Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 828 di giovedì 6 luglio 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Michele Bordo, Cirielli, D'Alia, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Guerra, Latronico, Locatelli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Migliore, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Rosato, Schullian, Sottanelli e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoventinove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione della proposta di legge: Dambruoso ed altri: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista (A.C. 3558-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3558-A: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista.

Ricordo che nella seduta del 27 febbraio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo ha rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi articolo 89, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in Commissione: Invernizzi 1.7 e l'analogo articolo aggiuntivo Guidesi 1.050, che reca altresì, al comma 1, un'ulteriore disposizione non riconducibile ad alcuna delle norme del provvedimento, stabilendo per gli enti le cui finalità statutarie siano da ricondurre alla religione l'obbligo di redigere il bilancio in forma non semplificata e di depositarlo presso la camera di commercio; Invernizzi 11.8 e Invernizzi 11.9.

La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento, in quanto del tutto estranee rispetto al contenuto del provvedimento, le seguenti proposte emendative non preventivamente presentate in Commissione: Rampelli 8.56, volto a stabilire che la distribuzione dei bambini stranieri nelle classi scolastiche sia effettuata in maniera tale da garantire la loro integrazione; La Russa 11.050, Santanché 11.052, Palmizio 11.053, volti ad istituire l'Albo delle moschee e il Registro degli Imam; La Russa 11.051, che introduce nel codice penale il reato integralismo islamico.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A) e che reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

La V Commissione (Bilancio), inoltre, nel parere reso nella giornata di ieri, ha altresì condizionato, ai sensi del articolo 81 dalla Costituzione, il parere favorevole sul testo del provvedimento all'approvazione dell'emendamento 2.200 della Commissione, indicando un'apposita riformulazione. Al fine di recepire tale condizione, la Commissione ha presentato la nuova formulazione dell'emendamento 2.200, che è contenuta nel fascicolo n. 11 degli emendamenti. È stata, conseguentemente, revocata la condizione sul testo dell'articolo 2 precedentemente espressa.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente, volevo solo chiedere come mai l'emendamento che avevamo presentato è stato dichiarato inammissibile, visto che, invece, è parte integrante della proposta che stiamo esaminando. Io credo che in questo momento il problema della radicalizzazione non si possa disgiungere dai luoghi di culto e dalle moschee nel nostro Paese, per cui non riesco a capire perché e come si potrà spiegare agli italiani che in un momento in cui il Parlamento ha in discussione questa proposta di legge sulla radicalizzazione, le moschee vengono assolutamente escluse. A me sembra che mettere delle regole sulle aperture, ma soprattutto su come sono organizzate queste moschee, chi sono gli Imam, che studi hanno fatto; mi sembra una cosa assolutamente ovvia che ci sia un registro degli Imam, un albo delle moschee.

Gli italiani in questo momento ci fanno capire tutti i giorni che vivono e che stanno passando dalla paura all'ostilità, noi abbiamo invece emendamenti che vogliono andare a normare, vogliono fare chiarezza, vogliono trasparenza e vogliono delle regole, che non sono ideologiche e che dovrebbero, o che qualcuno pensa che debbano, appartenere ad una parte, sono delle regole come si applicano in tutte le questioni che abbiamo discusso su tante proposte di legge, che molto spesso si vuole regolamentare, si vuole legiferare anche su quello che forse sarebbe bene non fare. Invece, in questo caso, continuate e vi ostinate a non voler dare quelle risposte.

Dov'è che si radicalizzano? Non soltanto nelle carceri, ma anche nei luoghi di culto e anche nelle moschee. Cosa c'è di così eversivo nel chiedere che ci sia un albo, che ci sia un registro, che ci siano delle regole, alle quali si devono attenere? Perché volete lasciare questa situazione assolutamente di far west, dove chi arriva nel nostro Paese, che spesso sono stati delinquenti nei loro Paesi, vengono in Italia e sono trattati come delle star, che si professano Imam e possono dire tutto e di più? Cosa c'è di eversivo a voler normare una materia così delicata e che sta procurando tantissimi problemi al nostro Paese e agli italiani? Allora, io chiedo veramente di fare una riflessione: non va bene il nostro emendamento? Fatelo voi, fate qualcos'altro, ma fate vedere e, soprattutto, fate capire che c'è la volontà di mettere mano ai luoghi di culto e alle moschee e di non continuare a chiudere gli occhi, a tapparsi le orecchie, non soltanto perché non si ascolta ciò che gli italiani vorrebbero, ma che la politica non veda un'emergenza, una situazione che è diventata assolutamente incontrollata e incontrollabile, e riflettete su quello che stiamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Vuole intervenire sullo stesso argomento? Mi dica se è sullo stesso argomento.

ROCCO PALESE. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Non su questo argomento? Allora, prima rispondo all'onorevole Santanchè. Ovviamente, onorevole Santanchè, non c'è nulla di eversivo, c'è l'applicazione del Regolamento, questo lo dico per giustificare le ragioni per le quali mi accingo a leggerle una risposta in relazione alle obiezioni che lei ha sollevato con riferimento alla dichiarazione di inammissibilità degli articoli aggiuntivi 11.050 La Russa, 11.052 Garnero Santanchè e 11.053 Palmizio, non preventivamente presentati in Commissione, volti ad istituire e disciplinare dettagliatamente il registro delle moschee e l'albo nazionale degli Imam.

Al riguardo, ricordo che, con riferimento alla valutazione di ammissibilità degli emendamenti, il Regolamento, all'articolo 86, comma 1, prevede che le proposte emendative presentate direttamente per l'esame in Assemblea debbano riguardare gli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti giudicati ammissibili in Commissione.

Con riferimento ai progetti di legge, il Regolamento, all'articolo 89, comma 1, stabilisce, inoltre, che siano dichiarati inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi ad argomenti affatto estranei all'oggetto della discussione.

Gli articoli aggiuntivi non rispondono ai criteri regolamentari sopra richiamati. Da un lato, essi, infatti, non sono stati presentati nel corso dell'esame in sede referente e, dall'altro, riguardano materia non contenuta nel testo del provvedimento, né negli emendamenti presentati e dichiarati ammissibili nel corso dell'esame in sede referente.

Faccio, inoltre, presente che la materia contenuta nelle proposte emendative in questione costituisce oggetto di specifiche proposte di legge (A.C. 2976 e A.C. 3421), il cui iter in Commissione procede in maniera del tutto autonoma rispetto a quello del provvedimento. Del resto, nel corso dell'esame in sede referente del provvedimento, la Commissione non ha ritenuto di procedere all'abbinamento delle suddette proposte di legge, proprio nel presupposto della non identità della materia, che, quindi, non risulta conseguentemente ampliata fino a ricomprendere anche un'articolata disciplina del registro delle moschee e dell'albo nazionale degli Imam.

Alla luce di tali considerazioni, la Presidenza non può che confermare la propria valutazione circa l'inammissibilità degli articoli aggiuntivi 11.050 La Russa, 11.052 Garnero Santanchè e 11.053 Palmizio.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, però, veramente, la prego...

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Un tweet, che a voi piacciono molto. Io la ringrazio della sua risposta molto formale, ma che non va alla sostanza...

PRESIDENTE. Però è quello...

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. ...perché lei, giustamente, fa il Presidente della Camera e mi ha risposto in maniera formale. La sostanza è che non si vogliono dare risposte, che non si vuole regolamentare niente e si vuole lasciare tutto nel far west(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, onorevole Palese, prego.

ROCCO PALESE. Sì, grazie, signor Presidente. Un semplice richiamo all'attenzione per il prossimo futuro: nella mattinata, alle ore 11, nella Sala della regina si svolgerà la relazione annuale da parte del presidente dell'ANAC. C'è questa relazione al Parlamento, alla presenza del Capo dello Stato, mentre il Parlamento è chiamato a svolgere i propri lavori. Forse una migliore organizzazione sarebbe più opportuna nel futuro.

PRESIDENTE. Come sa, onorevole Palese, questo dipende dall'organizzazione dei lavori, che spetta alla Conferenza dei presidenti di gruppo e, ovviamente, noi non possiamo che proseguire i nostri lavori.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Aveva chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti l'onorevole Santerini, prendo atto che rinuncia al suo intervento.

Se nessun altro chiede di intervenire, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.60 Bergamini il parere è contrario, sull'emendamento 1.51 Invernizzi...

PRESIDENTE. Mi scusi, abbiamo l'emendamento 1.50 Santerini...

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento 1.50 Santerini il parere è favorevole...

PRESIDENTE. No, mi scusi, dunque, sull'emendamento 1.60 Bergamini il parere è contrario, poi l'emendamento 1.51 Invernizzi?

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Bene.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento 1.50 Santerini il parere è favorevole con riformulazione; sull'emendamento 1.62 Fiano il parere è favorevole...

PRESIDENTE. Mi deve dire la riformulazione, onorevole...

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Immediatamente. Allora, al comma 1, dopo le parole: “nonché a favorire la deradicalizzazione”, aggiungere le seguenti: “nell'ambito delle garanzie fondamentali in materia di libertà religiosa”.

PRESIDENTE. Bene, adesso l'emendamento 1.62 Fiano.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento 1.62 Fiano il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.53 Becattini è ritirato. Mi dica il parere sull'articolo aggiuntivo 1.050 Guidesi... ah no, è inammissibile. Gli altri li vediamo dopo, articolo per articolo, onorevole relatrice.

Ora, non essendoci il relatore di minoranza, passiamo direttamente al parere del rappresentante del Governo.

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Conforme alla relatrice, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.60 Bergamini.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.60 Bergamini, con il parere contrario della relatrice per la maggioranza e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.50 Santerini. Onorevole Santerini, lei accetta la riformulazione? Bene, allora, accettando la riformulazione, l'emendamento 1.50 si vota subito.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Santerini, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.51 Invernizzi, su cui c'è il parere contrario della relatrice per la maggioranza e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Sì, grazie, Presidente. Semplicemente, ci interesserebbe conoscere la motivazione per la quale il relatore e il Governo hanno dato parere contrario a questo emendamento, un emendamento che a noi pare assolutamente di buonsenso.

Chiediamo che ai soggetti imputati per un reato che abbia comportato la partecipazione o la propaganda attiva in favore dello jihadismo, venga applicato un trattamento penitenziario duro, quale è il 41-bis, ed eventualmente venga tolta e revocata la cittadinanza, qualora questo soggetto l'abbia acquisita negli anni. Quindi, chiediamo al relatore, perlomeno, di conoscere la motivazione per la quale abbia dato parere negativo nei confronti del nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Presidente, voglio esprimere il mio parere su questo emendamento, che, ovviamente, non sostituisce la risposta della relatrice. Questa legge si occupa di prevenzione, non di aspetti penalistici. È una legge che non contiene nuovi reati, non contiene nuove pene, non contiene nuove norme di codici: contiene la strategia di un'attività di prevenzione alla radicalizzazione dei fenomeni interni alla questione dello jihadismo di matrice violenta.

Le considerazioni che sono contenute all'interno dell'emendamento 1.51 a prima firma Invernizzi - mi astengo adesso dal merito -, alcune delle quali possono essere anche condivisibili, riguardano altra tipologia di legge e, cioè, quali conseguenze possa avere la fattispecie del riscontro di una condotta con caratteristiche penali, come ovviamente sono le caratteristiche qui elencate, sul prosieguo della presenza del nostro Paese, sul diritto di cittadinanza. Noi non ce ne occupiamo e in nessuna parte della legge vedrete un collegamento tra l'attività di prevenzione e l'attività che autonomamente la magistratura, secondo i codici esistenti, gli inquirenti e le forze dell'ordine devono, secondo noi, svolgere con tutta la solerzia e la durezza possibile in questi casi.

Questo è il parere che esprimo a nome del Partito Democratico, non a nome della relatrice, ma, ovviamente, sono le cose che anche la relatrice ha detto nel corso della discussione in Commissione.

Siamo contrari all'approvazione di questo emendamento per garantire una caratteristica di prevenzione a questa legge, per non fare che da questa legge venga una commistione tra aspetti di prevenzione, con tutto lo spettro di attività che qui sono descritte, e aspetti che riguardano le valutazioni penalistiche. In generale, noi ci occupiamo di fattispecie in questa legge che non abbiano ancora una rilevanza penalistica, come, giustamente, invece, sono elencate nell'emendamento proposto.

PRESIDENTE. Grazie.

Onorevole Santanchè e onorevole Longo, ascoltatemi. Io ho due richieste dell'uno e dell'altro: chi parla prima parla di più e chi parla per secondo parla a titolo personale. Decidete voi. Bene, allora, l'onorevole Longo, lei parla per dichiarazione di voto e, poi, l'onorevole Santanchè a titolo personale. Prego.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Veda, il presidente Fiano fa riferimento al criterio della prevenzione, che dovrebbe essere l'humus di questa legge. È facile ricordare che ogni norma ha un carattere preventivo: si dice, in questo caso, guardate che, nel caso in cui succeda questo, perderete la cittadinanza e subirete un carcere cosiddetto duro.

Tuttavia, l'emendamento è errato, perché, dal punto di vista tecnico e, ovviamente, giuridico, non si può stabilire che questa disciplina si applica ai soggetti imputati, ma, tuttavia, al massimo, ai soggetti condannati.

È per questo che io esprimo l'astensione personale, poi parlerà l'onorevole Santanchè per il partito - su questo emendamento.

PRESIDENTE. È esattamente l'opposto di quello che abbiamo fatto, ma, comunque, diamo la parola all'onorevole Santanchè .

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Attenda, onorevole Santanchè. Onorevole, Longo, chi parla a titolo personale parla dopo che si è espresso il gruppo. Quindi, lei avrebbe dovuto parlare dopo a titolo personale. Ha parlato prima perché mi ha detto che parlava per primo, però non fa niente. Prego, onorevole Santanchè.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Non c'è problema, Presidente. Io parlo a titolo personale e, dopo aver ascoltato con attenzione il relatore, che ci ha spiegato le motivazioni per le quali l'emendamento Invernizzi non andava bene, ero già convinta prima e, dopo la sua spiegazione sono ancora più convinta, e, quindi, voglio apportare la mia firma su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Io ho ascoltato con attenzione le parole del collega Fiano, che ascolto sempre con interesse, nel consenso e nel dissenso.

Non mi convince un sostantivo che ha usato in questo caso e, cioè, il sostantivo “strategia”. Qui tutto c'è tranne che una strategia. Mi spiego. In questa legge non c'è nulla di male, anzi, tutte cose positive, alcune assai desiderabili, altre, per la verità, superflue, come numeri verdi e comitati parlamentari - siamo a fine legislatura e facciamo un comitato e una Commissione parlamentare a settimana: questo è francamente poco utile -, il resto invece è positivo.

Il problema è che noi - lo dico quale che sia l'opinione di ciascuno sui temi dell'immigrazione, del jihadismo, dell'estremismo - stiamo discutendo a pezzettini temi come se fossero compartimenti stagni: una settimana si parla dello ius soli, un'altra settimana si parla dei minori non accompagnati, questa è la settimana in cui parliamo di misure positive, come se potessimo tenere tutto ciò schizofrenicamente separato.

Quello che, invece, serve è esattamente una strategia: a cosa mi serve il numero verde o le altre misure propositive che oggi, anche positivamente, proponete, se poi spalanchiamo con lo ius soli, in modo incontrollato; se poi, attraverso anche un obiettivo desiderabile che è quello dei minori non accompagnati, aprite le porte ad altri cavalli di Troia; se, oggi, anche insospettabili come Bill Gates devono spiegarvi che, forse, se fossero loro nei panni dell'Europa, adotterebbero strategie più accorte e più restrittive.

Allora, il richiamo è proprio questo: non siamo e non siate prigionieri - è successo ad altre maggioranze, oggi accade a voi - del presentismo, di un giorno per giorno in cui le cose si spezzettano e la strategia non c'è mai.

Guardate - e chiudo, signor Presidente, davvero - che mentre per noi parlamentari qui dentro è tutto normale discutere una cosa a settimana, per i cittadini no, il problema è uno solo: vorrebbero sapere dalle maggioranze e dalle opposizioni qual è la strategia. Qui una strategia non c'è, c'è uno spezzatino: oggi accettabile, nelle settimane passate, con pezzetti confusi e inaccettabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. A prescindere dal fatto che ha detto prima l'onorevole Fiano e, cioè, dal contenuto della legge, prevenzione e sanzione, io vorrei richiamare l'attenzione su questo emendamento e sono sorpreso che anche l'onorevole Longo abbia dichiarato l'astensione. Infatti, questo emendamento dice, nel più severo rispetto del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, che viene revocata la cittadinanza per effetto di un'imputazione. È un principio che non è che è un pochino incostituzionale: è totalmente fuori dalla Costituzione.

