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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 854 di mercoledì 20 settembre 2017

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GIULIO CESARE SOTTANELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alli, Amici, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Carbone, Dambruoso, Dellai, Garofani, Laforgia, Locatelli, Losacco, Lotti, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Nicoletti, Pes, Piepoli, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Domenico Rossi, Sanga, Schullian, Tabacci, Simone Valente, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione della proposta di legge: Ermini ed altri: Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, concernenti i delitti di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili e di circonvenzione di persona incapace (A.C. 4130-A); e delle abbinate proposte di legge: Cirielli; Fucci; Caparini ed altri; Ferraresi ed altri (A.C. 40-257-407-4362).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 4130-A: Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, concernenti i delitti di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili e di circonvenzione di persona incapace; e delle abbinate proposte di legge nn. 40-257-407-4362.

Ricordo che nella seduta del 24 luglio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore, onorevole Ermini, ad esprimere il parere della Commissione.

Articolo premissivo 01.020 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamenti identici 1.1 Sannicandro, 1.20 Andrea Maestri e 1.30 Sisto.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.2 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.21 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamenti identici 1.22 Ferraresi e 1.32 Sisto.

DAVID ERMINI, Relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.23 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.31 Sisto.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.24 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.50 della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.33 Sisto.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.25 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.27 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.26 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.51 della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.29 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.34 Sisto.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.28 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Grazie. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, signora Presidente. Il Governo esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario Migliore. Passiamo all'esame degli emendamenti.

Il primo in discussione è l'articolo premissivo 01.020 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi proponiamo una diversa versione del testo e cerchiamo di dare la nostra idea sul tema, che è un'idea complessa, ma sicuramente, dal nostro punto di vista, più efficace. Si va a potenziare la truffa nella sua complessità, perché è un fenomeno che è assolutamente delicato e attuale, ma lo si fa senza andare, come abbiamo già visto in altre occasioni, a sovrapporre qualcosa di nuovo all'attuale normativa e quindi a creare, a ingenerare, nuova confusione in merito all'applicazione della legge che dovranno fare i giudici in merito alla sua interpretazione. Noi proponiamo appunto un potenziamento della truffa, inserendo sanzioni adeguate, sia sanzioni pecuniarie sia sanzioni della reclusione, e poi andiamo a inserire alcune aggravanti, che erano nell'idea originaria, e andiamo anche a disciplinare le circostanze, e quindi ad escludere un'equiparazione delle circostanze. Inoltre, andiamo a mettere un'aggravante sempre per strumenti informatici o telematici che hanno un certo livello di insidiosità e andiamo a modificare, conseguentemente, la circonvenzione di incapace, che è un fenomeno assolutamente più grave, e quindi deve essere punito maggiormente anche con livelli di pena minimi e massimi maggiori, perché è ovvio che, se non si vanno a toccare in modo deciso i minimi, ma anche i massimi in questo senso, per adeguarli al reato di truffa, si commette secondo noi un piccolo errore di valutazione. Ovviamente, noi siamo convinti che sul tema ci sia una direzione giusta, una direzione che è stata affrontata dal MoVimento 5 Stelle in modo costruttivo in Commissione.

Ci sono state delle audizioni: queste audizioni hanno confermato in due volte, quindi in due richieste che la Commissione ha fatto, un parere favorevole a maggioranza di esperti, professori e avvocati, per quanto riguarda questa proposta di legge, la proposta Ferraresi, che va nella direzione di un potenziamento della truffa già esistente e non nella creazione di un ulteriore reato, che creerà solo caos e sovrapposizione, al momento inutile. Quindi, se si vuole fare un lavoro più pulito, sicuramente si dovrà andare in questa direzione, questo è quanto espresso dall'Unione camere penali, dal professor Padovani e dal professor Piva. Anche gli altri professori, se in maniera più gradata, hanno comunque fatto capire che un testo più pulito in questo senso andrebbe sicuramente meglio che un nuovo reato di frode, che andrebbe a creare solo caos.

Voglio anche dire che c'è stato un miglioramento, e questo lo devo ammettere; ovviamente, si è passati da una truffa aggravata per i maggiori di 65 anni a un testo che prevede sanzioni in modo gradato per persone vulnerabili. Questo, ovviamente, ci fa piacere, perché il numero 65 era un numero assolutamente che non poteva essere da noi preso in considerazione come un buon testo, però questo non vuol dire che non si possa migliorare ulteriormente. Quindi, questa è la nostra proposta sostitutiva; la proponiamo all'Aula, la proponiamo al relatore, convinti anche delle nostre posizioni per il fatto che ci sono stati commenti molto positivi su questo testo, e quindi crediamo che, per votare una legge tutti insieme, perché questo è sicuramente possibile farlo, si possa migliorarla ancora di più, e quindi procedere con questo emendamento a mia prima firma, che sottopongo all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente ed egregi colleghi, l'emendamento del MoVimento 5 Stelle, del collega, in particolare, Ferraresi, ha un pregio indubbiamente: il pregio è quello di evitare di implementare di ulteriori reati, di ulteriori figure criminose, il codice penale. Praticamente, che cosa si propone? Prendendo per buona l'esigenza che ha spinto i proponenti a redigere questa proposta di legge, essa dice: va bene, veniamo incontro a quello che voi dite, però stiamo nell'alveo del codice penale, e in questo caso del reato di truffa così come è scritto nel codice penale, che è abbastanza esaustivo per colpire alcune attività criminose.

Sostanzialmente, è un impianto del tutto diverso da quello che, alla fine, ha proposto la Commissione, o meglio, la maggioranza della Commissione, perché la maggioranza della Commissione propone di introdurre nel nostro codice penale un'ulteriore forma di reato. Abbiamo già la truffa, che protegge gli anziani, per quanto spiegheremo successivamente, già abbondantemente, abbiamo il reato di circonvenzione di incapace, che soccorre per le ipotesi in cui la truffa non coprisse tutte le ipotesi criminose, e, attualmente, la Commissione propone una terza forma di reato: la frode patrimoniale, che è, poi, abbastanza fraudolento, secondo me, già il testo, cioè alla parola “truffa” sostituisce la parola “frode patrimoniale” e alla parola “anziano” o “ultrasessantacinquenne”, come nel testo originario, propone di sostituire “persone vulnerabili in ragione dell'età”.

Quindi, stiamo veramente ad un gioco, visto che siamo in tema, di una frode lessicale per sostanzialmente aumentare le forme di reato. Ora, noi ci asterremo su questo emendamento perché c'è un punto dove è scritto che le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dall'articolo 98, concorrenti con le aggravanti di cui al secondo comma, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alle predette aggravanti. Praticamente, siamo ormai sulla stessa lunghezza d'onda di altri provvedimenti: ad un certo punto, si cerca in qualche modo sempre di neutralizzare un'eventuale decisione del giudice che tenesse conto del caso concreto e vogliamo porre praticamente dei paletti.

È una moda, la chiamo così, che è stata introdotta, credo abbondantemente, in questa legislatura e che contraddice abbondantemente anni di giurisprudenza e di dibattiti dottrinali intesi a consentire al giudice di applicare, senza automatismi, la norma al caso concreto. In fin dei conti, noi viviamo una sorta di stagione schizofrenica, perché, da un lato, introduciamo le condotte riparatorie per estinguere i reati e, dall'altro lato, invece, di fronte a un fenomeno qualsiasi, come in questo caso, come vedremo, si aumentano le pene senza alcuna motivazione, anzi, in modo distorto. Le pene, come vedremo, che vengono aumentate, non vengono aumentate perché il reato, ad un certo punto, si palesa più grave, ma per raggiungere altri fini, cioè la possibilità dell'arresto in flagranza, la custodia cautelare, le intercettazioni telefoniche. Quindi, siamo proprio fuori dalla Costituzione, che dice che la pena deve essere adeguata al fatto commesso e che, tra l'altro, deve tendere anche alla rieducazione del condannato, e non certo essere strumentalizzata per poter arrivare a quegli altri scopi processuali di cui ho parlato prima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Leggendo questo provvedimento, si ha l'impressione che il primo soggetto a versare in situazione di vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata sia lo stesso legislatore, perché si introduce una norma penale di cui francamente non si sentiva la necessità, una norma che rischia di creare situazioni di conflitti fra norme, una norma che, invece di dialogare con le fattispecie già esistenti della circonvenzione di incapace e della truffa aggravata dalla minorata difesa, fa a cazzotti con queste due fattispecie. C'è già abbondante giurisprudenza anche sull'applicazione delle due fattispecie della truffa aggravata e della circonvenzione di incapace; francamente, non si sentiva il bisogno di introdurre la frode patrimoniale così congegnata. L'emendamento Ferraresi diciamo che, in qualche modo, limita il danno e va nella direzione auspicata anche da molti di coloro che sono stati auditi in Commissione giustizia.

Quindi, su questo emendamento esprimeremo un voto di astensione, sottolineando sin da ora che questo provvedimento si iscrive a pieno titolo nel manifesto del populismo penale dal quale noi vogliamo stare assolutamente lontani, perché siamo fedeli ad alcune delle regole auree che devono governare questa materia: quelle della tassatività, del principio di necessaria offensività e dell'utilizzo della sanzione penale come extrema ratio. Per tutte queste ragioni, esprimeremo sull'emendamento Ferraresi un voto di astensione e torneremo a discutere di questo provvedimento nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Presidente, noi voteremo contro questo emendamento perché riteniamo che il provvedimento nel suo complesso debba rapidamente essere approvato. La Commissione ha lavorato molto e, secondo me, nel complesso ha lavorato bene. Personalmente, già nella scorsa legislatura avevo, con una proposta di legge, informato e recepito il pericolo emergente che i cittadini sulla loro pelle già stanno pagando, quello di una recrudescenza delle truffe o, comunque, degli inganni ai danni degli anziani.

Fratelli d'Italia, lo ricordo, è stato il primo gruppo che, con una mia proposta di legge, ha presentato il problema all'inizio della nuova legislatura. Chiaramente, come ho detto già in molte circostanze, noi siamo un'opposizione patriottica e quindi, se la maggioranza fa cose fatte bene, non è che noi le contrastiamo. Pertanto dobbiamo dare atto al deputato Ermini e al PD di avere avuto la sensibilità di presentare una loro proposta che è diversa dalla nostra. Peraltro la proposta inizialmente aveva pene anche più lievi e ringrazio anzi la Commissione e il collega Ermini che hanno anche tenuto presente la necessità che proveniva da Fratelli d'Italia di aumentare le pene per i raggiri degli anziani. La scelta di introdurre un nuovo reato può essere, dal punto di vista della tecnica legislativa più o meno discussa insomma. Apprezzo anche l'iniziativa dal punto di vista tecnico dei 5 Stelle così come qualche suggerimento che viene dal collega Sannicandro. Nel complesso tuttavia non possiamo accettare il clima del “volemosebene” rispetto alla repressione dei reati: l'idea stessa insomma di parlare di populismo penale, come fa certa sinistra, è significativo del fatto che vivono al di fuori del mondo, non si rendono conto che gli italiani soffrono perché ci sono prepotenti e violenti che approfittano di loro o della loro debolezza o del loro perbenismo o dell'incapacità dello Stato di difendere. Quindi ben vengano tali proposte. Voglio segnalare che la parte dell'emendamento che aveva proposto il collega Ferraresi, cioè che nel giudizio di equivalenza e prevalenza non si desse lo stesso peso complessivo alle circostanze attenuanti, penso che era anche una proposta da recepire ma nel complesso c'è un innalzamento delle pene adeguato e sicuramente un'inversione di tendenza. È una delle poche proposte di legge in materia penale positive che la sinistra e il centrosinistra, spesso anche con i voti dei 5 Stelle e di qualche collega di centrodestra, ha fatto durante la legislatura in corso e mi riferisco agli “svuota carcere” e a quant'altre diavolerie che sicuramente hanno indebolito la difesa dei cittadini perbene e in condizioni di minorità rispetto a un'aggressività sempre maggiore e crescente della delinquenza italiana e purtroppo anche delinquenza di importazione straniera la cui responsabilità chiaramente da questo punto di vista, lo ribadiamo, è tutta nella sinistra, nel Pd e qualche volta anche con la complicità di altri settori del Parlamento compresi i 5 Stelle. Perciò noi votiamo “no” a questo emendamento e vogliamo una rapida approvazione del provvedimento complessivo invece in questa giornata che porti all'introduzione in questo caso di un nuovo reato e comunque a un inasprimento delle pene per i delinquenti che approfittano degli anziani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signora Presidentessa. La mia opinione sul testo è che la proposta di legge non sia emendabile perché sbagliata in radice. Innanzitutto l'espressione “in ragione dell'età avanzata” stride prepotentemente contro i principi di certezza del diritto che vogliono che tutte le norme, specialmente quelle penali incriminatrici, siano dettagliate e precise. Ma la cosa più sconcertante è che qui si tutela soltanto un'età avanzata di cui non si precisano i limiti e si trascura che situazioni di vulnerabilità psico-fisica possono sussistere anche indipendentemente dall'età avanzata per ragioni cioè di malattie fisiche o psico-fisiche.

Dunque, pur essendo d'accordo con il collega Sannicandro che è inutile e forse dannoso aumentare le fattispecie penali e in parte anche con il collega Ferraresi che sostiene da possibilità di emendare l'articolo 640 piuttosto che introdurre una nuova fattispecie, l'unico modo per dare un minimo di correttezza e di ragione al testo è togliere in radice l'espressione “in ragione dell'età avanzata”: non c'entra nulla la limitazione dell'età avanzata che, ripeto, rimane un'ipotesi talmente generica da non consentire un'interpretazione corretta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, soltanto per annunciare che il Parlamento è stato capace di bloccare la pubblicazione di codici penali di tutte le case editrici perché ovviamente ogni settimana, essendoci una norma nuova, è chiaro che sono paralizzate le pubblicazioni. Stiamo arrivando alla follia di rimpinzare il codice penale di norme assolutamente inutili, superflue soltanto dal sapore del consenso politico-elettorale in quanto molte di queste norme sono già previste e punite nell'ambito del codice. Allora il punto è il seguente: vogliamo fare del codice penale un terreno di scorribande del consenso politico? Bene, Presidente, interverrò successivamente ma è evidente che, con questo andazzo, non è possibile condividere interventi di tal genere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento premissivo 01.020 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo agli identici emendamenti 1.1 Sannicandro, 1.20 Andrea Maestri e 1.30 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Con l'emendamento in esame proponiamo di sopprimere l'articolo 1 ma in effetti abbiamo altri emendamenti con i quali chiediamo di sopprimere l'intera proposta di legge perché, come è stato già sottolineato, è una legge inutile. Ora vediamo un po' chi ha sancito la inutilità della proposta di legge. La inutilità è stata sancita innanzitutto dal relatore perché la proposta di legge del relatore e di altri aveva il seguente titolo: “Truffa in danno degli ultrasessantacinquenni”. Le audizioni e il dibattito informale hanno alla fine convinto i proponenti che proporre un reato di truffa aggravato solo per il fatto che la vittima avesse 65 anni e più era una proposta che non stava in piedi perché, come è stato poc'anzi detto, a 65, 60, 70 anni normalmente si ha maggiore esperienza e, se la salute accompagna, abbiamo reggitor dei mondi come Napolitano che è stato lì fino a 92 anni. Invece, secondo la proposta di legge, lui per legge diventava soggetto debole e non soltanto Napolitano ma anche parecchi di noi che stanno qua dentro e che facciamo i legislatori.

Di fronte alle obiezioni tecniche dei professori universitari e dei magistrati, allora i proponenti cambiano la legge, che non è più truffa in danno di persone vulnerabili per ragioni di età, la cambiano in frode in danno di soggetti vulnerabili e circonvenzione di incapace, sparisce la parola ultrasessantacinquenni, quindi alla parola truffa si sostituisce frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili, cioè non più anziani ultrasessantacinquenni, ma soggetti vulnerabili. È ovvio che quando si comincia a parlare di soggetti vulnerabili per l'età valgono tutte le obiezioni che ha fatto poc'anzi l'onorevole Longo.

Ora ovviamente poi è cambiato anche il contenuto, perché non poteva ammettersi che 20, 30 deputati fanno una proposta di legge, poi alla fine si rendono conto che non si reggeva in piedi e siccome il decoro e l'onore dei proponenti non poteva essere messo sotto i piedi, cambiamo la legge. E viene fuori che cosa? Viene fuori un mostro giuridico, io dico, perché da un lato si prende qualcosa dalla truffa, dall'altro lato si prende qualcosa dalla circonvenzione di incapace e si fa qualcosa che ha tre teste: truffa, circonvenzione di incapace e frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili. Questo è il quadro e non vorrei stare nei panni dei magistrati. In Commissione ho visto che si è cercato di aggiustare alla meno peggio questo pasticcio, questo modo di procedere, che poi richiama un po' quanto abbiamo fatto in materia di legittima difesa, non ce lo scordiamo, che abbiamo fatto ridere tutta l'Italia.

Qui ovviamente si poteva far ridere ugualmente tutta l'Italia, perché è ovvio che la legge la fanno gli ultrasessantacinquenni normalmente, soprattutto al Senato, e quindi autodefinirsi soggetti vulnerabili sol per ciò, per l'età anagrafica, era un fatto veramente grave.

Ma guardate, che la legge sia inutile non è che lo dice il modesto deputato quale sono io; vi leggo il resoconto di un'audizione, quella più netta e chiara, e dice: le diverse proposte di legge mirano a inasprire il trattamento sanzionatorio nei confronti degli autori di truffe a danno di anziani, attraverso la previsione di nuove fattispecie ad hoc, eccetera, eccetera. Per comprendere l'esatta portata dell'intervento normativo deve preliminarmente osservarsi che ad oggi è già previsto un sistema di circostanze tipicamente riferibili alle truffe a danno di anziani, in particolare: innanzitutto che cos'è la truffa? Chiunque con artifizi e raggiri, inducendo altri in errore, procura a sé o ad altri un vantaggio, eccetera, eccetera.

Ora in particolare l'avere approfittato di circostanze di persona, anche in riferimento all'età, dice proprio il codice, tali da ostacolare la privata difesa (articolo 61, n. 5): ciò costituisce, a seguito delle modifiche apportate da una legge del 2009, una circostanza aggravante ad effetto speciale in virtù della quale la pena, per il delitto di truffa, risulta rideterminata nella reclusione da uno a cinque anni. Non solo, ma in tal modo si consente anche l'applicazione della misura cautelare in carcere, ai sensi dell'articolo 274, dice un penalista…

PRESIDENTE. Deve concludere onorevole.

ARCANGELO SANNICANDRO. Ho già esaurito il tempo? Va bene, parleremo a rate. Proprio esaurito?

PRESIDENTE. Eh sì, è oltre di 15 secondi..

ARCANGELO SANNICANDRO. Va bene, mi prenoto per il prossimo…

PRESIDENTE. Grazie onorevole Sannicandro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente, faremo una sorta di staffetta con l'onorevole Sannicandro per cercare di completare il ragionamento. Effettivamente questa è una norma che fa la faccia cattiva con condotte odiose, promettendo però una risposta punitiva che non può essere mantenuta, perché, come diceva bene il collega Sannicandro, già esistono gli strumenti giuridici, all'interno del codice penale, per perseguire e sanzionare condotte odiose nei confronti degli anziani: c'è la circonvenzione di incapace, c'è la truffa aggravata. L'introduzione di una nuova fattispecie penale rischia di incagliare il meccanismo, di renderlo addirittura meno efficace nel perseguire questo tipo di reati, perché è una fattispecie indeterminata, che viola tutti i princìpi più sacri del diritto penale: la tassatività, la necessaria offensività, la determinatezza, la certezza della pena.

Ora queste sono le ragioni, in estrema sintesi, che ci inducono a proporre un emendamento soppressivo. Ovviamente su ulteriori ragioni torneremo a dialogare nel prosieguo della discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, alla tematica del diritto penale del consenso, del panpenalismo, che in qualche modo dovrebbe servire a rendere il sistema penale più efficace, di un sistema penale obeso, che viene costantemente rifocillato con tutto quello che è possibile, per poter mostrare muscoli sostanzialmente vuoti, si aggiungono dei problemi, a mio avviso, di carattere - come posso dire - patologico, dal punto di vista dello spirito del legislatore. Qui c'è un disegno, nell'ambito della proposizione delle norme penali incriminatrici, ma anche di un rito penale che, vedremo nei prossimi giorni, addirittura tende a scardinare il principio del doppio binario, che ha retto il nostro Paese, quello fra reati comuni e reati di mafia, in modo non esito a dire barbaro, c'è un problema secondo me di psicopatologia legislativa, cioè vi è una bulimia, una necessità, per taluni, di proporre in continuazione norme penali, come se proporre norme penali significasse riconoscere persone, situazioni, provenienze, cioè fare norme penali è diventata una sorta di sport ai limiti della caratteropatia legislativa.

Allora, chiedo all'Aula, ma con molto garbo: frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili? Che cos'è la frode patrimoniale? Signori, è una truffa e il reato di truffa è già compreso nel nostro codice ed è compreso con aggravanti che consentono perfettamente di rivestire questa fattispecie. E se non è un reato di danno, ma è un atto di cominciamento, diceva qualcuno, o comunque non compiuto, siamo di fronte al tentativo, che è perfettamente previsto nel nostro codice.

Allora, mi chiedo e vi chiedo: che bisogno c'è di creare con delle fattispecie non indeterminate, di più, inutili superfetazioni giudiziarie, problemi agli utenti, alle condotte, ai magistrati, ai pubblici ministeri, rimpinzare il processo di nuove casistiche?

Addirittura qui c'è un problema di concorso col 643-bis, ove non c'è neanche la clausola di sussidiarietà, salvo che il fatto costituisca più grave reato, cioè siamo di fronte ad un nanismo nella formulazione delle fattispecie incriminatrici non preoccupante, di più, e io mi chiedo come si possa rimanere inerti e mi meraviglio del Governo, che ratifica questi tentativi senza dire: ma scusate, che stiamo facendo? Basta, basta scrivere norme penali, basta. Diceva Franco Coppi in un memorabile intervento a Varese, nel 1980, che l'unica riforma che delle volte bisogna introdurre è che è vietato fare riforme, vietato scrivere ulteriori norme. Un codice penale che scoppia di leggi scritte nel codice, di normative speciali, di normative parapenali come la n. 231, un sistema in cui sapere dalla norma vigente quale comportamento sia penalmente sanzionato è impossibile. E noi che facciamo? Ci inventiamo il dettaglio, il rivolo, la marchettina di carattere comportamentale e la trasformiamo in norma penale. Presidente, io credo che l'Aula debba riflettere.

Non possiamo far finta di niente e votare ciecamente, indipendentemente dai contenuti. Noi vi chiediamo di sopprimere questa norma, ma non perché non meriti la tutela, figuratevi se qualcuno può pensare che non c'è bisogno di tutelare i soggetti vulnerabili - quali siano, non si capisce da questa norma - ma certo è già prevista questa tutela.

Allora, se qualcuno vuole intervenire, Presidente, intervenga in altro modo, ma non certamente scrivendo una nuova fattispecie, che creerà nuovi problemi e se mi consentite indurrà a stampare ancora nuovi codici e nuovi articoli. Noi voteremo a favore di questo emendamento convintamente, non per questa norma in particolare, ma per la tecnica assolutamente inaccettabile di proposizione di queste fattispecie incriminatrici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, è una mera discussione a livello tecnico e vorrei sottoporre alcuni appunti a livello giuridico. Il primo: la norma, sul versante oggettivo della qualificazione dell'atto, sotto forma di dare o promettere denaro, beni o altra utilità, non prevede anche il facere, che sarebbe una condotta secondo me in questo momento da punire. Sul versante soggettivo, dà l'esigenza di provare la sussistenza del dolo che postula consapevolezza circa le condizioni della vittima, ovviamente: perché anche questo può creare un notevole problema, soprattutto per l'applicazione poi processuale della norma. E poi, ancora: sul piano della determinatezza, la fattispecie presenta i soliti limiti del ricorso all'espressione “mezzi fraudolenti”, peraltro esclusivamente connotati dall'idoneità, neppure concreta come ad esempio ex articolo 185 del decreto legislativo n. 58 del 1998 sull'autoriciclaggio. Questa consapevolezza ovviamente trae in inganno, senza ulteriore indicazione di stampo definitorio: vuol dire che in questo senso noi avremo tra l'altro anche una indeterminatezza, e quindi una confusione sull'applicazione della norma stessa, che dovrà essere risolta ovviamente dai giudici.

Poi, nonostante il titolo di frode patrimoniale, la fattispecie testualmente non richiede, a differenza del modello tipicamente truffaldino, la verificazione di un danno o comunque il compimento di un atto che importi qualsiasi effetto giuridico dannoso. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che, se il dare, se il promettere fa derivare un vantaggio alla persona senza un danno, gli fa derivare un vantaggio, verrà punito comunque! Cioè, mi immagino una persona, magari anche vicina alla persona anziana, una persona che magari è amica o un parente, che compie questo tipo di fatto, ma da questo fatto non ne deriva un danno per la persona anziana, ne deriva invece un vantaggio per la persona anziana, cioè aumenta il patrimonio: un comportamento che sembra truffaldino, ma è a fin di bene per aumentare il patrimonio, è punito lo stesso! È punito lo stesso! Basta leggere la norma, collega Ermini: io glielo faccio questo appunto, poi insomma, dopo valutate voi. In modo molto molto sommesso, non voglio… Però mi sembra che punire anche una persona che non abbia cagionato un danno, secondo me andrebbe meglio specificato, ecco, tutto qui.

Poi, Presidente, un'altra cosa: io dico anche che, dal mio punto di vista, mettere dei canoni così tassativi non è un bel servizio, perché ovviamente non ci sono solo le persone vulnerabili anziane, ci sono anche le persone vulnerabili che dall'altro punto di vista sono magari persone non incapaci di intendere e di volere, non persone incapaci, ma persone magari vulnerabili da altri punti di vista, come donne incinte o persone magari anche di un'età che non è avanzata, anzi è assolutamente a livello di mancanza di maturità, ma che comunque sono più vulnerabili.

E anche una censura mi viene da muovere sul fatto che questa frode sia applicabile solo in determinati luoghi. Cioè, la fattispecie si applica esclusivamente in luoghi di privata dimora, all'interno e in prossimità di uffici postali (poi si vedrà, anche di uffici commerciali), istituti di credito, luoghi di cura o di ritrovo di persone anziane; per tutto il resto la norma non si applica. Oppure anche case di riposo, simulando un'offerta commerciale: insomma, ci sono dei casi tassativamente previsti; per tutto il resto rimane la normativa attuale, che secondo noi non è sufficiente. Andava valutata l'intera normativa già esistente, potenziata quella per tutti, con speciale riferimento, e quindi con alcune aggravanti specifiche, a determinate situazioni; ma qui, non ponendo un'aggravante per queste situazioni, vuol dire che se non c'è la presenza in questi luoghi la norma non si applica, e questo secondo noi è un deficit bello e buono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Presidente, l'aggravante dell'articolo 61, comma 5, del codice penale già completa tutto quello che con questa legge si vuol dire. Anzi, questa legge fa del peggio: primo, perché aggrava il sistema; secondo, perché dà il modo a noi avvocati di ciurlare nel manico quanto ci pare fra le due norme, e va a finire che invece di far condannare la gente la si fa assolvere. Il terzo punto - e questo glielo dice uno che ha la toga da 47 anni, quindi so quello che dico - che ha veramente del ridicolo, è che invece di porre le norme come facevano le grida manzoniane, bisognerebbe pensare che il 98,4 per cento delle truffe rimangono impunite. Quindi potete dare loro anche l'ergastolo, non li pigliate: è inutile approvare leggi inutili!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Sannicandro, 1.20 Andrea Maestri e 1.30 Sisto.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.2 Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, questa è un'altra proposta meno completa, ma che è graduata e va nella direzione di cercare di porre una norma veramente efficace, che risponda alle esigenze di contrastare il fenomeno truffa nel nostro Paese, ma che non lo faccia in modo limitato, solo per una categoria di persone ovviamente che va tutelata, ma che non può essere la sola che dev'essere presa in considerazione. Tra l'altro in questo modo la norma non è neanche specifica, come ho detto prima: non c'è il facere, non c'è il danno della persona offesa; quindi anche in casi in cui ci sia un beneficio, il soggetto sarà comunque punito. E questo succede, succede soprattutto nelle famiglie in cui ci sono persone anziane, in cui si agisce per il proprio bene, per il bene della persona per questioni di livello patrimoniale, e quindi non possono essere messe in crisi anche queste azioni che mirano al bene della persona vulnerabile. Semmai si dovranno punire, anche maggiormente e su questo noi siamo d'accordo, le condotte che mirano ad un danno alla persona anziana, e questo ovviamente è una cosa da inserire.

Noi facciamo questa proposta: teniamo il reato di truffa all'articolo 640, che prevede un ingiusto profitto con altrui danno, perché è solo con questa formulazione che si può punire, e aumentiamo le sanzioni, poniamo una pena base poi aumentiamo le sanzioni pecuniarie e le sanzioni della reclusione in base anche ad alcune caratteristiche che noi inseriamo; in questo modo si riesce ad arrivare anche ad un'azione, per quanto riguarda l'azione della magistratura, che può provvedere anche con le intercettazioni, con altri strumenti. Se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico col pretesto di far esonerare taluno…, ciò è già inserito; se il fatto è commesso, ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario…, se il fatto è commesso in presenza delle circostanze di cui all'articolo 61, commi 5, 7, 9, 11…

Ecco, tutte le valutazioni riguardo gli inserimenti dei luoghi previsti nella “norma Ermini” sono già presenti in queste aggravanti. Quindi, pubblici uffici, parliamo di situazioni di minorata difesa, parliamo di situazioni di privata dimora, sono già inseriti nell'aggravante. Ma attenzione, non è che se non ci sono i presupposti dell'aggravante la norma decade come la frode patrimoniale della proposta che stiamo discutendo, la proposta rimane in piedi, ha un'altra pena, ma rimane in piedi. Quindi, se non si riescono a provare le aggravanti, la sanzione c'è ed è aumentata per tutti, se invece si riescono a provare le aggravanti, la sanzione è ben più alta e quindi potrà essere applicata la pena più alta già con la normativa attuale, senza andare a inserire un reato che è di fatto una brutta copia di quello esistente, salvo che si potrà applicare di meno. Per fortuna che c'è l'emendamento successivo a mia prima firma che prevede, come anche nel caso della proposta Fiano, una clausola di salvaguardia “salvo che il fatto costituisca più grave reato”, altrimenti, oltre alla sovrapposizione, ci sarebbe stato anche un problema sanzionatorio. Inoltre, ovviamente, c'è l'aggravante prevista anche nella proposta del fatto commesso tramite strumenti informatici e telematici e c'è l'eliminazione della parte riguardante le circostanze attenuanti che non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a quelle. Quindi, diciamo che, non toccando, non andando a inserire nuovi reati, cosa che è sempre stata praticata in questi quattro anni dal Partito Democratico, si può intervenire nella truffa, agire in modo completo, agire con aggravanti specifiche che non fanno cadere il reato, ma puniscono più severamente se provate, togliendo qualsiasi tipo di parificazione tra circostanze, andando a intervenire sugli strumenti informatici o telematici che sono le insidie di oggi, soprattutto per quanto riguarda le truffe su Internet di persone che cercano di carpire dati informatici per poi accedere a conti correnti e quindi a strumenti finanziari, e poi andando ad attivarsi nella circonvenzione di persone incapaci, andando in modo graduale, proporzionale rispetto alla truffa, ad aumentare le pene per questo che ovviamente è un reato molto più grave. Secondo me, il lavoro è un lavoro che deve essere tenuto in considerazione. Non vogliamo farne una questione di bandiera, è semplicemente una questione tecnico-giuridica per poi votare una norma che secondo me è necessaria, ma che scritta così, come la legittima difesa, come la propaganda nazifascista, diventa l'ennesima legge che molto probabilmente non sarà approvata al Senato, ma anche se venisse approvata, creerebbe molto più caos e pochi benefici per i cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Noi ci asterremo su questo emendamento per le ragioni che ho spiegato a proposito dell'analogo emendamento proposto prima da Ferraresi. È evidente comunque che con questo emendamento egli tenta di raddrizzare le gambe al cane, come suol dirsi, perché in effetti la legge è fatta male. Però, ci sta sempre quella pulsione, di cui ho parlato prima a proposito delle circostanze che vanno secondo una certa cultura sempre più neutralizzate quando sono attenuanti, ragion per cui noi ci asterremo.

