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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 831 di martedì 11 luglio 2017

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amoddio, Artini, Baretta, Braga, Catania, Coppola, Damiano, Epifani, Fico, Garavini, Giachetti, Mannino, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Francesco Saverio Romano, Scanu, Schullian, Sottanelli e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni (ore 11,04).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Iniziative per garantire la tracciabilità dei farmaci, con particolare riferimento all'operatività della banca dati istituita con il decreto del Ministro della salute del 15 luglio 2004 – n. 2-01554)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza all'ordine del giorno Binetti n. 2-01554 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Binetti se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Per quelle strane coincidenze che rendono, come dire, più accessibile alla risposta interpellanze di un momento e di un altro, oggi l'interpellanza che io mi accingo a esporre alla Presidente, agli illustri membri del Governo e anche all'Aula riguarda un tema su cui, per un aspetto diverso, è stato risposto venerdì scorso dal Vice Ministro Bubbico, ma il tema è di tale rilevanza, di tale l'importanza che merita davvero una sottolineatura ulteriore.

Concretamente è il tema che riguarda la sicurezza che noi riusciamo a garantire ai malati attraverso la certezza del prodotto farmaceutico che loro sono chiamati ad assumere. Noi abbiamo bisogno di garantire ai malati farmaci che in qualche modo contengano i principi attivi descritti nel famoso “bugiardino”, cioè il fogliettino che viene allegato al farmaco, e che questo principio attivo sia contenuto nel dosaggio giusto, appartenga a una produzione scientificamente rigorosa e coerente, ma anche che sia collocato in una linea che risponda rigorosamente ai principi della legalità, ossia che i farmaci non siano contraffatti né sotto il profilo della qualità, né sotto il profilo della legalità.

Infatti, perché è così importante tenere conto della tracciatura dei farmaci e non consentire nessun tipo, diciamo, di devianza rispetto a questo? Primo, perché incrementa la sicurezza degli utilizzatori finali, cioè i pazienti; secondo, perché uniformano la codifica dei farmaci a livello europeo e, se tutti noi ci auguriamo, come speriamo che avvenga, che l'EMA si trasferisca in Italia, capiamo tutti il perché: perché è da questo principio europeo, da questo ente regolatore a livello europeo, da questa cultura comune e condivisa, che riguarda, per esempio, pazienti che appartengono alla grande famiglia delle malattie rare, per cui soltanto facendo delle statistiche e valutando delle probabilità attraverso una possibilità di raccoglierli a livello europeo, e non soltanto a livello nazionale, rivolta per le malattie rare di malati rari di una determinata malattia, in Italia ce ne potranno essere 3, 4, 5, 10, 15, ma è soltanto avendo a disposizione, come dire, un piccolo universo controllato, che noi siamo in grado di capire l'evoluzione delle malattie, i vantaggi dei farmaci, ma siamo anche in grado di orientare in questo senso la ricerca dal punto di vista dei farmaci. Penso, ad esempio, alla grande innovazione solo dell'anno scorso con gli ERN, che sono nati precisamente per creare questi network europei.

Quindi, è necessario uniformare la codifica dei farmaci a livello europeo. Poi, certamente, per ridurre il rischio delle contraffazioni, per fornire uno strumento agli organi di controllo e combattere la contraffazione, laddove nella contraffazione includo anche i falsi rimborsi, e, infine, per carità, tutelare anche le aziende produttrici, laddove queste aziende produttrici spesso affrontano per alcuni farmaci costi di ricerca enormi e poi possono vedersi, come dire, scippato non tanto il brevetto, ma il contenuto del farmaco, che viene immesso sul mercato - sul mercato illegale, ovviamente, cosiddetto mercato parallelo - a costi di gran lunga inferiori. Quindi, noi, sul tema della tracciabilità dei farmaci, abbiamo sviluppato in questi anni una sensibilità a 360 gradi.

L'interrogativo di venerdì scorso rispondeva a una particolarità dei bollini che si utilizzano per definire il farmaco, a quale famiglia appartenga e, in un certo senso, a quale ordine di produzioni appartenga, come dire il nome e il cognome del farmaco: questo farmaco appartiene a questa linea di produzione e in questa linea di produzione occupa questo determinato posto.

L'interrogazione nasceva, come sicuramente il sottosegretario Faraone sa bene, anche dal fatto che recentemente ci siamo trovati davanti a bollini la cui tracciatura poteva essere facilmente cancellata o comunque alterata. Su questo, l'Istituto Poligrafico dello Stato, che ha, in un certo senso, il monopolio di questa operazione, perché ha in qualche modo assunto l'internalizzazione di tutta la filiera di produzione, garantisce che il prodotto non può essere alterato.

Come già detto in altre occasioni, contra factum non valet argumentum, nel senso che ci sono addirittura delle riprese, ci sono in circolazione dei video, in cui si vede perfettamente che il bollino può essere alterato, può essere staccato e può essere, come dire, in qualche modo sottoposto a un processo di abrasione e, quindi, essere alterato. Il Poligrafico dello Stato dice che ha intrapreso un'azione giudiziaria in questo senso contro coloro che in qualche modo potrebbero essersi resi colpevoli di questa operazione.

Sappiamo che la Guardia di finanza è intervenuta in vari luoghi della Campania, è intervenuta a Benevento, è intervenuta a Salerno, è intervenuta ad Avellino; quindi, sembra che ci sia una sorta di concentrazione in una particolare regione d'Italia, in cui qualcuno si dedica oggettivamente alla contraffazione dei bollini. Questo era uno degli aspetti di denuncia della nostra interpellanza, per rimettere in primo piano la sicurezza dei farmaci, la correttezza e la linearità della produzione dei bollini, perché non sfugge a nessuno il rischio che possano convertirsi in una sorta di pastetta, in cui la corruzione ci mette le mani per ottenere fonti di lucro non indifferenti.

L'interpellanza di oggi fa un passo avanti. Intanto, prende atto del fatto che una norma, che era stato stabilito che diventasse operativa a gennaio del 2016 - insisto anche sul fatto che risponde a criteri e richieste poste dalla Comunità europea -, viceversa è stata rimandata di alcuni anni, concretamente di sei anni, e quindi dovrebbe diventare operativa nel 2020, 2022; questo poi si vedrà, se non ci saranno ulteriori rimandi.

Questa norma fa riferimento all'uso di uno strumento, quello del Data Matrix, che in fondo riprende un meccanismo di bollinatura, se vogliamo definirlo ancora una volta in questo modo, che peraltro è già in uso in moltissime altre categorie: per esempio, l'ufficio delle poste lo utilizza abbastanza abitualmente e il mondo del grande commercio, quello che vuole in qualche modo garantire il made in Italy in modo da sottrarsi, anche in questo caso, a operazioni di contraffazione, lo usa tranquillamente, perché la piattaforma è gratuita e accessibile e risponde anche a criteri qualitativi, per cui nel minore spazio possibile si può inserire il maggior numero di dati possibili. Quindi, ha queste caratteristiche: gratuità delle piattaforma; uso sperimentato già abbondantemente, anche in campi diversi da quello strettamente farmaceutico; sicurezza, perché il numero di dati che vengono registrati è tale da non poter essere facilmente trasferito in altre posizioni e ti permette di avere un controllo incrociato dei dati.

Quindi, sembrerebbe uno strumento semplice, economico, sicuro, garantito, condiviso già a livello europeo. È proprio l'apparente paradosso di una soluzione facile, sicura, economica, garantita e condivisa, che pone interrogativi circa la ragione per cui l'Italia non si sia dotata di un sistema di questo tipo. Quindi, noi utilizziamo un sistema, che è quello dei bollini, tutto interno al Poligrafico, che sta dimostrando le sue défaillance, e questo è il punto. Questo è tutto un argomento importante, perché, insisto, la contraffazione pone seri problemi di legalità. Insisto, la legalità non è soltanto l'evasione fiscale potenziale; la legalità è anche: che cosa mi dai con questo farmaco? Che cosa c'è dentro, realmente, a questo farmaco? È contraffatto solo il bollino o è contraffatto anche il prodotto che c'è all'interno? E questo è un punto, è quello che noi stiamo utilizzando, è quello per cui, dopo aver risposto il Ministro a una mia interrogazione in questo senso a marzo di quest'anno e aver garantito che il problema non esisteva, viceversa i dati di fatto hanno dimostrato che il problema esiste, e il Poligrafico, che diceva “noi non c'entriamo in nessun caso, in nessun modo, niente può essere ascritto a nostra colpa”, per tutelarsi ha dovuto operare una denuncia, perché, se tu non c'entri, ma il fatto esiste, qualcun altro c'entrerà.