Così come è abbastanza sorprendente dire che si applica il 41-bis a chiunque sia imputato per questi reati: segnalo che per i mafiosi più pericolosi condannati in via definitiva con decine di ergastoli serve, comunque, un provvedimento del Ministro della Giustizia per applicare il 41-bis. Qui stiamo dicendo che per un'imputazione di qualsiasi tipo, prima anche del rinvio a giudizio, prima di qualsiasi tipo di provvedimento del giudice, viene revocata la cittadinanza e si spedisce al 41-bis l'imputato.

Visto che ieri abbiamo avuto un dibattito interessante, giusto, approfondito sul tema della tortura, in cui i temi di costituzionalità sono stati dibattuti con grande vigore anche dal gruppo di Forza Italia, io mi aspetterei da parte di chi sulla giustizia penale invoca sempre i principi dettati dalla nostra Costituzione un po' di coerenza e un voto totalmente contrario ad un emendamento che con la Costituzione non c'entra niente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. In aggiunta a quanto hanno detto dai miei colleghi, l'onorevole Santanchè e l'onorevole Capezzone, vorrei dire che qui non solo manca una strategia. Abbiamo sentito il Presidente, giustamente, ribadire, per gli effetti del Regolamento, la non possibilità di accettare emendamenti tipo quelli riferiti alle moschee, ma io mi chiedo: abbiamo sentito l'onorevole Fiano, si dice che si vuole intervenire a livello preventivo sulla radicalizzazione jihadista, ma sapete quante volte è citato il termine “moschea” in questa legge? Lascio all'Aula la risposta e andate a leggere il testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, rammento a lei e chiaramente a me stesso e agli altri membri della Commissione, che hanno lavorato molto su questa proposta di legge, che quella strategia a cui si è fatto riferimento è esattamente quello che manca oggi in una dinamica legislativa dove, rammento, pure in assenza di un evento così clamoroso…

PRESIDENTE. Attenda. Colleghi là sopra, scusate… Colleghi che state facendo una simpatica riunione, noi stiamo cercando di lavorare. Prego, onorevole Dambruoso.

STEFANO DAMBRUOSO. Pure in assenza di un attentato, abbiamo introdotto nel 2015 delle leggi che sono al limite delle leggi emergenziali, fortemente restrittive e punitive. Quelle non erano strategiche, mancava una strategia per unire gli sforzi di tutti i Ministeri competenti sulla prevenzione (Ministero dell'Interno, Ministero dell'Istruzione e Ministero della Giustizia), ed è quello che con questa legge si cerca di fare, dando ad un organismo, il CRAD, di cui si parlerà di qui a poco, competenze del Ministero dell'Interno nell'organizzare appunto la sinergia fra tutti questi Ministeri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parisi. Ne ha facoltà.

MASSIMO PARISI. Presidente, a prescindere dal giudizio su questa legge e sul fatto che norme di carattere penale o penalistico possano essere introdotte in una legge che parla in realtà di prevenzione - un dibattito che mi appassiona poco, come mi appassiona poco questa legge, e preannuncio che su questo provvedimento, sostanzialmente vuoto, noi ci asterremo -, sono invece molto interessato dal dibattito che si è scatenato sull'atteggiamento che terranno alcuni gruppi di fronte a questo emendamento.

Sottolineo che in questo emendamento si parla di imputati, ai quali applicare provvedimenti come la revoca della cittadinanza o addirittura l'applicazione del 41-bis. Lo dico a quella parte liberale dell'emiciclo che si professa liberale: a parte il fatto del giudizio sul 41-bis, su cui poi ognuno può avere le sue opinioni, ma qui stiamo parlando di soggetti imputati, neanche condannati in primo grado, da quello che si legge nell'emendamento, e si sta pensando di introdurre questa norma, molto poco liberale, come diceva giustamente il collega Mazziotti, e a mio avviso anche molto poco costituzionale. Siccome non ho capito se alcuni gruppi voteranno a favore o contro, se alcuni liberali saranno d'accordo o contro, volevo solo sottolineare questo aspetto: stiamo parlando del fatto che a dei soli imputati di ipotetici reati si applichino delle misure di revoca della cittadinanza o il 41-bis.

Sull'aspetto del contrasto ai fenomeni del jihadismo o dell'immigrazione clandestina, siamo a un passo dalle liste di proscrizione; sull'aspetto, invece, del diritto liberale siamo a un passo dal dire, per esempio, che anche soli imputati di reati o di ipotetici reati, tipo corruzione di testimoni o altro, possano neanche essere candidati al Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, è veramente incredibile che nel Parlamento della Repubblica italiana, che ha una Costituzione innanzitutto liberaldemocratica, si possano proporre emendamenti di questa natura. Praticamente siamo all'aberrazione più grave, più ampia e più profonda della civiltà giuridica del diritto penale. Qua si dice che uno - l'hanno già detto, ma noi interveniamo perché vogliamo che sia sancito anche il nostro profondo dissenso da questa cultura -, soltanto perché imputato di propaganda attiva, oltre che di partecipazione - di propaganda! -, a favore di questa dottrina o di questa religione - chiamatela come volete -, debba immediatamente essere incarcerato e sottoposto al regime del 41-bis, che, come è stato spiegato, è un regime che si applica dopo condanne definitive eccetera.

È revocata la cittadinanza! Penso all'Impero romano, che la cittadinanza invece la dava, non la revocava, o che comunque mandava in esilio, non so se mi spiego: Ovidio fu mandato a Costanza, dove c'è un bel monumento che lo ricorda. Ma dove siamo arrivati? Siamo nel 2017, ma qua sembra di fare salti indietro di millenni, è veramente terribile. Siamo nel Parlamento italiano, con una Costituzione che viene tranquillamente calpestata con tanta nonchalance e con tanta indifferenza (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Presidente, per certi aspetti, il dibattito che si è sviluppato intorno a questo emendamento è surreale, nel senso che non si possono non condividere in linea di principio, quindi proprio come approccio culturale, talune delle osservazioni che venivano poco fa esternate anche dai banchi esattamente opposti a quello da cui parlo.

Siamo uno Stato di diritto, siamo comunque all'interno di un sistema liberal-democratico, siamo garantisti per definizione, ovvero siamo garantisti a gettone, se vogliamo essere più precisi, perché mi pare anche evidente che sospensioni temporanee di questi principi liberaldemocratici noi le abbiamo già conosciute: in situazioni del tutto straordinarie ed eccezionali, abbiamo conosciuto le leggi speciali, per esempio, per affrontare l'emergenza terrorismo in Italia, che hanno fatto impallidire persino il codice Rocco. È memoria comune e immagino condivisa. Non credo che si possano ascrivere le leggi “Cossiga” degli anni Settanta, per esempio, alla fattispecie del sistema liberal-democratico e garantista, così come anche più recentemente, per fatti non di sangue, abbiamo conosciuto e riconosciuto una sorta di accanimento rispetto ai fenomeni di corruzione, giustamente deprecati e condannati, ma che di fatto ci hanno potuto far constatare una sorta di accanimento che è andato ben al di là del sistema liberal-democratico del sistema qui evocato da diversi.

Certo, non si può dire che sia addirittura al di fuori della Costituzione, come pomposamente ha detto Mazziotti Di Celso citando i suoi giudizi relativamente a questo emendamento, ma certamente sono stati provvedimenti e comportamenti, talvolta interpretazioni delle normative vigenti, un po' sopra le righe, su cui ci siamo presi delle licenze.

Quindi, qui il punto è un altro, fermo restando che anche noi siamo perplessi rispetto al contenuto dell'emendamento; forse basterebbe dire, invece che “revocata la cittadinanza”, “sospesa la cittadinanza”, se la cittadinanza è interpretata come la stiamo interpretando adesso, cioè in maniera cogente, in questi anni.

Se invece torniamo, come diceva il collega Sannicandro, all'epoca dell'antica Roma, allora cittadinanza a tutti, perché poi chi sbaglia lo punisco, ma non mi pare che sia questo il biglietto da visita con cui si presenta il Governo in ordine ai fatti criminali, alla criminalità diffusa, a quelli che sbagliano, al radicalismo islamico e a quant'altro.

Quindi, cerchiamo anche di collocare le nostre riflessioni nel tempo che corre: in questo tempo, la cittadinanza è una concessione e non uno strumento per punire chi sbaglia; è esattamente l'opposto. Se ci fosse la possibilità - ma non c'è - di sostituire la parola “revocata” con la parola “sospesa”, saremmo assolutamente d'accordo, e condivideremmo in pieno anche tecnicamente questo emendamento, ma comunque lo condividiamo culturalmente e politicamente, quindi ci asterremo su questo emendamento.

PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo passare ai voti, ma c'è stata una richiesta di voto segreto e stiamo verificando se ricorrono le condizioni per procedere con tale votazione. Essendo la richiesta arrivata in questo istante, è necessario fare un approfondimento, vi prego di avere un attimo di pazienza. Sospendo per cinque minuti la seduta, che riprenderà alle ore 10,40.

La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 10,40.

PRESIDENTE. Colleghi, la seduta è ripresa. Se siete interessati alla ragione della sospensione, questa è dovuta al fatto che l'argomento è delicato e quindi cerco di tradurvelo, sperando di riuscire a farlo nel modo migliore. Voi sapete che la regola prevede che il voto segreto viene stabilito laddove c'è una prevalenza rispetto al Regolamento; dove non c'è la prevalenza, anche se c'è una parte che può riguardare il voto segreto, si procede con il voto palese. In questo caso, ci troviamo in una situazione nella quale è esattamente distribuito al cinquanta per cento perché sono due disposizioni distinte contenute nello stesso emendamento: una, per la quale è possibile ammettere il voto segreto, riguardante l'articolo 41-bis; una, che, invece, non prevede il voto segreto, riguardante la cittadinanza. Dunque, con gli uffici, anche sulla base della richiesta di votazione per parti separate avanzata dall'onorevole Occhiuto, avremmo deciso di votare per parti separate la parte concernente l'articolo 41-bis e la parte concernente la cittadinanza, con la premessa che diventa la premessa comune sia alla parte riguardante il 41-bis sia a quella riguardante la cittadinanza. Questo serve perché, se l'una o l'altra parte dovessero essere approvate, ovviamente si pone un rapporto di consequenzialità tra la premessa e il dispositivo. Sono stato chiaro? Quindi, avremo due votazioni: una a voto segreto e l'altra a voto palese. Per essere più chiari, così ci capiamo, la parte che leggerò sarà la parte che viene votata insieme prima con la parte riguardante l'articolo 41-bis e poi con quella riguardante la cittadinanza ossia sarà la parte comune: “Al comma 1, sopprimere le parole in termini di integrazione sociale, culturale e lavorativa. Conseguentemente, al medesimo comma, aggiungere in fine il seguente periodo: Ai soggetti imputati per un reato che abbia comportato la partecipazione o la propaganda attiva in favore dello jihadismo” e la parte comune termina qui e sarà votata prima con la parte che riguarda il 41-bis e poi con la parte che riguarda la perdita della cittadinanza. Immagino che sia chiaro per tutti.

Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Invernizzi, limitatamente alla prima parte di cui discutevamo cioè “Al comma 1, sopprimere le parole in termini di integrazione sociale, culturale e lavorativa. Conseguentemente, al medesimo comma, aggiungere in fine il seguente periodo: Ai soggetti imputati per un reato che abbia comportato la partecipazione o la propaganda attiva in favore dello jihadismo viene applicato il trattamento penitenziario di cui all'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354”.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Invernizzi, limitatamente alla seconda parte cioè: “Al comma 1, sopprimere le parole in termini di integrazione sociale, culturale e lavorativa. Conseguentemente, al medesimo comma, aggiungere in fine il seguente periodo: Ai soggetti imputati per un reato che abbia comportato la partecipazione o la propaganda attiva in favore dello jihadismo è revocata la cittadinanza eventualmente acquisita ai sensi degli articoli 5 e 9 della legge 5 febbraio 1992, n. 91”. Il voto è palese.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.62 Fiano, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo su questo primo articolo per svolgere alcune brevi considerazioni sull'oggetto della presente proposta di legge. Tale oggetto, nel corso dei lavori in Commissione, è stato a mio avviso meglio definito ma tuttavia io avrei preferito fosse più ampio almeno da un punto di vista formale. La proposta di legge, come recita il titolo, contiene Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista. Rispetto al testo originario è stato opportunamente precisato in Commissione che l'estremismo, che la legge si prefigge di prevenire e contrastare, è quello violento. Come ho scritto in alcuni emendamenti che, per disciplina di maggioranza e di gruppo ho ritirato, credo che sarebbe stato opportuno sopprimere dal titolo e dai diversi articoli l'inciso “di matrice jihadista”. In tal modo, non si sarebbe affatto mitigata l'efficacia della proposta di legge nel prevenire i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista ma si sarebbe soltanto estesa la portata della disciplina ad ogni eventuale forma di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento sull'esempio di quanto dispongono analoghe discipline di altri ordinamenti europei. Non si sarebbe perciò trattato di negare la particolare natura ideologica dei fenomeni di radicalizzazione e di terrorismo che hanno insanguinato molte città europee ma di prestare maggiore cura alle esigenze della generalità e dell'astrattezza della legge, con tutte le implicazioni che simili princìpi contengono. Concludo, osservando come tuttavia, anche grazie a una serie di emendamenti, alcuni già fatti propri dalla Commissione e altri che voteremo nel prosieguo dei lavori, la proposta di legge contenga numerose disposizioni volte a scongiurare il rischio che si introduca una qualche forma di discriminazione religiosa o culturale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Sull'ultima osservazione fatta dall'onorevole Giorgis, questi ha ricordato giustamente che c'è stata una garbata, istituzionale e democraticissima dialettica e un dibattito in sede di Commissione affari costituzionali dove sono state sostenute entrambe le posizioni rappresentate dall'onorevole Giorgis ma dove è prevalsa una volontà, questa, sì, davvero politica, di attribuire un significato anche contestuale ai tempi che stiamo vivendo alla proposta di legge in esame sull'estremismo violento che, altrimenti, avrebbe dato il senso di una legge decontestualizzata rispetto alle priorità che un periodo storico come quello di oggi ci sta prospettando. Pertanto è prevalsa la volontà di dire che il Parlamento e il Governo, oltre ad aver inserito norme fortemente restrittive nel 2015, si occupano di completare la normativa da mettere a disposizione degli operatori della sicurezza per sviluppare tutte le progettualità in materia di prevenzione. Questa è stata la ragione per cui si è prevalsa la volontà di mantenere quella dizione di jihadismo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Presidente, io annuncio - ovviamente, come sarà la posizione della Lega Nord su tutto il provvedimento - il voto contrario all'articolo 1. Per il motivo che secondo noi è oggi più importante: stiamo facendo una legge che ha una finalità di prevenzione, dicendo - come è stato affermato dall'onorevole Dambruoso, al quale ovviamente portiamo rispetto per la sua storia professionale nell'ambito del contrasto ai fenomeni di cui stiamo discutendo - che questa sarebbe la seconda gamba di un intervento globale che ha già visto l'apparato repressivo instaurato nel 2015, e che oggi vede invece lo Stato italiano attrezzarsi contro il fenomeno della radicalizzazione jihadista attraverso strumenti appunto di prevenzione, eccetera eccetera.

Noi contestiamo fortemente, innanzitutto, lo stesso impianto culturale che sta alle spalle del provvedimento in oggetto: lo contestiamo perché riteniamo che, se si vuole veramente prevenire il fenomeno dalla radicalizzazione, non si può prescindere dal fatto che questa radicalizzazione abbia una natura religiosa chiara.

Oggi noi non abbiamo un problema dagli Stati civili contro le religioni comunemente intese, oggi non c'è un problema di laicità contro radicalismo religioso genericamente inteso: oggi c'è un problema di tutela dai valori occidentali, comunque essi vengano interpretati, contro l'estremismo islamista religioso. E non vedo il motivo per il quale, come è stato anche affrontato dal collega che mi ha preceduto nel suo intervento, ci sia ancora questa paura di passare quasi come anti-islamici, nel momento in cui si sottolinea con forza di fronte agli stessi islamici che se c'è un problema - e chiaramente c'è - questo è un problema interno alla religione islamica.