Ciò premesso, allora aggiungiamo qualche altra piccola riflessione. La proposta originaria diceva: truffa in danno degli ultrasessantacinquenni. Abbiamo chiarito, non con le parole mie, ma con le parole di professori universitari auditi, eccetera, che non si reggeva in piedi questa norma, perché 65 anni, anche nell'attuale momento storico, non è un indice di fragilità psicofisica. Allora viene introdotto, per le ragioni che ho detto prima, di salvezza della bandiera, l'articolo 643-bis “frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili”. Andiamo alla lettura (qui spiegheremo perché si è preferito fare una norma lacunosa e lo spiegheremo fra poco): “chiunque con mezzi fraudolenti - quindi come dice la truffa: chiunque con artifici o raggiri - induce una persona - come lì: induce una persona a commettere un errore - che versi in situazioni di vulnerabilità psicofisica, in ragione dell'età avanzata, a dare o promettere indebitamente a sé o ad altri denaro, beni o altre utilità, commettendo il fatto nell'abitazione della persona offesa o in altro luogo di privata dimora (…)”.

È stato detto “perché mai si devono punire delle persone vulnerabili da un punto di vista psicofisico soltanto in ragione dell'età avanzata?”. Hanno dovuto fare questo sbrego perché se tolgo in età avanzata si ricade esattamente nella circonvenzione di incapace e quindi dalla padella alla brace; non sapevano come uscirne. Allora tra le due cose hanno scelto la terza via cioè quella del pasticcio e dell'abbattimento di tutti i principi giuridici fondamentali in materia di costruzione delle norme penali; questo è tutto. Stiamo qui alla salvezza di una bandiera, perché poi si continua dicendo che chiunque si fa promettere - e badate che per questa semplice promessa successivamente vedremo è previsto l'arresto in flagranza - denaro, beni o altra utilità. Con l'emendamento che hanno proposto, che il relatore propone, quello che amplia la platea a coloro i quali subiscono una truffa negli esercizi commerciali, più o meno, si prevede praticamente, con una norma così fatta, che se nell'esercizio commerciale una persona con artifizi e raggiri induce una vecchietta a trasferire dal suo carrello un po' di pasta, un po' di cibo nel proprio carrello, e commette quindi un artifizio, piagnucolando (sapete bene come uno può simulare), per questo fatto qui, la pena è da due a sei anni. A prescindere dal merito di cui sto parlando, e su cui vi invito a riflettere, perché qui scatta l'arresto, scattano i limiti alla sospensione condizionata della pena e tutto il resto, ma la pena è la stessa della circonvenzione di incapace. Allora se la circonvenzione di incapace che non si applica agli anziani, ma a tutti, anche a uno giovane, qualora fosse nelle condizioni di labilità psicofisica, se la pena è la stessa, valeva la pena fare un'altra norma? Questo è il punto. Lo si spiega non con argomenti razionali, lo si spiega con il fatto che quando questa proposta è arrivata in Commissione, e si è riflettuto sulla loro proposta, quella originaria, ci si è resi conto che era una grande sciocchezza. E come facciamo? Ecco come facciamo: scrivendo norme inutili, come sono definite dai giuristi. C'è un giurista che ad un certo punto ha avvertito l'imbarazzo della maggioranza e ha fornito, dopo aver criticato comunque ampiamente il loro progetto, una nuova stesura, ha fornito un nuovo testo sul quale poi la maggioranza ha costruito questa fattispecie. Per cui abbiamo la truffa, la circonvenzione d'incapace e abbiamo la frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili che poi tutto sommato non è altro che un mix tra la truffa e i soggetti vulnerabili. Ma la cosa bella sapete poi qual è? È che per questo fatto, sia pure sotto il nome di truffa in danno degli anziani, la maggioranza proponeva la pena di cinque anni al massimo. All'improvviso cinque vale sei, scriviamo sei, come se gli anni di carcere fossero noccioline, fossero dei lunghi weekend. Non so se mi spiego e con l'aggravante che poi si scrive da qualche parte “badate che noi intanto aumentiamo le pene mica perché il fatto è più grave, no, perché così si può consentire l'intercettazione, così si possono consentire altri strumenti di prevenzione o repressivi”. Ma a me avevano insegnato che la pena deve essere proporzionata al fatto. Io sono arrivato a questa età ultrasessantacinquenne credendo ancora a questo.

PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, l'ho fatta parlare un minuto e mezzo di più perché ho sbagliato a guardare, quindi deve concludente, mi scusi.

ARCANGELO SANNICANDRO. Parleremo della pena in un secondo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Anche con la discussione di questo provvedimento in quest'Aula, questa settimana, si continua ad impegnare l'Aula in discussioni, per modifiche di norme di carattere penale, così come alcuni colleghi anche del mio gruppo hanno evidenziato precedentemente. E anche come chi, come me, non ha professionalmente esperienza in materie giuridiche, io penso che questa legislatura possa essere chiaramente battezzata e caratterizzata. È come se ci fosse un seminario continuo, perché ogni settimana arrivano provvedimenti per modifiche di norme penali, senza avere un quadro preciso rispetto alla situazione delle eventuali modifiche da effettuare.

È un vero e proprio, signora Presidente, delirio di normative penali, perché, rispetto all'ambito, si doveva fare eventualmente un progetto organico da questo punto di vista. Si mandano in crisi ormai le case editrici, perché ogni volume che viene stampato giornalmente, il giorno stesso della stampa, diventa vecchio. Si mandano in crisi le università, perché professori ordinari di diritto penale e anche gli associati e tutto l'apparato giuridico, non sanno più qual è la norma che debbono insegnare e che è in vigore. Si manda in tilt chi deve svolgere concorsi nella pubblica amministrazione di diritto e quant'altro, perché non sanno più dove studiare. Ma qualcuno pensa qualche volta ai problemi che hanno i comuni cittadini, oppure noi continuiamo a tirare fuori queste norme, che peraltro determino risultati pessimi creando confusione?

Signora Presidente, di recente io mi sono recato in un tribunale, per effettuare una testimonianza. Praticamente c'erano una parte di giudici e una parte di avvocati, che la mattina presto, prima di riprendere il via all'udienza, tra di loro chiacchieravano e ridevano, dicendo: quale norma stamattina è in vigore? Ora queste sono responsabilità della maggioranza, responsabilità incredibili! Io ho già detto che qui ci manca solo che ci venga proposto un emendamento rispetto alla situazione penale con cui tutti noi ci auto-arrestiamo. Ma siccome siamo anche in periodo ormai preelettorale, molto probabilmente qualcuno proporrà, nel prossimo programma, qualcosa del genere e proporrà pure, forse, un grande piano di sviluppo di costruzione di carceri all'interno del nostro Paese e poi, forse, anche pure qualche manifatturiero, qualche implementazione di fabbriche di manette e quant'altro.

Noi, invece, abbiamo bisogno, signora Presidente, di una giustizia efficiente e efficace, una giustizia che deve intervenire per eliminare la giustizia lumaca, per la certezza della pena. Tutte le norme di questa legislatura praticamente contrastano con questi obiettivi, che sono le esigenze esattamente dei cittadini è di cui il Paese ha bisogno. Peraltro si preannunciano altre sedute prossimamente, sempre di norme di carattere penale, su cui si interviene continuamente, proprio continuamente. Giornalmente si viene qui alla Camera, ormai, per modificare norme di carattere penale. E io penso che questa è una cosa che faccia male al Paese e non bene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO. Mi permetto di rubare pochi minuti all'Aula, ma a me pare veramente una discussione surreale quella che sta avvenendo, ovvero discutiamo di sofismi giuridici e nessuno che ha preso la parola si pone il problema che, quotidianamente, ci sono tantissimi anziani, tantissime persone vulnerabili, che risultano frodate. Ci sono persone che si sono anche suicidate, in relazione a questi fatti così gravi. E mi pare incredibile che non vi sia un parlamentare, che sia intervenuto, che si ponga il problema dalla parte di chi ha subito queste frodi, il problema di come risolvere invece questi problemi.

La formulazione di quest'articolo è esattamente quello che si pone nei termini della frode, ma mi riferisco anche alla concussione, dove non è previsto il danno. Indurre a questo comportamento è sufficiente a concretizzare il danno. Lo dobbiamo stroncare, come comportamento, non dobbiamo intervenire a valle del danno.

Quando mi si dice che questo reato si sovrappone o comunque che c'era la circonvenzione di incapace, si dice una cosa che non è vera! Infatti, la circonvenzione di incapace presuppone un'infermità, un'incapacità grave, una deficienza di salute, che impedisca a colui che riceve, per esempio, una telefonata di resistere.

Noi abbiamo differenziato la fattispecie e abbiamo cercato di tutelare le persone benché non siano inferme, benché non siano malate e incapaci giuridicamente, affinché possano resistere e siano tutelate lo stesso. Io mi sarei aspettato un afflato di questo Parlamento a sostegno di questa proposta di legge e non, invece, interventi che vanno a intervenire sulle minuzie di una formulazione!

Ebbene, anche la circonvenzione di incapace, collega Sannicandro, non l'abbiamo mantenuta nella formulazione originaria in termini di pena, perché questo testo la aggrava, perché aumentiamo il massimo edittale proprio in ragione dell'incapacità.

Quindi, non è che non ce ne siamo resi conto, ci siamo però posti il problema che ci sono persone che, benché non inferme, sono oggettivamente vulnerabili e rispetto a questo bisogno si doveva intervenire. Poi ci si può interrogare se sia bene o no introdurre una nuova norma di legge. Io credo, però, che sia sacrosanto porsi il problema di chi subisce quotidianamente questi fatti e sia sacrosanto intervenire in maniera netta e definitiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Sollecitato dall'intervento dell'onorevole Vazio, io credo che insomma si concretizzi una sorta di truffa delle etichette. Non è vero che non abbiamo preso in considerazione la necessità di perseguire in maniera rigorosa e severa condotte odiose come quelle che riguardano gli anziani. Io, in uno dei miei precedenti interventi, ho detto che questa norma promette una risposta punitiva a condotte odiose, ma una risposta punitiva che non può essere mantenuta, perché introduce una nuova fattispecie che fa a botte con le altre due, con la circonvenzione di incapace e in particolare con la truffa aggravata dalla minorata difesa.

Non è vero che l'ordinamento penale da questo punto di vista sia deficitario rispetto alla possibilità di dare una risposta sanzionatoria efficace. Sullo specifico emendamento Ferraresi 1.2, sul quale esprimeremo un voto di astensione, si interviene in maniera opportuna sulle circostanze, in particolare richiamando la circostanza di cui all'articolo 61, numero 5), del codice penale, che già prevede l'avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all'età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.

Si doveva intervenire in questo ambito, eventualmente, con un mero aggravamento sanzionatorio di una fattispecie già esistente, non introducendo una nuova fattispecie, che mette i bastoni tra le ruote ai magistrati che nel momento processuale dovranno applicarla.

Quindi, si promette più efficacia, ma in realtà è uno specchietto per le allodole; in realtà si rende più complicato agire nei confronti di chi pone in essere queste condotte odiose.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Sì, brevemente, Presidente. Io non so - ma credo di sì - se le parole dei miei colleghi siano assolutamente condivisibili sul fatto della necessità o meno di introdurre una nuova fattispecie di reato. So però una cosa, che tutte le migliori intenzioni, o quelle anche di natura propagandistica, si scontrano con la questione delle questioni in Italia sul tema giustizia, che è la certezza della pena. Finché non sarà chiaro che uno, che prende due anni, resta in carcere due anni, è inutile inventarsi nuove fattispecie di reati, perché restano carta straccia!

Quindi, facciamo discussioni su come modificare la vecchia “legge Gozzini”, fatta di premi, sottopremi e sconti, e magari il PD eviti di presentare decreti sulla depenalizzazione dei reati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signora Presidentessa. L'onorevole Vazio, che è appassionato e che alza anche i toni giustamente, perché, quando si è convinti, si parla con il cuore in mano, forse è stato distratto e non ha risposto - ma non è detto che debba - alle osservazioni che sono state fatte prima, perfino da questo modesto avvocato di provincia. Senta: in ragione dell'età avanzata. Perché solo in ragione dell'età avanzata? Ecco la domanda.

Perché? Quelli che sono in età non avanzata, ma in situazione di vulnerabilità psicofisica, possono essere truffati praticamente quando vogliono. Questo è il punto fondante di questa legge sbagliata. Togliete “in ragione dell'età avanzata”. Questo è il mio pensiero, ci mediti, se vuole, e se no, faccia a meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Veramente, in modo breve, per ricordare che sicuramente non stiamo parlando di donne incinte, ma io credo che stiamo parlando di quei soggetti - e lo dico non da giurista, ma da persona che per esperienza frequenta il sociale, il welfare - che ci sono molte persone che non necessariamente sono interdette o inabilitate, ma che sono ricattabili dal mondo, nel senso che hanno una fragilità e un'etica messa in discussione dal resto del mondo, per cui consequenzialmente poco credute, poco sostenute, e io credo che questa norma abbia il senso di tutelare questa sfera di persone, che spesso definiamo, nei servizi, borderline e che invece in giurisprudenza consideriamo poco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io sono stupito che un parlamentare giurista come l'onorevole Vazio faccia dei discorsi di natura puramente populistica e mi rivolgo a lei, perché è evidente che non è certamente scrivendo norme o fattispecie incriminatrici che si migliora la tutela nei confronti dei soggetti, cioè come se da questa norma dipendesse la tutela di soggetti anziani in procinto di essere truffati o che lo siano stati.

Le norme ci sono; investite di più sulla giustizia, date a magistrati e a pubblici ministeri risorse, date uomini, date forza alla vostra proposta di giustizia, non norme incriminatrici. È come cambiare macchina e non avere la benzina. Che senso ha? Questo, per chi frequenta i tribunali ha un senso, non invocare il populismo della migliore tutela, senza avere nessuna capacità e legittimazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.21 Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Io credo che, prima di intervenire, il collega si dovrebbe informare e ascoltare le persone; non è che prende qualche intervento, qualche parola, e parla, perché, se no, ci fa delle figurette. Come, Presidente - da riferire al collega Vazio -, non abbiamo parlato di intervenire a favore di persone anziane, di persone vulnerabili o di persone che hanno necessità di una tutela maggiore? Forse il collega si è perso qualcosa, perché altrimenti non si spiega. Se uno non ascolta tutto, magari poi va a fare queste figure.

Come abbiamo parificato con la circonvenzione di incapace? Ho appena detto che, invece, il problema è sulla truffa, non sulla circonvenzione di incapace, che prevede un'altra fattispecie su cui andiamo a intervenire anche alzando le pene.

Quindi, collega Vazio, deve stare un po' più attento, perché noi le vogliamo alzare, vogliamo creare più tutele, non meno tutele. Quindi, che non vada a dire in giro, in maniera assolutamente falsa, che noi non vogliamo andare in questa direzione. Noi, collega Vazio, vogliamo andare in questa direzione più di voi, è quello il problema.

Ma, perché discriminatoria? Lo spiego anche alla collega Argentin. Le persone vulnerabili, collega Argentin - tramite lei, Presidente -, non sono ricomprese, come ha detto lei, solo quelle anziane, e questo è altamente discriminatorio. Ma non solo, non solo quelle anziane, quelle anziane in presenza di determinati luoghi: è questo il problema discriminatorio.

E perché vogliamo intervenire? Perché vogliamo intervenire su una norma esistente - la truffa - mettendo un aggravamento per le sanzioni, per quanto riguarda alcune situazioni che sono già punite dal codice penale, inserendone altre, in modo da fare una norma completa, che vada a colpire in maniera più forte i danni alle persone vulnerabili anche in certi luoghi. Ma non è che noi andiamo a colpirli solo se sono in determinati luoghi o solo se sono anziani, lo andiamo a fare in maniera complessiva, con una pena più grave, se ci si trova in determinate situazioni o se ci si trova davanti a determinati soggetti. Questo è il senso del nostro intervento, che non deve essere frainteso e non deve essere assolutamente preso come una critica che vuole distruggere, ma come una critica che vuole costruire, che vuole proporre qualcosa, che dal nostro punto di vista è migliore, mentre dal vostro punto di vista non è migliore. Insomma, sono due giudizi. Non è che io credo di avere la verità in tasca, credo però che anche l'opinione di illustri giuristi, professori, avvocati che sono venuti in Commissione e che hanno detto “guardate che state facendo una riformulazione secondo noi errata, inutile, contraddittoria, è meglio agire su altre norme”, dal mio punto di vista va valutata, da altri punti di vista non va valutata.

Però, non diciamo cose scorrette, non diciamo che noi non vogliamo intervenire in questa materia, non diciamo che si vanno a coprire tutti i soggetti, perché così non è, ma solo alcuni soggetti, che saranno molto difficili da individuare, sia riguardo alla condizione soggettiva di chi delinque sia riguardo ai luoghi dove si delinque - perché, se non sono in quei luoghi, ripeto, la fattispecie viene annullata -, sia al fatto che non viene previsto un danno, perché se no qui ci troviamo davanti anziani che ricevono un beneficio e poi ci si ritrova magari soggetti addirittura imputati.

Quindi, da questo punto di vista, la nostra proposta non vuole distruggere la vostra, vuole semplicemente cercare di dare un'altra visione sulle norme esistenti, visto che si è sempre parlato in questi anni di agire sulle norme esistenti, di non introdurre nuove fattispecie di reato, di cercare di intervenire su quello che già c'è per migliorarlo e andare nella direzione anche di punire in modo più fermo chi commette queste truffe, perché molto spesso ci troviamo davanti a pene inadeguate e a strumenti inadeguati. Ecco, il fattore degli strumenti sarebbe un altro argomento da discutere, perché ovviamente è inutile andare a intervenire sulle norme se poi gli strumenti per beccare queste persone - che molto spesso non vengono assolutamente beccate oppure vengono beccate ma il procedimento finisce in prescrizione - sono spuntati. Ecco, su questo ci sarebbe da discutere, perché i mezzi per prendere queste persone sono assolutamente spuntati. Quindi, intervenire sulle norme è giusto, ma anche intervenire per garantire un efficace intervento delle forze dell'ordine su questi fenomeni, che sono in aumento e vanno puniti in maniera più forte. Sicuramente norme del genere non aiutano a punire più forte, aiutano semmai ad andare in una direzione di slogan e poi a creare forse più confusione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, con tutto il rispetto dello spirito, diciamo non innovativo o, direi, correttamente conservativo dell'onorabilità delle fattispecie presenti nel nostro codice, evitando questi innesti innaturali e del tutto ingiustificati, vorrei però chiedere agli autori dell'emendamento di risolvere questa antinomia. Infatti, leggo che “salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con comportamenti (…), è punito con la reclusione da due a sette anni”. Io non so se c'è una fattispecie di truffa punita più gravemente che da 2 a 7 anni. Cioè, si propone una pena più grave rispetto alle altre fattispecie, ma “salvo che costituisca più grave reato”; ciò mi sembra che non abbia nessuna parentela con nessun'altra fattispecie del nostro codice. Anche qui stiamo attenti ad un altro sport nazionale, quello di rimpinguare le pene nel convincimento che più gravi sono le pene meglio si possa amministrare la giustizia penale. Un altro ologramma, un'altra falsa immagine, una falsa rappresentazione della realtà. Forza Italia da tempo è impegnata in una battaglia di razionalizzazione del sistema sanzionatorio, che deve essere costituzionalmente orientato - non devo ricordare certamente all'Aula - alla necessità che le pene non siano contrarie al senso di umanità e siano proporzionate a quello che viene realizzato, come se vi fossero delle dosi di morfina rispetto alle patologie del sistema semplicemente incrementando gli anni di reclusione.

Non funziona! Continuo a dire - e non mi stancherò mai - al Governo e alla maggioranza che la giustizia non ha bisogno di anni formali, ha bisogno di risorse. Quando capirete che bastano e avanzano tutte le norme che abbiamo ma che è indispensabile dare fiducia al sistema giustizia con delle risorse, forse - forse! - potremmo essere in condizioni di spiegare uno sforzo sinergico per il miglioramento del sistema.

Su questo emendamento noi voteremo contro, perché è un emendamento illogico, irrazionale; parte da buoni presupposti, ma raggiunge un risultato - per dirla con qualcuno - di impossibile verificazione. In altri termini, anche qui, e questo è un dato che segnalo all'Aula, ogni tentativo di modifica di quello che è già patologico corre il rischio di essere più patologico della stessa fonte della modifica. Voteremo pertanto contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. L'emendamento in questione mi offre il destro di approfondire ulteriormente la disamina della nuova fattispecie criminosa che si vuole inserire nel codice penale per dire come la normativa attualmente in vigore sia più garantista rispetto agli anziani, o comunque alle persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità, di quanto presume di fare la maggioranza introducendo l'articolo 643-bis. Qui vediamo l'ipotesi di chi induce o commette una truffa in danno di una persona nell'abitazione della persona offesa o in altro luogo di privata dimora.

Ora, questa fattispecie è contemplata dall'attuale codice, sì o no? Praticamente, a che cosa ci si riferisce? La cronaca ha molti esempi: si riferisce alla cameriera e, quando c'erano i maggiordomi - può darsi che ci siano ancora -, al maggiordomo infedele, alla badante - si dice oggi -, ai familiari. Ora, l'articolo 61, numero 5, del codice penale è molto ben scritto e molto più efficace, perché dice: l'avere commesso il fatto con abuso di autorità o di relazioni domestiche. Non dice che la truffa deve essere commessa in casa, dice che, per realizzare la truffa, la persona, il reo, ha approfittato della relazione domestica. Cioè, io che sono il nipote della nonnina che eventualmente è oramai andata con gli anni, non è che devo commettere la truffa per cui mi posso far lasciare un'eredità o qualche altra cosa, o far compiere un atto giuridico di trasferimento di beni, eccetera, in casa. Qui dice in casa o fuori, o comunque anche andando dal notaio. Quindi, la norma è molto più ampia, molto più garantista, rispetto alla parte offesa, di quanto sia la norma che si va a introdurre.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 11,20)

ARCANGELO SANNICANDRO. “Con abuso di autorità”, si riferisce a chi? A tutte quelle figure sociali che rispetto alle famiglie hanno una sorta di auctoritas che molto spesso viene utilizzata per commettere dei reati, come chi ricopre cariche pubbliche; anche il parroco posso mettere, e d'altra parte ci sono esempi nella cronaca. Quindi, chi ha un ruolo autorevole in quella famiglia, in quella società, con quella persona, oppure chi abusa di relazioni di ufficio, di prestazione di opera, di coabitazione, come il caso, dicevamo, dei familiari, della badante, della cameriera, eccetera, della donna di servizio, oppure di ospitalità.

E non dice che il reato deve essere commesso nell'ospizio, nella casa, nel garage e via discorrendo. No, la presenza in casa come ospite, come collaboratore domestico, eccetera, deve essere stata l'occasione per apprendere la notizia utile alla commissione del reato e deve essere utilizzata come occasione per realizzare il reato, ma non che deve essere commesso nel luogo fisico. Invece, l'articolo 643-bis di nuovo conio che cosa dice? Chi commette il fatto nell'abitazione della persona offesa - quindi, basta farlo fuori dall'abitazione e il reato non esiste più - oppure in un altro luogo di privata dimora, cioè nel domicilio. Adesso vediamo altre ipotesi: all'interno o in prossimità di uffici postali o di sedi di istituti di credito, di luoghi di cura o di ritrovo di persone anziane o di case di riposo ovvero simulando un'offerta commerciale, eccetera, eccetera.

È evidente che qui si incappa in un'altra questione. Che significa in prossimità di un ufficio postale? A quanti metri bisogna essere lontani dall'ufficio postale? A quanti metri? Il giudice si trova di fronte a qualcuno che ha atteso la vecchietta a 20 metri o dietro l'angolo dell'ufficio postale e eventualmente l'ha indotta in errore e si è fatto consegnare. Ma se uno, invece, si trova al di là di due fabbricati dall'ufficio postale, che fa, ha commesso il reato o non ha commesso il reato? È il discrimine, badate bene, per essere sottoposti alla norma incriminatrice o meno, non è una cosa da niente. In prossimità: c'è da rimpiangere la norma sugli ultrasessantacinquenni, almeno lì sapevamo che era qualcosa di inammissibile, ma era chiaro. Invece così immaginatevi quanto spazio avranno gli avvocati per mandare fuori quelli che loro vorrebbero mandare dentro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Ferraresi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame; pur tuttavia, nella sua infinita magnanimità, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.22 Ferraresi e 1.32 Sisto, con il parere favorevole di Commissione e Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Prendo atto del parere favorevole della Commissione e del Governo: vuol dire che qualche volta vi è la capacità di ragionare almeno sulle tecnicalità più evidenti, perché la clausola di sussidiarietà mi sembra che fosse proprio il minimo sindacale per poter garantire praticabilità ad una fattispecie qual è quella che si vuole indicare. Ovviamente, voteremo a favore, ma nella prospettiva e nella speranza che anche altri emendamenti possano essere oggetto di ripensamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.22 Ferraresi e 1.32 Sisto, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Ferraresi, sul quale è stato formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.31 Sisto sul quale è stato formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Come ha detto bene il collega Longo, qui siamo veramente alle comiche penali perché io chiedo a giuristi, che abbiano un minimo di dimestichezza con la lingua italiana e con l'abitudine delle norme ad essere interpretate innanzitutto secondo il principio di letteralità e inoltre secondo un principio di interpretazione sistematica, quale sia il significato di “in ragione dell'età avanzata”. L'età avanzata è un concetto assolutamente privo di determinatezza. Ricordo, cari colleghi che sedete su quel banco e sedete con tutto quello che sapete e non perché appartenete a una forza politica, avete cioè un know-how che dovete esprimere in questa sede, che dovete avere il coraggio di esprimere, ma che vuol dire “età avanzata”? Si tratta di un'attribuzione, di un aggettivo che non ha alcun punto di riferimento perché ci possono essere situazioni di età superiore ai 50 che sono molto avanzate, anche ai 40 qualche volta, ma età che hanno invece una diversa determinazione e che non costituiscono una lettura di avanzamento. Dunque noi proponiamo la individuazione di un'età superiore a settant'anni cioè un elemento di certezza. Quando il pubblico ministero deve iscrivere qualcuno al modello 21, quando la Polizia giudiziaria si deve attivare si chiederà: ma questo soggetto ha un'età avanzata o non ce l'ha? Ma si mantiene bene o non si mantiene bene? È più lucido o meno lucido? Il limite è varcato o non è varcato? A voi quell'espressione non sembra un segnale non di indeterminatezza ma, di più, di arbitrio nella lettura della fattispecie? Noi vi diciamo almeno di dare un parametro oggettivo: dite che i settant'anni costituiscono l'età avanzata: non è una cifra nuova nel nostro codice ma viene più volte richiamata per far scattare determinate situazioni per certi versi di minore afflittività e quindi di riconosciuta minore resistenza. Perché non dire qual è l'età avanzata? Cioè che tutto questo scatta se hai superato i settant'anni. Presidente, dico per davvero che definire l'emendamento in esame è indispensabile per evitare gli strali della Corte costituzionale che andrà schioccando le dita a dire che siamo di fronte ad una norma indeterminata e quindi inaccettabile. Perché è vero che la Corte arriva troppo tardi secondo voi ma arriva e vi arriva nel bel mezzo della messa in moto di provvedimenti su cui avete puntato la vostra azione di Governo. Certo, questo non è un provvedimento su cui si punta l'azione di Governo ma il fallimento delle vostre politiche penalistiche: scrivere norme PM-centriche con pene fuori misura; andare ad inseguire il dettaglio per il consenso politico; andare a raccattare qualsiasi vagito per farne una norma penale è uno sport assolutamente non consentito. Il parere non cambierà su questo emendamento: lo cambierà la Corte costituzionale.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 11,30)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Siamo stati contrari ad introdurre il limite dei sessantacinque anni e siamo contrari anche ad introdurre il limite dei settanta anni, anche se capiamo lo spirito dei proponenti, che condividiamo, cioè dare certezza in questo mare di incertezze. Ringrazio a nome degli ultrasettantenni ma noi respingiamo l'offerta e voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Io non mi sento rincoglionito e ho passati i settant'anni e quindi voterò contro. Vorrei ricordare che Pirandello in una sceneggiatura - mi pare del Il fu Mattia Pascal ma non sono sicuro - scrive “ s'avanza…” - cioè entra – “un vecchio di quarant'anni”. Quindi la cifra del vecchio è indeterminata: dai quarant'anni di Pirandello ai sessantacinque, ai settanta. Mettiamo il limite all'età di Napolitano o niente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Sisto con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione). Onorevole Ferraresi, ho già aperto la votazione, mi dispiace.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.24 Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, in questo intervento farò anche una breve dichiarazione sull'emendamento precedente. Dal nostro punto di vista stabilire un'età, che sia sessantacinque o che sia settanta, come è stato proposto inizialmente o come il collega Sisto ha proposto, è sbagliato e anche l'attuale formulazione a mio avviso è sbagliata perché stabilire un'età è ovvio che pone un presupposto assolutamente accertabile in maniera immediata, però da un altro punto di vista non fa giustizia alla norma: è ovvio infatti che una persona può essere vulnerabile e in difficoltà anche a sessantaquattro anni, mentre magari a sessantasei non lo è, anzi è magari più arzillo, più attento, più sveglio e quindi tutt'altro che in una condizione di debolezza e di vulnerabilità. Quindi, a mio avviso, il presupposto dell'età è un presupposto sbagliato perché ovviamente possiamo trovarci tutto e il contrario di tutto: una persona che ha un'età al di sotto di quella imposta potrebbe essere, per sue condizioni fisiche, per sue condizioni psichiche, per la cultura, l'istruzione che ha ricevuto e anche la prontezza di riflessi assolutamente in grado di poter affrontare una persona che sta tentando di frodarlo in modo efficiente. Al contrario una persona che, invece, può non rientrare nella norma perché ha un'età anagrafica minore, tuttavia, da un altro punto di vista, poiché tale età molte volte non coincide con la prontezza psicofisica, si può trovare in una condizione di debolezza e non viene tutelata dalla norma. Sotto un altro aspetto l'attuale formulazione recita che una persona non solo deve essere nell'età avanzata ma “in ragione dell'età avanzata”: da questo punto di vista, a mio avviso, il collega Sisto non ha ragione nel senso che la situazione di vulnerabilità psicofisica è il primo punto, il primo cardine, poi arriva l'espressione “in ragione dell'età avanzata”.

Anche se dal mio punto di vista non regge neanche questa perché ovviamente la situazione di vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata è ovviamente non tanto determinata e permane il dubbio interpretativo che ovviamente deve essere fatto con una grande discrezionalità del giudice e potrebbe creare ovviamente discriminazioni, per non parlare della presenza nel luogo.

