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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 788 di mercoledì 3 maggio 2017

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 aprile 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Matteo Bragantini, Bueno, Carnevali, Caruso, Castiglione, Catania, Causin, Cenni, Coppola, Dambruoso, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Gregorio Fontana, Fontanelli, Gallinella, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Lorenzo Guerini, La Russa, Laforgia, Lorefice, Manciulli, Marotta, Pastorelli, Pes, Piepoli, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Russo, Sanga, Sani, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tofalo, Turco, Valeria Valente, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centosedici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Comunico che la Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 maggio 2017, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla IX Commissione (Trasporti):

“Conversione in legge del decreto-legge 2 maggio 2017, n. 55, recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia S.p.A.” (4452) - Parere delle Commissioni I, V, VI, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,37).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,37, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (A.C. 4314-A); e dell'abbinata proposta di legge: Gianluca Pini ed altri (A.C. 4252).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4314-A: Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri; e dell'abbinata proposta di legge n. 4252.

Ricordo che nella seduta del 18 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Vezzali 3.2 e 3.3 sono stati ritirati dalla presentatrice.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

Chiederei ai colleghi di fare silenzio. Prego, onorevole Manzi.

IRENE MANZI. Grazie, Presidente, per una breve dichiarazione di voto riguardo alla finalità di questa legge, che l'articolo 1 evidenzia e mette in rilievo.

Le proposte che oggi siamo chiamati ad approvare riguardano le celebrazioni di tre distinti anniversari: i 500 anni dalla morte di Leonardo e Raffaello e i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, per i quali queste proposte di legge stanziano delle risorse significative ed importanti.

Si obietterà che sono già previste delle procedure specifiche dirette al riconoscimento e al finanziamento dei comitati nazionali. Certamente, e va dato merito a questo Governo, tra l'altro, di aver previsto un rifinanziamento, in questi ultimi tre anni, proprio per questo tipo di procedimenti.

La proposta di legge che oggi approviamo in quest'Aula, però, ha una finalità ulteriore ed ecco il motivo per cui, se vogliamo, si deroga, con legge, a quella procedura: riconoscere quello che è il valore e l'importanza di tre personaggi particolarmente illustri e importanti per la cultura italiana, Dante, Raffaello e Leonardo, e prevedere, soprattutto, che questi tre distinti anniversari non siano lasciati all'azione isolata, e purtroppo anche frammentaria, di distinti comitati per le celebrazioni, ma siano inseriti all'interno di un programma integrato e unico di iniziative, per un motivo fondamentale. Questi tre personaggi rappresentano pienamente quella che è la cultura italiana e celebrare il loro anniversario con iniziative - tra l'altro la legge è molto importante negli articoli successivi, detta delle finalità precise per le quali questi comitati dovranno agire, dovranno intervenire - ecco, prevedere, con una legge, che si operi in questo senso vuol dire riconoscere che la celebrazione di tre intellettuali, di tre protagonisti della cultura italiana, consente di celebrare e di evidenziare quella che è la storia, quella che è la cultura, quella che è l'immagine di questo Paese, ponendo in essere azioni di internazionalizzazione, volte proprio a portare in Italia e all'estero quella che è l'identità del nostro Paese. Un'identità in cui, in questi anni, si è a lungo lavorato, meritoriamente, con azioni come quella che, nel nostro piccolo, approviamo qui oggi, ma con azioni significative. Penso alle capitali italiane della cultura, penso all'azione importante fatta sul patrimonio e sull'identità connessa al G7 della cultura, che si è tenuto proprio poche settimane fa a Firenze.