Noi continuiamo su questa linea, continuiamo ad utilizzare bollini che possono essere contraffatti; come certamente il sottosegretario sa, sto parlando di maggio 2017, cioè sto parlando di ieri. Viceversa, uno dice: ho una soluzione che, in qualche modo, rappresenta l'uovo di Colombo, gratuita, sicura, condivisa, comunicabile, sperimentata. Allora, la domanda è abbastanza ovvia: perché non la utilizziamo, perché dobbiamo aspettare sei anni, qual è la ragione? Peraltro, non sto qui a insistere, perché penso che sia una questione complessa, che riguarda addirittura i giorni della delibera e dell'appalto che è stato dato a queste macchine, al Poligrafico, perché fossero acquisite ed entrassero in funzione lo stesso giorno della procedura con cui sono state acquisite, che, praticamente, rende veramente incomprensibile a tutti noi che conosciamo i tempi lunghi della pubblica amministrazione capire come questa velocizzazione dei processi, non dico a chilometro zero, ma a millesimo o a millimetro zero, possa essere avvenuta.

Ma non è l'oggetto di oggi, però costituisce il punto di riferimento. Questo sistema non funziona, questo sistema non è sicuro, questo sistema è caro, questo sistema non tutela nemmeno il Poligrafico. E poi si dice: ma che problema ci sarebbe? L'uomo della strada, che è totalmente convinto che i risparmi in sanità bisogna farli per l'investimento in sanità, è quello che non capisce perché debba pagare un ticket su alcune cose, perché debba aspettare tanto per avere un'analisi in quanto le risorse sono limitate; non capisce che, se va oggi a chiedere una protesi, si sente dire in ospedale “abbiamo già esaurito il budget delle protesi per quest'anno”; è quello che chiederebbe - lo abbiamo chiesto tante volte, anche questo è oggetto di un'interrogazione di cui aspettiamo risposta dal Ministero della salute - la riabilitazione del paziente oncologico ma gli viene risposto che non ci sono risorse, non ci sono fondi; però poi scopre che fondi e risorse, in qualche modo, vengono dilapidati in modo improprio e inadeguato sia dal punto di vista della sicurezza del farmaco, sia dal punto della sicurezza dell'azienda, sia dal punto della sicurezza economica del sistema sanitario.

Quindi, noi gradiremmo davvero sapere perché una procedura assunta a livello europeo come criterio di riferimento, l'Italia, invece di renderla operativa ora e subito, dilata i tempi e, nel frattempo, ci regala un sistema che fa un po' acqua da tante parti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere.

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. L'interpellanza in esame, che, peraltro, è calendarizzata da tempo, affronta un tema, che è quello della presunta difettosità dei bollini farmaceutici, che, come è noto, è stata discussa da ultimo anche nella seduta delle interpellanze urgenti dello scorso venerdì. In tale occasione, come si ricorderà, sono stati forniti gli elementi di risposta in possesso del Ministero della salute in relazione allo specifico caso portato all'attenzione dall'onorevole interpellante connesso all'attività inquirente della magistratura in merito a taluni preoccupanti episodi avvenuti, in gran parte, nella regione Campania.

Ad ogni modo, il tema dei bollini farmaceutici, sul quale torno volentieri in questa sede, mi dà lo spunto per chiarire alcuni aspetti di carattere generale che afferiscono al sistema di tracciabilità e, quindi, di sicurezza dei bollini farmaceutici, e con essi dei medicinali, affrontando, pertanto, in termini più generali le preoccupazioni che l'onorevole interpellante manifesta da tempo. Come ricordato nell'interpellanza in questione, con DM del 15 luglio 2004 il Ministero della salute ha provveduto a istituire la banca dati centrale finalizzata al monitoraggio delle confezioni di medicinali all'interno del sistema distributivo. La banca dati è operativa dal 2005 e ne è stato previsto un percorso di attivazione in varie fasi. Infatti, per ognuno dei diversi anelli della catena produttiva e distributiva è stata prevista la trasmissione di un flusso informativo quotidiano, che ricomprende informazioni circa i medicinali, la loro quantità, il lotto e la data di scadenza.

Grazie alla trasmissione dei movimenti giornalieri delle confezioni di medicinali a cura delle aziende farmaceutiche è oggi possibile conoscere giornalmente l'andamento della distribuzione delle confezioni presso ciascuna farmacia territoriale, ciascuna struttura sanitaria pubblica e privata e in ogni esercizio commerciale di dispensazione di farmaci. Vengono registrate, altresì, tutte le uscite delle confezioni dall'ordinario canale distributivo per smaltimento, esportazioni all'estero, furti o smarrimenti. Inoltre, per le forniture di medicinali con onere economico a carico delle strutture del Servizio sanitario nazionale sono registrati mensilmente i valori economici per ogni regione e per ciascun medicinale, nonché registrate giornalmente le quantità di farmaci consegnate per ciascuna struttura. Le trasmissioni dei dati alla banca avvengono in modalità sicura e con l'utilizzo della firma digitale.

Preciso che, al fine di consentire la prosecuzione dell'alimentazione della banca dati centrale in fasi successive, sono stati istituiti due ulteriori flussi informativi: uno per il monitoraggio della distribuzione diretta dei medicinali ed un altro per il monitoraggio dei consumi interni alle strutture del Servizio sanitario nazionale. Con l'ulteriore DM del 31 luglio 2007 è stata, inoltre, istituita una banca dati pienamente integrata nella banca centrale, che rileva le prestazioni farmaceutiche erogate in distribuzione diretta o per conto. Con il successivo DM 4 febbraio 2009 è stato ampliato il monitoraggio dei medicinali agli ambiti ospedalieri ed ambulatoriali delle strutture del Servizio sanitario nazionale.

In tal modo, il Ministro della salute ha provveduto alla graduale e progressivo alimentazione della banca dati centrale e, in tale ambito, è stata resa piena attuazione anche ai DM del Ministero dell'economia e delle finanze concernenti la realizzazione del “Progetto Tessera Sanitaria”, per consentire la dematerializzazione della ricetta medica cartacea. Piena attuazione è stata data, inoltre, anche ai provvedimenti in materia di monitoraggio delle prestazioni farmaceutiche erogate in distribuzione diretta o per conto, e dei consumi medicinali in ambito ospedaliero, per quanto concerne la rilevazione e la trasmissione, da parte di regioni e province autonome, del codice identificativo univoco delle confezioni di medicinali dispensate o utilizzate in tali ambiti assistenziali. Ai fini dell'individuazione della singola confezione di medicinale, questo Ministero ha poi provveduto a emanare il DM 2 agosto 2011, modificato dal DM 30 maggio 2014, per definire le regole tecniche di numerazione progressiva dei bollini apposti sulle confezioni di medicinali erogabili dal Servizio sanitario nazionale.

Pertanto, tali bollini riportano un numero di identificazione univoco e non ripetibile per almeno sei anni. Il sistema così delineato, pertanto, garantisce una piena tracciabilità del farmaco dei bollini farmaceutici, scongiurando, al maggior grado di sicurezza possibile, ipotesi di contraffazione dei medicinali.

Peraltro, come già ricordato in occasione della discussione parlamentare di atti ispettivi di analoga tematica, è tuttora in fase di attuazione il Regolamento delegato Unione Europea 2016/161 della Commissione europea del 2 ottobre 2015, recante norme dettagliate sulle caratteristiche di sicurezza presenti sull'imballaggio dei medicinali per uso umano, in attuazione della direttiva 2011/62/UE. Tra le altre prescrizioni ivi previste, figura, come noto, l'identificazione della confezione tramite un simbolo “datamatrix”, ricollegato a un sistema combinato di controlli su archivi nazionali e tramite un dispositivo di rete europeo.