Noi abbiamo fatto varie formulazioni, leggermente diverse, che sono state proposte anche dagli auditi e però la condizione deve essere una condizione oggettiva.

Certo, un minimo di discrezionalità ci deve essere, ma c'era già nell'aggravante alla truffa: se ci troviamo davanti a un soggetto che ha una situazione di minorata difesa, deve essere punito sempre.

Noi qui abbiamo messo ovviamente anche in relazione all'età per stare dietro al provvedimento e alla formulazione attuale, ma nella nostra proposta iniziale sostitutiva appunto questo non era previsto. Perché? Perché se uno è in una condizione di difficoltà a prescindere dall'età, che sia un minore, che sia una donna incinta, che sia una persona che ha dei problemi, ripeto, non circonvenzione di incapaci, ma comunque una situazione di vulnerabilità o di minorata difesa, dovrebbe essere tutelato e queste situazioni sono ben più identificabili che con la formulazione dell'età precisa o con una formulazione attuale, in riferimento appunto a situazioni di vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata.

È per questo che noi abbiamo fatto questa formulazione, ripeto che non è quello che vorremmo, ma è sicuramente un miglioramento della norma, che va a stare in mezzo tra una condizione di indeterminatezza e una condizione in cui l'età potrebbe creare una discriminazione inutile per soggetti che magari non dovrebbero rientrarci o per soggetti che magari dovrebbero rientrarci ma non vi rientrano.

Questo diciamo è il concetto in riferimento all'età, una cosa che era già prevista; una cosa che si poteva assolutamente sottolineare è la minorata difesa: la minorata difesa ci dovrebbe essere per tutti quei soggetti appunto che soffrono e non in relazione solo all'età avanzata e lì, sì, si va in una condizione di discrezionalità e di interpretazione che potrebbe creare dei problemi, magari non li creerà, ma dal mio punto di vista soffre di assoluta indeterminatezza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Ferraresi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.50 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Qualche volta sorridere è più fragoroso che ridere. Perché? vorrei fare per un attimo - non mi viene mai bene - il Pubblico Ministero, che si trova questa dizione “in situazioni di particolare vulnerabilità psicofisica”.

Io vi prego di dirmi che significa di particolare vulnerabilità psicofisica e quante chance avrebbe una difesa di piccolo calibro di dire: no, ma non è particolare, è solo una situazione di vulnerabilità psicofisica.

Non essendoci un particolare, è evidente che la fattispecie non sarà contestabile. Io credo che davvero inzippare le norme - se si potesse dire, non so se si può dire - di aggettivi per renderle più dettagliate, senza individuare qual è la determinatezza sia davvero una pessima abitudine.

Quindi su questo emendamento della Commissione, che, confessando freudianamente la consapevolezza della patologia nella formulazione della norma, cerca di salvarsi almeno la coscienza inserendo un particolare, io continuo a sorridere.

Noi voteremo contro questo emendamento, ma proprio perché si tratta di un'esercitazione tecnica priva di fondamento e che crea ulteriori elementi di incertezza.

Guardate, è straordinario: dettagliando si aumenta l'incertezza, è una sorta di gioco al massacro, invertendo lo sforzo rispetto al risultato. Bene, questo è il vostro modo di scrivere norme penali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente, con questa sorta di auto-emendamento la maggioranza fa una parziale retromarcia, diciamo che torna in parte sui suoi passi, rendendosi conto della assoluta indeterminatezza della fattispecie che ha costruito.

Noi voteremo contro perché, insomma, il pasticcio rimane intero purtroppo, nonostante questo parziale ravvedimento, e per essere concludenti e conseguenti poi andrebbe cambiata anche la rubrica della norma: dovrebbe diventare “frode patrimoniale in danno di soggetti particolarmente vulnerabili”; e non basta, bisognerebbe aggiungere “in ragione dell'età avanzata”, perché non si parla di tutti i soggetti particolarmente vulnerabili, ma solo di quelli che lo sono in ragione dell'età avanzata. Insomma, il pasticcio rimane, nonostante questa parziale retromarcia, quindi il nostro voto sarà recisamente contrario.

DAVID ERMINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI, Relatore. Signora Presidente, solo per spiegare, a chi non lo sa, che l'articolo 90-quater del codice di procedura penale, che è stato inserito e modificato con il decreto legislativo n. 212 del 15 dicembre 2015, ha attuato la direttiva n. 212/29 dell'Unione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro del 2001.

In base alla direttiva europea, il decreto legislativo parla di particolare vulnerabilità ed è per questo che abbiamo ritenuto opportuno, la Commissione ha ritenuto opportuno di inserire anche la parola “particolare”, per adeguarsi alla direttiva europea. Questo, naturalmente, per chi non lo avesse ancora saputo, io l'ho spiegato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.33 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, quando formuliamo degli emendamenti cerchiamo di offrire all'Aula delle ragioni di chiarezza del perché vanno votati.

Perché abbiamo chiesto di eliminare le parole “dare o”?

La norma dice: “chiunque con mezzi fraudolenti induce una persona che versa in condizioni di particolare vulnerabilità psicofisica - dopo l'emendamento che abbiamo votato - in ragione dell'età avanzata, a dare o promettere indebitamente denaro o altre utilità”.

Il “dare” significa ovviamente realizzare il reato di truffa, quindi sostanzialmente che cosa fa questa norma? Parifica la dazione, che è già prevista sotto il profilo del profitto nella truffa, alla promessa.

Allora, se noi vogliamo avanzare la tutela e, quindi, punire autonomamente la promessa, un po' come accade nella corruzione, bene, eliminiamo la dazione, cioè la dazione è già punita dalla truffa, diciamo che questo è un reato che anticipa la tutela e, quindi, si limita a sanzionare la sola promessa.

Questo, tutto sommato, per recuperare, in una sorta di corsa sfrenata all'ortodossia, la logica di una norma; ma un duplicato inutile di quello che già esiste è assolutamente irrilevante! Quindi (se mi fa passare questo termine, Presidente), come concessione alla maggioranza per recuperare un minimo di baricentro nella formulazione delle norme, noi abbiamo proposto di eliminare la dazione, lasciare la promessa, così trasformando il tentativo di truffa in un delitto consumato. Questa può essere una chiave di lettura; noi l'abbiamo proposto, ma neanche questo è stato valutato positivamente da Governo e maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Avverto che il gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.27 Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, è vero, il testo cita questo danno di soggetti vulnerabili, il codice penale in materia di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili. Quindi, il testo va nella direzione di porre comunque un reato di frode patrimoniale scrivendo “in danno di soggetti vulnerabili”. È vero anche che - e lo faccio in maniera molto costruttiva, per discuterne insieme - c'è un'indebita promessa, però dal mio punto di vista il danno dev'essere inserito anche nella norma; anche perché, primo, è in una relazione al titolo della proposta di legge, che cita l'articolo 643-bis, frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili; e secondo, ovviamente, perché un'ingiustizia in questo senso ci dev'essere, perché si agisce indebitamente per creare un danno.

Se non inserito, dal mio punto di vista potrebbe configurarsi il fatto di un aiuto, oppure di una sorta di comportamento fraudolento certe volte fatto da parenti e amici in grado di fornire un vantaggio al soggetto: spero che non venga punito in questo senso, credo che la direzione sia quella; secondo me, se lo specificassimo non faremmo una cosa che non serve o inutile, faremmo una cosa utile invece a specificare meglio la condotta; quindi, inserire nel testo che ci dev'essere il danno, come da titolo, come da idea di tutti.

Sottopongo questo mio emendamento all'Aula: credo sia un'aggiunta tecnica che sicuramente male non fa, e dall'altra parte specifica quello che già credo sia nell'intenzione del legislatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.51 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Quando eravamo più piccoli e ci si chiedeva - noi che abbiamo avuto una cultura cattolica - dov'è Dio, in cielo, in terra e in ogni luogo: io dico che quando leggo che si pretende di aggiungere gli esercizi commerciali agli uffici postali e agli istituti di credito, io mi chiedo dove non ci sia un esercizio commerciale. Il tema è davvero esilarante: “in prossimità di esercizi commerciali”, cioè dappertutto! Perché probabilmente chiunque gira, cammina nei pressi di esercizi commerciali, quindi dire in prossimità di esercizi commerciali, significa dire che questo è un reato che può accadere, ancora una volta, dappertutto: indeterminatezza, tutto quello che abbiamo già detto. L'effetto è straordinario dal punto di vista della capacità di manifestarsi come inversamente proporzionale: più si aggiunge e più la norma diventa generica, più si cerca di dire e meno si qualifica. Presidente, non abbiamo scelta: voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Presidente, l'aggiunta degli esercizi commerciali davvero è sprezzante del pericolo e del ridicolo, perché, in questo modo, come ha correttamente detto anche l'onorevole Sisto, significa scrivere ovunque. Ma attenzione, ovunque tranne probabilmente periferie e campagne: rimangono praterie per i truffatori di persone anziane le campagne e le periferie, luoghi in cui non vi sia un ufficio postale, un istituto di credito, un luogo di cura, un ritrovo di persone anziane, e quindi non ci sia una piazza, non ci sia una casa di riposo, un esercizio commerciale. Poi non avete messo i laboratori artigianali. È ridicolo: io spero che ve ne rendiate conto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Presidente, invece noi siamo favorevoli, perché riteniamo che, per come è disegnato il nuovo reato, l'idea di allargare anche ad altri posti dove capitano di frequente queste forme sempre più aggressive di frodi, di truffe, di atteggiamenti furbeschi alle spalle di persone che si trovano in una condizione di incapacità, anche temporanea, di debolezza psicologica, rappresenta l'opportunità di dare una possibilità al magistrato di poter meglio valutare le circostanze. Non capisco questo atteggiamento contro a priori, è evidente che è un approccio culturale e ideologico non al garantismo, ma al perdonismo che pervade da sempre la sinistra, in maniera particolare una certa sinistra. Sorprende vedere - a me non tanto, per la verità - che Forza Italia su questi temi è perfettamente schierata con la sinistra e non capisco come fanno a presentarsi agli elettori, parlando di atteggiamenti contro il crimine, contro la delinquenza. Il crimine e la delinquenza si combattono con provvedimenti che seguono il mutare dei tempi e il mutare delle circostanze particolari. Paradossalmente, devo dare atto al PD di muoversi in maniera pragmatica e non ideologica e di affrontare i problemi concreti.

Lo ripeto: noi non facciamo opposizione per il gusto di farla e perché siamo in questa parte, in questo ruolo che ci hanno assegnato i cittadini, noi siamo qui a rappresentare e a difendere gli italiani e quindi sosteniamo idee che sono di buonsenso. D'altro canto, lo ribadisco, Fratelli d'Italia per prima, cinque anni fa, ha presentato una proposta di legge in tal senso; sarebbe incredibile che oggi, per uno sciocco spirito oppositivo, andassimo ad arrecare un danno agli italiani rispetto a un provvedimento che, invece, cerca di tutelarli e di difenderli in maniera più adeguata da un'aggressività di una delinquenza sempre più prepotente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Io non mi meraviglio che il collega plauda all'iniziativa del PD, considerato che la sua proposta di legge era molto più severa, non puniva il delitto, non puniva neanche il tentativo del delitto, ma addirittura gli atti preparatori; quindi, so bene da dove proviene la sua impostazione. Qui non si tratta di essere buoni, si tratta di fare una buona legge. È evidente che chi ha fatto la proposta di inserire in prossimità degli esercizi commerciali allude a quei fatti di cronaca per cui molte volte si legge della vecchietta, dell'uomo anziano che è stato truffato nel centro commerciale o fuori dal centro commerciale e non certamente soltanto di danaro, ma anche di beni, perché la norma parla di beni e tutto il resto dell'articolo 643 va in questa direzione. La verità è che si allude a questo, ma si scrive in un altro modo.

Non è qui in discussione essere buoni o essere bravi nei confronti del crimine, qui è in discussione come scrivere bene una norma che esprima al meglio l'intento del legislatore. Ora se il collega dice “che con l'emendamento si vuole colpire il reato ovunque esso accada” si poteva scrivere il reato è punito con la reclusione “da a” per chi fa questo, punto, senza mettere palestre, oratori, parrocchie, centri commerciali. Ma di che cosa parliamo? Il nostro codice conosce le circostanze, cioè il reato e le circostanze. Perché conosce le circostanze accanto ai reati? Perché i reati poi si realizzano in diverse modalità di tempo, di luogo e via discorrendo. Quindi, è inutile fare la casistica perché io posso dire che in questa elencazione mancano un sacco di cose, infatti quando ho fatto l'esperimento tra 3 o 4 persone ognuno ha messo fuori la parrocchia, per esempio; perché la parrocchia no? E altre cose no? Il Circolo Sportivo no? La sezione di partito no? Portati in questa maniera è evidente che ognuno sbizzarrisce la propria fantasia, ma questo non aggiunge niente, se mai crea confusione perché vengono introdotte non le circostanze, ma fatti costitutivi del reato, badate bene. La tecnica non è quella di introdurre circostanze del reato, ma fatti costitutivi del reato, che è ben diverso: il reato c'è o non c'è a seconda se si incappa in questa o quell'altra fattispecie. La circostanza è una cosa diversa che non comporta la sussistenza del reato, ma comporta l'aggravante o l'attenuazione del reato a secondo di come le circostanze sono state individuate all'interno del codice penale.

Quindi, è un gran pasticcio e faremmo bene a chiudere subito questa partita, giustamente come ha detto qualcuno, perché altrimenti è come le sabbie mobili, più andiamo avanti e più sprofondiamo (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento perché amplia la platea dei luoghi possibili dove si può verificare uno di questi fatti e quindi essere punito, altrimenti non verrebbe punito. Quindi, ben venga inserire, ma il problema è un altro. Il problema è che se noi andiamo a punire condotte più pericolose nei confronti di soggetti vulnerabili in relazione all'età avanzata, ed è questo il più grande disvalore della condotta, cioè andare a frodare una persona vulnerabile in relazione all'età, una persona anziana e vulnerabile, se noi vogliamo andare a punire questo, non era da mettere tutta questa lista di luoghi. Il nostro emendamento precedente, a mia prima firma, diceva proprio questo, voleva eliminare i luoghi perché il disvalore principale è ovviamente l'essere vulnerabile, l'essere anziano, se poi questa frode viene commessa in strada, al parco, piuttosto che in un centro commerciale o in un altro luogo, poco importa, primo perché l'aggravante della truffa già prevede la possibilità che questa sia prevista nella minorata difesa nei luoghi pubblici, nei pubblici uffici, quindi sarebbe già largamente prevista questa fattispecie, secondo perché se non c'è il carattere dell'edificio non è che non c'è l'aggravamento della pena, non c'è la fattispecie di frode nei confronti di soggetti vulnerabili in relazione all'età.

Quindi, è vero che un centro commerciale, una banca o una casa, siano situazioni più delicate per quanto riguarda la propria intimità o per quanto riguarda l'estrarre il portafogli, acquistare merci o prelevare denaro, ma dal mio punto di vista il più grande disvalore è frodare una persona anziana e vulnerabile. Dunque, non può cadere la fattispecie se non c'è il luogo designato nella legge, perché secondo me la questione è grave anche se viene commessa su una strada magari poco illuminata, magari abbastanza buia e degradata. E poi eventualmente prevedere un'aggravante nel caso in cui venga commessa negli istituti di credito, nei supermercati oppure a casa. Questo doveva essere fatto e questo non è stato fatto. Dal mio punto di vista è una discriminazione. Avevamo proposto di eliminare i luoghi, voteremo a favore di questo perché ovviamente aggiungerne uno è sicuramente meglio che non aggiungerlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Intanto che i colleghi votano, avverto che il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a tale gruppo lo svolgimento per ciascun emendamento di un breve intervento per illustrare la posizione del gruppo della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per interventi a titolo personale. Avverto, invece, che il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, ho ascoltato con la consueta attenzione tutti gli interventi su questo provvedimento, in particolare l'ultimo del validissimo collega Cirielli che, in qualche modo, disegna un approccio alle norme incriminatrici davvero singolare, un approccio politico e non un approccio contenutistico, perché se io dovessi parlare dell'approccio politico direi che Fratelli d'Italia sta votando un provvedimento insieme alla maggioranza. Quindi, da questo punto di vista, l'approccio politico sarebbe singolare. Per carità, tutto è possibile, ma lo stupore diciamo è immediato.

Ma non è questo che mi interessa. Io vorrei tranquillizzare l'Aula e tranquillizzare gli amici di Fratelli d'Italia che Forza Italia è sempre e solo stato un partito che ha utilizzato la ragionevolezza. E “ragionevolezza”, che è una parola di matrice costituzionale, che la Corte ha più volte utilizzato nelle sue sentenze, significa rispetto dei principi cardini della nostra Costituzione. Niente reati bandiera, niente pene stratosferiche, niente fattispecie indeterminate, niente abuso della capacità della figura del legislatore, per introdurre norme che non abbiano una loro densità, sia sotto il profilo dell'antigiuridicità sia sotto il profilo della sensibilità del Paese, a punire con la gravissima sanzione penale delle condotte, che possono essere soltanto illegittime, soltanto contra legem, ma senza meritare per questo la sanzione penale.

Da questo punto di vista siamo e saremo sempre contrari a quegli incrementi di pena, che suonano bene, ma non provocano nessun risultato nel sistema, come quest'emendamento del collega Ferraresi, che incrementa le pene e, da “due a sei”, le porta a “tre a sette”. Un aumento ci sta, non basta: una iper-pena, un po' di più, come se questo rendesse la norma migliore.

Ecco, noi su questo non dialoghiamo, noi siamo un partito garantista, dove per garantismo non si intende l'iper-garantismo, si intende l'approccio – ripeto - ragionevole a quelle categorie di matrice costituzionale. Allora, quando io sento che sono mutati i tempi e le circostanze - in senso atecnico voleva dire chi mi ha preceduto -, certo che mutano i tempi, ma i principi costituzionali rimangono! Non è che il mutamento dei tempi comporta il travolgimento dei principi costituzionali. Questo deve essere chiarissimo. Allora, se questo è vero e questo è l'atteggiamento costante - direi universale, se potessi usare questa parola - di Forza Italia, nell'approccio su questi temi, noi non potremo che votare in senso assolutamente contrario a quest'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, noi invece in questo emendamento, esattamente per motivazioni opposte a quelle che sostiene il collega di Forza Italia, Sisto, voteremo a favore. Votiamo a favore, non perché siamo a favore delle cosiddette grida manzoniane, nel senso di aumento indiscriminato della pena. Il problema è che molte volte sfugge, non al collega Sisto che è anche avvocato, ma a tanti cittadini, che in Italia esistono dei meccanismi, per i quali automaticamente a ogni pena bisogna sottrarre di partenza circa il 40 per cento. E c'è un istituto, che si chiama liberazione anticipata, che non si prevede dopo grandi sacrifici, prove di ravvedimento, impegno per la restituzione del maltolto, piuttosto che impegnarsi in lavori forzati e socialmente utili per uno sconto di pena. In Italia automaticamente, a ogni delinquente, viene sottratto circa il 40 per cento della pena che gli è stata comminata per l'istituto della liberazione anticipata. Quindi mi fa ridere - mi passi il termine - l'idea di Forza Italia. Purtroppo, con gli svuota carceri, con la liberazione anticipata e tutti gli altri istituti e i benefici carcerari o i sistemi alternativi alla detenzione, oggi, con un omicidio, si rischia di stare in galera solo sei o sette anni. Un omicidio volontario, con il patteggiamento della pena, con la liberazione anticipata, con l'affidamento in prova ai servizi sociali! Anche magari un pluri-recidivo. Infatti, abbiamo visto persone condannate per omicidio uscire dopo 6, 7, massimo 8 anni dalla galera e ricommettere un omicidio ed avere, comunque, non pene elevate. Per cui, ben venga ogni aumento delle pene, rispetto al caos del codice penale voluto dal centrosinistra e anche da Forza Italia.

È evidente che ci vorrebbe una riorganizzazione completa, una revisione completa. Da questo punto di vista accolgo quello che tante volte viene detto, che l'aumento singolo delle pene di un reato non è detto che di per sé possa essere utile. Ci vorrebbe una revisione complessiva per creare una sorta di contrappeso, un equilibrio che nel vecchio codice c'era. Oggi si arriva al punto, per esempio, che è più grave corrompere un appartenente alla pubblica amministrazione, come pena, piuttosto che aggredirlo violentemente per ottenere quella cosa. Quindi, il delinquente, che va nell'ufficio pubblico e prende a calci in bocca il dipendente che non gli dà la concessione edilizia, ha una pena inferiore rispetto a se si mette d'accordo insieme a quello per corromperlo. Il che veramente è anomalo, vuol dire che invitiamo la persona: è meglio essere violenti, piuttosto che mettersi d'accordo.

Allora, io credo che ci vorrebbe una revisione complessiva, ma l'iniziativa di oggi è assolutamente positiva. E anche la proposta di aumento della pena, appena prevista, con questa proposta di emendamento è sicuramente, in questo caos, meglio di niente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Ora, indipendentemente da ogni discussione intorno alla bontà o meno delle misure riparatorie e permissive - come dice l'onorevole Cirielli - del nostro ordinamento penitenziario, rimane il problema, che non è quello, ma è un altro, ovvero con quale criterio si devono comminare le pene. Ora, è evidente che qui si passa da una pena da “due a sei” anni tranquillamente, con un emendamento, da “tre a sette” anni, senza alcuna motivazione che non fosse il sentimento personale. Ora l'ho già detto prima, mi hanno insegnato che le pene devono essere irrogate in relazione alla gravità dei fatti. Qui credo che sia ormai prassi consueta aumentare le pene con un emendamento, senza alcuna motivazione, solo perché io personalmente ritengo che questo reato sia un reato odioso.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro, ha finito il tempo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Quest'emendamento va nella direzione in cui dicevo, che non è una direzione che non prende in considerazione le vittime - anzi, ci mancherebbe che il MoVimento 5 Stelle facesse una cosa del genere, ha sempre dimostrato un'attenzione maggiore su questi temi - ma va proprio in quella che doveva essere prevista a monte. L'unico intervento che si doveva fare, oltre a prevedere aggravanti specifiche, che dovevano essere inserite, come abbiamo fatto nella nostra proposta, è alzare le pene. Questo non vuol dire alzare enormemente le pene, ma alzare le pene per prevedere un minimo e un massimo più alto, in modo da garantire una certezza della pena maggiore, per quanto riguarda le pene minori, e anche strumenti adeguati alla gravità del fatto, per quanto riguarda il limite edittale maggiore, superiore.

Quindi, quest'emendamento alza le pene di un anno, perché ovviamente “due” è un numero assolutamente che non garantisce neanche nel minimo la gravità di un fatto del genere. Dall'altra parte, ovviamente, l'aumento è proporzionalmente anche nel massimo.

Facciamo questa proposta, anche a livello peculiare successivamente e anche a livello di circonvenzione d'incapace, per adeguarla in modo progressivo alle norme votate. Questo doveva essere fatto: mettere in mano strumenti maggiori a chi indaga, a chi procede e a chi persegue questo tipo di reati e, d'altra parte, garantire una certezza della pena maggiore a chi questi reati li subisce e, quindi, avere comunque anche nel minimo una pena, che può essere adeguata. Infatti, altrimenti, con due anni, ci troviamo già in una situazione in cui si creerà un nulla di fatto. Già questa cosa si verificherà anche con tre o con quattro, ma lasciare il minimo a due è veramente una cosa che, se si vuole intervenire in questo settore come stiamo facendo noi, non può essere ignorata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.34 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Nella logica di successione degli emendamenti, ovviamente, questa nostra proposta di diminuire la sanzione e di portarla da sei anni a cinque anni non è casuale, perché, se si invoca il principio di ragionevolezza, il principio di coerenza con il sistema, questa è una pena che deve andare a cinque anni. Se no, noi andiamo incontro ad un trattamento sanzionatorio che anziché essere una linea armonica di rapporto fra pena e gravità del fatto e meritevolezza della sanzione dipende dal momento in cui la norma viene scritta, dipende dal momento in cui l'Aula è più o meno attenta e non dipende da un ragionamento che invece deve essere, ripeto, di matrice costituzionale.

Ho ascoltato, come sempre, con la doverosa attenzione, la necessità di incrementare le pene fondata sul fatto che gli omicidi possano patteggiare e non possano, possano avere accesso ai servizi sociali e non possano, e possano usufruire di misure alternative ed è un'altra - diciamo così - innovazione che io ho ascoltato, che c'è una riduzione di pena del 40 per cento in automatico nel sistema e anche questo mi risulta, per percentuale, una novità assoluta.

Certo, nell'immaginario collettivo in cui, se c'è qualcuno che viene rimesso in libertà, dovrebbe invece buttarsi la chiave per sempre e rimanere nelle carceri, ma questo sappiamo che non è proprio delle democrazie che si fondano sul rapporto fra sanzione e meritevolezza e capacità di rieducazione nella espiazione della pena, cioè appartiene ad un sistema che non è il nostro, non è il nostro sistema.

Il nostro sistema è fondato su cardini molto precisi: la rieducazione, la commisurazione della pena a seconda del fatto. Voglio dire, sono cardini che se noi mettiamo in discussione per il fantomatico 643-bis, noi stiamo operando nell'ambito di una democrazia parlamentare che fa a meno dei principi costituzionali.

Allora, io credo che noi cerchiamo inutilmente, immagino, in questo caso un allineamento della sanzione con quelle presenti nell'ambito del sistema, ma diciamo che non può essere un motivo di disdoro di questa proposta la prospettiva che dopo 6 -7 anni qualsiasi omicida esca dal carcere. Come diceva Oscar Wilde, tutte le generalizzazioni sono inesatte, anche questa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha un minuto, onorevole.

ARCANGELO SANNICANDRO. Il reato di cui stiamo parlando rientra nel capo II del codice penale “Delitti contro il patrimonio mediante frode”. Se noi andiamo a scorrere il capo II, troviamo quattordici delitti contro il patrimonio mediante frode. Spesso, in Commissione, ci ammoniscono gli auditi - gente di livello e che pratica le università e le aule giudiziarie e i tribunali - che quando si pone mano ad un articolo, ad un delitto, bisogna tenere presente tutto il capitolo relativo ai delitti di cui si sta trattando. Non si possono aumentare le pene senza considerare quanto è la pena per l'usura, quanto è la pena per il riciclaggio, quanto è la pena per insolvenza fraudolenta, perché altrimenti viene fuori un codice penale, alla fine, che è pieno di bernoccoli, di bitorzoli in testa, una pena maggiore, una pena minore, contraddizioni. Questo non è modo di procedere.

Ecco perché noi non abbiamo votato la proposta Ferraresi, non voteremo neanche quella di Sisto. Ci tiriamo fuori da questo giochino, perché non è modo serio di affrontare il tema della individuazione delle pene per una serie di reati, che non sono uno, ma sono molteplici nell'ambito del capitolo “Delitti contro il patrimonio mediante frode”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. Sugli identici emendamenti 2.1 Rostan e 2.20 Daniele Farina, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 2.21 Sannicandro, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Grazie. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Rostan e 2.20 Daniele Farina, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.21 Sannicandro, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli identici emendamenti 3.2 Sannicandro e 3.20 Andrea Maestri.

PRESIDENTE. Il Governo?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.2 Sannicandro e 3.20 Andrea Maestri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Perché abbiamo chiesto la soppressione? Anche per questo istituto, e cioè, praticamente, la limitazione della facoltà del giudice di adattare lo strumento della misura cautelare al caso concreto, è un andazzo, credo di poter dire, che si sta manifestando sempre più diffusamente in questa legislatura, e anche qui non è possibile che si allunghi l'elenco originario dell'articolo 275 a una serie di fattispecie estemporanee, man mano che qui ci vediamo, inseriamo anche qui una limitazione, per questo reato, all'applicabilità dell'articolo 275. Quindi, ripeto, è un sistema di riformare il codice penale del tutto inaccettabile.

PRESIDENTE. Essendo gli unici emendamenti all'articolo 3 emendamenti soppressivi, si vota per il mantenimento dell'articolo 3.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli identici emendamenti 4.1 Sannicandro e 4.20 Daniele Farina.

PRESIDENTE. Il Governo?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 4.1 Sannicandro e 4.20 Daniele Farina.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. La proposta di legge propone, sostanzialmente, di estendere la lista dei reati per i quali è consentito l'arresto in flagranza nonostante che si possa prevedere che la pena che sarà comminata alla fine del dibattimento sarà inferiore a tre anni oppure che dovrà essere concessa la sospensione condizionale della pena. Ora faccio presente che questo benedetto articolo 380, che contiene, appunto, quella lista, in questa legislatura è stato modificato per ben cinque volte, cinque volte su dieci da quanto c'è l'articolo 380, in questa legislatura, il che è un sintomo evidente della schizofrenia di questo Governo e di questa maggioranza, che, da un lato, fanno i progressisti in questa materia - mi limito a dire così, perché non c'è il tempo - e, dall'altro lato, però, la vecchia cultura sopravanza spesso la precedente.

PRESIDENTE. Anche in questo caso, essendo gli unici emendamenti all'articolo 4 degli emendamenti soppressivi, si vota per il mantenimento dell'articolo 4.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 4.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'emendamento soppressivo 5.20 Leva.

PRESIDENTE. Il Governo?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.20 Leva.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Voteremo contro questo emendamento. Che cosa dice? Propone, praticamente, di innalzare la pena per il delitto di circonvenzione di persona incapace…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sannicandro, stiamo parlando dell'emendamento 5.20 Leva, di cui lei è anche firmatario. È l'emendamento soppressivo dell'articolo 5. C'è un solo emendamento soppressivo e poi c'è un articolo aggiuntivo. Lei sta parlando sull'emendamento 5.20 Leva.

ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, posso parlare? C'è un problema?

PRESIDENTE. Va bene, concluda il suo ragionamento.

ARCANGELO SANNICANDRO. Volevo dire che voteremo a favore.

PRESIDENTE. Mi scusi, c'è stato un qui pro quo.

