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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 843 di giovedì 27 luglio 2017

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

La seduta comincia alle 21,20.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 3 luglio 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Alli, Amoddio, Bobba, Bratti, Caparini, Castiello, Cicchitto, Dambruoso, Dellai, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fontanelli, Fraccaro, Garofani, Gelli, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Latronico, Lorenzin, Lupi, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Palma, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Francesco Saverio Romano, Rosato, Sanga, Tabacci, Simone Valente, Valeria Valente, Vignali e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centocinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 27 luglio 2017, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):

S. 2860. - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno" (4601) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché l'inizio della discussione generale in Assemblea del suddetto disegno di legge è previsto per lunedì 31 luglio 2017, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo si intendono conseguentemente adeguati.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2856 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale (Approvato dal Senato) (A.C. 4595) (ore 21,22).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4595: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (Vedi l'allegato A).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 4595)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto intervenire, per dichiarazione di voto, il deputato Oreste Pastorelli. Prego, ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, sul decreto-legge che regola la prevenzione vaccinale tanta è stata la disinformazione e tanta è stata la demagogia, portata avanti da chi ha voluto speculare su una questione essenziale per la salute dei bambini. Prima di entrare nel merito del testo, dobbiamo considerare la storia della sanità del nostro Paese; una storia fatta di conquiste, di ricerca e di servizio pubblico, che ha sempre contraddistinto l'Italia dagli altri Paesi, Stati Uniti compresi.

Il provvedimento in esame costituisce la giusta misura che uno Stato deve mettere in campo per tutelare, al meglio, la sicurezza della collettività, in tema di salute pubblica. È la prevenzione, infatti, la garanzia più incisiva del benessere pubblico, prevenzione che una nazione con un Governo attento, lungimirante e con lo sguardo rivolto al futuro ha il dovere di assicurare ai propri cittadini di domani.

Bene ha fatto, quindi, l'Esecutivo ad andare avanti, nonostante le critiche, immotivate e senza fondamento, arrivate da più parti.

Non c'è dubbio, inoltre, sull'urgenza di attuare il provvedimento, considerate le richieste di copertura vaccinale avanzate dall'Organizzazione mondiale della sanità. La componente socialista, dunque, voterà la fiducia al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. I deputati dell'UDC, domani, voteranno a favore di questo provvedimento. Noi abbiamo condiviso la battaglia fatta dal Ministro, in difesa della salute e, anche, in difesa del principio per cui la salute ha un contenuto oggettivo, contrariamente a quello che una certa cultura dominante, che vuole imporre l'eutanasia, molte volte viene dicendo: “La salute è quello che il soggetto considera come salute” fino a un certo punto, perché vi sono anche i criteri oggettivi, sui quali verte, poi, la discussione se interpretarli in un modo più largo o più ristretto, ma, comunque, esiste un concetto oggettivo della salute. È una battaglia politica, è una battaglia culturale, noi l'abbiamo appoggiata, signora Ministro, domani voteremo il provvedimento.

Purtroppo, oggi, non possiamo votare la fiducia; non possiamo votare la fiducia, perché - facciamo anche un po' di storia, non della salute, ma di questa legislatura - questa legislatura comincia con un Governo di grande coalizione, che è quello di cui il Paese aveva bisogno; progressivamente, nel passaggio da Letta a Renzi e poi da Letta a Gentiloni, questa grande coalizione si scolora; da grande coalizione diventa una piccola grande coalizione, quando ne esce Forza Italia, decisione che noi non abbiamo condiviso, ma ultimamente ha avuto un passo avanti ulteriore, verso la costituzione di una specie di monocolore del Partito Democratico, con qualche spruzzatura di centro. Noi non abbiamo condiviso questa evoluzione, quindi abbiamo tolto la nostra fiducia al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, signor Ministro, com'è naturale per un movimento di opposizione come il nostro, questa sera il Governo non avrà la nostra fiducia, ma domani il provvedimento avrà il nostro “sì”.

Non tutto ci convince nel provvedimento, non tutto ci convince nel modo in cui questa vicenda è stata condotta, ma, quando è in gioco una battaglia culturale di fondo, non si può arretrare, non si può tentennare e, dunque, noi sul provvedimento voteremo sì. Sui bambini e sui vaccini non si scherza, anche nei Paesi anglosassoni, terra della libertà individuale, in cui l'individuo è sacro e punto di riferimento per tanti di noi, però, sui vaccini non si abbassa l'attenzione e non si allenta un'operazione che è anche culturale.

E qui voglio venire, nel pochissimo tempo che ho a disposizione, a due osservazioni, che sono quelle alle quali tengo di più. La prima, signora Ministro, è il nostro punto critico: al di là della prescrizione normativa, quello che secondo noi è mancato, ma si può fare, tutti insieme, è una grande operazione di comunicazione, una grande operazione di informazione, un discorso pubblico adulto, coinvolgendo il Paese; una - vorrei dire - condivisione culturale con i papà, con le mamme, con le famiglie, affinché nessuno debba pentirsi di quello che fa, anzi di quello che non fa con la propria bimba o con il proprio bimbo. Questo è per noi essenziale.

Seconda osservazione, che riguarda il MoVimento 5 Stelle e non solo; lo diciamo con rispetto e senza demonizzare nessuno: si parla tanto di fake news, ma io preferisco parlare di bufale. Ci è dato di vivere in un tempo in cui c'è una specie di matrioska di bufale, ci sono i produttori di bufale, che sono anche spacciatori di bufale, che poi sono anche, a loro volta, consumatori di bufale ed è un circuito in cui sono attorcigliati e il paradosso - e chiudo, signora Presidente - è che quanto più tu smonti queste bufale, tanto più il complottista resta avvinghiato alle sue teorie, se così le vogliamo chiamare.

Allora, ecco il compito culturale per le persone ragionevoli, ovunque si trovino collocate, in maggioranza come voi, in minoranza come noi: in questa battaglia tra superstizione e razionalità non ci si può non schierare. Tocca alle persone ragionevoli riportare la razionalità, la scienza, la conoscenza, il percorso di conoscenza attraverso sperimentazioni successive, fuori dal buio, in cui qualcuno vorrebbe collocarle e alla luce dove meritano di stare.

Chi vuole rimanere nelle caverne è libero di farlo, ma, possibilmente, non faccia male agli altri.PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Tre minuti sono pochi, ma mi concedo una piccola digressione.

Gli interventi del collega Buttiglione e del collega Capezzone hanno messo ancora una volta l'accento su un'assurdità del Regolamento di questa Camera: non può esistere, nel contesto normativo della nostra Costituzione e, più in generale, dei principi che regolano il nostro diritto amministrativo, che si rivoti su un provvedimento che è già stato votato una volta. La doppia votazione è in contrasto con tutti i principi del diritto. Che in questo Regolamento rimanga in vigore che un provvedimento, approvato con la fiducia, debba essere rivotato dopo, è una cosa sulla quale, per l'ennesima volta, faccio presente che sarebbe proprio bene correggere, perché è la più grande di tante storture che contiene il nostro Regolamento.

Per venire al tema in questione, ho già espresso ieri, in discussione sulle linee generali, avendo qualche minuto in più, le perplessità per il modo con cui è stato definito un tema giuridicamente molto sensibile, quale quello dei rapporti fra lo Stato e i cittadini, tra diritti e doveri, fra il diritto all'autodeterminazione sui trattamenti sanitari e il dovere di concorrere alla salute pubblica.

Ritengo che il decreto-legge sia uno strumento intrinsecamente inadeguato per affrontare questi temi, ma la discussione nel Paese non si è svolta su questo argomento; la discussione si è incentrata, ovviamente, su “vaccini sì, vaccini no”. Il collega Capezzone ha sviluppato ampiamente il discorso delle fake news, dei social, di questi modi un po' strani di costruire verità che, venendo ripetute milioni di volte, acquistano un valore che, invece, intrinsecamente non avrebbero. Viviamo nell'epoca della falsa verità.

Ora, l'approvazione o la mancata approvazione di questo decreto avrebbe nei confronti dell'opinione pubblica l'affermazione che il Parlamento crede nei vaccini o che il Parlamento non crede nei vaccini; questa è la discriminante, non si vota su un altro tema. Le cose che ho sottolineato e che sottolineerò anche domani sono importanti, ma oggi noi siamo chiamati a pronunciarci sull'alternativa vaccini sì, vaccini no. Io dico e dirò sempre: vaccini sì, per cui, con questo fondamentale argomento, voterò la fiducia al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Petrenga. Ne ha facoltà.

GIOVANNA PETRENGA. Grazie, Presidente. Stasera, in un'Aula stanca, ci troviamo a votare l'ennesima fiducia chiesta dagli instabili Governi di centrosinistra a questo Parlamento per garantirsi il ricompattamento della propria compagine politica o la sicura approvazione di un provvedimento controverso, o, magari, a rischio scadenza. Davvero ci domandiamo cosa tenga insieme queste maggioranze di Governo, oltre all'attaccamento alla poltrona.

Vedete, è proprio questo, forse, l'unico aspetto che contestiamo di questo decreto-legge: la fretta, la solita fitta - potremmo dire -, perché l'avete dimostrata sulla stragrande maggioranza delle iniziative legislative d'urgenza che avete adottato, e, soprattutto, la solita mancanza di contraddittorio, se così possiamo chiamarlo. Infatti, il problema di fondo, il problema vero, è proprio questo: la vostra volontà di escludere il Parlamento, di abortire il dibattito, di non dare luogo al confronto con le altre forze politiche, alle quali, evidentemente, non riconoscete una dignità, esattamente come non riconoscete una dignità a questa Camera.

L'Italia è una democrazia parlamentare e trattare le nostre assemblee come meri ratificatori, come meri passacarte, costituisce un abuso; un abuso di potere della maggioranza, che si accompagna da sempre all'abuso di quel potere di iniziativa legislativa che la Costituzione riserva all'Esecutivo solo in casi di straordinaria necessità e urgenza.

A nostro avviso, questo provvedimento, invece di essere trasformato nell'ennesimo voto di fiducia, avrebbe dovuto essere un momento di confronto, non solo in sede parlamentare, ma in tutto il Paese, e avrebbe dovuto essere preceduto e accompagnato da una campagna di informazione trasparente e completa, finalizzata al consenso informato sui benefici e sui possibili effetti collaterali, per consentire ai genitori di aderire con convinzione alle campagne di vaccinazione.

La copertura vaccinale in Italia non è sufficiente e sta scendendo costantemente negli ultimi anni. Dal 2013, in Italia, si sta assistendo, infatti, a un calo progressivo delle vaccinazioni, con il rischio di epidemie di malattie attualmente sotto controllo e della ricomparsa di malattie non più presenti in Italia da decenni.

L'Organizzazione mondiale della sanità fissa al 95 per cento la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini, al di sotto della quale gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a repentaglio la salute di tutti. Questo limite l'Italia, nel suo complesso, non lo raggiunge per nessuno dei vaccini monitorati dall'Istituto superiore di sanità, attestandosi, invece, su una copertura vaccinale complessiva che dal 93 per cento è scesa prima al 90 e poi all'85 per cento.

Questi dati rappresentano un fatto oggettivo, ossia lo scetticismo con il quale molte famiglie, ma anche alcuni medici, si avvicinano al tema delle vaccinazioni e che ora, dopo i primi anni, sta cominciando a creare delle conseguenze. Ora, noi, che sediamo in quest'Aula, non siamo dei medici, non siamo dei tecnici, non siamo in grado di dire con certezza se le vaccinazioni fanno bene o male. Alcune fanno bene e altre fanno male? Questo non ve lo possiamo dire.

Noi siamo legislatori e, in quanto tali, dobbiamo tutelare la nostra comunità. In questo senso, riteniamo corretto sostenere il ricorso alle vaccinazioni, raggiungere quell'immunità di gregge che ha consentito all'Italia, sin qui, di debellare malattie pericolose e spesso mortali, soprattutto per i nostri figli. Noi riteniamo che questo sia un progresso, e la politica deve sempre tendere al progresso sociale. Certo, l'ho detto, si poteva fare meglio, probabilmente si doveva fare meglio, creare maggiore condivisione, spiegare, approfondire. Alcune parti del testo originario del decreto, che erano oggettivamente controverse, sono state espunte o modificate al Senato e questo è stato un fatto certamente positivo.

Ciò nonostante, rimangono alcune ombre, alcuni sospetti che ci lasciano perplessi, quale, ad esempio, il fatto che si sta scaricando sulle aziende sanitarie un peso enorme: centinaia di migliaia di bambini e ragazzi, da vaccinare in tempi brevissimi, senza la previsione di ulteriore finanziamento o azioni di supporto.

Ma allontaniamoci un momento dal merito del provvedimento e torniamo a quello che davvero si sta dibattendo stasera: la concessione di un voto di fiducia a questo Governo. Un voto di fiducia che noi non vi concederemo, perché non condividiamo la vostra politica, non condividiamo il vostro modo di governare questa nazione, non condividiamo le vostre scelte e, anzi, le critichiamo, perché siamo contrari alla vostra politica sociale, che sta condannando milioni di italiani alla povertà; siamo contrari a quella economica, che sta mettendo in ginocchio migliaia di imprese e pensa solo a salvare gli amici banchieri. Siamo a dir poco scandalizzati dalla vostra gestione dell'emergenza immigrazione, dalla vostra assenza in politica estera. Per tutti questi motivi, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà contro questa richiesta di fiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, Ministro, i vaccini sono una cosa molto seria, una delle pietre miliari che segnano e hanno segnato l'avanzamento della medicina. Essi hanno ridotto la mortalità, evitato epidemie, ridotto il carico delle disabilità, hanno fatto sparire del tutto alcune malattie che avevano flagellato per secoli l'umanità.

