggiuntivo, devo dire che siamo rimasti molto perplessi, perché la medicina, per sua natura, non si occupa molto delle categorie dello spirito, ma si occupa molto, invece, della biologia dell'essere umano e, alla voce ‘medicina di genere', riconosce una cosa ben precisa; gliela cito dal sito web della International Society for Gender Medicine: la medicina di genere è definita come “un modo nuovo di guardare alle differenze fisiologiche e fisiopatologiche tra uomini e donne”, tra uomini e donne, appunto, cioè tra il sesso maschile e quello femminile biologicamente intesi.

Questa branca della medicina, pur essendo relativamente recente, è certamente ben precedente all'affermarsi delle cosiddette teorie gender, è una branca della medicina che ha voluto rispondere a una esigenza concreta, l'esigenza cioè che si guardasse alla donna non soltanto come un soggetto particolare per quanto riguarda la sua vita riproduttiva, ma si guardasse alla donna come ad un soggetto che, dal punto di vista dell'espressione dei sintomi, dal punto di vista dell'accertamento della diagnosi, dal punto di vista dell'efficacia delle terapie, molte volte, per molte malattie che hanno a che fare con la cardiologia piuttosto che con la neurologia piuttosto che con l'ortopedia, si comporta diversamente dal sesso maschile.

Da qui è stato recuperato un concetto che è molto ampio e assolutamente positivo.

Quello che è disdicevole non è il fatto di aver introdotto, in un disegno di legge che si occupa di sanità a trecentosessanta gradi, una sottolineatura in favore della medicina di genere; quello che è sconveniente, a mio avviso, è l'aver tentato surrettiziamente di far passare, di veicolare attraverso questo concetto le teorie gender, al punto tale che non ci si è nemmeno preoccupati di coprirsi di ridicolo, perché c'è un comma, una lettera anzi, più precisamente la lettera e) del comma 2, se non vado errato, di questo articolo aggiuntivo, che prevede addirittura la possibilità che il Ministero dalla salute intervenga per sollecitare la pubblicazione su riviste scientifiche di articoli che hanno a che fare con la medicina di genere.

Ora, questo tipo di atteggiamento è veramente deleterio: sarebbe da censurare per qualunque branca della medicina il tentativo che possa essere il Governo a dire alle riviste scientifiche cosa è bene che pubblichino e cosa è bene che non pubblichino; lo è tanto più, ripeto, se ci si propone di utilizzare la leva governativa per far passare dentro le riviste scientifiche ciò che scienza non è, ma che sono appunto le teorie gender.

Di qui, il senso degli emendamenti che abbiamo proposto, che mira a riportare il concetto a quello che è il suo valore originario, cioè lo studio delle differenze, come dice la International Society for Gender Medicine, tra uomo e donna dal punto di vista della fisiologia e della fisiopatologia della terapia stessa.

Ecco, io mi auguro che il Governo voglia riportare questa materia nel suo corretto alveo. Sarebbe inaccettabile, invece, e altamente disdicevole se si facesse, il Governo stesso, pronubo per un qualcosa che, tra l'altro, sarebbe estremamente difficile, poi, da far calare all'interno del servizio sanitario e all'interno della ricerca scientifica stessa: del servizio sanitario perché, già molto spesso, non si riesce a trovare i soldi per fenomeni di ben altro impatto sociale, figuriamoci se li si potrebbero trovare per situazioni che possiamo, nella migliore delle ipotesi, definire di nicchia; e, dal punto di vista della ricerca scientifica, non ci sono i soldi per la ricerca scientifica in Italia, spesso nemmeno per attività come quelle che riguardano l'oncologia piuttosto che le malattie cardiovascolari o cerebrovascolari, figuriamoci se potrebbero essere identificati capitoli di spesa settoriali per una ricerca che potrebbe al massimo coinvolgere qualche singola persona per quanto riguarda i problemi che può presentare.

Ecco, io mi auguro, ripeto, che il Governo voglia farsi carico di queste preoccupazioni e modificare, di conseguenza, questo articolo 3, aggiuntivo.

PRESIDENTE. Siccome sono iscritti quattro colleghi, vorrei semplicemente ricordare che siamo nella fase del complesso degli emendamenti, lo dico soprattutto ad alcuni colleghi: chi interviene sul complesso degli emendamenti poi non può intervenire sui singoli emendamenti, non so se magari ci siamo confusi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Paola Boldrini. Intende intervenire comunque sul complesso degli emendamenti? Prego, ne ha facoltà.

PAOLA BOLDRINI. Sì, grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, volevo precisare alcune cose dell'onorevole Gigli. Infatti, lui ha detto “surrettiziamente”, quindi non c'era nessuna intenzione di inserire il genere come intendeva il collega. La famosa teoria del gender qui non ha assolutamente nessuna pertinenza, in quanto l'anglicismo è stato tradotto: ‘genere' in gender, che non c'entra assolutamente niente.

Volevo solamente aggiungere alcune cose - e vedo che, comunque, il relatore e anche il Ministero della salute hanno accolto alcuni emendamenti - per dirvi che nel termine ‘genere', invece, è ricompreso tutto. Quindi, quando si parla di medicina di genere, si parla di una medicina che ha un'ottica più appropriata nella persona. Quindi, quando un medico deve visitare un uomo o una donna, deve sapere che biologicamente non sono la stessa cosa; quando ci sono delle sintomatologie diverse, il medico deve sapere che sono diverse tra l'uomo e la donna. Noi ci stiamo preoccupando di essere più appropriati con una medicina più appropriata. Ci sono delle evidenze scientifiche che garantiscono questo, se ne sono accorti medici, a partire da cardiologici, che hanno capito che, quando c'è una sindrome infartuale, non è uguale nell'uomo e nella donna; quindi, non stiamo parlando di medicina che possa traslare in un'altra cosa, assolutissimamente; c'è maggiore appropriatezza e, quindi, ecco perché questo inserimento di emendamento. Lo stanno dicendo tutte le riviste scientifiche a livello internazionale e, quando si dice che sono riviste che surrettiziamente arrivano a dire che altrimenti si parla di un altro genere, mi rendo conto che ci sono delle linee guida perché possano essere accreditate le riviste che parlano di Sex and gender analysis policies of peer-reviewed journals. Quindi, per accreditare gli scritti dei medici scienziati occorre il sostegno delle linee guida che sono internazionalmente condivise. Quindi, non si sta inserendo qualcosa di particolare; si sta solo inserendo un'ottica diversa di fare medicina, più appropriata, e null'altro. Quindi, questo termine, “genere”, ricomprende tutto.

Lo ha ricompreso anche come determinante di salute l'Organizzazione mondiale della sanità. Per cui, non credo che stiamo aggiungendo nulla a quello che si sta già facendo a livello internazionale da ormai oltre vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.

EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Sì, sappiamo più o meno tutti qui che cosa è la medicina di genere, cioè la medicina che parte dal riconoscimento della differenza biologica fra maschio e femmina e, quindi, una medicina attenta certamente alla persona, ma in questo senso.

Quello che non capiamo - e penso di interpretare anche i dubbi dei colleghi come Gigli e di coloro che hanno presentato gli emendamenti in questo senso - è che cos'è la medicina che tiene conto delle differenze di sesso e di genere. Cioè, il problema è l'uso di entrambi i termini: o l'uno o l'altro, altrimenti è ovvio che è legittimo pensare che si voglia introdurre un altro concetto. Il genere è la differenza sessuale, considerato nella logica della medicina di genere. Se, invece, si parla di sesso e genere, allora si sta parlando di due cose differenti. Allora, vorrei chiedere altre spiegazioni e vorrei qualche delucidazione in merito: che cos'è, che cosa significa differenza di sesso e di genere?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente. Intervengo per dire, a titolo personale, che non voterò tutta la serie di emendamenti che il collega Gigli ha illustrato e che la collega Roccella ha sostenuto. Voterò contro o mi asterrò caso per caso. Sono un liberale, sono un libertario, oltre che un liberista, e ho un rispetto profondo per ogni scelta personale di ogni singola persona, di ogni singolo essere umano, e mi permetto, per quel che vale, di sollecitare tutti i colleghi, comunque la pensino su questa delicata vicenda, quale che sia la propria formazione liberale o confessionale, ad avere un approccio - vorrei dire - di umanità e di empatia; tutti rispettino tutti, tutti provino a capire e a comprendere tutti.

Francamente, l'unica cosa che in questo Parlamento, che è già inarticulo mortis - ed è stata, diciamo pure, una legislatura non brillante, che non sarà ricordata -, ma di tutto avremmo bisogno tranne che, in qualche cupo pomeriggio invernale e nell'ambito di una grigia leggina sul riordino delle professioni sanitarie, ci sia una rissa nella quale gli uni e gli altri surrettiziamente si scaglino gender contro gender, gli uni contro gli altri. Mi permetto di invitare, da liberale, da sostenitore della libertà, gli uni e gli altri a un atto di rispetto reciproco, ad abbassare un poco la voce e ad evitare scontri francamente non necessari.

Per questo voterò contro o mi asterrò rispetto a tutti questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Io colgo subito l'invito del collega Capezzone e posso dire che è incredibile come questi articoli, che non hanno nessuna specificità di creare un dibattito su come la pensano, in realtà rivelino quali valori, quali concetti, che tipo di educazione, che tipo di pedagogia nel corso della loro storia, fin da piccoli, hanno ricevuto i nostri colleghi deputati. È incredibile come questi articoli diventino proprio un test proiettivo di Rorschach, quello con le macchie che avete visto da pipistrello - non so se vi ricordate - e in cui ognuno proietta proprio quello che vuole. Sono quattro anni che io sento continuamente il tripudio dell'omotransfobia del collega Gigli.

Cioè, non ne posso veramente più. Ogni volta che si parla di scienza io ho sentito in questo caso parlare di un ossimoro, cioè di riviste scientifiche che in realtà scientifiche non sono, perché lo decide il collega Gigli e non lo decide la comunità scientifica con dei criteri internazionali che si chiamano impact factor, che in realtà non sono criteri scientifici, ma sono teorie cospirative per far passare la teoria del gender.

Ebbene, probabilmente il collega dovrebbe sapere bene che ognuno si porta dietro la propria cultura di appartenenza, la propria storia e il proprio linguaggio. E continuare ad affermare che la diversificazione tra l'aspetto fenotipico, l'orientamento di genere, l'orientamento sessuale, la preferenza, il gusto e un aspetto prettamente scientifico che riguarda un determinato cromosoma che determina l'essere maschio o l'essere femmina, che serve assolutamente perché a livello proprio eziopatogenetico c'è una differenza, così come ci sono alcune differenze di alcuni farmaci che non hanno la stessa forza e la stessa attendibilità nel momento in cui vengono prescritti a una persona di razza caucasica o a una persona di razza nera, perché anche il farmaco deve essere differenziato in alcune situazioni, ma poi arriva il collega Gigli praticamente a farci il tripudio della propria omotransfobia.

Ebbene, se avete delle fobie, se avete dei problemi perché il mondo sta andando in una direzione liquida, non è che potete continuare a dirci che effettivamente ci sono dei problemi nella scienza perché la scienza - ce lo hanno insegnato Popper e poi anche Thomas Kuhn - e la struttura della rivoluzione scientifica è paradigmatica e vorremmo continuare ad andare avanti e rispettare le differenze.

Rispettare le differenze significa che il pensiero dominante cambia. Se vogliamo accettare questo aspetto è perché è avvenuto un cambiamento paradigmatico all'interno della scienza e il collega, che è anche un preside di scuola di specializzazione in neurologia, dovrebbe quanto meno rendersi conto che queste sono evidenze scientifiche, perché veramente non se ne può più di sentire tutti questi aspetti nel momento in cui ci sono delle questioni che sono normate a livello di OMS. Noi stiamo seguendo le linee normali che sono previste dall'Organizzazione mondiale della sanità e il collega Gigli deve sollevare una questione per un suo problema personale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Gigli, lei potrà parlare a titolo personale a fine seduta. Non adesso, a fine seduta. Onorevole Gigli, è inutile; non può avere la parola, non gliela posso dare. Lei è già intervenuto. A fine seduta avrà la parola a titolo personale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Il collega Gigli dirà quello che ritiene a fine seduta. Lasci che io esprima, quindi, la mia sorpresa per questa lezione di epistemologia un po' raffazzonata - mi permetta, collega - la quale pretende di dirci adesso quello che la scienza dice.

Ma se c'è una cosa che gli scienziati seri non dicono mai in questioni che hanno un rilievo etico-politico è: “Questo dice la scienza”, perché la scienza si occupa di un mondo di puri oggetti. Lo ha detto Karl Popper poco fa citato, ma forse non letto. La scienza si occupa di un mondo di puri oggetti, mentre la politica e l'etica si occupano di un mondo in cui ci sono i soggetti e i soggetti investono gli oggetti con le loro passioni, i loro desideri, le loro speranze.

Calma a chiamare la scienza a sostegno in modo indiscriminato delle proprie tesi. La scienza ci dice alcune cose sui cromosomi ma quello che dobbiamo insegnare ai bambini, quelli che sono i valori culturali che meritano di essere conservati, quello che è l'amore vero, per il quale vale la pena di dare la vita, non sarà la scienza a dircelo né il cambiamento di paradigma scientifico.