ARCANGELO SANNICANDRO. Ha ragione. Volevo dire che voteremo contro il testo che prevede l'aumento della pena. Nella proposta originaria, la circonvenzione di incapace sotto il profilo della pena non era stata toccata. In Commissione, così, tra una serata e l'altra, aumentiamo la pena a sette anni, così, tanto per fare qualcosa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 5.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.020 Galgano. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DAVID ERMINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.020 Galgano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Signora Presidente, colleghi, il nostro articolo aggiuntivo parte dalla considerazione che questi reati odiosi sono in aumento e che parimenti aumenta anche l'età media della popolazione italiana, e quindi è molto importante agire per contrastarli. Quindi, siamo d'accordo con il senso della legge, ma noi sappiamo anche che una legge è efficace quando la sanzione effettivamente ha la possibilità di essere applicata, e in questo caso un elevato numero di reati va in prescrizione perché le persone che sono anziane, in età avanzata, non se ne accorgono. E, allora, il nostro emendamento propone di far scattare la prescrizione dal giorno in cui ci si accorge del reato, perché, altrimenti, se scatta la prescrizione, qualsiasi pena noi possiamo prevedere sarà inutile. Allora, io chiedo al Governo di riconsiderare la questione e chiedo ai colleghi comunque di votare a favore del nostro articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Un altro esempio di disinvoltura legislativa perché mai dovremmo spostare il termine di decorrenza della prescrizione per questo reato e non per gli altri, ad esempio per la truffa semplice di cui all'articolo 640? Ma è mai possibile che un istituto quale quello della prescrizione, che riguarda tutto l'ordinamento penale, debba essere affrontato a questa maniera? La prescrizione cioè decorre secondo i principi generali da un qualche punto di riferimento, mentre per questo reato dovrebbe decorrere diversamente e perché così non dovrebbe essere per la truffa, per fare un esempio di problemi che si potrebbero porre? Come dire economia domestica o, in questo caso, legislazione domestica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, comprendo tutte le ragioni che sono state lealmente rappresentate dalla presentatrice dell'articolo aggiuntivo in esame ma, parliamoci chiaro, non si cambiano le regole del gioco per vincere la partita, non si allungano i tempi, non si dà un calcio di rigore a centrocampo pur di raggiungere il risultato. Ci sono regole che vanno rispettate: non si può pensare ad una prescrizione a soggetto in cui si tenga conto della persona offesa che abbia consapevolezza della condotta fraudolenta o dell'abuso commessi cioè andiamo ad incartare il termine, tra l'altro straordinariamente allungato di seguito al vigore della recente riforma del processo penale, lo andiamo ulteriormente ad allungare e a renderlo ancora una volta incerto. Infatti dovremmo dire che la prescrizione non decorre dalla commissione del fatto ma dalla percezione soggettiva che la persona offesa ha di una condotta in corso: mi sembra che questo confermi ancora una volta, sia pur per altro verso, tutti i limiti della norma che ci accingiamo a porre in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, intervengo solo per lasciare agli atti il motivo del nostro voto contrario. Il MoVimento 5 Stelle crede che la prescrizione debba essere interrotta con il rinvio a giudizio dell'imputato o comunque, in termini più semplici, con l'inizio del processo. Riteniamo che questo tipo di reato, il reato di truffa o di frode, sia un reato che ha dei problemi perché molto spesso viene scoperto successivamente. Quindi, capisco l'intenzione del proponente cioè in reati in cui si scopre la condotta, la truffa o la frode, in un tempo successivo far scattare la prescrizione e far iniziare il termine di decorrenza da quando se ne viene a conoscenza. Tuttavia non sono a favore della proposta perché o lo si fa per tutti i reati o non lo si fa per alcun reato ma non sarei neanche favorevole forse ad approvarlo per tutti i reati perché comunque crea un'incertezza anche su reati molto meno gravi che, secondo me, dal punto di vista del sistema non possiamo permetterci. Quindi, meglio ovviamente una proposta che preveda per tutti i reati l'interruzione della prescrizione con il rinvio a giudizio e quindi, quando lo Stato vuole esercitare la sua facoltà di intervenire e di perseguire un determinato reato, si possa intervenire determinando che, in quel caso, la prescrizione non possa decorrere. Invece la proposta solo per alcuni reati ovviamente è discriminatoria ma anche prevista in generale è sicuramente una proposta che crea incertezza e tempi assolutamente troppo lunghi nel tempo perché, se si venisse a scoprire dopo dieci o vent'anni, ovviamente non potremmo assolutamente permetterci a livello di sistema una disposizione del genere. Quindi voteremo contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.020 Galgano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/1 Nesi purché sia riformulato, aggiungendo: “a valutare l'opportunità di” e poi il testo rimane uguale.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/2 Marzano.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/3 Binetti purché sia riformulato nel modo seguente: “impegna il Governo a monitorare i fenomeni di isolamento degli anziani che sono prodromici alle frodi ai loro danni anche attraverso il coinvolgimento dei servizi sociali”. Tale proposta di riformulazione sostituisce il testo indicato nell'ordine del giorno.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/4 Palese.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/5 Mazziotti Di Celso purché sia riformulato nel modo seguente: “impegna il Governo a valutare le possibilità, al primo rendiconto dello Stato utile, di verificare l'entità dei proventi derivanti dalle sanzioni indicate in premessa e, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, a valutare la possibilità di destinarli o destinare quote di essi a interventi rivolti a soggetti vulnerabili”.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4130-A/6; mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/7 Sisto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4130-A/1 Nesi: non vedo il proponente e quindi andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/4130-A/2 Marzano: il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/4130-A/3 Binetti: accetta la riformulazione, onorevole Binetti? Prendo atto che l'onorevole Binetti accetta la riformulazione proposta dal Governo. Ordine del giorno n. 9/4130-A/4 Palese: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4130-A/5 Mazziotti di Celso: onorevole Mazziotti Di Celso, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Mazziotti Di Celso accetta la riformulazione proposta dal Governo. Ordine del giorno n. 9/4130-A/6 Carrescia: va bene accolto come raccomandazione? Prendo atto che non insiste per la votazione. Ordine del giorno n. 9/4130-A/7 Sisto su cui è stato espresso parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Capisco che chi si è strenuamente opposto al provvedimento poi non meriti neanche un parere favorevole sull'ordine del giorno ma, per carità, ci sta: è una continuità coerente da parte del Governo e della maggioranza. Però sollecitavo il Governo a rileggere il dispositivo dell'ordine del giorno: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa nonché ad assumere ogni iniziativa volta a prevedere una precisa individuazione dei soggetti sui quali si riversano gli effetti della nuova fattispecie di reato definendo…” magari inserendo la parola “eventualmente”, se ritiene, in una riformulazione “…una specifica età della persona offesa.”. Si tratta cioè di un ordine del giorno che invita ad un monitoraggio per rendere possibile eventualmente una migliore definizione degli esiti e della funzionalità della fattispecie. Se dovesse spaventare la definizione della specifica età, si potrebbe scrivere “eventualmente definendo una specifica età della persona offesa”. Io non mi opporrei a tale riformulazione: si tratta soltanto di un ordine del giorno che tende ad un monitoraggio degli effetti della norma. Invito il Governo eventualmente a rivedere il parere.

PRESIDENTE. Se il sottosegretario ritiene, gli do di nuovo la parola. Altrimenti il parere rimane contrario. Prego, onorevole sottosegretario.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Voglio solo aggiungere che ben venga il monitoraggio ed è una cosa positiva che può essere anche stabilita, ma il testo dell'ordine del giorno, soprattutto nella premessa, affronta tutto il tema del principio di tassatività, mettendo in discussione un po' l'impianto normativo. Quindi, non si tratta di una semplice riformulazione. Voglio solo precisare che il Governo non è contrario a un monitoraggio, che può essere certamente positivo, che è stato fatto anche in altre situazioni e può essere sempre costruttivo e utile. Qui si tratta, invece, di contestare un impianto, parlando addirittura del principio di tassatività che, secondo noi, in questa norma è ben rispettato e definito. Quindi, il mio parere rimane questo. Se vuole ripresentare un altro ordine del giorno finalizzato solo sul monitoraggio, con un'altra…

PRESIDENTE. Sottosegretario, il suo pensiero è chiaro.

Onorevole Sisto, mi pare che il Governo non abbia intenzione di cambiare il parere.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo che vengano votati la premessa e il dispositivo separatamente…

PRESIDENTE. Va bene, ma il parere del Governo è comunque contrario…

FRANCESCO PAOLO SISTO. …e chiedo che il Governo voglia esprimere un parere sul solo dispositivo e chiedo se possa dare un parere diverso fra premessa e dispositivo.

PRESIDENTE. Allora, il parere è complessivo ed è contrario. Votiamo prima l'impegno e poi, se questo è approvato, votiamo la premessa.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4130-A/7 Sisto, limitatamente al dispositivo, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

A questo punto, avendo la Camera respinto il dispositivo, non si mettono in votazione le premesse.

Sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,30 con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Economia e delle finanze e il Ministro dell'Interno. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte ad una proroga del regime agevolato per le cessioni e assegnazioni di beni ai soci – n. 3-03244)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Alfreider ed altri n. 3-03244 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Alfreider se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, onorevole Alfreider, ha un minuto.

DANIEL ALFREIDER. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il 30 settembre prossimo scade la possibilità di cedere oppure assegnare ai soci beni immobili diversi da quelli strumentali o beni mobili non utilizzati come beni strumentali nell'attività propria di impresa, usufruendo delle agevolazioni introdotte dalla legge di stabilità 2016 e prorogate dalla legge di bilancio del 2017. Riteniamo sarebbe importante l'impegno del Governo ad una nuova proroga del regime agevolato per le cessioni e l'assegnazione di beni ai soci, con una decisione che auspichiamo sia adottata, se possibile, prima del 30 settembre 2017 o nella prossima legge di bilancio e chiediamo a lei di conoscere la sua opinione e quella del Governo in merito.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti fanno riferimento alle agevolazioni fiscali introdotte dalla legge di stabilità per il 2016 in virtù delle quali le società commerciali titolari, tra l'altro, di beni immobili cosiddetti patrimoniali, possono assegnare i suddetti beni ai soci, estromettendo dal regime di impresa a condizioni fiscali meno onerose di quelle originariamente previste i suddetti immobili con il pagamento di un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'IVA pari all'8 per cento, ovvero il 10,50 per cento se la società risulta non operativa in almeno due dei tre periodi di imposta precedenti l'assegnazione calcolata sulla differenza fra il valore normale dei beni assegnati e il costo fiscalmente riconosciuto.

Le agevolazioni fiscali riguardano i beni immobili, fabbricati o terreni, diversi da quelli strumentali per destinazione, e i beni mobili iscritti in pubblici registri non utilizzati come beni strumentali per l'attività propria dell'impresa. Le predette agevolazioni sono state prorogate dalla legge di bilancio 2017, che ha disposto la riapertura dei termini per l'assegnazione di beni ai soci fino al 30 settembre 2017. In merito alla richiesta di adottare iniziative volte a disporre una nuova proroga del regime agevolato in argomento eventualmente prima della scadenza già prevista per il 30 settembre 2017, sono in corso i necessari approfondimenti presso i competenti uffici dell'amministrazione in modo da verificare la platea dei soggetti interessati e, conseguentemente, poter valutare gli effetti sui saldi di finanza pubblica.

PRESIDENTE. L'onorevole Alfreider ha facoltà di replicare.

DANIEL ALFREIDER. Grazie, Ministro. Siamo soddisfatti della sua risposta. Tale misura ha sempre avuto un ampio consenso da parte dei contribuenti e appare una misura, secondo noi, flessibile che ha consentito una distribuzione di capitali o di utili mediante attribuzione di uno o più beni. L'assegnazione di tali beni avviene con una fiscalità agevolata e ciò ha permesso di evitare di incidere pesantemente sui conti aziendali. Non minori vantaggi vi sono stati nel caso si sia scelto di trasformare società che abbiano per oggetto esclusivo o principale la gestione dei beni immobili o mobili iscritti nei registri pubblici, come ha detto lei. Ciò ha consentito di non immobilizzare i beni che non sono considerati strumentali ed ha permesso di farlo con regole trasparenti, agevolando la trasformazione e, dunque, la competitività di imprese in settori nei quali il dinamismo è essenziale, come il turismo, il commercio e l'agricoltura, salvaguardando il valore patrimoniale dei beni. Prorogare tali agevolazioni è la conferma di una scelta che favorisce la semplificazione e soprattutto l'innovazione.

(Iniziative di competenza in ordine alle proposte di concordato ricevute dall'Inps, anche in relazione al piano di razionalizzazione delle società partecipate del comune di Civitavecchia – n. 3-03245)

PRESIDENTE. L'onorevole Castelli ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03245 (Vedi l'allegato A).

LAURA CASTELLI. Grazie Ministro, la nostra forza politica, il MoVimento 5 Stelle, nei comuni in cui amministra usa il concordato per rimettere ordine nel mondo delle partecipate, e in questi casi ci sono capitati alcuni problemi con l'istituto dell'INPS: perché, quando l'INPS è tra i creditori, non può firmare per circolare nessun accordo che impedisca il pieno incasso di quelli che sono i crediti nei suoi confronti. Peccato che il bilancio dello Stato ne risente, e perde dei soldi. Questo è il motivo per cui chiediamo a lei, Ministro, se non crede che, anche per una tutela dei conti pubblici, non sia necessario intervenire con una norma che possa dare l'autorizzazione all'INPS di firmare un concordato per chiudere la partita delle partecipate.

PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la sintesi.

Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Presidente, anticipo che offro questa risposta per conto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha la vigilanza sull'INPS.

Quattro società, una holding in liquidazione e tre società operative territoriali partecipate dal comune di Civitavecchia sono effettivamente interessate da procedure di concordato preventivo con finalità liquidatoria pendenti davanti al tribunale di Civitavecchia. Nell'ambito di tale procedura di liquidazione, all'INPS è stata proposta la soddisfazione integrale per la holding del credito relativo al mancato versamento di oneri contributivi, quantificato in 429 mila euro, mentre per le tre società operative la percentuale di soddisfazione offerta all'istituto è pari al 21 per cento. Secondo quanto riportato nella relazione cui fa cenno anche l'interrogante, l'esposizione debitoria complessiva delle quattro società ammonta a 6.633.000 euro, di cui si propone il pagamento per 1.732.000 euro in un arco temporale di cinque anni, subordinatamente all'intervenuta omologazione delle procedure di concordato preventivo con provvedimento passato in giudicato. Per il citato pagamento saranno utilizzate risorse finanziarie pari a 10 milioni di euro, che, secondo quanto riferito dal comune nella predetta relazione, derivano da somme che saranno corrisposte al comune medesimo da un soggetto privato, in conseguenza della mancata percezione di royalty connesse all'intervenuta decisione del privato di non realizzare una determinata opera.

La comunicazione del mancato accoglimento delle proposte concordatarie da parte dell'INPS, come formulate dal comune, risulta conforme con il quadro normativo vigente come recepito nelle circolari adottate dall'istituto. Tuttavia, in virtù dell'articolo 182-ter della legge fallimentare, il debitore può accedere al concordato preventivo con proposta di pagamento parziale o dilazionato dei crediti contributivi con le modalità della transazione previdenziale prevista dal citato articolo. La proposta potrà essere accolta e omologata dal giudice al verificarsi delle condizioni previste dal medesimo articolo. Si tratta di un aspetto rilevante di flessibilità della procedura, che va nella direzione auspicata dall'interrogante.

La procedura può concludersi anche senza l'assenso degli enti previdenziali, che sono tenuti a rispettare i criteri dettati dal decreto ministeriale 4 agosto 2009 in ordine ai limiti e alle condizioni di accettazione degli accordi sui crediti contributivi. Pertanto, il giudice potrà procedere all'omologazione se vi è il rispetto delle condizioni stabilite dall'articolo 182 della legge fallimentare, che consente, sulla base della vigente formulazione, che i crediti contributivi possano non essere soddisfatti in misura pari al 100 per cento.

PRESIDENTE. L'onorevole Castelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

LAURA CASTELLI. Ministro, devo dire che, essendo il MoVimento 5 Stelle l'unica forza che fino adesso nelle amministrazioni ha utilizzato il concordato, e lo sta facendo anche scoprendo un pezzo alla volta il magico mondo di quelle misure, che sono state peraltro modificate dalla legge cosiddetta Madia, poi dalla legge sulle partecipate: quindi incastrare tutti i pezzi delle volte diventa complesso. Quindi ringrazio per la risposta, e cercheremo di interpretarla secondo quello che lei ci ha detto oggi. Rimane appunto il fatto che spesso questi concordati, se all'interno hanno istituzioni pubbliche e non si chiudono, il bilancio dello Stato rischia di avere di buchi. Lei ha parlato giustamente di 6 milioni; tra l'altro l'INPS, se non chiudesse questo accordo, questo concordato, oltre a perdere 6 milioni ne perderebbe anche 1 e mezzo, più o meno, per pagare i TFR delle partecipate, quindi ulteriori somme. Credo che si debba ancora fare uno sforzo per capire come una procedura di questo tipo, complessa, che appunto si incastra con la legge cosiddetta Madia e con la legge sulle partecipate, possa agevolare le amministrazioni che hanno intenzione di fare meglio, mettere in ordine i bilanci comunali e l'universo delle partecipate, che risulta spesso complesso. Quindi mi auguro che, come è già stato fatto anche dal suo Ministero, ci sia un dialogo atto a venirci incontro, soprattutto nelle necessità degli enti che decidono questa strada.

(Iniziative di competenza in ordine all'annunciata manifestazione di Forza Nuova in occasione dell'anniversario della marcia su Roma – n. 3-03246)

PRESIDENTE. L'onorevole Roberta Agostini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Franco Bordo ed altri n. 3-03246 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

ROBERTA AGOSTINI. Presidente, Forza Nuova ha lanciato l'evento “28 ottobre in marcia”, contro - come si legge sulla sua pagina Facebook - il Governo, lo ius soli e le violenze degli immigrati. La marcia, noi crediamo, è evidentemente rievocativa di un'altra tragica marcia su Roma, quella del 28 ottobre 1922 che diede il via alla dittatura fascista.

Forza Nuova continua ad organizzare iniziative e materiali di propaganda sconcertanti: dal manifesto sui migranti stupratori ispirato alla Repubblica Sociale Italiana fino alle ronde anti-immigrati, e allora noi chiediamo quali iniziative si intende assumere per impedire la marcia del 28 ottobre, che viola, noi crediamo, sia la legge cosiddetta Scelba sia la Costituzione.

Non dimentichiamoci in quest'Aula che Roma è città medaglia d'oro alla Resistenza, ha pagato un grandissimo contributo per la libertà e la democrazia e non può tollerare manifestazioni di questo tipo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, nei giorni scorsi gli organi di informazione hanno dato ampio rilievo all'iniziativa pubblicizzata sui social dal movimento politico Forza Nuova, concernente una manifestazione con corteo definita “marcia dei patrioti”, altresì presentata come “marcia su Roma”, preannunciata per il prossimo 28 ottobre.

Preciso, al riguardo, che ad oggi non è pervenuto alcun formale preavviso della manifestazione in parola, che secondo la normativa vigente deve essere presentato dai promotori almeno tre giorni prima dello svolgimento, con indicazione del giorno, dell'ora, del luogo e dell'oggetto della riunione, nonché della generalità dei promotori e di coloro che sono designati a prendere la parola nel corso della manifestazione.

Mi preme, comunque, sottolineare che la data annunciata per la manifestazione richiama in modo palese l'atto di nascita del regime fascista, ed in particolare la marcia su Roma, cui lo stesso titolo della manifestazione, denominata “marcia dei patrioti”, pare evidentemente alludere.

È evidente, al riguardo, che una manifestazione dai siffatti connotati si porrebbe in chiaro contrasto con l'ordinamento giuridico, che prevede in materia alcuni fondamentali presidi di legalità: dalla legge cosiddetta Scelba, che vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista e punisce l'apologia del fascismo, alla legge cosiddetta Mancino, che offre specifici strumenti per la prevenzione e contrasto dell'antisemitismo, del razzismo, della xenofobia, con l'introduzione della fondamentale condanna di gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista.

Assicuro pertanto che, ove venga comunicato all'autorità competente formale preavviso relativamente alla manifestazione in parola, le autorità provinciali di pubblica sicurezza effettueranno le valutazioni necessarie tenendo conto del quadro che io ho precedentemente descritto.

PRESIDENTE. L'onorevole Franco Bordo ha facoltà di replicare, per due minuti.

FRANCO BORDO. Ministro, prendiamo atto dalla sua replica, della sua risposta, per cui il Governo si impegna appunto, se ve ne fosse una richiesta formale, a vietare questa marcia su Roma. Bene.

Noi, però, le chiediamo anche di essere più presente, puntuale in questi mesi, in queste settimane, in questi giorni su tutto quanto sta avvenendo nel nostro Paese. È in atto una deriva, una deriva preoccupante: partiti e organizzazioni neofascisti si stanno organizzando, fanno propaganda su tutto il territorio con il web, e non soltanto con il web.

Io penso che sia il momento di reagire, di essere veramente un po' più inflessibili: occorre che le istituzioni tutte, i partiti, le forze democratiche, l'informazione denuncino appunto questa situazione, non la subiscano, e si faccia un po' argine a questa offensiva che è un'offensiva reazionaria.

Lei, in agosto, ha avuto modo di esprimersi con queste parole: “sono preoccupato per la tenuta democratica”. Bene, anche su questo versante, io penso che bisogna esprimere una forte preoccupazione e una forte attenzione. Le chiediamo, signor Ministro, maggiore presenza su questo tema.

Io penso che i richiami che l'ANPI, spesso con il suo presidente, il professore Smuraglia, fa alla politica, alle istituzioni, di non lasciar correre, siano un appello che dobbiamo cogliere tutti insieme. Per cui basta con le provocazioni fasciste. Basta con le sfilate fasciste nel nord Italia, ne abbiamo viste tantissime in questi ultimi mesi, raduni naziskin che si susseguono. Le chiediamo, signor Ministro, un maggiore protagonismo su questo versante (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista)

(Chiarimenti in merito a notizie di stampa relative a presunte erogazioni di contributi economici da parte del Governo italiano a favore di milizie libiche, al fine di contenere i flussi migratori – n. 3-03247)

PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Maestri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marcon ed altri n. 3-03247 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Con la nostra interrogazione chiediamo al Ministro Minniti una risposta chiara e inequivoca sugli accordi onerosi del Governo italiano con le milizie libiche, in particolare con trafficanti di esseri umani della risma di tale Al-Dabbashi.

Noi parliamo di accordi illegali perché fatti in violazione all'articolo 80 della Costituzione che impone l'autorizzazione del Parlamento. Accordi illegali perché fatti in violazione dell'articolo 10 della Costituzione che sancisce il diritto di asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Accordi illegali perché fatti in violazione della Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati che la Libia non ha mai ratificato. Accordi illegali perché comportano violazioni dei diritti umani e rimpatri forzati in Paesi come il Sudan di al-Bashir incriminato dalla Corte penale internazionale dell'Aia per omicidio, stupro, tortura e sterminio.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, con riferimento alle notizie di stampa richiamate nei quesiti, rammento che esse sono state più volte smentite, anche dal Ministero degli Affari esteri e dal Governo italiano.

Sulla questione il Presidente del Consiglio dei ministri ha riferito al Copasir nell'audizione del 12 settembre scorso. Gli atti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che è presieduto, lo ricordo, da un rappresentante dell'opposizione, ed è composto da parlamentari sia della maggioranza che dell'opposizione, non hanno carattere di pubblicità, tuttavia in una dichiarazione riportata dalla stampa, il presidente di quel Comitato, del Copasir, non ha rilevato elementi critici.

La sensibile riduzione degli sbarchi dalle coste libiche, meno 21,16 per cento, e l'ancora più significativa flessione degli ingressi dal Niger, meno 35 per cento, e quindi nel confine meridionale della Libia, che allo stato tuttavia non possiamo ancora leggere come un mutamento strutturale, si collocano nell'ambito di un'organica strategia di intervento che il Governo in questi mesi ha cercato di portare avanti dall'altra parte del Mediterraneo.

In tal senso, ricordo il sostegno logistico all'attività della Guardia costiera libica che finora ha salvato oltre 15.000 persone; l'accordo di pace siglato il 31 marzo scorso tra le tribù Tebu e Suleiman alla presenza dei leader Tuareg; il lavoro della cabina di regia tra i Ministeri dell'Interno dell'Italia, Libia, Mali, Niger e Ciad, fondamentale per la messa in sicurezza del confine meridionale della Libia.

Questo approccio è stato condiviso e incoraggiato dal vertice del 28 agosto a Parigi e dai Ministri dell'Interno dell'UE riunitisi a Bruxelles in occasione del GAI del 14 settembre scorso.

Ricordo, inoltre, che il 30 agosto una delegazione guidata dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo ha incontrato a Tripoli il procuratore generale libico con l'obiettivo di una forte cooperazione contro i trafficanti di esseri umani ed il terrorismo. Entro il mese di ottobre sarà firmato un protocollo ufficiale in tal senso.

In questi mesi l'Organizzazione mondiale per l'immigrazione è ritornata in Libia, l'UNHCR vi è entrata per la prima volta dopo 66 anni. Nel corso del Comitato misto italo-libico, tenutosi lo scorso 15 settembre presso il Ministero dell'Interno, a cui hanno formalmente partecipato i capi delegazione dell'Organizzazione mondiale per l'immigrazione e dell'UNHCR, si è deciso un intervento coordinato con organizzazioni internazionali per affrontare il tema delle condizioni di vita e il rispetto dei diritti umani, questione da noi considerata cruciale.

Ricordo altresì che l'UNHCR ha già visitato 27 dei 29 centri di accoglienza presenti in Libia e ha individuato mille soggetti in condizioni di fragilità a cui potrà essere riconosciuta la protezione internazionale e, quindi, la ricollocazione in Paesi terzi. L'Organizzazione mondiale per l'immigrazione, da parte sua, ha informato di avere già portato a termine oltre 7.300 rimpatri volontari e assistiti con il reinsediamento nei Paesi di origine dei migranti, stimando di poter raggiungere, entro la fine dell'anno, la cifra di 15-20.000.

PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Maestri ha facoltà di replicare.

ANDREA MAESTRI. Esprimo totale insoddisfazione per la risposta evasiva del Ministro Minniti, che ci riferisce che il presidente del Copasir non ha rilevato elementi critici, ma mi pare che gli elementi critici siano assai significativi, persino molto ben documentati da diversi reportage, inchieste giornalistiche, tra tante, quella di Cremonesi per il Corriere della Sera.

Lei, signor Ministro, sempre più assume le sembianze del Caron dimonio, che gestisce i flussi sulla trista riviera d'Acheronte, questa trista riviera d'Acheronte oggi ha le sembianze del confine meridionale della Libia, confine di deserto con il Ciad e con il Niger. Lei sempre più assume le sembianze del nocchiero della livida palude che in maniera molto cinica oggi non smentisce accordi illegali con criminali comuni tripolitani.

Lei non può ergersi, signor Ministro, a paladino della legalità se è lei il primo a fare accordi illegali con criminali comuni. Lei ha assunto il volto rassicurante del razzismo democratico. Per anni, per decenni, la sinistra ha combattuto la destra sul piano culturale e valoriale, rifiutando il binomio sicurezza-immigrazione. Lei ci ha fatto addirittura due decreti, introducendo per la prima volta una mostruosità come l'apartheid giudiziario per i richiedenti asilo. Queste sono le sue politiche, Ministro Minniti, noi ci dissociamo in maniera netta e definitiva.

PRESIDENTE. Onorevole Maestri, però ricordo che, al di là dei distinguo o del contrasto politico, poi il rispetto che si deve all'organismo e alle figure che rappresentano il Governo, così come ai colleghi, deve essere sempre mantenuto nel dibattito interno che si fa in questa Assemblea.

(Elementi ed iniziative di competenza in ordine alla delibera della giunta comunale di San Germano Vercellese in materia di gestione del fenomeno migratorio – n. 3-03248)

PRESIDENTE. L'onorevole Gribaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03248 (Vedi l'allegato A).

CHIARA GRIBAUDO. Grazie Presidente. Gentile Ministro, la giunta del comune di San Germano Vercellese, in data 9 agosto 2017, ha adottato una delibera denominata “Tutela del territorio sangermanese dall'invasione, immigrazione delle popolazioni africane e non solo”. I contenuti del documento lo rendono lesivo del ruolo delle istituzioni e di tutti quegli attori che oggi lavorano per la tutela e la degna accoglienza dei migranti e dei rifugiati nel nostro Paese. La delibera accusa il principio della distribuzione diffusa dei migranti sul territorio, allude alle associazioni che se ne occupano come ad aziende di malaffare, e rifiuta il piano di accoglienza presentato dalla prefettura, non riconoscendo le legittime scelte del suo dicastero e del Parlamento italiano.

Di fronte ad un atto che attacca l'onore delle istituzioni repubblicane e l'integrità dell'azione statale, ci preme chiederle se il Ministero ne sia stato informato e quali iniziative intenda adottare per promuovere l'inclusione sociale e garantire, soprattutto, rispetto della legalità nel comune di San Germano Vercellese, così come in tutto il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie Presidente. Onorevoli deputati, sono stati recentemente segnalati alcuni provvedimenti adottati da enti locali volti a non favorire o contestare la collaborazione istituzionale in materia di accoglienza diffusa di migranti come quello richiamato dal comune di San Germano Vercellese. Al riguardo rilevo che le affermazioni contenute nella delibera di giunta del citato comune non sono in alcun modo conciliabili con la strategia del Governo concretizzatasi con l'accordo tra Viminale ed ANCI sul progetto dell'accoglienza diffusa.

Nel gennaio scorso ho presentato in sede di Conferenza delle regioni il piano ANCI-Ministero dell'interno diretto ad assicurare, attraverso la piena condivisione con i sindaci, la distribuzione dei migranti secondo un criterio di proporzionalità tra la popolazione residente e il numero dei richiedenti asilo destinati ad una determinata comunità. Inoltre, il quadro dell'intesa strategica con il sistema dei comuni italiani è completato dal lavoro di un'apposita cabina di regia che ha il compito di definire le modalità di interventi sinergici e tempestivi per la soluzione delle singole criticità che si registrano nel quadro di un attivo coinvolgimento dei sindaci relativamente alle scelte che si operano sui singoli territori.

Analoghe considerazioni valgono per il sistema di accoglienza, non più ispirato a logiche emergenziali, ma improntato a criteri di massima trasparenza e principi di economicità e concorrenza, di cui è concreta espressione il capitolato unico, concordato con Anac, per la gestione dei centri di accoglienza da me sottoscritto nel marzo scorso. Tanto premesso, nel vigente quadro normativo non è rinvenibile alcun potere di annullamento, da parte dell'Amministrazione dell'interno, degli atti deliberativi adottati dagli enti locali. Eventuali illegittimità possono, dunque, essere fatte valere in sede di impugnazione davanti al giudice amministrativo solo dai soggetti legittimati.

Sono profondamente convinto, tuttavia, che il modello dell'accoglienza diffusa rappresenti la risposta più efficace nella prospettiva di una distribuzione equilibrata e sostenibile dei migranti sul territorio nazionale e della loro possibilità di piena integrazione. Contemporaneamente, è l'unica via per rispettare due diritti, quello di chi è accolto e quello di chi accoglie. La loro conciliazione è fondamentale in una democrazia.

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO. Signor Ministro, prima di ringraziarla per la risposta a questa interrogazione, mi permetta di sottolineare come io credo che le parole che ho ascoltato da parte del collega che ci ha preceduto nella precedente interrogazione rivolta alla sua persona siano inammissibili in quest'Aula (Commenti del deputato Andrea Maestri). È consentita la dialettica politica, non l'offesa personale.

E, d'altra parte, la risposta che il Ministro ha dato anche alla nostra interrogazione, oltre che a quella del precedente collega interrogante, stabilisce ancora una volta, come non ce n'era bisogno, perché ne eravamo certi, Ministro, interrogandola sul fatto svoltosi nella località di San Germano Vercellese, che ella, come tutto il Partito Democratico, hanno ben chiari i principi fondamentali della dignità umana e i principi fondamentali del rapporto tra istituzioni locali, Parlamento e Governo, per i quali principi ciò che il Parlamento democraticamente decide, le leggi e le norme che ci diamo, l'istituzione del Governo e dello Stato non possono che essere coerentemente perseguiti anche presso i territori locali dalle amministrazioni che li governano.

È una partita nazionale complessa quella che si sta giocando. Noi siamo soddisfatti della sua risposta, signor Ministro, condividiamo il modello di integrazione e accoglienza diffusa nel nostro Paese e lo colleghiamo anche alle altre parole che lei ha utilizzato per spiegare quanto e come il Governo abbia già fatto, al di là del Mediterraneo, per affrontare come mai prima negli ultimi anni complessivamente il difficile tema dell'immigrazione, dell'accoglienza e dell'integrazione, sempre devoti ai principi sacri di difesa della dignità umana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fiano. Quanto all'interrogazione precedente, la Presidenza è già intervenuta, mentre chiedo ai colleghi di evitare il dialogo tra interroganti, perché il dialogo dell'interrogazione è con il Governo e non tra interroganti.