Oggi, in quest'Aula e con questo provvedimento, noi rimarchiamo proprio questo: agire in sinergia, agire insieme per valorizzare la storia del nostro Paese. Penso che anche il lavoro che si è fatto in Commissione cultura - il largo consenso che questa proposta ha raccolto in Commissione cultura - testimoni che è un obiettivo che va al di là delle singole appartenenze politiche. Mi auguro che quest'Aula voglia riconnettere, ricordare anche questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Manzi. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, presidente Piccoli Nardelli.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento Gianluca Pini 2.1, la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1 Gianluca Pini.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Gianluca Pini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI, Relatrice. Sull'emendamento 3.1 Gianluca Pini, la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Gianluca Pini.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Gianluca Pini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI, Relatrice. Sugli emendamento 4.2 e 4.3 Gianluca Pini, la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Parere negativo su entrambi gli emendamenti 4.2 e 4.3 Gianluca Pini.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Gianluca Pini.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Gianluca Pini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Gianluca Pini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale… Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Sostanzialmente, attraverso il mio intervento, vorrei chiedere un chiarimento alla relatrice rispetto al contenuto dell'articolo 6 e in merito soprattutto ai benefici giuridici che a questo punto ottengono i monumenti che vengono dichiarati nazionali, quindi rispetto a quelli tradizionali di interesse culturale. Quindi, prego la relatrice o il Governo di chiarire le conseguenze a livello giuridico, quindi gli effetti di tale dichiarazione sui monumenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la relatrice, presidente Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI, Relatrice. Grazie, Presidente. Come la collega Marzana ricorda, in Commissione abbiamo avuto un lungo, importante e interessante dibattito proprio sulla definizione di monumento nazionale. Si è dibattuto se fosse una definizione e un riconoscimento che doveva venire da un provvedimento deciso per via politica attraverso una decisione della Commissione della Camera e del Parlamento oppure un provvedimento amministrativo demandato ai tecnici in base ad una serie di valutazioni sull'eccezionalità del monumento. Si è optato per la seconda soluzione, pur essendoci stata in passato tutta una serie di riconoscimenti che invece erano stati fatti nell'altra maniera. Quindi, abbiamo preso atto della decisione e crediamo possa essere utile per tutti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI, Relatrice. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 7.10 Nicchi.

PRESIDENTE. Il Governo?

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.10 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Grazie, Presidente. Il Governo accetta gli ordini del giorno n. 9/4314-A/1 Laffranco; n. 9/4314-A/2 Fabrizio Di Stefano e n. 9/4314-A/3 Palmizio. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4314-A/4 Carrescia. Il Governo accetta l'ordine del giorno n. 9/4314-A/5 Morani mentre accoglie come raccomandazione n. 9/4314-A/6 Marzano.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei due ordini del giorno n. 9/4314-A/4 Carrescia e n. 9/4314-A/6 Marzano, accolti come raccomandazione.

Dunque non dobbiamo passare al voto degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Intervengo per annunziare il voto a favore sul provvedimento che è importante e sostanzialmente richiama e dà la possibilità a tutti e al mondo intero di rispolverare tre grandissimi sul piano culturale, nel settore architettonico e letterario, tra grandi italiani. Effettivamente la costituzione dei comitati e le risorse stanziate dovrebbero assicurare di far sì che poi ci sia una degna attuazione e che effettivamente le risorse vengano spese o siano spese al meglio. Ritengo che questo sia un provvedimento che cerca di dare un ulteriore contributo ad una delle risorse principali del nostro Paese cioè la possibilità dei beni culturali di sfruttare la cultura e soprattutto il padre della nostra lingua, Dante Alighieri. Confermo quindi il voto a favore su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà per due minuti.