Questa vicenda dei vaccini, invece, da noi, in Italia, ha scatenato un'ondata di resistenze di tipo ideologico che non trova alcuna giustificazione o che, se ne ha qualcuna, è solo per il modo in cui i contenuti del decreto vaccinazioni sono stati promossi.

L'obbligatorietà, Ministro, provoca insofferenza, soprattutto se riguarda dodici o dieci vaccini. Insofferenza alimentata dall'assolutizzazione ormai diffusa del principio di autodeterminazione, come io stesso, in tempi non sospetti, avevo segnalato che sarebbe potuto accadere in occasione del dibattito sulle DAT; un'assolutizzazione della quale ora paghiamo le spese, anche in questo campo.

Approcciare il tema in modo non ideologico avrebbe invece richiesto di rispondere laicamente a poche domande: i vaccini fanno bene? Certamente sì. Ma quanto fanno bene? Non in generale, ma per ogni singolo vaccino. I vaccini - seconda domanda - possono fare male? Certamente, a volte. Ma quanto fanno male? Quanto può far male ognuno di essi? Questi erano i quesiti rispetto ai quali fornire dati chiari e comprensibili a tutti.

La risposta alla popolazione avrebbe dovuto essere fondata su un'analisi accurata del rapporto rischio-beneficio, comparando i dati epidemiologici precedenti alla vaccinazione obbligatoria in termini di casi affetti, di mortalità per numero di abitanti, di invalidità prodotte per numero di abitanti, di giornate scolastiche e lavorative perse, di costi dei ricoveri, con il livello di riduzione degli stessi dati dopo la vaccinazione obbligatoria, aggiungendo poi a questi ultimi i costi umani ed economici delle complicazioni legate ai vaccini.

È da questo raffronto che sarebbe potuto nascere il convincimento della popolazione per molti dei vaccini proposti; per qualcuno, magari, ci saremmo invece forse accorti che il gioco non valeva la candela.

Sono considerazioni, Ministro, che dovrebbero valere sempre, non solo per i vaccini obbligatori, ma anche per promuovere vaccinazioni facoltative, come quella antinfluenzale. Il carattere apodittico con cui il decreto è stato presentato non gli ha invece certo giovato sul piano del convincimento, di quel convincimento che è essenziale per la riuscita della copertura vaccinale. Non hanno giocato a favore nemmeno precedenti falsi allarmi vaccinali, come quello prodottosi nel momento dell'epidemia di aviaria. Non gli ha giovato il fatto che due vaccini siano stati poi tolti dalla lista dei vaccini obbligatori in cui erano stati precedentemente inseriti. Non gli ha giovato il fatto di aver inserito tra i vaccini obbligatori anche vaccini per i quali la non immunizzazione penalizza solo il soggetto interessato e non tutta la collettività, come è il caso dell'antitetanica, e per i quali dunque non varrebbe la deroga al secondo comma dell'articolo 32 della Costituzione, cioè quella della obbligatorietà giustificata dal danno alla collettività, come richiamato dalla Consulta. Soprattutto, non gli ha giovato il fatto di aver dato l'idea che si trattasse più di una proposta politica che di un prodotto della comunità scientifica, assunto dal Governo con motivazioni di urgenza scarsamente sostenibili e alle quali non era fatto alcun riferimento nel Piano nazionale della prevenzione vaccinale da poco licenziato, in un contesto europeo peraltro molto variegato, sia quanto all'obbligatorietà stessa che al numero dei vaccini per cui essa è eventualmente prevista; numeri comunque lontanissimi sia dal target originario dei dodici vaccini, che da quello ridotto di dieci vaccini.

I vaccini hanno costituito un avanzamento enorme della medicina, spostandone l'accento dal momento della terapia a quello della prevenzione, ma dobbiamo riconoscere che dietro i vaccini si muovono anche enormi interessi, alle cui pressioni indebite bisogna prestare attenzione. Le cronache, anche quelle scientifiche, sono piene di depistaggi, di articoli addomesticati, di utilizzazione di veicoli o eccipienti impropri, con tutti i rischi che ne derivano.

Dunque, è un dovere controllare i dati con accuratezza e presentarli soprattutto alla popolazione in termini di rapporto rischi-benefici, evitare gli allarmismi planetari e le campagne di informazione disinvolte. E, fatto tutto questo, è preferibile informare ed educare, più che ordinare e sanzionare. Sono questi i modi per ottenere una migliore copertura vaccinale e per evitare la contrapposizione ideologica anche in materia di salute.

Pur con queste riserve, tuttavia, noi voteremo, come Democrazia Solidale-Centro Democratico, comunque a favore sia nell'espressione del voto di fiducia che sul provvedimento. Lo faremo per senso di responsabilità verso il Governo Gentiloni, lo faremo perché crediamo nel dovere della solidarietà sociale che grava su ogni cittadino, solidarietà da educare anche attraverso la proposta vaccinale. La proposta, però! Lo facciamo soprattutto perché teniamo in alta considerazione le esigenze di salute della popolazione.

Riteniamo, tuttavia, Ministro, questo decreto un'occasione persa dal punto di vista educativo e una sconfitta dal punto di vista mediatico, avendo fatto apparire una cosa così importante più come una forzatura che come un prodotto della comunità scientifica, a vantaggio ovviamente di tutta la popolazione; soprattutto, avendo favorito, certamente in modo del tutto involontario, un confronto manicheo di tipo ideologico tra sostenitori dei vaccini e fanatici del “no vax”, padroni questi, purtroppo, della rete, cialtroni, sui quali graveranno certamente i danni che deriveranno dalla mancata copertura vaccinale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Presidente, questa sera ovviamente non è in discussione la nostra fiducia al Governo, che non c'è, né c'è mai stata in termini generali; né in discussione è la nostra fiducia nella signora Ministra, che in particolare, a sua volta, non c'è e non c'è mai stata. Credo, però, che questo provvedimento, in qualche modo, ci consenta di parlare esattamente proprio della questione della fiducia, la fiducia che questa classe politica e di Governo, in particolare, ha dimostrato e sta dimostrando, ancora una volta, dal nostro punto di vista, di non avere nei confronti delle famiglie italiane, perché, quando su un argomento delicato come questo, una questione che mette in discussione il rapporto fra libertà, responsabilità, diritto alla salute, diritto a decidere per i propri figli, tutti elementi, come si capisce, molto importanti e potenzialmente in contraddizione, ebbene, qui, anziché avere fiducia nella possibilità di rivolgersi alle famiglie italiane, perché insieme questi elementi vengano risolti e portati ad una sintesi positiva, si decide ancora una volta di provvedere con un meccanismo autoritario, con un meccanismo che produce un decreto imposto al Senato e alla Camera dei deputati, con una discussione assolutamente compressa, nel nostro caso, senza nemmeno una discussione, e che pretende, davanti ad una supposta, ma non dimostrata - né esistente, mi viene da dire -, emergenza sanitaria, di andare a imporre nuovi obblighi, oltre quelli che già c'erano, e nuove sanzioni, oltre quelle che già c'erano.

Credo che sia un momento molto spiacevole quello in cui una classe, che si vuole dirigente, dimostra di avere poca fiducia nella capacità di discernimento dei propri cittadini, perché la democrazia, in fin dei conti, si basa esattamente su questo, anche su un rapporto di fiducia reciproca tra chi rappresenta e chi è rappresentato. Di questo, francamente, in questo decreto non ho visto alcuna traccia.

D'altra parte, visto che di fiducia parliamo, non possiamo nemmeno non tenere presente - perché credo sia un tema politico di prima grandezza - il fatto che si decide di intervenire con un obbligo proprio perché non si percepisce alcuna fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Credo che questo oggi sia un dato di fatto: c'è un rapporto di crisi fra i cittadini e le istituzioni. E qui intendo istituzione nel senso più ampio: significa il Parlamento, significa il Governo, ma significa anche gli organismi preposti ai controlli sanitari, significa l'ordine dei medici. Ciò perché ci sarà un problema, in questo Paese, se chiunque abbia delle responsabilità, persino la comunità scientifica, e noi tutti, in questo Parlamento - credo almeno il nostro gruppo - dà un giudizio non equivoco sul tema della diffusione dei vaccini: è una cosa positiva. I vaccini hanno risolto, nella storia dell'umanità, gravi problemi sanitari, e ancora potranno risolvere. Un Paese in cui la diffusione dei vaccini è forte, è un Paese migliore, sotto il profilo della salute pubblica. Allora, perché dovremmo chiederci: ci sono cittadini italiani - tanti cittadini italiani, purtroppo - in alcune regioni di questo Paese, molti più di quella che è la media europea, che non si fidano? Noi tutti dovremmo questo avere come primo obiettivo: la ricostruzione di questo rapporto di fiducia.

Invece, su questo non sento una parola. Sento, ancora una volta, un Governo che si rapporta in questo modo: visto che voi non capite, visto che voi siete vittime della rete, siete vittime delle bufale, siete vittime di tante altre cose, noi pensiamo a quello che dovete fare; non siete in grado di educare i vostri figli, non siete in grado di decidere per il loro meglio, siete talmente vittime delle fake news da non essere più in grado nemmeno di pensare alla salute dei vostri figli, e allora ci pensa lo Stato imponendo un nuovo obbligo.

Poi però - perché questa è la storia di questo decreto-legge - non ha il coraggio di farlo fino in fondo, perché parte in modo isterico. Parte minacciando di togliere la patria potestà, parte con sanzioni micidiali, parte mettendo persino in discussione l'obbligo scolastico, di fatto, in quella che è la scuola di tutti, la scuola pubblica in questo Paese. Parte con 12 vaccini, il record mondiale; e poi, davanti al fatto che, giustamente io credo e comprensibilmente, c'è molto scetticismo (per usare un eufemismo) nell'opinione pubblica e anche nel Parlamento, si comincia ad arretrare. E, allora, improvvisamente, i 12 vaccini che erano assolutamente indispensabili per la salute pubblica diventano 10; e, allora, l'obbligo di vaccinazione per poter iscrivere i propri figli alla scuola diventa un'ammenda di 100 euro: francamente, se veramente è in discussione la salute pubblica, la vicenda in cui ci si presenta a scuola con la banconota da 100 e, a questo punto, si supera qualsiasi problema di salute pubblica fa abbastanza ridere. Potevate anche fare 50 euro, a questo punto: forse venivamo incontro alle famiglie meno abbienti, qualora facciano una scelta diversa. Questa può essere una battuta, ma non lo è nemmeno troppo.

E poi arretrate anche sul territorio, perché improvvisamente, se capisco bene, viene fuori che nelle province di Trento e di Bolzano in definitiva scompare l'emergenza sanitaria: perché lì ci si rimette ai consigli locali, non vale la volontà del Parlamento e del Governo, in questo caso. O almeno così si interpreta e viene interpretata generalmente l'ultima disposizione transitoria.

E così si arriva qui. Però, si arriva con alcune cose gravi, che io qui voglio denunciare; ed è il motivo per cui non voteremo, a parte la fiducia, nemmeno a favore del decreto-legge, nonostante un nostro giudizio generale sul tema della vaccinazione evidentemente positivo.

Però, fatemi dire: pretendere che in questo Paese, rispetto ad asili nido e scuola materna, non sia più consentito l'accesso ai bambini non vaccinati, credo sia una cosa che andava calcolata con un po' più di attenzione. Persino nelle scuole non convenzionate: si limita il diritto eventualmente anche ad una piccola comunità che non volesse vaccinare i propri figli, di creare un proprio asilo nido per poter permettere alle madri di continuare a lavorare. Perché è di questo che stiamo parlando! Noi stiamo dicendo alle madri italiane, soprattutto: se vuoi continuare a mantenere il tuo diritto al lavoro, di fatto, tu devi rinunciare alla possibilità di disobbedire a questo obbligo. Possibilità che, però, viene lasciata a tutti gli altri: viene lasciata a chi, per esempio, non abbia bisogno di lavorare.

E viene leso soprattutto il diritto dei bambini a cominciare a frequentare la scuola materna, per esempio. Lo dicevo già ieri, ma lo voglio ripetere: questa cosa interviene anche sui processi in corso. Ma voi come lo spiegate ad un bambino che stia frequentando la prima scuola materna e non sia vaccinato, perché fino a ieri magari non era obbligatorio e i genitori non intendono, per ragioni che io non condivido, adempiere a questo obbligo, che dal prossimo anno lui non può più iscriversi? Ritirato dalla scuola! Chi glielo deve spiegare? I genitori? O dovete andare a spiegare a questo bambino che i genitori vogliono il suo male due volte, perché lo vogliono costringere ad ammalarsi e per questa cattiveria sono cattivi al quadrato, perché lo costringono anche a ritirarsi dal proprio ambiente scolastico? Noi stiamo votando, voi state votando, cose di questo tipo! E noi, francamente, non le possiamo in alcun modo condividere.

In definitiva, voi vorreste spiegarci perché lo avete fatto. È stato detto anche prima, e la cosa credo non possa essere trascurata: non avete nemmeno saputo liberare completamente il campo dalle ombre che riguardano i rapporti che ci sono, sono evidenti e non possono essere mascherati, con le aziende farmaceutiche.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIOVANNI PAGLIA. Io su questo una cosa - e concludo - vorrei dire: si è passati dal vaccino multiplo, dal vaccino plurivalente; poi si dice: si possono fare, giustamente, anche i monodose, per chi sia già immunizzato su altre cose, qualora il mercato - cioè chi ha in mano la produzione di questi farmaci - lo renda possibile. E io mi chiedo, per esempio: ma a quale prezzo lo renderanno possibile? Perché io, se fossi nella Glaxo, per ipotesi, lo metterei a disposizione, il monovalente, ma ad un prezzo infinitamente superiore: tanto è tutto a spese del Sistema sanitario nazionale! Anzi, delle regioni. Perché, concludo, va detto anche questo: nemmeno avete avuto il buon cuore, davanti ad un nuovo obbligo, di mettere nuovo finanziamento sulla sanità pubblica. No, è ancora tutto a carico alla pari di dov'era prima; e, quindi, per ottemperare a quest'obbligo, si dovrà anche tagliare evidentemente su altri servizi sanitari.

