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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 855 di giovedì 21 settembre 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Matteo Bragantini, Castiglione, Catania, Dambruoso, Di Lello, Fauttilli, Ferranti, Ferrara, Galati, Garavini, Lorenzo Guerini, Guerra, La Russa, Manciulli, Mannino, Migliore, Pes, Picchi, Piepoli, Pisicchio, Prestigiacomo, Ravetto, Sanga, Sani, Sarti, Sottanelli, Speranza, Taglialatela, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoventicinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,10.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Catanoso Genoese; Catanoso Genoese; Oliverio ed altri; Caon ed altri; Venittelli ed altri; Rampelli ed altri: Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale (A.C. 338-339-521-1124-4419-4421-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 338-339-521-1124-4419-4421-A: Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 13.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'emendamento 14.1 Cristian Iannuzzi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere contrario del Governo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.1 Cristian Iannuzzi.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Grazie, Presidente. Noi abbiamo dato parere contrario all'emendamento 14.1 Cristian Iannuzzi, perché lo riteniamo superfluo, come emendamento. Abbiamo discusso molto in Commissione sull'articolo 14, in particolare sull'acquacoltura, perché nel nostro Paese non esiste ancora una normativa che disciplina bene questa materia. Infatti, tutta la disciplina sull'acquacoltura è ancora un po' legata alla normativa dell'agricoltura e non del settore ittico; quindi, abbiamo cercato di approfondire questi aspetti, cercando di riordinarli all'interno di questa legge, anche perché tutto ciò, tutta questa discussione andava legata un po' anche al riordino delle concessioni demaniali.

Alla fine, abbiamo deciso unanimemente di dare la delega al Governo per riordinare questa materia, decidendo e scegliendo alcuni criteri e principi direttivi che, a nostro avviso, sembrano piuttosto stringenti ed entro i quali il Governo dovrà muoversi per l'emanazione della delega. Ricordo brevemente questi criteri che noi abbiamo scelto: il sistema di rilascio e di rinnovo delle concessioni in modo che il rinnovo delle concessioni sia impostato così da incentivare gli investimenti anche a lungo termine, nella fascia costiera e nelle zone acquee; che siano stabiliti criteri di priorità per l'assegnazione e per gli interventi con minor impatto ambientale, così come ci pare richieda l'emendamento in questione; che sia consentito anche a piccoli imprenditori della pesca e dell'acquacoltura un accesso paritario alle concessioni e alle licenze; che sia introdotta una diversificazione dell'ammontare dei canoni di concessione in relazione alle dimensioni dell'attività, dell'entità degli investimenti proposti e della sostenibilità ambientale degli stessi; che sia prevista una diversificazione dell'ammontare delle licenze di pesca, tenendo in considerazione le dimensioni dell'attività e consentendo la rateizzazione del pagamento della tassa che, oggi, è, appunto, come dicevo prima, legata ad altri criteri di carattere agricolo e di carattere più generale; che siano previsti termini congrui di durata delle licenze, rapportati all'ammortamento degli investimenti, prevedendo meccanismi di agevolazione per la circolazione delle licenze all'interno delle cooperative; che sia semplificata l'azione amministrativa mediante l'utilizzo degli sportelli delle Capitanerie di porto; che sia previsto che le imprese di acquacoltura possano utilizzare l'acqua oggetto della concessione, anche al fine di produrre energia elettrica. Questi sono i criteri che noi abbiamo deciso di inserire all'interno del testo per dare un'indicazione più specifica e stringente nell'esercizio della delega al Governo.

Per questa ragione, abbiamo dato parere contrario all'emendamento e, quindi, pensiamo che tutto ciò possa essere ricompreso nell'azione che il Governo prevederà di fare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Cristian Iannuzzi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sugli emendamenti 15.3 e 15.2 Pagano, 15.4 Benedetti e 15.1 Catanoso, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 15.3 Pagano.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.3 Pagano, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.2 Pagano, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.4 Benedetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 15.1 Catanoso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Presidente, con questo emendamento abbiamo cercato di andare incontro alla partecipazione del mondo della pesca il più possibile con rifermento a questa nuova strutturazione. Vorrei richiamare il comma 5 dell'articolo 6, che mi permetto di leggere, che è stato ovviamente esteso da chi questa legge ha avuto nel cuore.

Il comma 5 dice: “Ai fini del presente articolo, nonché delle altre norme vigenti in materia, per associazioni rappresentative delle imprese di pesca si intendono le associazioni nazionali riconosciute delle cooperative di pesca, delle imprese di pesca, delle imprese di acquacoltura”.

Ho voluto leggerlo per far comprendere che il tentativo è esclusivamente quello di far partecipare a questa Commissione consultiva centrale della pesca marittima e dell'acquacoltura delle persone che sanno di che cosa parlano, cioè degli addetti al settore. Esclusivamente questo. Visto anche che la partecipazione alla Commissione è a titolo gratuito, non capisco perché non si sia trovata la buona volontà di inserirli all'interno di queste categorie, piuttosto che sceglierli chissà in quale altro gruppo di persone.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1 Catanoso, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'emendamento 16.1 Tino Iannuzzi, parere favorevole, mentre sugli emendamenti 16.5 Zaccagnini e 16.10 Catanoso, parere contrario. L'emendamento 16.7 Zaccagnini è stato ritirato, Presidente, mi sembra.

PRESIDENTE. Infatti non è nel fascicolo.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'emendamento 16.6 Zaccagnini, parere favorevole, mentre sull'emendamento 16.3 Benedetti, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.1 Tino Iannuzzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

Chiedo scusa, onorevole Benedetti. C'è anche un articolo aggiuntivo. A questo punto diamo il parere anche sull'articolo aggiuntivo 16.01 Falcone. Prego, relatore.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'articolo aggiuntivo 16.01 Falcone, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere contrario.

PRESIDENTE. Perfetto. Onorevole Benedetti, immagino che volesse parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento 16.1 Tino Iannuzzi. È giusto? Prego, prenda la parola.

SILVIA BENEDETTI. Non ho capito la domanda, Presidente.

PRESIDENTE. Lei interviene per dichiarazione di voto sull'emendamento 16.1 Tino Iannuzzi?

SILVIA BENEDETTI. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, io vorrei capire relativamente a questo emendamento, nel senso che si trova ancora il sistema di pesca del tipo circuizione. Credo che si tratti, comunque, di barche che hanno già la quota e il Governo eventualmente mi correggerà se sbaglio. In questo caso, credo che potrebbe essere un errore, dal momento che comunque le barche che sinora hanno avuto la quota hanno già una buona parte del contingente italiano di pesca e non vorrei che questo fosse controproducente per migliorare quella che fino adesso, invece, è stata una situazione di oligopolio da parte di alcune imbarcazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI. Presidente, mi permetta, per il suo tramite, di rappresentare una vicenda che mi dà alcune perplessità e ne ho parlato con il sottosegretario Castiglione e con alcuni colleghi. Il tema è l'aumento delle quote della pesca del tonno rosso, cosa che non accadeva da molto tempo nel nostro mare.

Il decreto sottosegretariale attribuisce per un triennio queste quote a chi le aveva già prima, cioè in percentuale molto elevata alla pesca di circuizione e in percentuale minore ai palangari e ad altre forme di pesca e, cioè, non apre, quel decreto, alla possibilità, in un Paese occidentale dove noi abbiamo lavorato molto sui temi della concorrenza, di avere una nuova licenza, cosa che viene richiesta da numerosissimi piccoli pescatori che vivono di quel mestiere e che immaginavano, nel momento in cui si apre la possibilità di avere più quote, di avere la speranza, dopo dieci anni, di ottenere una licenza.

L'articolo 16 migliora la situazione, nel senso che dice che, fermo restando quello che il Governo ha deciso, nel caso ci fossero altre quote, queste quote vengono attribuite per una parte alla pesca accidentale del tonno. Quindi, noi stiamo teorizzando che i piccoli pescatori possano soltanto fare un piccolo imbroglio, cioè fare finta che pescano il tonno per caso - e non alla stessa maniera nelle singole regioni, perché il percorso dei tonni è notorio e nell'accesso al Mediterraneo arriva prima in un luogo e poi in altri luoghi -; ma nemmeno questo articolo costruisce una condizione per la quale si ridà speranza a quelli che nel mondo della pesca sono gli ultimi.

Io non trovo - e qui esprimo la mia perplessità - negli emendamenti e nella riflessione che fa quest'Aula una parola o una voce a difesa degli ultimi e, siccome mi hanno insegnato che noi siamo qui per difendere gli ultimi, le esprimo la perplessità sull'emendamento che stiamo discutendo, che peggiora ancora un po' la situazione, perché sulla pesca di circuizione, come diceva la collega del MoVimento 5 Stelle - non cogliendo a pieno però, collega, il vero problema che c'è dietro a questo articolo -, attribuisce ancora una quota parte ad imprese che si contano sul palmo di una mano e poco più, in Italia, e delle quali bisogna avere un grande rispetto anche per il periodo di crisi che hanno vissuto nel passato, che sono oggettivamente dei monopolisti e che pescano il tonno con strumenti che, se qualcuno approfondisse, riuscirebbe a verificare che esistono ormai strumenti, dal sonar in poi, che individuano i branchi senza scampo e forse saprebbe che quei tonni vengono portati in altre nazioni, in altre isole, dove vengono poi lavorati, sperando che almeno si paghi l'IVA (questo non lo so).

La mia perplessità è che si perda un'occasione - mi si spiega che è l'Europa che non vuole aumentare, ma le spiegazioni che vengono date non mi convincono - per dare la speranza a qualcuno, tra i piccoli pescatori italiani, di avere una licenza - non di più: una licenza - e quindi vivere una condizione di pesca marginale, piccola e sofferta, in condizioni di legalità. Stiamo continuando a perpetuare un'illegalità perché il pescatore pesca comunque e non cogliamo l'occasione di avere un piccolo spazio per i pescatori, per i piccoli palangari che aspettano l'aumento delle quote da lunghi anni.

Per questo io non posso votare a favore su questo emendamento. L'articolo lo voterò, perché l'articolo comunque migliora la situazione, ma non dà la risposta che migliaia di pescatori attendono.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Tino Iannuzzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Sono così preclusi gli emendamenti 16.5 Zaccagnini e 16.10 Catanoso.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.6 Zaccagnini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. La questione delle quote del tonno rosso è una questione molto spinosa proprio perché l'applicazione nel nostro Paese deriva da regolamenti comunitari che ci impongono determinate quote, appunto, all'interno delle quali bisogna operare e, quindi, adeguarsi.

Riteniamo che l'articolo 16, come detto, migliori la situazione, però c'è la questione, che il collega precedentemente nell'intervento ha ben chiarito, che non c'è la possibilità di liberalizzare questo settore e di permettere che le nuove quote vadano a ingressi di nuove barche e a nuove autorizzazioni.

Gli emendamenti che ho presentato sull'articolo 16 andavano in questa direzione e, in particolare, l'emendamento 16.5 che, però, è stato precluso. Tuttavia, manca una specifica e per questo presenterò un ordine del giorno che vincoli le nuove quote alla garanzia di nuove barche e nuove autorizzazioni.

Nell'emendamento in questione al momento - il mio emendamento 16.6 - si aggiunge proprio all'articolo 16 la possibilità, per la piccola pesca, di accedere alla percentuale dell'80 per cento di pesca accessoria. È una questione difficilmente risolvibile a livello tecnico proprio perché ci sono dei regolamenti comunitari che ci impongono tale questione, ma io credo che il Governo e il sottosegretario debbano impegnarsi ulteriormente per trovare una via, per valutare come trovare una via per aprire a nuove licenze, anche perché sappiamo che coloro che hanno le licenze oggi - quindi, le dodici società che detengono le quote - oltre ad aver avuto un consistente incremento in questi ultimi tre anni di quote sono circoscritte quasi esclusivamente a dei territori e, in particolare, ad alcune regioni e ciò penalizza fortemente altre che non detengono quote o possibilità di pesca con lo stesso, diciamo, metro e con la stessa, appunto, capacità di pesca di quantità di tonno rosso di queste dodici società, che detengono la totalità delle quote sostanzialmente.

È un oligopolio di fatto, proprio perché comunque è un settore che ha vissuto il depauperamento dello stock ittico. Per tanti anni la riproduzione del tonno rosso nel nostro mare è stata in difficoltà. Oggi, che l'ICCAT ci dice che è possibile aumentare la pesca del tonno rosso, queste quote, però, sono andate sempre sostanzialmente agli stessi. Come ho già detto, si apre alla pesca accidentale in maniera positiva, ma è un escamotage dove, come ha detto bene il collega precedentemente, costringiamo i piccoli pescatori a pescare in maniera accidentale e a non potere regolarizzarsi, chiedendo e accedendo ad una nuova licenza.

Quindi, è un settore dove la liberalizzazione è di fatto bloccata, per degli accordi presi in sede europea, da cui sono stati formulati dei regolamenti restrittivi. Riteniamo che, sia in sede europea che in Italia, si possano però valutare e trovare delle modalità, per cui questa situazione di oligopolio si sblocchi e si privilegino innanzitutto, ovviamente, le modalità di pesca più ecocompatibili e che rispettino maggiormente gli stock ittici, ma che allo stesso tempo anche garantiscano e tutelino la pesca artigianale, la piccola pesca e coloro che vogliono fare di questo mestiere un vero e proprio lavoro, regolarizzandosi e potendo accedere ad una licenza. Per questo presenterò un ordine del giorno in materia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, io concordo con quanto previsto da quest'emendamento del collega e penso che sia necessaria veramente una riflessione. Nell'emendamento precedentemente approvato, sembra proprio che si voglia ancora garantire un'ulteriore quota per il solito sistema a circuizione, che già normalmente detiene il 70 per cento del contingente italiano. Perciò, sono a chiedere nuovamente al Governo se ha senso aumentare questa percentuale sui sistemi di pesca a circuizione, palangaro e tonnara fissa, per dare un ulteriore vantaggio alla circuizione, che, insomma, gode di questi vantaggi da molti anni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.6 Zaccagnini, parere favorevole di Commissione Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Siamo all'emendamento 16.3 Benedetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, quest'emendamento che presento è un emendamento che ritengo significativo, perché? Perché parla di indicazioni in materia di redditività e sostenibilità sociale e ambientale, in base alle medesime raccomandazioni dell'ICCAT. L'ICCAT, per chi non lo sapesse, è la Commissione internazionale per la pesca ai grandi pelagici, tra cui è incluso appunto il tonno e anche il pesce spada, peraltro nuova specie introdotta sotto il regime di quota.

L'emendamento perché toglie il riferimento alla questione della sostenibilità economica? Perché, con la scusa della sostenibilità economica, questo Governo ha continuato in questi anni a tutelare la parte di contingente destinata alle barche a circuizione, che hanno detenuto, come prima dicevo, il 70 per cento del contingente italiano.

Ora avviso il collega che ha parlato precedentemente, il collega del Partito Democratico, che ci siamo occupati del tema da molto tempo. Penso che si possa vedere anche nelle varie risoluzioni, che abbiamo presentato in Commissione agricoltura a tal proposito. Una di queste risoluzioni era a novembre 2014, quando, dopo la riunione dell'ICCAT, che stabiliva lo status dello stock ittico del tonno, veniva permesso di avere un aumento del contingente di pesca per i vari Stati che partecipano a questa Commissione internazionale. Quindi, avevamo avuto un aumento del contingente italiano e già io, allora, avevo chiesto che questa parte di contingente in più venisse destinata per altro tipo di pesca, che non fossero già le quote stabilite negli anni.