(Chiarimenti in merito ai dati e ai criteri di rilascio dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e iniziative volte a limitare il riconoscimento del diritto alla protezione internazionale ai casi strettamente previsti dal diritto costituzionale italiano e dalla normativa europea e internazionale– n. 3-03249)

PRESIDENTE. L'onorevole Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03249 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

LAURA RAVETTO. Ministro, come lei sa bene, in Italia abbiamo una sorta di unicum giuridico, la protezione umanitaria, che non deriva da obblighi internazionali, ma che deriva da legislazione nazionale in un periodo storico profondamente diverso, parliamo della legge Turco-Napolitano del 1998. Altri Paesi europei, come la Germania, hanno un istituto simile, ma dato veramente in casi di eccezionalità.

Siamo a chiederle con questa interrogazione, da una parte, quali sono i numeri della concessione di questi permessi che vengono dati a soggetti cui le commissioni territoriali hanno negato lo status di rifugiato, ma, soprattutto, visto che questi numeri effettivamente sono disponibili da parte del Ministero dell'Interno, quanti e quali sono stati i rinnovi, perché questo è un numero difficilmente deducibile dai dati forniti dal Ministero. Le chiediamo anche se non ritenga, a questo punto e in questo contesto storico, che forse un aggiornamento di questa legislazione sarebbe necessario.

PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la puntualità. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ricordato nell'interrogazione, la protezione internazionale è disciplinata nell'ordinamento italiano attraverso tre istituti: l'asilo politico, la protezione sussidiaria e la protezione umanitaria. Il primo discende dalla Convenzione di Ginevra del 1951, mentre il secondo scaturisce dal recepimento di una direttiva europea nel nostro ordinamento operato con il decreto legislativo n. 251 del 2007. La protezione umanitaria è invece prevista dall'ordinamento nazionale quale ulteriore forma di tutela per il richiedente protezione internazionale che non abbia i requisiti per il riconoscimento.

Desidero puntualizzare preliminarmente che anche altri Stati europei hanno forme di protezione analoga alla protezione umanitaria, sia pur differentemente caratterizzata. L'istituto si riscontra in vari Paesi, tra i quali, ad esempio, la Finlandia, la Germania, la Svizzera e il Regno Unito.

Nel quadro normativo vigente, la protezione umanitaria continua a rivestire un ruolo residuale e atipico. In particolare, le commissioni territoriali per il riconoscimento e la protezione internazionale concedono tale forma di protezione prevalentemente quando sussistono seri motivi di carattere umanitario non predeterminati e tipizzati dal legislatore ovvero risultanti da obblighi costituzionali o assunti dall'Italia in sede internazionale, ragioni di carattere temporaneo legate, ad esempio, a motivi di salute o a gravi condizioni psicofisiche o patologie, ovvero ad altre condizioni quali calamità naturali e altri gravi fattori locali, situazioni familiari del richiedente valutate ai sensi dell'articolo 8 sul diritto al rispetto della vita privata e familiare.

La casistica che ho appena citato qui, cui si aggiungono alcune altre fattispecie che per brevità non richiamo, è confortata dalla prassi giurisprudenziale, peraltro ampiamente ampliata dalla Corte di cassazione, che con la sentenza n. 15466 del 7 luglio 2014 ha affermato, tra l'altro, che l'esigenza qualificabile come umanitaria debba essere riferita anche a situazioni vulnerabili non rientranti nelle misure tipiche sulla base di una serie di motivazioni esplicitate nella decisione stessa.

Credo che qualsivoglia ragionamento sul tema debba essere caratterizzato da grande prudenza, in quanto mi pare evidente che l'istituto della protezione umanitaria, peraltro supportato da chiari orientamenti giurisprudenziali, consente di risolvere nella prassi tutta una serie di situazioni critiche che, in assenza di tale strumento, potrebbero determinare gravi violazioni dei diritti fondamentali.

PRESIDENTE. L'onorevole Ravetto ha facoltà di replicare per due minuti.

LAURA RAVETTO. Ministro, grazie, però mi aspettavo dei numeri. La domanda era chiara: a fronte dei numeri delle concessioni di questi permessi, che, ripeto, sono visibili dai dati del Ministero, quello che non è comprensibile è quanti sono stati i rinnovi di questi permessi. Questi permessi sono concessi per casi eccezionali e temporanei relativi alla situazione del Paese di provenienza o ai casi da lei indicati. Chi verifica che nei Paesi di provenienza permangano queste condizioni? Chi verifica che le condizioni familiari dei soggetti beneficiati permangano? Perché la sensazione che abbiamo è che questi permessi vengano rinnovati automaticamente e non si faccia un'adeguata analisi, probabilmente neanche sui soggetti, perché, purtroppo, recenti fatti di cronaca hanno messo in luce che soggetti ancora presunti, ma comunque indagati di reati efferati, erano titolari beneficiari di questo tipo di permessi.

Quindi, noi crediamo che si tratti purtroppo di una sorta di sanatoria mascherata; non vorremmo che fosse operata anche per evitare i rimpatri, perché è di tutta evidenza che un soggetto che ha la protezione umanitaria, questo tipo di permesso, e non sarebbe beneficiario del rinnovo andrebbe rimpatriato.

Le chiediamo, quindi, uno sforzo in più per la verifica dei rinnovi, e noi continueremo nella riflessione della modifica della legislazione. C'è una legge a firma mia e del collega Fontana per una modifica proprio dei criteri di rilascio di questo tipo di protezione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

(Elementi ed iniziative in ordine al trasferimento di trecento persone di etnia rom nella caserma Boscariello di Miano (Napoli), anche in relazione al progetto di trasformazione di tale caserma in una cittadella dello sport – n. 3-03250)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione all'ordine del giorno Taglialatela ed altri n. 3-03250 (Vedi l'allegato A). Chiedo all'onorevole Taglialatela se intenda illustrare la sua interrogazione per un minuto o se si riservi di intervenire in sede di replica.

MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, lei conosce certamente Napoli e conosce anche i disagi che vivono i cittadini delle periferie e, in modo particolare, quelli dell'area nord. La caserma Boscariello è esattamente a metà strada tra Secondigliano, Miano e Scampia ed è un'area di circa 100.000 metri quadrati all'interno della quale, dopo una battaglia durata anni, si è prodotta, per effetto della dismissione da parte dell'esercito di utilizzo di quell'area, la possibilità di realizzare un'opera che dovrebbe contribuire, che certamente contribuirà ad eliminare parte del disagio sociale e di creare una città dello sport per la quale già sono stati disposti 38 milioni di euro da parte del suo Governo.

Leggere dai giornali e ascoltare dalla voce del suo collega Ministro per lo Sport, in audizione in Commissione antimafia qualche giorno fa, che dal suo punto di vista - mi auguro non anche dal suo - sarebbe compatibile l'utilizzo di quell'area con l'utilizzo della stessa per un campo rom, che mi dicono momentaneo, fa veramente sorridere, se non rabbrividire. Le chiedo quali sono i tempi entro i quali lei immagina che questo equivoco possa essere eliminato.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, il campo rom di via Cupa Perillo, insediamento esistente nel quartiere di Scampia da oltre vent'anni, è stato oggetto di un sequestro preventivo emesso dal GIP del tribunale di Napoli nel luglio scorso che fissava all'11 settembre il termine per lo sgombero. In relazione a tale provvedimento il comune di Napoli, in seno al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, si è impegnato all'elaborazione di un piano per la sistemazione delle famiglie rom.

Nel frattempo, il verificarsi di un incendio di vaste proporzioni, il 27 agosto, presso il citato campo ha portato all'adozione di un'ordinanza sindacale con la quale è stato disposto il trasferimento temporaneo della popolazione in altri siti. Parte di essa, circa 60 persone, è stata subito collocata nell'Auditorium di Scampia in attesa di un successivo trasferimento nella caserma dismessa a Boscariello per una sistemazione anch'essa temporanea. In esito ad un confronto tra il comune di Napoli e il Ministero della Difesa è stata individuata, all'interno della citata ex-caserma, una circoscritta area per allestimento temporaneo, fino al 31 dicembre 2017, di un centro per raccogliere anche le altre persone provenienti dall'insediamento di via Cupa Perillo.

La temporaneità dell'utilizzazione, insieme alla considerazione che lo spazio concesso non rientra nelle previsioni progettuali della cosiddetta cittadella dello sport cui è destinata parte della struttura militare, non pregiudica in alcun modo la tempistica dell'inizio dei lavori. Si riscontra così piena sintonia con quanto realmente affermato dal Ministro Lotti come riportato dal resoconto stenografico in sede di audizione presso la Commissione antimafia. Per l'allestimento della sistemazione provvisoria è pervenuta dal comune di Napoli una richiesta di materiale logistico al dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'Interno; mentre da parte della regione Campania vi è stata l'assicurazione circa l'intervento di bonifica dell'area interessata all'incendio.

La vicenda - le posso garantire - sarà attentamente seguita dalla prefettura di Napoli in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica con la partecipazione dell'autorità giudiziaria che ha concesso, nel frattempo, la proroga di un mese per lo sgombero dell'area.

PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare per due minuti.

MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, purtroppo mi conferma una follia, cioè che in un'area che era stata individuata per realizzare interventi che potessero trasformare in meglio le periferie dell'area nord di Napoli non si perde l'occasione per collocarci quello che, purtroppo, è effetto dell'emergenza. Lei ha detto senza citare i numeri che ai sessanta che attualmente sono ospiti dell'Auditorium se ne aggiungeranno altri, senza specificare il numero.

Saranno almeno trecento, effetto della proroga che finirà da qui a qualche giorno, che terminerà per lo sgombero di quell'area. Temo e i cittadini dell'area temono che quel numero possa ulteriormente aumentare. Le assicuro che, oltre al controllo che eserciterà la Prefettura, ci sarà il controllo di cittadini perché francamente è comico che qualcuno possa immaginare che una sistemazione, che tra l'altro non è ancora iniziata perché quell'area non è stata ancora occupata da alcunché, possa vedere la fine dell'utilizzo come campo rom entro dicembre di quest'anno. Tanto i giorni e le settimane passeranno e avranno la possibilità di dimostrare quale è l'ipocrisia e in qualche modo anche la demagogia del sindaco di Napoli che sostiene che la nostra città debba essere una città di turismo, nel quale ovviamente le periferie non vengano escluse dallo sviluppo, e, contemporaneamente, consente l'utilizzo di un'area di circa 100.000 metri quadrati - non ce ne sono altre nella città per un utilizzo di tipo sociale - che si vuole prendere in considerazione come campo rom. Nulla che riguardi un giudizio negativo nei confronti di quei cittadini e di quella popolazione, ma è evidente che l'area della caserma Boscariello già avrebbe dovuto essere utilizzata nel passato, con un'oculata attenzione, ad un utilizzo diverso a favore della città.

(Iniziative di competenza in merito alle modalità di utilizzo da parte degli enti locali dei proventi delle sanzioni relative ad infrazioni del codice della strada - n. 3-03251)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Mottola e Vignali n. 3-03251 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Mottola se intenda illustrare la sua interrogazione per un minuto o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Ministro, premesso che l'ultimo rapporto ACI rivela che nel 2016 gli introiti delle sanzioni per infrazioni al codice della strada sono aumentate del 45 per cento. Su 100 contravvenzioni 84 sono emesse dalle Polizie locali. Tra l'altro, l'europea Transport safety ha attestato che tra il 2010 e il 2015 il nostro Paese ha segnato un maggiore incremento di sanzioni per eccesso di velocità (più 15 per cento: circa 50 multe ogni 1.000 abitanti). Si tratta, quindi, di cifre elevatissime pagate dai cittadini ed utilizzate dai comuni, nella stragrande maggioranza dei casi, per rimpinguare i bilanci più che per garantire la sicurezza. Quali iniziative il Governo intende adottare affinché gli enti locali evitino di far sì che l'erogazione delle multe costituisca una vera e propria tassazione effettuata solo per incrementare i bilanci comunali e non come strumento e misura educativa per i cittadini?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, l'interrogazione si sofferma - leggo testualmente - su quali iniziative il Governo intenda adottare per far sì che l'erogazione delle multe non rappresenti una vera e propria tassazione effettuata solo per implementare i bilanci comunali. Informo che lo scorso 21 luglio ho emanato una specifica direttiva per garantire un'azione coordinata delle forze di Polizia per la prevenzione e il contrasto dei comportamenti che costituiscono le principali cause di incidenti stradali. In particolare, è stato confermato l'indirizzo già consolidato che prevede che l'azione di contrasto per gli eccessi di velocità debba essere espletata secondo obiettivi e criteri determinati nell'ambito di un'adeguata pianificazione dell'autorità prefettizia. Sono stati, altresì, aggiornati i principi e i criteri cui gli organi accertatori devono attenersi per effettuare contestazioni in caso di inosservanza dei limiti di velocità in modo da contemperare l'esigenza primaria di garantire le condizioni di sicurezza stradale con quella della tutela dell'affidamento degli utenti della strada che devono essere posti in condizione di adeguarsi preventivamente ai limiti prefissati. Sono convinto che l'insieme delle misure previste dalla direttiva potrà contribuire anche ad un più corretto esercizio del potere sanzionatorio. Più in generale, rammento che l'articolo 208 del codice della strada stabilisce che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie sono incamerati dall'amministrazione pubblica a cui appartiene l'organo di Polizia stradale che ha accertato l'illecito e che tuttavia non può beneficiarne direttamente in nessuna forma. I proventi sono devoluti agli enti locali di appartenenza ovvero alle amministrazioni statali. Una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli enti locali è vincolata a specifici interventi per migliorare le infrastrutture, la sicurezza stradale, la segnaletica e il potenziamento delle attività di controllo. Lo stesso vincolo di destinazione si applica in caso di violazione dell'articolo 142 del codice della strada in tema di eccesso di velocità accertato con sistemi di rilevamento ovvero mezzi tecnici di controllo a distanza.

Al fine di monitorare l'effettiva destinazione degli introiti in parola alle finalità normativamente indicate, ferme restando i controlli di competenza della Corte dei conti sulla gestione dei comuni, è previsto l'obbligo per ciascun ente locale, entro il 31 maggio di ogni anno, di inviare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell'interno una relazione circa l'ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza, nonché l'elenco degli interventi realizzati con dette risorse, specificando gli oneri sostenuti per ciascuna attività. Sanzioni sono previste in caso di omissione della trasmissione della citata relazione o per l'utilizzo dei proventi in modo difforme da quanto previsto dalla legge. Ritengo che il quadro normativo, che ho appena descritto, correttamente applicato, sia idoneo a garantire che gli accertamenti delle violazioni previste dal codice della strada non siano strumento per implementare in modo improprio i bilanci comunali.

PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Vede Ministro, io non dubito sull'azione da parte dello Stato per prevenire, per aiutare e per instradare i cittadini verso un comportamento migliore. Ma qui si tratta di vedere il comportamento dell'altra parte, cioè degli enti. Io vedo che lo Stato fa uno sforzo per cercare di tagliare le spese e, per tagliare le spese, riduce i contributi ai comuni. Però i comuni, gli enti locali, in realtà, non fanno altro che riversare questi tagli sui cittadini, attraverso dei veri e propri agguati, cioè si trasformano tutti in veri e propri piccoli sceriffi di Nottingham e cominciano a lanciare strali verso i poveri automobilisti.

A me è capitato, per esempio, di percorrere un tratto della Francigena, verso Viterbo, e trovare un punto della strada, una strada che passa nelle campagne, fiancheggiata da tre case, che evidentemente viene valutato come percorso attraverso una città o un paese. In quella strada, però, il limite di velocità non è 50 chilometri all'ora, ma è posto addirittura a 30 chilometri all'ora. La strada è particolarmente dissestata. Se per caso un automobilista passa alla folle velocità di 70 chilometri all'ora, prende una multa di 2 mila euro e la sospensione della patente. La strada è dissestata, ma è dissestata da quindici anni e viene lasciata in quelle condizioni, secondo me, apposta per farci cadere dentro gli automobilisti e in questo modo spremerli il più possibile. Questo comportamento non è accettabile. Non è accettabile da parte dei cittadini, che verificano in campagna, in strada e anche in città, quanto il comportamento delle amministrazioni non sia corretto. Vengono addirittura montati all'improvviso dei tratti e precedenze, segnalazioni oppure delle telecamere non segnalate nella maniera dovuta.

Ora io penso che lo Stato dovrebbe intervenire su questa parte e imporre che l'uso di questi strumenti sia fatto nella maniera dovuta, a tutela dei cittadini in tutti i sensi. Per esempio, se queste telecamere venissero messe ogni tanto, non solo sulle strade, ma anche nei parchi, per garantire l'uso dei parchi, forse sarebbe una cosa meritoria da parte dei comuni e anche dello Stato.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amoddio, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Capelli, Cirielli, Coppola, Dambruoso, Epifani, Ferranti, Fraccaro, Marcon, Migliore, Nicoletti, Pes, Piccoli Nardelli, Gianluca Pini, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Schullian, Tabacci, Simone Valente e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito discussione della proposta di legge n. 4130-A: “Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, concernenti i delitti di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili e di circonvenzione di persona incapace” e delle abbinate proposte di legge nn. 40-257-407-4362.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

Colleghi, prima di passare alle dichiarazioni di voto finale, avverto che, per un disguido, non era contenuto nel fascicolo degli ordini del giorno, in distribuzione in Aula, l'ordine del giorno n. 9/4130-A/8, a prima firma dell'onorevole Galgano.

Tale ordine del giorno, che è in distribuzione e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna, non è comunque da considerarsi ammissibile, ai sensi dell'articolo 88, comma 2, del Regolamento, in quanto riproduttivo nella parte dispositiva del contenuto dell'articolo aggiuntivo Galgano 5.020, respinto dall'Assemblea nel corso della parte antimeridiana della seduta.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Forse alcuni aspetti di questo disegno di legge risultano ridondanti. Forse non c'era bisogno di un disegno di legge esattamente su quest'argomento, perché già la normativa attuale può essere considerata sufficientemente significativa. Ma è certo l'aumento totale delle frodi a carico degli anziani, ma è certo l'aumento di una capacità di ingannare persone, che non definirei necessariamente incapaci, ma che comunque hanno delle fragilità e sono, quindi, soggette a qualunque tipo di manipolazione. Ne voglio citare una, Presidente e illustre sottosegretario. Penso, per esempio, a quella frode sottile, fatta da mancata informazione alle persone, quando si rivolgono alla loro banca o quando, meglio ancora, dalla loro banca gli viene proposto un investimento e questo investimento poi, alla fine, risucchia totalmente i risparmi di una vita. Penso alle mille situazioni e circostanze in cui si possono trovare le persone, che in qualche modo trovano davvero la delusione maggiore della loro vita, nel momento in cui la frode le priva dei mezzi di sussistenza o anche le priva di quel tenore di vita adeguato a quanto loro fino a quel momento hanno avuto.

In tutto questo mi sembra che il disegno di legge, che punta la sua attenzione sull'aumento delle pene nei confronti di coloro che esercitano la frode, dice ben poco di quello che dovrebbe essere oggi uno degli obiettivi dominanti, che peraltro è stato oggetto del mio ordine del giorno, approvato dal Governo, che, anche se in parte, tra virgolette, riformulato, dice quanto deve essere importante, da parte nostra, l'azione di prevenzione, attraverso tre binari fondamentali.

Il primo è quello dell'appoggio all'anziano, alla persona fragile, perché non venga lasciata sola. Quindi, la solitudine costituisce una condizione di rischio che va verificata da parte delle persone, perché possano dargli una mano. Costituisce quel motivo di prudenza, per cui l'anziano da solo non si espone a trattative di alcun tipo, ma esercita il diritto al consiglio e, quindi, anche in qualche modo il dovere di tutelare sé stesso, ma soprattutto esprime una società che si fa carico delle persone fragili, che se ne fa carico in tutti i modi possibili, anche attraverso una rete di servizi.

Proposta di legge, questa, alla quale l'UDC darà il suo voto positivo, che nel suo senso proprio - insisto - poteva essere riassorbita dalle attuali norme del codice penale e del codice civile. Ma vale richiamare l'attenzione intera, non solo del Parlamento, ma dell'intera società, sulla responsabilità che abbiamo su una classe di persone che è costantemente in aumento. Gli ultranovantenni sono in aumento e non c'è una crisi delle loro capacità cognitive, soltanto perché vanno incontro a processi di Alzheimer, ma c'è semplicemente un processo fisiologico di invecchiamento, per cui i riflessi sono più lenti, la memoria in qualche modo è più labile e, quindi, c'è bisogno davvero di prevedere supporti reali e condizioni che non sono di limitazione alla libertà, ma sono di garanzia della libertà della persona (Applausi dei deputati del gruppo Misto-UDC-Idea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, porre un freno all'odioso crimine - purtroppo come ci dicono i dati sempre più frequenti - delle frodi a danno di persone che sono vulnerabili in ragione dell'età avanzata è un obiettivo importante. Le persone in età avanzata, infatti, che subiscono una frode, subiscono spesso non solo un danno patrimoniale, ma anche un danno psicologico che le limita ulteriormente, con gravi conseguenze sociali.

Considerando anche il progressivo aumento dell'età della popolazione italiana, è bene che oggi approviamo questo provvedimento alla Camera e l'auspicio è che lo faccia anche il Senato in tempi utili per consentirne la definitiva approvazione entro questa legislatura e in tal senso chiediamo un impegno al Governo.

Su questo reato noi abbiamo presentato un emendamento che proponeva di determinare il termine della prescrizione dal giorno in cui per la prima volta la persona offesa avesse avuto consapevolezza dell'abuso commesso. Accade spesso, infatti, che le persone in età avanzata non si accorgano di venire truffate, soprattutto quando la truffa avviene con strumenti telematici o nuove tecnologie.

A questo proposito ci è stato contestato in Aula che noi avremmo voluto, con questo emendamento, tirare un calcio di rigore a partita finita. Noi, invece, rispondiamo che con questo emendamento noi abbiamo chiesto l'intervento del VAR quando l'arbitro non ha potuto vedere il rigore. Infatti, una cosa che domandiamo a quest'Aula è quale sia l'utilità di continuare ad approvare aggravi di pena se poi queste pene non possono essere comminate per la prescrizione.

Quindi, noi ci auguriamo che questo tema, che è la certezza della sanzione, che è l'unica che poi dà efficacia alla norma, sia tenuto in conto in qualche altro provvedimento da parte del Governo.

Ci dispiace, quindi, che il Governo abbia bocciato il nostro emendamento, però pensiamo che il suo non accoglimento non muti il nostro parere favorevole sul provvedimento, che votiamo in maniera convinta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civici e Innovatori per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore su questo provvedimento indipendentemente dal fatto che oggi appaia come un'iniziativa di un partito di maggioranza, non fosse altro perché la proposta di legge A.C. 40, che ha dato avvio a questo iter, era un'iniziativa di Fratelli d'Italia, a prima firma Cirielli, poi Meloni e di tutti gli altri deputati di Fratelli d'Italia.

Ma perché avevamo presentato quella proposta di legge che oggi, sia pure con qualche modifica, arriva in Aula e che presumibilmente verrà approvata? Non perché ritenessimo che non esistesse, dal punto di vista giuridico, la possibilità di dare condanne anche esemplari, ma quanto meno giuste, a chi abusa della condizione di difficoltà psicofisica di un anziano e lo truffa magari con sistemi che lo rendono ancora più vulnerabile (il telefono, il web e quant'altro). No, siamo perfettamente convinti - ne parlavo con alcuni colleghi della maggioranza che in virtù di questo si asterranno, anziché votare a favore - che si potesse arrivare a condanne giuste anche con le leggi esistenti, ma, di fatto, nella concreta attuazione delle norme penali vigenti in Italia, questa fattispecie, cioè quella della frode ai danni di anziani che vengono truffati nella loro abitazione o in altri luoghi privati, fino ad ora non ha avuto concretamente una tutela adeguata.

È considerata una delle tante evenienze criminali che, ahimè, vediamo nel panorama sociale italiano. Noi, invece, riteniamo che sia opportuno - anzi, direi obbligatorio e necessario -rafforzare la tutela non di tutti gli anziani ma di quegli anziani che concretamente nel caso specifico si venissero a trovare in una situazione di maggiore vulnerabilità di fronte a chi sceglie non a caso per la propria azione criminale gli anziani. Cioè, non è un reato che viene commesso - quel tipo di frode - a danno di qualunque cittadino; vi è la scelta oculata di persone anziane, nei confronti delle quali chi vuole commettere quel reato di frode ritiene di poter avere vita facile. Per questa ragione noi riteniamo che un reato ad hoc, così come è quello che oggi viene introdotto - poteva essere sotto termini, parole, pene diverse, ma questo ci interessa poco - sia necessario e opportuno. Per questa ragione voteremo a favore e per questa ragione riteniamo oltretutto che sia giusto, per esempio, avere inserito questo reato tra i reati che consentono l'arresto in flagranza di reato, così come riteniamo che - e questo tocca alle forze politiche - occorra non lasciare solo nelle pagine del codice la notizia di questo nuovo reato ma occorra dare informazione di questa novella che il Parlamento vorrà approvare, perché è importante che si sappia e che lo sappia chi ha in animo in maniera bieca di truffare un anziano, approfittando della condizione di maggiore debolezza che l'anziano si immagina possa avere e spesso effettivamente ha, perché si sappia che lo Stato sarà severo nei confronti di questi soggetti, perché si sappia, in maniera preventiva, che non ci sarà nessun tipo di perdonismo.

Ed è importante che a questa norma poi - e io me lo auguro - si accoppi anche una valutazione del giudice di merito, dei giudici di merito, che naturalmente potendo spaziare tra il minimo e il massimo della pena, potendo applicare o non applicare altre attenuanti o comunque la possibilità di un risarcimento x piuttosto che y, è importante, con questa legge, che il legislatore dia il messaggio ai giudici di merito che il Parlamento ritiene che debba esercitarsi molta severità nei confronti di chi attenta alla libertà patrimoniale, ma anche psichica, di un anziano frodandolo. È un messaggio che diamo e che dobbiamo rendere fortemente pubblico, al di là della valenza giuridica di questa norma; è un messaggio di rispetto verso i capelli bianchi, è un messaggio di affetto verso chi è nella parte finale della curva della vita, perché da questi dati, da questi fatti, da queste valutazioni, da questi valori dipende come una società viene percepita. Noi vorremmo che il rispetto per gli anziani, la gerarchia dei capelli bianchi, fosse patrimonio comune di tutti gli italiani, di destra, di centro e di sinistra. Per questo Fratelli d'Italia è stato il primo a promuovere un provvedimento come quello che oggi viene votato e per questo oggi, indipendentemente dalle altre forze politiche che decidono di votarlo o meno, darà il proprio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

LUCA D'ALESSANDRO. Grazie, Presidente. Se i reati sono di per sé esecrabili, quelli commessi ai danni di chi non è in condizione di difendersi sono ancora più odiosi; tra questi vi sono le truffe agli anziani. Se le statistiche degli ultimi anni indicano una tendenza alla diminuzione delle denunce per molte tipologie di reato, quelle per le frodi ai danni degli over 65 sono in aumento, salendo dalle 15.367 nel 2014 alle circa 17 mila nel 2015 e alle oltre 20 mila nel 2016. Un incremento del 20 per cento purtroppo approssimato al ribasso, perché c'è ancora una nicchia di persone anziane che preferisce non sporgere denuncia. A spingerli al silenzio non è l'omertà o la paura ma la vergogna di far sapere ai propri cari di essere stati raggirati. E così al danno economico si accompagna anche il danno psicologico. Ma, ed è un dato che ritengo vada sottolineato anche per innescare un circuito virtuoso, questa nicchia si va riducendo grazie ad efficaci campagne di sensibilizzazione, un punto su cui tornerò in seguito. Aumenta la propensione a denunciare, ma purtroppo aumentano anche i reati. Il dato allarmante è fissato anche da un sondaggio di qualche mese fa, che ci dice che il 32 per cento degli over 65 ha subito una truffa o un tentativo di truffa. Lodevole quindi la sensibilità dimostrata da quest'Aula nel voler affrontare un tema di grande attualità e particolarmente avvertito dalla popolazione. Certo, lo si poteva fare in maniera più stringente un po' meno caotica. Non contestiamo l'inasprimento delle pene per chi si macchia di reati così odiosi proprio perché commessi ai danni di persone con minori capacità di difendersi dai raggiri, ma non possiamo non evidenziare che non sempre a condanne più severe segue una diminuzione dei reati, e soprattutto non possiamo non essere preoccupati per il rinvio ai giudici della valutazione dei casi. Ciò a dire che si poteva agire implementando ciò che già c'era, anziché introdurre nuove fattispecie penali; forse sarebbe stato un contributo di semplicità.

A proposito di norme esistenti, rivendico con orgoglio l'avere sostenuto nella scorsa legislatura la legge che aggiungeva anche il riferimento all'età nei casi di minorata difesa. Il provvedimento che stiamo per votare è per certi versi una prosecuzione di quella misura, un'estensione del raggio di azione della minorata difesa, a cui si accompagna anche un innalzamento delle pene. Un provvedimento con finalità condivisibili e ampiamente condivise, certo non perfetto ma comunque valido. Il lavoro di coordinamento delle proposte presentate ha prodotto un testo finale sufficientemente equilibrato e corretto rispetto alle versioni iniziali, ad esempio nell'esplicazione della soglia di età, perché certo sarebbe stato curioso porre il limite tassativo dei 65 anni a fronte delle soglie di età per la pensione. Si sarebbe verificato il singolare paradosso per cui una persona gode di una maggiore tutela dalle frodi in quanto anziana e più indifesa ma comunque ritenuta in grado di lavorare. Al di là del paradosso, l'importante è che la norma sia puntuale nella locuzione adottata (persona che versa in situazione di particolare vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata), che è per certo migliorativa rispetto alla dizione “persone ultrasessantacinquenni” senza ulteriori precisazioni.

Qualche dubbio, l'ho detto e lo ribadisco, lo nutriamo sulla scelta introdurre una nuova fattispecie penale, seppur con finalità giuste. La superfetazione legislativa è spesso portatrice di confusione e solo sporadicamente va ad incidere sul numero dei reati commessi, specie se le norme introdotte prescindono dalla valutazione dei contesti in cui i reati sono commessi. Tradotto: raramente chi è dedito alla delinquenza smette perché il legislatore ha definito un nuovo reato o aumentato le pene. La questione non è tanto a quanto ammonta la condanna per i truffatori, ma il passo precedente, cioè individuare i responsabili e, se possibile, prevenire la commissione della truffa, e ciò lo si può fare seguendo altre strade, su cui tornerò. Prima mi si lasci dire che, seppur con i distinguo appena evidenziati, il giudizio sulla norma è positivo, e non per ragioni di populismo, ma perché è innegabile la specificità del caso e la bontà di altre misure previste. Mi riferisco in primis alla sospensione condizionale della pena vincolata alla restituzione della somma truffata. Probabilmente non sarà un deterrente, ma sono certo che rappresenterà un incentivo al risarcimento del danno, alleviando la pena, se non altro economica, per i truffati, purché - e questa è una questione che non è affrontata né dalla proposta di legge né dal dibattito - si convincano coloro che hanno subito le frodi a mettere da parte la vergogna e denunciare sempre, anche i tentativi di truffa.