Ad un decreto-legge di questo tipo io credo - e concludo - non si possa in coscienza e in politica votare a favore. Noi valuteremo oggi di votare contro la fiducia; domani con un voto che io credo sarà di astensione, valuteremo di mediare questa evidente contrarietà di principio con una valutazione invece positiva sul tema generale della vaccinazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Presidente, ci troviamo qui, in questa seduta notturna, per l'ennesimo voto di fiducia: ormai abbiamo perso il conto. Per i Governi Letta, Renzi e Gentiloni l'uso di questo strumento, che nega il dibattito parlamentare, è diventato ormai una consuetudine. Il Parlamento è ridotto all'avvilente ruolo di muto certificatore di provvedimenti che il Governo rende immodificabili anche su temi delicatissimi, come quello attuale sui vaccini, che meriterebbero approfondite discussioni e valutazioni ponderate. Fretta, velocità, mancanza di dibattito: chiedere la fiducia su un tema così importante, dal nostro punto di vista, è pura follia. Ma voi non vi fermate davanti a nulla: voi siete la continuazione dei Governi Letta e Renzi, siete la maggioranza che ha messo in ginocchio questo Paese negli ultimi quattro anni e mezzo, con provvedimenti che hanno peggiorato la vita dei cittadini.

Guardate, ad esempio, come avete gestito il problema dell'immigrazione. Avete volutamente spalancato le porte di questo Paese a chiunque: i profughi veri, quelli che realmente scappano dalla guerra, sono solo una minima parte di chi è sbarcato sulle nostre coste. Sono anni che mantenete con 35 euro al giorno le cooperative che si occupano dell'accoglienza di chi non ha alcun diritto di rimanere nel nostro Paese. Una politica puramente ideologica, basata su un falso concetto di accoglienza, che ha come punto di arrivo la svendita della cittadinanza, con l'approvazione dello ius soli.

Avete dimostrato che non vi importa nulla dei cittadini italiani, della loro sicurezza e del lavoro delle forze dell'ordine: non si contano più gli “svuota carceri” e gli indulti mascherati che questa maggioranza ha approvato. Questi, uniti alla non gestione dei flussi migratori, hanno fatto precipitare la sicurezza nelle nostre città; e voi, invece di incentivare e valorizzare il lavoro delle forze dell'ordine, che cosa avete fatto? Non avete introdotto alcun provvedimento per favorire la sicurezza: la legge sulla legittima difesa, che è legittima solo di notte, ha fatto ridere il mondo intero. In compenso, però, avete introdotto il reato di tortura: così qualsiasi delinquente avrà vita facile nell'accusare gli agenti che svolgono il proprio lavoro. Un disastro, sotto tutti i punti di vista!

Parliamo del problema lavoro. La disoccupazione resta a livelli altissimi; quella giovanile, poi, ha raggiunto punte di oltre il 40 per cento: in Europa siamo il primo Paese per numero di giovani che non studiano e non cercano lavoro. La legge cosiddetta Fornero ovviamente non è stata abolita, e siamo giunti all'ottava salvaguardia degli esodati. In compenso, però, ci avete dato il Jobs Act, che avrebbe risolto tutti i problemi: ed, infatti, i nostri giovani continuano ad andare all'estero, e per chi rimane in Italia il lavoro resta solo un miraggio.

La crescita del PIL è assolutamente sotto le attese, e le nostre aziende continuano a non essere concorrenziali con le altre europee per l'alta tassazione, il peso di vincoli burocratici senza eguali nel mondo ed un costo del lavoro esorbitante. Anche qui ci avete spiegato, dopo ogni legge di stabilità, che la fine della crisi era arrivata, che avevate abbassato le tasse, ma le nostre imprese continuano a trasferirsi nella vicina Austria o in Svizzera, e non ci pare che le vostre politiche abbiano attratto nuovi capitali stranieri intenzionati ad investire nello sviluppo di questo Paese.

Come se non bastasse, i consumi ristagnano. Abbiamo attraversato evidenti fasi di deflazione e di bassa inflazione, ma voi avete pensato di risolvere tutto con una mancia a pioggia degli 80 euro di Renzi che hanno avuto il solo effetto di aumentare ulteriormente il debito pubblico senza rilanciare minimamente i consumi.

Il debito pubblico, che avete sempre sostenuto essere in calo, anche questo mese invece ha raggiunto un nuovo massimo storico. La credibilità di questo Governo e dei precedenti in Europa è sempre stata ai minimi termini: subiamo ogni tipo di decisione dall'Europa. Anche in questo ambito doveva cambiare il mondo con la Presidenza del semestre europeo e ad ogni Consiglio europeo negli ultimi anni, in mezzo a grandi annunci, grandi traguardi raggiunti nel campo della gestione coordinata dei flussi migratori e nel campo delle politiche sulla crescita. L'austerità è finita, ci avete sempre detto: sono state solo parole vuote, annunci al vento che non hanno prodotto alcunché.

Parliamo poi delle banche: ci avete sempre detto che il sistema era solido per fortuna e abbiamo assistito ad un disastro senza precedenti, tutto a spese dei risparmiatori e dei contribuenti. Quanti miliardi ci sono costati il salvataggio di MPS e delle banche venete? Quanti sono i risparmiatori truffati che avete promesso di risarcire e non hanno più visto un euro? Quanti sono i banchieri responsabili di tali crimini che sono stati condannati? Chi sono i grandi imprenditori insolventi ai quali sono stati concessi finanziamenti senza le adeguate garanzie? Tutte domande che oggi restano senza risposta.

E questa notte, dopo tutto questo, avete ancora il coraggio di chiederci la fiducia su una questione importante come i vaccini che non può essere affrontata con uno strumento come il decreto-legge. Non avete il senso del limite.

Pensiamo che si possano raggiungere i risultati di copertura necessari con strumenti e con un approccio ben diversi, attraverso l'attivazione di una seria e scientifica campagna di informazione che consenta ai genitori, nella loro libertà di scelta responsabile, di aderire con convinzione alle campagne di vaccinazione e, inoltre, attraverso la previsione della gratuità dei vaccini almeno sino al raggiungimento della maggiore età.

Inoltre, siamo assolutamente contrari all'ammontare delle sanzioni pecuniarie previste in caso di mancata adesione al programma di vaccinazione introdotto dal decreto-legge: sono assolutamente folli e, tra l'altro, creano una disparità di classe tra chi può permettersi eventualmente la cifra massima per evitare la vaccinazione e chi non ha tale disponibilità. Ricordo inoltre che, dove le campagne di informazione sono state condotte con efficacia, si sono raggiunte punte del 92 per cento di vaccinazioni senza alcun tipo di obbligo. Per tutte queste ragioni annuncio il voto contrario del gruppo della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine di lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, vorrei ringraziare, in sua vece, la Ministra perché per tutto l'intervento del nostro collega, per una volta che si vota la fiducia, è stata a chiacchierare ai banchi del Governo. Perlomeno, che si alzi ed abbia rispetto per quest'Aula e non stia seduta sui banchi del Governo a chiacchierare dal primo minuto all'ultimo dell'intervento del collega della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Io non ho visto che stava chiacchierando perché ho lo schermo qui davanti. Comunque, se ciò è accaduto, certamente mi dispiace e non dovrebbe accadere che durante gli interventi i Ministri siano occupati diversamente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Scopelliti. Ne ha facoltà.

ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Sgombriamo anzitutto il campo dagli equivoci. Ricordo che il testo nasce da un lungo confronto con la comunità scientifica nazionale, le organizzazioni sanitarie nazionali ed internazionali e si basa su un dato certo: l'utilizzo dei vaccini ci consente di salvare ogni anno nel mondo circa 2,5 milioni di vite umane. Questi sono i fatti e la verità scientifica deve superare le divisioni meramente politiche o sterili tentativi di trovare consenso sull'ignoranza e sulla paura, come è già accaduto anche in questo Parlamento sul caso Stamina.

Oggi discutiamo di vaccini e oggi, come allora, del rapporto tra politica e scienza, tra fatti e consenso. E oggi, come allora, diciamo che l'interesse dei cittadini viene prima di tutto, che la politica deve rispetto e ascolto alla scienza e alle autorità sanitarie.

Il provvedimento che ha avuto un lungo ed attento esame da parte del Senato ha l'obiettivo principale di proteggere le nostre comunità, soprattutto i bambini e gli adolescenti in età scolare, prevenendo l'insorgenza di patologie trasmissibili gravi con l'estensione dell'obbligo vaccinale in considerazione della preoccupante costante e diffusa diminuzione delle coperture vaccinali degli ultimi anni e dell'epidemia di morbillo in corso.

Colleghi, i dati parlano chiaro: l'ultimo bollettino sul morbillo del 25 luglio parla di 3.842 casi segnalati e 3 decessi. E sappiamo che i non segnalati equivalgono almeno ad altrettanti casi. L'89 per cento degli infetti, infatti, risulta non vaccinato, e un altro 6 per cento è stato vaccinato con una sola dose; il 41 per cento è stato ricoverato, il 35 per cento ha sofferto di una complicanza e il 22 per cento è stato assistito nei pronto soccorso ospedalieri.

Colleghi, insieme alla Romania, rappresentiamo il bacino più significativo della malattia in Europa. Bastano queste cifre per capire l'urgenza di ricorrere ad un decreto-legge e come non fosse sufficiente affidarsi ad un semplice disegno di legge.

Di fronte al decollare di un'epidemia bisogna essere tempestivi ed evitare che quella che oggi è un'urgenza diventi domani un'emergenza. Chiudere le porte quando i buoi sono scappati non può essere, non deve essere una strategia di chi deve difendere la salute pubblica.

Il provvedimento ha proprio lo scopo di contrastare anche lo svilupparsi di patologie che, seppur assenti in Italia, non sono state del tutto sconfitte a livello mondiale e che potrebbero riemergere visti i cali di immunizzazione diffusa, come la poliomielite, di cui si registrano vari casi nel bacino del Mediterraneo e che, grazie all'imponente difesa vaccinale che i nostri medici hanno saputo approntare, non è presente nel nostro Paese, o come la difterite che sta colpendo il Venezuela a seguito dei cali vaccinali degli ultimi cinque anni. E potrei andare avanti ancora e ancora.

Colleghi, a cosa servano le vaccinazioni lo sappiamo tutti. Lo sanno a memoria i nostri nonni e i nostri padri che hanno visto la tragedia dei bimbi e dei ragazzi ammalarsi per la polio e hanno accolto l'arrivo dei vaccini come una benedizione che ha salvato milioni e milioni di vite.

L'obbligatorietà, che tutti avevano sempre accettato senza problemi e riserve, con le vaccinazioni a scuola, è stata interrotta nel 1999. Sono bastati 18 anni di false sicurezze e dello svanire della paura per le malattie infettive per farci fare molti passi indietro: le coperture vaccinali si sono abbassate drammaticamente, alcune per più di dieci punti percentuali; l'immunità di gregge è piena di buchi nel territorio e, dunque, stiamo mettendo a rischio la salute di tutti, prima di tutto dei più deboli e dei malati che non possono essere vaccinati e che si affidano alla nostra immunità per non ricevere in ‘regalo' le malattie che trasmettiamo loro. Tre bimbi sono già morti per le accertate complicanze del morbillo, ecco perché bisogna correre ai ripari e bisogna farlo subito.

Non siamo i soli ad avere agito. In molti Paesi europei, Francia in testa, stanno per decidere di ricorrere all'obbligatorietà. Copiamo la ricetta americana del Governatore della California che in soli diciotto mesi ha rialzato l'immunità di gregge di 3 punti percentuali così come consigliato dalle organizzazioni internazionali, OMS in testa.

L'intervento si rende necessario ora, in una fase in cui possiamo ancora agire con lo strumento vaccinale, eliminando il rischio che queste patologie insorgano e colpiscano i singoli e la collettività nel futuro. Questo fa uno Stato capace di agire per tutelare la salute della popolazione del Paese, in linea, peraltro, con quanto previsto dal nostro ordinamento giuridico.

Quella attivata dal Governo è, quindi, una politica sanitaria tempestiva, espressa con l'adozione di misure sulla cui efficacia non sono permessi dubbi o esitazioni che ci potrebbero venire da una deriva culturale che va ugualmente combattuta.

Le vaccinazioni, giova ripeterlo, perché nel dibattito di questi mesi se ne sono sentite di tutti i colori e, se mi viene concesso, noterei come vi sia stata anche tanta incoerenza: penso ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che al Senato, con toni da ‘bar sport', hanno cavalcato le teorie No Vax, mentre alla Camera hanno posto questioni giuridiche, ma non perdiamo tempo con questo.

Le vaccinazioni, come dicevo, costituiscono uno strumento fondamentale ed anzi indispensabile, la cui sicurezza è universalmente provata da decenni di studi scientifici indipendenti, per permettere un'efficiente azione di tutela e di salvaguardia della nostra popolazione dall'insorgere e svilupparsi di malattie che possano compromettere il diritto alla salute della comunità.

Voglio inoltre sottolineare che, proprio pochi giorni fa, la Cassazione ha sancito come non esista alcun nesso di causalità tra vaccini e sindrome autistica, segnando un importantissimo passo verso la verità scientifica.