L'atto migliore secondo noi per la prevenzione di fenomeni di questo tipo sarebbe una rivolta, se esiste veramente questo Islam moderato di cui si parla, questo Islam capace di abbracciare i valori occidentali. Ecco, noi quello che ci aspettiamo - ripeto, se veramente questo Islam esiste - sarebbe una precisa presa di posizione da esponenti di questo sedicente Islam moderato: sarebbe un atto culturale all'interno di quel mondo, pronto ad espellere, proprio dal mondo di cui essi fanno parte, cioè dall'Islam, le persone che non solo si macchiano di atti di questo tipo, ma che fanno propaganda, che girano le moschee in veste di imam a predicare tutta una serie di valori completamente contrapposti a quelli che prima venivano chiamati, anche con una certa pomposità, valori costituzionali italiani.

Noi ci aspettiamo questo. Fino a quando avremo paura di prendere il toro per le corna e di dire “questi sono sedicenti religiosi o sono religiosi che, sia pure dal punto di vista razionale, sono folli, ma lucidissimi delle loro intenzioni, perseguono un obiettivo sì sicuramente politico, ma prima ancora religioso? Fino a quando noi potremo permetterci di non affrontare questo problema? E anzi di scusarci quasi in anteprima di fronte al mondo islamico, dicendo “guardate, facciamo questo, ma non abbiamo assolutamente nessuna voglia o intenzione di fare qualcosa contro…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CRISTIAN INVERNIZZI. …contro l'islamismo”? Mi avvio alla conclusione. Il problema, ripeto, è interno al mondo islamico; e se vogliamo prevenire questo cancro che si chiama radicalismo islamico, se noi vogliamo distruggere questo cancro che si chiama radicalismo islamico, l'Islam si deve svegliare e fare il primo passo all'interno delle moschee, all'interno delle associazioni culturali, all'interno di tutto quel variegato mondo nel quale (e loro lo sanno meglio di noi) i principi della fine dall'Occidente, della battaglia contro i crociati vengono quotidianamente predicati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Questo primo articolo della legge dovrebbe aiutarci a mettere un evidente e chiaro e deciso segnale che la violenza nulla ha a che vedere con la religione. Non c'è nessuna violenza che può essere giustificata in nome della religione: l'unica violenza che la religione potrebbe chiedere è semplicemente quella lotta contro il male, che però è, a sua volta, espressione non di una visione religiosa della vita, ma semplicemente dell'aggressività e della violenza che molte volte segnano la lotta per la supremazia e per la sopraffazione tra i popoli. Quindi, la prevenzione reale della violenza, ammesso e non concesso che possa essere considerata espressione in qualche modo di una qualsivoglia religione, deve cominciare proprio dall'estirpare quel senso di aggressività, quel senso di sopraffazione, quel senso di arroganza, quel senso di assoluta autodeterminazione che porta a disprezzare gli altri e a guardarli come oggetti e non come persone.

In questo senso, l'articolo della legge pone veramente un po' il limite, nella misura in cui considera come potenzialmente violenta soltanto la matrice jihadista di alcune organizzazioni; viceversa, noi sappiamo che potrebbe, questo, esprimersi anche in altre forme, anche sotto altre forme, che - insisto - non sono forme religiose, ma potrebbero essere di gruppi sedicenti tali per giustificare un atteggiamento che in realtà - insisto ancora - nulla ha a che vedere con quelli che sono i contenuti specifici di un vissuto religioso, qualsiasi sia la religione di cui si sta parlando in quel momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santanché. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Presidente, io credo che il buongiorno si veda dal mattino. Per questa proposta di legge lo vediamo già dall'articolo 1, perché si evince in maniera netta e chiara che non ci si vuole rendere conto di cosa stiamo parlando e di qual è il problema.

Noi stiamo affrontando il problema della radicalizzazione: stiamo affrontando questo, non stiamo affrontando altri problemi, e lo jihadismo è questo. In tutti gli attentati, negli ultimi ma nei primi, in tutti gli attentati terroristici di natura islamica hanno ucciso nel nome di Allah: non hanno ucciso dicendo altro, hanno ucciso nel nome di Allah. Quindi, stiamo parlando di questo!

Allora, io non riesco a capire perché c'è questa non consapevolezza. Non c'è la voglia vera di affrontare il problema, perché se noi non conosciamo il problema, o meglio, se voi non conoscete il problema, se voi non capite di cosa stiamo parlando, va beh, tutto il resto non conta: avete paura, e già nell'articolo 1 si sottolinea il fatto delle garanzie dei diritti religiosi. Ma qui uccidono in nome di una estremizzazione, di una interpretazione estrema di una religione.

Allora, come possiamo essere a favore e seguirvi su un tema che invece dovrebbe essere di tutto il Parlamento, su cui dovremmo essere uniti nella volontà di risolvere il problema! Invece voi, proponendoci ciò che state proponendo, allontanate non soltanto noi nella ricerca di condividere per risolvere, ma fate un passo ancora più pericoloso: fate passare gli italiani dalla paura all'ostilità. Perché quando non ci sono regole certe, e non le volete le regole certe nelle moschee, non volete regole certe per il registro degli imam, non volete regole certe su quelli che sono i finanziamenti dei luoghi di culto: ma di che parliamo? È una presa in giro, che non fate solo a questo Parlamento, ma fate all'Italia intera! Perché volete parlare di jihadismo, ma voi poi parlate di altro, perché della radicalizzazione - e si vede già dall'articolo 1 - non c'è nessuna presa di coscienza!

Io vi prego ancora una volta di riflettere sul danno enorme che si sta facendo con questa proposta di legge, che non soltanto non risolverà nessun problema della radicalizzazione, ma farà di più: farà passare gli italiani dalla paura all'ostilità.

Non abbiate paura di mettere nella vostra bocca certe parole, non abbiate paura a dire che è una radicalizzazione della religione islamica, non abbiate queste paure, perché, se voi non prendete consapevolezza, il problema non si risolverà mai sin quando voi continuate a governare questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manciulli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANCIULLI. Presidente, vorrei, naturalmente, raccogliendo l'appello che su materie come queste è importante che il Paese e il Parlamento, che è tramite, dia una prova di unità, che il legislatore avesse coscienza che, quando si fa una legge importante come questa, bisogna concentrarsi davvero sui termini giusti.

Noi oggi, dopo una discussione seria in Commissione, abbiamo scelto di usare il termine “jihadista violento”, perché ce ne sono tutti i motivi, proprio per chi conosce la materia. Il termine Jihad è un termine che nella narrativa islamica ha una doppia accezione: c'è un'accezione interiore, che è il combattimento che il credente fa per liberare se stesso dalle forze del male e, quindi, ha una valutazione puramente positiva; c'è il termine Jihad nella sua versione violenta, che è quello che ha portato in una certa fase della storia fino a Poitiers. Noi vogliamo scagliarci contro questa concezione del termine Jihad, quello violento, e, siccome facciamo leggi importanti in questo Parlamento, lo dobbiamo fare in maniera seria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Presidente, siccome già il collega Manciulli e il collega Giorgis si sono articolatamente dilungati sul significato delle parole che abbiamo utilizzato, qui c'è una ragione politica.

L'onorevole Santanché - non so se tutta Forza Italia - non può permettersi di votare insieme al Partito Democratico un testo di legge che dice che noi vogliamo prevenire il fenomeno jihadista: non c'è parola più precisa nello scenario pubblicista internazionale sulla matrice di questo terrorismo; noi vogliamo colpire il fenomeno che vede persone, anche i singoli, anche se non sussiste alcuno stabile rapporto con gruppi terroristici, che abbracciano solo l'ideologia di matrice jihadista, senza appartenere ad un'organizzazione, ispirata all'uso della violenza e del terrorismo, anche tramite l'uso del web e del social network.

Noi, per la prima volta, inseriamo…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE FIANO. … nel corpo giuridico italiano questa dizione, che esattamente incontra i fenomeni della radicalizzazione che si trasforma in terrorismo in tutta Europa. Lo facciamo noi per la prima volta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente. In dialogo con gli esponenti del Partito Democratico, con l'onorevole Fiano, si può certamente votare a favore di un provvedimento, ma si può nello stesso tempo ritenere che manchi una strategia e, soprattutto, mi rivolgo in questo caso al collega Giorgis, che con onestà intellettuale ha detto dal suo punto di vista: leviamo l'aggettivo “jihadista”.

A me personalmente cadono le braccia. Se l'approccio mentale è quello di cominciare a non chiamare le cose col loro nome, perfino negli Stati Uniti è accaduto con Obama: le parole “terrorismo islamista” Obama non riusciva a pronunziarle insieme.

Guardate che questa denial strategy, questa strategia di negazione e di rimozione, è il primo problema che rischia di annacquare anche provvedimenti carichi di buone intenzioni come questo e spiega come mai la strategia complessiva non ci sia, perché, scusate colleghi, ho l'impressione che voi non riteniate imminenti il rischio e il pericolo.

Che altro deve succedere? L'ISIS ogni giorno - prendeteli sul serio -, ogni giorno spiegano che l'obiettivo è colpire anche Roma ed è colpire anche l'Italia, con il carico simbolico che Roma e l'Italia hanno. Io suggerirei di prendere sul serio tutto questo e suggerirei anche una riflessione più di fondo, che in Europa si continua a non fare.

L'Italia si è finora salvata dagli attentati terroristici: primo, grazie a un grande lavoro di intelligence delle nostre forze dell'ordine; secondo, purtroppo, perché siamo stati, e forse siamo ancora, terra di transito e in qualche caso qualcuno ha anche chiuso gli occhi; terzo, perché i numeri delle presenze islamiste radicalizzate sono ancora bassi.

Entriamo nell'ordine di idee - e chiudo, signor Presidente - di comprendere che il rischio è reale e concreto e occorre cominciare a chiamare le cose con il loro nome: la minaccia, oggi, è islamista e sarà bene, come dire, smettere di continuare a raccontare a noi stessi che il problema non sia questo. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Direzione Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Purtroppo, mi ha sollecitato ulteriormente l'intervento del collega Fiano, perché qualcuno mi dovrà spiegare, prima o poi, dove e come, soprattutto, si intende realmente prevenire, quindi, combattere un fenomeno - e sono d'accordo con l'onorevole Capezzone - di matrice islamista, perché di questo stiamo parlando, se vogliamo combattere realmente questo fenomeno. Come lo volete fare? Perché quello che c'è scritto in questa legge è che voi volete prevenire, e quindi combattere, fenomeni di radicalizzazione dell'estremismo violento, bla bla bla bla, come? Con la creazione di un Centro nazionale sulla radicalizzazione, con l'istituzione di un Comitato parlamentare per il monitoraggio, bla bla bla. Questi sono i metodi e i modi con cui volete combattere e prevenire la radicalizzazione? Beh, questa è demagogia…

PRESIDENTE. Concluda.

BARBARA SALTAMARTINI. Così non risolvete nulla, ecco dove siete impantanati ed ecco dove volete far credere agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Saltamartini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Sì, grazie, Presidente, molto brevemente. Nel testo originario era previsto in sostanza di utilizzare quegli ammortizzatori sociali messi a disposizione dei lavoratori italiani che avevano perso il posto di lavoro per deradicalizzare il soggetto che era stato individuato come vicino al radicalismo islamico. Ebbene, ciò che è uscito dalla porta rientra dalla finestra e lo mettete in calce all'articolo 1, prevedendo il recupero, in termini di integrazione sociale, culturale e lavorativa, dei soggetti coinvolti, cittadini italiani o stranieri residenti in Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Come era prevedibile, il dibattito su questa legge è frizzante, diciamo così, e quindi anche nelle prime battute, sui primi emendamenti all'articolo 1, sull'articolo 1, dove teoricamente ci sarebbe poco da discutere, si trovano le ragioni delle differenze in quest'Aula tra le varie sensibilità politiche e culturali, che si manifestano attraverso anche i partiti di riferimento.

Io penso che sarebbe un errore madornale immaginare un voto contrario a questo provvedimento, animato da posizioni dogmatiche, ideologiche. C'è una qualche perplessità, perché non voglio fare strumentalizzazioni, davvero, quando si citano fatti gravi come quelli accaduti in forza della radicalizzazione, che si è poi presto trasformata in terrorismo islamico; bisogna andarci con i piedi di piombo.

Probabilmente, se ci trovassimo in un contesto diverso rispetto a quello italiano, che certamente non ci auguriamo di veder maturare nel prossimo futuro, questa legge avrebbe altre caratteristiche e altre connotazioni.

Come ho detto nell'intervento precedente, probabilmente si ispirerebbe più alle leggi speciali contro il terrorismo degli anni Settanta, piuttosto che a questa sorta di fiera dell'ovvio, di un articolato inconcludente ed evanescente che ci troviamo di fronte.

Probabilmente è esattamente l'inesistenza di fatti di sangue clamorosi e dolorosi in Italia che ci porta a perdere tempo, ragionando su un testo di aria fritta. E se c'è un atteggiamento oppositivo da parte delle forze di opposizione, a cui si unisce Fratelli d'Italia, è proprio perché c'è il timore che, mentre si potrebbe fare prevenzione in maniera adeguata, paradossalmente una sorta di buonismo imperante e manifesto, soprattutto quando governa la sinistra, impedisca una proficua attività di prevenzione, almeno da un punto di vista degli strumenti normativi di cui ci si intende dotare, perché fortunatamente - e anche noi non finiremo mai di ringraziarli - abbiamo in campo le forze dell'ordine, il nostro apparato di intelligence con i risultati positivi che ha fatto maturare in Italia e che sono di insegnamento a tutta Europa e a tutto il mondo occidentale. Fortunatamente c'è chi fa la prevenzione davvero, perché, se la prevenzione dovessero essere affidata a questo pastrocchio di proposta di legge, saremmo letteralmente rovinati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Le ragioni della propaganda in sede legislativa dovrebbero un pochino rendere omaggio a quello che effettivamente stiamo votando, cioè alla lettera dei testi degli emendamenti. Ora, questo articolo 1, ad un certo punto, si incarica di definire qual è il fenomeno che si intende prevenire e poi, eventualmente, anche colpire. Ora, io credo che le parole di Fiano siano ineccepibili. L'emendamento chiarisce ancora meglio quanto, comunque, era già scritto nel secondo comma dell'articolo 1. L'emendamento Fiano, che è importante e fondamentale, dice: “ intende il fenomeno che vede persone abbracciare, anche se non sussiste alcun stabile rapporto con gruppi terroristici, ideologie di matrice jihadista (...)”, eccetera eccetera. Quindi, cosa vorrebbe la destra di più? Qui addirittura si dice che il fenomeno che dobbiamo tenere sotto controllo è anche la mera adesione ideologica, la mera professione di fede. Quindi, che volete di più? A prescindere se si è d'accordo o non si è d'accordo, però non si può dire che qui si scrive un'altra cosa. Ora, come dire, i liberali certamente inorridisco di fronte a una cosa di questo tipo. Altri, gli statualisti, potrebbero essere d'accordo, ma non si può dire, non si può attribuire a Fiano quello che Fiano non ha detto e non si può leggere il testo nel modo in cui non è scritto. Quindi, come dire, un po' di onestà intellettuale tra di noi, altrimenti, veramente, è sempre un gioco delle parti, è sempre una commedia!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Presidente, sull'emendamento 2.50 Invernizzi il parere è contrario; sull'emendamento 2.51 Invernizzi il parere è favorevole; sull'emendamento 2.52 Invernizzi il parere è contrario; sull'emendamento 2.54 Santerini c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; sull'emendamento 2.60 Dambruoso il parere è favorevole; sull'emendamento 2.200 (nuova formulazione) della Commissione il parere è favorevole; sull'emendamento 2.53 Invernizzi il parere è contrario; sull'emendamento 2.201 della Commissione il parere è favorevole; sugli emendamenti 2.55 Centemero e 2.57 Santerini c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; sull'emendamento 2.58 Giorgis il parere è favorevole con riformulazione, che, se lei mi consente, leggerei: “Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Il CRAD, con il Piano strategico nazionale di prevenzione, promuove il dialogo interreligioso e interculturale, la condivisione dei princìpi di laicità dello Stato, di libertà religiosa e di tutti gli altri princìpi fondamentali della Costituzione, nonché il contrasto ad ogni forma di discriminazione razziale, etnica, religiosa, di genere e di orientamento sessuale e a pratiche che colpiscono l'integrità fisica, la dignità e i diritti delle persone.”

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.50 Invernizzi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Invernizzi, con il parere contrario della relatrice e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Invernizzi, con il parere favorevole della relatrice e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.52 Invernizzi, con il parere contrario della relatrice e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo ora all'emendamento 2.54 Santerini, su cui c'è un invito al ritiro.