Vorrei consigliare la lettura di un libretto - aureo libretto - di Louis Althusser, che non era cattolico, come forse qualcuno sa in quest'Aula, il quale ci sparla della ideologia degli scienziati. La scienza è spesso mescolata con l'ideologia; per favore, lasciamo da parte questa paccottiglia almeno nei dibattiti parlamentari.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Grazie, Presidente. Mi scusi, ma penso e spero che i pareri che verranno ora espressi chiariscano a quest'Aula come non c'è stata materia reale per tutto il dibattito…

PRESIDENTE. Va bene, però ci dia i pareri. Emendamento 3.2 Gigli.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sul 3.2 Gigli parere favorevole, purché sia riformulato nel modo seguente: Al comma 1, sopprimere le parole: dal sesso e. Conseguentemente, al comma 2, lettera a), sopprimere le parole: dal sesso e; lettera b), sopprimere le parole: di sesso e; lettera d), sopprimere le parole: di sesso e; al comma 3, lettera c), sopprimere le parole: di sesso e; sopprimere la lettera e); al comma 6, sopprimere le parole: di sesso e.

La Commissione esprime, inoltre, parere favorevole sull'emendamento 3.200, che abolisce i commi 3 e 4…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marazziti, abbiamo un problema. Sicuramente è il Presidente che non ha ben compreso, però non capiamo la riformulazione, quindi dovrebbe avere la gentilezza di ripeterla.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Ha ragione. La prima riga dice: Al comma 1, sopprimere le parole: virgola…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marazziti, mi dica solo dove lei riformula, cioè dove cambia, che cosa cambia.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Al comma 1, sopprimere le parole: ossia della medicina che tiene conto delle differenze di sesso e di genere. Conseguentemente: al medesimo comma, sopprimere le parole: dal sesso e. E poi continua. Al comma 2: lettera a),sopprimere le parole: dal sesso e; lettera b), sopprimere le parole: di sesso e; lettera d), sopprimere le parole: di sesso e; al comma 6 sostituire le parole: di sesso e.

La Commissione esprime, inoltre, parere favorevole sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Ricordo all'Aula che tale emendamento sopprime, tra l'altro, i commi 3 e 4 che hanno suscitato parte del dibattito.

PRESIDENTE. Mi deve dare anche il parere sull'emendamento 3.3 Gigli, a pagina 12.

MARIO MARAZZITI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 3.3 Gigli e 3.4 Gigli.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Gigli, mi deve dire esclusivamente se accetta o non accetta la riformulazione dell'emendamento 3.2.

GIAN LUIGI GIGLI. Pur non avendo apprezzato il fatto che siano saltate le parole “tra maschio e femmina” come appunto la letteratura internazionale e l'onorevole Baroni vorrebbe…

PRESIDENTE. No, però, onorevole Gigli, mi dica solo se accetta o meno la riformulazione.

GIAN LUIGI GIGLI. Io, dicevo, accetto la riformulazione nel senso che è caduta la differenza tra sesso e genere. Parliamo di medicina di genere come si deve.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Gigli nel testo riformulato, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

A questo punto l'emendamento 3.3 Gigli è precluso.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

L'emendamento 3.4 Gigli risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 3.200.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Il relatore ha qualcosa da dire in merito?

MARIO MARAZZITI, Relatore. Abbiamo degli approfondimenti in corso: quindi accantoniamo l'articolo 4 e passiamo all'articolo 5.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. A pagina 40 del fascicolo, La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 5.1 Gregori; 5.2 Catanoso e 5.3 Gregori. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5.5 Lenzi e, invece, esprime parere contrario sugli emendamenti 5.6 Gregori e 5.7 Gregori.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Gregori, che vedo non accede all'invito al ritiro, quindi lo votiamo con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Catanoso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Gregori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Lenzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.6 Gregori.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gregori. Ne ha facoltà.

MONICA GREGORI. Presidente, questo emendamento, in realtà, è molto semplice: in sostanza chiede di garantire i livelli occupazionali riguardanti gli operatori socio-sanitari che rischiano di essere espulsi dal mercato del lavoro semplicemente perché la frammentazione regionale impone loro di riqualificarsi entro una certa data, che decide la regione alla quale appartengo. Questo è giusto, anzi sarebbe giusto quando le regioni fanno i corsi di aggiornamento e di formazione, perché sono corsi che partono una volta ogni 3, 4, 5 anni, quindi il lavoratore si vede costretto, quando può, a rivolgersi a un istituto convenzionato, il quale fa pagare il corso la bellezza di 3-4 mila euro. Se il lavoratore non riesce a qualificarsi entro la data prevista dalla delibera di giunta regionale, viene messo fuori dal mercato del lavoro. Capite bene, colleghi, che, se si è in cassa integrazione o in disoccupazione con un ammortizzatore tipo 800 euro al mese, non ci si può permettere un corso che costa 4-5 mila euro. Quindi, si chiede semplicemente di salvaguardare i livelli occupazionali dicendo che queste persone abbiano la possibilità, attraverso le regioni, di effettuare la qualificazione. Guardate che non c'è bisogno di risorse economiche da parte dello Stato, perché se andiamo a vedere, ad esempio, la regione Lazio, questa ha bandito un concorso per la qualificazione di operatori socio-sanitari nel 2016 senza fondi dello Stato, ma con i fondi dell'Unione europea. Era circa 1 miliardo di euro, e grazie ad essi sono riusciti a salvaguardare i livelli occupazionali della gran parte dei lavoratori. Si chiede semplicemente questo, perché è un problema che non sussiste solo in questa regione ma a livello nazionale, altrimenti troviamo insieme una soluzione per evitare che queste persone si trovino tra qualche mese fuori dal mercato del lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Presidente, la collega solleva un problema occupazionale vero, però, come ha detto lei stessa nel suo intervento, questa materia è di competenza regionale, essendo formazione professionale. Noi qui riconosciamo, facendo un passo avanti rispetto al decreto legislativo n. 502, un'area socio-sanitaria, facciamo per la prima volta riferimento alla figura professionale dell'OSS, ma non possiamo intervenire, e rimandiamo alla Conferenza Stato-regioni e all'intesa tutti gli interventi successivi, come il riconoscimento dei titoli e dei corsi, perché non è competenza nazionale e non potremmo fare altrimenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, per quanto ci riguarda, l'emendamento si inserisce nella disposizione che istituisce l'area delle professioni socio-sanitarie e in riferimento alla parte in cui si prevede che in tale area confluiscano, modificandone la precedente collocazione, i preesistenti profili di operatore socio-sanitario, cosiddetto OSS, l'assistente sociale, il sociologo e l'educatore professionale. In particolare, l'emendamento precisa che, al fine di garantire i livelli occupazionali dei suddetti profili, con l'accordo Stato-regioni finalizzato a definire i titoli equipollenti si dovrà garantire che la formazione, l'aggiornamento e la riqualificazione degli stessi devono essere svolti in strutture pubbliche e a titolo gratuito. L'emendamento non sembra formulato correttamente, poiché in realtà l'accordo citato nell'emendamento sembra riguardare solo le nuove professioni socio-sanitarie e non i preesistenti profili, alcuni dei quali sono già disciplinati anche in riferimento alla formazione. Quindi, da questo punto di vista, dovrebbe esserci un ulteriore chiarimento in merito proprio alla ratio di chi ha presentato l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.6 Gregori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.7 Gregori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Nel frattempo avverto che l'emendamento Piccione 9.2 è stato ritirato dalla presentatrice.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, il provvedimento ha introdotto in sede referente, in Commissione, l'istituzione dell'area professioni socio-sanitarie, demandando ad uno o più accordi Stato-regioni, da recepire con decreto del Presidente della Repubblica e previa deliberazione in Consiglio dei ministri, l'individuazione di nuovi profili professionali socio-sanitari. Tali accordi individuano l'ambito di attività dei profili professionali socio-sanitari, definendo le funzioni caratterizzanti ed evitando parcellizzazioni e sovrapposizioni con le professioni già riconosciute o con le specializzazioni delle stesse.

In merito a questa questione, la sovrapposizione è impossibile da evitare in maniera assolutamente lineare, nel senso che è ovvio che, nel momento in cui si parla di cura e non di guarigione, aver cura di un paziente e aver cura di una persona significa che non è che l'operatore tecnico-ausiliario deve mettere la padella, o l'operatore socio-sanitario deve mettere la padella, o l'infermiere deve mettere la padella, perché in realtà anche il medico - è previsto da sempre -, in assenza di queste figure, deve mettere la padella e deve occuparsi della padella. Quindi, da questo punto di vista, questa famosa guerra tra professioni è riuscita a influenzare anche la ratio politica, che in realtà deve riuscire a rimanere distante da questa guerra tra professioni continua e costante, in cui un pensiero lucido viene continuamente costipato e costretto.

Con un suo successivo accordo, in realtà, nell'istituenda area sono ricompresi i preesistenti profili professionali di operatore socio-sanitario, assistente sociale, sociologo ed educatore professionale, modificando la precedente collocazione normativa relativa all'individuazione e istituzione delle nuove professioni sanitarie, l'articolo 5 della legge n. 43 del 2006, prevedendo che l'istanza di riconoscimento possa essere avanzata dalle associazioni professionali rappresentative direttamente al Ministero della salute, che si pronuncia entro i successivi sei mesi e, in caso di valutazione positiva, attiva la procedura analoga a quella oggi vigente, ad eccezione del parere ed intervento da parte delle professioni regolamentate, che viene quindi soppresso.

Con l'accordo Stato-regioni si individuano il titolo professionale, l'ambito di attività, i criteri di valutazione dell'esperienza professionale nonché i criteri per il riconoscimento dei titoli equipollenti, mentre col decreto del MIUR - che anche noi volevamo a scadenza, mentre scadenza non c'è -, di concerto con il Ministro della salute, acquisito il parere del Consiglio universitario nazionale e del Consiglio superiore di sanità, è definito l'ordinamento didattico della formazione universitaria.

Ebbene, questo articolo non era presente nel testo originario del disegno di legge “Lorenzin”, che quindi non ha fatto il suo lavoro. Per quanto ci riguarda, questo lavoro è stato fatto in Commissione, è stato fatto bene, e voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gigli. Sul complesso degli emendamenti?

GIAN LUIGI GIGLI. Per annunciare il ritiro dell'emendamento 6.4 e per chiedere di sottoscrivere l'emendamento 6.5 dell'onorevole Catanoso.

PRESIDENTE. Invito, quindi, il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sull'emendamento 6.1 Catanoso, il parere è contrario. Sull'emendamento 6.5 Catanoso, Gigli, il parere è contrario. Sull'emendamento 6.6 Fossati, il parere è contrario. Sull'emendamento 6.8 Catanoso, il parere è contrario. Sull'emendamento 6.7 Gelmini, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1 Catanoso.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Catanoso, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Catanoso Gigli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Fossati, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Ne approfitto per informarvi che gli articoli aggiuntivi Fossati 14.01 e 14.03 sono stati ritirati dal presentatore.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.8 Catanoso, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 Gelmini, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, chiedo di intervenire sull'emendamento 6.8.

PRESIDENTE. Onorevole Gigli, siamo alla votazione dell'articolo 6.

GIAN LUIGI GIGLI. È stato ritirato l'emendamento 6.8?

PRESIDENTE. No, lo abbiamo votato, onorevole Gigli, un po' di tempo fa. Abbiamo votato anche l'emendamento 6.7 Gelmini. Ora dobbiamo votare l'articolo.

GIAN LUIGI GIGLI. Allora, chiedo di intervenire sull'articolo.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Mi scuso, però, la fretta, a un certo punto, ha fatto perdere un po' la sequenza dei relativi interventi; avrei preferito intervenire sull'emendamento Catanoso, perché era l'ultima possibilità, purtroppo svanita, per riportare questo articolo 6 in un alveo più corretto, a mio avviso. L'articolo 6 ha sostanzialmente innovato quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006 n. 43 che aveva a che fare con l'istituzione di nuove professioni sanitarie. Voglio ricordare che le professioni sanitarie sono state introdotte nel nostro ordinamento come corsi di laurea a partire dall'inizio degli anni Novanta; attorno al 1994 sono state definite ben 22 nuove lauree sanitarie e il percorso tuttavia, a parte la pletora, è stato sempre, come dire, caratterizzato dal fatto che si doveva percorrere una certa strada e questa certa strada richiedeva, oltre a tutta una serie di cose, anche la definizione, prima, del curriculum degli studi delle professioni sanitarie che si andavano ad istituire e, poi, eventualmente, il riconoscimento dei titoli di equipollenza o, comunque, a sanatoria di precedenti percorsi.