Nell'azione dell'Esecutivo non vi è, quindi, alcun tentativo di ledere la libertà di cura, ma di affrontare al meglio e nel pieno rispetto dei valori costituzionali la tutela della vita della persona: diritto quest'ultimo inalienabile e, come tale, protetto in modo pieno ed assoluto dal nostro ordinamento.

Voglio, inoltre, affermare l'alto valore etico del provvedimento, che nasce dalla volontà di tutelare le persone più fragili, bambini ed adulti immunodepressi o affetti da malattie oncologiche che non si possono vaccinare e che correrebbero rischi letali in caso di contagio dalle malattie che, con il provvedimento in esame, potremmo debellare. Voglio ricordare a tutti il caso del bambino malato di leucemia, deceduto a seguito del contagio di morbillo poche settimane fa: quel bambino oggi sarebbe ancora tra noi se il provvedimento fosse già entrato in vigore anni fa.

L'introduzione della vaccinazione obbligatoria in Italia costituisce, quindi, non solo un atto di civiltà assunto nei confronti del nostro Paese e la risposta puntuale al dovere morale dello Stato nei confronti dei suoi cittadini. Le vaccinazioni, per quanto precedentemente detto, sono uno strumento di giustizia e di solidarietà sociale nei confronti dei concittadini più deboli, che non devono essere abbandonati, ma tutelati e salvaguardati in modo pieno ed assoluto.

Voglio poi rispondere ad alcune critiche ricorrenti tra i gruppi d'opposizione di Senato e Camera. Abbiamo sentito qualcosa anche prima. È falso che sui vaccini il Governo è rimasto in questi anni immobile. La prova lampante è l'approvazione del Piano nazionale vaccini, giudicato dagli esperti come forse il migliore al mondo, che ha avuto una lunga gestazione nel serrato confronto tra le società scientifiche e le regioni, che questo decreto non cambia ma potenzia.

E ricordo come alcune regioni abbiano anticipato la decisione di rendere obbligatori i vaccini da zero a sei anni. Le campagne per le vaccinazioni sono iniziate da tempo e, come sa bene il Ministro della Salute, le regioni in coro, fin dallo scorso anno, hanno premuto sul Ministero perché si arrivasse ad un provvedimento di legge, che uniformasse le prescrizioni vaccinali dando forza al piano vaccini.

E che dire, poi, delle risibili teorie su un presunto complotto internazionale? Perché, colleghi, c'è stato anche questo. È stato citato il GAVI Alliance, neanche fosse la Spectre di un film di James Bond. L'Alleanza - grazie al cui sostegno dal 2000 sono stati immunizzati oltre 500 milioni, appunto, di bambini - raccoglie Governi di Paesi in via di sviluppo e Paesi donatori, l'Organizzazione mondiale della sanità, Unicef, la Banca mondiale, l'industria di vaccini in Paesi industriali e in via di sviluppo, la società civile, la Fondazione Bill & Melinda Gates e molti altri benefattori privati per promuovere le vaccinazioni nei Paesi in via di sviluppo e armonizzare e rafforzare i piani vaccinali.

Ma è stata ancora criticata l'adesione dell'Italia alla Global Health Security Agenda, che riunisce più di 60 Paesi nel mondo insieme a OMS, FAO, OIE e altre organizzazioni internazionali. Nacque nel 2014, sulla scia dell'esplodere in Africa dell'epidemia di Ebola, che le nazioni industrializzate e le organizzazioni internazionali, prima tra tutte L'OMS, non riuscirono a contrastare efficacemente fin dal suo inizio. Il Presidente Obama prese l'iniziativa per affrontare in modo globale i rischi delle epidemie mondiali e promuovere le vaccinazioni nel mondo e, soprattutto, aiutare i Paesi in via di sviluppo. L'Italia insieme al Portogallo coordina 11 Paesi nel gruppo di lavoro sui vaccini, ma è membro di quello a guida francese per la lotta all'antibiotico resistenza. Quindi, fatemi capire, siete anche contro l'AMR? Perché io inizio a farmi dei dubbi e a pormi delle domande adesso.

Quindi, cari colleghi, noi abbiamo ascoltato delle critiche che sono paradossali. Ma forse c'è qualcuno in questo Parlamento che desidera che l'Italia esca da ONU, OMS, FAO, OIE e Nato, per aderire ad organizzazioni come magari proprio la Spectre guidata da Blofeld.

Cari colleghi, - lo ripeto -, io credo che, a forza di disegnare complotti, noi finiremo alla deriva. Solamente che su queste cose, sulla salute, noi non ce lo possiamo permettere, non possiamo permetterci di giocare sulla salute dei nostri cari, sulla salute dei nostri figli. Non possiamo farlo.

E va fatta anche una considerazione che non è secondaria. Lo Stato non può considerare le epidemie di morbillo nel nostro Paese normali e accettabili e non può neppure sottrarsi agli obblighi internazionali che ha sottoscritto, evitando così che l'Italia, con uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, venga considerata come l'untore d'Europa, con i danni di immagine e all'industria turistica, che anche questo può contribuire a creare.

È stato detto da qualcuno che i tre bambini morti per morbillo avevano già uno stato di salute compromesso. Ed è proprio per questo che si sarebbe dovuta creare e mantenere una rete di sicurezza intorno a loro, così come si sarebbe dovuto fare per la bambina di un mese, morta due anni fa, perché contagiata dalla pertosse. È una questione di civiltà, solidarietà e coesione sociale, come giustamente raccontato dal papà di Padova, genitore di una bambina immunodepressa, che chiede a tutti di vaccinarsi per salvarla.

Insomma, colleghi, Presidente, io chiedo tra l'altro di consegnare l'intervento che è molto più lungo. Ma voglio dire una sola cosa in chiusura. Questo provvedimento fa leva sulla sensibilizzazione, sull'informazione, sulla responsabilità, perché nasce da una grande responsabilità che stiamo avendo tutti insieme al Ministro della Salute e nasce soprattutto da una grande e immensa urgenza. Bene, queste sono delle misure proposte dal Governo e che saranno presto messe in atto.

Le motivazioni che sto cercando e che ho cercato di esporre, Presidente e colleghi, sono le stesse motivazioni che ci spingono a votare convintamente e con forza la fiducia a questo Governo, ancora una volta. Anzi, desideriamo ringraziarlo, per il lavoro immenso che sta facendo a tutela delle nostre famiglie, a tutela dei nostri bambini, a tutela del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Albini. Ne ha facoltà.

TEA ALBINI. Grazie, Presidente. In premessa dichiariamo convintamente che il nostro movimento è assolutamente favorevole ai vaccini, ritenendo altrettanto convintamente che la prima cosa da perseguire sarebbe, a questo proposito, una capillare informazione sull'importanza delle vaccinazioni, quale strumento primario di prevenzioni da malattie infettive e di contenimento.

Sappiamo bene che c'è una parte di mondo dove i bambini soffrono e muoiono per malattie che da noi sono debellate da decenni e che, con un semplice vaccino, potrebbero essere sconfitte. Presidente, noi apprezziamo i risultati raggiunti dal nostro Paese e non ci sembra emergenza la perdita di qualche punto percentuale, rispetto a parametri indicati dall'OMS, punti recuperabili, se riusciamo appunto ad investire nell'informazione e nell'ascolto.

Riteniamo, però, che nel decreto ci siano alcuni punti che ci lasciano perplessi, a cominciare dall'obbligatorietà nei modi con cui viene imposta. Noi avevamo condiviso l'impostazione prevista nel piano di prevenzione vaccinale 2017-2019, che prevedeva appunto l'informazione e la responsabilizzazione ad un'adesione volontaria e consapevole e non certo alla coercizione. Il taglio del decreto è, di converso, un taglio che estende in modo drastico l'obbligo vaccinale, sanzionando in modo pesante e discriminatorio chi non si adegua. Sì, Presidente, discriminatorio, perché chi non vuole aderire all'obbligo della vaccinazione, pagando al massimo 500 euro, elimina l'obbligo. Ci troveremo, quindi, anche in questo caso, a chi può permettersi il rispetto delle proprie convinzioni e a chi non può farlo per censo o per condizioni.

Riteniamo, comunque, che le modifiche apportate al Senato, anche grazie all'importante lavoro fatto dal nostro gruppo, abbiano migliorato il testo originale e una per tutte - e solo a titolo di esempio - aver cassato l'assurda sanzione di togliere la responsabilità genitoriale a chi non si adegua all'obbligo. Avremmo preferito maggiore ascolto per gli emendamenti presentati anche dal nostro gruppo, evitando l'approccio incomprensibilmente rigido tenuto dal Governo. Ed in particolare avremmo voluto estendere al solo vaccino antimorbillo l'obbligatorietà, aggiungendolo ai quattro già obbligatori.

In alternativa, avevamo proposto di ampliare quei vaccini obbligatori, che con scadenza triennale possono essere oggetto di revisione e, quindi, la cessazione della loro obbligatorietà. Avevamo chiesto di garantire a tutti i bambini l'ingresso ai servizi socio-educativi e alle materne e, quindi, il loro pieno diritto alla socializzazione e all'apprendimento, magari accertandosi della copertura vaccinale degli operatori, altrimenti non capiamo di che prevenzione si parla. Avremmo voluto riservare una quota di risorse dell'ultima legge di bilancio per l'acquisto di vaccini, ricompresi nel nuovo piano nazionale, per essere utilizzati anche per la realizzazione di programmi vaccinali.

Una cosa che ci sembrava di grande buonsenso, ad esempio, era quella di prevedere vaccini monodose, per non obbligare a vaccinarsi anche chi, ad esempio, il morbillo l'aveva già contratto e, quindi, immunizzato. Ci sarebbe piaciuto che questa condizione fosse imposta alle case farmaceutiche e non limitarsi a dichiararne la reperibilità.

L'intervento in discussione generale del collega Fossati ha esplicitato in modo puntuale le perplessità e le critiche del nostro gruppo sul decreto. Una cosa, però, vorrei aggiungere a quelle osservazioni: su un argomento così complesso non si doveva porre la questione di fiducia, togliendo così, di fatto, la possibilità di sviluppare un dibattito parlamentare, che sicuramente avrebbe arricchito l'atto e, probabilmente, avrebbe aiutato a comprendere le motivazioni, tutte legittime dei pro e dei contro.

Vede, signora Presidente, si è sviluppato in queste settimane un movimento di opinione importante di un popolo informato, dignitoso, ma esigente, che vuole capire, che non si accontenta di una sbrigativa imposizione, ma che desidera la prova dell'evidenza; genitori dai venti ai quarant'anni, mediamente colti, che si trovano di fronte a uno Stato che impone, che entra di fatto nel delicatissimo rapporto educativo tra genitori e figli.

Siamo convinti che con l'approvazione del decreto non si placheranno le polemiche, per cui chiediamo al Governo di favorire campagne informative, per non creare incertezze interpretative da parte dei genitori e di quanti dovranno applicare il decreto una volta approvato. Su questo confidiamo sulla sensibilità della Ministra, nel ricercare una rinnovata fiducia con i propri cittadini.

In conclusione, vorrei richiamare il fatto che MDP Articolo 1, dal suo nascere, aveva assicurato che non avrebbe fatto mancare un voto rispetto a quelli precedenti nella fiducia al Governo ed anche oggi, signora Presidente, rimaniamo coerenti nell'impegno (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signora Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l'Aula è chiamata ad esprimersi sul decreto riguardante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, un decreto-legge, signora Presidente, necessario per fronteggiare una situazione di allarme, per la diffusione, con dati statisticamente significativi, nel nostro Paese, di alcune malattie. Infatti, l'Organizzazione mondiale della sanità ha denunciato che la situazione, in Italia, per il morbillo è da allarme rosso, con i casi saliti da 3500 a 3672 solo in una settimana; una situazione ulteriormente aggravata dalla circostanza che, dall'inizio dell'anno, si sono registrati anche tre decessi. Inoltre, a giudizio dell'assistente direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, Flavia Bustreo, serve, infatti, nel nostro Paese, anche una campagna di informazione e l'istituzione di una commissione indipendente di esperti per contrastare la paura diffusa dai “No Vax”.

Il decreto è stato adottato dal Governo anche per riportare, nel nostro Paese, le coperture vaccinali a livello europeo. Quindi, si tratta di un decreto per fronteggiare un'emergenza riguardante la salute individuale e la salvaguardia della salute pubblica del Paese e per questo motivo Forza Italia con, in primis, il suo Presidente Berlusconi, da subito al Senato, prima, e alla Camera, poi, ha assunto una posizione responsabile e costruttiva. Alcune modifiche proposte dai senatori di Forza Italia sono state accolte; resta il rammarico di non aver potuto apportare, qui, alla Camera ulteriori miglioramenti.

Spiace molto aver dovuto constatare che, invece di essere tutti uniti per fronteggiare, con più efficacia, l'emergenza, è accaduto purtroppo il contrario, polemiche nel Paese, clima di scontro, talora anche con qualche acuto in quest'Aula, pareri di istituzioni scientifiche messi in dubbio; si è reso necessario, signora Presidente, addirittura, il pronunciamento della Corte di cassazione per escludere la correlazione tra vaccinazioni ed autismo.

Signora Presidente, il decreto-legge sulla obbligatorietà delle vaccinazioni per l'iscrizione al sistema scolastico da zero a sei anni pone fine ad una eterogeneità nazionale per cui alcune regioni avevano legiferato in modo difforme sullo stesso problema.