E, invece, che cosa è successo? È successo che vi è stato un aumento del contingente italiano: nel 2014, abbiamo avuto 1.451 tonnellate destinate alle barche a circuizione, contro le 265 tonnellate destinate ai palangari; nel 2015, abbiamo avuto 1.706 tonnellate destinate alle barche a circuizione, contro le 311 destinate ai palangari; nel 2016, abbiamo avuto 2.047 tonnellate destinate alle barche a circuizione e 373 tonnellate destinate ai palangari; nel 2017, abbiamo avuto 2.460 tonnellate destinate alle barche a circuizione e 449 tonnellate destinate ai palangari. E questo è semplicemente per fare un raffronto tra gli ordini di grandezza tra i sistemi di pesca. Quindi, abbiamo poche barche a circuizione, che detengono un monopolio da anni, laddove il Governo non ha voluto assolutamente prendere una direzione diversa. Io ritorno a chiedere come mai ritroviamo ancora, un “fino al 30 per cento” dove viene reintrodotto il sistema a circuizione. E sono a chiedere che si cambi direzione, perché è giusto riattribuire a tutti la possibilità di usufruire di questa risorsa, che peraltro ha dimostrato che, a fronte di anni di sacrifici, si può avere la ricostituzione di uno stock e si può trarne vantaggio per un'attività produttiva come quella della pesca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, la ringrazio e sottoscrivo appieno l'intervento della collega Benedetti, che più e più volte in Commissione ha voluto ribadire, appunto, quanto sia importante la ricostituzione degli stock ittici, seguendo determinati criteri. Appunto, qui in quest'emendamento, è ribadita la direzione da intraprendere, affinché si ricostituisca, si riequilibri sia lo stock ittico e si continui nella direzione corretta, che l'ICCAT ha certificato essere in questo momento possibile.

Inoltre, sottolineo come, almeno a nostro parere, non è tanto la questione delle percentuali che influisce, anche se ovviamente è determinante. Nel senso che le percentuali influiscono fino a un certo punto, ma la questione è proprio la detenzione di questo monopolio, oligopolio di fatto, che purtroppo è in essere e che non viene disarticolato o scalfito con interventi del Governo, un po', appunto, perché ci sono delle questioni tecniche, che sono difficilmente superabili e che ci portano poi ad aumentare considerevolmente la quota accessoria, proprio per permettere comunque la pesca ai piccoli pescatori. Questa è una cosa positiva, comunque, che riconosciamo nell'azione del Governo. Ma dobbiamo continuare a stigmatizzare il fatto che non ci sia un'apertura e non c'è stata una volontà in questi anni di distribuire le quote anche ad altri soggetti. Questa è la prima vera questione, che le quote che sono aumentate sono andate sempre agli stessi. E, ora che si ridefinisce un po' il quadro totale, capiamo che a livello tecnico è difficilmente superabile la situazione, ma riteniamo che sia necessario, comunque, approfondire la questione e fare delle proposte. Riteniamo che il Governo abbia gli strumenti adeguati, sia nei tavoli europei, sia in Italia, per trovare delle soluzioni affinché si riequilibrino le quote, si disarticoli questo monopolio o oligopolio, dipende appunto da che lato lo si voglia guardare, se da quello della modalità di pesca o da quello delle società che gestiscono questa modalità di pesca, e quindi procedere verso una liberalizzazione di un settore, ovviamente salvaguardando - in questo caso credo sia lecito dirlo - l'interesse nazionale in qualche maniera, perché sappiamo che gli scontri, i conflitti su questi temi in sede europea poi si giocano molto anche sugli interessi nazionali. Non è possibile, però, continuare ad avere alcuni territori, alcune regioni, che hanno molte più quote di altre e altre regioni che, sostanzialmente, non possono pescare il tonno rosso se non con l'escamotage della pesca accidentale. Quindi, questi territori non possono esprimere vere e proprie società, imprese di pesca che fanno questo mestiere, questa professione, e che lo possono in qualche maniera anche mettere a regime, possono creare una rete e incrementare l'occupazione, creare delle filiere sul territorio, redistribuire gli utili attraverso l'indotto nel proprio territorio. Lo possono fare attraverso la pesca accidentale, ma è un metodo che possiamo accettare in via transitoria, perché, comunque, è un passo in avanti, ma riteniamo sia fondamentale trovare delle soluzioni stabili, durature e, se non è possibile farlo a livello tecnico, ora, in Italia, questa battaglia ovviamente la dobbiamo continuare a trasferire nei tavoli comunitari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Sommessamente le ho chiesto la parola, Presidente, perché si sta sviluppando un dibattito estremamente interessante sul problema del rispetto dei regolamenti europei, con imputata, come al solito, l'Europa e quant'altro. Ma è bene ricordare, signor Presidente, che noi ci siamo penalizzati da soli, perché quando il centrosinistra, con solo quattro voti di maggioranza, ha approvato la modifica del Titolo V della Costituzione, all'articolo 117, senza che ci fosse nessuna richiesta da parte dell'Europa, si è stabilito che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. E quindi, nel momento in cui noi, qui in Aula, o anche le regioni vanno a legiferare, debbono tener presente quello che da soli abbiamo stabilito; si è stabilita la responsabilità di chi all'epoca, sbagliando, approvò la modifica del Titolo V. Né qualcuno può venire a dirci che, rispetto alla riforma che era stata proposta... perché anche la riforma che era stata proposta non prevedeva la soppressione di questa parte qui della Costituzione. Se noi avessimo, invece, una Costituzione come in Francia e come in Germania, noi avremmo potuto tranquillamente legiferare in base alle giuste osservazioni e argomentazioni che qui vengono riportate da tutti e che ci trova chiaramente concordi anche rispetto a questo, ma anche rispetto a tanti altri argomenti, per poi, successivamente, eventualmente, se l'Europa ha cose differenti, come da regolamento e quant'altro, andare a trattare volta per volta, deroga per deroga, come fa la Germania, come fa la Francia, soprattutto nel contesto agroalimentare.

Quindi, per il futuro, chiaramente, Presidente, se veramente si crede e si vuole invertire la rotta e dare più potere rispetto alle decisioni che noi vorremmo assumere, sempre in un contesto di osservazione e di adeguamento anche a regolamenti europei, occorre partire esattamente da un punto di forza rispetto, invece, all'attuale situazione, che, da soli, con le responsabilità della sinistra quando fu fatta la modifica del Titolo V, ci siamo dati con queste autoregole, cioè ci siamo autocensurati, autocastrati. Infatti, noi, rispetto alla Germania e rispetto alla Francia, ogni volta con l'Europa dobbiamo scalare l'Everest quando vogliamo cercare di ottenere qualche cosa in deroga o con qualche specificità.

Quindi, io, signor Presidente, mi sono permesso, visto il dibattito che è in corso, di rammentare questo e di lasciare agli atti pure dell'Aula che forse non sarebbe male - nei tempi che verranno nella prossima legislatura, se veramente poi c'è la possibilità di modificare la Costituzione e l'andamento anche delle legislazioni nazionali e regionali - provvedere a modificare quello che la sinistra a suo tempo fece, penalizzando tutti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'articolo 16.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, vorrei leggere questo articolo 16 per come uscirà modificato: “Per il triennio 2018-2020, fermi restando i coefficienti di ripartizione delle quote individuali di tonno rosso, come definiti con decreto del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali del 17 aprile 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 120 del 26 maggio 2015, ogni eventuale incremento annuo del contingente di cattura di tonno rosso assegnato all'Italia è ripartito per una quota complessiva pari a meno del 30 per cento, esclusivamente per i sistemi di pesca del tipo circuizione, palangaro e tonnara fissa, e fino ad un massimo del 70 per cento alla pesca accidentale o accessoria.”

Ecco, voteremo favorevolmente perché, comunque, in qualche modo, si prende la possibilità di aprire questa risorsa anche a chi finora ha dovuto rinunciarvi. Dispiace molto che si sia voluta aumentare la parte su chi già detiene le quote, inserendo anche la circuizione: ripeto, è un tipo di pesca che ha già goduto di ampia possibilità per quanto riguarda il contingente italiano, lo ripeto perché non avesse seguito i lavori, il 70 per cento del contingente italiano è stato destinato sinora alla quota circuizione. Questa situazione c'è all'incirca dal 2010, quindi abbiamo sette anni di contingente italiano al 70 per cento destinato alla circuizione. È un peccato perché, in questi anni, dal 2014, quindi da quando il contingente italiano è stato aumentato, si sarebbe già potuto dare una mano a tutti quei pescatori che si sono trovati in difficoltà dal momento dell'introduzione delle quote tonno. E non vorrei che questo errore si ripetesse anche nel caso delle quote di pesce spada, che sono state recentemente introdotte proprio per una difficoltà di questo stock a riprendersi.

Vorrei rispondere anche al collega Palese: sì, io capisco, magari, che si possa disquisire sull'ordinamento e sul recepimento di determinate normative, è anche vero che l'ICCAT, la commissione internazionale per i grandi pelagici ha lavorato bene e ha garantito la tutela di determinate specie altamente migratorie, per le quali è necessario che ci sia sempre un'azione congiunta tra diversi Stati a livello internazionale, altrimenti i risultati non si raggiungono. Quindi ritengo che il problema non sia, eventualmente, l'Unione europea, ma le prescrizioni di ICCAT, che però, ripeto, non sono un problema, se proprio lo ritenete un problema e questo va a danno di specie come tonno rosso o pesce spada; quello che potrebbe essere un problema è poi come la distribuzione di queste quote viene declinata all'interno del territorio nazionale, e la dimostrazione ce l'abbiamo avuta qui in Italia, là dove appunto, per anni, si è garantito un monopolio.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Siccome è un argomento molto sentito e soprattutto molto dibattuto, io vorrei fare alcune puntualizzazioni, ringraziando l'onorevole Benedetti e l'onorevole Zaccagnini che sono intervenuti, anche perché il dibattito si è sviluppato anche in Commissione legislativa.

Noi oggi stiamo parlando dell'ultimo decreto da me fatto per il triennio, stiamo parlando di un aumento delle quote di tonno, perché nel tempo abbia avuto una restrizione che ha portato di nuovo ad un aumento della presenza del tonno nei nostri mari. Quindi, grazie ad un intervento drastico che è stato fatto qualche anno fa, io vorrei ricordare che il sottosegretario Buonfiglio, che mi precedeva - non certamente questo Governo - allora voleva restringere addirittura le reti a circuizione a sei imbarcazioni, poi alla fine siamo arrivati a 12 imbarcazioni con le reti a circuizione. Quindi, oggi parliamo di aumento delle quote perché c'è stata una restrizione, sostanzialmente c'è stato un blocco dell'attività di pesca. Oggi l'ICCAT, che è la commissione internazionale che sovrintende alle quote di tonno, ha destinato un aumento al nostro Paese negli ultimi tre anni, e sostanzialmente l'emendamento di cui noi oggi parliamo riguarda un'eventuale nuova determinazione di aumento delle quote, che dovrà avvenire e che ancora non è avvenuto. Quando mi sono insediato, la quota accidentale era zero, significa che non c'era una quota per il piccolo pescatore che accidentalmente si imbatteva in una cattura di un tonno, che veniva addirittura denunziato. Io feci un passaggio: dalla pesca sportiva, che aveva 40 tonnellate, alla pesca accidentale delle 40 tonnellate, come provvedimento immediato, ma oggi, quando parliamo di pesca accidentale non parliamo di un nuovo sistema di pesca, parliamo di pesca accidentale, che significa che quando accidentalmente il piccolo pescatore si imbatte in un tonno oggi ha una possibilità, che quando sono mi sono insediato era di zero tonnellate - zero! -; poi l'abbiamo portata a 40, e quest'anno era di 100 tonnellate. Con l'aumento che stiamo determinando con un aumento successivo - se ci sarà - certamente veniamo incontro alle esigenze, che venivano manifestate anche dall'onorevole Melilli, della piccola pesca. Ed è l'unica opportunità che noi abbiamo, perché i sistemi di pesca sono già determinati: la circuizione, i palangari e la tonnara fissa, che sono già individuate per decreto o regolamento comunitario.

Ricordo a me stesso e all'Aula che avverso questi provvedimenti sono state fatti numerosi ricorsi, numerosi appelli, c'è stata un'attività giurisdizionale molto significativa, e l'amministrazione ne è uscita sempre vincente. Dal punto di vista ambientale, ricordo che il sistema della circuizione è il sistema che più va incontro alla tutela della fauna marina, perché viene circuito, il tonno viene preso vivo, quindi è il sistema migliore dal punto di vista ambientale. Le esigenze che sono state prospettate noi le teniamo tutte presenti, e verificheremo cosa sarà in sede ICCAT. Mi pare che l'attività della Commissione, l'attività del Parlamento, di venire incontro alla piccola pesca è in parte soddisfatta da questo emendamento, che allarga, cioè aumenta le tonnellate per la pesca accidentale. Non si tratta di un nuovo sistema di pesca, non possiamo introdurre nuove licenze. L'onorevole Melilli si eserciterà poi, quando ne avrà voglia, nel fare un eventuale aumento: lo destini ai 7 mila palangari che hanno la licenza di pesca; faccia un piccolo calcolo e verifichi come si possa ripartire un eventuale aumento delle quote.

Comunque, per regolamento comunitario sono già autorizzate le dodici circuizioni, i trenta palangari e le tre tonnare fisse (quelle autorizzate sono sei). Dove noi potevamo incidere ed andare incontro alle esigenze che sono state da tutti largamente prospettate, era semplicemente nell'aumento della quota accidentale, in maniera che il piccolo pescatore, qualora si imbattesse in una pesca appunto accidentale, non incorresse in una sanzione di carattere penale. Penso che il dibatto sia stato molto proficuo. Noi potremmo avere anche un'altra scelta: dal 2018 il Parlamento si potrà ripronunziare su questo, e assegnare tutta la quota assegnata all'Italia tramite una gara pubblica. Potremmo anche immaginare di fare questo, ma a quel punto non penso che i piccoli pescatori saranno i destinatari di quella quota del pesce spada, sarà qualche grande multinazionale, e allora sì che ci sarebbe la tutela di qualche grosso interesse. Quindi, vediamo di contemperare le esigenze che giustamente sono state prospettate in questa sede, ma gli interessi legittimi che oggi i regolamenti comunitari tutelano e che qualcuno, qualche anno fa, ha rideterminato nella presenza, contemplano 12 circuizioni, 30 palangari e tre tonnare fisse. Noi speriamo che anche le esigenze prospettate possano dare risposte alla piccola marineria, soprattutto ai piccoli pescatori.

In questa direzione si è mosso il Governo, e l'emendamento va appunto in questa direzione, perché vengono sostanzialmente quasi fissate le quote per l'aumento, nel limite del 30 per cento, per la pesca per circuizione, tonnara fissa e palangaro, e viene ampliata del 70 per cento quella della pesca accidentale, della pesca occasionale. Quindi, mi pare che in parte, così come anche tutti i colleghi hanno ammesso, il Governo abbia soddisfatto questa vostra esigenza, che viene avvertita da tutti i pescatori, e che, nel dibattito costante che viviamo, il Governo l'abbia assolutamente rilevata, facendosene carico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, ringrazio in modo particolare il sottosegretario Castiglione e tutti i colleghi intervenuti. Colgo l'occasione, però, dell'intervento del collega ed amico Fabio Melilli - a me noto per le sue antiche tradizioni marinare - per esprimere il voto su questo emendamento. La norma non la leggo, perché ormai l'abbiamo letta in molti, però vediamo un po' da dove partiamo e dove la norma ci conduce. Il decreto del Mipaaf attribuiva, per l'incremento delle quote in più, alla circuizione il 74,32 per cento, al palangaro il 13,57, alla tonnara fissa l'8,45, alla pesca sportiva lo 0,47 e alla quota non divisa il 3,19; l'emendamento, così come viene fuori e con l'integrazione dell'emendamento Iannuzzi, attribuisce il 30 per cento alla pesca con circuizione, palangaro e tonnara fissa, cioè a coloro i quali avevano il 96,44 per cento, e il 70 per cento alla quota accidentale. È innegabile, pertanto, una netta e significativa inversione di tendenza nella ripartizione delle quote aggiuntive: finalmente non è il pesce grande - la circuitazione e la tonnara - a mangiare tutti gli altri pesciolini. Abbiamo difeso con forza quei pescatori che avevano di meno, fermando le aspettative di coloro che avevano nel passato conquistato posizione di maggiore forza, appunto quelli che avevano il 96,44 per cento, che oggi avranno il 30 per cento al massimo. È una vera e propria giustizia redistributiva, valorizzando il principio di liberalizzazione: a tutti e non ad alcuni è possibile attingere a quel 70 per cento dell'accidentale, ovviamente fermi restando i diritti alle quote che avevano acquisito negli anni alcuni armatori, e ciò per evitare di adire agli organi di giustizia preposti.