Ebbene, oggi, noi innoviamo sostanzialmente e innoviamo attorno a tre aspetti, uno dei quali può essere certamente condivisibile, cioè il fatto che la proposta di nuove figure professionali, di nuove lauree sanitarie possa esser fatta anche su sollecitazione di associazioni professionali; però, lo facciamo, a mio avviso, in modo errato, trasformando quello che la legge del 2006, la n. 43, prevedeva fosse un parere vincolante del Consiglio superiore di sanità come espressione tecnico-scientifica del Ministero; quindi, si richiedeva, appunto, che fosse subordinata a questo parere la istituzione delle nuove professioni sanitarie, mentre, oggi, noi trasformiamo questa subordinazione in un previo parere di cui, evidentemente, si potrà anche non tener conto.

Ma, soprattutto, ed è qui, a mio avviso, il vulnus più importante, viene prima istituita - e vedremo poi le conseguenze al successivo articolo 7 - la nuova figura di laurea sanitaria e, solo successivamente, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca viene definito l'ordinamento didattico della formazione universitaria delle nuove professioni sanitarie, individuate come sopra. Allora, questo significa un ribaltamento, in qualche maniera, anche della procedura, perché la logica avrebbe voluto che solo dopo la definizione dell'ordinamento didattico, fosse possibile, eventualmente, stabilire i criteri di valutazione dell'esperienza professionale e i criteri per il riconoscimento dei titoli equipollenti.

Oggi, noi ci troviamo di fronte al fatto che avviene il contrario. Lo ripeto, rischia di essere un qualcosa che, come vedremo tra breve, si traduce immediatamente in operatività per due nuove figure professionali, che sono l'osteopata e il chiropratico, ma rischia di essere qualcosa che un domani sgancerà dal parere tecnico-scientifico del Consiglio superiore di sanità e subordinerà eventualmente solo alla politica l'istituzione di nuove lauree sanitarie, e soprattutto farà sì che alla fine il Ministero dell'università, che pure è competente per il rilascio dei titoli, intervenga solo a posteriori. È per questo motivo che voterò in modo contrario a questo articolo.

PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico industriale statale “Domenico Zaccagna” di Carrara, provincia di Massa Carrara, che seguono i nostri lavori (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Emendamento 7.2 Catanoso, parere contrario. Emendamento 7.3 Catanoso, parere contrario. Emendamento 7.1 Gigli, parere contrario. Emendamento 7.5 Catanoso, parere contrario. Emendamento 7.6 Rondini, parere contrario. Emendamento 7.7 Catanoso, parere contrario.

PRESIDENTE. Mi dà anche il parere sugli articoli aggiuntivi?

MARIO MARAZZITI, Relatore. Articolo aggiuntivo 7.01 Attaguile, parere contrario. Articolo aggiuntivo 7.011 Rondini, parere contrario. Articolo aggiuntivo 7.015 Cova…

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 7.015 Cova è stato ritirato.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Articolo aggiuntivo 7.03 Scopelliti, parere contrario. Articolo aggiuntivo 7.04 Rondini, parere contrario. Sull'articolo aggiuntivo 7.05 Brignone vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

La motivazione generale è che noi abbiamo trovato una nuova procedura per il riconoscimento delle nuove professioni sanitarie, e pertanto tutti gli emendamenti su questioni particolari hanno ricevuto parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.2 Catanoso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, in realtà io voglio intervenire sull'articolo, sull'intero articolo.

PRESIDENTE. Sull'intero articolo bisognava intervenire prima, onorevole Binetti.

PAOLA BINETTI. Cioè prima quando?

PRESIDENTE. Cioè, se lei vuole intervenire sul voto dell'articolo 7 deve intervenire alla fine; se voleva intervenire sul complesso degli emendamenti, doveva intervenire prima. Adesso lei può intervenire sull'emendamento 7.2 Catanoso.

PAOLA BINETTI. Va bene, è uguale.

PRESIDENTE. Prego.

PAOLA BINETTI. Voglio dire soltanto questo: il disegno di legge, che va appunto sotto il nome di decreto-legge cosiddetto Lorenzin, per cui è conosciuto un po' anche a livello generale, ha in questo punto concreto, nel riconoscimento delle due nuove professionalità che vengono ammesse, gli osteopati e i chiropratici, uno dei suoi punti qualificanti, perché dà ragione di quella che è un'esigenza di profilo professionale alto, misurata soprattutto dal punto di vista dei bisogni della popolazione. Sono milioni gli italiani che si rivolgono all'osteopata, e che in qualche modo cercano la soluzione dei loro problemi di salute attraverso l'intervento di una figura che finora non era riconosciuta, e come tale poteva anche non offrire quelle garanzie che una professione di tipo sanitario, come quella che ora stiamo definendo, permette di offrire a tutti i cittadini. Il fatto che questa professione venga riconosciuta, e in qualche modo in via subordinata si procederà ad identificarne il curriculum formativo, e di conseguenza poi anche le norme transitorie che permettono l'esercizio della professione stessa, io lo considero forse uno dei punti per cui valeva la pena approvare questa legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, passiamo alle dolenti note, perché, per quanto ci riguarda, il lavoro fatto fino adesso ci ha visti favorevoli: in realtà sull'articolo 7 si inizia il gran pasticcio, di cui abbiamo una parte di responsabilità, perché come opposizione non abbiamo chiarito bene che l'articolo 7 andava soppresso, insieme all'articolo 8, a causa di un cattivo lavoro ab origine svolto dalla Lorenzin, che si è fatta scrivere articolo per articolo da altre persone questo disegno di legge, e a causa del Senato che non ha lavorato bene. Perché, vede, Presidente, da questo momento in poi quello che noi temiamo e abbiamo temuto in Commissione e abbiamo cercato di evitare, la maggior parte delle forze politiche in campo, era che si scatenasse la gara alla “marchetta” della professione sanitaria emergente che aveva più associati o più iscritti.

In linea generale, la maggior parte dei gruppi, i gruppi più importanti hanno rispettato questo tipo di modalità, perché altrimenti sarebbe un provvedimento che prevedrebbe tanti di quegli articoli aggiuntivi quante professioni sanitarie emergenti: per cui chi più ne ha, più ne metta. La maggior parte di questi articoli aggiuntivi è stata ritirata, perché è stato creato un percorso che prevede pari dignità a condizioni certe, empiriche e dimostrabili, relativamente alla formazione del professionista sanitario o socio-sanitario emergente.

Ebbene, Catanoso con il suo emendamento dimostra proprio di non avere capito molto di quello che è stato fatto, perché, al di là del fatto che la vogliamo chiamare sanitaria o tecnico-sanitaria, la questione qui è un'altra: quest'articolo - l'articolo 8 è stato soppresso - adesso dovrebbe essere soppresso, perché si è creata questa gara al ribasso, al ribasso della dignità, dell'intelligenza, della moralità dei senatori e dei deputati, di andare a cercare il deputato di riferimento che presentasse l'emendamento in modo da mostrarsi come paladino dei massofisioterapisti, dei chiropratici... Abbiamo avuto persino Cantone che è scivolato su questa buccia di banana, perché l'abbiamo sentito in audizione per questioni relative alla trasparenza, ai conflitti di interesse, alla compatibilità, e ci ha fatto un endorsement sul riconoscimento degli osteopati: come se noi fossimo comunque delle persone inabili, perché, comunque, come era stato scritto il provvedimento al Senato era assolutamente da inabili e adesso, purtroppo, il relatore ha sbagliato, perché questo articolo, a cui noi voteremo contro - non abbiamo presentato il soppressivo - andava soppresso, perché anche gli osteopati, i chiropratici hanno la stessa dignità di tutte le altre professioni sanitarie o socio-sanitarie emergenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e lei non doveva compiacere il Senato relativamente ad un errore che il Senato ha compiuto, che la Lorenzin ha compiuto, perché era nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Onorevole Baroni, si rivolga alla Presidenza, grazie.

MASSIMO ENRICO BARONI. Per cui, se andate a leggere - io concludo, Presidente - bene l'articolo 7, dice sostanzialmente che queste tre professioni si devono adeguare al percorso già previsto in altri articoli. Quindi, l'articolo 7 è sostanzialmente inutile, è ridondante e da questo punto di vista noi dovevamo essere più coraggiosi, perché adesso dovremo votare una marea di emendamenti presentati da deputati paladini di professioni emergenti che dicono: io sto con questa professione, io sto con quell'altra; e quelli che non l'hanno presentato o che non voteranno a favore, faranno la figura dei cattivi.

Così non è: il provvedimento è cambiato, eravamo riusciti a cambiarlo, ma questo articolo andava soppresso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MARIO MARAZZITI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, questa legge nella vulgata e nel dibattito pubblico per lunghi mesi è stata raccontata col titolo “legge sulle nuove professioni sanitarie”, perché è una parte molto importante di questa legge; e per circa un anno c'è stata preoccupazione da parte di molti aspiranti di essere riconosciuti come nuove professioni sanitarie e c'è stata anche molta preoccupazione in professioni sanitarie già esistenti che nuovi riconoscimenti potessero mettere in discussione, al contrario, parte delle prerogative delle professioni esistenti.

La scelta che abbiamo fatto in Commissione non è stata facile, perché per molti mesi sono giunte migliaia di e-mail, di migliaia di persone preoccupate da tutte le parti di tutte le professioni sanitarie: osteopati e chiropratici che avevano visto la dicitura “è istituita la professione dell'osteopata e del chiropratico” nel testo del Senato e quanti altri volevano diventare professioni riconosciute e quanti altri ritenevano che fosse prematuro il riconoscimento degli osteopati e dei chiropratici, hanno continuato questo dibattito pubblico.

La scelta che abbiamo fatto - e che ho fatto come relatore fin dall'inizio - è stata di proporre un lavoro che facesse di questa legge una legge aperta e non una legge chiusa, ovvero che non fosse l'ultimo treno per entrare come professione riconosciuta, e quindi il massimo delle pressioni e il massimo delle lobby e il massimo anche delle pressioni sui singoli deputati, che quindi si sono anche spesi tutti, in buona fede, per sostenere una delle tante professioni che aspiravano ad essere riconosciute, ma al contrario abbiamo cambiato le modalità, che non funzionavano e che non hanno funzionato, proprio perché tante sono le professioni che non hanno chiarezza su questo, che è la legge del 2006.

Questa legge noi l'abbiamo cambiata introducendo i seguenti elementi: la possibilità che dal basso, dalle associazioni, si possa richiedere di essere presi in esame dal Ministero della salute come nuova professione sanitaria; c'è un parere tecnico del Consiglio superiore di sanità e, quindi, si toglie alla politica la possibilità di decidere cosa è o cosa non è una professione sanitaria, ma torna ad essere una decisione tecnica; si mettono tempi abbastanza certi (sei mesi per l'espressione del parere sulla base dei titoli presentati); la Conferenza Stato-regioni individua il fabbisogno regionale e della popolazione per queste nuove professioni; poi si fissano i curricula e i corsi di studio ed eventuali equipollenze, a tutela dei cittadini, da parte del MIUR e del Ministero della salute.

Questa procedura aperta, una volta l'anno, permetterà a chi spera che la sua professione sia riconosciuta come una “nuova professione” proprio di vedere i propri titoli presi in esame. Non solo: questa legge, una legge sanatoria importante per tante aspirazioni, ma chiusa, diventa una legge aperta al futuro, perché le nuove professioni sanitarie - alcune sono all'inizio - sono talmente nuove e talmente importanti da non avere oggi la forza di chiedere di essere riconosciute, ma da potere essere indispensabili, domani, dopodomani, nella medicina personalizzata, nella grande ricerca che chiede il management della ricerca internazionale e della sperimentazione clinica, e così via.

Allora, abbiamo fatto la scelta di questa legge aperta. Gli osteopati e i chiropratici sono individuati come nuove professioni, la loro istituzione sarà la stessa che varrà per tutte le altre professioni sanitarie e sono le prime due professioni che verranno prese in esame.

Pertanto, il punto di equilibrio trovato, molto innovativo, mi sembra che abbia un riscontro in un mutato sentore e sentire delle molte professioni sanitarie, sia quelle che aspirano, sia gli osteopati e i chiropratici, e mi sembra ci sia soddisfazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Proprio nell'ottica di quanto diceva il relatore, presidente Marazziti, con questa legge si vuole stabilire un principio diverso da quello del mercato delle vacche, che aveva aperto la Lorenzin, ovvero la professione sanitaria che grida di più, che ha il contatto più diretto con il parlamentare o con il sottosegretario o con il Ministro viene riconosciuta e l'altra no.

Non è - come diceva il presidente - compito del Parlamento o di un parlamentare stabilire quale professione sanitaria sia giusto che venga riconosciuta e quale no, qual è il numero dei malati che sono in cura e quali le professioni che non hanno un numero di malati in cura, e così via: non siamo noi a dover stabilire quei principi.

Abbiamo dato un criterio da seguire per tutte le professioni sanitarie emergenti, perché possano essere riconosciute e, quindi, in coerenza con questo buon lavoro fatto, con questo ottimo lavoro fatto dal relatore, ci sembrava opportuno un po' di coraggio da parte del relatore nel sopprimere questo articolo perché fosse equiparato...

PRESIDENTE. Grazie.