Il giudizio di Forza Italia non può che essere ampiamente positivo. Anzitutto, è molto importante che questo decreto sia parte di una strategia informativa che renda tutti i cittadini edotti dell'importanza delle vaccinazioni, non solo per la protezione individuale, ma anche per problemi di salute pubblica. In alcuni casi, i vaccini permettono, se coprono per un certo numero di anni la quasi totalità delle popolazioni, di far scomparire il batterio o il virus che determina la malattia, come nel caso del vaiolo. In altre parole, vi è la probabilità che vaccinando tutti, oggi, non ci si debba più vaccinare in un prossimo futuro.

Quando si parla di strategia, si deve anche ricordare che il Servizio sanitario nazionale, attraverso le sue strutture, deve essere attento a contrastare la diffusione di molte notizie false, utilizzando i mass media e, soprattutto, i social network, che diffondono le loro informazioni via Internet. In particolare, sarà importante dare ai cittadini la percezione che si instauri una farmacovigilanza attiva sugli effetti collaterali dei vaccini, per convincere dei grandi benefici rispetto ai rischi di questi trattamenti. Signora Presidente, la gente è convinta dei benefici, ma ha una ingiustificata paura dei rischi.

Sulla obbligatorietà dei 12 vaccini si può forse discutere, perché non bisogna dare l'impressione che siano tutti egualmente importanti ed egualmente efficaci nel contrastare la contagiosità dell'agente infettivo. Ad esempio, per quanto riguarda la vaccinazione contro il meningococco B, si può osservare che non tutti i Paesi lo hanno inserito nel calendario vaccinale, perché la protezione è relativamente di breve durata, ma gli operatori scolastici dovrebbero essere vaccinati e dovrebbero effettuare gli eventuali richiami necessari, così come anche gli operatori sanitari, inclusi i medici, dovrebbero essere vaccinati ed effettuare i richiami.

In questo senso, signora Presidente, rappresentante del Governo, compreso la signora Ministro, purtroppo abbiamo dovuto constatare che il MEF, per mancanza di copertura finanziaria, non ha consentito che possa esserci questa possibilità, in riferimento a quella che deve essere l'estensione dell'obbligatorietà delle vaccinazioni nei confronti del personale scolastico, docente e amministrativo, e del personale del Servizio sanitario nazionale (Applausi del deputato Brunetta); anche sugli immigrati c'è la necessità che tutti gli immigrati che entrano nel nostro territorio siano vaccinati; è incredibile che non si siano reperite le risorse perché tutto ciò possa accadere. È una priorità, con la legge di stabilità, per quello che riguarda Forza Italia.

Nel merito, è prevista l'obbligatorietà per i minori da 0 a 16 anni di vaccinarsi per la profilassi di poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse ed haemophilus influenzae di tipo B; si tratta in pratica della cosiddetta esavalente, un prodotto farmaceutico che contiene i sei vaccini sopra ricordati in una sola fiala.

Inoltre, sono obbligatorie anche le vaccinazioni contro morbillo, rosolia, parotite e varicella, cioè quattro vaccini inseriti una sola fiala, la cosiddetta tetravalente. Ci si può chiedere come mai non si sia potuto inserire solo il vaccino contro il morbillo, visto che è quello che desta più preoccupazione. In realtà, non è possibile, perché non è disponibile e, nel caso si volesse ottenere, sarebbe necessario del tempo prima che sia realizzato e approvato dalle autorità competenti. Infine, sono fortemente raccomandate, ma non obbligatorie, le vaccinazioni anti pneumococco, anti rotavirus e anti meningococco B e C.

È molto importante che i controlli, signora Presidente, non siano fatti in modo saltuario, ma che soprattutto nei primi anni siano fatti in modo costante. Il decreto darà risultati tanto più positivi, quanto più diventerà parte di una strategia capace di sconfiggere un'ingiustificata mentalità antivaccinale.

Forza Italia ha proposto e sostenuto che il provvedimento dell'obbligatorietà non fosse definitivo; infatti, l'obbligatorietà potrà essere ridiscussa dopo tre anni, sulla base della situazione vaccinale complessiva e a seconda della copertura nelle varie regioni. L'istituzione del registro nazionale sarà decisiva a nostro parere, per avere un quadro molto più chiaro del presente sul livello di attuazione del piano vaccinale nazionale. Fondamentale sarà mettere in essere accordi fra le ASL, le scuole primarie dell'infanzia, gli asili e i nuclei scolastici per coordinare nel modo migliore la realizzazione delle vaccinazioni.

Forza Italia ha condiviso le modifiche che hanno determinato una maggiore attenzione, un significativo rafforzamento della farmacovigilanza e, soprattutto, della comunicazione, per una capillare e corretta informazione. Molti colleghi hanno messo nel mirino l'obbligatorietà prevista dal decreto. È vero che la Costituzione ritiene che ogni cittadino abbia la libertà di curarsi come vuole, ma è altrettanto vero che ciò non può valere per chi non è in grado di dare il proprio consenso. Non può sfuggire che parliamo di bambini. La paura della tossicità dei vaccini è completamente ingiustificata; l'obbligatorietà delle vaccinazioni deriva anche dalla necessità di non infettare chi è sensibile alle infezioni (Applausi del deputato Brunetta). La libertà di non vaccinarsi finisce quando lede la salute degli altri e perciò la vaccinazione può essere concepita, non solo come un vantaggio personale ed egoistico, ma anche come un atto di responsabile attenzione e solidarietà verso gli altri (Applausi del deputato Brunetta).

Sperando in una corretta applicazione, in una necessaria e completa campagna di informazione e di formazione del personale preposto alle erogazioni delle prestazioni vaccinali, vero anello debole per l'attuazione di questo decreto, sollecitiamo il Governo a far sì che vengano reperite le risorse per le vaccinazioni gratuite a tutti gli immigrati, al momento dell'ingresso nel nostro Paese, e a tutto il personale sanitario e scolastico. Forza Italia, signora Presidente, non voterà la fiducia richiesta dal Governo, ma esprimerà responsabilmente un voto a favore del provvedimento, per la tutela della salute pubblica del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Siamo davanti all'ennesima fiducia che questo Governo pone in questi quattro anni e mezzo di lunga legislatura, però questa non è una fiducia come le altre.

Avete messo la fiducia sul Jobs Act, sulle banche, sull'Ilva, sulla legge elettorale, sulle banche, sulla buona scuola, sulle banche. Però, questo decreto parla di qualcosa di diverso nel nostro Paese; parla di salute, parla di diritti fondamentali, parla di bambini e mettere la fiducia su questi temi è una cosa che francamente dovrebbe far pensare tutti, perché, quando si parla di diritti fondamentali e quando si parla di salute, il Governo non si deve anteporre al Parlamento, alla capacità del Parlamento e all'onorabilità del Parlamento di decidere sui diritti fondamentali dei propri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non cado nel tranello dei discorsi in merito al fatto che si vogliono salvaguardare i bambini, perché sono padre di due figli e l'amore per i miei bambini è la cosa più grande che un genitore possa avere nei confronti dei propri figli, così come non cado sulla questione che il MoVimento 5 Stelle o i movimenti no vax siano i determinanti di quello che è successo nel nostro Paese, perché quello che si racconta sui vaccini in questo Paese è una storia di fallimento di questo Governo e di questo Ministro nelle campagne vaccinali nel nostro territorio.

Prima di tutto, perché noi abbiamo una sanità che è distrutta, Ministro. Nei suoi quattro anni e mezzo di Ministro lei si è fatta togliere miliardi su miliardi dalla sanità, dal Fondo sanitario nazionale; non è mai riuscita a intervenire nella Conferenza Stato-Regioni, nonostante sbandierate il Piano nazionale vaccinale, che è stato, ovviamente, un fallimento, altrimenti non ci troveremmo qui con questo decreto, e in questo Paese i cittadini la ricordano per le belle copertine patinate, anni Ottanta, sul Fertility Day(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questa è stata la sua più grande battaglia e oggi, forse, però, i cittadini la ricorderanno anche per quel Ministro che non è stata in grado, in questo Paese, di fare una campagna vaccinale, di accompagnare i cittadini, i genitori a vaccinare i propri figli, ma gli ha imposto, attraverso un decreto-legge e una posizione di fiducia, un obbligo che non si vedeva ormai da tanti anni in questo Paese. Guardate che in questo Paese c'era l'obbligo: è stato tolto, l'obbligo, non soltanto per dare fiducia ai cittadini italiani, non soltanto perché la copertura vaccinale era alta, ma perché tanti cittadini si sono battuti per questo diritto, perché la libertà è un diritto e non può essere tolto con quattro righe su un foglio di carta, come lei sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Però, ripeto, questa è una storia di fallimento, perché non è vero che in questo Paese si è persa la cultura vaccinale, come ha detto anche in discussione sulle linee generali il relatore di questo provvedimento. I genitori vaccinano i propri figli in questo Paese, la copertura vaccinale non è al 3 per cento, non è al 10 per cento: è al 93 per cento per l'esavalente. L'anno scorso era per il 93 per cento, nel 2015, nel 2014 era del 94 per cento, nel 2013 era del 95 per cento, nel 2012 e negli anni precedenti era del 96 per cento. Riassumo: da quando lei è al Governo, da quando lei è Ministro della salute, la copertura vaccinale è caduta di tre punti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse, incomincio a domandarmi se il problema della sanità nel nostro Paese sia lei.

Lei, con questo decreto - e l'ha detto anche in Commissione, e l'ha detto anche in quest'Aula - cerca di emulare il comportamento e il percorso che si è svolto negli Stati Uniti, in California, dove ci sono quindici vaccini obbligatori, cinque in più di quello che noi stiamo facendo, ma stiamo parlando di un altro Paese. È vero che loro in diciotto mesi hanno aumentato la loro copertura del 3 per cento; lei, in questo Paese, la copertura del 3 per cento non la raggiungerà, ma non perché i cittadini italiani sono degli stupidi, perché sono dei creduloni, perché stanno dietro le fake news. Ce ne sarà una parte, certamente, ma perché questo Paese non è in grado di sopportare quello che lei sta imponendo ai cittadini italiani.

Abbiamo dei centri vaccinali, dei centri di prevenzione nel nostro Paese che sono dei colabrodo, roba da terzo mondo, e lei non si preoccupa di questo; lei fa un decreto, ad eccezione dell'articolo 1, inserendo l'ovvio. Avere un'anagrafe vaccinale è l'ovvio, noi abbiamo un'anagrafe vaccinale con le vaccinazioni scritte sui ritagli di giornale. Questo non è un Paese serio e chi doveva renderlo serio dal punto di vista vaccinale, visto che lei dice che sono anni che c'è questo pericolo e c'è questo calo, era lei. E, invece, non ha fatto nulla per quattro anni e mezzo e arriva oggi imponendo ai cittadini una cosa che poteva essere risolta tranquillamente in altra maniera.

E le dico anche perché poteva essere risolta in altra maniera, perché lei lamenta il fatto che la copertura vaccinale non è al 95 per cento, ma è al 93 per cento nella corte dei primi ventiquattro mesi di vita. Quei due punti percentuali che ci mancano sono 5 mila persone. Lei mi vuole dire, vuol venire qui a dire che ha bisogno di imporre a tutti i cittadini italiani, a tutti i nuovi nati, delle vaccinazioni obbligatorie perché non è capace di recuperare quella fetta di 2 per cento di cittadini che non si vaccina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Quando si decide di togliere un diritto, Ministro, bisogna essere certi e bisogna avere la consapevolezza di averle tentate tutte, di aver provato tutto nel Paese, perché noi non siamo nel 1956, siamo nel 2017, viviamo in un altro tempo e lei sta proponendo un decreto degli anni Quaranta, degli anni Cinquanta, un decreto da Dopoguerra, chiedendo ai cittadini di sottomettersi a questo decreto perché lei non è stata in grado di fare una campagna vaccinale adeguata in questo Paese.

Poi, lei potrà anche dire che il problema non è tanto nell'esavalente, ma nel morbillo. Certo, abbiamo un problema di copertura vaccinale per quanto riguarda l'MPR: siamo all'88 per cento, ma siamo all'88 per cento da cinque anni, da sei anni, da dieci anni; non siamo all'88 per cento dall'ultimo anno. E, allora, lei mi deve venire qui a dire che cosa ha fatto in questi anni per aumentare la copertura vaccinale e non dire: non ho fatto nulla, e, allora, siccome non ho fatto nulla e oggi si crea il problema - perché, guarda caso, oggi si crea, quando la copertura non è né molto inferiore né molto superiore agli anni passati -, siccome non ho fatto nulla, l'unica soluzione che ho io, come Ministro, è quella di imporre una vaccinazione obbligatoria per dieci vaccini a chiunque.

Ottimo lavoro, Ministro! Lei poteva essere ricordata come il Ministro che ha messo tutto il suo impegno nel Fertility Day e in quella campagna fallimentare del Fertility Day; e, invece, verrà ricordata, purtroppo, per essere stata il Ministro che ha tolto un diritto e una libertà ai cittadini per imporre un obbligo che non porterà a nulla di diverso di quello che abbiamo in questo Paese, e per una campagna mediatica, e anche di scontro, anche nei confronti, per esempio, del MoVimento 5 Stelle, che ha creato una spaccatura nel Paese che non si vedeva da anni. Avete tolto i soldi ai cittadini con i decreti “salva banche”, gli avete tolto i diritti del lavoro, ma mai le piazze sono state così piene, mai! E, quando tutti questi cittadini si presentano nelle piazze, davanti alle istituzioni, per lamentare la privazione di un diritto, la politica si deve rendere conto che sta succedendo qualcosa in questo Paese e non può avere la pretesa di andare a gamba tesa e porre la fiducia su un decreto che può essere modificato, perché ancora possiamo tentare di modificarlo.