Il collega poi aggiunge che potevano essere rilasciate ulteriori licenze: è vero anche questo, ma allora bisognava individuare criteri e modalità per far rientrare nella circuizione dei pescatori eletti anche altri armatori, e ovviamente credo che avrebbero partecipavano a questa possibilità soltanto gli armatori più grandi. Quindi, con questa norma abbiamo messo un punto fermo, e abbiamo tenuto presente l'obiettivo comunitario di ridurre sempre di più lo sforzo di pesca. Le quote aggiuntive sono purtroppo connesse all'esito del monitoraggio fatto dall'ICCAT: oggi ci sono queste quote aggiuntive, domani potrebbero non esserci. Oggi siamo sicuri di aver invertito la rotta, di aver liberalizzato il settore, di aver evitato inutili contenziosi e di aver fatto un servizio straordinario a tutta la filiera ittica. Non a caso, tutte le marinerie d'Italia condividono questa norma, e sono convinti che probabilmente siamo nella giusta direzione, nell'inversione di marcia, che abbiamo fatto tutti assieme. Quindi, la ringrazio signor Presidente, e chiedo al collega Melilli di sostenere questo articolo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, vorrei fare alcune precisazioni. Laddove il collega Oliverio parla di 96 per cento ripartito tra circuizione, palangaro, tonnara e così via, adesso ridotto al 30 per cento, vi è un po' una mistificazione della realtà. Io vorrei sottolineare che non è che si parte dal 90 per cento del contingente e si scende al 30 per cento, significa che, invece che mantenere il 90 per cento del contingente, attualmente disponibile, viene destinato loro il 30 per cento di quello in più, però, mantenendo le quote che avevano prima. Quindi, di fatto, non è che si penalizza chi ha avuto un aumento di molte tonnellate, il sistema a circuizione, dal 2014 al 2017, ha avuto mille tonnellate a disposizione in più; se poi si parla di lavorare per la quota indivisa, qualcuno mi deve spiegare perché dal 2014 al 2017 la quota indivisa è aumentata di 40 tonnellate. Credo che ci sia una differenza; facciamo un po' il calcolo: mille meno 40, quanto fa? Allora, se vogliamo parlare di cose serie, il fatto è questo: bisogna assumersi le proprie responsabilità, dire che fino adesso non si è ascoltato tutto il comparto della pesca che non aveva accesso a questo sistema, ok, lo si fa con questa legge e con questa legge, comunque, si cerca di dare il contentino ai soliti sistemi di pesca, fino adesso, principalmente la circuizione, perché poi palangaro e tonnara sono sempre stati comunque in difficoltà; si cerca di dare comunque il contentino al sistema di pesca a circuizione che, vorrei ricordare, non produce nemmeno un indotto sul territorio, perché fa parte di tutto quel sistema per cui il pesce viene pescato, il tonno viene pescato, mandato all'ingrasso e poi venduto su altri mercati, con vantaggio per pochi, quindi, non resta nemmeno l'indotto sul territorio italiano. Noi dobbiamo tutelare la pesca italiana, i piccoli pescatori italiani, non dobbiamo tutelare la speculazione sul tonno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI. Presidente, mi scusi, solo per precisare che il tema è complesso e non voglio tediare ancora di più l'Aula, ma non mi ha convinto nessuna delle obiezioni, perché la mia obiezione è di altra natura. Io credo che questa poteva essere l'occasione per dare nuove licenze ai piccoli pescatori; non trovo argomenti europei a contrario, non li trovo, studierò meglio, sottosegretario Castiglione, sicuramente, non mi si risponda che è difficile fare il concorso. Qui stiamo facendo un'operazione, dal decreto del sottosegretario - come se in un comune italiano si aumentassero i negozi e le licenze si dessero solo a chi ce le ha -, che non mi convince, perdonate la libertà di espressione, non sarò marinaro, come te che non sei marinaro, però, insomma, siccome qualcuno viene a rappresentarci esigenze, quelle esigenze, quando ci convincono, abbiamo il dovere di ascoltarle, tutto qui (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, io credo che l'enfatizzazione acritica della positività di questo articolo sia eccessiva. Le argomentazioni portate dai colleghi che, appunto, vorrebbero nuove licenze e una redistribuzione più equa delle quote, sono pertinenti, sono fondate e non capisco questa edulcorazione di un percorso che, comunque, ha avuto le sue criticità in questi anni e il mantenimento delle quote ai soliti noti. Oggi, con questo articolo si fanno dei passi in avanti, si trovano escamotage per permettere alla piccola pesca di sopravvivere, ma non di regolarizzarsi; al momento non ci sono, come dice il Governo, margini per nuove licenze, verificheremo, perché ad oggi la questione è abbastanza controversa, anche, se, appunto, c'è un regolamento comunitario e, in particolare, va menzionato il fatto che gli europarlamentari del PD, del gruppo dei Socialisti, hanno più volte espresso la necessità di una redistribuzione equa delle quote e ciò è stato approvato all'unanimità nell'Europarlamento; questo circa l'anno scorso.

Oggi ci ritroviamo, appunto, in una situazione di passi in avanti, ma anche di un mantenimento delle quote ai soliti; quindi, è una situazione che non ci può soddisfare e che riteniamo possa solamente essere transitoria. Anche oggi, vogliamo sottolineare che ci sono delle criticità in merito che speriamo vengano fugate e risolte a breve.

Non è possibile continuare a vivere su degli escamotage, la piccola pesca ha tutto il diritto e la legittimità di essere riconosciuta come uno dei soggetti che fa questa attività, questa professione. Per lo più va detto che è proprio questa pesca quella che mantiene i profitti maggiori sul nostro territorio, perché sappiamo tutti come il tonno rosso sia una prelibatezza per i giapponesi, e che oramai i tonni vengano portati per essere allevati vivi, appunto, a Malta o in Spagna e, poi, portati in Giappone. Ecco, queste sono le storture della globalizzazione, del libero mercato che noi vogliamo combattere e crediamo che tutto il Governo, tutta la maggioranza parlamentare e la classe politica italiana se ne debbano far carico e debbano in qualche maniera porvi rimedio; non bloccare completamente questo tipo di mercato, ma certamente privilegiare coloro che fanno la piccola pesca e che quindi, poi, lavorano il pesce da noi, così che l'economia rimanga nei nostri territori e, quindi, dia la possibilità a queste economie di vivere, di vivere dignitosamente, di crescere e non, sostanzialmente, di essere relegate in un limbo di accidentalità, cioè della pesca accidentale o accessoria o la piccola pesca, come è stato aggiunto, con il mio emendamento all'articolo, un emendamento che introduce, quanto meno, un riconoscimento nella dicitura, ma non nella pratica, non nella sostanza delle quote.

Quindi, riteniamo che la situazione sia ancora critica, che il dibattito che è stato fatto qui, oggi, sia assolutamente necessario e che molte cose debbano essere ancora chiarite per il passato, perché si è agito in una determinata maniera in favore solo di alcuni soggetti e perché, oggi, ancora, non si riesce ad aprire a nuove licenze. La motivazione è stata spiegata dal Governo, dal sottosegretario; riteniamo, però, che l'impegno del Governo e della maggioranza debba essere ulteriore, proprio per trovare ulteriori spiragli, ulteriori modalità e, magari, appigli giuridici affinché si apra il settore, si liberalizzi e ci siano nuove licenze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Presidente, brevemente, ma mi trovo costretto a dire qual è la cosa che, secondo noi, si dovrebbe fare, perché da anni ci battiamo con risoluzioni, interrogazioni ed altro, in Commissione, su questa vicenda delle quote tonno e sembrerebbe che la nostra parte politica non abbia, su questo, una posizione. La posizione è molto chiara; dov'è l'errore del Governo? L'errore del Governo, caro sottosegretario, è quello di non avere avuto la forza di contrastare la tesi della burocrazia del Ministero, perché la burocrazia del Ministero è quella che ha tenuto la situazione ferma, una situazione di stallo, rispetto alle famose quote della circuizione, dall'inizio. Qui, dovremmo andare a ritroso; storicamente, perché nasce questo problema delle quote delle poche barche, delle dodici barche, più o meno - perché ci sarebbe pure lì una storia da raccontare-, perché nasce? Perché, a un certo punto, fu fatto un bando che in pochi giorni apparve e sparì e, quindi, soltanto alcune barche, in Italia - e ci sono nomi e cognomi, nessuno l'ha ricordato, mi tocca farlo, ci sono i nomi e i cognomi di tutto questo, dalle direzioni della pesca, a chi ha ricevuto questo tipo di beneficio - si sono trovate nella condizione di avere tutte le quote del tonno italiano.

Parliamo, come capite dalle quantità che sono state ricordate nei precedenti interventi, di cifre considerevoli. Cosa fare adesso - così cerco di abbreviare - secondo noi? Noi pensiamo che la quota dovrebbe essere ristretta al massimo a quella della circuizione: quella quota dovrebbe essere messa a bando e poco importa se, invece delle dodici, possa entrare uno solo o se la possano ripartire le dodici o una delle dodici, perché quello che lo Stato italiano può guadagnare dalla vendita di quelle quote può essere messo nella condizione di servire alla vicenda. Quindi, dovrebbe essere venduta e l'altra parte dovrebbe essere distribuita tra il palangaro, in attesa di vedere quali possano essere le aperture sulle nuove quote, sulle nuove licenze, eccetera. A prescindere dalle nuove licenze ci vorrebbe una redistribuzione, questo è quello che dovrebbe accadere e, magari, guardare un po' indietro a quali sono le responsabilità che la burocrazia ha avuto nella gestione e nell'assegnazione di queste quote (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Nel frattempo, salutiamo studenti e insegnanti dell'istituto di Ladispoli in provincia di Roma “Sandro Pertini”, che, oltre ad essere stato Presidente della Repubblica, è stato anche Presidente di questo ramo dell'Assemblea (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.01 Falcone.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.01 Falcone, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione… Revoco la votazione. Il collega Falcone ha chiesto di parlare. Prego, ne ha facoltà.

GIOVANNI FALCONE. Ritiro l'articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. La ringrazio.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sugli emendamenti 17.3, 17.4 e 17.5 Benedetti, 17.1 Pagano, 17.6 Ferraresi, 17.8 e 17.9 Benedetti, 17.10 Ferraresi, 17.11 Benedetti, 17.13 Catanoso, 17.15 Ferraresi, 17.16, 17.17, 17.19, 17.20 e 17.22 Benedetti, 17.23 Ferraresi, 17.2 Pastorino, 17.25 Benedetti, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere Conforme.

PRESIDENTE. Sugli articoli aggiuntivi il parere lo diamo successivamente.

Passiamo all'emendamento 17.3 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, all'articolo 17 ci sono alcune modifiche relative alla legge n. 154 del 2016, il cosiddetto collegato agricolo, che aveva introdotto un diverso sistema sanzionatorio per la pesca. Questi emendamenti sono semplici: la questione sarebbe quella di affinare questo tipo di sistema. Ricordo che la legge n. 154 del 2016 - “collegato agricolo” - è entrata in vigore il 25 agosto 2016 e, da quel momento, le sanzioni penali relative ad alcuni reati, come potrebbero essere la pesca o la commercializzazione di prodotti ittici sotto la taglia minima consentita, sono state sostituite da verbali amministrativi con importi fino a 75 mila euro. Questo ha causato, all'interno della Commissione e nel comparto della pesca, una riflessione e il testo attualmente in Aula ha cercato di migliorare e di rendere proporzionale il sistema sanzionatorio.

Penso che in quest'Aula siamo tutti consapevoli dell'esauribilità delle risorse biologiche del mare e che difenderle sia un interesse preminente: questo lo dice anche la normativa europea. Le sanzioni devono perciò essere dissuasive e proporzionate. Ricordo, a tal fine, che l'articolo 90 del regolamento europeo n. 1224/2009 prevede che lo Stato membro, nella scelta delle sanzioni da applicare, tenga conto di criteri quali: la natura del danno arrecato, il suo valore, la situazione economica del trasgressore, la portata dell'infrazione o la sua reiterazione. Quindi, con gli emendamenti che abbiamo fatto abbiamo inteso affinare questo lavoro.

Abbiamo ritenuto importante anche fare una precisazione sul concetto di pesatura. Il prodotto ittico ha chiaramente una variabilità di peso che può essere importante e, proprio per questo, la precisazione serve ad evitare ricorsi rispetto alle sanzioni che vengono comminate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.3 Benedetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.4 Benedetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.5 Benedetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.5 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione… Chiedo scusa; si tratta dell'emendamento 17.1 Pagano. Revoco l'indizione della votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.6 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.8 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.9 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.10 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.11 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.13 Catanoso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di mitigare un po' le sanzioni pecuniarie che sono previste, in modo da renderle proporzionali all'effettiva gravità dell'infrazione, al danno che la stessa ha provocato all'ambiente marino e all'effettivo vantaggio economico realizzato o perseguito con l'infrazione, cosa che invece noi riteniamo che non sia fatta con il testo che stiamo adesso esaminando.

Per quel che riguarda la previsione dell'aggiunta del comma 1-bis all'articolo 16 del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, sostanzialmente si propone un'interruzione temporanea dell'effetto sospensivo della licenza di pesca che trova la sua ratio nella necessità di tutelare l'esercizio dell'attività dell'impresa di pesca in pendenza delle procedure di ricorso, le quali ben potrebbero determinare l'annullamento del verbale di accertamento dell'infrazione grave e la conseguente cancellazione dei punti assegnati sulla licenza.

In pratica, nel caso in cui vi è una sospensione della licenza, disposta a seguito di assegnazione dei punti senza attendere l'esito dei ricorsi, cerchiamo di evitare quel che si potrebbe configurare, cioè un danno ingiusto e grave per l'impresa di pesca.

Riteniamo che sia ragionevole far decorrere l'eventuale effetto sospensivo della licenza di pesca dal momento in cui il procedimento sanzionatorio si sia esaurito in tutti i gradi di giudizio, senza, appunto, creare danno all'impresa di pesca, grande o piccola che sia, e questo abbia confermato l'accertamento dell'infrazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.13 Catanoso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.15 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.16 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.17 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.19 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.20 Benedetti, contrari Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.22 Benedetti, contrari Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.23 Ferraresi, parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.2 Pastorino, parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.25 Benedetti, parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Invito il relatore ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi. Prego, onorevole Agostini.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sì, sì, un attimo, veloce. Sugli articoli aggiuntivi 17.01 e 17.02 Guidesi, parere contrario.

Sugli identici articoli aggiuntivi 17.03 Venittelli e 17.06 Zaccagnini, parere favorevole con riformulazione. Leggo la riformulazione, Presidente?

PRESIDENTE. Certo.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. “All'articolo 40, comma 6, della legge 28 luglio 2016, n. 154, dopo la parola: «nonché» sono inserite le seguenti: « qualora la violazione sia compiuta da soggetti privi della prescritta licenza di pesca pur essendovi tenuti o in caso di recidiva da soggetti titolari di licenza di pesca»”.

Sugli articoli aggiuntivi 17.04 e 17.05 Benedetti, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' articolo aggiuntivo 17.01 Guidesi, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' articolo aggiuntivo 17.02 Guidesi, parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Siamo agli identici articoli aggiuntivi 17.03 Venittelli e 17.06 Zaccagnini. Ora devo avere conferma, dagli onorevoli Venittelli e Zaccagnini, che vengono accolte le riformulazioni. Zaccagnini me lo conferma. Onorevole Venittelli, va bene la riformulazione? Non capisco. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Venittelli. Ne ha facoltà.

LAURA VENITTELLI. La ringrazio, Presidente. Sì, accolgo la riformulazione. In buona sostanza quest'emendamento è stato presentato da me, per fare un po' di chiarezza, su quella che è una posizione abbastanza complicata, che si è verificata nell'ultimo anno di applicazione della legge n. 154. Appunto, abbiamo visto anche pescatori, soprattutto quelli di pesca professionale, esseri assoggettati ad una sanzione molto forte, che è quella della confisca dei beni e degli attrezzi, nei casi in cui hanno esercitato la loro attività, in zone, per così dire, dove c'è il confine tra il mare e le acque interne, e si è creata, appunto, una situazione di incertezza sul luogo, quindi sulla condizione oggettiva.