La prima scadenza prevista dal Regolamento è nel febbraio 2019, ma, come è ben noto, il nostro Paese ha ottenuto una proroga fino ad ulteriori sei anni. È necessario peraltro rimarcare, ancora una volta, che tale proroga si è resa possibile proprio perché l'Italia dispone di un sistema strutturato di anticontraffazione, tracciatura e verifica dei farmaci ritenuto altamente efficace. Sono lieto, inoltre, di informare che il Ministero della salute e l'Agenzia italiana del farmaco partecipano al gruppo di esperti di supporto alla Commissione europea ai fini della materiale definizione del citato Regolamento e alle conseguenti attività di applicazione.

Detto gruppo di esperti è stato consultato dalla Commissione in molteplici riunioni; inoltre, i rappresentanti italiani coordinano un sottogruppo di esperti sul tema della tracciabilità e della lotta alla contraffazione dei medicinali.

Devo rammentare, ancora, che la citata direttiva n. 2011/62/UE dispone che i costi del nuovo sistema di identificazione delle confezioni siano a carico dell'industria farmaceutica, tenuta a modificare le proprie linee produttive per consentire la realizzazione e registrazione del datamatrix, nonché a finanziare il sistema di archivi nazionale integrato con il dispositivo europeo. Le nuove prescrizioni introdotte dal regolamento consentiranno senza dubbio di migliorare ulteriormente il già efficace sistema di tracciatura oggi in uso; infatti, in base alle nuove regole tecniche, l'identificazione e l'autenticazione di medicinali verranno garantite da una verifica in ogni fase del ciclo di vita del farmaco per tutti i medicinali che presentano caratteristiche di sicurezza. Detto sistema si integrerà, inoltre, con la verifica da parte dei grossisti dei medicinali identificati a maggior rischio di falsificazione.

Occorre precisare che il regolamento n. 161 del 2016 comporterà necessariamente la revisione della normativa italiana in tema di identificazione e controllo delle confezioni di medicinali, come peraltro auspicato nell'interpellanza in esame. Con tutta evidenza, questa previsione dovrà avvenire coerentemente con gli sviluppi del sistema a livello europeo, e non potrà essere ristretta al solo ambito nazionale.

Concludo, pertanto, rassicurando l'onorevole interpellante sul fatto che le esigenze rappresentate dall'atto ispettivo in esame sono e continueranno ad essere oggetto di massima attenzione da parte del Ministero della Salute, le cui future iniziative dovranno inserirsi nell'ambito del cennato contesto di misure comunitarie, alla cui definizione, come detto, l'Italia sta contribuendo attivamente, proprio in ragione della competenza e validità dimostrate dal nostro sistema di identificazione dei farmaci.

PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

PAOLA BINETTI. Come al solito ci sono due piani. C'è il piano del dover essere: il sottosegretario ha descritto perfettamente un processo, delle procedure, dei princìpi, degli auspici, dei quali non possiamo che essere soddisfatti. Ma la realtà dei fatti è un'altra, che è il secondo piano, che è il piano più concreto, il piano dell'essere. Voglio sottolineare questa sorta di contraddizione, se mi posso permettere, che questa interpellanza era di novembre dell'anno scorso; quella a cui è stato risposto venerdì scorso, più relativa proprio ai fatti immediati e recenti delle contraffazioni dei bollini, era praticamente della fine di giugno, concretamente del 26 giugno di quest'anno. Quindi, io ho presentato un'interpellanza, che ha ricevuto risposta nell'arco di quindici giorni, che in qualche modo rileva tutta la debolezza di una risposta ottenuta oggi dal sottosegretario ad un atto di sindacato ispettivo di sei mesi, sette mesi prima. Anzi di più, perché novembre rispetto a luglio sono otto mesi.

Cioè, voglio dire: le cose non stanno esattamente così come dovrebbero stare. Il disegno che è stato fatto di tutte le procedure dovrebbe segnare un percorso che nella sua evoluzione tiene conto di quelle che sono le direttive europee, tiene conto di quella che è la normativa nazionale, e in qualche modo pone un punto fermo sulla tracciabilità del farmaco, sul database di cui noi disponiamo, sul confronto dei dati che ci sono in questo database con quelli che sono i dati perlomeno europei, non voglio dire internazionali, tenendo conto che le grandi case produttrici di farmaci sono praticamente tutte multinazionali.

Ci sono un paio di cose che possono essere interessanti. Perché mi hanno colpito, quindi è possibile anche che colpiscano tutti i colleghi che sono presenti in Aula. Le industrie farmaceutiche hanno costi stimati in 60 milioni di euro l'anno per il bollino dell'Istituto Poligrafico, e di circa 140 milioni di euro per la gestione dei bollini assemblaggio e distribuzione: 140 più 60 fa 200 milioni di euro! Questa operazione della bollinatura, 200 milioni di euro non sono uno scherzo: posso capire perfettamente che susciti interessi e appetiti a latere, quindi per esempio di un sistema parallelo, ovviamente illegale, che nella sua illegalità conferma anche certamente la sua incompetenza, posto che si tratta di bollini di pessima qualità. Insisto, staccabili e che possono essere contraffatti.

Allora è chiaro che in questo senso questa risposta, questo auspicio del Ministero è una linea di ciò che dovrebbe essere, ma non è come stanno andando veramente le cose.

Ecco perché il richiamare l'attenzione del Ministero sul rigore delle procedure, sulla correttezza, sulla legalità dei processi, significa anche richiamare l'attenzione del Ministero su quello che di fatto è l'eccellenza nel processo tecnologico in questo momento affidato al Poligrafico. Ma evidentemente non è solo il Poligrafico che mette mano. Cosa dobbiamo dire, a questo tesoretto dei 200 milioni? Non lo so. Ad altre fonti di finanziamento illegali? Non lo so. Ma noi siamo veramente preoccupati: le dico, perché la patologia più grossa del nostro sistema, detto più di una volta, anche detto dal Ministro stesso della salute in più di un'occasione, è la corruzione. Laddove la corruzione altro non è che la sottrazione di risorse economiche al processo di diagnosi e cura dei pazienti, quindi anche al processo della somministrazione dei farmaci ai pazienti, ai quali noi potremmo correre il rischio di far avere farmaci non adeguati o farmaci che non sono inseriti nel flusso così ben descritto nella risposta del sottosegretario, che nasce dal momento della produzione del farmaco, addirittura questo sistema descritto di monitoraggio quotidiano: è come se tutti i giorni arrivassero al Ministero i dati relativi al consumo di tutti i farmaci che in tutta Italia vengono consumati. Ma lo sa, sicuramente lo sa, quindi la mia è una domanda pleonastica. Però, siccome ho raccolto questo dato, mi faceva piacere condividerlo. Sa quante sono le farmacie illegali online? 30 mila farmacie illegali online! Adesso che poi abbiamo anche, come giustamente lei ha ricordato, le ricette digitali, quindi, chiamiamola così, l'immaterialità della ricetta, 30 mila farmacie online illegali solo un rischio molto grosso; anche perché è certo che questi dati delle farmacie illegali a voi non arrivano: a voi arriveranno i dati quotidiani dei farmaci venduti nelle farmacie riconosciute in qualche modo. Sono oltre 27 milioni i farmaci contraffatti, sequestrati peraltro alle frontiere dell'Unione europea pochissimi anni fa. Nel mese di aprile 2014 le dogane francesi hanno scoperto il più grande singolo carico mai intercettato, 2,5 milioni di compresse! Il 97 per cento dei siti web che offrono medicinali in vendita sono illegali, a livello globale, in Italia e fino al 1° luglio 2015 i siti illegali erano praticamente il 100 per cento di quelli virtuali. Il mercato globale di medicinali falsificati è stimato tra i 75 e i 200, non milioni, di più: ci sono altri tre zeri a seguito.

Qui non stiamo parlando di un tema nel quale io denuncio una cosa, e il Ministero si difende dalla potenziale linea di accusa: ma neanche per idea! Io non mi considero controparte, né rispetto al Ministero né rispetto al Poligrafico, figuriamoci: io mi considero parte integrante di un processo che vuole garantire ai malati il massimo possibile delle risorse economiche disponibili su questa fonte di bilancio. Però i numeri sono grossi, e non sono numeri inventati a caso: posso citare di ogni numero la fonte verificabile. Mi aspetto allora che il Ministero non mi dia una risposta per rassicurare me, perché non è che ho le crisi d'ansia, non dormo la notte per questo tema: io semmai non dormo la notte perché i pazienti non dormono la notte!