MILENA SANTERINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo all'emendamento 2.60 Dambruoso.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.60 Dambruoso, con il parere favorevole della relatrice e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 2.200 (Nuova formulazione) della Commissione, sul quale c'è il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signor Presidente. Giusto per tranquillizzare anche il collega Sannicandro, che afferma per sua voce, ma non avevamo dubbi, di non capire la motivazione per cui la destra o le destre, come le chiama lui, hanno le posizioni che noi abbiamo. Approfitto anche di questo emendamento per sottolineare i motivi per i quali questa parte politica - la parte della Lega Nord - il presente provvedimento non soddisfa per nulla.

Innanzitutto, è giusto anche chiarirlo e dirlo a chi non dovesse saperlo, questo è un provvedimento che non le destre, la Lega Nord o l'opposizione non volevano discutere in Aula o hanno fatto attività ostruzionistica: è un provvedimento che in Commissione ha visto esaurirsi la discussione un anno e mezzo fa, se non sbaglio, e, per un anno e mezzo, è rimasto lì in attesa che qualcuno lo portasse in Aula.

Quel qualcuno, ovviamente, è la maggioranza parlamentare, che, evidentemente, in questo anno e mezzo, da quando abbiamo esaurito la discussione a quando siamo più o meno arrivati in Aula, quando la discussione è iniziata, non ha ravvisato particolari motivi d'urgenza per dotare lo Stato italiano, come ho sentito e come ho anche ricordato prima, di questa seconda gamba necessaria per il contrasto al jihadismo violento, come vi piace chiamarlo.

Qui abbiamo, però - giusto per sottolineare anche i motivi per i quali noi guardiamo con una certa diffidenza al provvedimento in esame -, onorevoli colleghi, l'istituzione di un apposito numero verde, che prevede uno stanziamento annuale di 250 mila euro per l'anno 2017 e di 500 mila euro a decorrere dall'anno 2018; presumo o da rifinanziare ogni anno oppure in perpetuo. Pertanto, ogni anno, noi finanzieremo con 500 mila euro l'istituzione di un apposito numero verde.

Quindi, la strategia dell'Occidente e dello Stato nei confronti degli episodi di cui siamo oggetto si riduce, in seguito ad un attentato, a: a) portare i bambini in età scolare con gessetti colorati a disegnare la bandiera dalla pace sull'asfalto; b) portare un cantautore, più o meno hipster, che con un pianoforte suona le straordinarie note di Imagine di John Lennon; c) istituire un numero verde. Se c'è qualcosa che i numeri verdi ci hanno insegnato è che sono utilissimi, più o meno, quando hai a che fare con multinazionali, mentre sono - e lo sappiamo tutti - sostanzialmente non risolutivi quando vengono istituiti per affrontare determinati problemi. Ricordo le decine di numeri verdi che sono stati creati in Italia: quelli contro il fumo, contro la violenza sulle donne, contro la pedofilia.

Insomma, abbiamo decine e decine di numeri verdi, ma sapete tutti che, sostanzialmente, nessuno ha smesso di fumare nel nostro Paese, ma penso nella storia occidentale, perché ha fatto il numero verde. Il numero verde è, se vogliamo, una di quelle mosse che solitamente l'amministrazione pubblica fa nei confronti dell'elettorato, dell'opinione pubblica per dire: ci stiamo attrezzando.

Però, mentre noi ci attrezziamo con 500 mila euro l'anno destinati al funzionamento di questo numero verde - parliamo di 500 mila euro, non è una cifra irrisoria -, secondo noi, per ribadire la posizione delle destre - così anche l'onorevole Sannicandro è contento -, con queste iniziative, il problema che noi per primi abbiamo sollevato, cioè il rischio di radicalismo e di diffusione di questa ideologia devastante in Occidente, non viene affrontato e sicuramente neanche risolto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manciulli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANCIULLI. Grazie, Presidente. Io vorrei, dopo una serie di interventi che trattano questa legge come se si trattasse di una iniziativa di qualche buontempone che, culturalmente, si interessa al fenomeno del jihadismo e della radicalizzazione, quasi con un fine umanitario, vorrei precisare un punto sostanziale. Nelle ultime tre più importanti riunioni dell'antiterrorismo mondiale - quella delle Nazioni Unite, quella della NATO, alla quale ho avuto anche l'occasione di partecipare in quanto relatore per il tema del terrorismo jihadista in quel consesso, e quella ultima del G7 - è stato ribadito un principio e un invito: che tutti i Parlamenti, oltre ai decreti repressivi che in gran parte sono stati fatti - noi lo abbiamo fatto nel 2015 -, si dotino anche di una dimensione preventiva.

Da quel momento, dopo aver fatto ed essere stati relatori del decreto antiterrorismo, ci siamo occupati del tema della prevenzione facendo numerose audizioni, che erano pubbliche, nelle quali le forze di polizia e anche la magistratura che si dedica al terrorismo sono venute, già con un testo che era presentato, sostanzialmente a dire che trovavano questa iniziativa di grande importanza e che, in qualche maniera, era importante farla abbastanza velocemente.

Perché questa normativa è importante? Perché, a differenza della stagione del qaedismo, nella quale il terrorismo di matrice jihadista aveva un carattere elitista e molto concentrato, oggi siamo di fronte a un fenomeno, dovuto soprattutto all'investimento di guerra mediatica…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Manciulli. Se almeno i colleghi del gruppo dell'onorevole Manciulli abbassassero il tono della voce…

ANDREA MANCIULLI. Non fa niente, chi è interessato ascolta.

PRESIDENTE. Almeno quelli del suo gruppo, magari. Prego.

ANDREA MANCIULLI. Con la nascita di Daesh e l'investimento che Daesh ha fatto con le nuove tecnologie e, soprattutto, l'enorme guerra mediatica, si è creato un fenomeno che è misurabile nei numeri.

Il fenomeno dei foreign fighters esisteva anche con Al Qaeda e nella guerra in Afghanistan. In dieci anni, si arrivò all'incirca a 9-10 mila persone: avevano intorno a trent'anni di età, erano tutte fortemente islamizzate, frequentavano le moschee e, in qualche maniera, ci hanno facilitato il compito perché agivano in gruppo.

Il fenomeno a cui oggi dobbiamo rispondere riguarda - queste sono le stime di tutte le intelligence del mondo NATO - una fetta di persone sopra le 50 mila unità e, soprattutto, riguarda uno spaccato di età che va dai 14 ai 25 anni, che, spesso, non ha nessuna alfabetizzazione islamica, ma che, invece, risente della nuova ondata tecnologica che ha portato la jihad in tutte le case.

Questi soggetti, spesso, passano dallo stadio di simpatizzante, che è un nuovo tipo di fenomeno che si è palesato in questa dimensione, allo stato di persone che compiono un atto. Quando si è simpatizzanti, di per sé, non si compie un reato: uno va su Internet e simpatizza, frequenta siti molto discutibili e, come è già accaduto - vorrei ricordare Nizza e altri casi eclatanti -, nel giro di poche ore, decide di passare all'atto. Di quelle persone chi si occupa, essendo fuori da tutte le fattispecie di reato che noi abbiamo per perseguire il terrorismo? Se ne può occupare solo la prevenzione.

E questa prevenzione deve cominciare a scuola, perché nel nostro Paese il fenomeno della simpatia verso questi movimenti non è irrilevante, come il procuratore nazionale antimafia ha detto in quelle audizioni, che, come ho sentito io, qualcun altro in questo Parlamento avrebbe dovuto sentire. Non stiamo discutendo di aria fritta: stiamo discutendo di quello che la NATO ha detto essere un dovere di tutti i Parlamenti che aderiscono a quell'Alleanza, perché avere solo decreti repressivi non permette di battere come si deve il terrorismo.

Non si sta parlando di filantropia, si sta parlando di serietà, e questo Parlamento di fronte a un fenomeno come questo deve esercitare fino in fondo la sua funzione, senza farsi mai condizionare dall'impostazione ideologica che in questi temi non è né dovuta né utile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è nota la grande stima che ho per il collega Dambruoso, ammetto di avere un pregiudizio favorevole rispetto a un testo da lui proposto, e sono convinto che dobbiamo parlare di prevenzione, tuttavia mi sembra che il testo mostri una certa timidezza, e che proprio sul tema della prevenzione sia aperto a importanti obiezioni. Possiamo fare la prevenzione senza avere una chiarezza di rapporto con le comunità islamiche? Ciò perché è sbagliato quello che ha detto qualche collega, cioè che l'Islam è il nemico, ma è sbagliato anche pensare che l'Islam sia l'amico. Oggi l'Islam vive una fase drammatica, paragonabile a quella che è stata la Riforma nel secolo XVI in Italia: un nuovo Islam sta nascendo dentro l'Islam vecchio, e per il nuovo Islam, gli altri islamici, gli islamici vecchi, sono kafir, infedeli, proprio come noi.

Cosa hanno pensato i nostri amici che si occupano di prevenzione, per stabilire un contatto positivo con l'Islam e con quelle parti dell'Islam con le quali possiamo parlare? Non ho trovato nulla, e se volete vi faccio dei nomi - perché si possono fare dei nomi - sull'Islam italiano e sull'Islam mondiale. Ho l'impressione che ci sia stata molta timidezza nell'individuare gli amici e i nemici, perché abbiamo delle associazioni che sono amiche, con le quali possiamo lavorare, parlare, che lavorano per costruire un Islam europeo, e abbiamo delle associazioni che sono nemiche e che lavorano per costruire in Italia un'enclave islamica che è animata da estraneità, nel migliore dei casi, e spesso anche odio verso i nostri valori costituzionali e la nostra comunità nazionale. Di questo vorrei parlare, parlando di prevenzione. Torneremo sul tema. Sono queste le perplessità che albergano nel mio cuore e che non mi permettono di consentire con l'intervento così ottimistico di qualche collega che mi ha preceduto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, la stima personale e politica nei confronti dell'onorevole Manciulli ci porta a non dubitare della sua buona fede, quando ci illustra gli obiettivi che lui auspica possano essere perseguiti dall'entrata in vigore di questa norma, però va ricordato a noi tutti, e al collega Manciulli in particolare, come la permanenza di un livello di sospetto, rispetto poi ai criteri di applicazione pratica degli strumenti di cui intendiamo dotarci, non sia figlia di una volontà preconcetta, ma purtroppo dipenda dall'annotazione delle esperienze con cui ci siamo dovuti confrontare.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Corsaro. Onorevole Rabino, onorevole Rabino… onorevole Rabino! Onorevole Rabino, se a lei non dispiace, noi vorremmo andare avanti con i lavori. Se potete uscire per parlare, e fare in modo che possiamo seguire i lavori. Prego, onorevole Corsaro.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Ciò perché, signor Presidente e onorevole Manciulli, il tema vero è che ogni qual volta una norma o un provvedimento consentono, esplicitamente o in qualche caso addirittura meno, di costruire delle nuove professionalità, votate, quelle sì, collega Manciulli, alla filantropia, noi scopriamo di essere, oltre che un popolo di santi, di eroi e di navigatori, anche un popolo di formidabili assistenti.

E scopriamo delle inusitate professionalità in materia di assistenza alle tossicodipendenze; poi queste sembrano diventare un tema di minore attualità e vengono sostituite da assistenze nei confronti dei carcerati e del loro reinserimento; poi questo tema diventa di minore attualità e scopriamo capacità professionali di assistenza in tema di accoglienza agli immigrati, ma dietro a questo drammaticamente scopriamo malversazioni, professionalizzazione non nell'assistenza ma nell'uso del denaro pubblico, nella distrazione di danaro pubblico a favore di sindacati, di ONG, di associazioni politiche, di associazioni culturali, di associazioni parrocchiali, di cooperative di questa o di quella colorazione. A noi serve più intelligence, ci serve più sicurezza, ci servono meno professionisti della contro-conversione.

Quello che ci spaventa di questo provvedimento, al netto della buona fede, nella quale crediamo, dell'onorevole Manciulli, è che qua si stia celando la scappatoia per dei nuovi professionisti della filantropia, che si arricchiranno indipendentemente dalla volontarietà di perseguire quei risultati che stanno alla base di questa legge, utilizzando nuovi canali di diffusione e di distorsione del denaro pubblico per arricchire se stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, nel ricambiare la stima affettuosa già espressa dall'onorevole Buttiglione, mi piace informare che abbiamo previsto, proprio perché non siamo giudici sull'approccio etico di alcune associazioni che si occupano di Islam in Italia e non siamo noi a dover decidere con legge chi è legittimamente e fondatamente moderato e ha un approccio con il dialogo istituzionale costruttivo, che tutto questo in una legge non poteva essere scritto, mentre sarà uno dei compiti proprio del CRAD, di cui si parlerà di qui a poco, e anche del Comitato interparlamentare, il quale dovrà occuparsi di andare proprio a sviluppare i rapporti con quei rappresentanti delle comunità che esistono in Italia che sono interessati a sviluppare tutti questi progetti di dialogo interreligioso e interculturale.

Rammento, a proposito dell'ultimo intervento, che abbiamo già investito su intelligence e su restrittività. Ricordo che, nell'attenzione data ai fatti di CharlieHebdo, nella primavera del 2015 abbiamo introdotto delle norme che mai - mai! -, come operatori giuridici, avremmo potuto accettare in altri periodi storici: oggi è possibile mandare in carcere, con norme che noi abbiamo votato, con pene dai cinque agli otto anni, chi, anche non uscendo mai di casa, stando a casa, di fronte al web, si auto-arruola, si auto-recluta, si auto-addestra, tutte forme di rapporto fra lui e il web punite con pene dai cinque agli otto anni, dando strumenti per individuare queste forme di condotte così anticipate proprio a quell'intelligence e quella Polizia di cui, in uno degli ultimi interventi, si lamentava la disattenzione in questa legge. Questa è una legge che va a completare un disegno legislativo che già questo Parlamento ha iniziato con una sensibilità dei tempi storici che deve vivere, pensando proprio al terrorismo islamista.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 (Nuova formulazione) della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Avverto che la componente Direzione Italia del gruppo Misto ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.53 Invernizzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

A questo punto sono preclusi gli emendamenti 2.55 Centemero e 2.57 Santerini.

Passiamo all'emendamento 2.58 Giorgis. Onorevole Giorgis, accetta la riformulazione proposta dalla relatrice?

ANDREA GIORGIS. Sì, Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.58 Giorgis, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo…

Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santanchè. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento in esame per fare anche in questo caso evincere come non c'è mai chiarezza e si capisce che non si vuole arrivare al punto della soluzione dei problemi quando si scrive che, da una parte, si vuole promuovere il dialogo interreligioso e interculturale e poi, dall'altra parte, si parla dei diritti delle persone.

A me farebbe molto piacere capire che fine hanno fatto tutte le femministe che stavano molto di più nei banchi della maggioranza rispetto ai nostri banchi di opposizione, le femministe che si sono sempre riempite la bocca di stare dalla parte delle donne, di difendere le donne, di aiutare le donne. Ma non ci preoccupiamo dei diritti delle donne musulmane? Come facciamo noi e voi a voler sostenere i diritti delle persone quando permettiamo anche nel nostro Paese che queste donne vengano trasformate in prigioni portatili; ammettiamo che queste donne vadano in giro con il burqa e possano vedere il mondo attraverso una piccola fessura. Questi sono i diritti che voi volete difendere?

Dunque, chiedo alle femministe e all'ex Ministro Pollastrini che, quando era al Governo, è stata con me molte volte, cosa pensano quando, nel nostro Paese, uccidono le donne musulmane che vogliono vivere come vivono i nostri figli, come viviamo noi nell'Occidente, vestendosi in maniera occidentale, ascoltando la nostra musica, leggendo i nostri giornali, frequentando i nostri figli.