Si poteva fare meglio, dunque, anche e soprattutto su misure solo apparentemente collaterali. Ad esempio, si poteva prendere da altri Paesi: in Inghilterra esiste uno specifico ufficio di supporto che ha il compito di facilitare la testimonianza delle persone anziane, sia dal punto di vista psicologico che per le problematiche logistiche, come andare a prendere le persone a casa ed accompagnarle in tribunale, mentre in molte altre nazioni europee ad essere severe sono le pene detentive - in quasi tutti i casi più alte rispetto alla legislazione vigente in Italia, lo dico a chi si è opposto al loro innalzamento - più che pecuniarie, spesso peraltro alternative alla detenzione in carcere. Si dirà che coloro che in molti casi finiscono sul banco degli imputati sono nullatenenti, ma sono certo che, di fronte alla possibilità di uscire dal carcere, molti opterebbero per la restituzione del frutto della frode, con la spada di Damocle dell'articolo 99 del codice penale, la recidiva aggravata. Peraltro, di norme ne abbiamo, basterebbe applicarle. Al contempo, credo sia necessario implementare le campagne di sensibilizzazione. Forze dell'ordine e associazioni ne hanno già effettuato alcune, così come alcune procure hanno istituito strutture interne con l'obiettivo specifico di tutelare gli anziani dai tentativi di truffa, ma non è sufficiente.

È fondamentale mettere costantemente sull'avviso gli anziani, affinché non si facciano irretire da professionisti del raggiro, e ancor più far transitare il messaggio che essere vittima di una truffa non è un'onta sociale, ma un'eventualità purtroppo ancora diffusa, che colpisce gli anziani come i giovani, e che la denuncia è il miglior modo non solo per sperare in un risarcimento, ma anche per contrastare e finanche prevenire nuove truffe.

Sono misure che non hanno bisogno di leggi, ma semplicemente della volontà degli attori istituzionali e sociali. Non so se la proposta che stiamo discutendo diventerà legge, ma, anche se non fosse, le misure suggerite possono essere tranquillamente attuate, così come possono agire singolarmente e a livello organizzativo forze dell'ordine e istituzioni giudiziarie. Checché se ne pensi della proposta che stiamo per votare, qualcosa va fatto per contrastare questo odioso fenomeno.

Qualcuno - non in quest'Aula - annovera la truffa agli anziani tra i reati minori: non sono un giurista e non mi permetto di contestare la classificazione dal punto di vista prettamente giuridico, ma invito a non lasciarsi ingannare dalla lieve entità di alcune frodi. Qualche centinaio di euro, per molti pensionati, sono vitali, senza contare la ferita psicologica inferta, la mortificazione per non essere stati all'altezza delle aspettative sociali e altri traumi psicologici che possono intervenire. Credo che questa sia la dimensione del fenomeno più delicata, quella su cui è necessario intervenire, oltre alle modifiche al codice penale.

Con la speranza che ciò avvenga e per le ragioni descritte, annuncio il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica-ALA (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Presidente, come abbiamo già osservato durante la discussione degli emendamenti, leggendo questo provvedimento ci accorgiamo che il primo e forse l'unico soggetto in questo momento in situazione di vulnerabilità psicofisiche, in ragione dell'età avanzata, è proprio il legislatore, perché si tratta di un provvedimento irresponsabile e propagandistico, una truffa delle etichette, uno specchietto per le allodole, peraltro fatto sulla pelle dei più deboli, a cui promette una risposta sanzionatoria efficace, ma si tratta, come sappiamo, di una promessa che non può mantenere.

Se andiamo un po' più a fondo nell'analisi di questo provvedimento, ci accorgiamo che non solo la nuova fattispecie di reato - apriamo una parentesi: ormai il codice penale italiano è come un computer pieno di dati, ormai serve una memoria esterna per poter contenere tutte le nuove fattispecie di reato che continuamente il legislatore, nell'ambito di un approccio penal-populistico a piè sospinto introduce nell'ordinamento -, questa nuova fattispecie incriminatrice non solo fa fatica a dialogare con due norme che già esistono e che già offrono copertura penale a questi odiosi fatti che colpiscono i cittadini più inermi e indifesi - mi riferisco evidentemente alla circonvenzione di incapace e alla truffa aggravata dalla minorata difesa; c'è già una circostanza comune prevista dall'articolo 61, numero 5), del codice penale, che prevede appunto la possibilità di tenere in considerazione anche l'età della vittima del reato -, ma si mette di traverso, crea impaccio, sarà come un bastone fra le ruote della magistratura, anche quella più attenta e più sensibile alla tutela di questi soggetti, e offrirà spunti agli azzeccagarbugli per cercare di sfuggire alla sanzione penale.

Noi crediamo che il populismo penale, il ricorso spasmodico e sconclusionato a quella che dovrebbe essere l'extrema ratio - come ci viene insegnato - e soprattutto un uso disinvolto e non rispettoso delle regole fondamentali che governano la materia penalistica, cioè quello della tassatività, della determinatezza della pena, insomma tutto quello che rifugge da un approccio serio alla materia, sia un tentativo di captatio benevolentiae nei confronti dell'elettorato, senza però alcuna possibilità concreta di dare una risposta alle necessità di tutela che si paventano.

Per queste ragioni, che sono tutte di merito e non formalistiche e non pedanti, ma strettamente e seriamente di merito, esprimeremo, come Sinistra Italiana-Possibile, un voto contrario a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni, che non è in Aula, al pari di altri colleghi del suo gruppo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. Come gruppo parlamentare Alternativa Popolare voteremo convintamente a favore di questa legge che introduce il delitto di frode in danno di soggetti vulnerabili e circonvenzione di incapace.

L'articolo 1 introduce nel codice penale il nuovo reato di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili. L'illecito consiste nella condotta posta in essere da chiunque, con mezzi fraudolenti, induca una persona a dare o promettere indebitamente a sé o ad altri denaro, beni o altra utilità. È un reato di pericolo, previsto dalla presente proposta, che si caratterizza soprattutto per le qualità personali della persona offesa che deve versare in situazione di vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata. E, qui, bisogna aprire una parentesi, perché si poteva sicuramente individuare un'età precisa e, quindi, rispondere anche ai rilievi che venivano dalla Commissione affari costituzionali circa il principio di tassatività e di determinatezza che deve adottare il legislatore nell'introdurre elementi per la formulazione di nuove ipotesi di reato, proprio per dare a chi, poi, deve giudicare, al magistrato, elementi concreti che non gli lascino un'ampia discrezionalità.

C'è stata una serie di interventi in questa direzione, che per certi versi potrebbe essere anche condivisibile, però, qual è la valutazione che è stata fatta? Questa è una normativa che si rivolge soprattutto alla parte offesa, a queste persone anziane, in età avanzata, che oggi sono vittime di questo tipo di ipotesi delittuose e che aumentano proprio col passare del tempo, perché, come abbiamo visto, l'età si sposta in avanti, quindi, indicando il limite di età sembrava voler escludere soggetti che si possono trovare in quella condizione e che, per un motivo o per un altro, non hanno raggiunto quell'età; pertanto è parso opportuno non legare la fattispecie all'età, ma a questi due elementi che costituiscono appunto l'individuazione della parte offesa, cioè, la vulnerabilità, la situazione psicofisica in cui si trova il soggetto, e l'età avanzata; sono questi due elementi che mettono chi deve giudicare in condizioni di poter individuare, aldilà del freddo limite costituito dall'età, le caratteristiche che possono fare individuare la parte offesa di questo reato.

È importante sottolineare come gli studi del fenomeno degli atti criminosi nei confronti degli anziani abbiano evidenziato come i soggetti passivi del reato vivano per lo più da soli; spesso, tale tipo di reato viene inoltre compiuto nelle abitazioni della vittima, nonché presso gli uffici postali e le banche dove i soggetti vulnerabili si recano proprio per ritirare quasi sempre il loro denaro. Pertanto, la fattispecie penale prevista dalla presente proposta di legge prevede, proprio per la configurabilità del reato, che il fatto sia posto in essere nell'abitazione della persona offesa o in altro luogo di privata dimora o all'interno o in prossimità degli uffici postali o di sedi di istituto di credito, di luogo di cura o di ritrovo delle persone anziane o di case di riposo, simulando, magari, un'offerta commerciale di beni e servizi.

Si tratta di un intervento normativo richiesto dal particolare momento storico che stiamo vivendo ed è l'evoluzione che deve avere il diritto penale nell'adeguarsi alla realtà esistente. Gli anziani, le persone in età avanzata, come le abbiamo definite, devono, attraverso questo intervento del legislatore, sentirsi lo Stato a fianco, lo Stato che capisce la condizione in cui vivono, che cerca di essergli vicino in un momento di particolare debolezza e di malinconia della loro vita e che quindi lo vedono quasi come un intervento che lo Stato, attraverso il legislatore, pone a fianco delle persone anziane per farle ritenere ancora al centro dell'attenzione della vita sociale.

D'altronde, i reati che vengono perpetrati nei confronti degli anziani sono in continua espansione e destano un particolare allarme sociale per un Paese in cui risulta notevolmente accresciuta la presenza di persone in età avanzata, motivo per il quale appare indispensabile una riforma di tutela più estesa nei riguardi di questi soggetti. L'anziano è più esposto di altri al rischio di rimanere vittima di suggestioni, pressioni ambientali, influenze esterne ed, in particolare, di tutta quell'attività induttiva che può determinare la configurazione del delitto previsto dalla presente proposta di legge. Il fatto che la maggior parte degli anziani viva in condizioni di solitudine induce l'autore del fatto a perpetrare con maggiore facilità i propri disgustosi e truffaldini intenti.

Con l'introduzione di questo reato di pericolo, pertanto, si rende effettiva la tutela e la salvaguardia della persona anziana, introducendo, tra l'altro, la limitazione dei casi di applicazione della sospensione condizionale della pena nel caso di condanna del soggetto che commette il reato, condanna che comporta l'obbligo della restituzione e del pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento e dell'eliminazione delle conseguenze dannose e pericolose del reato. È previsto, altresì, in caso di condanna per il reato di frode patrimoniale dei soggetti vulnerabili, che sia prevista la confisca, anche per equivalente, dei beni che ne costituiscono il profitto od il prezzo, proprio per dare la possibilità, alla parte offesa, di recuperare quanto sottratto; infatti, delle volte possono essere anche somme minime, ma che rappresentano la speranza e la vita per quei soggetti. Una tutela effettiva, dunque, nei confronti dei soggetti vulnerabili rispetto a questi odiosi atti criminosi che destano un particolare ed avvertito allarme sociale ed una grande preoccupazione, soprattutto, verso queste fasce di età.

Al di là di qualsiasi valutazione, anche di carattere tecnico, va detto che proprio le condizioni di minorata difesa in cui si trova la persona rendono questo reato particolarmente grave ed odioso e che per questo deve essere perseguito con fermezza. E, comunque, considerazione, peraltro, che ha fatto AP, sarebbe stato forse più utile, come si è discusso in Commissione giustizia, predisporre un'aggravante, proprio per evitare la proliferazione di norme che appesantiscono il nostro codice penale. In sostanza sarebbe più congruo ed agevole non caricare il nostro sistema penale di nuove fattispecie di reato, e oggi molti l'hanno sostenuto e qui mi piace ripeterlo, per dire che non è che la Commissione e anche noi come forza politica non ci siamo posti il problema, ma d'altronde l'introduzione di questo reato, che è volto a tutelare soprattutto la figura della persona offesa, aveva bisogno di una propria autonomia che non poteva essere consacrata in un'aggravante e questo, forse, è uno dei pochi casi in cui questa nuova ipotesi di reato non serve ad appesantire il codice, che già contiene tante ipotesi di reato, ma serve veramente a tutelare una parte, una fascia importante della nostra popolazione. Lo Stato ha il dovere di intervenire, sia con attività preventive che con misure repressive, per eliminare quelle situazioni criminose che arrecano un danno enorme alle persone più vulnerabili. Ecco perché voteremo con convinzione questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. La proposta di legge oggi in discussione ha subito uno strano percorso. I proponenti proponevano modifiche al codice penale e al codice di procedura penale concernenti i reati di truffa e di circonvenzione di persone incapaci commessi in danno di persone ultrasessantacinquenni. Durante il percorso, devo dare atto che i proponenti hanno preso coscienza che la questione era mal posta, che non si poteva approntare una tutela legale sulla base di un parametro, l'età anagrafica della persona, della vittima eventuale del reato, che la cosa non era sostenibile, perché è di comune buonsenso che le persone ultrasessantacinquenni non sono, soltanto perché hanno superato questa soglia anagrafica, persone deboli, vulnerabili, e ciò hanno confermato tutti gli auditi che abbiamo ascoltato in Commissione durante l'indagine conoscitiva, i professori universitari, gli avvocati e anche i magistrati.

È stato chiarito che talvolta nel nostro codice è indicata una certa età, ma questa età normalmente è indicata per l'infanzia, per gli adolescenti, cioè per quella fase della vita umana che più o meno è standardizzata, si può dire che ad una certa età si diventa adolescenti, ad una certa età si diventa adulti. Ma come si vive e come si muore poi è rimesso alla sorte, quindi non si può, non si poteva porre un limite di ultrasessantacinquenni per approntare una modifica del delitto di truffa.

A questo punto l'impianto cadeva completamente e sarebbe stata cosa buona e giusta che i proponenti avessero ritirato la loro proposta; invece, così non è stato, perché, evidentemente, bisognava onorare una firma, quella posta in calce alla proposta di legge. E, allora, in omaggio a questa vanità legislativa, chiamiamola così, si è modificato il contenuto della proposta di legge, introducendo una norma del tutto inutile e dannosa. Si abbandona l'articolo 640 del codice penale, che disciplina la truffa, la quale, ricordo, non è altro che l'attività di colui che con artifizi e raggiri, inducendo in errore un'altra persona, consegue un ingiusto profitto a danno di quella persona, e si introduce l'articolo 643-bis, intitolato in questa maniera: delitto di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili e di circonvenzione di persona incapace. Quindi, laddove nel codice penale, all'articolo 640, era scritto truffa, laddove nella loro proposta di legge era scritto truffa, ci si inventa, la si sostituisce con la parola frode patrimoniale.

La frode patrimoniale non è altro, appunto, che la truffa sinteticamente, con un termine solo, detta meglio, indicata meglio. E alle persone ultrasessantacinquenni, praticamente intese come persone vulnerabili, si sostituiscono la parole “persone che versano in situazione di vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata”.

Quindi, vedete, forse perché siamo in materia di truffa o di frode, si fa una modifica, si fa un'attività legislativa fraudolenta, cioè si fa intendere che stiamo facendo qualche cosa, che stiamo cambiando qualcosa che, invece, non stiamo cambiando, perché, alla fine, è sempre la solita storia. Comunque, al di là di questo, domando: allo stato, se una persona anziana, diciamo come la si intendeva, ultrasessantacinquenne, settantenne, ottantenne, subisce una truffa nella propria abitazione, come poi è scritto nell'articolo 643, oggi è punibile o non è punibile? Questa è la domanda.

Loro dicono: noi vogliamo tutelare quelle persone. E io ribalto la domanda e dico: scusate, ma, allo stato attuale, il nostro codice tutela quelle persone, sì o no? Perché l'articolo continua, guardate, pensando di introdurre elementi nuovi: in ragione dell'età avanzata viene indotta a dare o promettere indebitamente a sé o ad altri denaro, beni o altra utilità - la truffa questo era -, commettendo il fatto nell'abitazione della persona offesa o in un altro luogo di privata dimora.

Domanda: allo stato attuale, se una persona si introduce in casa di un anziano e lo raggira con un artifizio, in qualunque modo, e quindi si fa promettere del denaro o un bene qualsiasi, è punibile o no?

E poi l'articolo continua: oppure all'interno o in prossimità di uffici postali. Domanda: se, ad un certo punto, un vecchietto viene truffato all'interno dell'ufficio postale, oggi è punibile sì o no? E poi continua: oppure in sede di istituti di credito. Se un vecchietto, oggi, che è andato a ritirare la pensione in banca o a fare altri prelievi di altra natura viene truffato, raggirato nella banca, oggi è punibile sì o no? Questa è la risposta che i proponenti ci devono dare. Oppure in luoghi di luoghi di cura o di ritrovo di persone anziane. Cioè, se uno va in una residenza sociosanitaria, quelli che si chiamavano gli ospizi, in una casa di cura qualsiasi, e lì froda un vecchietto, questa persona, oggi, allo stato attuale della normazione, è punibile sì o no? Oppure simulando un'offerta commerciale di beni o servizi, con il telefono, con altro sistema, oggi è punibile sì o no? Questo è il punto.

Loro sembrerebbero dire di no, il che non è, ma non lo dice il modesto deputato che vi sta parlando; lo dicono fior fiore di professori universitari che sono stati auditi. Il professor Piva, per esempio, che è anche, tra l'altro, avvocato, dice: per comprendere l'esatta portata dell'intervento normativo in questione, deve preliminarmente osservarsi che ad oggi è già previsto un sistema di circostanze tipicamente riferibili alla truffa a danno di anziani. In particolare, l'avere approfittato - sono le parole del codice - di circostanze di persona, anche in riferimento all'età, tali da ostacolare la privata difesa.

Badate, il codice del 1930 diceva: avere approfittato di circostanze di persona; però, siccome c'era qualcuno che poteva dubitare di che cosa volesse dire, se non ricordo male, nel 2009 fu aggiunto, ad usum proprio di chi era testardo, non ci arrivava, ad uso di queste persone, l'inciso “anche in riferimento all'età”. Cioè, non è che stava scritto nel codice del 1930, questo è stato inserito successivamente.

Ciò nonostante, oggi ancora qualcuno dubita del significato di queste parole e che cosa fa? Introduce un articolo 643-bis in cui si parla di persone “in situazione di vulnerabilità psicofisica”, che poi, con gli emendamenti, è diventato “in condizione di particolare vulnerabilità psicofisica in ragione dell'età avanzata”.

E, quindi, dice il nostro professore: questa è una circostanza aggravante, ad effetto speciale, in virtù della quale la pena per il delitto di truffa risulta rideterminata nella reclusione da uno a cinque anni e, nella multa, da 309 a 1.540 euro, in modo da consentire anche l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, ai sensi dell'articolo 274, lettera c), eccetera, eccetera.

Ora, la normativa che stiamo introducendo non fa altro che ripetere con parole diverse esattamente ciò che attualmente è nel nostro codice penale. Per cui, se questo fosse approvato al Senato - ma, come amiamo dire ormai tutti quanti, ne siamo convinti, meno male che il Senato c'è e, quindi, questa cosa speriamo che gli ultrasessantacinquenni del Senato non la faranno passare, nonostante l'omaggio che si vorrebbe fare loro -, noi avremo un codice penale…

PRESIDENTE. Concluda.

ARCANGELO SANNICANDRO. …che prevede la truffa, la circonvenzione di incapace e la truffa della circonvenzione di incapace, mettetele insieme e questo è il pasticcio che abbiamo saputo produrre. Già ne facemmo uno grosso a proposto della legittima difesa e ce ne siamo accorti il giorno dopo, ma, per fortuna, è il caso di dire: meno male che il referendum lo vincemmo (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Credo che questa legislatura sia matura per poter garantire innanzitutto la franchezza nell'affrontare determinati temi e, soprattutto, le norme penali incriminatrici necessitano di questa franchezza. Nessuno ha negato e nessuno può negare che la fattispecie prevista dall'ipotetico articolo 643-bis sia già regolamentata dall'articolo 640 del codice penale, dalle aggravanti previste per tale norma e, quindi, il fatto illecito è già punibile in tutta la sua plasticità e in tutta la sua estensione. Sicché si potrebbe dire che siamo di fronte ad un caso giurisprudenziale, che ben potrebbe trovare asilo nelle aule di giustizia già in capi di imputazione preconfezionati su norme esistenti, che diventa una norma di legge.

Allora, mi chiedo: quando un caso giurisprudenziale, un'ipotesi di estrinsecazione della fattispecie astratta diventa, a sua volta, una norma? Quando, Presidente, vi è una debolezza del sistema; cioè l'angoscia di non riuscire a coprire una vicenda che abbia in sé le caratteristiche, certamente rilevanti - e dirò di qui ad un attimo perché -, della frode nei confronti di soggetti con una situazione di maggiore vulnerabilità, è un caso giurisprudenziale che noi oggi stiamo traducendo in una norma incriminatrice. Debolezza del sistema dal punto di vista della repressione, dal punto di vista della prevenzione, dal punto di vista del funzionamento dei meccanismi processuali.

Allora, io prendo questa proposta che viene dalla maggioranza come una proposta che confessa la debolezza del sistema giudiziario, perché è impensabile; nessuno avrebbe mai potuto pensare che una situazione di questo dettaglio, indipendentemente dai suoi contenuti, potesse diventare addirittura una norma incriminatrice, con tanta enfasi per come è stata prospettata da qualche collega che non credo possa pensare per un attimo, se non in un'Aula parlamentare in cui bisogna sostenere le proprie tesi e, soprattutto, i propri voti, che questa norma risolverà i problemi degli anziani truffati davanti agli uffici postali e davanti agli uffici pubblici. Se qualcuno ha per un attimo pensato che questa norma può risolvere questo problema, è bene che si svegli dal sogno, perché questo è soltanto un sogno.

Abbiamo rappresentato in Aula, più volte e con puntualità, le ragioni che, in qualche maniera, necessitano un intervento diversificato. Le stesse Commissioni, la I Commissione, in particolare, ha rappresentato i gravi problemi di determinatezza della fattispecie: “in età avanzata” è una lettura assolutamente priva di qualsivoglia capacità persuasiva sul piano del sistema; la particolare vulnerabilità è un altro autogol che la Commissione ha ritenuto di proporre come indicativo di una maggiore specificità.

Si è detto nel corso degli emendamenti che, con una sorta di inversione proporzionale, più si è cercato di dettagliare e più è diventata generica e, quindi, incostituzionale la fattispecie. Ma, Presidente, il tema di questa norma non è soltanto tecnico, è un tema proprio di approccio al sistema penale, cioè la ricerca costante in questa maggioranza di un diritto penale del consenso: cioè guadagnare consensi a mezzo di norme penali.

Rammenterò all'Aula la brutta scena dell'omicidio stradale consegnato alle associazioni che propugnavano giustamente, da parte loro, una certa modifica, ma che la norma penale potesse e dovesse diventare un gesto, una sorta di passaggio di testimone fra il Parlamento e il privato è una lettura del diritto soggettivo di punire assolutamente inaccettabile. È grave perché il diritto penale diventa merce di scambio in qualche modo, cioè una scelta che va ad accontentare alcuni, mentre il diritto penale notoriamente ha una sua impersonalità: deve rappresentare una gravissima violazione, con gravissime sanzioni. E in questa norma c'è tutto questo metodo, questa indifferenza rispetto ai canoni costituzionali e non costituzionali, anche di diritto positivo, del diritto penale. C'è tutto.

Io credo che l'Aula esprimerà un voto di consenso, in qualche modo, legato all'appartenenza non certamente a principi quali più sanzione c'è e meglio è, più reati ci sono e più il sistema funziona, più si va avanti su determinate scelte che possono apparire lenitive, ma, in realtà, sono veramente effetti placebo che accontentano soltanto per mezz'ora, ma subito dopo non spiegano più nessun effetto. Anzi, ne spiegano uno: gettare il sistema nel panico dal punto di vista interpretativo e, come diceva giustamente qualcuno, sovrapporre norme su norme che sostanzialmente proteggono la stessa struttura: 643, 640, adesso 643-bis e, chi lo sa, che un domani non si possa strutturare una norma con un dettaglio ulteriore e, quindi, introdurre un'altra fattispecie.

Ma Forza Italia, è consapevole di questa inutilità dello sforzo che il Parlamento pone in essere, perché questo è uno sforzo inutile, noi stiamo soltanto perdendo del tempo: si tratta di una norma che non ha nessuna capacità persuasiva del sistema e non migliorerà assolutamente la situazione che oggi viviamo. Noi abbiamo rispetto per gli anziani, abbiamo rispetto anche per il singolo anziano che dovesse subire una sola di quelle condotte che il 640 già punisce e che oggi si vuole punire ai sensi del 643. Vogliamo evitare l'equivoco che qualcuno possa pensare, anche per un nanosecondo, che noi non siamo sensibili a questo grave problema della truffa, della frode nei confronti dei soggetti più deboli. La risposta è chiara, Presidente: non può che essere un maggiore investimento nelle risorse della giustizia, ce lo siamo detto nel corso della discussione degli emendamenti. Se non si investe nella giustizia, è evidente che questi saranno succedanei del tutto incapaci di produrre qualsiasi effetto.

Allora, per rispetto di queste persone, di questi soggetti più deboli, ma manifestando il nostro dissenso rispetto alla tecnica, noi ci asterremo da questo provvedimento. Non voteremo contro, perché vorrei che fosse chiaro che la situazione di gravità di questi fenomeni è nel nostro DNA e noi la comprendiamo, ma noi la vogliamo combattere con gli strumenti giusti: questo è uno strumento sbagliato. Chiediamo scusa a quei soggetti a cui qualcuno andrà a rappresentare che questa è una norma capace di migliorare la tutela nei loro confronti: è una norma che non ha nessuna capacità persuasiva, ma, ciononostante, a questi soggetti più deboli, questi soggetti indifesi, che sono esposti a condotte di questo genere, con uno Stato, allo stato - scusate il bisticcio -, incapace di intervenire puntualmente con una prevenzione puntuale, con maggiori risorse, maggiori investimenti, maggiori capacità, noi dedichiamo il nostro voto di astensione indipendentemente dalle feroci critiche mosse al modello normativo proposto dalla maggioranza. Ci asterremo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Di questi ormai cinque anni che abbiamo passato in questa Camera rimarrà tanta amarezza per avere avuto la possibilità di approvare e votare insieme leggi importanti per il Paese e avere partorito sicuramente dei topolini, quando va bene, oppure delle leggi dannose, quando va male. L'abbiamo sempre detto: il problema non è la velocità con cui si approvano le leggi, ma la qualità delle leggi. L'Italia e i Governi che si sono succeduti non hanno di certo dato un buon esempio da questo punto di vista.

Non mi si fraintenda. Su questo argomento, l'argomento delle truffe, soprattutto a persone vulnerabili, ad anziani, la sensibilità deve essere massima, perché è un argomento che è assolutamente su tutte le pagine dei giornali, ma ovviamente con una certa incisività nel mondo reale, perché le truffe sono in aumento, dalle più classiche truffe della bolletta del gas, alle truffe degli avvocati o delle assicurazioni, dello specchietto, alle truffe riguardanti, appunto, persone che si intrufolano in casa e poi te la svaligiano, alle cosiddette truffe telematiche e informatiche, di chi cerca, con strumenti come le e-mail, di carpire dei dati personali, per poi accedere a conti correnti e prelevare i nostri soldi.

Di certo, il tema è attuale ed è attuale il tema con maggiore forza nei confronti di persone più deboli. Questo, tuttavia, non deve fare scordare ai cittadini che ci ascoltano e alle persone che seguono l'attività politica che ancora una volta c'è divergenza tra i titoli, gli slogan e i temi trattati e il contenuto delle leggi.

Questo della truffa, secondo me, era semplicemente un rigore che doveva essere tirato bene, ed è un rigore, invece, in cui la palla è volata negli spalti, Presidente, perché è evidente che si poteva intervenire sul codice penale su leggi già esistenti. L'abbiamo detto innumerevoli volte: con la legittima difesa, con la propaganda nazifascista e adesso, come se non fosse bastato, anche con la legge sulla truffa. Si poteva intervenire tutti insieme e, tra l'altro, votarla tutti insieme questa legge, perché noi, come MoVimento 5 Stelle, siamo in questa direzione di potenziare questo tipo di reati e, quindi, di farlo tutti insieme. Purtroppo, però, è poi difficile andare a metterci il voto, quando, pur per portare a casa i risultati di una proposta di legge a prima firma che non venga toccata, si fa passare qualunque proposta di legge, qualunque sia il suo contenuto.

Questo non è accettabile. All'inizio il testo era improponibile, prevedeva appunto una sorta di truffa potenziata per gli ultrasessantacinquenni. E si era detto appunto: ma c'è già un provvedimento nella rapina per gli ultrasessantacinquenni. Sì, a parte che lo ha messo il PD in questa legislatura, ma lì è giustificato, perché c'è un rapporto fisico non indifferente, nel fatto che la rapina riguarda minacce e violenze, mentre la truffa riguarda raggiri. E ovviamente, se c'è minaccia e violenza, si trasforma in qualcos'altro.

Il requisito dell'età è un requisito ridicolo. È più o meno la stessa figura che è stata fatta con la legittima difesa. È ovvio che, se una persona ha sessant'anni, ma si trova in condizioni psicofisiche che non le permettono un'adeguata difesa, si troverà in una condizione di dovere essere tutelata maggiormente, di una persona magari che va oltre i 65 anni, che ne ha 67, 68 ma addirittura anche 70 o 75, e, invece, è in condizioni psicofisiche ottimali, si può difendere, sa benissimo a cosa sta andando incontro e riesce anche, magari, a denunciare a fare arrestare i truffatori. Ma non si può decidere in base all'età. Allora, questo si è capito dopo le prime audizioni, che hanno letteralmente distrutto la proposta di legge del Partito Democratico, a prima firma Ermini. Professori, avvocati e giuristi hanno detto: così non va, riscrivetela.

Secondo calcio di rigore, anche questo con la palla sugli spalti. Infatti, è evidente che creare un nuovo reato di frode, nei confronti di persone vulnerabili in relazione all'età avanzata, è l'ennesima riscrittura fatta un po' a insalata, che di fatto crea un provvedimento fotocopia delle leggi esistenti, che crea ulteriore caos, con l'aggravante che, in queste situazioni, i truffati non sono tutelati tutti, ma c'è una discriminazione generale tra vittima di serie A e vittime di serie B.

Infatti, il provvedimento ci dice, appunto: chiunque con mezzi fraudolenti - anche qui sui mezzi fraudolenti la tecnica legislativa… - induce una persona che versa in situazione di particolare vulnerabilità psicofisiche, in ragione dell'età avanzata, a dare o promettere indebitamente... Ma poi lo colloca in determinati luoghi: l'abitazione, gli uffici postali, gli istituti di credito, i centri commerciali, insomma in alcuni luoghi. Se non c'è una vulnerabilità - attenzione -, non una vulnerabilità di una donna incinta, di un bambino, di una persona comunque vulnerabile fisicamente o psichicamente, ma una vulnerabilità in relazione all'età - quindi già qui un'indeterminatezza notevole e, quindi, una difficoltà di interpretazione, una discriminazione tra soggetti... Non solo questa deve essere valutata come vulnerabile nei confronti della sua età, ma anche deve essere individuato che questa frode avviene in un determinato luogo. Quindi, se c'è questa vulnerabilità in relazione all'età in un determinato luogo, come appunto un istituto di credito, la casa o un altro luogo come un centro commerciale, dove ovviamente l'intenzione è quella di stare più attenti, dove si tira fuori il portafoglio, sarà punito, altrimenti non c'è punizione: il reato non esiste. È questo il problema.

Allora, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo detto: interveniamo sulla norma esistente, sulla truffa, che già c'è e già punisce con le aggravanti questi comportamenti; alziamo la pena nei minimi e nei massimi, in modo da potere dare gli strumenti alle forze dell'ordine e ai magistrati per intervenire e garantire nel contempo la certezza della pena; non facciamo una nuova legge inutile; mettiamo che non ci possa essere una valutazione delle circostanze, che possa dare la possibilità di uno sconto di pena; prevediamo già misure adottate e aggraviamo la pena nei confronti delle truffe telematiche e informatiche, che sono sempre più insidiose nel nostro Paese e facciamo un bel lavoro e votiamola tutti.