PAOLA BINETTI. Anche io mi auguro, esprimendo il voto positivo sul disegno di legge, che la commemorazione non sia soltanto una lunga sequenza di eventi e di convegni ma che di fatto ci sia una riconciliazione positiva anche tra l'esperienza che gli studenti giovani fanno con queste tre grandi figure attraverso gli studi nella scuola media superiore e poi successivamente in università, perché ci sia una sorta di comunicazione diffusa, un aumento della cultura generale, una capacità di rimettere al centro dell'attenzione e dell'orgoglio nazionale quello che è stato definito un po' l'oro del nostro Paese, la cultura. Da questo punto di vista, credo che la cosa fondamentale è che non si tratti di eventi spot o di eventi isolati, sia pure con la loro macrovisibilità, ma che invece raggiunga tutte le persone, soprattutto raggiunga persone giovani e tutti coloro che in questo momento rappresentano il grande universo della scuola, che sono coloro che sono destinati a svolgere questa situazione di mediazione culturale di cui c'è estremo bisogno, per restituire al nostro Paese anche il senso della propria dignità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Presidente, è chiaro che con questo provvedimento intendiamo dare un giusto riconoscimento al genio italiano, perché queste tre figure, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Dante Alighieri, sono l'espressione della migliore cultura italiana, e vorremmo dargli appunto valore non solo a livello nazionale ma anche internazionale. È la tradizione culturale italiana, che però abbiamo in qualche modo reso universale. Vorrei ricordare che sia per Leonardo da Vinci che Raffaello Sanzio è inutile soffermarci qui a dire come abbiano incarnato in pieno le loro epoche, anche lo spirito rinascimentale, quindi anche un'idea di umanesimo molto più ampia di quella del nostro Paese; e vorrei dire anche che dare omaggio a Dante Alighieri significa ricordare un altro autore universale, padre della lingua italiana. Non è a caso che, proprio in virtù di questo, nel 1889 è stata fondata la Società Dante Alighieri, una delle più importanti italiane per la promozione e la diffusione della nostra lingua, capace di agevolare anche l'integrazione sociale dei nuovi cittadini, oltre che di unire e di creare legami con gli italiani residenti all'estero. Non a caso, oggi la Dante Alighieri è impegnata anche in progetti che consentono agli stranieri di apprendere la nostra lingua, anche nei loro Paesi di origine, proprio per agevolarne l'inserimento nella società. Il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà quindi convintamente a favore di questo provvedimento, per dare un forte segnale di attenzione ai temi della cultura. Abbiamo apprezzato l'impegno per predisporre un programma scientifico espositivo e celebrativo di livello, e abbiamo anche un po' di tempo, perché stiamo parlando degli anni 2019, 2020 e 2021. Siamo anche soddisfatti del fatto che ci sarà una divulgazione, una diffusione, anche nel mondo della formazione scolastica. Vorrei concludere dicendo che è sempre importante rendere possibili momenti di riflessione aperti al pubblico su tutto il territorio nazionale, sull'arte e sull'umanesimo italiano. Mi preme particolarmente dirlo in un momento in cui, da tante parti, si richiama all'identità nazionale in senso quasi nazionalistico, cioè di un'identità che quasi raccolga il noi italiano escludendo le persone che provengono da altri Paesi. Noi invece vorremmo dire quanto la cosiddetta italianità dipenda non tanto da un'appartenenza etnica, non da un'entità politica che esiste da soli centocinquant'anni, ma dall'appartenenza a un comune tessuto culturale. E questi anniversari ci ricordano come questo comune tessuto culturale esiste da molto più tempo.

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, ma i banchi del Governo sono un po' troppo affollati. Onorevole Zan ed onorevole Piccione, per favore, qualcuno dovrà ascoltare le dichiarazioni di voto, oltre me. Grazie. Onorevole Santerini, può proseguire.

MILENA SANTERINI. Ci sembra molto importante, quindi, attraverso il ricordo di queste figure, dare occasione di costruzione di appartenenza, nel senso di questo tessuto culturale unitario e non soltanto di identità etnica, proprio anche per integrare meglio e assimilare chi proviene da altri Paesi, in attesa che anche il nostro Parlamento - speriamo presto - riconosca nello iusculturae l'elemento chiave della cittadinanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Murgia. Ne ha facoltà.

BRUNO MURGIA. Presidente, Fratelli d'Italia voterà “sì” a questa legge, che è apparentemente piccola ma, a nostro modo di vedere e come è già stato detto, molto importante. La celebrazione di tre giganti del pensiero deve avere un duplice aspetto: da un lato, studiare i grandi personaggi, soprattutto nelle scuole, approfondire i temi della ricerca e, se possibile, trovare delle cose nuove, e quindi tramandare anche ai nostri ragazzi la tradizione e il ricordo di questi personaggi; dall'altro, avere un riflesso internazionale, dunque torniamo a parlare di cultura come motore di sviluppo e di coesione sociale nel nostro Paese. Vogliamo segnalare una cosa che riguarda magari i comitati che andranno a costituirsi: devono essere di grande rilievo, devono avere i migliori esperti sui tre grandi personaggi, e devono avere anche dei criteri di scelta assolutamente seri e scientifici. Per cui, anche i programmi che verranno messi in campo, ci piacerebbe poterli verificare, perché devono essere programmi che, da un lato, guardano ai territori, ai comuni dove questi personaggi hanno vissuto, ma dall'altro devono poter parlare al mondo intero, così come è la tradizione della nostra cultura. Ecco perché noi voteremo convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Ministro, sottosegretario, colleghi, poche volte in precedenza il Parlamento si è trovato d'accordo su un provvedimento come in questo caso, sostenendone l'urgenza e la necessità. Discutiamo oggi nello specifico di un atto del Governo che intende garantire un finanziamento volto a consentire le celebrazioni di alcune ricorrenze importanti: i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, che cadrà nel 2019; i 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, nel 2020; e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, nel 2021. Un totale di 3.450.000 euro da destinare alla valorizzazione della vita, del pensiero e delle opere di questi tre grandi della cultura italiana, e al recupero dei luoghi che li hanno ospitati. Iniziative che dovranno assicurarne un adeguato risalto nazionale ed internazionale. La cultura, è ormai opinione condivisa, rappresenta un enorme opportunità per il nostro Paese, qualcuno l'ha definito il petrolio italiano, un volano non solo in termini di incremento dell'offerta turistica e di approfondimento a livello di scuola, università e ricerca, ma che costituisce anche un forte valore identitario.