Voi non volete e portate le vostre convinzioni; io ho la convinzione che in questo Paese, con una politica sanitaria adeguata, e quindi non la sua, le coperture vaccinali aumenterebbero e si avrebbe una sanità migliore in questo Paese, cosa che lei in quattro anni e mezzo non è stata in grado di fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI. Signora Presidente, Ministra, onorevoli colleghi, ringrazio tutti coloro che con toni di pacatezza e con un confronto anche su posizioni diverse si sono espressi in questi giorni. Ringrazio il relatore, ringrazio la collega Binetti per la lectio magistralis di ieri sera, di un grande spessore storico e di cultura scientifica.

Non è sempre stato così, lo abbiamo sentito anche adesso; e noi, guardate, non vogliamo ricorrere a nessun allarmismo per motivare le scelte di natura politica. Ci bastano le indicazioni della comunità scientifica, quelle della comunità internazionale e, francamente, quest'aria di astio e di ostilità nei confronti della Ministra e di chi, invece, voterà questa fiducia e questo provvedimento è davvero inaccettabile.

Tutti dovrebbero usare le parole con molta più prudenza e, dico anche, forse con meno presunzione. Io rispetto le competenze di alcuni, ma abbiamo sentito, in questi giorni, chi ci suggeriva di portare le vaccinazioni antiepatite B a dodici anni, non si capisce sulla base di quale indicazione scientifica; chi, invece, ci dice che è in grado di discutere di EDC genetici e chi, guardate, mi sembra di capire abbia ormai perso anche il senso della misura, perché in quest'Aula, ieri sera, abbiamo sentito parlare di attacco alla Costituzione.

Adesso sentiamo parlare di amore dei figli, come se questo fosse un patrimonio esclusivamente di una forza politica. Forse bisognerebbe ricordare a una persona che le parole in libertà hanno una certa gravità, una gravità che è inversamente proporzionale a chi, con la stessa leggerezza, quando faceva il comico prima invece di diventare e fare il capo di un movimento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… E qua la ricordo, perché io ho avuto la cortesia e anche la pazienza di andare a risentirmi quello che ho sentito con le mie orecchie, che sono rabbrividita: sentire che la poliomielite e la difterite in questo Paese sono scomparse perché sono scomparsa per i fatti loro e non per le campagne vaccinali che noi abbiamo fatto e abbiamo messo in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Credo che il ricorso alla fiducia sicuramente non sia indolore. Leggo - e lo credo - che stiamo votando il più grande e importante intervento di sanità pubblica in questa legislatura e abbiamo il dovere di iniziare una campagna vaccinale al più presto, di attrezzare i servizi di prevenzione vaccinale, di accompagnare le scuole, i servizi educativi, prima dell'avvio dell'inizio scolastico. Sta qui, di fatto, la ragione della velocità e anche della fiducia.

Certo, non possiamo dire che il dibattito non è mancato; è stata votata al Senato, peraltro, senza fiducia, dove i voti sono sicuramente molto più difficili da poter recuperare, e quel testo è stato fortemente migliorato. Voglio qua toccare alcuni punti, che sono stati quelli di fatto abbiamo toccato in tutto il dibattito parlamentare.

Il primo riguarda la questione della libertà individuale. L'atto medico di vaccinarsi non è solo compiuto per proteggere i nostri figli, l'amore di cui abbiamo sentito parlare prima, in cui ci riconosciamo tutti, ma anche quello degli altri, ed è compito dello Stato dover proteggere i figli, i più fragili, i più esposti, quelli che hanno problemi dal punto di vista dell'immunodepressione, e lo Stato ha il dovere di proteggere la sua collettività.

Si parla di violazione di libertà, del diritto… Ma non si può invocare la libertà e mettere a rischio la libertà degli altri.

E poi c'è un tema vero, profondo, in questo Paese, che riguarda il rapporto tra uomo e scienza. Noi abbiamo un approccio ambivalente anche nei confronti della scienza, della medicina e dei farmaci: da un lato fatichiamo ad accettare il fatto che ci siano delle malattie che sono incurabili…

PRESIDENTE. Scusate, colleghi è possibile ascoltare l'intervento?

ELENA CARNEVALI. Non si preoccupi…

PRESIDENTE. Prima è stato possibile ascoltare quello del deputato Cecconi, adesso rendiamo possibile l'ascolto di questo intervento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per favore…

ELENA CARNEVALI. Scusi, Presidente, volevo dirle che in Commissione, se non volava una mosca, scendeva l'aula della Commissione, qua invece c'è la libertà di fare tutto quel caos che si vuole (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma questo, come dire…

PRESIDENTE. Deputata Carnevali, qui non c'è la libertà, per questo c'è chi presiede e per questo c'è chi richiama i deputati all'attenzione. Per favore, colleghi.

Prego, continui deputata Carnevali.

ELENA CARNEVALI. Grazie. Volevo semplicemente ricordare a lei, che non era presente, cosa è capitato a me, mi permettevo solo questo. Ma voglio tornare nel merito.

Stavo appunto parlando di un rapporto difficile tra scienza e uomo, tra il fatto che fatichiamo ad accettare che ci siano malattie incurabili e contemporaneamente anche un concetto diverso da malattia inguaribile. Io posso convivere con una malattia cronica, ma a una malattia incurabile non c'è sopravvivenza. Noi vorremmo che la ricerca scientifica affrettasse il suo processo, i suoi successi, e venisse giustamente incentivata, anche quella indipendente; dall'altro lato assistiamo alla sfiducia quanto alla contrarietà, paure e timori di cui ci dobbiamo fare carico. Questo rapporto difficile l'abbiamo misurato quando qui abbiamo affrontato il caso Stamina: era una truffa, una truffa spudorata nei confronti dei bambini, dei pazienti con malattia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lì c'è stata la pretesa di consentire, sulla base di speranze infondate, di vedere riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale una cura che nulla aveva a che fare con le evidenze scientifiche e con la sicurezza.

Vedete, cari colleghi, la scienza, abbiamo detto, non è democratica. È un'affermazione che ha fatto discutere, ma che afferma un principio innegabile: la scienza non è un'opinione, è basata sull'evidenza, sui dati, sugli studi e sulle fonti. I vaccini salvano le persone sane, non malate; il mio primo paziente trent'anni fa in terapia intensiva fu un giovane malato di tetano. Io non l'ho mai dimenticata quell'esperienza: era una persona con un corpo totalmente rigido, marmoreo, degli spasmi muscolari che erano inguardabili, intollerabili in un paziente totalmente vigile. Abbiamo dimenticato che cosa voglia dire potersi ammalare di queste malattie e non c'è natura che si possa sostituire al progresso scientifico.

I vaccini impediscono che si contraggono le malattie, che si diffondano; i vaccini hanno evitato la morte di 500 milioni di persone e nel decennio tra il 2011 e il 2020 permetteranno di evitare la morte a 25 milioni di persone. O forse pensiamo che anche tutto questo sia frutto di un complotto globale, dall'OMS alle multinazionali, e tutte le facezie che abbiamo sentito, e sentito leggere nelle e-mail scritte in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

In Italia la spesa per vaccini è l'1,4 del totale della spesa del Servizio sanitario nazionale. Certo, serve trasparenza: trasparenza nei prezzi, trasparenza nella contrattazione; ma a conti fatti chi ci guadagna è solo la salute pubblica.

Sul ricorso all'obbligatorietà: noi abbiamo già guardato sul diritto o sull'incostituzionalità, e abbiamo già in qualche modo sgombrato il campo. Però basterebbe ricordare che in questo Paese ci sono stati 32 anni in cui c'era l'obbligo delle vaccinazioni, c'erano sanzioni penali, c'era l'interdizione dalla scuola: nessuno ha mai sollevato problemi di incostituzionalità e nessuno si è sognato di dire che quello era un provvedimento da Paese totalitario. E forse basterebbe ricordare - e lo dico tramite la Presidente ai colleghi della Lega - che anche nella regione Lombardia è previsto che non ci sia la possibilità di accedere ai servizi per l'infanzia quando non c'è la presenza di vaccinazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il ricorso all'urgenza, si dice, è immotivato perché non ci sono epidemie: e meno male che questo non avviene! E meno male che questo non è ancora accaduto! Perché con questo provvedimento ci si affida alla medicina per prevenire un tale sciagurato epilogo. Guardate, non c'è nessuna comunità scientifica, né le regioni che sono contrarie, né sul complesso né sul numero delle vaccinazioni: se ne sono aggiunte sei alle quattro già obbligatorie. Voi avete voluto far passare l'idea che noi abbiamo inserito dieci nuove vaccinazioni: è questo il punto! In qualche modo avete voluto far credere che prima di adesso non c'era assolutamente la necessità dell'obbligatorietà (Commentidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MASSIMO FELICE DE ROSA. Sono sei in più! Sei (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole De Rosa!

ELENA CARNEVALI. Il Veneto, la FIMMG, la FIMP, l'ordine dei pediatri, i virologi, le società scientifiche, l'Istituto superiore di sanità, il Consiglio superiore di sanità: nessuno ha sollevato obiezioni; a meno che si pensi che tutti siano al soldo delle case farmaceutiche e multinazionali. E allora vi consiglio una cosa: rivolgetevi alla procura della Repubblica, oppure di quel venticello insinuato che anche ieri è uscito in quest'Aula, con l'idea del sospetto e dell'inganno, da quello ci si difende.

Persuadere è meglio che obbligare: certo che lo è e su questo non abbiamo dubbi, e saggiamente al Senato è stata introdotta la possibilità di togliere l'obbligatorietà tra tre anni, raggiunti livelli soddisfacenti. Ma sarebbe pensabile interrompere l'obbligatorietà dell'antipolio perché da diversi anni non abbiamo focolai locali né generalizzati di epidemia, in attesa di poter vedere una paralisi in qualche bambino?

Io voglio ricordarvi qui il decalogo delle vaccinazioni: un mondo libero, in cui ogni individuo, indipendentemente da dove sia nato, indipendentemente da dove vive, indipendentemente da chi sia, possa godere di una vita libera da malattie prevedibili. Ci sono Paesi liberali in cui gli obblighi ci sono e in altri in cui invece non ce ne sono perché non ce n'è bisogno, per l'alta adesione: hanno un alto senso civico e alti principi di solidarietà. La Francia sta discutendo dell'introduzione dell'obbligatorietà, la Germania ha alzato le sanzioni a 2.500 euro.

Le cause le ha già spiegate nel suo bell'intervento il collega Fossati. Che cosa dobbiamo fare? Agire sulla sensibilizzazione, sull'accompagnamento dei genitori alle scelte vaccinali: solo con una corretta informazione sui rischi e benefici, e non nelle bacheche, ma nel dialogo con i pazienti, perché il tempo del dialogo è il tempo di cura, nell'ascolto, nella garanzia della continuità assistenziale, si può invertire la sfiducia vaccinale.

E poi spazi, Ministra, strutture adeguate e personale sufficiente. Maggior tutela e trasparenza nel farmaco e nella vigilanza, la pubblicazione dei dati e delle reazioni avverse, che sono molto poche e comunque molto inferiori sia per incidenza che per gravità. L'aspirina, per esempio, causa un numero di reazioni avverse 1.500 volte maggiore rispetto ai vaccini, e sono uno strumento comunque di rassicurazione e di consenso vero.

Abbiamo una responsabilità altrettanto importante: contrastare la diffusione pericolosa e distruttiva della disinformazione, che tanti danni ha provocato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo sa bene, lo conosce bene uno Stato, che è il Regno Unito, che ha pagato un prezzo altissimo: lì si sono avuti più di 10 mila casi di difterite, la morte di quindici bambini e un'epidemia da morbillo.

PRESIDENTE. Concluda, deputata.

ELENA CARNEVALI. Presidente, Ministra, colleghi, perché questo grande intervento di sanità pubblica e di medicina preventiva abbia successo, molto dipenderà dall'accompagnamento e da ogni azione che è necessaria. Voteremo la fiducia a questo decreto-legge e lo faremo senza vergogna, perché avremo bambini più sani e una comunità più protetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Adriano Zaccagnini. Ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, io non voterò questa fiducia: credo sia uno strumento inadatto. La Ministra è negligente su tutto: nella parte della ricerca, investimenti sulla ricerca, informazione e farmacovigilanza. Dal 2013 le coperture hanno cominciato a scendere ed è grazie in particolare al suo operato.

La contraddizione più grande probabilmente è quella che l'obbligo viene imposto ai bambini e non agli operatori sanitari: non si parte da loro, non si parte dal morbillo, ma si parte da altre questioni, per creare un mercato senza rischio di impresa in un regime già oligopolistico, certificato nella relazione dell'Antitrust; e questo porterà a una scarsa innovazione dei prodotti, e quindi ad una scarsa minimizzazione delle reazioni avverse, già indennizzate per legge.

PRESIDENTE. Concluda.

ADRIANO ZACCAGNINI. È aumentata la sfiducia, l'emarginazione sociale, il terrorismo mediatico e tutto questo porterà ad una mobilitazione trasversale sempre più forte.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 4595)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Avverto che, come da prassi, ai fini di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.

Per agevolare le operazioni di voto invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.

Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

  (Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dall'onorevole Turco.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama)

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 23)

  (Segue la chiama)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

  Presenti   454

  Votanti   452

  Astenuti   2

  Maggioranza  227

  Hanno risposto   305

  Hanno risposto no  147

La Camera approva.