Salutiamo gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore “Don Milani” di Rovereto, in provincia di Trento, che seguono la nostra giornata di formazione (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. In realtà io mi trovo pienamente d'accordo con quanto detto dal presidente Marazziti, peccato però che è totalmente incoerente, poi, con quello che si è andato a scrivere. Perché sentirsi dire, dal relatore oltretutto, nonché presidente della Commissione, che finalmente non si dà più il compito alla politica di individuare le professioni sanitarie, bensì alla tecnica, quindi un tavolo tecnico-scientifico, perché appunto si toglie alla politica questo compito, e poi si legge, all'articolo 7, comma 1: “Nell'ambito delle professioni sanitarie sono individuate le professioni dell'osteopata e - aggiunto adesso - del chiropratico (…)”. Quindi, più incoerenza di questa! Sulla premessa noi siamo pienamente d'accordo, ma cambiamo la conclusione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Catanoso, con il parere contrario del relatore e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo all'emendamento 7.3 Catanoso. Onorevole Gigli, aveva alzato mano, voleva parlare?

GIAN LUIGI GIGLI. Credevo ci fosse il 7.1.

PRESIDENTE. No siamo al 7.3.

GIAN LUIGI GIGLI. E il 7.1 quando è stato discusso, scusi, Presidente?

PRESIDENTE. Ma lei ha il fascicolo, onorevole Gigli?

GIAN LUIGI GIGLI. Sì, ce l'ho.

PRESIDENTE. Ecco, se lei lo ha, vede che il 7.1 viene dopo il 7.3.

GIAN LUIGI GIGLI. E allora è un nuovo fascicolo, mi scusi, Presidente.

PRESIDENTE. Io ho un fascicolo che dovremmo avere tutti, comunque il fascicolo che ho io mette il 7.1 dopo il 7.3, quindi adesso, se nessuno chiede di parlare sul 7.3, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Catanoso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'emendamento 7.1 Gigli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Mi scuso con lei, ma il disguido era legato alla evidente presenza di un fascicolo antiquato, diciamo.

Volevo dire solo questo, riguardo a questo emendamento, al 7.1, che mi riservo, come da suo invito, di intervenire a fine seduta per spiegare all'onorevole Baroni che cos'è l'impact factor, ma soprattutto per spiegargli quali sono i rischi per la salute mentale dello psicologo che provengono dall'esercizio della professione. E tuttavia, prendo atto al momento, positivamente, del fatto che si è riconvertito alla ricerca di condizioni certe, empiriche e dimostrabili. Questo mi lascia assolutamente positivamente impressionato; evidentemente gli effetti della cannabis sono finiti…

Sul merito dell'intervento, devo dire che concordo con alcune delle cose che lui ha detto e io dico semplicemente che, se non c'è la possibilità, come dire, di togliere di mezzo del tutto l'articolo 7 e ricondurre i chiropratici e gli osteopati nella logica di tutte le nuove professioni sanitarie, almeno con l'emendamento 7.1 ribadiamo ancora una volta che la istituzione sia subordinata al parere tecnico-scientifico del Consiglio superiore di sanità, che è l'organo tecnico del Ministero al quale dovrebbe, il Ministro stesso, rivolgersi per questo tipo di pareri.

Io credo che, se almeno avessimo il coraggio, fermo restando l'articolo 7, di introdurre questo piccolo emendamento, forse faremmo gridare meno allo scandalo, forse faremmo meno gridare - e anche il collega Baroni - al mercato delle vacche.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Gigli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.5 Catanoso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.6 Rondini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie. Per preannunciare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Collega Rondini, lei ha proprio…

PRESIDENTE. Onorevole Baroni.

MASSIMO ENRICO BARONI. Attraverso la Presidenza…

PRESIDENTE. Bene.

MASSIMO ENRICO BARONI. …vorrei chiedere al collega Rondini che in realtà tutti i suoi emendamenti sono per il riconoscimento delle professioni più varie, con il modulo a vanvera, come diceva un famoso allenatore. Questo mostra che fondamentalmente non si è seguito il lavoro della Commissione e mette in difficoltà tutta la Commissione nel riuscire a distinguere, in realtà, il lavoro che deve essere portato avanti dal lavoro su cui bisogna opporsi. Dato che lui è all'opposizione, dovremmo riuscire a lavorare anche insieme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.6 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 Catanoso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Attaguile, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.011 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

L'articolo aggiuntivo 7.015 Cova è stato ritirato.

Siamo, quindi, a pagina 46 del fascicolo. Articolo aggiuntivo 7.03 Scopelliti. Lo ritira, onorevole Scopelliti? Sta bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.04 Rondini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

L'articolo aggiuntivo 7.05 Brignone è stato ritirato.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, sulle proposte emendative riferite all'articolo 9 i pareri sono contrari - premetto - perché abbiamo scelto che sugli articoli su cui la Commissione non è intervenuta per rispetto al testo del Senato, ovviamente emendamenti poi presentati in Aula raccolgono lo stesso tipo di valutazione da parte del relatore. A questo punto la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 9.3 Brignone e 9.4 Colonnese.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Brignone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione. Ne approfitto per informare l'Aula che l'articolo aggiuntivo 16.011 Lenzi è stato ritirato. Stiamo votando l'emendamento 9.3 Brignone, colleghi. Ricordo che l'emendamento 9.2 Piccione è stato ritirato.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Colonnese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Mi pare che il primo emendamento 11.28 Cova sia stato ritirato.

PRESIDENTE. Il primo è stato ritirato. Siamo agli identici emendamenti 11.1 Scopelliti e 11.2 Lenzi.

MARIO MARAZZITI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 11.1 Scopelliti e 11.2 Lenzi. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 11.5 Lenzi purché sia riformulato nel modo seguente: cambiare le parole “sessanta giorni” in “ quarantacinque giorni”. La Commissione invece esprime parere contrario sull'emendamento 11.4 Nesci.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.1 Scopelliti e 11.2 Lenzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.5 Lenzi. Onorevole Lenzi, accetta la riformulazione proposta dal relatore? Prendo atto che la riformulazione è accettata dai presentatori.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.5 Lenzi nel testo riformulato del relatore, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.4 Nesci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Con l'emendamento in esame prevediamo di abrogare la disposizione riguardante il Fondo di Garanzia. Stiamo parlando del rischio clinico perché purtroppo, quando i provvedimenti non vengono fatti bene, è necessario andare a recuperare i decreti omnibus per apportare delle correzioni e quindi siamo tornati indietro nel tempo e quindi scusi un attimo questo time warp. Quindi presumibilmente dopo di me interverrà Gelli. Il Fondo di garanzia di cui al comma 1 assolve anche alla funzione di agevolare l'accesso alla copertura assicurativa da parte degli esercenti le professioni sanitarie che svolgono la propria attività in regime libero-professionale, ai sensi dell'articolo 10, comma 6. Ebbene in questo modo il Fondo destinato a risarcire le persone danneggiate ovvero i pazienti viene esteso alle assicurazioni. Riteniamo inaccettabile tale disposizione, Presidente, e per tale ragione chiediamo la soppressione della lettera c) dell'articolo 11, comma 1, perché è un altro favore alle assicurazioni in questo mercanteggiamento dei fondi a disposizione dello Stato ad uso esclusivo dei pazienti danneggiati su cui, invece, adesso le assicurazioni potranno mettere le mani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelli. Ne ha facoltà.

FEDERICO GELLI. Solo per chiarire. Gli emendamenti che sono stati riformulati e in parte approvati riguardano due condizioni particolari. La prima è la necessità di uniformare il Fondo che era previsto dal decreto Balduzzi ma che non era mai stato avviato per mancanza del regolamento attuativo. Il Fondo prevedeva un aiuto ai professionisti nel finanziare e sostenere la possibilità di sottoscrivere contratti con le imprese di assicurazione, tenuto conto dell'enorme costo che le imprese di assicurazione in questi anni hanno previsto per la copertura assicurativa degli esercenti la professione sanitaria. Con l'emendamento uniformiamo, finalmente abrogando il decreto Balduzzi nella parte relativa a tale fattispecie, un unico Fondo, previsto dalla legge 8 marzo 2017, n. 24, che verrà regolamentato da due fattispecie: una che riguarderà i cittadini che hanno subito un danno dal Sistema sanitario e che potranno rivolgersi al Fondo nelle caratteristiche che abbiamo disciplinato nel testo e un'altra che riguarderà i liberi professionisti che sono l'unica categoria che in realtà rimane nella condizione attuale, mentre per i professionisti dipendenti delle strutture pubbliche e private la copertura assicurativa è in carico alla struttura sanitaria. Quindi i liberi professionisti rimangono nella condizione attuale e vengono in questo modo aiutati da questo Fondo che quindi si articolerà in due fattispecie: per i cittadini e per i professionisti.

Nell'altro emendamento che è stato accolto, per una semplice attività di monitoraggio da parte delle strutture sanitarie sugli eventuali soggetti coinvolti in un eventuale, potenziale danno a carico di un paziente, è stato segnalato che dieci giorni non erano sufficienti per istruire l'attività e per individuare quali potevano essere i professionisti coinvolti, per questo motivo abbiamo pensato di portare da 10 a 45 giorni il periodo per una fase istruttoria da parte delle strutture sanitarie. Tutto qua.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.4 Nesci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, emendamento 12.4 Rondini, parere contrario. Emendamento 12.1 Lenzi, parere favorevole. Emendamenti 12.2 Lorefice e 12.3 Gelmini, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.4 Rondini. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Lenzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Lorefice, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, sull'emendamento 13.2 Mantero, parere contrario.

Sugli articoli aggiuntivi 13.01 Nesci, 13.02 Lorefice, 13.03 Grillo e 13.04 Baroni, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.2 Mantero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Presidente, questo emendamento interviene sulla legge 14 dicembre 2000, n. 376, che disciplina la tutela sanitaria delle attività sportive e soprattutto la lotta contro il doping.

Con questo emendamento, la nostra intenzione è quella di evitare un conflitto di interessi nell'azione di controllo contro il doping, quindi prevediamo che i componenti della Commissione di vigilanza e di controllo per il doping, che quindi tutelano anche la salute degli sportivi, non possano essere presidenti di federazioni sportive o mediche o essere stati membri del Consiglio federale delle federazioni sportive negli ultimi dieci anni, né avere legami di consulenza o dipendenza con aziende farmaceutiche o aziende che commercializzano prodotti integratori.

La lotta al doping è fondamentale sia per valorizzare lo sport sia per tutelare la salute degli sportivi, soprattutto dei più giovani; far sì che l'organismo che si occupa del controllo e della vigilanza non abbia conflitto di interesse, quindi non abbia a che fare né con le federazioni sportive, che potrebbero trarre vantaggio dal fatto che si chiude un occhio sui controlli, oppure con le aziende farmaceutiche che commercializzano questi farmaci, dal nostro punto di vista è fondamentale.

Quindi, chiediamo di votare favorevolmente su questo emendamento e chiediamo anche il motivo del parere contrario su un emendamento che ci pare di assoluto buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.2 Mantero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 13.01 Nesci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Allora, con questo emendamento vogliamo rafforzare la normativa sulla trasparenza e abbiamo pensato a delle misure volte a prevenire eventi corruttivi e infiltrazioni mafiose nella sanità, nello specifico, nella dirigenza sanitaria, perché questo tema della dirigenza sanitaria contiene delle clamorose lacune in termini di trasparenza, ma anche di tracciabilità dei dati.

Su questi temi, più volte abbiamo interrogato quest'Aula e anche la Commissione, quindi, forse sarebbe il caso, questa volta, di mettere mano a quello che gentilmente l'ANAC ha voluto definire come “un refuso”, ma un refuso molto grave. Noi abbiamo pensato di metterci mano con questo emendamento che potrebbe essere condiviso.

Intanto, facciamo riferimento all'atto di segnalazione al Governo e al Parlamento da parte dell'ANAC, n. 1388 del 2016, e chiediamo che vengano estesi gli obblighi della trasparenza della dirigenza pubblica anche alla dirigenza sanitaria e, soprattutto, alle prestazioni professionali in regime intramurario.

Stiamo parlando, ovviamente, di un tema ampio, che ha profili di corruttela molto alti; in maniera, anche qui, riduttiva è stato stimato in 6 miliardi il costo della corruzione e delle infiltrazioni mafiose dentro la sanità. Forse sarebbe il caso, grazie a questo emendamento, lo ripeto, di porre fine a questa lacuna normativa, perché, se non bastano, appunto, il nostro indirizzo e la nostra proposta, ricordo che facciamo riferimento ad atti di segnalazione dell'ANAC. Infatti, in questo emendamento inseriamo anche una dicitura per rendere effettivo il potere sanzionatorio dell'ANAC, in quanto spieghiamo che, effettivamente, il riscossore delle sanzioni è l'ANAC stessa, e che le sanzioni vanno, appunto, all'ANAC, la quale le rendiconta e le utilizza a fini istituzionali. Le rendiconta, ovviamente, anche se sono accantonate e, quindi, non utilizzate.

Questo nel comma 1, mentre, invece, nel comma 2 vogliamo specificare, sempre nel tentativo di definire queste lacune, che il tema dell'inconferibilità degli incarichi si riferisce al direttore generale e componente di strutture del Servizio sanitario nazionale. In questo siamo stati in qualche modo corroborati dagli uffici per sistemare una dicitura che, evidentemente, fosse più pertinente, ma il succo dell'argomento è questo.