Io mi aspetto che il Ministero dica: lo sapevamo, siamo consapevoli che il problema c'è, siamo consapevoli che la misura economica di questo problema è fondamentale, perché non ci veniate a dire tra due mesi - cosa mi molti temono, mi riferisco alla prossima legge di bilancio - che potrebbero esserci tagli da razionalizzazione della spesa, o che questi tagli possono riguardare la componente socio-sanitaria, che per noi è parte integrante del processo sanitario del paziente, perché non ci sono risorse. Non lo vogliamo sentire nemmeno dire, quando il vero spreco è qui.

Ma non vogliamo nemmeno sentir dire che in quel posto le code di attesa sono così lunghe perché c'è poco personale, perché il personale che è andato in pensione non è stato riassunto, perché non vengono confermati i contratti a tempo determinato, perché non ci sono risorse. Perché se fosse vero che non ci sono risorse saremmo tutti disposti a fare il sacrificio, ma il guaio sono le risorse sprecate, il guaio sono le risorse che sono date ad alimentare questo circuito dell'illegalità, questo circuito che è la piaga del Paese: la corruzione. Quando la corruzione si innesta nel processo di salute e tocca la vita delle persone, ecco noi, a questo punto, non riusciamo più a stare zitti, sentiamo il bisogno di ribadire la nostra denuncia e sentiamo il bisogno di appellarci a tutta la competenza, la dignità e la passione, non solo politica, ma anche umana, nei confronti di coloro che stanno male.

(Iniziative per garantire le risorse necessarie allo svolgimento delle funzioni delle province – n. 3-03151)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Valiante ed altri n. 3-03151 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianclaudio Bressa, ha facoltà di rispondere.

GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente. Con riferimento all'atto parlamentare di sindacato ispettivo indicato in oggetto, presentato il 31 gennaio 2017, si rappresenta quanto segue.

Gli onorevoli interroganti evidenziano una correlazione tra le disposizioni contenute nella legge n. 56 del 7 aprile 2014, la cosiddetta “legge Delrio”, e l'attuale situazione finanziaria delle province che, per effetto dell'esito negativo del referendum costituzionale, sono confermate quali enti fondamentali della Repubblica, ex articolo 114 della Costituzione. Al riguardo, nell'osservare che le difficoltà finanziarie delle città metropolitane e delle province non sono diretta conseguenza della citata “legge Delrio”, ma delle disposizioni successivamente intervenute per il necessario concorso alla finanza pubblica, si rileva che il legislatore, proprio in considerazione delle difficoltà finanziarie del comparto, anche in relazione ai tempi di definizione dell'iter complessivo di riforma delle province, delle città metropolitane e delle regioni a statuto ordinario, ha comunque previsto disposizioni di carattere speciale già in vigore negli anni 2015 e 2016, volte a favorire l'approvazione dei bilanci di previsione da parte di province e città metropolitane, nonché l'attribuzione in favore dei predetti enti di specifici contributi.

In particolare, per quanto concerne il finanziamento delle spese connesse alle funzioni relative all'edilizia scolastica e alla viabilità, il comma 754 dell'articolo 1 della legge n. 208 del 2015 assegna contributi in favore delle province e delle città metropolitane per un importo complessivo di 495 milioni di euro nell'anno 2016, di 470 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020, di 400 milioni di euro a decorrere dall'anno 2021, di cui 245 milioni di euro per l'anno 2016, 220 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020, e 150 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021 assegnati alle province. Sono previsti poi per l'anno 2017 contributi a favore delle province e delle città metropolitane di 75 milioni di euro per il trasporto disabili e di 220 milioni di euro per il finanziamento dei centri d'impiego. Inoltre, nell'ambito degli interventi finanziari previsti a sostegno degli enti territoriali, i commi 438 e 439 dell'articolo 1 della legge n. 232 del 2016 - legge di bilancio 2017 - prevedono la costituzione del Fondo da ripartire per il rifinanziamento di interventi a favore degli enti territoriali da ripartirsi mediante apposito DPCM da adottarsi previa intesa in Conferenza unificata.

Ciò posto, si segnala che il predetto DPCM, di cui si è registrata l'intesa in sede di Conferenza unificata del 23 febbraio 2017, prevede per gli anni 2017 e successivi l'attribuzione di un contributo di 650 milioni di euro a favore delle province e delle regioni a statuto ordinario e di 250 milioni a favore delle città metropolitane, sempre delle regioni a statuto ordinario, finalizzati in sostanza alla neutralizzazione dell'incremento del concorso alla finanza pubblica a carico delle predette province (650 milioni di euro) e città metropolitane (250 milioni di euro), per gli anni 2017 e successivi, di cui al predetto comma 418 dell'articolo 1 della legge n. 190 del 2014.

Per quanto attiene alle richieste di iniziative finalizzate al reperimento di ulteriori risorse, si rappresenta che il Governo, consapevole dell'impatto negativo sull'equilibrio finanziario determinato dalle disposizioni contenute nella legge di stabilità 2015 e della necessità di ridurlo, ha predisposto il decreto-legge n. 50 del 24 aprile 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 aprile 2017, n. 95, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo, e convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96.

Il suddetto provvedimento comprende una serie di misure a favore degli enti territoriali soprattutto al fine di favorire l'esercizio di funzioni fondamentali, l'edilizia scolastica, la manutenzione della rete viaria, l'approvazione dei bilanci da parte delle province e delle città metropolitane. A questo proposito è da ricordare che nella Conferenza Stato-città di giovedì della settimana scorsa, il termine per la presentazione dei bilanci è stato posposto al 30 di settembre. In particolare all'articolo 20, per il finanziamento delle funzioni fondamentali, è previsto un contributo complessivo alle province delle regioni a statuto ordinario di 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e di 80 milioni di euro a decorrere dal 2019, e un contributo in favore delle città metropolitane di 12 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018.

Sebbene in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali dello scorso 22 giugno, in occasione del riparto del suddetto contributo, il tema dell'insufficienza di risorse e dell'autonomia finanziaria di province necessarie a garantire il regolare svolgimento delle funzioni fondamentali ad esse attribuite sia stato oggetto di ampia argomentazione da parte dell'UPI, si deve evidenziare come le risorse aggiuntive stanziate con il predetto decreto-legge siano il risultato di un forte impegno del Governo, temperato dalle indefettibili esigenze di coordinamento della finanza pubblica. È in corso un ulteriore approfondimento per valutare la possibilità di reperire risorse per un ulteriore intervento di 100 milioni derivato da economie di spese che verrebbero finalizzate alle province e alle città metropolitane.

Inoltre, lo stesso articolo 20, al comma 3, autorizza un contributo pari a 170 milioni di euro per l'anno 2017 per l'attività di manutenzione straordinaria della rete viaria di competenza delle province. Ed ancora, l'articolo 18 estende al 2017 talune misure operanti in deroga alla disciplina contabile, già introdotte in precedenti esercizi finanziari, e al comma 3-bis prevede che per gli anni 2017-2018 le province e le Città metropolitane, in deroga alla legislazione vigente, possono utilizzare le quote dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dall'articolo 142, comma 12-ter e dall'articolo 208, comma 4, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285, per il finanziamento degli oneri riguardanti le funzioni di viabilità e di polizia locale con riferimento al miglioramento della sicurezza stradale.

L'articolo 25 prevede altresì che una quota del Fondo per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, per un importo pari a 64 milioni di euro per l'anno 2017, di 118 di milioni di euro per l'anno 2018, di 80 milioni di euro per l'anno 2019 e di 44,1 milioni di euro per l'anno 2020, è attribuita dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca alle province e alle Città metropolitane per il finanziamento di interventi in materia di edilizia scolastica coerenti con la programmazione triennale. Il comma 2-bis autorizza altresì la spesa di 15 milioni di euro per il 2017 in favore delle province per interventi di edilizia scolastica in aggiunta alle risorse già attribuite per la medesima finalità dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca a valere sulle risorse del Fondo da ripartire per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese istituito dalla legge di bilancio per il 2017 nello stato di previsione del MEF.