Ricorderà bene il Ministro Pollastrini, quando era il Ministro della pari opportunità di questo Paese, quante volte mi sono e ci siamo costituiti parte civile in questi processi. A voi femministe non vi sarà sfuggito che, anche in quelle occasioni, le madri non potevano piangere le loro figlie ammazzate perché c'erano i fratelli, il clan maschile della famiglia, che le minacciava se dicevano una sola parola? Ministro Pollastrini, se le ricorda tutte queste cose? Come facciamo a difendere i nostri valori, a liberare le donne musulmane perché solo le madri che sono educatori dei propri figli possono aiutarci in questa guerra senza fine: ma dove siete finite? Quanto fa male il vostro silenzio assordante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) che non ve ne frega un tubo quando leggiamo che le ammazzano non lontano da casa nostra, magari sotto casa nostra; quando leggiamo che donne vengono lapidate; quando leggiamo che l'intero clan maschile della famiglia obbliga le donne musulmane a mettersi quelle prigioni portatili. Ma voi che del femminismo avete fatto una grande bandiera dove siete finite? E poi avete il coraggio di parlare del dialogo interreligioso e dei diritti personali? Vi siete dimenticati che, se noi non combattiamo al fianco delle donne musulmane per liberarle dal clan maschile, non andiamo da nessuna parte e finisco con una parola, un aggettivo un po' estremo: vergogna alle femministe che hanno usato le donne nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sto per dare la parola all'onorevole Buttiglione che ha ancora un minuto del tempo assegnato. Quindi, tenuto conto che lo consumerà, la informo anticipatamente che la componente UDC-Idea del gruppo Misto sta per esaurire il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame e, come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Voglio rassicurarla, signor Presidente, troveremo il modo di far sentire la nostra voce, anche all'interno delle tagliole che il Regolamento dissemina sul nostro cammino. Quando ho letto l'emendamento 2.58 Giorgis, ho detto: come si fa a non votarlo? È ovvio. Poi ci ho ripensato perché esso è il tipico emendamento politicamente corretto e segnala uno scivolamento del politicamente corretto che giudico inaccettabile. Una volta avremmo chiamato e messo al primo posto tra i tipi di discriminazione da combattere l'antisemitismo che non è più politicamente corretto come una volta e, d'altro canto, ognuno che conosca la situazione reale delle comunità islamiche in Italia sa che il primo problema delle comunità islamiche, in particolare di quelle che sono più pericolose per noi, è l'antisemitismo. Perché in tutto il provvedimento l'antisemitismo non viene mai ricordato? Eppure è un elemento centrale dei processi di adattamento e di integrazione all'interno dalla società. Mi si consenta anche di ricordare, dal momento che parliamo di antisemitismo, che non sarebbe stato male anche richiamare l'anticristianesimo perché di gran lunga il maggior numero di vittime di persecuzioni religiose nel mondo e, in particolare, di persecuzioni religiose islamiche nel mondo sono i cristiani. Per tali ragioni noi ci asterremo.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, però vi prego invece di alzare la voce, di alzare la mano in maniera che è più facile per il Presidente dare la parola. Onorevole Pollastrini, ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Mi scuso, Presidente, credevo di aver alzato la mano e mi scuso con lei.

Molto brevemente intervengo su due punti che mi stanno a cuore perché quello sollevato dall'onorevole Santanché, come è evidente, è un tema che non solo non può essere ignorato ma credo sia un tema che stia a cuore - e io mi permetto di dirlo - a molte deputate, e io spero a tanti deputati; mi piacerebbe pensare a tutte le deputate e quasi a tutti i deputati in quest'Aula. Io, insieme ad altre di vari gruppi parlamentari qui presenti, credo, con grande umiltà, di avere condotto molte battaglie proprio per la libertà e l'autonomia delle donne, fra l'altro anche affrontando dibattiti molto delicati, come quello del rapporto fra libertà e schiavitù a proposito del burqa: io sono una donna contraria all'uso del burqa.

Ma vedete, perché ho voluto riprendere questo tema? Perché proprio questa proposta di legge, imperfetta come ogni proposta di legge, contiene in vari punti - io davvero chiedo alle colleghe e ai colleghi di leggerla - riferimenti al tema centrale della libertà, della dignità e dell'autonomia delle donne. Perché io so più di altre forse, avendo avuto il dovere di ascoltare più di altre ed altri le audizioni, le comunità islamiche musulmane, di tutte le religioni - e lo dico anche all'onorevole Buttiglione - e non solo di una religione, nel preparare il testo, che in particolare le donne, molte donne musulmane, sono le prime, le prime a chiedere la prevenzione, le prime a chiedere che vengano riconosciuti i diritti sì, e insieme i doveri, le prime a chiedere che venga messo un tassello in più in quella strategia che vuole contrastare ogni forma di terrorismo. Questa forma di terrorismo, inerente a questa proposta di legge, ma ogni forma di terrorismo e di persecuzione: è evidente, contro i cristiani in tante parti del mondo, contro gli ebrei; ma io ritenevo scontato, anche se viene ripreso in alcuni punti della legge, che in questo Parlamento tutti fossimo uniti contro il terrorismo. Non ci si può chiedere di essere uniti tutti contro un'unica religione, perché guai a non considerare che la religione musulmana è la seconda religione nel mondo dopo la religione cattolico-cristiana, che le vittime del terrorismo jihadista sono ancora adesso innanzitutto, innanzitutto musulmani in tante parti del mondo; e che c'è una parte dell'Islam alleato nel debellare, nel contrastare irriducibilmente il terrorismo.

Lo voglio ricordare (e ho finito) perché non è vero che siamo stati neutrali. Nella legge, e in un ordine del giorno che verrà presentato, viene fatto riferimento esplicito al patto con l'Islam siglato di recente dal Ministro dell'interno, con le comunità islamiche italiane che, insieme a noi e con noi, vogliono contrastare ogni forma di persecuzione e terrorismo jihadista; ma aggiungo (e ho chiuso) insieme a noi vogliono contrastare ogni forma di umiliazione, di violenza, di persecuzione nei confronti delle donne. Quindi, io dico: ogni legge non è perfetta, ma non facciamo dire a questa proposta di legge che presentiamo con ogni umiltà ciò che nella proposta di legge non è contenuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS. Presidente, temo che sia sfuggito ai colleghi quello che è il principio di generalità e astrattezza e quello che è il contenuto del testo proposto in votazione a questa Camera. Intanto, se leggiamo il testo, si dice in maniera molto chiara che il piano strategico nazionale di prevenzione promuove, oltre al dialogo interreligioso e interculturale, la condivisione del principio di libertà, di laicità dello Stato, libertà religiosa, tutti gli altri principi fondamentali, nonché il contrasto a ogni forma di discriminazione etica, religiosa, di genere e di orientamento sessuale, e a pratiche che colpiscono l'integrità fisica, la dignità e i diritti delle persone. Inoltre, vorrei ricordare, ma questo per colleghi che hanno più esperienza di me dovrebbe essere noto…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Giorgis.

ANDREA GIORGIS. …che in sede di riformulazione, come è quella che stiamo discutendo, si tiene conto anche del contenuto di altri emendamenti, e si cerca di evitare il più possibile delle ripetizioni ridondanti. In un successivo emendamento si dirà espressamente (emendamento che ha il parere favorevole) dei diritti delle donne anche in ambito familiare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.58 Giorgis, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento 3.50 Invernizzi, parere contrario. Emendamento 3.60 Roberta Agostini, parere contrario. Emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Emendamento 3.51 Fiano, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Per sottolineare che avremo esaurito i tempi, ma siamo ancora presenti in vita e presenti in Aula. Signor Presidente, lei si è avveduto con un po' di ritardo del fatto che io avevo chiesto la parola. La prassi costante in quest'Aula, che lei certamente conosce, è quella di sospendere le votazioni che il Presidente dell'Assemblea ha erroneamente proclamato, quando si renda conto di avere non considerato adeguatamente un collega il quale chiedeva la parola. Vorrei invitarla a che questo comportamento non si ripeta: soprattutto per il fatto che - ripeto - pur avendo esaurito i tempi, siamo presenti in vita. E mi consenta di esprimere anche un certo sospetto che esista una qualche volontà di discriminazione verso questo gruppo, che si è vista in precedenti risoluzioni dell'Ufficio di Presidenza, e non vorrei si riflettesse anche nelle modalità di conduzione dell'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione… Onorevole Buttiglione, la prego di ascoltarmi: lei ha avuto la responsabilità che ho io in questo momento, e rimango molto colpito dalle sue parole, perché lei sa perfettamente che chi sta qua dentro innanzitutto opera in buona fede e nel rispetto del Regolamento. Quindi lei lo dovrebbe dare… Come io lo davo per scontato quando lei presiedeva, mi auguro che lei lo dia per scontato nel momento in cui presiedo io.

Aggiungo che lei è anche sfortunato, perché io stavo guardando, quindi non soltanto con l'aiuto dei commessi; quando ho aperto la votazione lei non ha alzato la mano; lei si è accorto in ritardo che voleva intervenire, quando io ormai avevo aperto la votazione, e per Regolamento non revoco la votazione. Questo per chiarezza!

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Invernizzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.60 Roberta Agostini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione. Lasciamo agli atti che l'onorevole Lauricella non è riuscito a votare.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 Fiano, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sul suo emendamento 4.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santanché. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie Presidente. Anche questo articolo dimostra la non volontà di andare al cuore dei problemi che abbiamo. Dimostra che non si vuole assolutamente risolvere. Ma voi pensate che possiamo risolvere il problema della radicalizzazione, dello jihadismo, della religione islamica (perché vedo e apprendo oggi con tristezza che si vuole anche fare una cosa per me tremenda: cambiare il linguaggio che dovrebbe essere una convenzione, invece cambiamo anche il linguaggio, capisco che jihadismo magari per mia nonna di Cuneo è più difficile da comprendere rispetto a terrorismo islamico e islamista, cambiamo anche il nostro linguaggio, abbiamo cambiato molti vocaboli, continuiamo anche in questa direzione), quindi, secondo voi, con i problemi enormi che abbiamo, che sono dimostrati, che sono documentati….

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Santanchè, colleghi possiamo abbassare il tono della voce gentilmente..grazie?

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. …della radicalizzazione nelle moschee (abbiamo visto anche ultimamente terroristi che passavano sul nostro territorio nazionale e che frequentavano questi sedicenti luogo di culto, le moschee), pensate che possiamo risolvere tutto questo con l'istituzione di un Comitato parlamentare? Ma qui la presa in giro non ha fine. Io credevo che avevate abbandonato il vostro approccio ideologico, che vi eravate liberati dall'ideologia che vi ha sempre accompagnato in tutti questi anni e che sareste riusciti a fare una legge che serviva veramente a risolvere il problema.

Poi, scusi, onorevole Pollastrini, lei non può dire che, in questo provvedimento, siete stati molto attenti a tutto ciò che compete alle donne, al riconoscimento del genere, all'attenzione dei diritti delle donne; scusi, ma sono frottole. Quando voi, maggioranza, tutti i giorni dialogate con quelle associazioni, che non hanno mai voluto firmare il documento, a loro più volte proposto, che prevede che gli uomini e le donne sono assolutamente pari. Non l'hanno mai fatto! Venite qui a prenderci in giro.

Voi, a cui penso rimanga un sussulto di quel femminismo che tanto mi ha fatto soffrire quand'ero ragazza, perché capivo che non era la volontà di risolvere, ma la volontà solo della ricerca del consenso delle donne. Ahimè, purtroppo, molte donne ci sono cadute e oggi è certo che le donne stanno peggio di quanto stavano ieri. Volete continuare su quella stessa strada anche con le donne musulmane? Complimenti, io non ci sarò, noi non ci saremo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Grazie, Presidente. Premesso, Presidente - mi rivolgo a lei, per il suo tramite mi rivolgo all'onorevole Santanchè - che qui nessuno prende in giro nessuno, perché qui i legislatori fanno le leggi, con opinioni favorevoli e contrarie, non c'è una presa in giro. La mia domanda è semplice: esiste già nel Parlamento italiano un'attività di Commissione o di Comitato parlamentare di attività conoscitiva sul fenomeno della radicalizzazione islamica, come è esistita in Francia o come è esistita in Germania o come è esistita in Gran Bretagna? Esiste o no già un'attività parlamentare conoscitiva di questo fenomeno? Esiste o no un Comitato parlamentare che potrà andare in ogni luogo a verificare? Nei luoghi di culto, negli ospedali, nell'attività della sanità pubblica, nelle carceri di questo Paese, sui luoghi del lavoro, per capire che cosa sta succedendo, dove sta succedendo, quanto sta succedendo e come sta succedendo che ci siano dei fenomeni di radicalizzazione che, come ha spiegato il collega Manciulli, tutti gli studiosi europei e del mondo ci dicono che sono gli antecedenti dei fatti di terrorismo e che dobbiamo capire dove si sviluppano e come si sviluppano e che, nel caso già configurano condotte penali, verranno consegnati a chi deve giudicare delle condotte penali.

Dunque, l'articolo 4, sul quale si è espressa, signor Presidente, la collega Santanchè, istituisce una cosa che non c'è ancora nel nostro Parlamento, se no dovremmo dire che solo inutili tutte le Commissioni d'inchiesta o di indagine o conoscitive parlamentari, anche la Commissione su Schengen, perché chi altro si sarebbe dato il compito di interrogarsi sul funzionamento di Schengen se non la Commissione che questa legislatura è stata presieduta dalla collega Ravetto? Allora, non avremmo dovuto fare neanche nessuna Commissione sugli altri temi di cui ci siamo occupati.

Noi crediamo che, al di là dell'attività del Governo, che ha uno strumento diverso e strategico che è il CRAD, il Parlamento - non mi importa di quale sarà il colore delle maggioranze parlamentari nei prossimi anni -, il Parlamento prenda coscienza di questo fenomeno diffuso e pericolosissimo che è la radicalizzazione islamica di matrice violenta jihadista. Noi, che saremo poi chiamati a fare leggi anche nuove, dobbiamo valutare la quantità, l'entità dove si verificano questi fatti, noi dovremmo essere in grado di studiare e di conoscere prima, per fare anche nuove leggi. Ma perché vi schierate contro la possibilità che il Parlamento sappia che cosa succede? Possiamo essere diversi nelle soluzioni, ma perché non volete studiare, perché non volete che il Parlamento sia il luogo della conoscenza di questo fenomeno? Chi, se non noi, dovrà fare leggi avendo prima delegato al Parlamento di conoscere che cosa di grave sta succedendo per questo fenomeno anche nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Guardi, che questo fenomeno sia drammatico, gravissimo, devo dire che il nostro gruppo parlamentare lo ha detto in ogni dove, non si può certo accusare noi di non aver mai sollevato la mano in quest'Aula per dire: attenzione c'è un problema gravissimo a cui dobbiamo porre rimedio, affrontarlo, ma farlo in maniera seria, farlo con strumenti idonei e il Comitato non è possibile pensare che sia il solo strumento - come qui è previsto, tra l'altro, perché c'è il Comitato e c'è l'organo governativo, non c'è altro -, non si può pensare che con questi due strumenti si possa affrontare seriamente e risolvere un problema gravissimo quale quello della radicalizzazione e del terrorismo. Questo è il punto di fondo.

È inutile che continuate a giocarci intorno e a voler gettare su di noi una palla che noi, molto gentilmente, vi rimandiamo nella vostra metà del campo, perché voi non state affrontando con questo strumento legislativo il problema nella sua profondità. State probabilmente mettendo alcuni paletti per evitare - magari nella prossima campagna elettorale - di sentirvi dire che non avete fatto niente. Quello che c'è scritto qua, che nelle intenzioni probabilmente era sicuramente cosa buona e giusta, poi lo avete tradotto in un nulla di fatto: questo è il problema.

Permettetemi anche di tornare su alcune parole che ho sentito dall'ex Ministro Pollastrini. Io, guardi, non mi accontento, Presidente, per il suo tramite ovviamente, io non mi accontento che in questo testo ci sia un po' qua e un po' là il riferimento alla libertà della donna e ai diritti della donna, quando in quest'Aula abbiamo fatto delle battaglie, a partire, anche dai governi di centrodestra, dove ci avete sempre accusato che eravamo timide, che non avevamo il coraggio di affrontare alcune battaglie. Beh, allora vi ricordo soltanto una cosa: che le maggiori e più importanti battaglia sulle donne e sulla libertà delle donne le abbiamo condotte e portate a casa noi, quando eravamo al Governo. Voi qui avevate la possibilità (Commentidi deputati del gruppoPartito Democratico)… Sì, guardate, andatevi a vedere quello che è stato fatto, perché delle vostre battaglie ci ricordiamo molto le chiacchiere, alcuni slogan veterofemministi di lontana memoria, ma non ci ricordiamo fatti molto concreti, sinceramente.

Era anche qui l'occasione per poter mettere nero su bianco, con estrema chiarezza, qual è la vostra idea di lotta e di difesa dei diritti delle donne e soprattutto delle donne musulmane e qui, anche da questo punto di vista, c'è un timido tentativo, un timido tentativo. Voi, a forza di timidi tentativi, prima o poi, non solo ci state facendo invadere, ma prima o poi scoppierà qui davvero qualche brutto guaio, anche perché se uno andasse a leggere quello che è riportato su alcuni giornali di oggi, al di là delle dichiarazioni di Bill Gates, che sinceramente, insomma, le lascio ad altri, a me spaventano molto di più le dichiarazioni che ho letto da parte di Emma Bonino, che ha certificato che era stato deciso che tutti gli arrivi dovevano pervenire nei porti italiani. Ecco, rispetto a quelle dichiarazioni, questo testo è molto, molto timido, non serve a nulla: ecco quello che vi stiamo criticando, perché nessuno di noi non vuole combattere il radicalismo, nessuno pensa che non si debba affrontare questo tema, ma non si può fare in questo modo (Commentidi deputati del gruppoPartito Democratico), questo è il problema. Come sempre…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Grazie.