Con questa norma, con quest'emendamento - io accetto la riformulazione - si va incontro a quelle che sono state le situazioni di incertezza. Chiaramente si tratta di una situazione relativa a chi è abilitato all'esercizio della pesca professionale o anche della pesca sportiva. Ed è diversa la posizione - voglio evidenziarlo e precisarlo - rispetto alle ipotesi di pesca occasionale, perché trattiamo di acque interne e, nelle acque interne, qualora appunto vi fosse un dubbio sulla diversa applicazione, sulla disparità tra la pesca autorizzata e quella occasionale, vorrei evidenziare che nelle acque interne la pesca occasionale richiede comunque un'autorizzazione, seppur giornaliera.

Ragion per cui, l'articolo aggiuntivo, così come riformulato, è un emendamento che risponde a quelle che sono le esigenze, che erano state appunto prospettate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, accetta la riformulazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mognato. Ne ha facoltà.

MICHELE MOGNATO. Grazie Presidente. Anch'io avevo sottoscritto l'emendamento a prima firma Zaccagnini e condivido le osservazioni, che ha appena fatto l'onorevole Venittelli. Il tema è proprio questo, bisogna distinguere, nel campo sanzionatorio, tra la pesca abusiva e, quindi, il bracconaggio ittico che va contrastato con pene pesanti nella forma ovviamente che prevede anche la legge n. 154, e il pescatore che lo fa per professione. Mettere sullo stesso piano la confisca del mezzo è un'eccessiva sanzione, anche perché naturalmente si colpirebbe proprio il mezzo di lavoro del pescatore professionista vero e proprio. Aggiungo anche che, già prima, c'era la possibilità della confisca del mezzo ed era una possibilità della legge del 1981, che può essere utilizzata da parte dell'autorità giudiziaria.

Ecco, è importante distinguere le sanzioni tra il pescatore che fa bracconaggio e il pescatore, naturalmente, che lo fa per professione. Restano, naturalmente, in campo tutte le altre sanzioni che vanno a colpire, perché nel momento, o sei un professionista o sei un bracconiere, tutte le altre sanzioni devono essere in campo e devono essere efficaci nella loro azione proprio per difendere nelle acque interne il prodotto ittico e tutto quello che ne consegue.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 17.03 Venittelli e 17.06 Zaccagnini, così come riformulati, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.04 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 17.05 Benedetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Con questa proposta emendativa sono a richiedere che le licenze per l'attività di pesca sperimentale vengano pubblicate sul sito del Ministero, del Mipaaf, per agevolare il monitoraggio della quantità e della tipologia delle deroghe concesse e in relazione a quali progetti specifici. E sullo stesso sito chiedo che, alla conclusione dell'attività di sperimentazione, vengano pubblicate anche le licenze che hanno acquisito validità professionale. Questo perché? È emblematica la questione delle volanti a coppia in forma sperimentale: ci sono state licenze di pesca sperimentale concesse ad alcuni pescherecci a strascico, i quali potevano, quindi, pescare, con questa licenza provvisoria, acciughe e sardine in Sicilia e in Adriatico. Questa è una cosa che risale a quasi quindici anni fa, forse anche di più. Abbiamo chiesto più volte al Governo di fare chiarezza su questo tipo di scelta, perché, oltretutto, queste licenze vanno a investire su sardine e acciughe che in questo momento sono stock che attualmente subiscono una pesca eccessiva, soprattutto dello Stretto di Sicilia. Sappiamo che il Governo ha aperto un tavolo di consultazione e nel frattempo, poi, comunque, i pescherecci che hanno queste licenze di pesca se le sono viste rinnovare di volta in volta. In questo tavolo di consultazione sappiamo, però, che sono pervenute anche delle proposte da parte di Greenpeace, ad esempio per risolvere il problema del sovrasfruttamento di questi stock di sardine e acciughe.

Quindi colgo l'occasione per chiedere al Governo di fare chiarezza relativamente a questa cosa e credo che sia giusta un'azione di trasparenza relativamente a queste licenze, che, per troppi anni, non hanno visto una chiarezza di obiettivo e delle modalità con cui vengono concesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.05 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede intervenire per illustrarli, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. Sottosegretario Castiglione, glieli chiamo? Ha bisogno di quanto tempo? Per metterli in ordine? Allora, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 11,53, è ripresa alle 12,05.

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/338-A/1, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Nesi n. 9/338-A/2 - pur essendo una competenza del Ministero del Lavoro -, per noi il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/338-A/3, Marzano n. 9/338-A/4, Palese n. 9/338-A/5, Oliverio n. 9/338-A/6, Cani n. 9/338-A/7, Mongiello n. 9/338-A/8, Zanin n. 9/338-A/9, Cova n. 9/338-A/10 e Pagano n. 9/338-A/11, parere favorevole. L'ordine del giorno Guidesi n. 9/338-A/12 lo accettiamo come raccomandazione, ma come “impegna il Governo a valutare l'opportunità dell'istituzione di un Osservatorio nazionale”. Poi, sull'ordine del giorno Castiello n. 9/338-A/13, proponiamo una riformulazione: piuttosto che “impegna il Governo ad adottare”, “impegna il Governo a valutare l'opportunità, anche nell'ambito (…)”, e così via. L'ordine del giorno Venittelli n. 9/338-A/14 è un ordine del giorno per il quale il Governo si sente impegnato, è molto significativo, in quanto impegna il Governo a prevedere, per le imprese familiari operanti nel settore della pesca, che le disposizioni di cui all'articolo 230-bis

PRESIDENTE. Quindi?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Quindi parere favorevole. Sugli ordini del giorno Carrescia n. 9/338-A/15, Taricco n. 9/338-A/16, Minardo n. 9/338-A/17 e Marti n. 9/338-A/18, parere favorevole. Ordine del giorno Pili n. 9/338-A/19, parere contrario. Ordine del giorno Tino Iannuzzi n. 9/338-A/20, parere favorevole. Ordine del giorno Zaccagnini n. 9/338-A/21, parere contrario. Ordini del giorno Mucci n. 9/338-A/22, Stumpo n. 9/338-A/23 e Lacquaniti n. 9/338-A/24, parere favorevole.

PRESIDENTE. Allora, atteso che il parere sugli ordini del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/338-A/1, Nesi n. 9/338-A/2, Mazziotti Di Celso n. 9/338-A/3, Marzano n. 9/338-A/4, Palese n. 9/338-A/5, Oliverio n. 9/338-A/6, Cani n. 9/338-A/7, Mongiello n. 9/338-A/8, Zanin n. 9/338-A/9, Cova n. 9/338-A/10 e Pagano n. 9/338-A/11 è favorevole, non li porremo in votazione.

Gli ordini del giorno Pagano n. 9/338-A/11, Guidesi n. 9/338-A/12 e Castiello n. 9/338-A/13 sono di deputati non presenti in Aula, quindi si intende che siano decaduti.

Sugli ordini del giorno Venittelli n. 9/338-A/14, Carrescia n. 9/338-A/15, Taricco n. 9/338-A/16, Minardo n. 9/338-A/17 e Marti n. 9/338-A/18, il parere è favorevole. Il primo degli ordini del giorno con parere contrario è l'ordine del giorno del collega Pili, n. 9/338-A/19, che poniamo in votazione col parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/338-A/19, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ordine del giorno Tino Iannuzzi n. 9/338-A/20, parere favorevole. Passiamo all'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/338-A/21, su cui vi è il parere contrario del Governo.

ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, brevemente chiedo se è possibile espungere la parte riguardante le quote, le percentuali, per mantenere comunque l'opportunità di valutare appunto il rilascio di nuove licenze in futuro, con l'attribuzione di queste a nuovi ingressi, nuove barche e nuove autorizzazioni.

PRESIDENTE. Allora, questa era una richiesta al Governo di riformulazione, ma siccome il Governo non sembra averla presa in considerazione, lo poniamo in votazione col parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/338-A/21, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Sugli ordini del giorno Mucci n. 9/338-A/22, Stumpo n. 9/338-A/23 e Lacquaniti n. 9/338-A/24 parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, il pacchetto di deleghe oggi in esame rappresenta certamente un passo avanti per il mondo della pesca e dell'acquacoltura in Italia, settori non sempre presidiati attentamente dalle istituzioni e che invece possono servire al rilancio economico di molte comunità costiere. Quando pensiamo al settore della pesca non dobbiamo limitarci all'approvvigionamento della materia prima, bensì a tutta una serie di attività legate al mare e al turismo, che finora sono state sfruttate poco o nulla e che invece possono divenire grande occasione di crescita.

C'è poi un altro profilo, relativo al mondo della pesca, che troppo spesso viene dimenticato, quello di chi ci lavora, ovvero dei pescatori. Occorre, infatti, prendere coscienza delle difficoltà di lavorare oggi nel comparto, e agire di conseguenza, supportando i lavoratori e le piccole aziende.

Va, quindi, accolta con favore l'introduzione dei centri di assistenza per lo sviluppo della pesca e dell'acquacoltura, che svolgeranno attività di assistenza tecnico-amministrativa alle imprese di pesca, di cooperative, nonché di pescatori autonomi e subordinati.

Convincenti, inoltre, le norme sulla semplificazione della normativa di settore e sulla promozione della vendita diretta. È chiaro che molto dipenderà dal modo in cui l'Esecutivo eserciterà le deleghe, ma il percorso è tracciato. La legge, rispetto alla quale esprimo il voto favorevole della componente socialista, merita dunque di essere sostenuta, essendo in grado di incidere positivamente su un settore importante per l'economia del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero, che non è in Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Presidente, rappresentante del Governo, pur avendo avuto, nella piena libertà delle nostre funzioni, la possibilità di sostenere alcuni emendamenti presentati dall'opposizione, abbiamo accompagnato questo provvedimento dopo aver presentato una proposta di legge alternativa, nel tentativo anche di portare un contributo operativo, costruttivo, in una fase difficile dalla nostra economia che colpisce un po' tutti, ma in modo particolare coloro i quali vivono delle eccellenze italiane, delle sue caratteristiche morfologiche, delle sue specificità, e il settore della pesca certamente corrisponde a questa descrizione.

Abbiamo provato in questi mesi a far transitare, nel provvedimento che la maggioranza ha sostenuto, il maggior numero di proposte, provenienti in modo particolare dalla categoria dei pescatori.

Siamo riusciti a ottenere dei risultati e questo lo vogliamo mettere in evidenza perché caratterizzerà in maniera evidente il nostro voto. Abbiamo più volte detto che non ci interessano le colorazioni politiche e partitiche, perché, quando si tutelano, si difendono, si promuovono gli interessi deboli e diffusi dell'Italia, della nostra filiera produttiva, noi stiamo dalla parte della nostra nazione e non dalla parte semplicemente di uno schieramento politico ideologico. E, tra le nostre proposte, gli articoli 60 e 61, che ci sembrano decisivi, sono stati ampiamente recepiti rispetto a quello che noi avevamo in mente, parliamo della pesatura dopo la vendita, così come ci sono state ampie revisioni del piano sanzionatorio, che prima era del tutto improponibile. Come al solito, i Governi nazionali si sono fatti letteralmente manipolare dalle direttive europee fino al punto di essere più europeisti della stessa Europa, e il piano sanzionatorio precedente a questa riformulazione, a nostro giudizio, interpretava in maniera del tutto arbitraria le stesse indicazioni dell'Europa, prendendosela con i pescatori e, di fatto, individuando degli interventi che ne minavano la possibilità della prosecuzione dell'attività.

Abbiamo visto un'inversione di rotta, e quindi anche un intervento importante e positivo sulla cosiddetta revisione delle quote tonno, che è utile, comunque, a dare ristoro al settore ittico nazionale. Poi, senz'altro ci saremmo aspettati di più. La nostra partecipazione nel rapporto con i sindacati, le marinerie, si perde nella notte dei tempi, non fosse altro per la nostra storica sensibilità a tutte le categorie che operano nel campo del lavoro, dell'economia reale, anche in difesa da quei provvedimenti dirigisti che provengono da Bruxelles, che spesso denunciano, in buona sostanza, un'assenza o di competenza o di orgoglio nazionale o di capacità di negoziazione.

In parte certamente c'è stata nel corso degli anni la debolezza endemica dei Governi italiani, che, per troppo tempo, ogni otto mesi mediamente, in tutto l'arco della Prima Repubblica, si sono alternati alla guida della nazione. Quindi, cambiare ministro competente anche nei tavoli europei ogni otto mesi non ha certo dato autorevolezza e peso specifico alla nostra nazione, in parte anche per il ruolo interpretato da una parte dei nostri europarlamentari che hanno scambiato troppo spesso Strasburgo come una località turistica, invece che andare lì, stare sul pezzo e difendere gli interessi nazionali a tutto tondo. Comportamento che, fortunatamente, nel corso del tempo, si è via via mitigato, e ci auguriamo che ci possano essere ulteriori miglioramenti e, magari, anche la capacità, in talune circostanze, di ammainare la bandiera dello spirito di fazione, cioè della diversificazione dei partiti e dell'appartenenza ai gruppi europarlamentari europei, per sentirsi, innanzitutto e soprattutto, rappresentanti del popolo italiano e del mondo produttivo della nostra nazione.

Certo, il provvedimento è parziale, parzialmente viene incontro alla proposta di legge presentata in questo campo da Fratelli d'Italia; è tardivo, non potremmo non citare anche i mesi e mesi di ritardo con cui si è andati a intervenire, che hanno comunque comportato un incremento del tasso di disoccupazione anche in questo comparto, una sofferenza diffusa. Molti, appunto, sono stati costretti a chiudere le proprie aziende, quasi ce ne fosse bisogno e ci trovassimo in una fase invece espansiva della nostra economia.

Dunque, ci sono luci e ombre in questo provvedimento. Ci sono certamente ritardi, debolezze, fragilità, incompetenze che si sono sovrapposte nel corso del tempo. Poi, devo ringraziare - immagino quanto sia costato ai pescatori italiani - la capacità di mobilitazione di questo settore, magari disabituato, comunque, a venire in piazza, a presidiare Montecitorio, a cercare di strappare con le unghie e con i denti il diritto all'esistenza in vita, perché eravamo ormai sotto la soglia minima dell'esistenza in vita. Le norme comunitarie sono norme talvolta fuorvianti, paradossali, assurde; spesso le abbiamo potute e dovute conoscere anche nella diversità di trattamento per coloro i quali pescano nel Mare del Nord rispetto a chi trova i propri interessi sul bacino del Mar Mediterraneo. E abbiamo fatto fatica, hanno fatto fatica innanzitutto i pescatori stessi a farsi comprendere, a trovare una linea di interlocuzione, a far condividere alle forze politiche, ai gruppi parlamentari, al Governo, le loro ansie, le loro debolezze, la loro condizione.

Quindi, a loro vanno davvero i complimenti per questo risultato, anche, ripeto, se, e sottolineo, si tratta di un risultato parziale, perché siamo convinti che sarebbe proseguita la tradizione dell'insensibilità da parte del Governo e del Parlamento nei confronti di questo settore se non ci avessero dimostrato una grande capacità di mobilitazione, talvolta anche rabbiosa, giustamente rabbiosa, perché erano in gioco diritti fondamentali come il diritto al lavoro, il diritto anche a manifestare un'adesione a un'identità che è anche una tradizione, perché chi va per mare fatica molto nella sua produzione; ci mette anche un pezzo del proprio carattere, della proprio cultura, del territorio di cui è espressione, delle comunità marine che sono fortunatamente cosparse in buona parte del nostro stivale, grazie alle caratteristiche irripetibili della nostra penisola.

Per queste ragioni, dunque, per dare proprio un segnale - che, certamente, non sarebbe possibile, non è indirizzato verso il Governo, non c'è nessuna disponibilità da parte di Fratelli d'Italia rispetto all'attività pessima che il Governo sta manifestando, anche in questa fase, nei confronti della nostra economia, non è un segnale che diamo al Governo - al mondo della pesca, noi voteremo a favore di questa proposta. Lo facciamo con grande convinzione e per dare sostegno e speranza a chi decide di mettersi in gioco, non ammaina la bandiera e combatte per difendere i propri interessi, che poi sono gli interessi dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciracì. Ne ha facoltà.