Alle province che hanno dichiarato il dissesto entro il 31 dicembre 2015, che non sono state escluse dal versamento del contributo richiesto alle province quale concorso al contenimento della spesa pubblica, l'articolo 16, commi 1-bis e 1-ter dello stesso decreto-legge n. 50, attribuisce un contributo di 10 milioni di euro per il 2017.

L'articolo 39 prevede, inoltre, che per gli anni 2017-2020 una quota del 20 per cento del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale sia riconosciuta alla regione, a condizione che la stessa, entro il 30 giugno di ciascun anno, abbia certificato l'avvenuta erogazione, a ciascuna provincia o città metropolitana del rispettivo territorio, delle risorse per l'esercizio delle funzioni ad esse conferite.

L'articolo 40 esclude, invece, l'applicazione delle sanzioni previste a carico delle città metropolitane, delle province, delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Sicilia e Sardegna che non hanno rispettato il vincolo del saldo non negativo tra le entrate e le spese finali nell'anno 2016.

In materia di personale, infine, per favorire l'agibilità organizzativa degli enti provinciali, l'articolo 22 del medesimo decreto-legge n. 50 del 2017 ha previsto la non applicabilità alle province del divieto di cui all'articolo 1, comma 420, lettera c), della legge n. 190 del 2014, di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, anche nell'ambito di procedure di mobilità, relativamente alla copertura delle posizioni dirigenziali che richiedono professionalità tecniche non fungibili in relazione allo svolgimento delle funzioni fondamentali.

Riepilogando, per il 2017 è stato neutralizzato il contributo alla finanza pubblica, pari a 650 milioni per le province e a 250 milioni per le città metropolitane, e sono stati garantiti i contributi alle province, sulla base delle cose che ho appena letto, per un totale di 746 milioni. La situazione non può dirsi completamente risolta, ma, sicuramente, fortemente migliorata rispetto alle previsioni della legge di bilancio per il 2017.

PRESIDENTE. Il deputato Simone Valiante ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

SIMONE VALIANTE. Grazie, Presidente; sì, mi ritengo soddisfatto per quanto riguarda, in parte, la parte finanziaria; come ha ricordato il sottosegretario, effettivamente, qualche passo in avanti c'è stato, in particolare, in riferimento all'ultimo decreto, dove, però - il sottosegretario ricorderà -, è stato necessario un lavoro suppletivo in Commissione bilancio, anche abbastanza accentuato, rispetto alla previsione originaria del Governo.

Il punto di riflessione che vorrei sottoporre, per suo tramite, anche al sottosegretario, signora Presidente, è proprio questo: non c'è, per la verità - su questo voglio correggere un'imperfezione -, nella nostra interrogazione un diretto riferimento alla “legge Delrio” come causa anche della situazione finanziaria delle province; c'è una riflessione più ampia, che è quella relativa alla mancata approvazione della riforma costituzionale dello scorso dicembre, dov'era previsto un superamento dell'ente provincia.

La stessa denominazione della legge n. 56 del 2014 cambia il quadro: da province si passa alla denominazione di ente di area vasta, quindi, di fatto, quella legge era concepita come una legge di transizione verso l'abolizione di questi enti.

Allora, dal momento che questo non è avvenuto con la riforma costituzionale, la riflessione che noi poniamo è: si può fare una valutazione complessiva su un nuovo assetto normativo che tenga conto di questa condizione istituzionale? Le province, infatti - lei sa meglio di me, essendo anche lei uomo delle aree interne -, gestiscono ancora oggi, con una difficoltà finanziaria notevole, servizi fondamentali. Cito soltanto i dati che riguardano la viabilità, per non citare tutte le funzioni importantissime: parliamo della gestione, della manutenzione e della messa in sicurezza di 130.000 chilometri di strade, cioè oltre il 70 per cento della rete viaria nazionale, di cui 38.000 strade montane e lei sa quanto è difficile, poi, intervenire nella manutenzione nelle aree ancora più interne del nostro Paese.

Allora, a fronte di servizi che sono fondamentali e che toccano gran parte del territorio di questo nostro Paese, il nostro punto di riflessione - ecco perché l'interrogazione verte, non solo sull'aspetto finanziario, ma anche sull'aspetto normativo - è: si può continuare ad affrontare questo tema con uno spirito di legislazione quasi emergenziale, con decreti su decreti che si susseguono, per cercare - come lei ha giustamente ricordato, e, soprattutto, direi, grazie alla sua sensibilità - di accompagnare uno sforzo finanziario ulteriore a favore delle province? Oppure è necessario ragionare su che cosa vogliamo fare delle aree vaste nel nostro Paese e, soprattutto, su come vogliamo definire uno stabile assetto istituzionale - e anche economico, ovviamente, di conseguenza, perché le funzioni vanno accompagnate alle risorse, altrimenti non possono rimanere, così, da sole, rispetto ad una gestione solo emergenziale - per questi enti che li collochi, finalmente, con una funzione chiara e con un ruolo specifico?

Poi, non si ragioni neanche più sul modello di selezione della classe dirigente, sul sistema di elezione; va bene anche un sistema di elezione di secondo grado, ma sulle funzioni e sulle risorse, io credo che, dopo la mancata approvazione della riforma costituzionale, visto che la legge n. 56 si capisce chiaramente che nasceva come una legge di transizione, una riflessione aggiuntiva vada fatta.

Poi, si può ragionare anche su altri aspetti. Molti di noi hanno promosso nei mesi scorsi la possibilità che una parte della rete viaria provinciale, quella più importante - e concludo, Presidente -, possa essere trasferita ad ANAS, ad alcune funzioni dello Stato. Anche quello è un aspetto, però è chiaro che qui c'è, di fronte a noi, una grande responsabilità collettiva, che è quella di definire l'assetto di funzioni fondamentali dello Stato, che non possono essere soltanto demandate ad una decretazione d'urgenza oppure a provvedimenti occasionali ed emergenziali che si susseguono anche grazie alla sensibilità di qualcuno come lei, signor sottosegretario, ma è evidente che va fatto un ragionamento un poco più compiuto per il futuro.

(Iniziative volte alla revisione del piano di razionalizzazione dei presidi della polizia stradale – n. 3-00691)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Greco n. 3-00691 (Vedi l'allegato A).

DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, signora Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno, l'onorevole Greco richiama l'attenzione del Ministero dell'interno sulla ventilata chiusura di una serie di sezioni della Polizia postale e delle comunicazioni sul territorio nazionale, paventando che tale iniziativa possa comportare la disarticolazione di una specialità di comprovata efficienza nel contrasto di piaghe sociali come la pedofilia, la pedopornografia e la prostituzione.

L'atto di sindacato ispettivo è stato presentato, per la verità, in tempo piuttosto risalente, perché risale al 2014; la risposta arriva oggi, sebbene incolpevole il Ministero dell'interno, dopo un notevole lasso di tempo, tuttavia essa può ancora avere un interesse rispetto alle questioni che poneva l'onorevole interrogante, in quanto il tema che vi è trattato mantiene tuttora carattere di stretta attualità, dopo essere rimasto aperto per tutti questi anni in forza di una serie di sopravvenienze normative, di cui dirò di qui a breve, che ne hanno condizionato fortemente l'evoluzione.

La questione della chiusura di alcune sezioni della Polizia postale e delle comunicazioni è legata, al pari della proposta di soppressione degli altri uffici di polizia sul territorio nazionale, all'attuazione di un piano di razionalizzazione sottoposto al parere delle autorità provinciali di pubblica sicurezza nei primi mesi del 2014.

Il piano è ancora in attesa di definizione, anche a causa dell'approvazione della legge n. 124 del 2015, con la quale il Parlamento ha delegato il Governo ad adottare importanti misure di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.

Per quanto attiene, in particolare, al riordino del sistema della sicurezza pubblica, il legislatore ha chiarito che il nuovo assetto organizzativo dovrà essere volto a evitare duplicazioni e sovrapposizioni dispersive, nell'esercizio delle funzioni di polizia, nonché a favorire la gestione associata dei servizi strumentali, in adesione ai principi di efficienza della spesa pubblica.