BARBARA SALTAMARTINI. Ma li lasci parlare, li lasci sfogare, Presidente, perché capisco che si sentono un po' frustrati.

PRESIDENTE. Lei si rivolga a me, le è rimasto un minuto.

BARBARA SALTAMARTINI. Li lasci pure sfogare. Detto questo, voi dovevate affrontare il tema, noi ve lo abbiamo detto più volte, vi abbiamo fatto anche alcune proposte, le avete sempre rigettate, pensando e muovendovi solo e soltanto in una logica ideologica, questa sì, da parte vostra e mai – mai! - cercando di andare ad analizzare il problema fino in fondo, e soprattutto mai – e poi mai! - guardando all'interesse degli italiani, che dovrebbe venire prima di tutto, ma voi questa cosa la mettete sempre in secondo piano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Per il suo tramite, Presidente, vorrei ricordare all'onorevole Fiano, vorrei tranquillizzarlo, più che altro in ordine al fatto che anche a noi piace studiare i provvedimenti, ma riteniamo che per farlo non sia necessario istituire un comitato parlamentare. Riteniamo, invece, il comitato parlamentare l'ennesimo spot contenuto in questa legge. Questa è una legge bandiera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), è questa la ragione - lo ribadisco - per la quale noi voteremo contro questa legge e voteremo per tutti gli spot contenuti in ciascun articolo di questa legge. Non è con una legge spot, con una legge bandiera, che si dimostra di avere una strategia per contrastare un fenomeno che il Governo e la maggioranza hanno dimostrato di non avere la capacità di contrastare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà. Ha un minuto.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente, di essersi accorto della mia esistenza in vita e della mia presenza in quest'Aula. Noi voteremo questo articolo e voteremo anche la legge, senza l'illusione che questo articolo e questa legge risolvano il problema della radicalizzazione. Vorrei dire che quello del benaltrismo è un vizio tipico della sinistra italiana. Ben altre sono le cose che sarebbero necessarie, certo, ben altre sono le cose che sarebbero necessarie, però questa è una cosa, piccola, da non enfatizzare, ma utile: il Parlamento italiano si dota di uno strumento per monitorare questo fenomeno.

Certo, bisognerà poi discutere come questo si collegherà con una politica complessiva, che in parte è stata avviata e in parte è da costruire, ma cerchiamo, almeno sul terrorismo, di essere uniti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, io mi sono disamorato quando è arrivata questa legge in Commissione. Speravo che ci fosse un sussulto da parte del Parlamento, che veramente si volesse prendere atto del pericolo dell'estremismo islamico, del terrorismo islamico. Vede, non sono neanche seduto tra i relatori di minoranza, pur essendo il relatore di minoranza, perché ho capito che questa è una legge manifesto, per far vedere che siamo in grado di scrivere qualcosa, anzi, peggio, che siamo in grado di fare un altro piccolo ‘poltronificio', perché l'articolo di cui stiamo discutendo, l'articolo 4, altro non è che un altro piccolo ‘poltronificio' (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), con cinque deputati, cinque senatori, e poi il corollario di spese che ne verranno fuori e che sono già indicate, sono di circa un milione l'anno oggi, destinate ad aumentare, per - dice Fiano - per che cosa? Per far conoscere al Parlamento i frutti del monitoraggio.

A parte il fatto che esistono i Ministeri che devono monitorare, a parte il fatto che esistono le Commissioni che devono lavorare, dove non ci sono solo cinque componenti, ma ci sono i rappresentanti di tutti i gruppi e, quindi, è più ampia e più in grado di monitorare. Quello che mi chiedo io, Presidente, e vorrei che lei che è un illuminato protagonista di quest'Aula mi ascoltasse, vede, oggi, alle ore 11, non ieri, non domani, oggi, alle ore 11, il Presidente dell'ANAC, l'Autorità nazionale anticorruzione, era qui in Parlamento a riferire la relazione annuale alla Camera dei suoi lavori di monitoraggio e di studio! Sapete, alla presenza del Capo dello Stato, si è svolta nella Sala della Regina, mentre noi lavoravamo: non gliene è fregato niente a nessuno di quella relazione, men che meno fregherebbe al Parlamento di una relazione di monitoraggio, che magari faremmo alle 9 del mattino mentre qui si fa tutt'altro, alla presenza di tre o quattro agenzie, che recherebbero otto righe di resoconto.

E, allora, Presidente, non è così che si spendono i soldi, non è così, dateglieli a un giornale, fate una pagina di giornale, fate almeno di più, perché tanto quello è poi l'obiettivo, non è così che si affronta soprattutto il pericolo del terrorismo islamico.

In un successivo intervento, se ne avrò la possibilità, dirò della vergogna della esclusione di un nostro emendamento - so che ne ha parlato la collega Santanchè prima -, dell'avere dichiarato inammissibile un emendamento, che voleva in qualche modo verificare cosa succede nelle moschee, ne parleremo più avanti; ma questa vicenda della commissione o, come si chiama, coordinamento, comitato, del nuovo ‘mini-poltronificio' con la scusa dell'Islam, grida veramente vendetta!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

ANGELO TOFALO. Grazie, Presidente. Io capisco che quattro anni di Governo Letta-Renzi-Gentiloni abbiano prodotto ormai mezzo milione, 600 mila migranti passati qui in Italia, capisco che ci sia la necessità da parte di qualcuno, e non metto in dubbio assolutamente la competenza e la buona fede del collega Manciulli, ma capisco che, come dire, il PD debba parlare di questi temi per mettere un po' delle pezze, però, ecco, non accetto giocare su alcune parole delicate e confondere, non tanto, come dire, colleghi che magari non conoscono questi temi, ma soprattutto chi ci ascolta.

Bene, oggi noi stiamo parlando di misure per la prevenzione della radicalizzazione dell'estremismo jihadista, stiamo parlando anche, quindi, di terrorismo, di lotta al terrorismo e di sicurezza. Nell'articolo precedente, ci siamo astenuti, ma ricordo che c'è un CISR che si occupa già di queste materie. Sull'articolo 4 noi voteremo assolutamente contro e mi sarei aspettato anche dai relatori non un Comitato parlamentare, ma una Commissione d'inchiesta fatta con legge, che finisca poi a fine legislatura.

In realtà, si vanno, ahimè, a creare altre poltrone inutili e si vanno a intrecciare parole importanti e utilizzate in modo sbagliato. Allora, io capisco che nel 2015, io ero relatore di minoranza del cosiddetto DL antiterrorismo, non ripeto le cose dette allora, però si puntò molto sulla repressione; oggi si vuole, dopo due anni, correre ai ripari, giustamente, lo diceva prima il collega Manciulli, e puntare molto alla prevenzione, però non dobbiamo confondere due tipi di prevenzione: una culturale, della quale giustamente parlava prima il collega, e un'altra operativa. Allora, la prevenzione la fa l'intelligence, va aiutata l'intelligence, va fortificata l'intelligence, vanno dati fondi all'intelligence per quella che è una prevenzione operativa, senza intrecciare comitati, CISR, stanze di Governo e creare maggiore confusione. E, poi, c'è una prevenzione, e quella sulla quale concordo è quella culturale, che, ahimè, un Paese come l'Italia, un Paese democratico, un Paese civilizzato, un Paese normale, dovrebbe fare nelle sue scuole. Purtroppo, e lo dico con grande tristezza, in questi anni questo Governo è stato capace di distruggere anche la scuola pubblica. Tante cose, tanti passi in avanti da un punto di vista di diffusione della cultura e della sicurezza, io li farei insegnare fin dall'asilo, dalle scuole elementari, nuove materie, materie come la security, la safety, materie come l'intelligence, metodi logici, metodi su come comportarsi in certi momenti. Di certo, non serve una proposta di legge che - lo possiamo dire chiaramente qui tra di noi, siamo tutti maggiorenni e vaccinati - non arriverà nemmeno in Senato e già è stato detto che, se dovesse arrivare in Senato, non voglio offendere nessuno, ma una fesseria del genere non passerebbe nemmeno. Per cui, Presidente, non perdiamo tempo, ci sono cose più importanti sulle quali votare e andiamo avanti veloci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manciulli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANCIULLI. Ho grande rispetto delle opinioni altrui, vorrei ricordare che il Parlamento francese ha istituito qualche mese fa la Commissione Piétrasanta; il Parlamento inglese ha istituito un'analoga commissione, che naturalmente sarà probabilmente rinnovata da questo Parlamento; così ha fatto anche il Parlamento tedesco e c'è un invito formale dell'Unione europea a farlo un po' da tutte le parti. Per quale motivo? Perché si tratta di una materia nuova, che assume ogni volta contenuti molto diversi. Per esempio, vorrei invitarvi a guardare - e chiudo - il fatto dell'utilizzo dei giochi elettronici come metodo di estensione della propaganda jihadista negli adolescenti. Si tratta di fenomeni che hanno un loro divenire e che hanno bisogno di trovare un'omogeneità legislativa in sede europea e dei Parlamenti europei. E questo chi lo deve fare, se non i Parlamenti? Abbiamo fatto comitati per tutto, lo possiamo fare anche per fare una normativa europea all'altezza e in comunicazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

PRESIDENTE. Ora, onorevole relatrice, ci indichi la strada da seguire.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Io chiedo di accantonare l'articolo 5 nella sua interezza e di passare, se possibile, all'articolo 6.

PRESIDENTE. Va bene.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento 6.50 Fiano il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.50 Fiano.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.50 Fiano, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3558-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento 7.50 Centemero, parere contrario; sull'emendamento 7.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), parere favorevole; sui successivi emendamenti 7.51 Santerini, 7.60 Roberta Agostini e 7.52 Dadone invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 7.61 Gregorio Fontana, parere favorevole. Sull'articolo aggiuntivo 7.050 Rampelli, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.50 Centemero, sul quale, oltre al parere contrario della relatrice e del Governo, c'è il parere contrario anche della V Commissione (Bilancio).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.50 Centemero, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Onorevole La Russa, mi era mi è parso di capire che vuole intervenire sul prossimo emendamento? No, era solo un avviso.

Passiamo all'emendamento sull'emendamento 7.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della relatrice e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'emendamento 7.51 Santerini, sul quale c'è un invito al ritiro. Onorevole Santerini?

MILENA SANTERINI. Presidente, lo ritiro con rammarico, perché prevedeva, come l'altro mio, il coinvolgimento delle comunità religiose, perché lo jihadismo non si sconfigge dall'esterno ma, come sappiamo, principalmente all'interno. Quindi, poiché questo è anche nello spirito della legge, io credevo che andasse meglio esplicitato.

PRESIDENTE. C'era anche il parere contrario della V Commissione, onorevole Santerini.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice per la maggioranza. Vorrei specificare, attraverso lei, Presidente, che lo spirito e anche la finalità che ha sottoposto alla nostra attenzione l'onorevole

Santerini sono contenuti, comunque, in parti della legge che abbiamo già votato, che fanno esplicito riferimento alla presenza delle comunità religiose sia nel CRAD che nella possibilità di essere coinvolte dal Comitato parlamentare. Questo emendamento, come quello precedente, ha avuto parere contrario su esplicita richiesta della Commissione Bilancio. Però, se può contare la mia parola, volevo dire all'onorevole Santerini che il tema è stato già assunto.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, su questo non posso darle la parola perché è stato ritirato.

IGNAZIO LA RUSSA. Faccio proprio questo emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Adesso ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, non che io sia felice di questo emendamento o dello spirito che lo muoveva, ma lo si può leggere in tanti modi. Voi non avete ritenuto nessuno di presentare un emendamento come quello che abbiamo presentato, ma che, inopinatamente, la Presidente Boldrini ha dichiarato inammissibile: era quello, in qualche modo, di regolamentare cosa succede all'interno di una moschea, di fare un albo degli imam, di vedere che lingua parlano, di cosa parlano.

Indirettamente, anche se lo spirito con cui questo emendamento è stato posto è diverso, dire che bisogna coinvolgere le associazioni religiose - immagino che intenda gli imam e, quindi, quelli che controllano le moschee e quant'altro - mi offre lo spunto per dire che è assolutamente esecrabile - lo sottolineo, Presidente - la scelta politica, non tecnica, della Presidenza della Camera di rendere inammissibile un emendamento che era di prevenzione.

Non c'è ragione: io conosco la tecnica con cui si dichiarano ammissibili o inammissibili gli emendamenti e, in questo caso, è solo un fatto ideologico, di cui si assume la piena responsabilità il Presidente Boldrini, che avrei voluto fosse presente oggi in Aula. Non è possibile cancellare un emendamento di prevenzione, non con il voto che avreste dato contrario, ma con una scelta a tavolino della Presidenza senza alcun precedente politico. Non si è mai visto che si esclude un emendamento perché non piace al Presidente. Lo dico e lo affermo: solo perché non piace al Presidente, che si guarda bene dal fare qualcosa a favore delle donne islamiche costrette in quella condizione che tutti conoscete.

Allora, faccio proprio questo emendamento, che boccerete, ma vi voglio vedere dopo averlo presentato come votate: se siete dei pecoroni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) a seguire le indicazioni dal pastore di turno o se davvero vi interessa fare qualcosa di concreto per limitare i rischi dell'estremismo islamico, qualcosa di piccolo, di concreto. Cominciare a controllare le moschee: ma se non controlliamo le moschee, pensate che i vostri comitati, i vostri corsi di addestramento, i vostri i comitati a Roma servano veramente un briciolo a diminuire il rischio del terrorismo islamico? Ma non fate ridere il mondo! L'hanno fatto la Francia e la Germania: intanto, sono altri Parlamenti e lì l'ha fatto una Commissione, non un comitato cinque più cinque, alla chetichella: facciamo dieci poltrone dei partiti più grossi e chi s'è visto s'è visto. Ma chi volete prendere in giro?

Faccio proprio questo emendamento, e votiamo a favore nello spirito che ho detto, che può essere assai diverso dallo spirito con cui è stato presentato. Ce lo dirà la presentatrice, se vuole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, innanzitutto, visto che in quest'Aula applichiamo il Regolamento, do per scontato che l'emendamento lo fa proprio chi può farlo, cioè il suo capogruppo, perché lei non può fare proprio l'emendamento. Acquisito questo, le vorrei far presente, onorevole La Russa, che ovviamente io respingo le sue considerazioni riguardo la decisione…(Commenti del deputato La Russa). Onorevole La Russa, l'avrei potuto interrompere, l'ho fatta parlare, adesso lei ascolta me. Respingo le sue valutazioni sul fatto che la decisione della Presidenza sia stata una decisione politica. Lei può politicamente contestare tutte le decisioni della Presidenza, la Presidenza assume le sue decisioni sempre in base all'applicazione del Regolamento.

IGNAZIO LA RUSSA. Dovrebbe!

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, non mi interrompa! Se lei fosse stato qui, se avesse avuto la gentilezza di stare qui quando ho letto le motivazioni per le quali i tre emendamenti sono stati considerati inammissibili, avrebbe verificato che ciò è stato fatto esclusivamente sulla base delle applicazioni delle norme regolamentari. Che lei voglia interpretare le cose in un altro modo, è lecito che lo faccia ed è lecito anche che lo dica, ma non le posso consentire qui dentro di sostenere che la Presidenza abbia agito in termini politici: la Presidenza applica il Regolamento (Commenti del deputato La Russa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, l'UDC voterà a favore di questo emendamento, credo nello spirito con il quale l'emendamento è stato potenziato. Già precedentemente ho fatto notare come l'interlocutore primario di azioni di prevenzione culturale siano le comunità religiose, ma in questo testo, ahimè, le comunità religiose sono al massimo ricordate in modo marginale. Rafforzare questo elemento ci pare assolutamente positivo. Aggiungo che non capisco quali siano gli oneri finanziari che possono indurre la V Commissione ad avere paura di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Presidente, se, al di là delle nostre diverse legittime posizioni, leggessimo i testi, onorevole La Russa - lei è un conoscitore della lettura rapida dei testi di legge -, rispetto al coinvolgimento delle comunità religiose, a prescindere dal parere contrario, il testo riguardo i compiti del Comitato ministeriale dice: prevedendo la presenza di rappresentanti di Ministeri, nonché di qualificati esponenti di istituzioni, enti ed associazioni operanti nel campo religioso, culturale, educativo e sociale e della consulta per l'Islam italiano, istituita con decreto del Ministero dell'interno del 10 settembre 2005.