Cultura, arte, paesaggio sono un patrimonio che il mondo ci invidia e che rappresenta le nostre radici, una storia che ci proietta verso il futuro, che lega l'oggi alla tradizione e apre verso nuove sperimentazioni. Arte che è molte cose insieme: vecchi mestieri, quella manualità che si apprende e si tramanda, il genio e la capacità di cogliere e rappresentare emozioni, sintesi fra creatività e talento, riproduzione visionaria di ciò che ci circonda. Un settore che finalmente gode del supporto di nuovi materiali e si avvale di innovazione tecnologica; un ambito che necessita di investimenti ingenti e che, prendendo spunto dalla storia, beneficia oggi di bonus fiscali per i nuovi mecenati. Coloro che vogliono, infatti, possono adottare un monumento, un luogo, un'opera d'arte e preservarli, ricevendo in cambio del finanziamento un incentivo. È con un po' di campanilismo che ricordo Raffaello Sanzio, mio corregionale, un pittore e architetto che ha i natali nella città di Urbino, un artista fra i più celebri del Rinascimento italiano. Non meno importanti Leonardo da Vinci e Dante Alighieri, che verranno celebrati come si conviene a personalità che hanno reso famoso il nostro Paese in tutto il mondo. Lo spirito con il quale questo provvedimento interviene su programmi ed eventi è quello di rendere coordinate e non frammentarie, sovrapposte o ripetitive le iniziative locali, affidandole a tre comitati nazionali ad hoc nei quali saranno presenti rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Ministro dell'istruzione e del Ministro dei beni e delle attività culturali. I comitati, composti, ciascuno, da 15 membri, avranno anche il compito di coinvolgere soggetti pubblici e privati di provata competenza e conoscenza del personaggio da celebrare, in modo da presentare al MiBACT, per l'approvazione, il piano economico e le idee e proposte delle attività connesse alla loro rievocazione. I comitati non prevedono compensi per i loro membri, ai quali, tuttavia, verrà assicurato il rimborso periodico delle spese effettivamente sostenute e documentate.

Solo due osservazioni al testo: la rendicontazione è definita, genericamente, “periodica”; sarebbe meglio se fosse precisato con quale cadenza deve essere effettuata, per evitare interpretazioni personali del lasso temporale, e sarebbe saggio chiarire, visto che il Ministro dei beni e delle attività culturali può implementare ciascun comitato con ulteriori soggetti pubblici e privati, se il numero di 15, indicato per la composizione dei comitati stessi, è da considerarsi il limite da non superare o se i comitati possono essere ampliati secondo necessità.

Raffaello, Leonardo e Dante hanno caratterizzato, con le loro personalità e la loro produzione artistica, il loro tempo, le città in cui hanno operato, le scuole artistiche che hanno ispirato, ma per la loro unicità e grandezza, oggi, sono ricordati come miti senza confini e senza tempo, per cui condivido e, con me, anche il gruppo di Scelta Civica-ALA e MAIE, lo spirito con il quale il Governo ha proposto questo provvedimento per il quale annuncio il voto favorevole del gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.

BRUNO MOLEA. Signora Presidente, il disegno di legge oggi in esame è stato presentato dal Governo con l'intento di garantire un adeguato risalto nazionale e internazionale alla celebrazione della vita, del pensiero e delle opere di un poeta e di due artisti di straordinaria importanza, attraverso le attività di alto valore scientifico che saranno programmate e attuate da comitati nazionali, con forti e positivi riflessi sulla coscienza scientifica e sulla ricerca. Parlare di Raffaello e di Leonardo, celebrandone i 500 anni dalla morte, e di Dante, celebrandone i 700 anni dalla morte, vuol dire, in realtà, partire da figure concrete di uomini per parlare di arte, di letteratura, di architettura e di ingegneria, ma anche di società, di inclusione, di frontiere, di politica, di lingua, di formazione e di opportunità.