Tali principi sono stati recepiti nell'articolo 3 del decreto legislativo n. 177 del 2016, con il quale si è stabilito che la razionalizzazione della dislocazione delle forze di polizia sul territorio sarà determinata con decreto del Ministro dell'interno, privilegiando l'impiego della Polizia di Stato nei comuni capoluogo e dell'Arma dei carabinieri nel restante territorio, fatte salve specifiche deroghe per particolari esigenze di ordine pubblico e sicurezza pubblica.

Per giungere alla compiuta definizione di tale disegno di valenza strategica, sono stati istituiti presso il Dipartimento della pubblica sicurezza appositi gruppi interforze, che non hanno ancora terminato la loro attività.

Tanto detto, in linea generale rappresento che anche la Polizia postale e delle comunicazioni è coinvolta nel riordino in questione, essendo evidente la necessità di adeguarne l'organizzazione alle notevoli trasformazioni registrate nel settore. In effetti, alle tradizionali mansioni di scorta e tutela dei beni e servizi postali se ne sono affiancate e sostituite altre del tutto differenti, caratterizzate da spiccate connotazioni di alta specializzazione tecnologica e orientate al contrasto del crimine informatico nelle sue forme più variegate.

Muovendo da tale constatazione, il piano di razionalizzazione punta a concentrare le più spiccate e qualificate risorse professionali nei compartimenti dei capoluoghi regionali e nelle sezioni provinciali in cui operano procure distrettuali con ampia competenza in tema di reati informatici e, più in generale, di carattere associativo. Sottolineo, comunque, che le professionalità attualmente in servizio presso le sezioni continueranno a operare sul territorio, prevedendo tale rimodulazione un loro impiego nei reparti investigativi delle locali questure.

Assicuro fin d'ora che il nuovo assetto organizzativo della Polizia postale e delle comunicazioni sarà ispirato a esclusive esigenze di efficientamento e di adeguamento alla trasformazione tecnologica del Paese, senza che ne venga a soffrire la qualità del prodotto sicurezza in prossimità con i luoghi di residenza dei nostri cittadini. È impensabile, d'altra parte, che il Ministero dell'interno possa depauperare un servizio, quello della Polizia postale e delle comunicazioni, appunto deputato a presidiare un ambito di interesse strategico per il Paese.

L'informatica e i sistemi di comunicazione sono infatti diventati strumenti di uso abituale dalle associazioni criminali di tipo mafioso e di tipo terroristico e il contrasto di tali sodalizi su Internet richiede, nella logica di corresponsione simmetrica alla minaccia, l'adeguamento costante delle tecnologie in uso oltre che, ovviamente, dei livelli di professionalità delle risorse umane in dotazione.

PRESIDENTE. La deputata Maria Gaetana Greco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

MARIA GAETANA GRECO. Grazie, Presidente. Io mi dichiaro parzialmente soddisfatta della risposta all'interrogazione formulata dal sottosegretario, il quale ha ben evidenziato che si tratta di un atto di sindacato ispettivo remoto e assai datato. Infatti, reca la data del 13 marzo 2014 e l'iniziativa scaturiva dalla diffusione delle linee relative alla revisione del piano di razionalizzazione dei presidi della Polizia postale in ambito nazionale.

Ovviamente, l'atto prende le mosse dalla constatazione che nel nostro Paese, soprattutto nelle aree interne, vi è un progressivo ritiro da parte dello Stato. Infatti, in alcune zone si è avuta la soppressione di numerosi tribunali, quindi di presidi di legalità. Abbiamo, quindi, tolto dal territorio anche il simbolo di quella che è la lotta all'illegalità in alcune zone. E anche la paventata razionalizzazione dei presidi di Polizia postale è stata da me intesa in questo senso, cioè nel senso di un progressivo abbandono dei territori delle aree interne. Quindi, ci sono cittadini di serie A, che sono coloro che vivono nelle grandi città, e cittadini di serie B, che popolano, invece, le zone periferiche o le aree interne.

L'interrogazione vuole mettere l'accento, così come ha ben detto il sottosegretario, sull'importanza che la sicurezza riveste oggi nel nostro Paese, soprattutto sulla sicurezza sul web per la grande diffusione che i social hanno avuto ma che comportano, di contro, la possibilità della commissione di numerosi reati informatici, dalle truffe online ai reati più spregevoli come la pedofilia e, da ultimo - e a mio avviso di grande importanza e rilevanza -, anche i reati connessi con associazioni mafiose e, addirittura, con associazioni di matrice terroristica.

Io, quindi, prendo atto con favore delle iniziative che il Ministero dell'interno sta portando avanti in questa materia, ma chiedo grande attenzione al Governo per quel che riguarda le aree interne e le zone più periferiche dello Stato italiano. Le sezioni di Polizia postale sui territori rappresentano anch'esse un presidio di legalità e svolgono anche un'importante opera educativa. Infatti, spesso assistiamo nelle scuole anche a convegni e incontri educativi e informativi, volti a spiegare i pericoli insiti nell'uso della rete, che ne illustrano la natura e le conseguenze e, quindi, rendono consapevoli anche gli alunni e gli studenti delle difficoltà e delle insidie che si annidano nel web.

Quindi, nel dichiararmi parzialmente soddisfatta, io sono sicura che il Ministero dell'interno farà tutto quanto è nelle sue possibilità per potenziare un servizio di garanzia di legalità sui territori.

(Iniziative per potenziare le attività finalizzate alla tutela dell'ordine pubblico e al controllo del territorio nella provincia di Viterbo, in relazione ad alcuni episodi di violenza a sfondo politico registratisi nei comuni di Vignanello e Vallerano – n. 3-02842)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Mazzoli e Terrosi n. 3-02842 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Gli onorevoli Mazzoli e Terrosi richiamano due episodi accaduti nello scorso mese di febbraio in provincia di Viterbo, che hanno destato allarme nella comunità locale. Si tratta dell'aggressione, a Vignanello, di un ventiquattrenne ad opera di un gruppo di giovani, presumibilmente appartenenti all'area della destra radicale, e all'esplosione - questo è il secondo episodio - di un ordigno a Vallerano ai danni della sede del movimento CasaPound Cimini. Al riguardo, gli interroganti chiedono di conoscere quali interventi si intendano adottare per contrastare e prevenire tali fenomeni, anche convocando il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Effettivamente, l'11 febbraio scorso nel comune di Vignanello si è verificata un'aggressione ai danni di un giovane a opera di alcuni militanti del locale movimento di CasaPound. L'immediata attività investigativa, svolta dal reparto operativo del locale comando provinciale dei carabinieri, ha consentito di appurare che l'aggressione è ricollegabile alla condivisione da parte del giovane sul proprio profilo Facebook di un post satirico nei confronti del movimento CasaPound. Alcuni simpatizzanti di tale movimento, riconosciutolo, lo hanno seguito all'uscita di un esercizio commerciale aggredendolo e intimandogli per il futuro di non schernire il sodalizio.

La vittima dell'aggressione è stata sottoposta ad intervento chirurgico, con una prima prognosi di trenta giorni. La sua collaborazione ha consentito di individuare i responsabili, tra cui anche alcuni minorenni.

Sulla base delle risultanze investigative prodotte all'Arma dei carabinieri, sono state deferite alla competente autorità giudiziaria cinque persone - tra cui, come già rammentavo prima, alcuni minori -, tutte indagate per i reati di concorso nel delitto aggravato di lesioni personali e tentativo di violenza privata.

In un secondo momento - e precisamente il 15 marzo -, l'Arma dei carabinieri ha dato esecuzione a un'ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal tribunale di Viterbo nei confronti di uno degli indagati, cioè il referente provinciale del blocco studentesco e presidente della sezione Cimini di CasaPound.

In tale contesto sono state operate alcune perquisizioni domiciliari a carico dei soggetti coinvolti nella vicenda, tutti conosciuti quali militanti del citato movimento della destra radicale, e, nel corso delle perquisizioni, è stato sequestrato materiale informativo ritenuto di interesse investigativo.

Dopo due giorni, la questura ha emesso a carico del predetto referente di CasaPound il provvedimento di applicazione della misura di prevenzione dell'avviso orale, misura confermata dal tribunale di Roma.