Questa era sicuramente una delle proposte, che era stata indicata dai professori, in primis il professor Tullio Padovani, il professore Daniele Piva, ma anche i magistrati e gli avvocati, le associazioni dei magistrati e degli avvocati, si erano pronunciati contro questi pasticci legislativi, per una soluzione più semplice, più chiara che potesse intervenire nelle norme già esistenti.

Niente, nessuno è stato ascoltato, si è andati avanti a battere questo rigore, perché ovviamente, se non lo batte il PD, non lo può battere nessuno. E la palla, ancora una volta, è stata mandata sugli spalti, perché ovviamente prima vengono la visibilità e gli slogan e poi viene il contenuto legislativo.

La direzione era sostenuta dal MoVimento 5 Stelle e la nostra controproposta, che poteva dare una tutela a tutti truffati, con un potenziamento della truffa, soprattutto a tutte le vittime e a tutte le persone vulnerabili, utilizzando già gli strumenti esistenti, non è stata minimamente accettata. E, quindi, la montagna ha partorito ancora una volta - amaramente lo dico -, perché avremmo proprio rinunciato a fare qualunque tipo di comunicazione propagandistica politica, in cambio di una legge scritta bene. Non è stato ascoltato.

Ora il testo è un testo brutto ovviamente, che va al Senato e che mi auguro non venga approvato così com'è, ma venga riformulato, se mai dovesse essere rimandato alla Camera, ma i tempi non lo consentiranno.

Io, Presidente, mi sento di dire che sui truffati e sulle truffe c'è un problema italiano enorme, c'è un problema di tutele, ma soprattutto c'è un problema non solo di leggi che devono essere ovviamente potenziate, con pene che devono essere aggravate, ma anche di strumenti. Infatti, il reale problema di chi viene truffato è che se ne accorge magari dopo mesi o non se ne accorge proprio e la polizia fa fatica ad individuare questi soggetti e a reprimere e perseguire questi reati, odiosi sia per mancanza di leggi, ma anche per mancanza di strumenti che dovrebbero essere dati. Qui ci sarebbe bisogno di un forte approfondimento, perché ovviamente su questo tipo di reati, il problema principale non è che non vengono condannate le persone, ma è che le persone non vengono neanche prese. Su questo dovremmo un attimo ragionare tutti insieme, per fare in modo che veramente la giustizia e le forze dell'ordine possano veramente garantire i criminali alla legge.

Presidente, noi, condividendo la direzione della proposta di legge, non voteremo contro ma ci asterremo, perché abbiamo capito l'intenzione e volevamo approvare un provvedimento che fosse completo e potenziare il reato di truffa per tutti. Così non è stato; è stato formulato l'ennesimo provvedimento fatto male.

Ci dispiace sinceramente, perché in modo molto sincero abbiamo collaborato costruttivamente sia nelle audizioni sia nelle proposte a fare un provvedimento come si doveva ma - ripeto - ancora una volta è stato battuto un calcio di rigore fuori. Quindi, in questo senso noi non possiamo assolutamente votare a favore né contro per le buone intenzioni, ma il nostro sarà un voto di astensione. È sicuramente una proposta di legge che dovrà essere ripresa nella prossima legislatura, approfondita e approvata, perché ovviamente questi crimini vengano assolutamente perseguiti nel modo migliore possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI. Grazie, Presidente. Sicurezza e legalità non sono questioni che hanno a che fare con il colore politico. Non devono avere a che fare con il colore politico per una ragione: se mettiamo le bandierine di destra e di sinistra chi ci rimette sono i cittadini, che rimarranno due volte vittime: vittime del disagio e vittime della paura, che spesso provano in questi tempi difficili, e dello scontro ideologico che non porta a nessuna soluzione pratica. Lo abbiamo visto con l'emergenza migranti: grandi slogan dei nostri populisti, che oggi non sono presenti qui in Aula, urlanti proclami di quelli che, invece, sono qui in Aula, ma zero risposte. Invece, di sicurezza dobbiamo occuparcene e la sicurezza va governata a partire dalle nostre città fino ad arrivare ai borghi più piccoli e periferici. La paura a ogni livello si affronta in due modi: ora si cavalca ingigantendola - e qui di imprenditori della paura ne abbiamo in abbondanza - oppure la si governa, individuando gli strumenti per liberare le persone dalla paura. Noi abbiamo scelto convintamente la seconda opzione. Il PD ha scelto la strada della sicurezza, del contrasto all'illegalità; in una parola, ha scelto di stare dalla parte dei più deboli.

Sappiamo bene quanto le fasce più esposte al disagio siano quelle più fragili economicamente e socialmente. Gli abbienti possono permettersi ogni tipo di protezione. Ecco perché sicurezza non è un concetto astratto, ma è semplicemente un dovere di chi governa e, se togliamo le urla, silenziamo il volume, mettiamo da parte gli insulti, cari colleghi, possiamo tutti insieme fare uno sforzo per garantire sicurezza ai nostri cittadini. Noi l'abbiamo fatto.

Il PD, tramite i suoi Governi, ha fatto grandi investimenti nelle periferie e nella sicurezza delle città. Per la prima volta è stata introdotta una strategia sulla sicurezza ad ampio raggio, che parte dal mare e arriva nel cuore delle nostre città, piccole e grandi, dando ai sindaci poteri di controllo e di azione. Più strumenti d'azione alle istituzioni, allo Stato, dunque, che coordina l'azione con le forze dell'ordine. Questo Governo ha investito sulle forze dell'ordine restituendo quanto tolto dai precedenti Governi di centrodestra, quelli che fanno i proclami sulla sicurezza, per chiarirci. Allo stesso modo sulla cultura, perché la vera sicurezza non è solo ordine pubblico, ma è qualcosa di più profondo, di più impegnativo, che ha a che fare con i complessi processi sociali in atto nel nostro Paese.

Siamo convinti che la risposta al bisogno di sicurezza non possa essere solo di un tipo. La sicurezza è un bene comune, che va tutelato e rafforzato con l'impegno di tutti. Dobbiamo entrare nelle case degli italiani e farli sentire protetti, fargli sentire che lo Stato c'è, che il diritto degli italiani a una vita serena è e sarà garantito. La parola chiave, dimenticata da più di vent'anni, per me è una sola: periferie. Non solo periferie urbane e geografiche, luoghi per troppo tempo abbandonati delle nostre metropoli, ma periferie della società. È lì che dobbiamo mettere tutta la nostra attenzione per evitare che si rigeneri l'odio sociale, che proliferi l'illegalità e che viga la regola del più forte.

La nostra soluzione è stata quella di investire più di 2 miliardi di euro in 120 progetti di riqualificazione delle periferie urbane, coinvolgendo i privati per arrivare a un impegno complessivo di quasi 4 miliardi. Sono risorse importanti, che daranno ossigeno alle nostre città, ma, come detto, il governo di questi fenomeni comporta uno sforzo in più, una quota di intelligenza in più o di buon senso.

Quindi, se da una parte bisogna rivitalizzare il tessuto delle nostre città, partendo dal cerchio più esterno e dai piccoli centri lontani dalle grandi città, dall'altro occorre intervenire con provvedimenti mirati a sconfiggere gli abusi quotidiani che avvengono in questi luoghi, tanto per cominciare facendo luce su una pratica odiosa e mettendovi fine: si tratta delle frodi contro gli anziani, una vera piaga che purtroppo spiega bene il livello di mancanza di valori, tragicamente basso, e la necessità di tutelare i più deboli, ma ciò va fatto subito, senza se e senza ma e senza tentennare.

Nel nostro Paese ci sono 12 milioni di ultrasettantenni e spesso sono obiettivo di malviventi senza scrupoli che puntano a entrare nelle loro case, che possono essere le case dei nostri genitori, dei nostri nonni, che magari hanno risparmiato una vita e qualche cosa si tengono in casa, pensando magari di aiutare i figli a far quadrare i conti o i nipoti per laurearsi.

Le cronache sono piene di truffe ai danni degli anziani, persone più fragili che a volte subiscono in silenzio e in qualche caso, purtroppo, sono arrivati a togliersi la vita per la vergogna, per il dolore, per la disperazione di avere perso tutto. Gli esempi sono infiniti: dalle bande di finti funzionari dell'INPS, che si sono fatti aprire casa dagli anziani con la scusa di misurare l'appartamento per verificare l'ammontare dell'assegno, o i sedicenti tecnici dei termosifoni che controllano i caloriferi, e potrei andare avanti all'infinito. Per non parlare, poi, delle truffe telefoniche.

Con questa norma noi introduciamo un nuovo articolo del codice penale, il 643-bis. Si tratta del reato di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili. Ho sentito le opposizioni che parlano di inutilità della norma. Si dice che già esistono gli strumenti per perseguire questi reati, ma allora faccio una domanda: perché la stragrande maggioranza di questi reati odiosi rimane impunita? Perché?

Occorrono sanzioni più severe e una maggiore certezza della pena per chi commette truffe contro gli anziani, truffe e frodi che consistono nel farsi dare o promettere denaro o altre utilità per sé o per altri dentro le proprie case, nelle banche, negli uffici postali, nelle case di riposo, simulando offerte commerciali, o in tutti i luoghi in cui possono essere commessi fatti simili.

Come dicevamo, pene più severe e certezza. Chi truffa gli anziani deve sapere che rischia di perdere la libertà personale. Per questo con la nostra legge ci sarà l'arresto in flagranza e la possibilità di applicare le misure cautelari. Si tratta di pene che vanno da due a sei anni, con multe che vanno da 400 euro a 3 mila euro.

Inoltre, la pena viene aumentata se la frode viene commessa con il telefono o attraverso il computer o avvalendosi di informazioni sensibili e private che sono state acquisite in modo scorretto. E siccome questi reati oggi rimangono impuniti, abbiamo stabilito che la sospensione condizionale della pena non possa essere concessa dal giudice se non è stato restituito il maltolto e se non sia pagata la somma liquidata a titolo di risarcimento del danno.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,45)

ALESSIA MORANI. Voglio ricordare che questa norma nasce da un impegno civile e anche da una battaglia giornalistica di un quotidiano, quei quotidiani che tanto critichiamo, ma che con le loro inchieste hanno puntato un faro su un fenomeno inquietante. Matteo Renzi aveva aderito alla campagna contro le truffe agli anziani portata avanti dal Quotidiano Nazionale (lo voglio dire). Si era fatta una promessa ed oggi questa promessa la manteniamo.

Riteniamo, perciò, che questa proposta di legge sia importante e necessaria, poiché, oltre a punire i responsabili, li scoraggerà anche a compiere questi odiosi reati che causano nelle vittime non solo danni economici, ma soprattutto traumi psicologici molto forti. Il PD sta dalla parte dei più fragili ed è per questo che il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Garnero Santanché. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente. Io, in dissenso dal mio gruppo parlamentare, voterò a favore su questo provvedimento e lei, signora Presidente, mi perdonerà se utilizzo il tempo che mi rimane perché vorrei dar voce a chi oggi in quest'Aula non c'è, perché credo che non sentire gli esponenti della Lega su questo provvedimento dovrebbe essere un dispiacere per tutti, perché è un vulnus alla democrazia.

Inoltre, le voglio preannunciare che farò un'interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia perché mandi un'ispezione all'autorità giudiziaria di Genova, per vedere, perché non vorrei che questo provvedimento abnorme che si è preso nei confronti della Lega, con il sequestro di 49 milioni, possa essere frutto di un pregiudizio politico o frutto di un'avversione ideologica o, ancora peggio - ma dico che nella storia recente siamo stati abituati anche a questo -, uno strumento di lotta politica.

DAVID ERMINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Immagino per un ringraziamento.

DAVID ERMINI, Relatore. Signora Presidente, veramente voglio ringraziare i membri della Commissione giustizia, anche i rappresentanti dell'opposizione, con cui abbiamo fatto un dibattito molto costruttivo. Ringrazio in particolare il collega Ferraresi, il collega Sannicandro e il collega Cirielli, perché il tema è stato molto approfondito, abbiamo fatto delle belle audizioni. Spero veramente che questa legge possa dare una risposta importante. Naturalmente non manca il ringraziamento per gli uffici, che hanno collaborato in modo esemplare.

(Coordinamento formale - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4130-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 4130-A:

"Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, concernenti i delitti di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili e di circonvenzione di persona incapace".

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Dichiaro quindi assorbite le proposte di legge nn. 40, 257, 407 e 4362.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Catanoso Genoese; Catanoso Genoese; Oliverio ed altri; Caon ed altri; Venittelli ed altri; Rampelli ed altri: Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale (A.C. 338-339-521-1124-4419-4421-A) (ore 17,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 338-339-521-1124-4419-4421-A: Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale.

Ricordo che nella seduta del 18 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, tale parere reca una condizione formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posto in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Benedetti 17.7, 17.12, 17.18 e 17.21 sono stati ritirati dalla presentatrice.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il deputato Cristian Iannuzzi è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Presidente, sull'emendamento 1.1 Catanoso, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Catanoso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Presidente, siccome questo testo unificato porta la mia firma nelle prime due proposte di legge sul tema, non potendo più disabbinarle, perché non siamo più in Commissione, vorrei annunciare che ritiro la firma dal provvedimento; come talvolta accade nella prassi parlamentare, il provvedimento, che porta la mia firma - ma questo credo che sia accaduto anche ad altri colleghi che hanno provato a lavorare sul tema della pesca, di cui oggi parliamo -, è stato di fatto svuotato di quello che era il contenuto e la ratio che avevamo cercato di dare con continuità a questa proposta, e parla di tutt'altra cosa: ha contenuto completamente diverso, come si può vedere, se qualcuno dei colleghi vorrà visionarlo.

Quindi, questo parere contrario non solo non mi meraviglia, ma è proprio la prova di quello che stavo dicendole. Ho provato con gli emendamenti in qualche modo a riportare il provvedimento ad avvicinarsi a quella che era la volontà iniziale nel presentare la proposta di legge, ma non riuscendoci non posso fare altro che questo. Quindi, annuncio il voto contrario su questo provvedimento, e man mano vedremo con gli emendamenti.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Catanoso.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Emendamento 2.10 Catanoso, parere contrario; emendamento 2.1 Placido, parere favorevole; emendamento 2.3 Pagano, parere favorevole; emendamento 2.4 Placido, parere contrario; emendamento 2.5 Placido, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Va bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Catanoso, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Placido, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Pagano, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Placido, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Placido, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione...

  Ah no, scusate, devo annullare la votazione, perché il Vicepresidente Baldelli, mentre saliva le scale, ha alzato la mano. Prego, non avevo visto.

SIMONE BALDELLI. Presidente, brevemente, noi sull'articolo 2 ci asteniamo, con il rammarico che non sia stato accolto l'emendamento del collega Catanoso che nella delega sulla semplificazione chiedeva che si rendessero meno penalizzanti per noi gli adempimenti conseguenti all'incrocio tra norme di carattere comunitario e norme di recepimento nazionali. Credo che questo sia uno dei tratti importanti che avremmo dovuto immaginare di inserire nella delega, perché noi abbiamo una situazione problematica che il sottosegretario conosce bene, abbiamo adempimenti che costringono i pescherecci italiani, anche quelli siciliani, ad avere a bordo dotazioni come se fossero navi da crociera, pescando nello stesso mare - anche lei, Presidente Boldrini, conosce bene la situazione, perché nella sua precedente esperienza professionale si è trovata spesso ad avere a che fare con questo, anche in condizioni non sempre felici - con i pescherecci, ad esempio, tunisini, che caricano sei elementi di equipaggio a bordo senza alcun adempimento. Quindi, noi abbiamo dei costi che ci penalizzano rispetto a una concorrenza che, in qualche misura, diventa sleale, ma che pesca negli stessi mari.

Quindi, io credo che avremmo potuto fare uno sforzo in più e certamente avremmo fatto un atto di grande sensibilità nei confronti del nostro mondo della pesca che dalla Sicilia alle Marche, a tutta la costa italiana, vede una penalizzazione molto importante, perché, poi, il centro, il baricentro decisionale delle decisioni che a livello europeo vengono prese su questo settore, ahimè, non è quello mediterraneo, ma, come sappiamo tutti bene, è ben altro, e con il paradosso che troppo spesso, oltre a questo, siamo costretti ad andare a recuperare i nostri pescherecci, a cui le Guardie costiere nordafricane sparano, o che vengono magari presi, assaltati o sequestrati in altra maniera, e sappiamo bene che tutto questo comporta delle situazioni drammatiche che si prolungano per mesi e, a volte, anche per anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'emendamento 3.1 Placido, il parere è contrario. Sull'emendamento 3.10 Benedetti, Presidente, il parere è contrario, perché viene assorbito da una riformulazione favorevole all'emendamento 5.12. Quindi il parere sull'emendamento 3.10 Benedetti è contrario. Emendamento 3.2 Pastorino, parere contrario. Emendamento 3.3 Placido, parere contrario.

PRESIDENTE. Facciamo anche l'articolo aggiuntivo.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'articolo aggiuntivo 3.01 Benedetti, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme al parere del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Placido, con i pareri contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà. Questo è un suo emendamento.

ANTONIO PLACIDO. Presidente, non comprendiamo le motivazioni del parere contrario, dal momento che l'emendamento richiede che il decreto per la riforma del sistema degli interventi compensativi garantisca, invece, che limitarsi a favorire, si tratta di quegli interventi di sospensione dell'attività che si verificano per ragioni indipendenti dalla volontà di lavoratori e datori di lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Placido; i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Avverto che l'emendamento 16.7 Zaccagnini è stato ritirato dal presentatore.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Benedetti, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Pastorino, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Placido, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.01 Benedetti, su cui i pareri di Commissione, Governo e anche della V Commissione sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sul 4.1 Placido parere contrario; sul 4.11 Benedetti, favorevole con riformulazione, Presidente: praticamente viene espunto tutto il primo capoverso e, dopo la lettera c), dopo le parole “pesca marittima” aggiungere le seguenti: “anche incentivando il consumo delle specie meno commercializzate”; viene tolto tutto il primo capoverso e “conseguentemente, al medesimo comma”, questo viene espunto. Quindi, riprende al comma 2, lettera c).

PRESIDENTE. Va bene, riprendiamo da lì e poi vediamo se accetta la riformulazione.

Il 4.2?

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sul 4.2 Squeri parere contrario, sul 4.12 Catanoso favorevole.

PRESIDENTE. E poi c'è anche l'articolo aggiuntivo: il 4.01 Catanoso?

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme al relatore. Al comma 2, lettera c), per essere più espliciti, aggiungere le seguenti parole: “anche incentivando il consumo delle specie meno commercializzate”, così per essere chiaro.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1 Placido, su cui i pareri di Commissione, Governo e V Commissione sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

ANTONIO PLACIDO. Qui noi non abbiamo compreso bene le ragioni per cui sarebbero contrari i pareri; viene istituito il Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, noi giudichiamo che si tratti di un'iniziativa positiva, ma lo si introduce soltanto per il 2018 in via sperimentale, quando sarebbe opportuno, occupandosi di ricerca scientifica, di accesso al credito, di sviluppo e incremento di risorse ittiche, che si immaginasse un'esistenza in vita di questo fondo almeno per gli anni immediatamente successivi e, quindi, noi chiediamo che in legge di bilancio si doti il fondo di uno stanziamento adeguato.

Non comprendiamo perché il parere sia contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Placido, su cui i pareri di Commissione, Governo e V Commissione sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.11 Benedetti.

Qui c'era una riformulazione, quindi chiederei alla deputata Benedetti se la accetta.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, in merito a questo emendamento, chiaramente comunque migliorativo, dispiace però che venga espunta una parte che ritengo assolutamente importante. Perché? Attualmente sappiamo benissimo quanto la pesca dipenda da una gestione razionale e sostenibile degli stock su cui va a rivalersi, quindi vedere che la ricerca scientifica e tecnologica applicata alla pesca marittima non preveda una priorità di azioni che definiscano metodi di pesca e di gestione basati sul rendimento massimo sostenibile, anch'esso pronunciato in sede di regolamenti europei, sinceramente penso che sia un'occasione persa.

La ricerca deve assolutamente avere come obiettivo prioritario il fatto che la pesca possa essere effettuata mantenendo comunque la resilienza degli stock ittici.

PRESIDENTE. Dunque, accetta la riformulazione, il parere è favorevole.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.11 Benedetti, riformulato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Squeri, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.12 Catanoso, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.01 Catanoso, sul quale c'è il parere contrario di Commissione e Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Brevemente, Presidente, solo per far notare che questo articolo 4, che istituisce il Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, che è destinato a finanziare le iniziative a carattere sperimentale, eccetera, non prevede fino a questo momento che, oltre che il personale imbarcato, possa giovarsi della cassa integrazione anche il proprietario o l'armatore dell'imbarcazione.

Teniamo presente che questa è un'attività che spesso viene fatta da piccole imprese, quindi, mi pare ragionevole che questo debba essere ampliato alla possibilità che anche l'armatore possa giovarsi di questa possibilità che il Ministero dà, visto che è grazie ad una decisione del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che è disposto il blocco, pur temporaneo, dell'attività della stessa azienda.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01 Catanoso, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sugli emendamenti 5.11 Benedetti, 5.1 Pagano, 5.2 Placido, 5.10 Zaccagnini e 5.3 Placido, parere contrario.

Sull'emendamento 5.12 Benedetti, parere favorevole con la seguente riformulazione, che leggo: “promuovono la raccolta delle più diffuse frazioni merceologiche rinvenute in mare nei manufatti in plastica, acciaio, alluminio e carta al fine di fare fronte all'emergenza conseguente all'impatto ambientale dei rifiuti in mare, di consentire l'avvio al riciclo separato delle componenti utilizzabili e di ridurre il conferimento in discarica”.

Sull'articolo aggiuntivo 5.01 Catanoso, parere contrario.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al parere del relatore. Volevo anche sottolineare, con riferimento all'emendamento 5.12 Benedetti, il rafforzamento dell'emendamento stesso in direzione della tutela dell'ambiente circa questo grave fenomeno che stiamo vivendo dei manufatti in plastica e di tutto il fenomeno dell'inquinamento marino. Abbiamo voluto rafforzare l'emendamento e, quindi, ritengo che abbiamo migliorato un emendamento che abbiamo ritenuto positivo per la tutela dell'ambiente e dell'ambiente marino, in particolare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.11 Benedetti, sul quale c'è il parere contrario di Commissione e Governo, della I Commissione e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, vorrei spiegare un attimo la ratio di questo emendamento. Si tratta dei distretti di pesca: che la pesca sia stata messa un po' da parte lo vediamo anche con questo articolo 5, perché i distretti di pesca, di fatto, sono istituiti in questo articolo, ma sono già istituiti con un decreto del 2001.

La più recente normativa in materia di pesca, proprio per garantire la resilienza degli stock ittici, prevede che la pesca debba essere sempre più una razionale utilizzazione delle risorse biologiche in mare. Visto questo necessario legame tra pesca e ricerca - lo dicevo anche prima - abbiamo proposto che i distretti venissero identificati in organismi di gestione della pesca per ciascuna GSA, cioè Geographical Sub-area, individuata dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo. Questo perché dai dati di valutazione degli stock ittici, ai dati di sbarco, ai Piani di gestione nazionale per la nostra pesca, si fa riferimento, appunto, alle Geographical Sub-areas della Commissione generale. Per intenderci, quindi, quando c'è una specie valutata in più GSA, gli stock della specie per ciascuna area vengono considerati come singoli stock.

Quindi, capite già che per pianificare le attività di pesca ci deve essere sempre un linguaggio comune che collega pesca e ricerca. E questo era per evitare sovrapposizioni, quali potrebbero essere appunto i distretti di pesca, parlando una lingua diversa rispetto a quella su cui bisogna basarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.11 Benedetti. I pareri, come ho detto, sono contrari, anche della I e della V Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Pagano, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.2 Placido.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO. Sì, brevemente, signora Presidente, perché francamente qua si parla di distretti, quindi di ambiti dove interagiscono tanti soggetti, dove si parla di sostenibilità, di tante belle cose, e non capiamo. Sarei potuto intervenire anche sull'emendamento precedente al nostro, perché e esattamente uguale.

Non capiamo il motivo di un parere contrario alla rappresentanza anche di associazioni nazionali, che rappresentano la pesca sportiva. Io credo che siano parte di un bacino anche questi pescatori della domenica, di gente che frequenta il mare, che frequenta le tradizioni della nostra marineria.

Quindi, francamente, non trovo la motivazione, per cui anche questo tipo di frequentatori del mare, radunati in un'associazione, debba essere escluso dalla definizione di questi bacini. Chiedo, quindi, al relatore e al Governo se possono cambiare il parere su questo emendamento, che mi sembra un emendamento normale e di buonsenso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Placido, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.10 Zaccagnini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Siamo all'emendamento 5.3 Placido. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

ANTONIO PLACIDO. Ci sembrava che regioni e province autonome, dato il peso dei compiti assegnati ai distretti, avrebbero potuto pubblicare periodicamente sui loro siti le attività svolte. Si tratta di una questione - noi crediamo - di trasparenza nell'informazione e finanche di elementare buonsenso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Placido, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Siamo all'emendamento 5.12 Benedetti. Qui c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, quest'argomento dei rifiuti marini credo che sia assolutamente importante. Più volte, nelle varie letture di questo testo e modifiche e anche nel collegato ambientale, abbiamo ritenuto necessario inserire, appunto, la questione dei rifiuti marini. Chi pensa che pesca e rifiuti siano due cose slegate, sbaglia. Purtroppo, abbiamo un mare sempre più inquinato, le isole di plastica in giro per il mondo ne sono la testimonianza e anche la pesca chiaramente ne risente.

Uno degli obiettivi della Strategia marina (indicatore 10) è proprio quello di ridurre i rifiuti in mare entro il 2020. Quindi, a maggior ragione la cosa deve essere riconosciuta a livello nazionale, visto che il fishing for litter, ovvero il coinvolgimento dei pescatori nella raccolta dei rifiuti in mare, è stato definito uno degli strumenti per arrivare alla riduzione.

Quindi ricordo che il Governo aveva valutato favorevolmente già un mio ordine del giorno al collegato ambientale, dove chiedevo di promuovere i progetti sperimentali, volti a favorire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti speciali provenienti dai pescherecci o da essi raccolti accidentalmente, che prevedano meccanismi anche incentivanti per i titolari di licenza di pesca che si impegnino al conferimento sistematico dei suddetti rifiuti.

Quindi, ritorniamo, con quest'articolo, su questo argomento molto importante. Sono contenta che il Governo abbia fatto propria l'importanza di questa proposta. Grazie.

PRESIDENTE. Quindi, accetta la riformulazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.12 Benedetti, riformulato, i pareri sono favorevoli

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.01 Catanoso, su cui i pareri sono contrari e su cui anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Presidente, solo per dire che non comprendo il parere contrario. Quindi, chiedo al relatore il motivo reale, perché chiediamo solo il coinvolgimento diretto del maggior numero possibile di operatori del settore visto che la ratio è quella di assicurare una gestione razionale di tutte le attività di pesca che si svolgono all'interno del distretto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Catanoso.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Presidente, emendamento 6.1 Catanoso, contrario; 6.3 Placido, favorevole; 6.2 Catanoso, contrario; 6.10 Benedetti, contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catanoso 6.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 6.3, su cui i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.2 Catanoso, su cui i parere sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Presidente, il tentativo con questo emendamento era quello, come prima, di allargare un attimo e coinvolgere il più possibile, tant'è che invece di parlare di associazioni nazionali riconosciute cerchiamo di allargarlo a tutte le altre associazioni. Questo è l'unico motivo dell'emendamento. Per la verità non comprendo perché bisogna sempre tentare di restringere la possibilità di rappresentanza dei lavoratori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Catanoso, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.10 Benedetti, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Presidente, emendamento 7.1 Catanoso, contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Catanoso, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Presidente, emendamento 8.1 Pastorino, contrario; 8.10 Catania, favorevole; 8.2 Placido, contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Pastorino, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.10 Catania, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.2 Placido, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

ANTONIO PLACIDO. Presidente, si chiede semplicemente che, prima di emanare il decreto, siano sentite le associazioni di categoria, non ci pare che sia nemmeno in contrasto con lo spirito di tanti degli altri articoli approvati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 Placido, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Presidente, sull'emendamento 9.2 Placido, parere favorevole. Sull'emendamento 9.1 Pastorino, parere favorevole con riformulazione, nel senso di togliere le parole dopo le seguenti: “meteomarine favorevoli”; le parole successive, fino alla fine dell'emendamento, vengono espunte. Emendamento 9.11 Zaccagnini, parere favorevole. Emendamento 9.3 Oliverio, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.2 Placido. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 Placido, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.1 Pastorino. Chiedo al deputato Pastorino se accetta la riformulazione proposta dal relatore.

LUCA PASTORINO. Presidente, se ho capito bene, la riformulazione consiste nel togliere le parole successive alla parola “favorevoli”, quindi esattamente il punto che noi volevamo specificare meglio nella lettera b), se leggo bene. Quindi, è esattamente com'era prima, la riformulazione sostanzialmente ribadisce quello che è scritto nel testo della legge, non so se ho letto male.

PRESIDENTE. Chiediamo all'onorevole Agostini se può ripetere la riformulazione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Presidente, la riformulazione è esattamente come diceva il collega Pastorino, nel senso che vengono tolte le parole successive a “meteomarine favorevoli”, quindi le seguenti: “nei giorni festivi potranno essere impiegati esclusivamente gli attrezzi di cui all'articolo 138 del Regolamento (…)”, eccetera.

PRESIDENTE. Scusi, quindi l'esclusione inizia dalle parole “nei giorni festivi”, da quel punto fino alla fine. È chiaro, deputato Pastorino?

LUCA PASTORINO. Presidente, allora avevo capito bene, era molto chiaro anche prima. Segnalo che non è una riformulazione, sostanzialmente mi si dice di togliere la parte che abbiamo aggiunto a questo emendamento e di lasciare quella che è nel testo. Quindi, mi sembra un parere contrario, perché si cercava di mettere un minimo di regolamentazione a questo mare che viene comunque poco tutelato, perché in questo provvedimento si parla tanto di cose, anche opportune, a favore della pesca professionale, ma poco di tutela del mare. Con questo emendamento, relativo appunto alla pescaturismo, provavamo a mettere un minimo di confine alle attrezzature da utilizzare il sabato e la domenica per tutto il periodo dell'anno. Prendo atto del parere, che è contrario, non è una riformulazione, quindi chiedo che venga posto in votazione per quello che è.