Quindi, primo: nel Comitato che si istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si dice di più dell'emendamento al quale noi voteremo contrario; il Comitato parlamentare, nel testo della riformulazione - al momento devo dire sospesa dalla relatrice, perché lo rivedremo ancora in Comitato dei nove, comunque non posso che leggere il testo che è stato presentato come riformulazione -, svolge attività conoscitiva anche in loco dei fenomeni della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista, con particolare attenzione ai diritti delle donne, dei minori, eccetera; il Comitato svolge la sua attività altresì attraverso l'audizione di figure istituzionali componenti di magistratura, forze di polizia, presidi, dirigenti scolastici, direttori sanitari, direttore di istituti penitenziari, ministri di culto e guide religiose, operatori sociali ed esperti, anche attraverso l'esame di rapporti da loro redatti. Ma chi, fuori da quest'Aula, potrebbe dire, a fronte di questi due testi, ancorché il secondo è per il momento sospeso, che non si è contemplata la partecipazione delle comunità religiose nella strategia complessiva, che ha due gambe, una riguarda l'attività di produzione di strumenti da parte del Governo e una l'attività conoscitiva della Commissione parlamentare, che riguarda tutte le figure, e dunque tutte le sedi, che qui ho citato? Ma perché fate polemica su cose che non ci sono scritte. E chi mai avrebbe potuto immaginare una legge che riguarda la radicalizzazione di matrice violenta e jihadista senza pensare anche a tali rappresentanti? Dico anche, perché non è solo lì: vorrei ricordare che l'80 per cento di coloro che sono stati attori degli attentati terroristici in Europa negli ultimi anni non provenivano dalla frequentazione di moschee. Ma ovviamente dobbiamo occuparci anche di quello - ovviamente! -, in maniera certa e assoluta, e noi lo scriviamo sia per quello che riguarda i compiti del CRAD sia per quello che riguarda i compiti parlamentari del Comitato. Fate polemica su altro, dite che ci vuole qualcosa di più, ma non diteci una cosa che non c'è, se è già scritta, perché non fate una bella figura rispetto all'impegno che evidentemente non avete messo nel leggere il testo di legge che qui presentiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che la componente Direzione Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà lo svolgimento, per ciascun emendamento, di un breve intervento, per illustrare la posizione della componente, della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Presidente, colgo proprio in un minuto lo spunto del suo dialogo col collega La Russa, nel quale lei, per carità, non solo legittimamente ma con buone ragioni, dal suo punto di vista, rivendica il punto giuridico e le ragioni giuridiche per cui la Presidenza ha deciso tecnicamente la reiezione e non l'ammissione di alcuni emendamenti. Però, sia consentito dire che il collega La Russa ha ragione da vendere - ed è il tema che noi cerchiamo da questa mattina di porre - a porre il punto non tecnico-giuridico nell'interlocuzione con lei ma il punto politico nell'interlocuzione con la maggioranza: non c'è una strategia, stiamo ragionando su un pezzetto di uno spezzatino. Oggi ci proponete la leggina di buone intenzioni contro la radicalizzazione, con cose positive e altre francamente inutili, pleonastiche, superfetazioni senza senso tra Comitati parlamentari, numeri verdi e corsi di lingua, però domani votate lo iussoli e altre norme pro-invasione, fingendo di non comprendere che sono due cose che vanno viste insieme!

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELE CAPEZZONE. Chiudo, scusi Presidente. Quando ci dite che le moschee sono un altro problema, che le moschee sono un'altra questione, date un certificato, un'autocertificazione del vostro spezzatino e dell'inconsistenza proprio di visione e di inconsistenza culturale con cui affrontare questa emergenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Presidente, che questa legge sia, come già qualche mio collega ha detto, una legge bandiera, uno spot, è abbastanza evidente. In Commissione non c'ero, non facendone parte, e non ho seguito nei lavori di Commissione quello che è stato poi l'evolversi, perché vedo che una cosa era la proposta iniziale, che poi in Commissione è stata arricchita di tanti passaggi, di tanti spunti, e immagino che, al di là della costituzione del CRAD, del piano strategico nazionale, dei centri di coordinamento regionale che devono dare attuazione, ci si sarà anche chiesto dove svolgere questa attività. Infatti, c'è in qualche articolo specificato dove questi comitati, queste commissioni devono andare a svolgere il monitoraggio, e si citano le scuole, gli ospedali, si citano perfino gli ambulatori pubblici, le carceri, i penitenziari, Internet, i luoghi d'accoglienza, però non si cita - e mi rifaccio all'intervento che ho fatto precedentemente, chiedendo di dare risposta a quante volte questo provvedimento, che è riferito alla prevenzione sulla radicalizzazione jihadista, per il quale è ovvio, banale, scontato che i centri più da attenzionare rispetto a questa attività siano le moschee -, nemmeno una volta il termine moschea. E che credibilità volete dare a un provvedimento del genere, quando evidentemente non avete il coraggio, per non offendere quella parte violenta, che poi potrebbe reagire, di citarla?

Cadete perfino nel ridicolo - scusate il termine, ma non mi viene altro termine in mente - quando avete emendato - e che siate caduti nel ridicolo lo dimostra il fatto che ne avete chiesto l'accantonamento -, quando si parla, appunto, dei luoghi dove svolgere questa attività. Un emendamento - lo leggo perché so che spesso, io per primo, sono disattento nell'attività di voto, invece voglio attirare l'attenzione dell'Aula - accantonato proposto dalla Commissione già dà l'idea della confusione che c'è rispetto a questa attività legislativa. Quando si parla che il Comitato svolge l'attività di monitoraggio dei fenomeni di radicalizzazione a un certo punto si dice, emendato, “anche in loco”. Ripeto “anche in loco”, cioè si vorrebbe sostituire “anche in loco” per il termine “anche nelle moschee” che non si ha il coraggio di dire. Pertanto, davvero ritengo che questo passaggio legislativo sia inutile e anche dannoso, perché non è con le leggi bandiera che si affrontano i problemi veri del Paese e quella della radicalizzazione è un problema estremamente serio, estremamente tragico e non lo si affronta nel modo in cui voi lo state trattando.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.51 Santerini ritirato dalla presentatrice e fatto proprio dal gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 7.60 Roberta Agostini. Onorevole Agostini, accede all'invito al ritiro?

ROBERTA AGOSTINI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato le spiegazioni della relatrice che mi sono sembrate convincenti e, quindi, accetto la richiesta di ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento 7.60 Roberta Agostini è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.52 Dadone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.61 Gregorio Fontana.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Sono favorevole all'emendamento presentato da Gregorio Fontana. Presidente, mi permetterà non di replicare ma, avendo letto le motivazioni con cui ci è stata negata la possibilità di affrontare il tema della regolamentazione delle moschee, di ribadire quanto ho detto prima.

L'argomento che è stato usato è che non si tratta della stessa materia, ma se non c'è materia simile in una proposta emendativa come questa che recita - voglio ricordare di cosa parla - : Istituzione del registro pubblico delle moschee e disposizioni in materia di imam. Coloro che esercitano la funzione di imam o sono comunque responsabili del luogo di culto, che devono fare? Debbono, mediante apposita domanda presentata alla prefettura-ufficio territorio del Governo, devono dire che vogliono fare questa cosa, un albo e poi altre norme…

PRESIDENTE. Onorevole La Russa…

IGNAZIO LA RUSSA. No, Presidente, perché io vede capisco, mi lasci finire…

PRESIDENTE. Non posso lasciarla finire su un argomento che è archiviato, capisce? Lei deve intervenire sull'emendamento.

IGNAZIO LA RUSSA. Le dico che con questo sto motivando il voto favorevole all'emendamento.

PRESIDENTE. Sì, però, lo motivi parlando dell'emendamento in esame, non di quello precedente.

IGNAZIO LA RUSSA. Poiché quella proposta emendativa, di cui sto lamentando l'indebita, immotivata, vergognosa eliminazione con un colpo politico della Presidenza della Camera, non c'è, non posso che votare a favore dell'unico emendamento che proviene dall'area della opposizione che avete dichiarato ammissibile, proprio per far risultare come siano ammissibili gli emendamenti che non creano problemi, mentre quando c'è da andare a toccare il sacro e inviolabile potere autonomo dell'imam in Italia, voi fate passi indietro, anche travolgendo le normali regole parlamentari che presiedono all'ammissibilità degli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. L'UDC voterà a favore di questo emendamento perché è evidente che ci sono forti esigenze di aggiornamento delle forze di Polizia per far fronte alle minacce del terrorismo in questo ambito e nell'ambito culturale. Mi consenta di osservare rivolgendomi, per suo tramite, all'onorevole Fiano che in genere io leggo i testi legislativi sui quali mi devo pronunciare e che certamente le comunità religiose sono ricordate, ma non con la centralità che vorrei in un provvedimento di questo tipo. Infatti, ad esempio, il dialogo ecumenico è un fattore fondamentale per la lotta contro il terrorismo e non è ricordato; come non c'è la centralità del dialogo con le comunità che avrei auspicato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.61 Gregorio Fontana, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7.050 Rampelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

FABIO RAMPELLI. Presidente, ferme restando le critiche che abbiamo potuto già manifestare relativamente, a nostro giudizio, alle pessime interpretazioni del Regolamento della Camera in ordine alle ammissibilità (poi ci torneremo su quando parleremo dell'articolo 8 in particolare), vorrei che i colleghi facessero attenzione a questo emendamento, perché è un emendamento che evidentemente è sfuggito alla censura, ma che è un emendamento particolarmente significativo, sicché dal mio punto di vista davvero risulterebbe difficile poter contrastare o bocciare. L'emendamento in buona sostanza chiede, all'atto dell'identificazione dei cittadini stranieri rintracciati in posizione di irregolarità… - lo leggo proprio perché non voglio che ci sia né trucco né inganno, quindi non per manifestare da un punto di vista dell'oratoria una capacità di induzione a un voto diverso: è così che dice il nostro emendamento - di irregolarità sul territorio nazionale, o soccorsi nel corso di operazioni di salvataggio in mare, di cui all'articolo, eccetera, è altresì effettuato un controllo relativo agli eventuali precedenti penali o sospetti per attività terroristiche di matrice jihadista a carico dei singoli, registrati nei Paesi d'origine o in quelli di provenienza all'arrivo in Italia.

Piacerebbe davvero poter capire - grazie per averlo reso ammissibile, questo emendamento - come si possa dichiarare un voto contrario, relativamente alla necessità, che è un'urgenza evidente e manifesta, di andare a capire che cosa c'è nella fedina penale di una persona che senza autorizzazione si introduce all'interno dei nostri confini nazionali, soprattutto in ragione del fatto che oggi si sta tentando di esaminare un provvedimento che vorrebbe prevenire la radicalizzazione jihadista e violenta in Italia. Se noi preventivamente riusciamo a capire quali sono i precedenti penali di colui che si introduce clandestinamente nei nostri confini, penso che abbiamo fatto, come si dice dalle mie parti, scopa, cioè abbiamo evidentemente prevenuto in maniera concreta e oggettiva la possibilità che qualcuno con precedenti penali di questa natura possa, una volta arrivato in Italia, magari fare azioni di propaganda per reclutare altri fenomeni di radicalismo islamico. Quindi io chiedo un voto trasversale di buonsenso a favore di questo emendamento, che certamente ci aiuta a prevenire più di ogni altra chiacchiera la radicalizzazione islamista e violenta in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, io la ringrazio per questo intervento, anche perché la voglio rassicurare che non è sfuggito: esattamente proprio perché non c'è nessun disegno, non è stata fatta nessuna valutazione politica, questo emendamento è stato valutato a termini di Regolamento e è stato deciso che era ammissibile; a differenza dell'altro, proprio perché non c'è alcun disegno.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santanchè. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Presidente, anche questo emendamento, che come ha già detto il collega Rampelli, non si capisce perché dovrebbe… Cioè, il Governo, e anche la maggioranza, il relatore si sono espressi col voto contrario: è un altro motivo che ci fa evincere che non si vuole assolutamente risolvere il problema della radicalizzazione.

Ma qua c'è un altro motivo che mi preoccupa: si vogliono creare cittadini di serie A e cittadini di serie B; e cittadini di serie B sono gli italiani, perché quante volte per fare molte cose nella vita quotidiana di tutti i giorni a noi italiani è chiesta la nostra fedina penale? Quante volte ci sono chiesti i carichi pendenti, se facciamo concorsi, se apriamo un conto corrente? Non è che non conta se uno ha commesso dei reati! Allora mi dovreste spiegare… Ma non a me: dovreste spiegare agli italiani perché per voi è una cosa assolutamente assurda andare a vedere i carichi pendenti delle persone che arrivano nel nostro Paese, cioè se sono dei delinquenti perché hanno commesso dei reati nei loro Paesi d'origine.

Io capisco che voi volete assolutamente accogliere tutti e che state fabbricando delinquenti; io dico: a me di delinquenti bastano gli italiani, non voglio importare delinquenti, perché mi bastano già i nostri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)! Allora non è che è sempre l'estremista Santanchè che dice queste cose: andate a vedere la popolazione carceraria, il 40 per cento è formata da extracomunitari. Per cui non è che le mie sono parole estreme: sono semplicemente parole che ricalcano i dati che sono sotto gli occhi di tutti.

Ma come mai vi fa così tanta impressione poter vedere i reati che hanno commesso? Come mai un emendamento così di buonsenso, e così per altro che toglie quella discriminazione che viene fatta tra gli italiani e gli altri, vi fa inorridire? Ma di che stiamo parlando? Io credevo che questa legge fosse volta a risolvere il problema della radicalizzazione del terrorismo islamista. Ma qua ci sono parole che a voi fanno venire l'orticaria, perché, voglio dire, state facendo questa legge con un approccio ideologico. Non sono contenute le parole moschee, pochissime volte; le donne, ve l'ho già detto prima, anziché liberare le donne musulmane dal clan maschile, che ve ne “frega” a voi che le portino in giro come prigioni portatili? In più, respingendo questo emendamento, discriminate ciò che tutti i giorni è chiesto a noi italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Presidente, per chiedere di poter sottoscrivere l'emendamento, e chiedere ancora al relatore e al Governo di cambiare eventualmente parere su questo emendamento. Perché considerata quella sorta di pianificazione dell'invasione del nostro territorio che proseguite a portare avanti con la vostra scriteriata politica di agevolazione di arrivo di migliaia di immigrati sul nostro territorio, al di là delle roboanti prese di posizione di Minniti, che annuncia un giro di vite che però nei fatti facciamo fatica a rintracciare; al netto di questo noi riteniamo che, perlomeno in considerazione del fatto che arrivano qui da noi centinaia di migliaia di immigrati, perlomeno accogliendo questo emendamento potremo prevenire la possibilità che sul nostro territorio circolino indisturbati dei potenziali terroristi: acquisendo delle informazioni dalle ambasciate oppure dai Paesi di origine rispetto alla posizione che vede coinvolti i soggetti che sul nostro territorio arrivano, per verificare la loro eventuale vicinanza a posizioni di radicalismo islamico, o a posizioni addirittura che li pongono all'interno di strutture di terrorismo internazionale. Ecco, per prevenire la possibilità che queste persone possano circolare indisturbate senza che noi si sia perlomeno in possesso di queste informazioni, e per far sì che queste persone non possano circolare, e vengano magari trattenute e respinte, riteniamo che l'accoglimento di questo emendamento sia doveroso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, io credo che come legislatori dovremmo avvertire nei confronti del popolo italiano forte imbarazzo, per il fatto stesso che in discussione di un provvedimento si renda necessario presentare un emendamento di questa fatta, e che richiede una cosa così ovvia e banale. Ma la circostanza che rispetto ad un emendamento così ovvio e banale ci sia un'espressione di parere contrario da parte della maggioranza, mi fa rivedere tutta quella presunzione di buona fede che avevo voluto riconoscere in un mio intervento oramai qualche mezz'ora fa, onorevole Presidente, in cui spiegavo i motivi per cui, a latere delle presupposte buone intenzioni, temevamo che questo fosse l'ennesimo strumento fatto per arricchire i professionisti dell'assistenzialismo d'autore.