Abbiamo visto che il 77 per cento dei procedimenti di vigilanza avviati dall'ANAC, in particolare tra il 2015 e il 2016, si è concluso con un nulla di fatto, perché, nella lacuna della normativa, non si specifica che i direttori generali o, se vogliamo, anche i presidenti o, comunque, i componenti dei consigli di amministrazione e, quindi, coloro che hanno effettivamente il controllo e la gestione, per esempio, degli enti, non essendo state loro attribuite direttamente delle deroghe gestionali, il potere di vigilanza dell'ANAC svaniva, in quanto la legge non precisa questo aspetto.

Allora, noi, per togliere ogni dubbio, scriviamo proprio che si prescinde dall'attribuzione di deleghe gestionali dirette, in quanto è insito nel ruolo e nel mandato in sé di questi organi che hanno, ovviamente, la gestione e l'amministrazione. Quindi, spero che questo emendamento venga preso in considerazione, nonostante il parere contrario; magari il Governo intende, in questo senso, ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Presidente, penso che questo sia un emendamento, un dispositivo normativo necessario ed essenziale da approvare, per un motivo molto semplice. Infatti, nel contesto del Servizio sanitario nazionale, indipendentemente da come viene gestito, dalle responsabilità di chi lo gestisce, c'è un altissimo tasso di corruzione, un tasso di corruzione che, addirittura, io penso che sia di sistema.

Davanti a una situazione del genere - e l'ANAC, nel contesto della sua attività, ha riscontrato degli anelli deboli all'interno del sistema stesso - per poter cercare di porvi un argine, non c'è dubbio che, il riferimento a quello che viene esplicitato con questo emendamento, avrà il nostro sostegno e la nostra approvazione.

Colgo l'occasione, per sottolineare che il problema riguarda tutto il Paese; tutto il sistema sanitario nazionale è pervaso, dappertutto, da forti scandali di natura corruttiva di ogni genere e di ogni grado. Tutto il sistema è corrotto, Presidente, è inutile che si giri intorno al problema, tutto, dalla “a” alla “z”. Quindi, davanti a una situazione del genere è fin troppo evidente che questo non è un emendamento che risolve il problema, ma almeno mette un argine a ciò che l'Autorità anticorruzione ha segnalato e sono molto sorpreso del parere contrario da parte del Governo.

Il Governo non è che, a giorni alterni, quando è di suo gradimento, fa riferimento all'ANAC, sposa quello che dice l'ANAC, e, quando, poi, non è di suo gradimento, non ne tiene conto per niente. Non è possibile che accada una situazione di questo genere. Per questo motivo noi riteniamo di dover sensibilizzare il Governo affinché, magari, cambi il parere, anche con il relatore, perché, se no, cominciamo qui a elencare tutta la catena di sistemi corruttivi, con le proroghe, con le gare che non vengono fatte da anni, con le dichiarazioni di infungibilità. Tutto ciò nel contesto che riguarda, soprattutto, l'acquisizione di beni e servizi, per non parlare, poi, di quello che accade con il problema delle lavanderie, delle cucine, della ristorazione e quant'altro.

Quindi, invito il Governo, anche, a cambiare parere, perché, forse, questo emendamento, comunque, mette un argine e mette delle regole che l'ANAC stessa chiede alla politica e al Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Ci ritroviamo sempre qui a provare a mettere dei correttivi in merito a quello che l'ANAC definisce proprio un refuso sulla pubblicazione dei dati dei dirigenti sanitari, estendendolo anche alle prestazioni professionali svolte in regime intramurario. In questo senso, noi proviamo a rendere effettivo il potere sanzionatorio dell'ANAC, precisando, come richiesto dall'Autorità medesima, che le sanzioni sono irrogate dall'ANAC per finalità istituzionali pubblicate sul sito Internet.

I dati, che sono dati e che riguardano il fatto che gli eventuali amministratori debbano avere delle funzioni di amministrazione e gestione, in realtà hanno indebolito l'estendibilità della legge cosiddetta Severino e dei due decreti delegati.

Noi con questo provvedimento rimettiamo in capo alla dirigenza sanitaria, rimettiamo in capo alle professioni sanitarie ciò che spetta loro, ovvero essere trasparenti e il fatto che non debbano sedere su 37 poltrone contemporaneamente, andando a modificare gli statuti in fretta e furia per dichiarare esternamente che non hanno deleghe gestionali dirette (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01 Nesci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.02 Lorefice, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 13.03 Grillo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, con questo emendamento noi aggiungiamo l'articolo “Disposizioni urgenti in materia di trasparenza e di tracciabilità nella sanità”; in particolare estendiamo questo tipo di disposizione anche agli affidatari dei servizi sanitari e socio-sanitari in regime di accreditamento; inoltre, cogliamo anche l'atto di segnalazione al Governo e al Parlamento n. 1388 del 14 dicembre 2016, con cui l'ANAC chiedeva proprio di intervenire introducendo queste modifiche all'interno del decreto legislativo cosiddetto trasparenza.

Di fatto crediamo di svolgere un servizio per il Paese: ci è stato richiesto dall'Autorità anticorruzione, è il terzo emendamento sul tema lievemente modificato, un pochino asciugato e meno esteso, ma è in realtà estremamente puntuale.

Perché la maggioranza, per una volta, non legge meglio gli emendamenti dell'opposizione, visto che sono emendamenti che vanno a favore solo ed esclusivamente di tutti i cittadini e di una società anche più giusta, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Presidente, questo emendamento è molto importante e va sempre nella stessa direzione, perché stiamo facendo riferimento ai contratti di appalto e di concessione e sembra che in realtà - come è, anzi - le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie siano escluse dalla tracciabilità dei finanziamenti.

E in particolare dico, sempre facendo riferimento ad un altro atto dell'Anac che si è espresso nello specifico, il n. 958, che per aggirare le infiltrazioni malavitose anche all'interno degli appalti della sanità, serve l'utilizzo di conti correnti dedicati, l'effettuazione di movimenti finanziari tracciabili, l'indicazione degli strumenti di pagamento relativi ad ogni transazione, del codice identificativo di gara. Bisogna mettere mano a questo tema, Presidente, Governo e Parlamento tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.03 Grillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.04 Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Emendamento 14.1 Brignone, parere contrario.

Gli articoli aggiuntivi 14.01 e 14.03 Fossati sono stati ritirati. Articolo aggiuntivo 14.02 Murer, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Brignone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

L'articolo aggiuntivo 14.01 Fossati è stato ritirato, così come il 14.03 Fossati.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.02 Murer, con il parere contrario del relatore, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Fucci. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo brevemente sull'articolo 15, da un lato per sostenerne l'importanza, con particolare riferimento al comma 2, che prevede che i cittadini stranieri, in possesso della qualifica di medico acquisita in un Paese non appartenente all'Unione europea, che intendano partecipare ad iniziative di formazione o di aggiornamento, possano essere temporaneamente autorizzati, con decreto del Ministero della salute, allo svolgimento di attività di carattere sanitario nell'ambito di dette iniziative, in deroga alle norme sul riconoscimento dei titoli esteri; e valutiamo anche positivamente, in particolare, il contenuto dell'emendamento 15.7 dei colleghi Murer, Fossati e Fontanelli, che ha l'obiettivo di porre un termine perentorio per l'emanazione del decreto ministeriale. In generale, questa norma da noi proposta e sostenuta in Commissione è concretamente utile in quanto, tenuto conto che i medici extracomunitari in questione una volta terminato il periodo di formazione o aggiornamento debbono rientrare nel loro Paese, le capacità acquisite possono fungere da volano anche per l'instaurarsi di rapporti economici e di collaborazione con le aziende italiane impegnate, per esempio, nella produzione di dispositivi medici, che loro hanno conosciuto e utilizzato, di apparecchiature elettromedicali e di altro. Ecco perché è necessario individuare procedure semplificate che consentano a detti professionisti di frequentare iniziative di formazione altamente qualificanti, fermo restando, ripeto, fermo restando il rispetto di determinati vincoli finalizzati alla tutela della salute dei cittadini (Applausidei deputati del gruppoMisto-Direzione Italia).

PRESIDENTE. Passiamo, a questo punto, ai pareri sulle proposte emendative all'articolo 15. Prego, onorevole Marazziti.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Emendamento 15.1 Gigli...

PRESIDENTE. È ritirato.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Anche il 15.2 Grillo?

PRESIDENTE. No, l'emendamento 15.2 Grillo non è ritirato.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Allora, sull'emendamento 15.2 Grillo il parere è contrario. Anche sugli emendamenti 15.3, 15.4 e 15.5 Gigli e 15.6 Monchiero il parere è contrario. Sull'emendamento 15.7 Murer il parere è favorevole. Sull'emendamento 15.8 Grillo il parere è contrario. Sull'emendamento 15.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del regolamento) il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.2 Grillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'emendamento 15.3 Gigli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento 15.3 - dopo aver ritirato il 15.1, perché avrebbe ingenerato l'equivoco di essere contrari anche alle disposizioni che riguardano l'immigrazione e le condizioni per l'inserimento dei medici extracomunitari, a cui invece sono assolutamente favorevole -, perché il tema in discussione è fondamentale per l'avvenire del nostro sistema sanitario, per quello di tanti giovani e per quello del mondo accademico, a cui il compito della loro formazione è demandato.

Cosa voglio dire? Nonostante tutte le limature che si sono prodotte, qui viene rimandato, per così dire, a ulteriori modalità negoziali l'inserimento - dice testualmente il comma 1 - dei medici in formazione specialistica all'interno delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa.

Allora, poiché l'inserimento dei medici in formazione specialistica già c'è all'interno delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa e le scuole di specializzazione sono appena passate durante questa estate attraverso un processo di accreditamento e di ridefinizione della rete formativa, gestito in maniera congiunta dal MIUR e dal Ministero della salute, è evidente che queste ulteriori modalità attuative, anche negoziali, si riferiscono ad altro; e l'altro è stato oggetto di discussione nei passati due, tre anni senza venirne a capo.

Qual è questo “altro” che qui viene taciuto? È il fatto che i medici in formazione specialistica, rispetto ai quali lo Stato ha il compito della formazione nell'interesse loro e nell'interesse del paziente, vengono ad essere trasformati, grazie a questo piccolo accorgimento, in medici non specialisti, che finiranno per avere uno stipendio che non è quello del contratto di formazione all'interno degli ospedali, per lavorare sotto la responsabilità del primario, come merce a basso costo, come professionisti a basso costo, sottopagati, per riempire i vuoti a basso prezzo e, al tempo stesso, però, con evidenti rischi per loro stessi, perché, alla fine del loro cammino, probabilmente non avranno fatto il percorso migliore che sarebbe stato doveroso assicurare loro, e soprattutto nel più completo disinteresse per quanto riguarda i pazienti, che da medici non adeguatamente ancora formati verranno curati.

In poche parole, qui noi stiamo delineando, grazie a ulteriori modalità attuative anche negoziali di cui non sappiamo niente, la possibilità che medici in formazione, che già oggi debbono lavorare all'interno di tutta la rete formativa, possano trovarsi a svolgere mansioni che non competono loro, per supplire i buchi del sistema sanitario nazionale.

Allora, gli emendamenti - e questo è solo il primo - che io ho presentato mirano proprio a ridurre questo rischio: per esempio, il 15.3 di cui parliamo ora, sostituisce semplicemente la parola “inserimento” con la parola “attività”. Non è una differenza da poco: attività certamente all'interno della rete di formazione, anche ospedaliera extrauniversitaria. “Inserimento” è qualcosa di diverso; esso prefigura, appunto, un inserimento lavorativo e - ripeto - noi non possiamo permetterci il lusso, soprattutto da un punto di vista etico, di avere dei medici di serie A e di serie B nell'accesso, appunto, alla loro attività e, soprattutto, pazienti di serie A e pazienti di serie B.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.3 Gigli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.4 Gigli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io spero ancora nella buona fede dei miei interlocutori in quest'Aula.

Questo emendamento, il 15.4, tende a limitare ulteriormente l'indistinto, appunto, che può portare a quei fenomeni che ho cercato di descrivere prima, di sfruttamento professionale, da un lato, e di scarsa preparazione rispetto allo specialista che il paziente avrebbe diritto di avere di fronte. Qui si dice, in questo emendamento, che l'attività prevista ha finalità esclusivamente di tipo didattico, non porta alla sostituzione di personale specialistico con personale in formazione e non può dare luogo a indennità, compensi o emolumenti comunque denominati diversi, anche sotto il profilo previdenziale, da quelli spettanti a legislazione vigente ai medici specializzandi. Allora, se rifiutiamo questo emendamento significa che noi stiamo prevedendo nei fatti che il cosiddetto inserimento, visto che abbiamo bocciato prima “attività”, dei medici in formazione non abbia più delle finalità di tipo esclusivamente didattico, porti evidentemente alla sostituzione di personale specialistico con personale in formazione e possa dar luogo a emolumenti che non sono più quelli del contratto di formazione ma sono quelli di uno stipendio di serie B sottopagato.