PRESIDENTE. Allora, non accettando la riformulazione, il parere è contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.11 Zaccagnini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Oliverio, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Sull'articolo aggiuntivo 10.01 Benedetti, il parere è contrario; sull'articolo aggiuntivo 10.02 Benedetti, il parere è contrario

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Articolo aggiuntivo 10.01 Benedetti, contrario e articolo aggiuntivo 10.02 Benedetti, contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.01 Benedetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Presidente, so bene che è difficile trovare i soldi per il settore, tuttavia ho voluto provarci comunque, sul fatto di proporre un'esenzione sia dalla tassa sulle concessioni governative per la licenza di pesca sia per quella dell'esclusione degli apparecchi televisivi. Questo, perché il comparto si trova in difficoltà e si trova in difficoltà anche per una burocratizzazione o, comunque, per oneri che potrebbero essere evitati. Il senso di questi due emendamenti è questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.01 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.02 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Emendamento 11.1 Squeri, contrario. Emendamento 11.2 Oliverio, favorevole. Emendamento 11.3 Oliverio, favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Emendamento 11.1 Squeri, contrario. Emendamento 11.2 Oliverio, favorevole. Emendamento 11.3 Oliverio, favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Squeri, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Oliverio, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.3 Oliverio, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 78).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. Emendamento 12.10 Benedetti, contrario; emendamento 12.5 Placido, contrario; emendamento 12.4 Placido, contrario; identici emendamenti 12.1 Pastorino e 12.2 Pagano, contrario; emendamento 12.3 Placido, contrario; emendamento 12.100, favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.10 Benedetti, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.5 Placido, su cui vi è parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente, in questo e nei successivi emendamenti saltano in maniera sistematica tutti i riferimenti al coinvolgimento tanto delle organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti di categoria quanto delle associazioni nazionali di pesca sportiva e ricreativa: non se ne comprende il perché; spieghi il Governo perché ritiene inaccoglibili emendamenti di questo tenore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.5 Placido, su cui vi è parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Placido, su cui vi è parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.1 Pastorino e 12.2 Pagano, su cui vi è parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Placido, su cui vi è parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), su cui i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 338-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUCIANO AGOSTINI, Relatore. 13.1 e 13.2 contrario, 13.3 contrario, 13.4 contrario, 13.7 contrario, 13.5 contrario, 13.6 contrario, 13.8 favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti identici 13.1 Pagano le 13.2 Pastorino, su cui il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO. Grazie Presidente, questa è la parte - lo dico ai colleghi dell'Aula - che riguarda il riordino della pesca sportiva ed è prevista una delega al Governo per il riordino di quella che è appunto la pesca di quelli che vanno ogni tanto, quando te lo lascia fare la moglie, come dico sempre, e quando magari il tempo lo consente. Diciamo che è una pesca che in tante parti d'Italia ha radicamenti forti nella storia della marineria, nella cultura dei luoghi, dei diversi luoghi; molto popolari sono le strumentazioni antiche della Liguria della Toscana, ma anche di altre regioni.

E quindi diciamo che il senso dell'emendamento soppressivo è che all'interno di questo provvedimento c'entra veramente poco, se non nulla, ed è confermato anche dal fatto che tutti gli emendamenti presentati da questo gruppo, dal gruppo di Sinistra Italiana-Possibile e da altri gruppi per cercare almeno, in altri contesti, di inserire delle rappresentanze, nei diversi settori che abbiamo trattato finora, di associazioni di pesca sportiva è stato prontamente bocciato.

Quindi voglio dire che è una cosa che esula dal contesto di una norma che ricordo all'aula, che magari non ha seguito tanto bene questo provvedimento, che è molto specifico, io mi rendo conto che non veniamo tutti da regioni di mare, quindi magari sembra un argomento poco vicino, ma questo è un provvedimento che nasce già l'anno scorso ed è un provvedimento che era stato bocciato dalla Commissione bilancio ed era un provvedimento ben più grande, che andava a tutelare anche con iniziative buone e forti il settore della pesca commerciale e della pesca professionistica.

Poi nel tempo sono stati fatti degli altri provvedimenti e si è arrivata a questo testo molto più snello rispetto a quello dell'anno scorso, che è cambiato ancora prima dell'estate e adesso arriviamo a questo testo finale, veramente molto asciutto da tanti punti di vista. Per esempio, il fondo di cui all'articolo 4, per lo sviluppo della filiera ittica, che il nostro gruppo ha giudicato essere un fondo, ancorché limitato a una fase transitoria e a un regime transitorio per il 2018, è un fondo utile e importante. Ebbene questo fondo, nel testo diciamo pre-estivo esaminato in Commissione veniva finanziato addirittura attraverso un contributo che dovevano dare i pescatori sportivi.

Ora questo capite bene che ha creato nei territori diciamo un grande dibattito circa l'inopportunità di inserire all'interno di questo provvedimento una delega al Governo oppure una norma che riguardasse la pesca sportiva, perché - lo dico a tutti per conoscenza - la pesca sportiva non è una cosa minima, coinvolge quasi due milioni di persone in tutta Italia ,ovvero tante più persone, tante più persone rispetto a quelle che praticano la pesca professionale e quindi è un argomento anche diciamo elettoralmente molto sentito, dalle mie parti forse un po' di più, da altre meno, ma io avevo già avvisato, in sede di Commissione agricoltura, che non è la mia, ero andato in compagnia del collega Placido, a sottolineare anche gli effetti negativi, anche dal punto di vista dell'opportunità politica, di percorrere una strada che andava sostanzialmente a mettere in contrapposizione due mondi che in contrapposizione non dovrebbero essere: il mondo della pesca professionale e il mondo della pesca ricreativa.

Perché se problemi ci sono tra i due mondi sono problemi, al limite, di convivenza oppure sono problemi relativi a pseudopescatori sportivi, che esercitano illegalmente questo tipo di professione, ce ne sono in tante parti d'Italia. Insomma, il problema non è eliminare o danneggiare una categoria vastissima di persone che vanno a pescare la domenica, il problema è esercitare i controlli ed applicare le norme che ci sono già, perché si deve sapere che le norme anche sulle possibilità di pesca dei pescatori sportivi sono molto chiare: riguardano quantitativi, riguardano strumentazioni, riguardano tutta una serie di cose che sono lì da tanto, tanto tempo, che hanno, magari, bisogno di essere controllate e verificate, così come tante cose in Italia.

Per cui l'invito che faccio, anche in ragione dei numeri che ci sono, che riguardano le persone, che, come ho detto, sono quasi 2 milioni e sono persone che, magari, vanno anche a votare e anche tutto l'indotto che c'è dietro - cifre oggettive non ne ho, ma potremo averle anche nel dibattito che ci sarà in Senato -, è per cogliere l'ulteriore, l'ultima occasione che ha quest'Aula di stralciare questo articolo e dedicare una riflessione nuova su una legge quadro sul settore della pesca sportiva, magari basata su dati e valori certi. Infatti, nel corso della discussione che c'è stata in Commissione e fuori si sono sentiti dati sui prelievi in mare da parte di pescatori sportivi fuori da ogni logica, mentre, invece, altre fonti citano un prelievo, sul complessivo prelievo nel mare, che oscilla tra l'1 e il 3 per cento.

Quindi, capite bene che questa è una questione che riguarda un'opportunità per tutti di fare un buon lavoro per le persone che, magari, svolgono da tanti anni il loro hobby e di rimandare ad un secondo momento la stesura di un provvedimento concertato che preveda anche una licenza, che faccia acquisire dei diritti a queste persone, ma che non sia figlio di una norma che deve essere fatta perché la si deve fare, che contenga però all'interno una roba che non c'entra assolutamente nulla. Questo l'ho detto in Commissione agricoltura, lo ripeto oggi: spero di essermi spiegato a beneficio di tutti quelli che ascoltano alle 19,20 di sera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.1 Pagano e 13.2 Pastorino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.3 Guidesi, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.4 Pastorino, sul quale i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO. Velocemente, signora Presidente. Questo in subordine al soppressivo dalla lettera c). La lettera c) riguarda la delega al Governo ad adeguare le disposizioni di cui agli articoli 138 e 140 del regolamento di cui al decreto del Presidente Repubblica del 1968 alla normativa europea in materia di attrezzi e limiti. Anche qui c'è stata grande discussione sempre sui territori, perché da diverse parti, anche con argomentazioni non supportate da scientificità, la tendenza prima di arrivare in Commissione - il sottosegretario lo sa bene - era quella di eliminare delle strumentazioni molto note e molto antiche nella tradizione dei nostri mari, quali quelle dei palamiti e delle nasse, eccetera. Il testo è stato cambiato - l'emendamento soppressivo di questo tipo di attrezzatura non è stato presentato da parte del collega Oliverio -, però si dà la delega al Governo di adeguare.

Io faccio presente soltanto che non c'è bisogno di adeguare nulla, perché gli articoli 138 e 140 ben catalogano gli attrezzi e le limitazioni che possono essere utilizzate e la normativa europea c'è già: è il regolamento (CE) n.1967 del 2006 che, all'articolo 17, derubrica le possibilità che ha la pesca sportiva. Quindi, io segnalo all'Aula che non c'è bisogno di raccordare niente ad oggi: se un domani ci sarà bisogno di raccordare qualche cosa, verrà automaticamente fatto esattamente come è stato fatto all'epoca, perché il DPR del 1968 è stato aggiornato più volte in ragione di cambiamenti che ci sono stati. Capite bene che eliminare la lettera c) appare una cosa che ci sta tutta, nel senso che andrà da sé che se la normativa europea nel settore cambia, anche le nostre normative nazionali verranno automaticamente adeguate. Ho visto il parere favorevole all'emendamento Sani, e non poteva che essere diverso, ma l'emendamento Sani, sostanzialmente, lascia la parola “strumentazione”, toglie le parole “pesca sportiva”, ma è evidente che va a togliere quelle parole che sono esattamente i titoli degli articoli 138 e 140 del DPR del 1968. Quindi, voglio dire annacqua un po' le cose, ma la sostanza non cambia.

Ripeto: dato che non c'è l'esigenza di raccordare nulla oggi - ci potrà essere in futuro e mi pare di aver capito che non c'è nessuna intenzione, almeno dalle parole sottosegretario, perché ero presente in Commissione prima dell'estate -, chiedo che si faccia un supplemento di riflessione o si trovi una formula migliore: ho presentato emendamenti successivi, possiamo prendere uno di quelli, così non faccio neanche più interventi e andiamo tutti a casa. Insomma, focalizziamo l'attenzione su una necessità che c'è di adeguamento alla normativa europea, ma che oggi non ha bisogno di nessun tipo di raccordo, perché il raccordo, ripeto a tutti, è molto chiaro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.4 Pastorino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.7 Pastorino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Pastorino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'emendamento 13.6 Pastorino, sul quale i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Visto che questo è l'ultimo emendamento della serie, prima di tacermi chiedevo al sottosegretario se, magari, potesse darmi, visto che finora mi ha detto che non aveva intenzione di cambiare il parere, comunque la formula: “verificare la corrispondenza tra le disposizioni degli articoli 138 e 140 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre 1968, n. 1639, con quelle dell'articolo 17 del Regolamento (CE) n. 1967/2006 e dei limiti espressamente menzionati in materia di strumentazione utilizzabile per l'esercizio della pesca sportiva”, poteva essere comunque una formula, che comprendeva il testo licenziato dalla Commissione e quello che voglio dire io.

Già quest'estate avevo chiesto al relatore Agostini se potevamo trovare una formula di compromesso. E questa mi sembra una formula di assoluto compromesso tra le parti, nel senso che non lascia in campo dei dubbi, ma quantomeno accontenta anche la platea di persone che mi hanno palesato questo tipo di problematiche, che - ripeto - è una platea molto ampia. Se non c'è la volontà, ne prendo atto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.6 Pastorino, i pareri sono contrari

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.8 Sani, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

Passiamo alla votazione dell'articolo 13.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, sottosegretario.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente, solo per non fare rimanere inascoltati tutti gli appelli fatti dal collega Pastorino. L'obiettivo del Governo è portare un riordino a tutto il settore della pesca sportiva. Quindi non vogliamo penalizzare il settore della pesca sportiva, vogliamo porre un'attenzione particolare, la vorremmo mettere in una cornice più adeguata, quindi in un testo e in un decreto legislativo, che penso che risponderà a tutti gli obiettivi che lei ha citato.

Quindi, noi vogliamo tutelare il settore della pesca sportiva e lo vogliamo portare in trasparenza. Vorremmo sapere se sono 1 milione, come si dice, o 2 milioni, come si dice, che tipo di attrezzi utilizzano, che tipo di impatto hanno sul nostro mare. Quindi, vorremmo fare un'attività che sia un po' più compiuta e, quindi, un adeguamento della normativa, tra quella nazionale e quella europea, e quindi facendo anche delle scelte di carattere nazionale, perché, se poi ci sono degli attrezzi che sono impattanti, non perché lo dice l'Europa noi dobbiamo utilizzare quegli attrezzi. Noi vediamo di fare rientrare tutto questo in un'attività di tutela e soprattutto di valorizzazione della risorsa ittica e, soprattutto, di dare un'adeguata cornice legislativa a tutta un'attività, perché noi comprendiamo le cose che lei ha detto e, quindi, non vogliamo sottovalutare tutti gli appelli che lei ha fatto in quest'Aula.

Il tentativo fatto dal Governo e dalla Commissione è quello di procedere ad un riordino e soprattutto di riportare il settore in trasparenza, di fare riconoscere quest'attività, di riconoscere anche la bontà dell'attività e, quindi, la pratica sportiva, fare rientrare tutto questo in un'attività, che penso che adeguatamente inseriremo in una cornice, in un testo, in un decreto legislativo, che speriamo di varare nel più breve tempo possibile. Faremo tesoro di tutte le cose che lei oggi ha detto in Aula. Ma anche in Commissione il dibattito è stato un dibattito molto proficuo e, quindi, anche con le associazioni della pesca sportiva, le diverse associazioni, abbiamo avuto un'interlocuzione. Quindi, forse, il testo che noi oggi proponiamo è proprio per verificare e portare a compimento tutte le iniziative di cui lei parlava. Le assicuro che anzi la coinvolgeremo in tutte le iniziative prossime future che faremo e, soprattutto, nella stesura del testo del decreto legislativo.

Comunque, io vorrei ringraziare, anche a nome della Commissione, perché l'intendimento del Governo e della Commissione era proprio quello a cui lei faceva riferimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Presidente, l'intervento del sottosegretario mi obbliga a intervenire e ricordare che, per mettere il settore in trasparenza, il settore della pesca sportiva, che è un'attività amatoriale, che fanno i ragazzini e i bambini, anche se io non la pratico, mi lascia un attimo perplesso l'idea di dovere fare degli elenchi dove scrivere tutti coloro i quali vogliono andare la domenica mattina a pescare, bambini o anziani che siano. Quest'idea della lista di proscrizione pronta per la pesca sportiva mi pare un po' eccessiva. Basterebbe limitare alcuni strumenti e mettere nella condizione, chi vuol fare pesca sportiva, di poterlo fare secondo determinati strumenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

Allora, colleghi e colleghe, come da intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani mattina, a partire dalle 9,30.

In morte dell'onorevole Francesco Cafarelli.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Francesco Cafarelli, già deputato della Camera dei deputati dalla IX alla XI legislatura. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari l'espressione della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Ha chiesto di parlare il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signora Presidente, non per un gesto di galateo della memoria, ma solo perché credo sia giusto rammentare l'esperienza di colleghi deputati, che peraltro si è avuta la fortuna di conoscere e che adesso non sono più tra i vivi.

Franco Cafarelli, come lei ha ricordato, è stato deputato per tre legislature, dal 1976 al 1982. È stato un deputato fortemente legato alla sua terra, un deputato che ha fatto qualcosa di importante per il suo territorio, Foggia. È stato tra i più attivi nel creare le condizioni affinché l'università di Foggia avesse una sua realizzazione e si passasse dalla gemmazione dell'università di Bari ad un'entità autonoma.

È stato molto attento anche ai problemi della scuola, è stato per lungo tempo membro della Commissione cultura della Camera e anche molto attivo sul piano editoriale. È stato tra i primi ad avere capito l'importanza delle televisioni locali, facendosi protagonista di un'iniziativa nella sua città.

Concludo questo mio intervento, Presidente, ringraziandola per l'opportunità che mi ha dato, ricordando un collega che faceva della mitezza la sua cifra. Può sembrare del tutto desueto ricordare la mitezza di un deputato, di un parlamentare, di un uomo politico, in una stagione in cui sembra che talvolta le urla facciano la misura della comunicazione politica. Io voglio farlo, però, perché credo che, in fondo, a queste esperienze noi dobbiamo attingere, per riprendere il colloquio dalla politica, la dimensione anche del Parlamento che, come dice la parola stessa, è un luogo dove si parla, si comunica attraverso la parola, non attraverso le invettive. Quindi, ricordiamo Franco Cafarelli anche per averlo saputo fare.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Pisicchio, per queste parole.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un intervento di fine seduta il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Anch'io mi associo nell'esprimere il cordoglio, così come lei ha fatto in maniera opportuna ed esemplare, nei confronti di Franco Cafarelli, che era un deputato democristiano di Foggia, persona moderata e che si contraddistingueva anche all'epoca, mentre io ero nel movimento giovanile della Democrazia Cristiana, nonostante le scorribande furiose delle correnti della Democrazia Cristiana. Franco era veramente un moderato.

Detto questo, signora Presidente, io la ringrazio per avermi concesso questa possibilità di intervento a fine seduta per denunciare, anche nell'Aula, le gravi inadempienze e il grave disagio che sta provocando la decisione di Ryanair rispetto alla situazione dei voli sull'intero territorio nazionale e sull'intero territorio europeo. Già il Vicepresidente Baldelli ha preannunciato anche un'interrogazione da questo punto di vista, ma io penso che ci sia, così come ha opportunamente fatto lo Stato spagnolo, una violazione del codice del passeggero, una violazione del codice del consumo e l'Antitrust si è appena attivata. Dalle cronache dell'Ansa siamo riusciti ad evidenziare anche questo problema per la scorrettezza adottata nelle pratiche commerciali. Infatti, solo per la regione Puglia ci sono stati 67 voli cancellati dall'aeroporto di Brindisi, 11 da Bari e oltre 702 sull'intero territorio nazionale.

Io penso che debba esserci un intervento un po' più deciso da parte del Governo, signora Presidente, se non quello di attivarsi solo con ENAC, anche perché, come certamente lei saprà, Ryanair dalle singole regioni dove effettua gli scali, i voli e quant'altro prende risorse aggiuntive per assicurare i low cost e queste sono risorse pubbliche.

Quindi, c'è una responsabilità anche rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo n. 231 del 2001, che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300. Vi è, quindi, anche una responsabilità da parte di questa società e penso che anche la Corte dei conti dovrebbe attivarsi proprio in applicazione di quanto poco fa le ho rammentato. Io ritengo che questo sia un problema nazionale e spero che quanto prima il Governo venga in Aula a riferire su questa situazione che sta creando un disagio pazzesco per 400 mila passeggeri al giorno, che sono sostanzialmente interessati a questi disagi irresponsabili da parte di Ryanair.

PRESIDENTE. Mi associo personalmente alle sue preoccupazioni, perché veramente è una condizione unica.

Ha chiesto di parlare il deputato D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA'. Grazie, Presidente. Voglio portare all'attenzione del Parlamento la situazione dei nostri giovani connazionali che sono ancora rinchiusi in carcere in Germania. Io ho già avuto la fortuna di avere la sua presenza durante il mio ultimo intervento di fine seduta in cui riportavo questa situazione.

I giovani sono rinchiusi ormai dal 6 e 7 luglio, in occasione del G20 - ormai sono due mesi - e, come lei sa, io ho fatto un'interrogazione il 25 luglio chiedendo, appunto, che vi fosse l'interessamento da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Non ho avuto risposta a questa interrogazione e oggi ho fatto una nuova interrogazione per chiedere ancora un intervento da parte del Ministro degli affari esteri. Vi sono stati, diciamo, degli aggiornamenti della situazione. Maria Rocco, ad esempio, è stata liberata e aspetta il processo nel nostro Paese.

Quello che io chiedo è semplicemente che vi sia un interessamento forte, finalmente, e la sua pressione nei confronti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e da parte degli altri partiti che sono presenti in questo Parlamento affinché si possa giungere ad una conclusione rispetto a questa situazione, perché vi sono dei giovani, come Fabio Vettorel, altro feltrino appena diciannovenne, che è ancora rinchiuso, ormai da due mesi, nelle carceri tedesche.

Credo che l'Aula e appunto la Presidenza si debbano interessare, perché - lo ripeto - sono dei giovani. I pari età tedeschi che sono stati coinvolti in questa manifestazione aspettano nelle loro case e con le loro famiglie.

Credo sia opportuno che vi sia l'interessamento; non può continuamente restare in silenzio quest'Aula, questa Presidenza, nei confronti di questa situazione - che definirei, a mio parere, vergognosa -, anche nei confronti delle autorità tedesche, con cui abbiamo avuto fin troppa pazienza fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sì, giusto per tranquillizzarla. Io ho ricevuto una lettera da parte della famiglia di uno di questi ragazzi che sono trattenuti in Germania, che trasmetterò al Ministro, per sue valutazioni. Chiaramente la situazione - lo capisco - è molto delicata, ma io mi farò tramite, appunto trasmettendo questa lettera al Ministro in modo che possa prenderne atto e conseguentemente prendere una decisione in merito a quanto la famiglia chiede.

Ha chiesto di parlare la deputata Patrizia Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI. Grazie, signora Presidente. Io sono qui a chiedere, tramite lei, alla Presidenza del Consiglio dei ministri di rendere una comunicazione qui in Aula sul terremoto di un anno fa nella nostra regione - anche lei viene dalla regione Marche - e nelle regioni Lazio, Umbria e Abruzzo. Infatti da un anno vogliamo avere informazioni e vogliamo aprire di nuovo il dibattito qui in Aula, perché ancora le cose non sono a posto.

Oggi è caduta la prima neve sui Monti Sibillini; ci sono persone ancora sfollate che vivono sulla costa e fanno 80, 100 chilometri al giorno per tornare a lavorare nei loro luoghi, con strade ancora chiuse; vi sono allevatori che ancora hanno dei problemi. Quindi bisogna capire a che punto è la situazione e con questa comunicazione aprire il dibattito qui in Aula, presentare delle risoluzioni da parte del Parlamento, in modo tale da cercare di risolvere al più presto i problemi che ci sono in quel territorio. È già passato un anno, è stato fatto molto poco, molto poco, e quindi bisogna ricorrere ai ripari, perché l'inverno lì è già arrivato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Terzoni, trasmetteremo al Governo la sua richiesta.

Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Prataviera. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Le perquisizioni e l'arresto di 14 funzionari catalani, accusati dal Governo di Madrid di essere gli organizzatori del referendum secessionista del prossimo 1° ottobre in Catalogna, non possono e non devono passare inosservati nemmeno in Italia.

Dobbiamo prendere atto che in Europa oggi si possono processare le idee, soprattutto se pacifiche? Dobbiamo considerare normali questi arresti politici? Io credo di no; dovremmo invece indignarci. Non possiamo negare a un popolo il diritto di decidere sul proprio futuro, non possiamo accettare che democrazia e libertà vengano negate in un Paese europeo. Le spinte indipendentiste corrono nelle vene di milioni di europei, Presidente, dalla Scozia alla Catalogna e anche da noi in Veneto. La storia dovrebbe insegnarci che la domanda di libertà è sempre stata negata perché considerata fuorilegge, ma non sarà mai, mai considerabile come illegittima. Per questo io grido forte: viva la democrazia! Viva la libertà! Viva l'indipendenza di tutti i popoli liberi europei (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Grazie.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Giovedì 21 settembre 2017, ore 9,30:

1.  Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

CATANOSO GENOESE; CATANOSO GENOESE; OLIVERIO ed altri; CAON ed altri; VENITTELLI ed altri; RAMPELLI ed altri: Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. (C. 338-339-521-1124-4419-4421-A)

Relatore: LUCIANO AGOSTINI.

2.  Seguito della discussione della proposta di legge:

ASCANI ed altri: Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative. (C. 2950-A)

Relatrice: MANZI.

3.  Seguito della discussione dei progetti di legge:

Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale di Nagoya – Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010. (C. 3916-A)

Relatore: NICOLETTI.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti protocolli: a) Protocollo n. 15 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 24 giugno 2013; b) Protocollo n. 16 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 2 ottobre 2013. (C. 2801)

e dell'abbinata proposta di legge: SCHULLIAN. (C. 3132)

Relatori: VAZIO, per la II Commissione; NICOLETTI, per la III Commissione.

La seduta termina alle 19,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 i deputati Rampelli e Mongiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 2 i deputati Rampelli e Bargero hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 3 i deputati Capone, Pes, Covello e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 4 i deputati Rampi, Aiello e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 5 le deputate Tartaglione e Galgano hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 6 i deputati Ferrari e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 7, 8 e 28 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazione dalla n. 10 alla n. 12 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 12 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 12 e 13 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

  nelle votazioni nn. 24 e 27 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 26 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 27 la deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 29 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 32 il deputato Petraroli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 32 la deputata Basilio ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nelle votazioni nn. 41 e 53 il deputato Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 48 il deputato Famiglietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 66 il deputato Pastorelli ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 67 il deputato Molea ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 73 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 75 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 76, 77 e 78 il deputato Valiante ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 80 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 84 e 85 la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 86 e 87 il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 4130-A e abb.-em. prem. 01.020 356 265 91 133 55 210 98 Resp.
2 Nominale em. 1.1, 1.20, 1.30 373 306 67 154 99 207 98 Resp.
3 Nominale em. 1.2 390 317 73 159 96 221 94 Resp.
4 Nominale em. 1.21 399 396 3 199 72 324 94 Resp.
5 Nominale em. 1.22, 1.32 402 401 1 201 400 1 93 Appr.
6 Nominale em. 1.23 414 407 7 204 120 287 93 Resp.
7 Nominale em. 1.31 406 403 3 202 55 348 91 Resp.
8 Nominale em. 1.24 407 357 50 179 69 288 91 Resp.
9 Nominale em. 1.50 401 323 78 162 229 94 91 Appr.
10 Nominale em. 1.33 398 350 48 176 55 295 90 Resp.
11 Nominale em. 1.25 404 308 96 155 71 237 90 Resp.
12 Nominale em. 1.27 404 404 0 203 165 239 90 Resp.
13 Nominale em. 1.26 401 400 1 201 163 237 90 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.51 405 395 10 198 299 96 90 Appr.
15 Nominale em. 1.29 397 395 2 198 77 318 91 Resp.
16 Nominale em. 1.34 397 356 41 179 56 300 90 Resp.
17 Nominale em. 1.28 398 396 2 199 70 326 90 Resp.
18 Nominale articolo 1 395 322 73 162 229 93 90 Appr.
19 Nominale em. 2.1, 2.20 401 393 8 197 91 302 90 Resp.
20 Nominale em. 2.21 405 403 2 202 401 2 90 Appr.
21 Nominale articolo 2 407 403 4 202 314 89 90 Appr.
22 Nominale Mantenimento articolo 3 406 334 72 168 236 98 90 Appr.
23 Nominale Mantenimento articolo 4 413 406 7 204 314 92 89 Appr.
24 Nominale Mantenimento articolo 5 409 406 3 204 310 96 89 Appr.
25 Nominale art. agg. 5.020 415 414 1 208 8 406 88 Resp.
26 Nominale odg 9/4130-A e abb./7 p. I 389 385 4 193 99 286 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Pdl 4130-A e abb. - voto finale 375 257 118 129 219 38 98 Appr.
28 Nominale TU pdl 338 e abb.-A - em. 1.1 365 300 65 151 48 252 97 Resp.
29 Nominale articolo 1 374 340 34 171 339 1 97 Appr.
30 Nominale em. 2.10 376 371 5 186 116 255 97 Resp.
31 Nominale em. 2.1 372 338 34 170 338 0 97 Appr.
32 Nominale em. 2.3 376 376 0 189 312 64 97 Appr.
33 Nominale em. 2.4 375 308 67 155 90 218 97 Resp.
34 Nominale em. 2.5 377 377 0 189 163 214 98 Resp.
35 Nominale articolo 2 381 262 119 132 262 0 97 Appr.
36 Nominale em. 3.1 381 329 52 165 113 216 97 Resp.
37 Nominale em. 3.10 376 323 53 162 108 215 97 Resp.
38 Nominale em. 3.2 382 330 52 166 113 217 97 Resp.
39 Nominale em. 3.3 384 263 121 132 44 219 97 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 3 386 257 129 129 257 0 98 Appr.
41 Nominale art. agg. 3.01 384 329 55 165 108 221 98 Resp.
42 Nominale em. 4.1 388 345 43 173 113 232 98 Resp.
43 Nominale em. 4.11 rif. 388 387 1 194 387 0 97 Appr.
44 Nominale em. 4.2 385 385 0 193 51 334 97 Resp.
45 Nominale em. 4.12 386 386 0 194 384 2 97 Appr.
46 Nominale articolo 4 393 392 1 197 343 49 97 Appr.
47 Nominale art. agg. 4.01 391 383 8 192 153 230 97 Resp.
48 Nominale em. 5.11 383 383 0 192 164 219 96 Resp.
49 Nominale em. 5.1 386 386 0 194 99 287 96 Resp.
50 Nominale em. 5.2 393 392 1 197 97 295 96 Resp.
51 Nominale em. 5.10 383 383 0 192 94 289 96 Resp.
52 Nominale em. 5.3 385 335 50 168 113 222 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 5.12 rif. 365 365 0 183 364 1 96 Appr.
54 Nominale articolo 5 373 302 71 152 256 46 96 Appr.
55 Nominale art. agg. 5.01 367 365 2 183 150 215 96 Resp.
56 Nominale em. 6.1 369 328 41 165 51 277 96 Resp.
57 Nominale em. 6.3 369 369 0 185 306 63 97 Appr.
58 Nominale em. 6.2 367 338 29 170 64 274 96 Resp.
59 Nominale em. 6.10 370 369 1 185 151 218 97 Resp.
60 Nominale articolo 6 371 361 10 181 312 49 97 Appr.
61 Nominale em. 7.1 362 358 4 180 130 228 97 Resp.
62 Nominale articolo 7 369 368 1 185 325 43 97 Appr.
63 Nominale em. 8.1 370 369 1 185 77 292 97 Resp.
64 Nominale em. 8.10 363 363 0 182 363 0 97 Appr.
65 Nominale em. 8.2 373 332 41 167 118 214 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale articolo 8 368 357 11 179 319 38 97 Appr.
67 Nominale em. 9.2 370 338 32 170 336 2 97 Appr.
68 Nominale em. 9.1 372 371 1 186 161 210 96 Resp.
69 Nominale em. 9.11 365 328 37 165 328 0 96 Appr.
70 Nominale em. 9.3 369 219 150 110 216 3 96 Appr.
71 Nominale articolo 9 363 282 81 142 242 40 96 Appr.
72 Nominale articolo 10 364 337 27 169 336 1 96 Appr.
73 Nominale art. agg. 10.01 357 316 41 159 108 208 96 Resp.
74 Nominale art. agg. 10.02 347 306 41 154 107 199 96 Resp.
75 Nominale em. 11.1 364 359 5 180 40 319 96 Resp.
76 Nominale em. 11.2 364 362 2 182 362 0 96 Appr.
77 Nominale em. 11.3 363 334 29 168 334 0 96 Appr.
78 Nominale articolo 11 360 357 3 179 317 40 96 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 12.10 366 329 37 165 107 222 96 Resp.
80 Nominale em. 12.5 349 312 37 157 47 265 96 Resp.
81 Nominale em. 12.4 361 321 40 161 43 278 96 Resp.
82 Nominale em. 12.1, 12.2 352 283 69 142 68 215 96 Resp.
83 Nominale em. 12.3 347 281 66 141 72 209 96 Resp.
84 Nominale em. 12.100 359 318 41 160 317 1 96 Appr.
85 Nominale articolo 12 359 318 41 160 278 40 97 Appr.
86 Nominale em. 13.1, 13.2 333 311 22 156 125 186 96 Resp.
87 Nominale em. 13.3 340 340 0 171 144 196 96 Resp.
88 Nominale em. 13.4 329 297 32 149 110 187 97 Resp.
89 Nominale em. 13.7 327 289 38 145 98 191 97 Resp.
90 Nominale em. 13.5 330 289 41 145 95 194 97 Resp.
91 Nominale em. 13.6 326 290 36 146 100 190 97 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 93)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale em. 13.8 332 261 71 131 201 60 96 Appr.
93 Nominale articolo 13 329 305 24 153 202 103 96 Appr.