Questa è la conferma che non vi interessa arrivare a destinazione dell'obiettivo, ma avete già dietro le vostre spalle qualche organizzazione pronta a mettere le mani sui danari pubblici che una volta di più distrarrete dai fondi della Comunità per darli ai vostri amici che si inventeranno i nuovi difensori dei nuovi islamici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. La ringrazio, Presidente. Per il suoi tramite, vorrei dire ai colleghi che sono sin qui intervenuti sull'articolo aggiuntivo 7.050: dunque la vostra opinione è che, in assenza dell'approvazione di questo articolo aggiuntivo a firma Rampelli, la magistratura italiana, le forze dell'ordine, i carabinieri, la Guardia di finanza, la Guardia costiera (ai quali rinnovo qui il ringraziamento, come ieri ha fatto il Ministro Minniti e buona parte del Parlamento, per tutto ciò che hanno fatto in questi anni), non attuerebbero le leggi già in vigore dello Stato nell'atto di identificazione di una persona che giunge nel nostro Paese. Questa è una notizia. Voi state accusando di non osservare le leggi che prevedono, per il corpo giuridico del nostro Paese, l'atto di identificazione di una persona e l'applicazione della legge che abbiamo approvato nel 2015 per la lotta al terrorismo e dunque delle indagini su tutte quelle fattispecie, di atti di adesione, di atti di propaganda, che, come all'inizio dicevo, non abbiamo rimesso in questo testo di legge che è un testo di legge che riguarda la prevenzione. La materia del colpire la condotta penale che riguarda l'adesione al fenomeno terroristico di matrice jihadista o altro è già prevista nel nostro corpo giuridico.

FABIO RAMPELLI. Non è vero, non è così!

EMANUELE FIANO. Sarà ovviamente fortuna - e speriamo che continui così per sempre - se nel nostro Paese è così efficiente il sistema di espulsione di chi noi riconosciamo grazie alla azione indefessa di magistratura e forze dell'ordine come appartenente o che è entrato a far parte del circuito del terrorismo di matrice jihadista o islamista come dite. Sarà certamente un caso che siamo il Paese europeo che ha compiuto quest'anno il maggior numero di espulsioni di costoro! Sarà certamente un caso che tante indagini in Italia abbiano riguardato anche, in alcuni casi, qualcuno che è arrivato sulle nostre coste, e che sia stata sviluppata in maniera così efficace nel nostro Paese l'azione preventiva per il monitoraggio e poi l'isolamento ed eventualmente l'espulsione di costoro!

Le cose che voi qui chiedete sono già fatte nel nostro Paese. Le forze dell'ordine, i servizi di intelligence e la magistratura fanno esattamente questo per garantire la sicurezza del nostro Paese, ogni giorno. Questa legge si occupa di ciò di cui non si possono occupare le forze dell'ordine e la magistratura, perché è azione preventiva di contrasto a ciò che sta prima del terrorismo e che purtroppo molto spesso diventa terrorismo. Dunque quello che voi dite è che se non fosse approvato vorrebbe dire che in questo Paese non si fa azione preventiva per chi arriva nel nostro Paese. Invece si fa, e i risultati nel nostro Paese, sempre augurandoci di mantenere la fortuna che abbiamo avuto fino adesso per tutti noi, si vedono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. L'UDC non voterà questo articolo aggiuntivo, pur condividendone l'intenzione. Non siamo del tutto d'accordo con l'onorevole Fiano quando dice che tutto questo già si fa: le leggi prevedono che debba essere fatto, ma San Tommaso d'Aquino dice che ad impossibilia nemo tenetur. Oggi procedere a tali attività di identificazione è, in moltissimi casi, del tutto impossibile o straordinariamente difficile. Non per caso il Ministro Minniti ha detto che dobbiamo fare gli accordi per la riammissione con i Paesi d'origine che, in questo momento, spesso non collaborano neanche per l'identificazione, figuriamoci se collaborano per darci le informazioni relative ai precedenti penali.

Perché non votare una cosa che è positiva, ma ridondante? Perché il nostro sistema è già troppo disordinato, troppo pieno di ridondanze, non vale la pena di aggiungerne una in più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, non c'è la dichiarazione di voto sull'articolo?

PRESIDENTE. Ha parlato l'onorevole Rampelli.

IGNAZIO LA RUSSA. Io volevo parlare sull'articolo.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, l'articolo l'abbiamo già votato, siamo all'articolo aggiuntivo su cui è intervenuto l'onorevole Rampelli.

IGNAZIO LA RUSSA. Non ha importanza, non l'abbiamo votato, questo è un articolo aggiuntivo, non ha importanza comunque. Tanto un minuto mi va bene, parlo in un minuto.

Se davvero fosse ridondante, la lungimiranza della Presidenza della Camera, non avrebbe ammesso questo emendamento, caro Presidente. Lei non deve pensare che noi critichiamo le forze dell'ordine, pensi lei a non criticare la Presidente della Camera che invece lo ha ammesso. Allora tutto si può dire tranne che ognuno che entra in Italia venga sottoposto all'esame dei suoi precedenti penali.

Ma dove viviamo? Ma davvero pensiamo che tra quelli che arrivano in mare c'è qualcuno che controlla davvero se siano pericolosi, se hanno precedenti penali? Se vogliamo raccontare le favole, o come diceva un vostro non più amato esponente “pettinare le bambole”, allora facciamolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laboccetta. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, dopo aver ascoltato l'intervento dell'onorevole Fiano, anche io desidero sottoscrivere l'articolo aggiuntivo al nostro esame. Ciò detto, mi consentirete di fare un'osservazione rispetto a questa proposta di legge: a mio giudizio, è una proposta di legge che qualcuno porta avanti per salvarsi l'anima. Qualcuno oggi, in questa Aula, signor Presidente, ha voluto accusare il centrodestra addirittura di volere impedire lo studio, l'esame, l'approfondimento di questo fenomeno.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

AMEDEO LABOCCETTA. La verità a mio parere non può essere alterata, la verità è certamente un'altra: io credo che oggi bisogna ringraziare soprattutto le donne del centrodestra che in questa Aula, e fuori da questa Aula, anche in splendido isolamento, hanno portato avanti questa battaglia che ha determinato…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Laboccetta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

ANGELO TOFALO. Grazie Presidente. Io annuncio l'astensione su questo articolo aggiuntivo pur condividendo l'intenzione del collega, in particolare per alcune cose già dette, ma anche per le parole (“o al sospetto di attività terroristiche”), perché da cittadino italiano mi auguro che chi deve occuparsi dell'attività terroristica lo faccia e lo faccia bene. Ciò detto, sull'articolo 7 abbiamo votato a favore perché le attività di formazione vanno sempre incentivate pur ribadendo tutte le criticità mostrate dette prima nell'intervento precedente.

Vorrei però fare una considerazione, visto che più volte ho sentito “lo fa la Germania, lo fa la Francia”. Non è detto che ciò che fanno gli altri sia da emulare, sia da copiare. Ricordo che già nel “DL antiterrorismo” quando abbiamo copiato i francesi con la cosiddetta black list, ovvero oscurare contenuti sul web inneggianti al terrorismo, io criticai all'epoca molto questa cosa. Bene, a chi sta seguendo, spero che chi si occupa di queste materie stia osservando attentamente quanto sta accadendo in Francia, voglio semplicemente dire che il Ministero dell'interno francese sta avendo notevolissimi problemi e centinaia e centinaia di denunce di cittadini che si vedono oscurare contenuti, sembra ormai diventato un manganello politico. In Italia questo effetto ancora non si sta avendo, ma ovviamente noi del MoVimento 5 Stelle monitoreremo attentamente il Ministero dell'Interno quando prenderà questi provvedimenti che ancora devono entrare in una fase più avanzata. Per cui non sempre copiare gli altri è cosa buona e giusta.

Poi con una considerazione sul collega che mi ha preceduto: il Parlamento è veramente un posto assurdo, ed è strano che una persona che, fino a due mesi fa, stava in un posto, oggi siede qui - addirittura era in carica con il PD - e addirittura mi dicono abbia fatto anche richiesta di entrare in Commissione antimafia.

PRESIDENTE. Questo non c'entra con l'articolo aggiuntivo.

ANGELO TOFALO. Questo Parlamento sta diventando una barzelletta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.050 Rampelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Nel frattempo comunico che anche il gruppo della Lega Nord ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

PRESIDENTE. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, sarà nuovamente iscritto all'ordine del giorno a partire dalla seduta di martedì 11 luglio, dopo il seguito dell'esame del decreto-legge recante “Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.”. A seguire, nell'ordine del giorno della medesima seduta, sarà collocato il seguito della discussione delle mozioni in materia di trasparenza dei contratti derivati stipulati dal Ministero dell'economia e delle finanze.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per stigmatizzare la decisione dell'Ufficio di Presidenza di negare alla componente UDC-Idea la costituzione in gruppo parlamentare. Questa decisione contraddice in modo palese, a mio giudizio, il comma 2 dell'articolo 14 del Regolamento della Camera, che infatti consente la costituzione di un gruppo parlamentare con meno di venti iscritti, purché questo rappresenti un partito organizzato nel Paese che abbia presentato, con il medesimo contrassegno, in almeno venti collegi proprie liste di candidati. L'UDC è in possesso di questi requisiti e, pertanto, quanto stabilito dall'Ufficio di Presidenza non può che essere motivato da pregiudizio politico contro la forza politica che mi onoro di rappresentare in quest'Aula.

Intendo, quindi, denunciare fortemente quanto avvenuto, invitando quanti hanno paura della presenza di una forza libera come l'UDC nell'Aula parlamentare a sfidarci a volto aperto sul piano del consenso elettorale, senza ricorrere a forzature regolamentari. Pertanto, per la terza volta, chiedo a viva voce alla Presidenza di essere coerente, di non usare due pesi e due misure…

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELO CERA. …e di trattare figli e figliastri, e, per ultimo, al PD, che vota contro la nostra richiesta, di non farsi condizionare da chi non ha altre ragioni per potersi confrontare con l'UDC sul piano della ragione e quello elettorale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi pregherei di abbassare il tono della voce…

FABIO PORTA. Signor Presidente, colleghi deputati, ieri sera, mentre il Parlamento del Venezuela celebrava l'anniversario dell'indipendenza di quel Paese, gruppi paramilitari legati al Governo Maduro hanno fatto irruzione nel palazzo, sono stati aggrediti fisicamente e feriti gravemente diversi nostri colleghi deputati, tra i quali anche il presidente del gruppo di Amicizia Italia-Venezuela Stefanelli, che conosco. Si è trattato di una occupazione, che possiamo definire squadrista, durata per ben nove ore. Questo atto è l'ultimo di una lunga serie di attentati alla libertà e alla democrazia perpetrati dal Governo venezuelano e dai suoi sostenitori. Sono quasi cento, infatti, i morti nelle manifestazioni popolari che da mesi hanno riempito le strade del Paese.

Credo che il nostro Parlamento, il nostro Governo, insieme all'Europa e alla comunità internazionale, debba far sentire alta la propria voce, anche perché in quel Paese vive una delle più grandi collettività italiane al mondo.

Per questi motivi, signor Presidente, chiedo, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, che il Ministro degli esteri venga qui alla Camera a riferire sulla posizione e le iniziative che il nostro Governo intende prendere a riguardo e su quanto si sta facendo a tutela dei nostri connazionali. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. LaRepubblica, ieri e oggi, attraverso uno degli accademici della materia molto in voga che presto sarà introdotta nelle università, cioè lo studio della casta, ha ritenuto di diffamare l'istituzione parlamentare riferendo della decisione dell'Ufficio di Presidenza della Camera di sospendere il vitalizio ad un deputato condannato e di ripristinarlo a tre deputati che hanno ottenuto la riabilitazione, dopo aver scontato le pene definitive. L'intento è rozzo e volgare: suscitare l'indignazione del popolo.

I parlamentari, pur se delinquenti, quindi, prenderebbero il vitalizio: questo è il messaggio che si manda al popolo italiano. Non è così. Se i parlamentari sono come tutti i cittadini, bene, tutti i cittadini, anche se condannati, prendono la pensione, anche per i reati più gravi, invece i parlamentari, se condannati, hanno sospeso il vitalizio.

Ma nell'ordinamento italiano è previsto un principio, quello della riabilitazione, perché la pena, secondo la Costituzione, deve avere solo una funzione rieducativa. La riabilitazione si può ottenere e un giudice la può dare a chi la richiede dopo alcuni anni dalla fine della pena: è così per tutti i cittadini e, quindi, anche per i parlamentari. Al posto di evidenziare che i parlamentari italiani, a differenza dei cittadini, sono discriminati, e io dico anche giustamente, invece la Repubblica vuole accreditare una tesi volgare, rozza e antipolitica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Sì, Presidente, soltanto per ricordare che ieri sera è morto Navarro-Valls, che è stato per 22 anni il portavoce di Giovanni Paolo II e che ha inaugurato uno stile e un modo di comunicazione tra le istituzioni e coloro che si pongono all'ascolto, in questo caso concretamente una platea che riguarda il mondo intero, uno stile totalmente nuovo, uno stile per il quale quello che è il ruolo istituzionale non perde nulla della sua umanità, non perde nulla della sua freschezza e della sua immediatezza.

È anche stato un esempio straordinario di amicizia personale tra lui e Giovanni Paolo II, a segno proprio di come i rapporti interpersonali possono, anche a livello dei ruoli istituzionali più alti, segnare uno stile, un modo, una capacità di accoglienza, una capacità in qualche modo anche di operare trasformazioni profonde.

È stato con la sua presenza e accanto alla sua presenza che sono nate iniziative straordinarie, come per esempio le giornate mondiali della gioventù, che sono servite ad avvicinare non solo a Giovanni Paolo II, ma a tutti i valori che lui testimoniava con la sua vita, con la sua predicazione, col suo esempio, questo tesoro di grazia e di fede, che a volte sembra che i giovani fatichino a ritrovare. Grazie (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 7 luglio 2017, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 13,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 i deputati Rotta, Paris, Micillo, De Rosa, Falcone e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 1 e 2 le deputate Venittelli e La Marca hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 2 i deputati Paris, Micillo, De Rosa, Falcone e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 2 la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

    nella votazione n. 7 la deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 8 la deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 6, 8 e 10 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 7 alla n. 9 i deputati Falcone e Bargero hanno segnalato che non sono riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 11 i deputati Gianni Farina e Giulietti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 12 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 13 i deputati Zaratti, Pilozzi e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 13 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 12 e 13 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 14 la deputata Prestigiacomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 14 e 15 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato Menorello ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

  nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato Famiglietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 14 alla n. 16 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 17 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 17 alla n. 26 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nella votazione n. 18 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 18 alla n. 21 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 22 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 23 la deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 28 alla n 31 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 28 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 31 i deputati Falcone, Galgano, Manfredi e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 3558-A - em. 1.60 291 288 3 145 42 246 119 Resp.
2 Nominale em. 1.50 rif. 295 293 2 147 256 37 117 Appr.
3 Segreta em. 1.51 p. I 359 359 0 180 119 240 113 Resp.
4 Nominale em. 1.51 p. II 371 358 13 180 28 330 113 Resp.
5 Nominale em. 1.62 370 369 1 185 305 64 113 Appr.
6 Nominale articolo 1 370 292 78 147 239 53 113 Appr.
7 Nominale em. 2.50 366 360 6 181 115 245 112 Resp.
8 Nominale em. 2.51 368 367 1 184 366 1 112 Appr.
9 Nominale em. 2.52 374 374 0 188 56 318 112 Resp.
10 Nominale em. 2.60 379 297 82 149 292 5 112 Appr.
11 Nominale em. 2.200 n.f. 350 284 66 143 269 15 112 Appr.
12 Nominale em. 2.53 361 302 59 152 53 249 112 Resp.
13 Nominale em. 2.201 366 254 112 128 253 1 112 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.58 rif. 365 361 4 181 318 43 112 Appr.
15 Nominale articolo 2 370 302 68 152 250 52 112 Appr.
16 Nominale em. 3.50 371 371 0 186 115 256 112 Resp.
17 Nominale em. 3.60 367 285 82 143 34 251 112 Resp.
18 Nominale em. 3.100 371 370 1 186 370 0 112 Appr.
19 Nominale em. 3.51 375 375 0 188 375 0 111 Appr.
20 Nominale articolo 3 376 359 17 180 252 107 111 Appr.
21 Nominale em. 4.200 380 342 38 172 271 71 110 Appr.
22 Nominale articolo 4 339 329 10 165 233 96 109 Appr.
23 Nominale em. 6.50 343 340 3 171 301 39 109 Appr.
24 Nominale articolo 6 344 333 11 167 234 99 109 Appr.
25 Nominale em. 7.50 354 350 4 176 102 248 109 Resp.
26 Nominale em. 7.100 357 257 100 129 255 2 109 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 31)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 7.51 335 306 29 154 91 215 109 Resp.
28 Nominale em. 7.52 333 331 2 166 96 235 109 Resp.
29 Nominale em. 7.61 329 272 57 137 272 0 109 Appr.
30 Nominale articolo 7 335 334 1 168 291 43 109 Appr.
31 Nominale art. agg. 7.050 301 246 55 124 40 206 109 Resp.