NICOLA CIRACI'. A fronte delle premesse e del titolo, il provvedimento rinvia gran parte degli interventi alla legislazione delegata, come se non ci fosse urgenza per un sistema fragilissimo, frammentato in piccole e medie imprese o in monopoli, molti dei quali, però, impossibilitati ad accedere al credito. Un sistema che è sottoposto a una legislazione europea, e qui c'è la nota dolens, che non tiene conto delle specificità del Mediterraneo, anzi, spesso lo punisce. Parliamo di tante situazioni paradossali, che sfuggono anche alle leggi governative, che consentono la pesca in Croazia, mentre sull'Adriatico c'è il fermo. Lo Stato si è tanto prodigato per rottamare e demolire i pescherecci, pagandoli per smettere di pescare, con una politica miope degli anni scorsi e folle, prona all'euroburocrazia, e oggi rinuncia a sostenere queste imprese con immediatezza, con una legge che oggi dia respiro all'ittica.

Ci vorranno due anni prima che molte delle misure previste dal testo possano entrare in vigore, e chissà quanto bisognerà attendere per vederne gli effetti sulla pesca, e la pesca non ha il tempo delle nostre lungaggini. Nella prossima legislatura la Camera si troverà, quindi, nuovamente ad intervenire per mettere mano ad ammortizzatori sociali indispensabili, visto che il settore è stato privato della cassintegrazione, senza offrire soluzioni alternative.

Una revisione del sistema sanzionatorio, inutilmente feroce e scarsamente efficace, peraltro; interventi di semplificazione rispetto ad una normativa ridondante e minuziosa, che rischia di risultare piuttosto un ostacolo e, anzi, è un ostacolo agli obiettivi della pesca legale; ricognizione e destinazione proficua delle risorse finanziarie assegnate al settore. Sono misure concrete per il rilancio del settore che non ci sono in questa norma, che oggi contribuisce alla domanda di prodotti ittici per non oltre il 15 per cento. Quello ittico è un settore dal forte rilievo economico ma, soprattutto, dal profondo valore culturale per il nostro Paese e, in un certo senso, anche romantico, che ormai da molti anni versa in crisi. Solo nella mia regione, la Puglia, il valore economico del pescato è pari all'1 per cento del PIL e arriva fino al 3,5 se si considera l'intero indotto, che occupa 5 mila addetti. Chiaramente, questo è un settore che dovrebbe avere numeri molto, molto più alti e non sarà certo questa legge ad aiutarlo. Dagli anni Ottanta, su 8 mila chilometri di coste, le imbarcazioni italiane sono diminuite del 33 per cento e si sono persi 18 mila posti di lavoro, in un settore che oggi conta 27-30 mila persone impiegate. È stato stimato - e questo è un dato che è disarmante - che il 74 per cento del prodotto consumato in Italia sia d'importazione e che provenga da Paesi come il Cile o le Filippine. Il famigerato Pangasio del Mekong, venduto come cernia, è quello che mangiamo nella maggior parte dei pranzi per le cerimonie.

A fronte di questi dati allarmanti ci saremmo aspettati che il provvedimento oggi in Aula intervenisse con decisione a tutela dei pescatori italiani ma così non è stato e, peraltro, la maggior parte delle associazioni di categoria si lamentano di questa mancanza di incisività e non guardano con favore a questa norma. Purtroppo, il nostro settore subisce la concorrenza sleale anche delle imbarcazioni degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo - l'abbiamo detto in tanti -che mettono fuori mercato i nostri pescatori, i loro costi e le attività, abbassando la quotazione del pesce. Questo Governo ha deluso le aspettative delle imprese e delle aziende ittiche soprattutto del nostro Sud.

Mi spiace. Si sperava in una maggiore attenzione da parte del Governo e del Ministro. Ci siamo ricreduti; quello che sembrava un buon inizio alla fine è un triste finale. Come ci si può fidare ancora di chi continua a strizzare l'occhio a Bruxelles e che ha trasformato il mare nostrum in “mare lorum”? Sono gli stessi che oltre alla curvatura delle banane hanno la pretesa di misurare i millimetri delle nostre vongole, questa euroburocrazia che è sempre più un nemico, soprattutto per il mondo della pesca del nostro Paese. Il nostro Paese e il nostro Governo accettano questi diktat e, ancora una volta, si maltratta la pesca e i pescatori; il Governo li illude e li abbandona al loro destino. Sono queste le ragioni per cui il nostro voto sarà decisamente contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dire che il nostro gruppo apprezza il tentativo di dare una sistemazione coerente ad un settore molto delicato, molto ampio e anche molto variegato, che comprende attività professionali e attività sportive, che comprende la pesca in mare e in altre acque aperte, l'allevamento e l'itticoltura.

Ci sembra che il testo abbia ottenuto in Commissione un generale consenso e ci sembra che rappresenti un tentativo serio di mettere ordine nella materia. Condividiamo anche la delega al Governo per definire questioni di dettaglio che non si potevano certo definire in questo contesto e, quindi, preannuncio il voto favorevole del gruppo Civici e Innovatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catania. Ne ha facoltà.

MARIO CATANIA. Grazie, Presidente. Il settore della pesca professionale attraversa da molto tempo ormai una crisi profonda, una crisi che viene da lontano e che non è riconducibile alla crisi generale che l'economia italiana ha vissuto nell'ultimo decennio. È una crisi, quella della pesca professionale, che ha soprattutto una spiegazione: la spiegazione è la drastica riduzione della risorsa marina che ha messo in seria difficoltà la flotta di pesca italiana, che ha ridotto i redditi dei pescatori, che ha progressivamente ridotto anche il numero degli addetti. È un fenomeno che va avanti da diversi decenni e che, purtroppo, mostra ancora oggi elementi preoccupanti. Questo quadro, infatti, non può farci dimenticare che oltre alle sofferenze degli addetti al settore presenta una gravità sotto il profilo ambientale assolutamente importante.

La riduzione delle risorse marine nel Mediterraneo e soprattutto nei mari italiani rasenta il grave tracollo ecologico definitivo. Io spero che nei prossimi anni si possano stabilizzare le politiche che hanno portato ultimamente a una riduzione di questo fenomeno, ma i segnali sono ancora contraddittori e non ci consentono ancora di essere tranquilli. A fronte di questa situazione il provvedimento che discutiamo oggi apporta alcuni elementi positivi al comparto, sia nel momento in cui indirizza al Governo alcune deleghe significative, sia nel momento in cui detta direttamente delle norme che possono alleviare, sia pure in minima parte, la situazione della pesca professionale.

Non tutto, devo dire, in questo provvedimento è condivisibile e ci sono dei passaggi che francamente potevano essere evitati. Mi riferisco, tra l'altro a titolo di esempio, all'articolo riguardante la pesca del tonno rosso, materia che poteva essere serenamente lasciata, come è sempre stato, alla gestione del Ministero, evitando di irrigidirla con una norma parlamentare che potremmo poi trovare, magari già a breve distanza di tempo, come ingombrante e difficoltosa da gestire. Tra l'altro aggiungo che il dibattito in materia, il dibattito sul tonno rosso che c'è stato in quest'Aula oggi, non mi è parso brillantissimo sotto il profilo scientifico ed economico, né mi è parso una delle pagine più alte di quella che è l'attività di quest'Aula parlamentare. La materia poteva - ripeto - rimanere nel dominio del Ministero. Il sottosegretario ci ha dimostrato al riguardo di avere buona padronanza della questione ed è affiancato da una burocrazia ministeriale che, a differenza di quanto dica qualche collega, ha perfetta conoscenza e competenza in materia ed è in grado di indicare le soluzioni migliori. Tra l'altro aggiungo, senza far polemica con nessuno, che quando si parla di pesca del tonno rosso dovremmo avere soprattutto in mente l'impatto ambientale che hanno le diverse tipologie di pesca. Abbiamo con fatica arrestato la contrazione del tonno rosso nel Mar Mediterraneo proprio ricorrendo a delle scelte di tipo tecnico che hanno privilegiato certi tipi di pesca. Tuttavia, questo sembra essere ignorato da quasi tutti i colleghi che sono intervenuti in materia e, forse, andrebbe sottolineato con maggiore evidenza.

Detto questo, il provvedimento complessivamente appare condivisibile e per questo il nostro gruppo lo sosterrà, però non senza ricordare - e mi avvio a concludere - a me stesso e a ricordare anche e soprattutto al sottosegretario Castiglione, che in questo momento rappresenta il Governo, che la partita più importante per il futuro della pesca italiana si gioca comunque a Bruxelles, dove è fondamentale avere una rappresentanza italiana capace di trasmettere con lucidità le esigenze del nostro comparto e dove naturalmente, quando parlo di esigenze del comparto, mi riferisco non solo a quelle che sono le giuste aspettative dei pescatori professionali, non solo anche all'ottica della pesca sportiva, ma anche, se non soprattutto, alle esigenze di carattere ambientale. Infatti, il tema principale resta quello della salvaguardia delle risorse marine nei nostri mari, che devono recuperare i livelli esistenti fino a 50 o a 60 anni fa e in questo senso io credo che una politica impegnata del Governo avrebbe un valore particolare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ernesto Auci. Ne ha facoltà.

ERNESTO AUCI. Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Prima di darle la parola - mi perdoni - saluto la delegazione parlamentare dell'Assemblea nazionale del Popolo della Repubblica popolare cinese, guidata dal Presidente Liu BinJie, che assiste ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico (Applausi).

Prego, onorevole Auci.

ERNESTO AUCI. Grazie, Presidente; signor sottosegretario, il gruppo Scelta Civica-ALA esprimerà il voto favorevole al provvedimento in esame, del resto, atteso da tanto tempo dall'intero settore della pesca. La grave e persistente crisi di questo settore è conseguenza di una serie di fattori concomitanti che nell'ultimo decennio hanno fatto registrare il crollo verticale del pescato, del personale imbarcato, della flotta da pesca, dei ricavi di impresa, anche per l'incremento dei carichi fiscali e degli oneri contributivi, per non parlare degli effetti della concorrenza sleale di altri Paesi extraeuropei.

Le iniziative legislative, a dispetto dell'urgenza del problema, datano già dalla scorsa legislatura e non sono andate in porto perché quella legislatura non è stata in grado di portare a termine l'iter del provvedimento. In ragione, quindi, delle condivisibili sollecitazioni provenienti dal mondo della pesca e delle imprese ittiche, il Parlamento, questo Parlamento - in particolare la Commissione agricoltura della Camera dei deputati - sin dall'inizio della legislatura ha ripreso l'esame delle numerose proposte di legge, convinto, appunto, della necessità di urgenza e di affrontare le problematiche del settore, aggravate anche in seguito alla riforma della politica della pesca dell'Unione europea.

Le ricadute negative sulle prospettive di sviluppo delle imprese ittiche italiane sono state, per tutti questi fattori, particolarmente gravi, perché le nostre imprese hanno delle caratteristiche peculiari che riguardano, soprattutto, le scarse risorse finanziarie a cui il settore può avere accesso e la filiera di questo settore che è caratterizzata, com'è noto, da forti limiti strutturali e dall'assenza di forme di organizzazione commerciale e di vendita. In più, si sono aggiunte le crescenti problematiche connesse alla pesca illegale. Il tutto fa sì che il vero paradosso, per un Paese che ha chilometri di coste come il nostro, sia che siamo un forte importatore di prodotti ittici; oltre il 70 per cento del pesce che consumiamo è di importazione.

Finalmente, di fronte a tali criticità, l'impianto normativo del testo unificato che ci accingiamo a votare contiene una serie di misure che crediamo saranno in grado, nel breve e nel medio termine, attraverso il riordino e l'armonizzazione della normativa vigente, di determinare flussi positivi, riflessi positivi. Le principali norme contenute affrontano dal punto di vista fiscale, lavoristico, di sicurezza dei trasporti e sanzionatorio le difficoltà del settore e porteranno sicuramente a un miglioramento delle attuali condizioni e prospettive.

Voglio sottolineare in positivo, in maniera particolare, la revisione del sistema sanzionatorio della legge n. 154, la cui modifica è stata fortemente richiesta dalle categorie interessate e con questa modifica si viene loro incontro, poiché l'inasprirsi delle sanzioni ha determinato un aumento sia del mercato nero che della concorrenza estera. Inoltre, c'è l'introduzione di nuovi istituti, quali il sostegno al reddito, la nascita dei distretti e la definizione di itticoltura; tutti quanti contribuiranno a definire un quadro di normative innovative, come è stato, peraltro, evidenziato poc'anzi dall'onorevole Monchiero.

Va ricordato che, secondo gli ultimi dati Istat riferiti al 2016, la pesca ha registrato un forte calo di produzione in volume, meno 2,8 per cento, che è peraltro la sintesi di una contrazione del pescato molto più forte, quasi il 5 per cento, e una crescita dell'acquacoltura e dei servizi di supporto. In termini di valore aggiunto, il calo è stato più sensibile, risentendo di una contrazione dei costi inferiore a quelli della produzione; il risultato è che la flotta di pescherecci è diminuita di quasi 4.000 unità, assestandosi a circa 13.000 unità.

A fronte di questi dati che evidenziano la crisi del settore, una prima problematica è stata quella di definire l'ambito di intervento di queste nuova legge, ovvero scegliere se il provvedimento dovesse riguardare solo la pesca professionale oppure estendersi anche all'acquacoltura praticata in mare. È stato deciso per quest'ultima alternativa, consapevoli dell'evoluzione che l'acquacoltura ha registrato negli ultimi decenni e che si è imposta come una delle attività più dinamiche nel campo della produzione di cibo. Pertanto, siamo convinti che l'impatto di tali norme sul territorio e nelle zone a vocazione ittica possa essere finalmente molto concreto e dare avvio al rilancio e allo sviluppo dell'economia blu, peraltro, attesa da molto tempo.

Certamente, non ci nascondiamo che, come tutte le leggi, ogni impianto normativo è perfettibile e migliorabile e, a tal fine, occorrerà un riscontro effettivo sul campo, per verificare l'impatto delle norme e anche delle delega del testo che stiamo per votare. Non per fare polemiche, però, occorre sottolineare come, nel corso degli anni e dei precedenti Governi, il nostro Paese non ha dimostrato particolare attenzione per questo settore. Quindi, in conclusione, attraverso l'esercizio della delega attribuita al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura e per la riforma dei sistemi degli interventi compensativi a favore degli operatori della pesca, solo per citare alcune delle misure più importanti, anche noi riteniamo che il testo base approvato dalla Commissione agricoltura, frutto peraltro di un lungo lavoro istruttorio, possa rappresentare un provvedimento positivo per la pesca italiana, sperando che possa essere approvato in via definitiva nel corso di questo scorcio finale della legislatura. Pertanto, come ho già detto all'inizio del mio intervento, annuncio il voto favorevole del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente, la crisi del settore della pesca, come è stato ampiamente enunciato precedentemente, anche negli interventi dei colleghi, è manifesta, non si tratta solo una crisi di carattere economico, ma, soprattutto, di una crisi di carattere ecologico e ambientale. Questo è uno dei settori dove, per primo, si sta dimostrando quanto - per il cambiamento climatico e lo sfruttamento delle risorse naturali - non si possa procedere nella direzione che, in questi decenni, in quest'ultimo secolo, è stata imboccata dalle società occidentali, in particolare. Gli stock ittici e le risorse naturali sono limitati come sono limitate tutte le risorse naturali e di questo, giocoforza, dovremo renderci sempre più conto e mettere in campo misure che tutelino l'ambiente e che riescano a recuperare, in particolare quando è possibile, le risorse e a creare soprattutto quella rete, quell'approccio multilaterale, differente da un approccio appunto bilaterale, come abbiamo visto in questi giorni, purtroppo, manifestarsi in particolare dalle parole del Presidente degli Stati Uniti.

Occorre recuperare, quindi, quell'approccio multilaterale, quella cooperazione internazionale che ci portino, su tanti temi, in particolare su quello delle migrazioni, ma, anche, appunto, su quello del disastro ecologico e ambientale in alcuni territori, a degli indirizzi politici che facciano in modo che tutti i Paesi, in maniera coordinata, proseguano, o quanto meno inizino, in alcuni casi, politiche di rispetto e di tutela dell'ambiente, politiche che vanno sempre di pari passo - questo ci teniamo a sottolinearlo - alla giustizia sociale: quindi, giustizia ambientale e giustizia sociale vanno di pari passo e sono il nuovo paradigma con il quale bisogna confrontarsi sempre più frequentemente.