Chiederei ai colleghi di non fare le foto: lo sapete che non si può fare.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Aiello Ferdinando

Albanella Luisella

Albini Tea

Alfano Gioacchino

Alfreider Daniel

Alli Paolo

Amato Maria

Amendola Vincenzo

Amici Sesa

Antezza Maria

Anzaldi Michele

Argentin Ileana

Arlotti Tiziano

Ascani Anna

Auci Ernesto

Barbanti Sebastiano

Baretta Pier Paolo

Bargero Cristina

Baruffi Davide

Basso Lorenzo

Battaglia Demetrio

Bazoli Alfredo

Becattini Lorenzo

Benamati Gianluca

Beni Paolo

Bergonzi Marco

Berlinghieri Marina

Berretta Giuseppe

Bianchi Dorina

Bianchi Stella

Bindi Rosy

Bini Caterina

Blazina Tamara

Bobba Luigi

Boccadutri Sergio

Boccia Francesco

Boccuzzi Antonio

Boldrini Paola

Bolognesi Paolo

Bonaccorsi Lorenza

Bonifazi Francesco

Bordo Michele

Borghi Enrico

Borletti Dell'Acqua Ilaria Carla Anna

Bosco Antonino

Braga Chiara

Bragantini Paola

Brandolin Giorgio

Bruno Franco

Bruno Bossio Vincenza

Bueno Renata

Burtone Giovanni Mario Salvino

Camani Vanessa

Campana Micaela

Cani Emanuele

Capelli Roberto

Capone Salvatore

Capozzolo Sabrina

Carbone Ernesto

Cardinale Daniela

Carella Renzo

Carloni Anna Maria

Carnevali Elena

Carocci Mara

Carra Marco

Carrescia Piergiorgio

Carrozza Maria Chiara

Casati Ezio Primo

Casellato Floriana

Casero Luigi

Cassano Franco

Castricone Antonio

Causi Marco

Cenni Susanna

Censore Bruno

Chaouki Khalid

Cicchitto Fabrizio

Cimbro Eleonora

Coccia Laura

Colaninno Matteo

Coppola Paolo

Coscia Maria

Cova Paolo

Covello Stefania

Crimi' Filippo

Crivellari Diego

Culotta Magda

Cuperlo Giovanni

Curro' Tommaso

D'Agostino Angelo Antonio

Dallai Luigi

Dal Moro Gian Pietro

Dambruoso Stefano

Damiano Cesare

D'Arienzo Vincenzo

Dellai Lorenzo

Dell'Aringa Carlo

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Di Gioia Lello

Di Lello Marco

Di Maio Marco

D'Incecco Vittoria

Di Salvo Titti

Di Stefano Marco

Donati Marco

Ermini David

Fabbri Marilena

Famiglietti Luigi

Faraone Davide

Farina Gianni

Fauttilli Federico

Fedi Marco

Ferranti Donatella

Ferrari Alan

Ferro Andrea

Fiano Emanuele

Fiorio Massimo

Fioroni Giuseppe

Folino Vincenzo

Fontana Cinzia Maria

Fontanelli Paolo

Fregolent Silvia

Fusilli Gianluca

Gadda Maria Chiara

Galgano Adriana

Galli Giampaolo

Galperti Guido

Gandolfi Paolo

Garavini Laura

Garofalo Vincenzo

Garofani Francesco Saverio

Gasparini Daniela Matilde Maria

Gebhard Renate

Gelli Federico

Ghizzoni Manuela

Giachetti Roberto

Giacobbe Anna

Giacomelli Antonello

Gigli Gian Luigi

Ginato Federico

Ginefra Dario

Ginoble Tommaso

Giorgis Andrea

Giuliani Fabrizia

Giulietti Giampiero

Gnecchi Marialuisa

Gozi Sandro

Grassi Gero

Gribaudo Chiara

Guerini Giuseppe

Guerini Lorenzo

Gutgeld Itzhak Yoram

Iacono Maria

Iannuzzi Tino

Impegno Leonardo

Incerti Antonella

Iori Vanna

Lacquaniti Luigi

Laforgia Francesco

Lainati Giorgio

La Marca Francesca

Lattuca Enzo

Lavagno Fabio

Lenzi Donata

Leva Danilo

Librandi Gianfranco

Lodolini Emanuele

Lorenzin Beatrice

Losacco Alberto

Lupi Maurizio

Maestri Patrizia

Magorno Ernesto

Malisani Gianna

Malpezzi Simona Flavia

Manciulli Andrea

Manfredi Massimiliano

Manzi Irene

Marantelli Daniele

Marazziti Mario

Marchetti Marco

Marchi Maino

Marguerettaz Rudi Franco

Mariani Raffaella

Mariano Elisa

Marrocu Siro

Marroni Umberto

Martella Andrea

Martino Pierdomenico

Massa Federico

Mattiello Davide

Mauri Matteo

Mazziotti Di Celso Andrea

Mazzoli Alessandro

Melilli Fabio

Meta Michele Pompeo

Miccoli Marco

Migliore Gennaro

Minnucci Emiliano

Miotto Anna Margherita

Misuraca Dore

Mognato Michele

Monaco Francesco

Monchiero Giovanni

Mongiello Colomba

Montroni Daniele

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Moscatt Antonino

Mottola Giovanni Carlo Francesco

Mura Romina

Naccarato Alessandro

Nardi Martina

Narduolo Giulia

Nesi Edoardo

Nicoletti Michele

Oliaro Roberta

Oliverio Nicodemo Nazzareno

Orlando Andrea

Pagani Alberto

Palladino Giovanni

Paris Valentina

Parrini Dario

Pastorelli Oreste

Patriarca Edoardo

Pelillo Michele

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Petrini Paolo

Piazzoni Ileana Cathia

Piccione Teresa

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Salvatore

Pilozzi Nazzareno

Pini Giuditta

Pinna Paola

Pisicchio Pino

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Portas Giacomo Antonio

Preziosi Ernesto

Prina Francesco

Quartapelle Procopio Lia

Quintarelli Giuseppe Stefano

Raciti Fausto

Ragosta Michele

Rampi Roberto

Realacci Ermete

Ribaudo Francesco

Richetti Matteo

Rigoni Andrea

Rocchi Maria Grazia

Romanini Giuseppe

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rossi Domenico

Rossi Paolo

Rossomando Anna

Rostellato Gessica

Rotta Alessia

Rubinato Simonetta

Sammarco Gianfranco

Sanga Giovanni

Sani Luca

Sanna Francesco

Sanna Giovanna

Santerini Milena

Sberna Mario

Sbrollini Daniela

Scalfarotto Ivan

Schiro' Gea

Scopelliti Rosanna

Scuvera Chiara

Senaldi Angelo

Sereni Marina

Sgambato Camilla

Simoni Elisa

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Tacconi Alessio

Tancredi Paolo

Taranto Luigi

Taricco Mino

Tartaglione Assunta

Tentori Veronica

Terrosi Alessandra

Tidei Marietta

Tinagli Irene

Tullo Mario

Valente Valeria

Valiante Simone

Vazio Franco

Velo Silvia

Venittelli Laura

Ventricelli Liliana

Verini Walter

Vezzali Maria Valentina

Vico Ludovico

Vignali Raffaello

Zampa Sandra

Zan Alessandro

Zanin Giorgio

Zardini Diego

Zoggia Davide

Hanno risposto no:

Agostinelli Donatella

Airaudo Giorgio

Alberti Ferdinando

Archi Bruno

Baldelli Simone

Baroni Massimo Enrico

Basilio Tatiana

Battelli Sergio

Benedetti Silvia

Bergamini Deborah

Bernini Massimiliano

Bernini Paolo

Biancofiore Michaela

Binetti Paola

Bonafede Alfonso

Bordo Franco

Borghese Mario

Borghesi Stefano

Brescia Giuseppe

Brignone Beatrice

Brugnerotto Marco

Brunetta Renato

Busin Filippo

Businarolo Francesca

Busto Mirko

Buttiglione Rocco

Calabria Annagrazia

Capezzone Daniele

Carfagna Maria Rosaria

Cariello Francesco

Carinelli Paola

Caso Vincenzo

Castelli Laura

Castiello Giuseppina

Cecconi Andrea

Chimienti Silvia

Civati Giuseppe

Colletti Andrea

Colonnese Vega

Cominardi Claudio

Corda Emanuela

Cozzolino Emanuele

Crippa Davide

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dall'Osso Matteo

Da Villa Marco

De Girolamo Nunzia

Del Grosso Daniele

Della Valle Ivan

De Rosa Massimo Felice

Di Battista Alessandro

Di Benedetto Chiara

Dieni Federica

D'Inca' Federico

Distaso Antonio

Di Stefano Fabrizio

Di Vita Giulia

D'Uva Francesco

Fantinati Mattia

Farina Daniele

Fassina Stefano

Fedriga Massimiliano

Ferraresi Vittorio

Fico Roberto

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fraccaro Riccardo

Frusone Luca

Furnari Alessandro

Gagnarli Chiara

Galli Carlo

Gallo Luigi

Giacomoni Sestino

Giammanco Gabriella

Giordano Silvia

Giorgetti Alberto

Giorgetti Giancarlo

Grande Marta

Gregori Monica

Grillo Giulia

Guidesi Guido

Kronbichler Florian

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Longo Piero

Lorefice Marialucia

Lupo Loredana

Maestri Andrea

Mantero Matteo

Marcolin Marco

Melilla Gianni

Micillo Salvatore

Molteni Nicola

Mucci Mara

Murgia Bruno

Nesci Dalila

Nicchi Marisa

Occhiuto Roberto

Pagano Alessandro

Paglia Giovanni

Palese Rocco

Palmieri Antonio

Palmizio Elio Massimo

Parentela Paolo

Pastorino Luca

Pellegrino Serena

Pesco Daniele

Petraroli Cosimo

Petrenga Giovanna

Picchi Guglielmo

Pili Mauro

Placido Antonio

Polidori Catia

Polverini Renata

Prataviera Emanuele

Prodani Aris

Quaranta Stefano

Rampelli Fabio

Rizzo Gianluca

Roccella Eugenia

Romano Paolo Nicolo'

Rondini Marco

Saltamartini Barbara

Sannicandro Arcangelo

Sarti Giulia

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Secco Dino

Sibilia Carlo

Simonetti Roberto

Sisto Francesco Paolo

Sorial Girgis Giorgio

Spadoni Maria Edera

Tofalo Angelo

Toninelli Danilo

Turco Tancredi

Vacca Gianluca

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallascas Andrea

Vargiu Pierpaolo

Vella Paolo

Vignaroli Stefano

Villarosa Alessio

Vito Elio

Zaccagnini Adriano

Zolezzi Alberto

Si sono astenuti:

Abrignani Ignazio

D'Alessandro Luca

Sono in missione:

Adornato Ferdinando

Alfano Angelino

Amoddio Sofia

Artini Massimo

Bellanova Teresa

Bernardo Maurizio

Biondelli Franca

Bocci Gianpiero

Boschi Maria Elena

Bragantini Matteo

Brambilla Michela Vittoria

Bratti Alessandro

Bressa Gianclaudio

Caparini Davide

Castiglione Giuseppe

Catania Mario

Causin Andrea

Centemero Elena

Cirielli Edmondo

Costantino Celeste

D'Alia Gianpiero

Del Basso De Caro Umberto

Di Maio Luigi

Epifani Ettore Guglielmo

Fontana Gregorio

Franceschini Dario

Gentiloni Silveri Paolo

La Russa Ignazio

Latronico Cosimo

Locatelli Pia Elda

Lotti Luca

Madia Maria Anna

Mannino Claudia

Marcon Giulio

Palma Giovanna

Pannarale Annalisa

Pes Caterina

Ravetto Laura

Romano Francesco Saverio

Rostan Michela

Rughetti Angelo

Scanu Gian Piero

Schullian Manfred

PRESIDENTE. Il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 9 per l'esame degli ordini del giorno.

A partire dalle ore 10, con ripresa televisiva diretta, avranno luogo le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Seguirà il voto finale entro le ore 12.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 28 luglio 2017, alle 9:

Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2856 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale (Approvato dal Senato). (C. 4595)

Relatori: GELLI, per la maggioranza; RONDINI e COLONNESE, di minoranza.

La seduta termina alle 00,15 di venerdì 28 luglio 2017.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ROSANNA SCOPELLITI (A.C. 4595)

ROSANNA SCOPELLITI. (Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia – A.C. 4595). Il Gruppo Parlamentare di Alternativa Popolare voterà convintamente a favore della fiducia posta dal Governo sul decreto-legge vaccini.

Per sgombrare il campo dagli equivoci ricordo che il testo nasce da un lungo confronto con la comunità scientifica nazionale, le organizzazioni sanitarie nazionali ed internazionali e si basa su un dato certo: l'utilizzo dei vaccini ci consente di salvare ogni anno nel mondo circa 2,5 milioni di vite umane! I fatti sono ostinati e la verità scientifica deve superare le divisioni meramente politiche o sterili tentativi di trovare consenso sull'ignoranza e la paura come è già accaduto anche in questo Parlamento sul caso Stamina.

Oggi discutiamo di vaccini e oggi come allora del rapporto tra politica e scienza, tra fatti e consenso. E oggi come allora diciamo che l'interesse dei cittadini viene prima di tutto, che la politica deve rispetto e ascolto alla scienza e alle autorità sanitarie.

Come è ormai noto, il provvedimento, che ha avuto un lungo ed attento esame da parte del Senato, ha l'obiettivo principale proteggere le nostre comunità, soprattutto i bambini e gli adolescenti in età scolare, prevenendo l'insorgenza di patologie trasmissibili gravi con l'estensione dell'obbligo vaccinale, in considerazione della preoccupante, costante e diffusa diminuzione delle coperture vaccinali degli ultimi anni e dell'epidemia di morbillo in corso.