Il disegno di legge manifesta con ogni evidenza la volontà di garantire un adeguato risalto nazionale e internazionale all'opera, al pensiero e alla vita di queste tre figure sicuramente eccezionali ed eminenti. La specificità, inoltre, del disegno di legge risiede proprio nell'interazione della programmazione culturale e nel coordinamento delle conseguenti attività di ciascuno dei comitati di cui si prevede l'istituzione. Comitati che, al fine di divulgare e valorizzare questo patrimonio unico e davvero universale, dovranno lavorare, collaborando con il comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale. La cultura può favorire il sentirsi parte di uno Stato, far cogliere lo spessore profondo di diritti e doveri che tale relazione comporta. Per questi motivi, esprimo il voto favorevole del gruppo parlamentare Civici e Innovatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Annuncio, a nome del gruppo di Sinistra Italiana Possibile, il voto favorevole a questo provvedimento. Si tratta di un provvedimento importante, perché riguarda tre personalità di grandissimo rilievo della nostra cultura e della nostra civiltà scientifica, artistica e letteraria. Ci sono degli anniversari importanti che noi dobbiamo onorare e dobbiamo sicuramente valorizzare il più possibile.

Nel caso di Leonardo, di Raffaello e di Dante credo che la scelta di approvare un provvedimento che vada in questa direzione sia, appunto, molto importante per le scelte che attengono alla facoltà che la Camera ha di istituire, in questo caso, dei comitati per le celebrazioni e il finanziamento di questi comitati. Penso che le figure di Leonardo, di Raffaello e di Dante ci offrano l'occasione per una riflessione sull'eredità che queste figure ci consegnano; un'eredità importantissima dal punto di vista della formazione, della cultura nazionale e della coesione di una nazione che si è costituita con grande difficoltà e con grande lentezza nel corso della nostra storia. Il riferimento di queste figure è assolutamente fondamentale per dare nuovamente slancio a quell'attività di ricerca culturale, di ricerca scientifica, di valorizzazione delle nostre arti, della nostra cultura, della nostra letteratura e dei risultati acquisiti anche in campo scientifico, per dare un seguito e per trarre insegnamento dall'opera di queste figure così eminenti, in modo tale che questa eredità sia trasmessa alle nuove generazioni, attraverso le scuole e l'università. Questo, penso sia un compito fondamentale ed è per questo motivo che voteremo a favore di questo provvedimento. Sinistra Italiana Possibile voterà, per l'appunto, a favore e faremo in modo di agevolar, naturalmente, nel corso dei lavori parlamentari, l'attuazione del provvedimento rispetto alle finalità che esso si propone (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Con questo provvedimento si vuole garantire un adeguato risalto alla celebrazione della vita, del pensiero e delle opere di un poeta e di due artisti di straordinaria importanza, al fine di promuovere, attraverso la programmazione e l'attuazione di attività di alto valore scientifico, da parte dei tre nascenti comitati nazionali, la più vasta divulgazione, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, delle opere e del pensiero di tali illustri personalità. Con questo disegno di legge si istituiscono, quindi, tre distinti comitati nazionali per l'ideazione e l'attuazione delle manifestazioni celebrative e si rimette a un successivo decreto ministeriale la nomina dei membri di ciascun comitato nazionale, che sarà composto da un massimo di quindici componenti. I membri dovranno essere esperti di chiara fama del mondo accademico e rappresentanti di soggetti pubblici e privati che, per competenza e ambito territoriale o istituzionale, siano particolarmente coinvolti nella celebrazione.