Quanto, invece, al secondo episodio, cioè l'esplosione in danno della sede di Casapound, informo che il 19 febbraio scorso personale del comando stazione Carabinieri di Vignanello è intervenuto su richiesta del presidente della sezione Casapound Cimini, presso la sede del movimento sita in Vallerano, dove constatava che ignoti avevano pesantemente danneggiato la porta in metallo con un ordigno esplodente artigianale ad elevata potenzialità. Sull'episodio sono in corso indagini da parte dall'Arma dei carabinieri, coordinata dalla procura della Repubblica di Viterbo.

A seguito dell'aggressione e al fine di denunciare con fermezza ogni forma di violenza, i sindaci di Vignanello, Vallerano e Canepina hanno promosso, per il 4 marzo successivo, un'iniziativa denominata “Camminata pacifica”, che da Vignanello ha raggiunto il limitrofo comune di Vallerano. Alla manifestazione hanno partecipato circa 400 persone, compresi alcuni parlamentari e consiglieri regionali, rappresentanze dell'ANPI e della rete degli studenti medi e dell'associazione “Solidarietà cittadina”, mentre i rappresentanti di Casapound, che pure avevano chiesto di partecipare al corteo, sono stati autorizzati a organizzare un'autonoma manifestazione statica, tenutasi a Vallerano, alla quale hanno preso parte circa cento attivisti, sia locali che provenienti da altre province. Entrambe le manifestazioni sono state seguite attentamente dalle forze di Polizia territoriali, che sia nei giorni precedenti che in quello delle manifestazioni hanno assicurato servizi straordinari di controllo del territorio e un capillare articolato dispositivo di ordine pubblico, con il concorso di aliquote del reparto mobile della Polizia di Stato e del battaglione mobile dell'Arma dei carabinieri.

Per completezza informo che, alla fine dello scorso mese di marzo, si è registrato anche un caso di minacce denunciato alla DIGOS da un minorenne residente a Vasanello, per il quale due giovani appartenenti al locale movimento Casapound sono stati deferiti alla competente autorità giudiziaria.

Rappresento che i fatti sopra riportati sono stati oggetto di esame e di analisi nel corso di varie riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutesi presso la prefettura di Viterbo, nel corso delle quali riunioni sono stati definiti gli indirizzi di tutte le attività di monitoraggio e controllo del territorio delle forze di Polizia volte a prevenire ulteriori turbative della sicurezza pubblica. Tali attività si concretizzano in un costante e accurato controllo delle iniziative e dei luoghi di aggregazione di Casapound e di ogni altro movimento politico estremistico attivo nel viterbese, qualunque ne sia l'orientamento politico. Vengono monitorate, poi, le fonti aperte utilizzate dai diversi gruppi per confrontarsi, anche con toni polemici, sulle tematiche sociali. Il monitoraggio è diretto, inoltre, agli ambienti studenteschi, dove recentemente si sono riscontrate alcune conflittualità tra i movimenti collegati alle diverse aggregazioni politiche sia di destra che di sinistra.

L'insieme delle misure che ho appena illustrato testimonia l'attenzione con cui le autorità provinciali di pubblica sicurezza e le forze di Polizia seguono l'attività dei movimenti, sia di destra che di sinistra, estremi, al fine di cogliere il minimo segnale di deviazione dalle regole del diritto e della pacifica convivenza e di perseguire gli eventuali comportamenti illeciti posti in essere da singoli esponenti dei movimenti in questione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Mazzoli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALESSANDRO MAZZOLI. Grazie, Presidente. Grazie, signor sottosegretario Manzione, la ringrazio per la risposta fornita all'interrogazione da me presentata e sottoscritta dalla collega Alessandra Terrosi, perché è apprezzabile l'attenzione del Governo agli episodi evidenziati e alle tematiche sollevate. La ringrazio anche per il merito della risposta, per il quale mi dichiaro pienamente soddisfatto.

Dopo i fatti di Vignanello, accaduti nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 2017, le autorità locali di sicurezza, la prefettura, le forze dell'ordine e la magistratura hanno svolto e stanno svolgendo un lavoro prezioso per l'accertamento dei fatti accaduti e per l'individuazione dei responsabili. L'episodio di Vignanello è stato sicuramente uno dei più gravi, con l'aggressione ad un ragazzo, Paolo, di 24 anni, che ha avuto il torto, come lei ricordava, secondo gli aggressori, di aver pubblicato su Facebook un post ironico, una parodia ai tipici manifesti neofascisti: uno dei più gravi, signora Presidente, ma non il solo, perché, in particolare, in alcuni comuni della provincia di Viterbo, nella zona dei Monti Cimini appunto, nei mesi, per mesi, c'è stato un susseguirsi di numerosi episodi di violenza, spesso simili a quello descritto nell'interrogazione presentata, ma anche episodi apparentemente minori, minori o perché non denunciati o perché sottovalutati o perché rimasti nel silenzio a causa della paura delle vittime.

Parliamo, in tutti i casi, di giovani e giovanissimi, condizionati quasi quotidianamente da atteggiamenti intimidatori e/o da veri e propri atti di violenza, ai quali i responsabili hanno voluto spesso dare un significato politico. Per passare alla violenza, per estrarre coltelli, per usare cinghie, per tirare calci e pugni, sono bastate magliette o felpe non gradite, parole fuori posto e, come nel caso di Paolo, un post ironico su Facebook, ritenuto offensivo da ambienti di estrema destra, per il quale si è passati al pestaggio, che secondo la procura sarebbe stata una vera azione punitiva.

Per l'insieme di questi fatti e di questi episodi, lo scorso 4 marzo i comuni di Canepina, Vallerano e Vignanello hanno promosso una manifestazione popolare per far parlare le proprie comunità contro la violenza, contro le intimidazioni e contro la paura: sì, una manifestazione antifascista, per ristabilire il primato della convivenza civile, del rispetto dell'altro e della libertà di ciascuno. È stato importante che centinaia e centinaia di persone di tutte le età siano scese in strada per riaffermare i valori fondamentali di un Paese civile e democratico.

Il 15 marzo scorso è stato posto agli arresti domiciliari il leader di Casapound di quella zona con l'accusa di essere l'ideatore e uno degli esecutori dell'aggressione ai danni di Paolo e il prossimo 14 luglio è prevista la prima udienza del processo. Naturalmente, sarà la magistratura ad accertare i fatti e le responsabilità e non compete certo a me entrare nel merito di indagini e procedimenti - ogni cittadino è innocente fino a prova contraria -; se però l'esito del processo confermasse l'impianto accusatorio, saremmo di fronte a fatti estremamente gravi.

In un Paese democratico e civile la violenza non può essere uno strumento di azione politica, compreso ovviamente l'episodio dell'ordigno fatto esplodere davanti alla sede di Casapound; la violenza va bandita e non è solo compito delle forze di sicurezza e della magistratura, è compito di tutti, sicuramente di tutti quei soggetti che aspirano e intendono fare politica.

Nel ringraziarla ancora, signor sottosegretario, le chiedo di non distogliere lo sguardo da ciò che accade nei territori e di farlo con la stessa attenzione che ha avuto nel rispondere a questa interrogazione e con la stessa determinazione, che non può che essere forte e costante nel tempo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di una interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bernardo, Bindi, Brambilla, Cicchitto, Ferrara, Lorenzo Guerini, Piccoli Nardelli, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,20.

La seduta, sospesa alle 14,02, è ripresa alle 14,23.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A (A.C. 4565-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4565-A: Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgenti - se prendiamo posto, per favore - per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.

Ricordo che nella seduta del 10 luglio si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunziato. Se liberiamo l'emiciclo, per favore.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 4565-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, il gruppo MoVimento 5 Stelle è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 4565-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la Ministra per i Rapporti con il Parlamento, senatrice Anna Finocchiaro. Se liberiamo l'emiciclo, colleghi, per favore.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione (I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli recanti le scritte: No al ricatto delle banche e #ladridirisparmi e scuotono salvadanai)…

PRESIDENTE. Mi perdoni, Ministro. Colleghi, per favore! Mi perdoni, Ministro. Invito gli assistenti… colleghi, grazie, per favore! Invito gli assistenti a rimuovere i cartelli e chiedo ai colleghi di interrompere questa manifestazione, per cortesia (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).

Ormai è diventato un rito anche questo. Mi perdoni, Ministro. Colleghi, per favore, permettete agli assistenti di passare. Chi è il collega lì? Presidente Fico, presidente Fico, le chiedo la cortesia di permettere di far passare gli assistenti che stanno svolgendo il loro lavoro.