Allora, qualcuno intervenga su questo per dirmi che non è vero, altrimenti vi state assumendo la responsabilità di segnare in negativo l'avvenire del nostro sistema sanitario nazionale, che oggi vuole che siano soltanto i medici in possesso della specializzazione a poter esercitare a pieno titolo nei reparti, mentre da domani, se questo emendamento non passa - cioè, se passa così come è stato formulato il testo di legge -, noi avremo anche situazioni di diverso tenore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.4 Gigli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.5 Gigli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Ultima occasione, Presidente: prendere o lasciare, come si dice. Questo emendamento è ancora più riduttivo, se volete, e stabilisce il principio secondo il quale la rotazione del medico in formazione specialistica all'interno delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa resta di esclusiva responsabilità del consiglio dei docenti della scuola di specializzazione. Se questo non è più vero - e vorrei l'attenzione un attimo dei colleghi -, vuol dire che c'è la possibilità, almeno teorica, che un medico venga preso magari in un ospedale periferico, dove magari non avrà accesso a tutta la complessità della specializzazione per la quale si sta preparando e rimarrà lì per i successivi quattro anni di formazione, tra virgolette, a riempire certamente un posto, ma ad avere degli orizzonti limitati.

Questo non sarebbe possibile se la rotazione in questi posti avvenisse non sulla base delle esigenze di copertura dell'organico dei posti stessi ma avvenisse, appunto, sulla base del percorso formativo dello specializzando e perché questo avvenga è necessario che la responsabilità della rotazione sia in capo al consiglio della scuola che è quello che dovrà garantire alla collettività, alla fine mettendoci la firma sopra, che quello specialista è preparato.

Vogliamo evitare anche questo? Bene, sappiamo che invece che girare per gli ospedali più qualificati uno specializzando potrà cominciare e finire il suo iter formativo all'interno magari dell'ospedale di Roccacannuccia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Presidente, solo per non lasciare agli atti un racconto così lontano dalla realtà sia del testo sia di quello che avviene nelle regioni italiane dove questo è già la norma e non c'è sfruttamento; anzi, c'è un'attenzione maggiore rispetto ad alcuni ospedali misti a gestione universitaria e questo si basa su un accordo in Conferenza Stato-regioni che dovrà mettere i paletti col Ministero dell'istruzione. La responsabilità della formazione è in capo al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Gli ospedali che verranno accreditati per svolgere funzioni anche di insegnamento devono essere adeguati e avere dei requisiti da rispettare (non può essere l'ospedalino di montagna). Quindi, per carità non andiamo a costruire una narrazione assai lontana sia dall'obiettivo sia da quelle che sono le esperienze concrete.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.5 Gigli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero… no, volevo dire 15.6 Monchiero, le chiedo scusa, Onorevole Monchiero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, è la seconda volta nel giro di due sedute che la sfortuna di avere un cognome che ha una forte assonanza con quello di un collega più celebre che danneggia clamorosamente…

PRESIDENTE. Soprattutto quando ci sono tanti emendamenti dell'onorevole Mantero…

GIOVANNI MONCHIERO. No, Mantero interviene molto di più. Io intervengo solo ogni tanto. Proprio per questo vorrei chiedere ai colleghi un attimo di attenzione.

Con questo emendamento esprimo la mia personale contrarietà a dare una deroga sul riconoscimento del titolo di studio. Io non ho nulla contro l'integrazione dei medici stranieri, assolutamente no; però, trovo stravagante che si possa dare una deroga a queste persone per la durata di due anni, quasi che noi vogliamo, con questa norma, giustificare una procedura di riconoscimento di questi titoli particolarmente inefficiente, perché se ci mettiamo due anni a verificare l'adeguatezza di un titolo di studio c'è qualcosa che non funziona.

Ora, per queste ragioni ho ritenuto di non ritirare l'emendamento e chiedo che sia posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civici e Innovatori per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Solo per preannunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, ribadiamo anche noi questa attenzione che l'Aula e che i legislatori devono avere rispetto al fatto che in Italia mancano i medici e i pochi medici validi che abbiamo vanno all'estero e noi ci dobbiamo avvalere di medici che vengono da Paesi emergenti (chiamiamoli così). Quindi, questo appare per l'ennesima volta un disegno di legge che elude il fatto di voler prendere il toro per le corna ovvero che c'è il blocco delle assunzioni ovvero che non si fanno più concorsi per assumere medici e questo sembra il modo per la maggioranza e per il PD di risolvere il problema. Per quanto ci riguarda, la maggioranza sta continuando a mettere la testa sulla sabbia e prevede queste…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI. …queste pecette.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Grazie, Presidente. Ci corre l'obbligo di una qualche precisazione su questo punto perché sono state dette cose inesatte. La disposizione in questione ha origine da un emendamento del collega Fucci, accolto in Commissione con parere favorevole del relatore e che abbiamo votato.

Non si tratta di derogare al riconoscimento dei titoli di studio per svolgere un'attività lavorativa all'interno delle strutture sanitarie del nostro Paese: ci mancherebbe altro! Si tratta di professionisti formati all'estero che vengono in Italia per completare la formazione o per svolgere funzioni di ricerca: ricerca e formazione. Poiché la ricerca e la formazione in campo sanitario spesso sono svolte unitamente all'attività clinica e, quindi, all'interno delle strutture sanitarie del nostro Paese, è necessario attraverso un accordo tra regioni, Ministero degli affari esteri e cooperazione internazionale e Ministero dell'interno fissare i requisiti per l'accesso alle strutture sanitarie.

È ovvio che, in quella sede, saranno fissati i requisiti minimi che sono indispensabili per accedere a un reparto ospedaliero.

Inoltre, attenzione, questi sono permessi che durano due anni al massimo per completare un percorso di studio o di formazione oppure un'attività di ricerca. Quindi, non si tratta di sostituire a buon mercato personale dipendente; non sono dipendenti del sistema sanitario sotto altra veste; non si tratta di una formazione surrettizia che costituisce titolo per poi essere assunti nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.6 Monchiero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.7 Murer, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 95).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.8 Grillo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Per sottoscrivere e sostenere l'emendamento 15.8 Grillo, perché è fin troppo nota la fortissima riduzione che c'è stata di borse di studio per le scuole di specializzazione nel nostro Paese negli ultimi anni e ritengo che sia stato un grave errore di programmazione, perché iniziano a scarseggiare una serie di discipline che purtroppo mancano e mancheranno ancora di più nei prossimi anni.

Quindi che nell'emendamento si preveda uno stanziamento integrativo per far sì che venga aumentato il plafond delle borse di studio - peraltro, si tratta di 2 milioni di euro, quindi non di una grossa cifra, è un vero e proprio segnale; mi sembra che sia una cosa totalmente inopportuna, atteso che nei prossimi dieci anni è programmato che avremo bisogno di importare specialisti e purtroppo anche medici di medicina generale in particolare, che già adesso vi sono grosse difficoltà a reperire in alcune zone del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni a titolo personale. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie. Con l'emendamento 15.8 Grillo - in parte rispondiamo anche alla collega Miotto - destiniamo 2 milioni di euro per il finanziamento dei contratti di formazione specialistica per i medici. Quindi, la modifica incide sulla clausola di invarianza finanziaria prevista al comma 3.

La disposizione che viene modificata, recante disposizioni in materia di formazione medico-specialistica, prevede che, con l'accordo Stato-regioni, siano definite ulteriori modalità attuative, anche negoziali, per l'inserimento dei medici in formazione specialistica all'interno delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa. Sarebbe stato opportuno che fossero stati meglio specificati ulteriori criteri o principi e lascia perplessi decisamente la clausola di invarianza finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dichiarare il voto personale favorevole sull'emendamento e per dire, se mi è consentito, in risposta all'onorevole Lenzi, che, se la preoccupazione fosse stata di far ruotare i medici in formazione specialistica all'interno di strutture accreditate, il sistema lo avevamo già.

Torno a ripeterlo: è il sistema che è stato esattamente messo in atto la scorsa estate congiuntamente dai due Ministeri. Evidentemente, ripeto, qui c'è dell'altro.

Allora, piuttosto che finanziare l'assunzione di personale a basso costo, meglio potenziare la rete formativa specialistica con 2 milioni di euro in più.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.8 Grillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 98).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Presidente, l'articolo 16 tocca il tema delle farmacie e parafarmacie. Mi preme, per dare i pareri, inquadrare un minuto la questione.

È una questione che da undici anni non trova una soluzione chiara e vi sono sofferenze da entrambe le parti. Come relatore ho provato a vedere se, con le associazioni, sia delle farmacie che delle parafarmacie, poteva essere trovato un punto d'incontro che mettesse fine a molti problemi in questo campo, ma mi sembra che il tempo non sia stato sufficiente. Pertanto la decisione legata agli emendamenti di questo articolo è quella di non dare parere positivo a nessun intervento parziale, che potrebbe ulteriormente squilibrare la situazione, e di dare parere favorevole - quindi do i pareri - agli identici emendamenti 16.1 Grillo, 16.2 Brignone e 16.3 Lenzi, soppressivi dell'articolo 16.

Conseguentemente, in questa logica, formulo un invito al ritiro degli identici emendamenti 16.4 Brignone e 16.5 Monchiero, all'emendamento 16.6 Nesci, un invito al ritiro o parere contrario all'emendamento 16.7 Brignone, un invito al ritiro all'emendamento 16.50 Scopelliti e all'emendamento 16.8 Brignone. Presidente, se crede, vado all'articolo 16-bis.

PRESIDENTE. Sì, agli articoli aggiuntivi.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sull'articolo aggiuntivo 16.05 Scopelliti c'è un parere favorevole, perché va a dare una risposta a un problema che è sorto e che è legato all'impossibilità di assegnare le sedi del concorso di sedi farmaceutiche dove le farmacie rurali avrebbero una maggiorazione di punteggio…

PRESIDENTE. Onorevole Marazziti, ne abbiamo parecchi…

MARIO MARAZZITI, Relatore. Lei ha perfettamente ragione, però volevo dire che il parere è favorevole, perché va a risolvere una questione che sta danneggiando l'assegnazione delle sedi già esistenti di farmacie del concorso precedente.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 16.02 è stato ritirato dall'onorevole Gigli, quindi rimangono gli articoli aggiuntivi 16.06 Fucci e…

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sugli articoli aggiuntivi 16.06 Fucci e sugli identici 16.01 Gigli, 16.03 Rondini e 16.04 Brignone il parere è contrario. Poi c'è un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo 16.010 Rondini, mentre mi pare sia ritirato l'articolo aggiuntivo 16.011 Lenzi.

PRESIDENTE. Sì, è ritirato. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 16.1 Grillo, 16.2 Brignone e 16.3 Lenzi. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16.1 Grillo, 16.2 Brignone e 16.3 Lenzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 99).

A seguito dell'approvazione di questi emendamenti, che sopprimono l'articolo 16, sono preclusi tutti gli emendamenti all'articolo 16, compresa la votazione dell'articolo 16, che è soppresso. Quindi, passiamo agli articoli aggiuntivi, a pagina 60 del fascicolo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.05 Scopelliti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 100).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.06 Fucci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fucci. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa proposta emendativa è stata da noi presentata con l'obiettivo di affermare che i farmacisti che hanno conseguito titoli accademici in ambito dietetico e nutrizionale possono elaborare diete qualora abbiano finalità salutari e non terapeutiche, nonché curare l'attuazione di diete, anche prescritte per finalità terapeutiche. Curare e non prescrivere. Alla base di questa proposta vi è la sentenza n. 20281, del 18 aprile 2017, della Suprema Corte di cassazione, sesta sezione penale, che ha riconosciuto al farmacista la capacità di intervenire a pieno titolo nell'ambito della nutrizione umana, anche attraverso l'elaborazione di piani nutrizionali personalizzati. La capillare distribuzione delle farmacie e parafarmacie sul territorio nazionale e la facilità di accesso da parte del cittadino offrono a questo professionista, al farmacista, la possibilità di intervenire con programmi alimentari nella prevenzione e nel sostegno alla terapia di patologie legate agli scorretti stili alimentari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.06 Fucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Ricordo che l'articolo aggiuntivo 16.02 Gigli è ritirato. Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 16.01 Gigli, 16.03 Rondini e 16.04 Brignone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, questo articolo aggiuntivo, certamente meno importante e meno fondamentale dei precedenti, ha tuttavia una sua ragione d'essere per combattere fenomeni di cartello o di monopolio che si sono creati, talora, all'interno delle forniture sanitarie. In campo sanitario, negli ultimi anni si è andato affermando un modello di fornitura basato appunto sul sistema cosiddetto in service, ovvero la fornitura alle aziende sanitarie di un pacchetto onnicomprensivo di beni e servizi il cui costo viene calcolato per procedura e non per singolo prodotto.