Questo provvedimento al quale daremo il nostro voto favorevole è comunque un provvedimento che va nella direzione di migliorare la situazione attuale, di coordinare la normativa vigente con una delega al Governo per ridefinire i criteri generali ma, in particolare, della pesca, dell'acquacoltura, della pesca sportiva. C'è una parte importante - quella dell'impianto sanzionatorio - che viene modificata dopo l'ascolto attivo con le organizzazioni della pesca e i rappresentanti delle mobilitazioni che abbiamo visto esserci state prima dell'estate.

Un impianto sanzionatorio che era troppo rigido e che abbiamo migliorato, anche direttamente, con nostri emendamenti: in particolare, la riduzione della sanzione del sequestro delle imbarcazioni nel caso in cui si possieda la licenza. In questo caso, il sequestro non sarà più in vigore direttamente per coloro che posseggono la licenza, ma sarà applicabile a coloro che non hanno la licenza: in particolare, questo era un riferimento per le acque interne.

Abbiamo migliorato il testo anche con delle norme, delle misure di semplificazione e di riconoscimento della piccola pesca, che, al momento, però, ancora è in grave difficoltà: non trova i suoi spazi legittimi di attività, e lo abbiamo visto anche nella questione delle quote del tonno rosso, in cui l'escamotage trovato è sicuramente positivo e accettabile per un periodo transitorio - quello, appunto, di ampliare la pesca accessoria del tonno rosso, a cui possono accedere anche i piccoli pescherecci -, ma, secondo noi, non è una soluzione che può essere stabile, che può garantire la pesca a tutti gli operatori, anche a quelli piccoli, nel lungo periodo.

Bisognerà aprire un confronto in Europa e trovare anche, eventualmente approfondendo la materia, delle soluzioni anche in Italia per liberalizzare il settore, per aprire a nuove autorizzazioni e nuove licenze, tenendo ovviamente conto, come è stato ribadito in altri interventi, che è necessario privilegiare certi tipi di pesca, a discapito di altri, per aumentare gli stock ittici.

Questo è il nodo principale: bisogna andare nella direzione dell'aumento progressivo degli stock ittici, del ripopolamento del nostro mare, perché si è svuotato in questi anni delle risorse marine e il disastro ecologico è veramente dietro l'angolo. Ci auguriamo di essere ancora in tempo, che anche il Fondo, in cui ci sono delle risorse non grandi, ma, comunque, vengono stanziate delle risorse - 3 milioni di euro -, possa dare una mano a quei progetti di ricerca, di educazione alimentare, di formazione e di incremento sostenibile degli stock ittici che favoriscano il recupero delle risorse naturali.

Anche l'istituzione dei distretti di pesca è sicuramente una misura migliorativa per la gestione degli spazi di pesca; così come ci sono altre misure importanti: l'esenzione dell'imposta di bollo, la promozione della pescaturismo, la vendita diretta equiparata a quella della cacciagione selvatica o di altri prodotti selvatici.

La vendita diretta del pescato viene equiparata a questo regime in vigore, con la possibilità di aumentare gli sbocchi commerciali dei pescatori.

Oltre che per la parte riguardante le quote del tonno rosso, che riteniamo accettabile, ma non veramente soddisfacente, non siamo soddisfatti anche per la parte concernente la rappresentanza e di come non è pienamente garantita quella della piccola pesca. Comunque, si poteva fare sicuramente di più per far sì che tutte le voci venissero rappresentate e potessero sedere legittimamente ai tavoli tecnici, ai tavoli in cui si discutono le varie questioni riguardanti la pesca.

Abbiamo avanzato anche altre proposte, anche negli ordini del giorno, riguardo all'implementazione e allo sviluppo di motori ecocompatibili. Riteniamo che le risorse per la ricerca possano andare anche in questa direzione e anche per il recupero del materiale inquinante nel mare, che è un altro dei fattori di sostanziale disastro ecologico che sta avvenendo nei mari e negli oceani del Pianeta.

È importante che la politica riesca a lavorare in questa direzione, che il coordinamento con gli altri Paesi del Mediterraneo sia sempre più forte e che questa rete, questo multilateralismo cresca sempre di più nell'interesse della tutela delle risorse naturali e, quindi, allo stesso tempo, dei livelli occupazionali, che sono stati gravemente danneggiati in questi anni dalla crisi che c'è stata e anche dalle distorsioni della globalizzazione e del libero mercato, che hanno portato buona parte del pescato, soprattutto quello pregiato, ad andare sulle tavole di altri Paesi, Paesi di altri continenti…

PRESIDENTE. Grazie.

ADRIANO ZACCAGNINI. …basta citare la questione del tonno rosso e del Giappone. Quindi, esprimo il nostro voto favorevole e ringrazio tutti coloro che hanno collaborato al testo (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaccagnini.

L'onorevole Pagano non è presente in Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare voterà a favore del progetto di legge recante interventi nel settore ittico. La pesca e le attività ad essa collegate costituiscono, infatti, un importante settore della nostra economia ed offrono un fondamentale contributo per l'incremento dell'occupazione nel nostro Paese. L'Italia sempre rivestito, infatti, un ruolo importante e fondamentale sia a livello europeo che mondiale in questo settore.

La pesca peraltro, oltre a rappresentare una risorsa e un'opportunità per l'economia italiana, ricopre altresì un importante ruolo sociale e culturale nelle molte comunità di mare del nostro Paese. La grave crisi economica che ha colpito così profondamente il tessuto economico, produttivo e sociale italiano non ha risparmiato, ovviamente, questo significativo comparto, incidendo in modo negativo soprattutto sull'occupazione.

Pertanto, è necessario intervenire con politiche mirate sia dal punto di vista normativo, che con misure di sostegno e di modernizzazione del settore, in modo da valorizzare nel modo migliore la produzione ittica nazionale nel rispetto dei principi e delle regole comunitarie ed internazionali. Occorre, quindi, rafforzare gli strumenti della competitività delle imprese del settore in modo che questo comparto possa essere ulteriormente sostenuto nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale.

Questo progetto di legge, innanzitutto, contiene misure che portano alla definizione di un testo unico in modo da rendere la materia ordinata e facilmente applicabile, consentendo agli operatori di avere un quadro normativo chiaro e sicuro. Oltre alla delega per il riordino, la proposta di legge contiene disposizioni per la semplificazione del coordinamento della normativa nazionale con quella internazionale ed europea: un riordino delle disposizioni in materia di pesca che è auspicato da molto tempo, proprio per poter offrire la certezza dell'applicazione delle norme in un contesto in cui oggi è difficile operare.

In secondo luogo, il progetto di legge contiene una serie di misure normative dirette a rivedere in positivo e a riordinare alcune importanti disposizioni, come quelle relative ai distretti di pesca e all'attività di pescaturismo e ittiturismo, che costituiscono elementi fondamentali per consentire una costante crescita di tale importante settore nella nostra realtà sociale ed economica.

Tra le norme contenute nel presente progetto di legge vanno ricordate le disposizioni relative all'istituzione del Fondo per lo sviluppo della filiera ittica finalizzato al finanziamento di numerose attività tra cui quella relativa alla ricerca scientifica e tecnologica applicata alla pesca marittima. Il Fondo contribuisce, peraltro, a favorire campagne di educazione alimentare, di promozione del consumo dei prodotti della pesca e di realizzazione di esperienze di filiera corta, nonché programmi di formazione professionale e misure per migliorare la sicurezza e la salute del personale imbarcato.

Inoltre, nell'ottica di sviluppare ulteriormente la pesca in connubio con il rispetto dell'ecosistema marino, viene rivista la normativa concernente i distretti di pesca con la finalità di adottare piani specifici di gestione delle risorse ittiche compatibili con l'ecosistema marino e capaci di valorizzare nello stesso tempo l'identità storica e locale dei territori interessati, la qualità e la salubrità delle risorse locali e un incremento delle specie autoctone.

Viene, inoltre, previsto un riordino della normativa concernente l'attività di pescaturismo e di ittiturismo che ha dato risultati importanti ed incoraggianti per lo sviluppo di attività turistico-ricreative che costituiscono una base fondamentale per implementare il turismo e l'occupazione. Tale attività nasce come opportunità di integrazione del reddito dei pescatori e determina un'offerta turistica molto diversificata delle varie specificità e vocazioni territoriali, contribuendo a far riconoscere e valorizzare l'ambiente marino, nonché a valorizzare in tutti i suoi aspetti il mondo dei pescatori.

Viene, inoltre, disciplinata la vendita diretta dei prodotti provenienti dall'esercizio dell'attività di pesca.

Altre disposizioni sono dirette a disciplinare importanti settori specifici come quello del tonno rosso e quello relativo alla normativa in materia di pesca sportiva.

È, inoltre, di rilievo la delega al Governo in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale per sostenere il reddito degli operatori della pesca marittima in tutti i casi di sospensione dell'attività di pesca causata da crisi di mercato, da avversità meteomarine o da circostanze connesse alla gestione delle risorse marine.

La delega ha, altresì, l'obiettivo di favorire la tutela dei livelli occupazionali per alcuni casi di sospensione della pesca, una misura quest'ultima importante ed incoraggiante per sostenere il reddito degli operatori della pesca colpiti da una grave crisi economico-occupazionale.

È, quindi, evidente come il progetto di legge affronti i temi più rilevanti relativi alla pesca portandovi un riordino normativo di grande valore, che risulta essere di estrema importanza per tutto l'intero settore della pesca proprio al fine di avere una normativa certa che consente agli operatori di sviluppare nel modo migliore la loro attività. Ma occorre un atteggiamento propositivo, impiegando le risorse necessarie per offrire, tramite la pesca, una reale opportunità di sviluppo e di occupazione. Solo attraverso un impegno coordinato a livello nazionale ed europeo, infatti, potranno essere offerte agli operatori le risorse necessarie che consentano un miglioramento delle condizioni di lavoro e di opportunità in un sistema capace di interagire con altri settori della pesca come l'acquacoltura, il turismo, l'offerta enogastronomica per giungere ad una strategia che porti a risultati soddisfacenti sotto ogni profilo e contribuisca ad implementarne lo sviluppo.

Il nostro Paese, pertanto, ha nella pesca un patrimonio importante che va valorizzato nel migliore dei modi guardando con particolare attenzione al rispetto dell'ambiente, altro elemento da salvaguardare proprio per realizzare una sinergia che si sviluppi in modo positivo, contribuendo a creare le condizioni per uno sfruttamento delle risorse marine equilibrato ed adeguato.

Risulta, quindi, fondamentale approvare questo progetto di legge che costituisce una base essenziale per attivare politiche sulla pesca determinanti per favorire il settore anche in un'ottica di rilancio dell'occupazione, dell'economia, della salvaguardia dell'ambiente e, quindi, delle stesse imprese che fanno riferimento alla pesca. Sono questi i motivi per cui daremo convintamente il nostro voto al progetto di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO. Grazie, signor Presidente, intervengo per annunciare il voto di astensione del gruppo di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile.

Il voto di astensione deriva da un giudizio complessivo fatto di elementi anche positivi che qualcuno ha citato prima. Mi riferisco alle questioni relative all'impianto sanzionatorio che migliora dopo le bombe carta qua fuori prima dell'estate; alla questione del Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, sul quale abbiamo soltanto osservato la provvisorietà dell'intervento soltanto per il 2018 e anche ad altre disposizioni.

Certo, non ci hanno convinto i ragionamenti sull'ampliamento delle quote del tonno rosso; come l'onorevole Melilli, non ci ha convinto il fatto che la normativa europea impedirebbe di rilasciare nuove licenze. Allo stesso modo, non ci convince la quota riservata alla pesca cosiddetta occasionale e accessoria che presenta molti aspetti negativi per la tutela del nostro mare e della fauna marina.

Abbiamo presentato un emendamento sulla pesca-turismo: è vero che costituisce un'attività importante, tuttavia, se praticata tutti i giorni, per 365 giorni l'anno, anche il sabato e la domenica, senza alcuna limitazione, ci sembra, per dir così, un azzardo e un pericolo aggiuntivo per il nostro mare e, ripeto, per la fauna marina.

Vi sono molte questioni che ci fanno propendere per un voto di astensione del gruppo. Io, in dissenso dal gruppo, voterò in maniera contraria in ragione della discussione che abbiamo avuto sulla questione della pesca sportiva e, quindi, sull'articolo 13 del quale chiedevamo lo stralcio perché effettivamente è emerso nella discussione, sia in Commissione sia in Aula, che si tratta di un argomento che ha poco a che vedere con le altre questioni qui trattate. Prova ne è - l'ho detto anche ieri - il fatto che tutti gli emendamenti presentati dal nostro gruppo e da altri gruppi finalizzati a inserire le rappresentanze delle associazioni di categoria di pesca sportiva all'interno degli organismi di cui abbiamo parlato in questi giorni sono stati prontamente bocciati, come se i pescasportivi fossero effettivamente un corpo estraneo rispetto a tutto il resto del disposto legislativo.

Ricordo che il provvedimento nasce nel tempo e lo scorso anno era stato già bocciato dalla Commissione bilancio per mancanza di copertura finanziaria ed è un provvedimento molto, molto ampio che poi è stato asciugato nel corso dei mesi da provvedimenti di vario genere che si sono succeduti. Il testo licenziato prima, che è stato presentato all'attenzione dalla Commissione agricoltura prima dell'estate, era diverso da quello che invece l'Aula approverà tra pochi minuti e, per così dire, in questo rimbalzo di testi, la categoria, il mondo dalla pesca sportiva e ricreativa, che è un mondo fatto di persone che vanno a pescare veramente ogni tanto e quando si può la domenica, si è sentito aggredito da una forma quasi surreale di contrapposizione tra due mondi che non devono essere in contrapposizione ovvero il mondo della pesca professionale e il mondo della pesca sportiva-ricreativa.

Quindi, anche la delega e le parti relative alla delega hanno destato e destano ancora preoccupazione proprio per la discussione che si è avuta in questi ultimi mesi e nel corso dell'ultimo anno in generale.

In modo particolare, mi sono soffermato ieri e, come gruppo, abbiamo presentato emendamenti relativi alla lettera c) del primo comma dell'articolo 17 riguardante la strumentazione. Infatti se, da una parte, è anche legittimo pensare ad un sistema di licenze che sia praticabile e sostenibile per il settore, che metta comunque in grado le persone di andare ad esercitare questa passione come hanno sempre fatto da secoli e da generazioni, e anche se il sottosegretario Castiglione ci ha rincuorati e rassicurati in questo senso, d'altra parte, ripeto, la discussione che si è svolta nei mesi precedenti su questo aspetto, ossia la strumentazione, crea ancora in noi preoccupazione. Lo dico perché in Commissione agricoltura era stato inserito e poi ritirato l'emendamento diretto ad eliminare i palamiti e le nasse. Ricordo che l'attrezzatura per la pesca sportiva è un'attrezzatura molto povera ed è citata dall'articolo 138 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1639 del 1968 e successive modificazioni: i coppi, le bilance, il rezzaglio, le lenze fisse quali canne a non più di tre ami, lenze a traino di superficie, nattelli per la pesca in superficie, fucile subacqueo, fiocina a mano, canna, parangali fissi o derivanti e nasse. È, quindi, un mondo fatto veramente di una piccola strumentazione che va monitorata perché i problemi derivanti dalla presenza di pseudo-pescatori sportivi esistono come esiste la questione delle frodi, come esistono molte altre questioni che abbiamo sentito in quest'Aula che necessitano di un monitoraggio da parte dello Stato.

Per cui, come ho detto anche ieri nel corso di interventi sull'esposizione degli emendamenti, non c'è alcuna necessità, per quanto ci riguarda, di mettere in connessione la normativa europea con la normativa italiana, perché quella italiana è già speculare rispetto al Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, precisamente l'articolo 17.

Quindi, ripeto, non si comprende il tentativo, volto a eliminare i cosiddetti strumenti passivi, che sembra essere portato avanti presso comitati di studio attualmente esistenti, come ad esempio il Medac, che è un'associazione senza scopo di lucro, a livello europeo, composta da organizzazioni europee e nazionali, rappresentanti il settore della pesca e altri gruppi di interesse operanti nell'area del Mediterraneo, per realizzare gli obiettivi della politica comune della pesca.