Colleghi, per favore! Onorevole Mantero, onorevole Mantero! Onorevole Baroni! Per favore, gli assistenti stanno lavorando. Onorevole Mantero e onorevole Baroni, per favore, dovete permettere agli assistenti di passare, grazie. Questo comportamento non è tollerabile (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! State buoni (Commenti del deputato Sibilia)!

Onorevole Sibilia, stia buono, mi sto riferendo ai colleghi che non permettono agli assistenti di fare il loro lavoro. La protesta politica è altra cosa, onorevole Sibilia, stia buono! Ministro Finocchiaro, le chiedo scusa, prego. Un conto è il dissenso politico, un conto è la civiltà (Commenti del deputato Sibilia). Onorevole Sibilia, la richiamo, per favore! Basta! Basta (Commenti della deputata Ruocco)! Onorevole Ruocco, per favore, non siamo al mercato! Prego, Ministro Finocchiaro.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sì, Presidente, rileggo la formula (I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle scandiscono: Ladri! Ladri!)

PRESIDENTE. Basta! Colleghi, per favore, non potete permettervi di dare dei ladri in quest'Aula, basta! Ministro Finocchiaro, per favore, le chiedo scusa a nome dell'Assemblea, prego.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. A nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi!

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. …e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 4565, di conversione del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, nel testo licenziato dalla Commissione.

PRESIDENTE. Bene, a questo punto, a seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei Presidenti di gruppo è convocata alle ore 16 presso la Biblioteca della Presidenza, al fine di stabilire il prosieguo dei nostri lavori. Peraltro, rimane agli atti il filmato di come è andata questa seduta (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 17,10.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa, Atto Camera 4565-A, è stata stabilita la seguente organizzazione dei lavori: la votazione per appello nominale avrà inizio domani, mercoledì 12 luglio, a partire dalle ore 14,25, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 12,30. Seguiranno, sempre a partire dalla seduta di domani, l'esame degli ordini del giorno, il termine per la presentazione dei quali è fissato alle ore 9,30 di domani, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, question-time, previsto per domani, non avrà luogo.

Si è convenuto che martedì 18 luglio, ore 14, avrà luogo lo svolgimento di un'informativa urgente con la presenza del Ministro degli Affari esteri sulla situazione in Venezuela

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiara Di Benedetto. Ne ha facoltà.

CHIARA DI BENEDETTO. Grazie, Presidente. Intervengo su un grave episodio che è accaduto, ieri, nella mia città, Palermo. È stato colpito, di nuovo, il busto di Giovanni Falcone, che si trovava davanti all'omonimo istituto di Palermo, all'interno di uno dei quartieri più difficili della mia città che è, appunto, il quartiere Zen. Questa cosa era già caduta nel 2012, questa volta però è stata rimossa la testa della statua e un pezzo del busto è stato utilizzato come ariete contro il muro della scuola, per sfondare un muro della scuola. La procura ha aperto un'indagine e la politica si è espressa in questi giorni condannando, ovviamente, questo gesto. L'attacco ai simboli è sempre gravissimo, perché rivela un odio immediato e viscerale per la memoria e l'orizzonte che rappresentano. Questi episodi non si possono sottovalutare o ritenere meri atti di vandalismo, occorre, invece, una riflessione di profondità: perché qualcuno è arrivato a danneggiare la statua, perché nello specifico la statua di uno dei magistrati più conosciuti al mondo per coraggio e capacità professionale? Dietro c'è, anzitutto, una cultura, alimentata dalla pedagogia mafiosa, come ho avuto modo di ribadire altre volte in altri contesti, ma anche, purtroppo, l'assenza dello Stato. Crediamo che sia importante e fondamentale introdurre nelle scuole la storia dell'impegno antimafia e, al proposito, abbiamo depositato una proposta di legge che prevede appunto questo. Purtroppo è un'esigenza che, oggi, si rivela attuale, sempre più necessaria e sempre più urgente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Mi permetto di stigmatizzare questo indecente episodio anche a nome della Presidenza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. Per rendere noto ai colleghi e a tutti quello che sta avvenendo in Sicilia in questo momento, da ieri e comunque in generale in questi periodi molto caldi. Ebbene, la Sicilia sta andando a fuoco, Presidente, in particolare la mia città, Messina. Giusto ieri c'è stato un incendio incredibile in zona Annunziata; oggi sento un bollettino di guerra e arrivano messaggi continui: la zona Bordonaro, hanno evacuato la zona di Reginella, i colli San Rizzo. Ebbene, Presidente, questa è una situazione terribile ed è dovuta al fatto, molto probabilmente, che ci sono dei tagli alla prevenzione antincendio voluti dalla regione siciliana. Si parla del 50 per cento dei tagli per gli automezzi antincendio, si parla del fatto che non sono mai stati nominati i DOS, ovvero i direttori delle operazioni di spegnimento.

Presidente, tutto questo a me preoccupa perché questi incendi non sono un'alluvione o un terremoto. È abbastanza chiaro che gli incendi sono dolosi. Perché ci sono questi incendi dolosi? Evidentemente ci sono degli interessi, e questo mi sembra scontato. Quello che noi auspichiamo è che venga rispettata la legge regionale n. 16 del 1996, che poi riprende un'altra legge nazionale. Ebbene, questa legge fa sì che di tutti i terreni che hanno subito un incendio venga fatto il catasto e una volta che c'è questo catasto gli stessi non possono essere utilizzati per attività diverse da quelle che già c'erano in origine e, soprattutto, la stessa attività d'origine non può essere ripresa se non dopo 15 anni. Se questa legge viene utilizzata, viene rispettata, forse questi incendi si fermano. Una cosa certa, però, è che questo catasto deve essere fatto dai comuni e questo non sempre viene fatto, anzi mi risulta che Messina sia ferma al 2009-2010. Questo non va bene e, quindi, auspichiamo un maggiore intervento da parte di tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Mercoledì 12 luglio 2017, alle 12,30:

1.  Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A. (C. 4565-A)

Relatori: SANGA, per la maggioranza; SIBILIA, di minoranza.

2.  Seguito della discussione della proposta di legge:

DAMBRUOSO ed altri: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 3558-A)

Relatori: POLLASTRINI, per la maggioranza; LA RUSSA, di minoranza.

3.  Seguito della discussione delle mozioni Ruocco ed altri n. 1-01594, Melilla ed altri n. 1-01653, Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Locatelli, Gebhard ed altri n. 1-01654, Brunetta ed altri n. 1-01655, Simonetti ed altri n. 1-01658 e Capezzone ed altri n. 1-01659 in materia di trasparenza dei contratti derivati stipulati dal Ministero dell'economia e delle finanze.

4.  Seguito della discussione della Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017 e sul Programma di lavoro della Commissione per il 2017. (Doc. LXXXVII-bis, n. 5-A)

Relatrice: BERLINGHIERI.

5.  Seguito della discussione del disegno di legge:

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2017. (C. 4505-A)

Relatrice: BERLINGHIERI.

6.  Seguito della discussione della proposta di legge:

RICHETTI ed altri: Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali. (C. 3225-A/R)

e delle abbinate proposte di legge: VACCARO; LENZI e AMICI; GRIMOLDI; CAPELLI ed altri; VITELLI ed altri; LOMBARDI ed altri; NUTI ed altri; PIAZZONI ed altri; MANNINO ed altri; SERENI ed altri; CAPARINI ed altri; GIACOBBE ed altri; FRANCESCO SANNA; TURCO ed altri; CRISTIAN IANNUZZI; MELILLA ed altri; CIVATI ed altri; BIANCONI; GIGLI ed altri; CAPARINI ed altri.

(C. 495-661-1093-1137-1958-2354-2409-2446-2545-2562-3140-3276-3323-3326-3789-3835-4100-4131-4235-4259)

Relatori: RICHETTI, per la maggioranza; TURCO, di minoranza.

7.  Seguito della discussione della proposta di legge:

FIANO ed altri: Introduzione dell'articolo 293-bis del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista. (C. 3343-A)

Relatori: VERINI, per la maggioranza; FERRARESI, di minoranza.

La seduta termina alle 17,20.