I dati italiani parlano chiaro: l'ultimo bollettino sul morbillo del 25 luglio parla di 3.842 casi segnalati e 3 decessi. E sappiamo che i non segnalati equivalgono almeno ad altrettanti casi. L'89% degli infetti risulta non vaccinato, e un altro 6% è stato vaccinato con una sola dose; il 41% è stato ricoverato, il 35% ha sofferto di una complicanza (dalla diarrea all'epatite, dalla polmonite fino all'encefalite) e il 22% è stato assistito nei Pronto soccorso ospedalieri. Insieme alla Romania, che ha avuto oltre 6000 casi e 27 decessi dal settembre 2016, l'Italia rappresenta il bacino più significativo della malattia in Europa.

Bastano queste cifre per capire l'urgenza di ricorrere ad un decreto e come non fosse sufficiente affidarsi ad un semplice disegno di legge. Di fronte al decollare di un'epidemia bisogna essere tempestivi ed evitare che quella che oggi è un'urgenza diventi domani un'emergenza.

Chiudere le porte quando i buoi sono scappati non può essere una strategia di chi deve difendere la salute pubblica. Chi parla di disegno di legge conosce bene i tempi parlamentari basti pensare al ddl Lorenzin che attende l'esame da quattro, dico quattro anni.

Il provvedimento ha lo scopo, quindi, di contrastare anche lo svilupparsi di patologie che, seppur assenti in Italia, non sono state del tutto sconfitte a livello mondiale e che potrebbero riemergere visti i cali di immunizzazione diffusa, come la poliomielite, di cui si registrano vari casi nel bacino del Mediterraneo, che grazie all'imponente difesa vaccinale che i nostri medici hanno saputo approntare non è presente nel nostro Paese, o come la difterite che sta colpendo il Venezuela a seguito dei cali vaccinali degli ultimi cinque anni. Anche a causa del forte aumento della mobilità delle popolazioni, queste malattie, ancora presenti o riemergenti nei paesi mediorientali e africani a causa del collasso dei sistemi sanitari locali, si stanno riaffacciando sul nostro territorio che va messo in sicurezza con l'estensione e il consolidamento dei programmi vaccinali così come stiamo facendo.

A cosa servano le vaccinazioni lo sanno tutti. Lo sanno a memoria i nostri nonni e i nostri padri che hanno visto la tragedia dei bimbi e dei ragazzi ammalarsi per la polio; hanno accolto l'arrivo dei vaccini come una benedizione che ha salvato milioni e milioni di vite.

L'obbligatorietà, che tutti avevano sempre accettato senza problemi e riserve, con le vaccinazioni a scuola, è stata interrotta nel 1999. Sono bastati 18 anni di false sicurezze e dello svanire della paura per le malattie infettive per farci fare molti passi indietro: le coperture vaccinali si sono abbassate drammaticamente, alcune per più di dieci punti percentuali, l'immunità di gregge è piena di buchi nel territorio e dunque stiamo mettendo a rischio la salute di tutti, prima di tutto dei più deboli e dei malati che non possono essere vaccinati e che si affidano alla nostra immunità per non ricevere in ‘regalo' le malattie che trasmettiamo loro. Tre bimbi sono già morti per le accertate complicanze del morbillo, ecco perché bisogna correre ai ripari.

E vorrei ricordare che non siamo i soli ad avere agito. In molti paesi europei, Francia in testa, stanno per decidere di ricorrere all'obbligatorietà. Copiamo la ricetta americana del governatore della California che in soli 18 mesi ha rialzato l'immunità di gregge di 3 punti percentuali così come consigliato dalle organizzazioni internazionali, Oms in testa.

L'intervento pertanto si rende necessario ora, in una fase in cui possiamo ancora agire con lo strumento vaccinale, eliminando il rischio che queste patologie insorgano e colpiscano i singoli e la collettività nel futuro. Questo fa uno Stato capace di agire per tutelare la salute della popolazione del Paese, in linea, peraltro, con quanto previsto dal nostro ordinamento giuridico.

Quella attivata dal Governo risulta quindi essere una politica sanitaria tempestiva, espressa con l'adozione di misure sulla cui efficacia non sono permessi dubbi o esitazioni che ci potrebbero venire da una deriva culturale, che va ugualmente combattuta.

Le vaccinazioni, giova ripeterlo, perché nel dibattito di questi mesi se ne sono sentite di tutti i colori (e mi si consenta di notare come vi sia stata anche tanta incoerenza. Penso al M5S che al Senato, con toni da ‘bar sport', ha cavalcato le teorie No Vax mentre alla Camera ha posto questioni giuridiche). Le vaccinazioni, come dicevo, costituiscono uno strumento fondamentale ed anzi indispensabile (la cui sicurezza è universalmente provata da decenni di studi scientifici indipendenti) per permettere un'efficiente azione di tutela e di salvaguardia della nostra popolazione dall'insorgere e svilupparsi di malattie che possano compromettere il diritto alla salute della comunità. Voglio inoltre sottolineare che proprio pochi giorni fa la Cassazione ha sancito come non esista alcun nesso di causalità tra vaccini e sindrome autistica, segnando un importante passo verso la verità scientifica.

Nell'azione dell'Esecutivo non vi è quindi il tentativo di ledere la libertà di cura, ma di affrontare al meglio e nel pieno rispetto dei valori costituzionali la tutela della vita della persona: diritto, quest'ultimo inalienabile e come tale protetto in modo pieno ed assoluto dal nostro ordinamento. Voglio inoltre affermare l'alto valore etico del provvedimento, che nasce soprattutto a tutela delle persone più fragili, bambini ed adulti immunodepressi o affetti da malattie oncologiche che non si possono vaccinare e che correrebbero rischi letali in caso di contagio dalle malattie che, con questo provvedimento, potremmo debellare. Voglio ricordare a tutti il caso del bambino malato di leucemia, deceduto a seguito del contagio di morbillo poche settimane fa: quel bambino oggi sarebbe ancora tra noi se questo provvedimento fosse già entrato in vigore anni fa.

L'introduzione della vaccinazione obbligatoria in Italia costituisce quindi non solo un atto di civiltà assunto nei confronti del nostro Paese e la risposta puntuale al dovere morale dello Stato nei confronti dei suoi cittadini: le vaccinazioni per quanto precedentemente detto sono uno strumento di giustizia e di solidarietà sociale nei confronti dei concittadini più deboli che non devono essere abbandonati, ma tutelati e salvaguardati in modo pieno ed assoluto.

Voglio poi rispondere ad alcune critiche ricorrenti tra i gruppi d'opposizione di Senato e Camera. Intanto è falso che sui vaccini il governo sia rimasto in questi anni immobile. La prova lampante è l'approvazione del Piano nazionale vaccini, giudicato dagli esperti come forse il migliore al mondo, che ha avuto una lunga gestazione nel serrato confronto tra le società scientifiche e le Regioni che questo decreto non cambia ma potenzia. E ricordo come alcune regioni abbiano anticipato la decisione di rendere obbligatori i vaccini da zero a sei anni. Le campagne per le vaccinazioni sono iniziate da tempo e come sa bene il ministro della Salute le regioni in coro fin dallo scorso anno hanno premuto sul ministero perché si arrivasse ad un provvedimento di legge che uniformasse le prescrizioni vaccinali dando forza al Piano vaccini.

Che dire poi delle risibili teorie su un presunto complotto internazionale. E' stato citato il Gavi Alliance, neanche fosse la ‘Spectre' di un film di James Bond: l'Alleanza (grazie al cui sostegno dal 2000 sono stati immunizzati oltre 500 mln di bambini) raccoglie governi di paesi in via di sviluppo e paesi donatori, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, UNICEF, la Banca Mondiale, l'industria di vaccini in paesi industriali e in via di sviluppo, la società civile, la Fondazione Bill & Melinda Gates e molti altri benefattori privati per promuovere le vaccinazioni nei paesi in via di Sviluppo e armonizzare a rafforzare i piani vaccinali.

E ancora è stata criticata l'adesione dell'Italia alla Ghsa, Global Health Security Agenda, che riunisce più di 60 paesi nel mondo insieme a Oms, Fao, Oie e altre organizzazioni internazionali) e che nacque nel 2014 sulla scia dell'esplodere in Africa dell'epidemia di Ebola che le nazioni industrializzate e le organizzazioni internazionali, prima tra tutte l'Oms, non riuscirono a contrastare efficacemente fin dal suo inizio. Il presidente Obama prese l'iniziativa per affrontare in modo globale i rischi delle epidemie mondiali e promuovere le vaccinazioni nel mondo e soprattutto aiutare i paesi in via di sviluppo. L'Italia insieme al Portogallo coordina 11 paesi nel gruppo di lavoro sui vaccini, ma è membro di quello a guida francese per la lotta all'antibiotico resistenza. Quindi allora siete anche contro l'AMR?

Insomma, critiche paradossali. Ma forse c'è qualcuno in questo Parlamento che desidera che l'Italia esca da Onu, Oms, Fao, Oie e Nato per aderire ad organizzazioni come magari proprio la Spectre guidata da Blofeld.

Colleghi, a forza di disegnare complotti finiremo per non riuscire più a distinguere il grano dall'olio!

Il decreto-legge oltre ad essere in linea con il dettato costituzionale risponde in pieno alle esigenze ed alle aspettative della popolazione del nostro Paese che può dunque contare, anche sul piano della prevenzione, su strumenti e misure di grande efficacia e sicurezza comprovata.

Sul piano generale, oltre tutto, va fatta anche una considerazione non secondaria: perché l'introduzione della vaccinazione obbligatoria in Italia costituisce un atto di civiltà assunto nei confronti del nostro Paese e la risposta puntuale al dovere etico dello Stato nei confronti dei suoi cittadini. Lo Stato non può ignorare il decremento evidente e indiscutibile del calo delle coperture vaccinali. Non può considerare le epidemie di morbillo nel nostro Paese normali e accettabili, non può neppure sottrarsi agli obblighi internazionali che ha sottoscritto, evitando così che l'Italia, con uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, venga considerata come l'untore d'Europa, con i danni di immagine e all'industria turistica che anche questo può contribuire a creare.

E' stato detto da qualcuno che i tre bambini morti per morbillo avevano già uno stato di salute compromesso. Ed è proprio per questo che si sarebbe dovuta creare e mantenere una rete di sicurezza intorno a loro, così come si sarebbe dovuto fare per la bambina di un mese, morta due anni fa perché contagiata dalla pertosse. E' una questione di civiltà, solidarietà e coesione sociale, come giustamente raccontato dal papà di Padova, genitore di una bambina immunodepressa che chiede a tutti di vaccinarsi per salvarla.

Il provvedimento in esame prevede, peraltro, misure adeguate per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'utilizzo dei vaccini sostenendo e favorendo al proposito la promozione di apposite campagne informative e di educazione alla salute e al ragionamento scientifico, che possano vaccinare culturalmente le nostre comunità contro le sciocchezze e le bufale spesso diffamanti che abbiamo visto diffondersi in queste settimane.

L'informazione accurata, corretta, che educa e accompagna il cittadino e le famiglie ad un uso consapevole delle vaccinazioni è fondamentale. Bisogna che le famiglie si rendano conto, prove inconfutabili alla mano, che le vaccinazioni costituiscono una pratica sicura, sostenuta e confortata da studi scientifici universalmente riconosciuti, che permette di migliorare la speranza e la qualità della vita della nostra comunità. Ci siamo dimenticati troppo in fretta dei bambini colpiti dalla polio fino agli anni cinquanta, quando la vaccinazione venne introdotta nel nostro Paese. Non ci ricordiamo che la vaccinazione contro l'haemophilus ha praticamente fatto scomparire la principale causa di meningite nell'infanzia, oppure che ancora si muore di tetano, a causa dei mancati richiami per una vaccinazione che dovrebbe essere entrata ormai nella cultura sanitaria di tutti. Non ci ricordiamo neppure che la vaccinazione contro l'epatite B ha permesso il controllo di una patologia dilagante nel nostro Paese riducendone l'incidenza di dieci volte in pochi anni.

E' anche evidente, poi, che il decreto-legge è rivolto alla tutela della salute delle nuove generazioni: elemento base fondamentale per la crescita sociale ed economica del Paese.

Un'azione quindi, quella del Governo, che mira a tutelare la salute della collettività contro i possibili rischi che possono essere causati dal diffondersi di patologie.

Rischi che l'azione di Governo intende prevenire e che possono diventare gravissimi se non si interviene in maniera urgente e cautelativa con un impegno di politica sanitaria precauzionale volto ad indirizzare il cittadino verso forme di cura (come le vaccinazioni) che risultano indispensabili per la tutela della salute.

Va dato atto, quindi, al Governo di essere intervenuto con misure adeguate ed idonee che con la creazione dell'anagrafe nazionale dei vaccinati, il potenziamento dei sistemi di vaccino-vigilanza, l'adeguamento e l'interoperabilità del sistema di notifica unico delle malattie infettive permetterà anche di monitorare l'andamento delle patologie contagiose e delle coperture vaccinali e l'effettiva dimensione degli eventi avversi, intervenendo immediatamente per prevenire, circoscrivere e eliminare i rischi epidemici nel Paese.

Un Paese moderno e civile ha, quindi, l'obbligo di rafforzare la politica sanitaria a difesa della salute della popolazione per affermarne i pieni diritti previsti dalla Costituzione.

Lo Stato, quindi, ha la responsabilità di rimuovere quelle condizioni che possono incidere negativamente sulla tutela della salute dei cittadini, anche in considerazione di quel principio di solidarietà, nell'adempimento del dovere che non può non essere tenuto in considerazione dall'Esecutivo.

Nel ribadire il voto favorevole del Gruppo parlamentare di Alternativa Popolare sulla questione di fiducia posta sul decreto-legge, è necessario confermare ulteriormente l'importanza di questo intervento normativo come efficace strumento di contrasto allo svilupparsi di patologie che possano pregiudicare la salute dei cittadini del nostro Paese.