Il Medac ha recentemente approvato un documento programmatico, nel quale sostanzialmente, come unica misura proposta, raccomanda di bandire al pescatore sportivo l'uso degli attrezzi passivi, come palamiti e nasse, accusati di essere non corrispondenti alle finalità della pesca ricreativa. Queste conclusioni si fondono su premesse e dati, relativi ai Paesi dell'area del Mediterraneo parziali, incompleti e non argomentati né supportati da alcun dato scientifico. Anche per questi motivi, ravvisavamo la necessità di produrre e di studiare insieme un testo base sulla pesca sportiva, supportato da elementi scientifici veri, che oggi evidentemente mancano.

C'è una parte, invece, di letteratura scientifica di settore, che ha ampiamente invece dimostrato il limitato impatto sulle risorse ittiche della pesca con il palamito e la sua elevata selettività, rispetto ad altri sistemi di pesca professionali, quali reti da posa e reti a strascico.

Tra i lavori più rilevanti, un articolo, recentemente apparso sulla rivista Nature, valuta l'impatto sugli organismi bentonici di una singola rete a strascico, paragonabile a quello di circa mille palamiti di 3.600 ami ciascuno, e promuove, pertanto, l'uso di questi ultimi come tecnica di pesca commerciale sostenibile. Quindi, il movimento di opinione, che tenta di eliminare gli strumenti passivi e gli attrezzi consentiti alla pesca sportiva, è espressione di gruppi di interesse evidentemente molto forti, che cercano di marginalizzare chi, per carenza di mezzi e rappresentanza, non ha la possibilità di ribattere adeguatamente. Ma si tratta di fatto - lo vedremo, come ha detto ieri il sottosegretario Castiglione - di 1 o 2 milioni di persone e sono 1 o 2 milioni di persone che sono coinvolte da questo tipo di problema e da questo tipo di dubbio, circa il futuro della pesca sportiva. E, come loro, sono elevati anche i numeri di tutto quell'indotto, ovvero di quella strumentazione, che sarà anche povera, ma che la gente va ad acquistare, perché altrimenti a pescare non si può andare.

Viene poi spesso erroneamente rimarcato che la pesca con il palamito consentirebbe facilmente, quasi in maniera automatica, il superamento dei limiti dei 5 chili a persona. Ma quasi mai si considera, tuttavia, che la pesca con il palamito, in ragione della complessità e del tempo richiesto per le varie fasi, è un tipo di pesca che necessita in genere la collaborazione di più pescatori, con il risultato che il limite del pescato aumenta con l'aumentare delle persone coinvolte fino a renderlo difficile da raggiungere e pressoché impossibile da sottolineare.

Quindi, sostanzialmente, se da una parte è chiaro che noi dobbiamo mettere in campo tutte le energie possibili per la tutela della pesca professionale, mi si consenta di dire, per la tutela del nostro mare, con gli strumenti che sapremo mettere in campo, dall'altra parte, non possiamo pensare di mettere da parte di nuovo una categoria come quella dei pescatori sportivi. Se il problema è un problema di controllo, il problema rimane, questo come in altri settori. Le forze dell'ordine ammettono risorse insufficienti per i controlli, resi ancora più complessi, in questo caso, dalla capillarizzazione dei punti di sbarco, dallo svolgimento, spesso irregolare e stagionale, delle attività illecite, dalla frammentazione dei canali di vendita spesso di modeste quantità di pescato, la vendita del prodotto spesso al consumatore finale, la mancanza di formali e circostanziate denunce dai professionisti delle attività illecite dei pescatori pseudo-sportivi e ricreativi, spesso per timore di ricatti o ritorsioni, la sottovalutazione del reato e via seguitando.

Le risorse economiche esistenti, eventualmente da raccogliere mediante l'introduzione di una licenza per la pesca ricreativa, dovrebbero essere pertanto utilizzate per incrementare e rendere più efficaci i controlli da parte degli organi di vigilanza, nei confronti dei pescatori sportivi, pseudo-sportivi e di tutti i pescatori in generale che non rispettano le regole esistenti, che - ripeto - ci sono già e sono molto chiare.

Quindi, un attento sistema di controlli sull'effettivo rispetto delle norme, che regolamentano la pesca dilettantistica, porterebbe sensibili e concreti effetti positivi, per la tutela di una pesca ricreativa sostenibile, come nettamente distinta dalla pesca professionale. Quindi, in questo senso, l'eliminazione, la derubricazione del palamito sarebbe una misura inutilmente e ingiustamente punitiva, che avrebbe il solo effetto di cancellare una parte importante della nostra cultura e tradizione marinara.

Le comunità del nostro Paese subirebbero l'ennesimo danno, perpetrato da parte di un mondo che aspira evidentemente a rendere tutto indiscriminatamente uguale e che, ormai, rinuncia in maniera preventiva e aprioristica alla propria storia e alla propria condizione. Noi ci auguriamo e auspichiamo che le parole del sottosegretario abbiano un corso in questo senso e, per questo, ci rimetteremo e seguiremo con molta attenzione la discussione futura in Senato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, i problemi che oggi assillano la pesca in Italia sono problemi dovuti a un atteggiamento della politica del nostro Paese, che è stata lontana da quelli che sono i reali problemi della pesca.

La pesca è un settore semplice, il più delle volte povero, e avrebbe avuto voglia di essere regolamentato in modo diverso da come è stato, con chiarezza e con semplicità. Viceversa, soprattutto negli ultimi anni - e anche perché lo Stato italiano non è riuscito a garantire queste categorie rispetto alle norme dell'Unione europea -, c'è stata una gestione vessatoria rispetto al lavoratore della pesca e alle imprese della pesca.

Per esempio, a partire dal sistema delle quote, le quote tonno e quelle che saranno le quote pescespada. Ho già ricordato in precedenti interventi come nasce la vicenda delle quote tonno, con interessi enormi, che hanno messo nelle mani di poche imprese quello che doveva essere, invece, un sistema che, regolamentato negli anni, era riuscito a darsi delle regole e a darsi un sistema di sopravvivenza automatico.

In Italia non siamo riusciti a difendere i pescatori, non siamo riusciti a fare le parti di quella gente, che invece è stata perseguitata e vessata proprio dallo Stato e proprio dalle autorità che, invece, dovevano essere quelle a difenderle.

Il settore oggi andrebbe liberalizzato e, invece, si pensa solo a burocratizzarlo. Questa legge è un'ulteriore occasione. Mentre nei Paesi dell'Unione europea si pensa a difendere la propria flotta mercantile e peschereccia, in Italia lo Stato e la rappresentanza di questo, anche con le forze dell'ordine, vengono messi nella condizione di essere percepiti dai pescatori come altro da sé, non come una difesa, ma come una vessazione.

Noi pensiamo che non si può fare una concorrenza normale, quando si pensa che gli Stati frontalieri del Mediterraneo vivono senza alcuna regola all'interno dei nostri mari. E noi, anche quando non andiamo nei loro, rischiamo di essere portati via, rischiamo di essere sequestrati, rischiamo il sequestro della merce e del pescato, con uno Stato che continua ad arrancare, nel cercare di porre rimedio a tutte queste cose.

Questo è un provvedimento, in cui abbiamo trovato liste di proscrizione per chi ha l'hobby della pesca sportiva e ricreativa. È un brutto vecchio sistema, di altri e antichi regimi, quello di fare delle liste di coloro i quali hanno voglia di esercitare una qualsiasi attività. Oggi penso che il mondo va avanti verso la possibilità di sburocratizzare, appunto, la possibilità di non regolamentare e di non iscrivere in registri alcuno. E qui, invece, andiamo verso una strada contraria.

Dopo un ventennio di restrizioni e limitazioni, sono aumentati i costi, è aumentata la tecnologia di controllo che, invece di essere utilizzata come salvezza e salvaguardia del personale che lavora in mare, viene utilizzata, appunto, per perseguire le persone che lavorano in mare. Io spero che anche il sistema delle sanzioni, che abbiamo cercato di ridurre in questa legge e che certamente è stato ridotto, rispetto alla prima estensione del provvedimento, possa essere rivisto e che possa ritrovarsi un equilibrio rispetto a quello che è il danno ambientale eventuale o il beneficio economico, che si può determinare, facendo in qualche modo qualcosa, per la quale è stata data una sanzione.

Oggi, invece, siamo in un sistema che non è più affatto equilibrato, un equilibrio che andava ricercato a prescindere, anche nella certezza di una norma chiara, di poche regole, che doveva semplificare un quadro normativo che regola una attività semplice di per sé, che si era, come dicevo prima, autoregolamentata. Ecco perché abbiamo presentato dei disegni di legge ed ecco perché sono stato costretto a ritirare la firma sull'atto 338, che non a caso recava il titolo “Disposizioni concernenti la disciplina della pesca dei pesci pelagici, nonché in materia di titoli professionali marittimi”, cosa che non è stata assolutamente presa in considerazione, cioè la possibilità di semplificare alcuni passaggi di categoria, le normative strane e pesanti che si trova ad affrontare una persona che vive questo tipo di attività, e l'atto n. 339, recante “Modifica delle disposizioni concernenti i limiti di distanza dalla costa per l'esercizio della pesca marittima”, perché alcune volte noi ci auto-castriamo, bloccando a determinate distanze la nostra flotta peschereccia, mentre gli altri, ovviamente, non facendolo, attivano dei meccanismi per cui possono fruire della risorsa del mare, senza che noi, anche a casa nostra, si possa dire niente. Ecco perché abbiamo immaginato quel tipo di leggi, mettendo le firme del sottoscritto e del gruppo di Forza Italia e abbiamo deciso di ritirarle, essendo quella di oggi una legge completamente diversa, svuotata e riempita di norme vessatorie e ancora una volta di multe contro una categoria di lavoratori che lo Stato approfitta per vessare. Perché divisa? Perché fatta di migliaia e migliaia di piccole imprese di pesca, spesso di una sola persona, che vengono messe nella condizione, quindi, di non trovare una difesa presso le proprie categorie di rappresentanza.

Come fare con le quote tonno lo abbiamo già detto, c'è la possibilità di venderne una parte, una piccola parte da dare dalla circuizione, ma si potrebbe benissimo fare in modo che il resto si dia al palangaro e, nella quota, così come prevista anche dal Governo in questa legge, si possa riallargare, modificandola, la parte della cattura cosiddetta accidentale.

Le associazioni della pesca sportiva, finché hanno potuto, hanno cercato di opporsi a una legge come questa, che non è una legge di regolamentazione vera e che prevede solo le cose che interessano al Governo, e cioè la possibilità di trovare dei fondi attraverso la pesca sportiva per mantenere tutta questa baracca, che, invece, sarebbe potuta essere assolutamente mantenuta con le risorse, come dicevo, che si possono tirare fuori dalle quote.

Abbiamo provato, con i parecchi emendamenti presentati, a raddrizzare questo testo normativo e provare a modificarlo in senso proprio di semplificazione e sburocratizzazione, ma a nulla è servito. Quindi, possiamo soltanto sperare che al Senato si possano trovare le motivazioni per non perdere l'occasione di modificare e migliorare questo testo e di mettere nelle condizioni il settore di vivere semplicemente, così come è automaticamente nato da che mondo è mondo. Con queste considerazioni, annuncio il voto contrario del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Questo testo arriva oggi in Aula dopo un lungo iter, è un iter partito già nel 2013 e che ha visto il testo modificato per tre volte in Comitato ristretto. Quindi è stata un'elaborazione travagliata, che però ha depotenziato la risoluzione di temi cruciali, lo dice anche il titolo: “Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale”. Vero è che il prolungato esame in Commissione ha consentito di migliorare alcune parti, come quella relativa al sistema sanzionatorio, che è stato reso più proporzionato, ma su macro-temi, che tuttora mettono in difficoltà il settore, siamo ancora alla formula: “il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto, dodici o sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per”.

Ed è un peccato, si sono persi quattro anni per demandare, poi, al Governo e ai suoi tavoli che cosa fare sul riordino e la semplificazione della normativa di settore, sulle politiche sociali per la pesca professionale, cosa fare sul pescaturismo e ittiturismo, e in materia di concessioni demaniali e di licenze di pesca.

Dispiace soprattutto perché il settore aspetta una programmazione da tanto, troppo tempo, non sono l'unica, né la prima, a sottolineare quanto il settore sia in difficoltà e penso che sarà importante, perciò, garantire quanto prima la tutela del reddito alla pesca, soprattutto rispetto alla fine della cassa integrazione in deroga. Ricordo all'Aula che il trattamento di cassa integrazione in deroga per i pescatori italiani, i soci delle società armatrici e/o i proprietari delle imbarcazioni da pesca è stato previsto per la prima volta nel 2008 e per la prima volta non sarà previsto nel 2007. La cassa integrazione tutelava il pescatore non solo per la sospensione dell'attività di pesca in caso di condizioni meteomarine avverse, ad esempio, oppure per altri motivi che non fossero imputabili al datore di lavoro, ma soprattutto per il fermo biologico, che è una misura di tutela degli stock ittici, prevista dei regolamenti europei e a carattere ciclico e che, oltretutto, è una misura che va nell'interesse dello stesso pescatore, perché promuove appunto la resilienza degli stock.

Il contesto, invece, ora è esasperante. Ci sono stati continui ritardi, fino anche a ventiquattro mesi, nel pagamento dei fermi pesca. I soci o proprietari delle imbarcazioni, anche se pescatori imbarcati sulle stesse, non sono stati più riconosciuti come aventi diritto alla cassa integrazione e il fondo di solidarietà per il settore della pesca non sembra essere adatto come misura alternativa. Il Governo dovrà emanare il decreto per la riforma del sistema degli interventi compensativi a favore della pesca entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e noi chiediamo, il settore lo chiede, che lo faccia il prima possibile.

All'articolo 13 è presente un'ulteriore delega, e questa delega non ci trova d'accordo, quella sulla pesca non professionale. Il voto contrario a questo articolo nasce dalla richiesta del settore della pesca sportiva e ricreativa di avere una legge dedicata, che regolamenti e aggiorni le disposizioni per l'intero settore. Ricordo all'Aula - lo abbiamo già ricordato anche nel dibattito di questi giorni - che ci sono circa un milione e mezzo, 2 milioni, di persone in Italia che praticano questa attività e che muovono un indotto, che dovrebbe essere attorno ai 2 miliardi di euro.

Ricordo anche che il settore concorda con l'introduzione di una licenza: se ci sono state proteste in precedenza è perché questa legge prevedeva, in un testo precedente, un contributo, non una licenza, che doveva andare ad alimentare il Fondo per lo sviluppo della filiera ittica. Questo ha chiaramente inasprito la tensione già presente tra la pesca non professionale e quella professionale. Penso sarebbe stato meglio prevedere una licenza ed eventualmente prevedere che il pagamento della stessa andasse a sostegno dei controlli da parte della Guardia costiera sulla necessità di aumentare le risorse finanziarie per i controlli. Il MoVimento Cinque Stelle si è speso in più occasioni per tutelare quei pescatori che cercano di portare avanti il proprio lavoro onestamente.

Bene che il Governo abbia preso consapevolezza della problematica dei rifiuti marini, che creano non pochi problemi ai pescatori, assolutamente in primis bisogna migliorare la gestione dei rifiuti urbani alla fonte, chiaramente. Tuttavia, come dicevo ieri, il coinvolgimento dei pescatori nella raccolta dei rifiuti in mare è uno degli strumenti per arrivare alla loro riduzione e loro non possono essere penalizzati per questo, quando, ad ogni calata, oltre al pesce, tirano su rifiuti.