Questo accade, per esempio, per il funzionamento delle camere operatorie, per strumentazioni, beni, materiali di consumo e quant'altro, e accade anche, per esempio, per cose più banali, come la somministrazione di un vaccino, per cui l'azienda compra dal service tutto ciò che le può servire per somministrarlo: la siringa, l'alcol, il lettino, l'ambulatorio e quant'altro. Tutto questo va molto bene ed è utile anche a contenere i costi delle aziende sanitarie, attraverso appunto economie di scala, tuttavia non rispetta adeguatamente il principio per cui chi è il produttore dei dispositivi non dovrebbe essere lo stesso che distribuisce gli stessi alle aziende. È un principio se vogliamo di natura deontologica, ma è volto anche a favorire la libera concorrenza tra le aziende e ad evitare, come dicevo prima, situazioni di cartello.

L'indipendenza del distributore dal produttore è un principio che ha che fare, come dicevo, con il libero mercato. La stessa Corte europea di giustizia ha sentenziato che si tutela la salute pubblica garantendo alla popolazione qualità e varietà e che la qualità dell'atto di distribuzione è strettamente collegata alla indipendenza dello stesso. Spero che sia possibile, appunto, avere attenzione per questo tipo di articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Presidente, nonostante la mia quasi costante divergenza di vedute col collega Gigli, dichiaro voto favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. L'emendamento introduce il principio che sia incompatibile la partecipazione alle società che svolgono attività di distribuzione di dispositivi medici e di gestione in service di blocchi operatori, reparti e laboratori ospedalieri con qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco e dei dispositivi medici, nonché con l'esercizio della professione medica e delle altre professioni sanitarie. Appare decisamente condivisibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 16.01 Gigli, 16.03 Rondini e 16.04 Brignone, con il parere contrario del relatore, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.010 Rondini, con il parere contrario del relatore e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Se no, c'era un bis spiacevole. Io mi chiedo soltanto, essendo d'accordo nel merito con la proposta, come mai la grande maggioranza che c'era in Commissione pare non esserci più, perché ho visto un emendamento identico ritirato dal PD. Se fosse così, mi sembrerebbe un fatto abbastanza grave, perché si sta intervenendo su un motivo di incompatibilità palese che nel nostro ordinamento deve starci e su questo c'era un consenso molto largo. Spero che questa maggioranza sia ancora una maggioranza, perché sarebbe un fatto grave.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.010 Rondini, con il parere contrario del relatore e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO MARAZZITI, Relatore. Sull'emendamento 17.1 Colonnese, il parere è contrario. Sull'emendamento 17.2 Grillo, il parere è contrario. Sull'emendamento 17.3 Nesci, il parere è contrario. Sull'emendamento 17.4 Fossati, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Colonnese, con il parere contrario del relatore e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.2 Grillo, con il parere contrario del relatore, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.3 Nesci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. L'emendamento interviene sull'articolo che disciplina la dirigenza sanitaria del Ministero della salute. Si ritiene, infatti, che tali disposizioni si pongano in conflitto proprio con la legge n. 124 del 2015, la cosiddetta delega Madia, che provvede a disciplinare diversamente il ruolo unico della dirigenza nella pubblica amministrazione, con le disposizioni oggi vigenti per tutte le pubbliche amministrazioni.

Di tale disposizione sembrano destinati a beneficiare alcuni dirigenti specifici del Ministero della salute. Si fa presente che anche la Commissione affari costituzionali, nel proprio parere reso sul provvedimento, ha espresso un'osservazione decisamente analoga, sollevando la necessità di valutare l'istituzione del nuovo ruolo della dirigenza sanitaria del Ministero della salute.

Quali saranno queste ragioni per cui istituire nuovi ruoli della dirigenza sanitaria del Ministero della salute? Poiché, in realtà, è già presente il ruolo della dirigenza pubblica nel testo unico del pubblico impiego, articolo 23, del decreto legislativo n. 165 del 2001, che ha istituito l'unico ruolo valido per tutte le pubbliche amministrazioni, che si articola nella prima e nella seconda fascia, nel cui ambito sono definite apposite sezioni per garantire la specificità tecnica. Non è previsto il ruolo della raccomandazione, come, in parte, in maniera surrettizia, si vuole fare con questo articolo, perché si sta creando un percorso preferenziale per i dirigenti del Ministero della salute.

Allora, questa cosa non va bene, lo vogliamo capire? Invece, sembra che proprio il Ministro Lorenzin voglia questo ruolo ad hoc per il suo dicastero, evidentemente necessario a sistemare i diversi personaggi che da svariato tempo si aggirano negli uffici del Ministero della salute, effigiandosi della qualifica di dirigenti, ma che dirigenti non sono perché non hanno vinto il concorso.

L'emendamento è finalizzato a sopprimere disposizioni ritenute più critiche ossia quelle relative all'attribuzione degli incarichi dirigenziali. Penso di aver detto molto, potremmo dire molto di più, ma, insomma, una riflessione su questo articolo va fatta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.3 Nesci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.4 Fossati, con il parere contrario del relatore e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Passiamo alla votazione dell'articolo 17.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Questo è, a nostro riguardo, un articolo proprio, come si può dire, qual è il termine giusto? A me viene in mente, ma, Presidente, poi, dopo lei mi riprende, quindi andiamo un attimo sul tecnico.

La disposizione disciplina la dirigenza sanitaria del Ministero della salute, nella finalità dichiarata di assicurare un efficace assolvimento dei compiti primari di tutela della salute, e prevede che i dirigenti del Ministero con professionalità sanitarie siano collocati in un unico livello nel ruolo della dirigenza sanitaria del Ministero della salute. Si prevede quindi che la contrattazione collettiva estenda ai dirigenti sanitari del Ministero della salute gli istituti previsti per i dirigenti del Servizio sanitario nazionale e che i titoli di servizio maturati presso il Ministero della salute nei profili professionali sanitari, anche con rapporto di lavoro a tempo determinato, siano equiparati ai titoli di servizio del Servizio sanitario nazionale: lavorare dentro il Ministero della salute verrà equiparato al fatto di lavorare in un ospedale pubblico o in un ospedale ad alta complessità.

Si stabilisce inoltre la modalità per l'accesso agli incarichi di direzione di uffici dirigenziali di livello non generale, precisandone la corrispondenza con gli incarichi di struttura complessa previsti dal decreto legislativo n. 502 del 1992.

Infine, in riferimento all'attribuzione degli incarichi dirigenziali di livello generale, si stabilisce che possano partecipare alle procedure anche i dirigenti sanitari del Ministero della salute che abbiano ricoperto incarichi di direzione di uffici dirigenziali di livello non generale corrispondenti agli incarichi di struttura complessa o di direzione di aziende sanitarie o di enti del Servizio sanitario nazionale per almeno cinque anni, anche non continuativi. In caso di primo conferimento, tali incarichi dirigenziali di livello generale sono comunque a tempo determinato, stabilendo la norma una durata pari a tre anni.

A questo riguardo, si rileva che tali disposizioni confliggono con la legge n. 124 del 2015, quindi come al solito andate a creare una corsia preferenziale per elementi aspecifici di prossimità con la politica; traduco: situazioni ad alto rischio di raccomandazione.

Allora, delle due l'una: o valeva la legge delega cosiddetta Madia, perché la delega Madia era fatta bene e a voi è piaciuta, oppure questi sono meglio di quelli che invece rientrano nella delega Madia, e quindi con il decreto attuativo, che provvede a disciplinare diversamente il ruolo unico della dirigenza della pubblica amministrazione. Io questa volta lo dico, Presidente: quest'articolo è una schifezza e quindi noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 108).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 3868-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 109).

Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle 9,30. Pregherei di uscire in silenzio, perché abbiamo degli interventi di fine seduta.

Interventi di fine seduta.

GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, avrei preferito farlo prima, ma rispetto il Regolamento.

Vede, io avevo proposto di ricondurre la questione sotto quella che era la definizione di una società scientifica internazionale, appunto la International Society for Gender Medicine, l'avevo chiaramente detto. L'onorevole Baroni invece ha ritenuto che il sottoscritto stesse facendo delle affermazioni omofobiche, ma, peggio, ha sostenuto che io in qualche maniera stessi dando prova di me stesso come colui che viene allarmato dalle macchie di Rorschach: avrei fatto lo stesso per quanto riguarda il testo della cosiddetta medicina di genere.

Bene, nel merito credo che gli abbiamo già risposto, e la maggioranza e il Governo hanno dato ragione a questa mia interpretazione; e sono contento che il tema sia stato ricondotto nel giusto binario, perché poi sulla dimensione scientifica che propone l'onorevole Baroni ci sarebbe quantomeno da allarmarsi, visti i riferimenti culturali ai quali attiene.

Io però a livello di fatto personale debbo rispondere, per dirgli che prima di parlare di impact factor, di indici di citazione, di pubblicazioni scientifiche, vada a sciacquarsi la bocca. Il sottoscritto ha al suo attivo circa 170 solo di pubblicazioni su riviste internazionali “indexate” e ha superato diversi concorsi, tra i quali anche quelli per professore associato e professore ordinario riconosciuti dai pari. Allora, io credo che il dottor Baroni possa in qualche modo avanzare dei titoli solo quando avrà potuto fare cose di questo genere; per il resto, di scienza non sa nemmeno da che parte si comincia.

ROBERTO MORASSUT. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, colleghi, sabato sera, alla vigilia di una partita di calcio, un gruppo di ultrà che non possiamo definire tifosi ha divulgato sugli spalti dell'Olimpico di Roma l'effigie di Anna Frank con indosso la maglia del nemico, della squadra nemica.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ROBERTO MORASSUT. Non importa citare la squadra a cui fanno riferimento questi individui, perché forse questo fatto poteva accadere anche dalla parte opposta: conta il gesto di individui stupidi, che non possono avere nulla a che fare con qualsivoglia comunità, anche sportiva.

La reazione delle istituzioni, a partire dal Presidente Mattarella e dalla stessa società sportiva cui apparterrebbero questi individui, è stata immediata, e qui valgono le parole di condanna e di sdegno espressi dalla comunità ebraica di Roma attraverso le parole della portavoce Ruth Dureghello e del suo vice, Ruben Della Rocca. Ci auguriamo un'immediata azione delle forze dell'ordine e delle istituzioni sportive.

Roma è una città aperta, medaglia d'oro per la Resistenza, e questo carattere tollerante, aperto, lo ha maturato in millenni di storia, di migrazioni, di mescolanze dei popoli di tutto il mondo; e non sarebbe la stessa città oggi…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Morassut. Onorevole Mucci, onorevole Galgano e onorevoli intorno: se volete, parlare uscite fuori. Peraltro, ascoltate di che cosa si parla e forse vi rendete conto che non è opportuno. Prego, onorevole Morassut.

ROBERTO MORASSUT. Non sarebbe la stessa città oggi senza la sua comunità ebraica, senza le storie mille volte narrate nelle scuole romane del 16 ottobre, delle deportazioni nei campi nazisti, delle testimonianze di Sami Modiano, di Shlomo Venezia, di Piero Terracina, di Settimia Spizzichino: storie romane e non romane divulgate a generazioni di scolari della capitale. Ogni atto solo apparentemente stupido che ferisce questo sentimento va condannato e isolato: lo dobbiamo ai nostri ragazzi, che seguono lo sport, che vanno allo stadio, che lo praticano, e che debbono ricavarne lealtà e non odio.

Conoscono per esempio costoro, che hanno fatto questa cosa, un uomo come Árpád Weisz, un grande campione ungherese degli anni Venti, poi allenatore in Italia, deportato e ucciso ad Auschwitz perché ebreo? Un momento della storia del calcio italiano ed europeo!

Col passare degli anni tutto si fa più sfocato e per questo serve una guardia più alta, lavorare sulle coscienze e sulle conoscenze; e a questo sono serviti e servono - ho concluso - i tanti viaggi della memoria che sono stati compiuti a partire dagli anni passati con i sindaci Rutelli e Veltroni, storie emozionanti con le scuole ad Auschwitz e a Birkenau, insieme a tanti parlamentari italiani di diversi partiti. Noi condanniamo questa vicenda, così estranea allo spirito di Roma, e lo facciamo però con la fiducia la speranza delle parole che Anna Frank ha scritto nei suoi diari, e che rivolgiamo…

PRESIDENTE. Grazie.

ROBERTO MORASSUT. …a tutti coloro che non sanno e non vogliono capire che dietro un atto così stupido può sempre celarsi il male: “A dispetto di tutto quanto, credo che la gente abbia buon cuore e non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che ancora rimane” (Applausi).

NICOLA BIANCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA BIANCHI. Presidente, intervengo per segnalare la grave situazione nella quale versa il nord-ovest della Sardegna: a tutt'oggi non risulta una programmazione dei voli in continuità territoriale da e verso l'aeroporto di Alghero; dal 7 novembre dovrebbe (e uso il condizionale) partire la nuova compagnia Blue Air, che appunto si è aggiudicata il bando, e tuttora non è possibile acquistare i biglietti dal sito, in quanto si è praticamente in un impasse.

La Commissione europea sta valutando l'ipotesi di un aiuto di Stato. Tutti i sardi e, comunque, i cittadini italiani in generale, sono molto preoccupati, visto e considerato che si apprende da organi di stampa che l'assessore regionale ai trasporti ha chiesto una proroga del vecchio bando, sospendendo il nuovo.