Questo testo rivede - e abbiamo visto anche il dibattito di stamattina - finalmente dopo anni, dopo diverse richieste da parte del settore e del MoVimento 5 Stelle, la distribuzione di quote tonno. Il dibattito si è soffermato su quanto iniqua sia stata la gestione dei coefficienti di ripartizione fino ad ora, coefficienti da sempre al 70 per cento destinati al sistema circuizione. Quindi, sin dal novembre 2014, quando l'ICAAT ha aumentato i contingenti per le parti contraenti, questo Governo non aveva il dovere, anzi non doveva assolutamente trincerarsi dietro al concetto di sostenibilità economica e aveva, invece, il dovere di consentire, anche a chi non aveva quote, di potervi accedere. Capisco che ci siano degli appassionati di burocratese in quest'Aula, però non vorrei che fosse lo stesso caso di quando il Governo ci diceva che non si poteva mettere l'origine del latte sull'etichetta dei prodotti lattiero-caseari, salvo poi trovare che i francesi su questo si erano già mossi prima.

Quindi, tornando al testo, la politica comune della pesca è stata introdotta per la prima volta negli anni Settanta, poi aggiornata negli anni a seguire. L'ultimo aggiornamento è entrato in vigore a gennaio 2014 ed è da un po' di anni che si parla di conservazione degli stock ittici e della necessaria e gestione e programmazione delle flotte pescherecce europee che investono su una risorsa comune. E dispiace, perciò, che il Governo non abbia voluto considerare la parte del nostro emendamento che premeva per una ricerca tecnologica, finalizzata a trovare strumenti più selettivi nell'ottica del rendimento massimo sostenibile. Questo è nel pieno interesse dei pescatori, ripeto.

Chiaramente anche loro in prima linea sanno bene quanto importante è garantire la resilienza degli stock ittici. Posso dire bene per l'esenzione dell'imposta di bollo, peccato per non aver avuto più determinazione, da parte del Governo, per trovare le coperture, ad esempio, anche per l'esenzione della tassa di concessione governativa per le licenze di pesca e gli apparecchi radiotelevisivi. In sostanza, a fronte di pochi miglioramenti, questo testo ancora non risponde alle esigenze di questo settore, che è stato da troppo tempo non considerato e non valorizzato. È per questo che come MoVimento 5 Stelle possiamo soltanto astenerci, relativamente a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il provvedimento in esame la pesca torna al centro dell'azione politica del Parlamento e del Governo. È da 35 anni che non approdava in Aula una proposta di legge interamente dedicata al settore della pesca e dell'acquacoltura, salvo alcuni interventi parziali ed episodici. Anche se in questa legislatura non vi è stata una sola sessione di bilancio in cui siano mancate le risorse per sostenere l'occupazione del settore, per fronteggiare le principali calamità naturali, per garantire il cofinanziamento dei programmi di intervento comunitario, mancava però un provvedimento organico.

La filiera ittica, d'ora in poi, potrà contare su un nuovo strumento normativo per rilanciare l'economia e riannodare le fila di una narrazione che racconta la storia di antiche marinerie, di intere famiglie, di tantissimi pescatori del nostro Paese che, nonostante tutto, continuano a credere, investire e impegnarsi in questo affascinante mestiere. Un mestiere che ha bisogno di guardare avanti con fierezza, con coraggio, e che ha soprattutto bisogno di istituzioni che sappiano dare le giuste risposte ai bisogni e alle aspettative della gente di mare, non perdendo mai di vista né il contesto comunitario né il rapporto con i territori e le rappresentanze. Il risultato che abbiamo raggiunto è un lavoro organico e poliedrico, che, pur dovendo fare i conti con le scarse risorse finanziarie, ha cercato di risolvere le principali questioni con un approccio inclusivo e moderno.

Con il provvedimento in esame la pesca diviene protagonista e guarda al futuro in una prospettiva di lunga durata, non più figlia di un dio minore o addirittura di nessuno. Con il voto di oggi, tutta la filiera si riprende il meritato spazio politico, perché trattasi di un settore capace di generare reddito e occupazione, di fornire al consumatore un prodotto di altissima qualità, indispensabile per un'alimentazione sana ed equilibrata, basti pensare che in Italia sono 180.000 le imprese che operano nell'economia del mare, pari al 3 per cento del totale imprenditoriale nazionale, quasi il doppio del comparto del tessile o il triplo di quello del legno e della carta. Sono iniziative in cui trovano spazio anche i giovani e le donne, visto che una su dieci è guidata da under 35 e ben due su dieci da imprenditrici.

Il settore della filiera ittica è il secondo settore della blueeconomy per numero di imprenditori, e conta più di 33 mila imprese, pari al 18,2 del totale delle imprese dell'economia del mare. Dal punto di vista occupazionale, i quasi 800 mila lavoratori impiegati nel settore rappresentano il 3,3 per cento dell'occupazione complessiva del Paese. Per ogni euro prodotto dal settore, se ne attivano altri 1,9 nel resto dell'economia. Eppure i dati relativa alla pesca professionale ci parlano di un settore profondamente in crisi, che attende dalla politica un progetto ed un investimento importante. Nell'ultimo decennio la flotta da pesca si è pesantemente ridotta, passando dagli oltre 14 mila natanti alle poco più di 12 mila imbarcazioni, con una contrazione complessiva del 16,5 per cento. Negli anni Ottanta, all'epoca dell'ultimo organico intervento legislativo, le imbarcazioni da pesca erano quasi 20 mila e portavano a terra oltre 400 mila tonnellate all'anno di prodotti freschi; oggi si sbarca meno della metà del prodotto. I lavoratori sono poco più di 25 mila, dal 2000 si sono ridotti del 38 per cento. Sono stati persi migliaia di posti di lavoro: troppi lavoratori sono rimasti a casa, senza lavoro, sul lastrico!

I ricavi si sono contratti, negli ultimi dieci anni, del 31 per cento, con una crisi di redditività che ha raggiunto dimensioni estreme per il concomitante aumento dei costi di produzione. Un settore che tutti definiscono importante, strategico, significativo, ma che è stato osteggiato in Europa, trascurato in Italia, abbandonato da molte regioni. Si parla di pesca e si pensa alle troppe direttive, ai divieti assurdi cui sovente deve soccombere, agli obblighi spesso incomprensibili e allo squilibrio cui devono sottostare le nostre marinerie rispetto a quelle non soggette alla politica comune della pesca. Il Partito Democratico è consapevole della crisi che sta attraversando il settore ittico, una crisi che, come tutti dicono, è economica, ambientale e sociale. Ciò nonostante, noi siamo convinti che il mare è un asset importante del nostro Paese. Queste sono le ragioni che ci fanno sentire tutta la responsabilità nell'approvare subito e senza indugio questo provvedimento, sperando che lo stesso possa divenire legge entro la fine della legislatura. La proposta di legge che stiamo per approvare individua gli strumenti più idonei per valorizzare la specificità della nostra pesca e creare le condizioni per la modernizzazione del settore, puntando sulla multifunzionalità delle imprese ittiche.

Il testo prevede quattro deleghe al Governo: una per la riforma degli ammortizzatori sociali, una per il riordino della normativa in materia di concessioni demaniali e di licenza di pesca, una sulla semplificazione ed una sul riordino della pesca non professionale. Se è pur vero, come è stato sottolineato da alcuni colleghi di opposizione, che le stesse richiederanno tempi aggiuntivi per il completamento del progetto, sono convinto che materie molte complesse come quelle richiamate devono trovare una compiuta definizione attraverso la collaborazione con il Governo. Il testo interviene, inoltre, con disposizioni immediatamente operative, definendo i distretti di pesca, prevedendo le modalità di assegnazione degli incrementi annui delle quote di tonno rosso, definendo le modalità di partecipazione ai programmi da parte del mondo della cooperazione e dell'associazionismo e prevedendo l'esenzione dell'imposta di bollo. Nessuna altra tassa è stata prevista! Altro che chiacchiere, qui solo fatti abbiamo fatto! Il Governo sarà chiamato con decreto a definire le modalità di svolgimento dell'attività di pescaturismo e di ittiturismo. Viene riorganizzata la governance della pesca tramite la rinascita della commissione consultiva centrale. Viene infine rivisto il sistema sanzionatorio, che colpisce la pesca illegale e garantisce i pescatori onesti. Infatti, in relazione alle difficoltà manifestate dagli operatori, che hanno lamentato un'eccessiva afflittività delle sanzioni, è stata prevista una deduzione ed una rimodulazione delle stesse, senza in alcun modo intaccare l'impianto complessivo. Per quanto riguarda le sanzioni accessorie, viene previsto che la sospensione della licenza avvenga in caso di recidiva, alla quale può seguire la revoca in caso d'ulteriore successiva violazione.

In conclusione, questa proposta di legge intende ridefinire il modello organizzativo della pesca e dell'acquacoltura, ed ha l'ambizione di definire le priorità del sistema tenendo conto degli impatti sociali, economici ed ambientali. Siamo convinti di aver percorso una tappa importante e nella giusta direzione, quella di dare alla pesca un futuro di grandi opportunità e di renderla un settore realmente strategico, attraverso un giusto connubio tra politiche europee, nazionali e regionali. Il comparto ittico merita un grande progetto di rilancio, un intervento che guardi al futuro e che lo tolga dalle secche dell'immobilismo, un rilancio che non può prescindere dalla sostenibilità del lavoro e dei lavoratori, e che deve puntare su crescita, tutela dei redditi, sicurezza sul lavoro, ammortizzatori sociali stabili, modernizzazione e innovazione. Il PD è convinto che dalla pesca può scaturire una leva forte e significativa di sviluppo per la nostra economia. Noi ci crediamo, vi chiediamo di crederci tutti, perché questo è il futuro della pesca italiana e di tutto il comparto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, solamente per ringraziare tutti coloro che hanno immaginato un disegno di legge di riordino e di rilancio del settore ittico, quindi a tutti i presentatori, ma un grazie particolare al relatore, al Comitato dei nove e alla Commissione agricoltura e a tutti i gruppi parlamentari, perché questo, senza toni particolarmente enfatici, però è un passo significativo importante per il settore ittico.

Quindi, esprimo la mia più ampia soddisfazione e, soprattutto, un grazie particolare per il grande concorso e il contributo di idee che sono venute fuori anche da questo dibattito parlamentare molto articolato, ma anche molto incisivo e, soprattutto, molto impegnativo nei tempi di esecuzione anche per il Governo. Quindi, veramente un grazie, un grazie soprattutto a tutti i colleghi, perché stiamo per votare un provvedimento importante per il nostro Paese.

LUCA SANI, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA SANI, Presidente della XIII Commissione. Presidente, brevemente, anch'io mi associo ai ringraziamenti del sottosegretario al relatore e ai colleghi. La Commissione, come ho avuto modo di dire nella discussione sulle linee generali, ha portato avanti un lungo iter, e la complessità del provvedimento è emersa anche durante il dibattito di questa mattina. Andiamo a toccare i punti più fondamentali del settore e del comparto della pesca, che vanno, appunto, dalla pesca professionale alla sportiva; cerchiamo di mettere norme ulteriori a contrasto del bracconaggio. Penso che il lavoro che abbiamo fatto, anche grazie agli uffici della Commissione e del Governo, sia un lavoro utile per rilanciare un settore che è in crisi e che, invece, può rappresentare un volano importante per la nostra economia.

(Coordinamento formale - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 338-339-521-1124-4419-4421-A:

"Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale".

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Interventi di fine seduta.

DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego i colleghi di uscire in silenzio, per quanto possibile.

DONATELLA DURANTI. Presidente, per chiedere, tramite la Presidenza, che il Mise risponda al più presto alla richiesta delle organizzazioni sindacali dell'Ilva di Taranto di convocare un incontro urgente sulla gestione della cassa integrazione straordinaria.

Ricordo che è vigente un accordo tra le parti, firmato presso il Mise, per la convocazione trimestrale delle organizzazioni sindacali sull'assetto produttivo e sull'andamento della cassa integrazione straordinaria. Chiedo, quindi, che il Ministro lo rispetti e garantisca al sindacato di svolgere il proprio ruolo, tanto più essenziale in questa fase in cui - lo voglio ricordare - la normativa per il trasferimento degli assetti industriali dell'Ilva ad Am Investco prevede che la trattativa con i sindacati e il suo esito siano un adempimento essenziale.

In quello stabilimento è diffuso un perdurante clima di incertezza, che, a mio giudizio, non è più tollerabile, e il Governo, anche a cominciare dall'accoglimento della richiesta di questo incontro, deve dare risposte immediate.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, la prossima settimana, il seguito dell'esame delle proposte di legge recanti “Disposizioni in materia di cannabis” sarà iscritto all'ordine del giorno dell'Assemblea a partire da giovedì 28 settembre e non da martedì 26 settembre, come invece previsto dal vigente calendario dei lavori. Ciò in accoglimento della richiesta avanzata, con lettera del 14 settembre 2017, dalla presidente della Commissione giustizia, anche a nome del presidente della Commissione affari sociali.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 22 settembre 2017, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 13,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 i deputati Pagano e Monchiero hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 1 e 2 la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 6 la deputata Coccia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 9 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 9 il deputato Zaccagnini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 11 i deputati Pesco, Miccoli e Rampi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 12 e 13 la deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 14 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 14 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 15 la deputata Binetti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 17 il deputato Barbanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 19 il deputato Dell'Aringa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 31 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 34 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 35 alla n.38 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 38 il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 41 i deputati Famiglietti, Scuvera e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale TU pdl 338 e abb.-A - em. 14.1 307 307 0 154 127 180 116 Resp.
2 Nominale articolo 14 313 252 61 127 216 36 116 Appr.
3 Nominale em. 15.3 324 234 90 118 43 191 116 Resp.
4 Nominale em. 15.2 329 239 90 120 46 193 114 Resp.
5 Nominale em. 15.4 327 291 36 146 96 195 114 Resp.
6 Nominale em. 15.1 338 301 37 151 46 255 114 Resp.
7 Nominale articolo 15 340 330 10 166 293 37 114 Appr.
8 Nominale em. 16.1 338 291 47 146 234 57 114 Appr.
9 Nominale em. 16.6 345 308 37 155 306 2 114 Appr.
10 Nominale em. 16.3 344 316 28 159 109 207 113 Resp.
11 Nominale articolo 16 347 339 8 170 295 44 112 Appr.
12 Nominale em. 17.3 345 302 43 152 97 205 112 Resp.
13 Nominale em. 17.4 340 268 72 135 69 199 112 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 17.5 332 252 80 127 59 193 112 Resp.
15 Nominale em. 17.1 348 261 87 131 58 203 111 Resp.
16 Nominale em. 17.6 358 273 85 137 60 213 111 Resp.
17 Nominale em. 17.8 360 280 80 141 67 213 111 Resp.
18 Nominale em. 17.9 363 277 86 139 58 219 111 Resp.
19 Nominale em. 17.10 347 262 85 132 54 208 111 Resp.
20 Nominale em. 17.11 349 265 84 133 52 213 111 Resp.
21 Nominale em. 17.13 356 323 33 162 47 276 111 Resp.
22 Nominale em. 17.15 354 319 35 160 61 258 111 Resp.
23 Nominale em. 17.16 358 277 81 139 59 218 111 Resp.
24 Nominale em. 17.17 356 273 83 137 56 217 111 Resp.
25 Nominale em. 17.19 351 270 81 136 55 215 111 Resp.
26 Nominale em. 17.20 357 308 49 155 94 214 111 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 17.22 354 333 21 167 122 211 111 Resp.
28 Nominale em. 17.23 350 300 50 151 91 209 111 Resp.
29 Nominale em. 17.2 355 349 6 175 138 211 111 Resp.
30 Nominale em. 17.25 359 309 50 155 94 215 111 Resp.
31 Nominale articolo 17 355 348 7 175 301 47 111 Appr.
32 Nominale art. agg. 17.01 350 300 50 151 89 211 111 Resp.
33 Nominale art. agg. 17.02 340 291 49 146 86 205 111 Resp.
34 Nominale art. agg. 17.03, 17.06 rif. 346 299 47 150 296 3 111 Appr.
35 Nominale art. agg. 17.04 340 293 47 147 88 205 111 Resp.
36 Nominale art. agg. 17.05 343 297 46 149 90 207 111 Resp.
37 Nominale articolo 18 348 340 8 171 297 43 111 Appr.
38 Nominale articolo 19 346 345 1 173 301 44 111 Appr.
39 Nominale odg 9/338 e abb.-A/19 310 308 2 155 130 178 111 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/338 e abb.-A/21 323 321 2 161 130 191 111 Resp.
41 Nominale TU pdl 338 e abb.-A - voto finale 289 225 64 113 212 13 107 Appr.