Quindi, ripeto, tutto ciò crea una grossa preoccupazione nel territorio del nord della Sardegna; ho presentato già un'interrogazione su questo tema e spero che il Ministro dei trasporti, Graziano Delrio, si prenda carico di questo annoso problema e si arrivi quanto prima ad una soluzione che, ripeto, va a beneficio di tutta un'intera comunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Grazie, Presidente. Si è spento oggi a Salerno un grande maestro della pittura italiana, Mario Carotenuto. Nato a Tramonti, ha coltivato la sua passione e il suo amore per l'arte e per la pittura per più di settant'anni. Frequentò l'Accademia delle belle arti di Napoli, dove diventò allievo e discepolo di due grandi maestri della pittura del Novecento, Emilio Notte e Vincenzo Ciardo, e intrattenne e stabilì rapporti con esponenti prestigiosi della vita artistica e culturale partenopea e nazionale, da Vasco Pratolini, a Michele Prisco, a Paolo Ricci, a Filiberto Menna, ad Alfonso Gatto. Le sue opere, in una serie infinita di mostre, sono state esposte nelle più importanti gallerie italiane, ma sempre al centro del suo percorso artistico vi fu il saldo e forte legame con la galleria salernitana Il Catalogo. Le sue opere sono contrassegnate per il tratto intenso, vivace e inconfondibile dei suoi colori, per la dimensione, l'impronta, lo spirito sempre originali e creativi dei suoi quadri. La sua musa ispiratrice più e autentica è stata la bellezza della natura, nello splendore, nella suggestione e nel fascino dei paesaggi della costiera amalfitana e della sua terra. E a Salerno, quasi a voler segnare il rapporto indelebile, senza confini e senza limiti con la città, ha voluto donare per sempre la sua splendida realizzazione, quel presepe dipinto della Sala San Lazzaro che è ammirato da flussi ininterrotti di tanti visitatori e di tanti appassionati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Mercoledì 25 ottobre 2017, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,30)

1.  Seguito della discussione del disegno di legge

S. 1324 - Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute (Approvato dal Senato). (C. 3868-A)

e delle abbinate proposte di legge: CATANOSO GENOESE; RONDINI ed altri; GRIMOLDI; LENZI; FABBRI; VARGIU ed altri; MURER; MIOTTO ed altri; SENALDI ed altri; BINETTI; LODOLINI ed altri; GREGORI ed altri; VEZZALI; VEZZALI; LENZI e GHIZZONI; PAOLA BOLDRINI ed altri; ELVIRA SAVINO; ELVIRA SAVINO.

(C. 334-993-1088-1229-1429-1485-1599-1961-2312-2518-2781-3263-3307-3319-3377-3603-3999-4556)

Relatore: MARAZZITI.

2.  Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata):

Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo. (C. 4302-A)

e delle abbinate proposte di legge: PIZZOLANTE ed altri; DE MICHELI e EPIFANI; ABRIGNANI ed altri; NASTRI. (C. 2142-2388-2431-3492)

Relatori: PIZZOLANTE, per la VI Commissione; ARLOTTI, per la X Commissione.

3.  Seguito della discussione delle mozioni Martelli ed altri n. 1-01716, Carfagna ed altri n. 1-01727, Binetti ed altri n. 1-01732, Saltamartini ed altri n. 1-01733, Brignone ed altri n. 1-01734, Vezzali ed altri n. 1-01735, Galgano ed altri n. 1-01736 e Spadoni ed altri n. 1-01737 concernenti iniziative per prevenire e contrastare la violenza contro le donne.

4.  Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 968 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PAGLIARI ed altri: Norme in materia di domini collettivi (Approvata dal Senato). (C. 4522)

Relatore: ROMANINI.

5.  Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

ALFREIDER ed altri: Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina (Approvata, in prima deliberazione, dalla Camera, modificata, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, dal Senato). (C. 56-D)

Relatore: FRANCESCO SANNA.

  (ore 15)

6.  Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 11 la deputata Giuliani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazioni nn. 14 e 27 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 16 il deputato Marazziti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 18 i deputati Coccia, Venittelli e Giulietti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 21 i deputati Donati e Marazziti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 24 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 24 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 42 e 43 il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 43 alla n. 49 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 46 i deputati Falcone e Marazziti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 49 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 50 e 51 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 52 il deputato Borghese ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nella votazione n. 59 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 74 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 75 alla n. 98 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni nn. 75 e 77 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 75 il deputato Baroni ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n. 76 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 77 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 78 e 79 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 84 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 85 la deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 63, 85, 86, 87, 89 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 88 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 88 il deputato Becattini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 92 il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 96 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 97 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 99 la deputata Ricciatti ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nelle votazioni dalla n. 100 alla n. 109 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 105 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 106 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 109 il deputato Pesco ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3868-A e abb. - em. 1.1 316 315 1 158 81 234 97 Resp.
2 Nominale em. 1.2 323 321 2 161 83 238 96 Resp.
3 Nominale em. 1.3 329 328 1 165 82 246 95 Resp.
4 Nominale em. 1.4, 1.5 332 331 1 166 86 245 93 Resp.
5 Nominale em. 1.6 356 354 2 178 94 260 93 Resp.
6 Nominale em. 1.7 364 363 1 182 113 250 92 Resp.
7 Nominale em. 1.8 364 337 27 169 109 228 91 Resp.
8 Nominale em. 1.9 362 361 1 181 95 266 91 Resp.
9 Nominale em. 1.10 366 364 2 183 97 267 90 Resp.
10 Nominale em. 1.11 364 363 1 182 94 269 90 Resp.
11 Nominale em. 1.12 371 370 1 186 98 272 90 Resp.
12 Nominale em. 1.13 368 367 1 184 98 269 90 Resp.
13 Nominale em. 1.14 364 364 0 183 93 271 90 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.15 361 360 1 181 91 269 90 Resp.
15 Nominale em. 1.16 367 366 1 184 95 271 90 Resp.
16 Nominale em. 1.17 365 364 1 183 96 268 90 Resp.
17 Nominale em. 1.18 366 365 1 183 94 271 90 Resp.
18 Nominale em. 1.19 357 356 1 179 113 243 90 Resp.
19 Nominale em. 1.20 355 354 1 178 96 258 90 Resp.
20 Nominale em. 1.21 356 355 1 178 97 258 90 Resp.
21 Nominale em. 1.22 359 357 2 179 96 261 90 Resp.
22 Nominale em. 1.23 359 359 0 180 97 262 90 Resp.
23 Nominale em. 1.24 rif. 365 363 2 182 356 7 90 Appr.
24 Nominale em. 1.25 366 366 0 184 92 274 90 Resp.
25 Nominale em. 1.26 371 307 64 154 32 275 90 Resp.
26 Nominale em. 1.27 371 371 0 186 96 275 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 1 373 361 12 181 316 45 90 Appr.
28 Nominale em. 2.1 357 356 1 179 95 261 88 Resp.
29 Nominale em. 2.2 357 355 2 178 68 287 88 Resp.
30 Nominale em. 2.4 364 362 2 182 92 270 88 Resp.
31 Nominale em. 2.3 366 365 1 183 94 271 88 Resp.
32 Nominale em. 2.5 372 372 0 187 369 3 88 Appr.
33 Nominale em. 2.15 370 304 66 153 303 1 88 Appr.
34 Nominale em. 2.7 375 373 2 187 368 5 88 Appr.
35 Nominale em. 2.9 rif. 374 307 67 154 303 4 88 Appr.
36 Nominale em. 2.12 376 356 20 179 355 1 88 Appr.
37 Nominale em. 2.300 372 304 68 153 303 1 88 Appr.
38 Nominale em. 2.200 378 311 67 156 310 1 88 Appr.
39 Nominale articolo 2 363 265 98 133 239 26 88 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale art. agg. 2.013 363 362 1 182 52 310 88 Resp.
41 Nominale em. 3.2 rif. 365 356 9 179 281 75 87 Appr.
42 Nominale em. 3.200 368 367 1 184 366 1 87 Appr.
43 Nominale articolo 3 370 368 2 185 366 2 87 Appr.
44 Nominale em. 5.1 377 375 2 188 39 336 87 Resp.
45 Nominale em. 5.2 381 381 0 191 35 346 87 Resp.
46 Nominale em. 5.3 384 383 1 192 38 345 87 Resp.
47 Nominale em. 5.5 386 386 0 194 380 6 87 Appr.
48 Nominale em. 5.6 371 369 2 185 121 248 87 Resp.
49 Nominale em. 5.7 375 309 66 155 46 263 86 Resp.
50 Nominale articolo 5 379 376 3 189 375 1 86 Appr.
51 Nominale em. 6.1 387 310 77 156 67 243 85 Resp.
52 Nominale em. 6.5 385 384 1 193 63 321 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 6.6 383 382 1 192 45 337 85 Resp.
54 Nominale em. 6.8 390 389 1 195 61 328 85 Resp.
55 Nominale em. 6.7 385 384 1 193 60 324 85 Resp.
56 Nominale articolo 6 386 371 15 186 335 36 85 Appr.
57 Nominale em. 7.2 370 369 1 185 55 314 86 Resp.
58 Nominale em. 7.3 381 310 71 156 57 253 85 Resp.
59 Nominale em. 7.1 382 375 7 188 49 326 85 Resp.
60 Nominale em. 7.5 389 386 3 194 60 326 85 Resp.
61 Nominale em. 7.6 395 392 3 197 60 332 85 Resp.
62 Nominale em. 7.7 394 391 3 196 60 331 85 Resp.
63 Nominale articolo 7 396 351 45 176 223 128 85 Appr.
64 Nominale art. agg. 7.01 399 325 74 163 12 313 86 Resp.
65 Nominale art. agg. 7.011 399 355 44 178 60 295 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale art. agg. 7.04 393 391 2 196 60 331 86 Resp.
67 Nominale articolo 8 401 327 74 164 299 28 86 Appr.
68 Nominale em. 9.3 395 394 1 198 46 348 85 Resp.
69 Nominale em. 9.4 394 394 0 198 114 280 85 Resp.
70 Nominale articolo 9 399 326 73 164 324 2 85 Appr.
71 Nominale articolo 10 394 391 3 196 387 4 85 Appr.
72 Nominale em. 11.1, 11.2 404 333 71 167 332 1 86 Appr.
73 Nominale em. 11.5 rif. 400 398 2 200 396 2 84 Appr.
74 Nominale em. 11.4 390 388 2 195 92 296 84 Resp.
75 Nominale articolo 11 384 381 3 191 307 74 84 Appr.
76 Nominale em. 12.4 379 308 71 155 50 258 84 Resp.
77 Nominale em. 12.1 381 379 2 190 377 2 83 Appr.
78 Nominale em. 12.2 388 385 3 193 76 309 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 12.3 384 382 2 192 60 322 83 Resp.
80 Nominale articolo 12 396 322 74 162 322 0 83 Appr.
81 Nominale em. 13.2 381 380 1 191 115 265 83 Resp.
82 Nominale articolo 13 389 387 2 194 305 82 83 Appr.
83 Nominale art. agg. 13.01 369 369 0 185 158 211 82 Resp.
84 Nominale art. agg. 13.02 373 372 1 187 160 212 82 Resp.
85 Nominale art. agg. 13.03 372 372 0 187 112 260 81 Resp.
86 Nominale art. agg. 13.04 378 341 37 171 69 272 81 Resp.
87 Nominale em. 14.1 381 313 68 157 74 239 81 Resp.
88 Nominale articolo 14 381 368 13 185 368 0 81 Appr.
89 Nominale art. agg. 14.02 389 321 68 161 83 238 81 Resp.
90 Nominale em. 15.2 382 378 4 190 120 258 81 Resp.
91 Nominale em. 15.3 365 363 2 182 125 238 82 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale em. 15.4 360 285 75 143 54 231 82 Resp.
93 Nominale em. 15.5 363 293 70 147 57 236 82 Resp.
94 Nominale em. 15.6 356 352 4 177 98 254 81 Resp.
95 Nominale em. 15.7 363 358 5 180 286 72 81 Appr.
96 Nominale em. 15.8 358 357 1 179 132 225 81 Resp.
97 Nominale em. 15.200 361 356 5 179 288 68 81 Appr.
98 Nominale articolo 15 366 361 5 181 292 69 81 Appr.
99 Nominale em. 16.1, 16.2, 16.3 353 333 20 167 332 1 83 Appr.
100 Nominale art. agg. 16.05 354 285 69 143 285 0 83 Appr.
101 Nominale art. agg. 16.06 345 341 4 171 72 269 83 Resp.
102 Nominale art. agg. 16.01, 16.03, 16.04 347 345 2 173 157 188 83 Resp.
103 Nominale art. agg. 16.010 338 338 0 170 146 192 83 Resp.
104 Nominale em. 17.1 337 335 2 168 125 210 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 109)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale em. 17.2 334 333 1 167 119 214 83 Resp.
106 Nominale em. 17.3 341 336 5 169 104 232 83 Resp.
107 Nominale em. 17.4 344 341 3 171 133 208 83 Resp.
108 Nominale articolo 17 350 324 26 163 217 107 83 Appr.
109 Nominale articolo 18 345 282 63 142 255 27 83 Appr.