Riteniamo questo un provvedimento positivo, un provvedimento certamente utile alla valorizzazione del pensiero e delle opere di queste tre geniali personalità; un provvedimento che merita, quindi, di essere approvato e sul quale annunciamo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Noi di Alternativa Popolare voteremo a favore e lo faremo convintamente, perché, come diceva un grandissimo pensatore del Novecento: in un mondo senza bellezza - anche se gli uomini non riescono a fare a meno di questa parola e l'hanno continuamente sulle labbra, equivocandone il senso -, in un mondo che forse non ne è privo, ma che non è più in grado di vederla, di fare i conti con essa, anche il bene ha perduto la sua forza di attrazione e l'uomo resta perplesso di fronte a esso e si chiede perché non deve, piuttosto, preferire il male. Noi dobbiamo valorizzare la bellezza, la nostra cultura e farla vedere a tutti, indicarla e sostenerla. È il patrimonio più grande che abbiamo, non ne abbiamo un altro così e lo è da tutti i punti di vista, dal punto di vista umano, sociale e anche economico. Anche il nostro made in Italy di cui ci riempiamo la bocca nasce come frutto sul ramo della nostra tradizione culturale, artistica e musicale. Chi dice che con la cultura non si mangia, sbaglia, è con l'ignoranza che non si mangia, non certamente con la cultura.

Oggi, facciamo questa norma per ricordare tre monumenti del nostro grande patrimonio: Dante Raffaello e Leonardo; “monumento” ha la stessa radice di “memoria”, ma la memoria non è un fatto del passato, è la vita e la forza del presente e del futuro, per questo è un dovere che noi abbiamo di ricordare queste grandi personalità che hanno fatto grande la storia, una straordinaria storia, che è quella del nostro Paese. Il nostro grande patrimonio di bellezza è anche il più grande contributo che l'Italia possa dare all'Europa e al mondo intero, che non ne ha mai avuto bisogno come adesso, perché il mondo ha bisogno di bellezza, di positività, di costruzione, come non mai.

Concludo, dicendo che molto in questi anni è stato fatto e di questo credo che bisogna dare atto innanzitutto al Ministro Franceschini, bisogna dargliene merito. Basta andare a Pompei in questi giorni, dopo esserci stati anche solo quattro anni fa, per vedere un altro mondo, per vedere un'altra cosa. Cito questo come esempio, ma se ne potrebbero fare tanti di più. Molto è stato fatto e molto resta, però, ancora da fare. Abbiamo recuperato un po' di ritardo degli anni scorsi, ripeto, si è fatto tanto, però dobbiamo ancora fare tanto su tanti fronti della cultura, innanzitutto, credo, sulla musica; approfitto della presenza del Ministro Franceschini per chiedere un impegno ulteriore su questo mondo. In questi mesi hanno chiuso nove corpi di ballo su dodici nel nostro Paese e il motivo è che costa meno comprare produzioni fatte all'estero; questo vale anche per il made in Italy, però: costa meno comprare i mobili cinesi dei nostri mobili, però stiamo attenti a non depauperare il nostro patrimonio. E su un altro versante, credo che occorra un molto maggiore impegno sulla formazione artistica e musicale, soprattutto sull'alta formazione artistica e musicale che sono state da troppo tempo, e tuttora lo sono, abbandonate.

Noi abbiamo bisogno di sostenere questi punti, che sono una grande forza del nostro Paese. I conservatori sono nati in Italia, non sono nati da un'altra parte, però li penalizziamo continuamente. Abbiamo bisogno di creare opportunità per i giovani, avremo bisogno di creare orchestre giovanili presso tutti i grandi enti lirico sinfonici, facendole suonare sul modello della Mahler.

Noi abbiamo bisogno di una cultura che non guardi al passato, ma che guardi al presente e al futuro, e che sia una grande opportunità soprattutto per i giovani. Questa norma che oggi facciamo sia veramente una norma per fare memoria nel senso che dicevo prima, cioè consapevoli di un passato, ma per dare forza e vita al presente e al futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. La proposta di legge che approviamo è finalizzata a garantire le celebrazioni previste in occasione di tre importanti ricorrenze con il dovuto risalto nazionale e internazionale: si parla di Dante, Leonardo e Raffaello. La proposta prevede delle misure specifiche rispetto a quanto già previsto dalla normativa vigente, che è volta a valorizzare la cultura italiana, perché queste misure sono necessarie per rendere possibile nel migliore modo la realizzazione delle tre prestigiose celebrazioni. È un'occasione importante da cui emerge un tema politico dirimente - anche qui non c'è scampo -: la questione del finanziamento delle politiche per la cultura nel nostro Paese, il tema della scarsità delle risorse destinate alla cultura, che è un tema strutturale e che si aggrava nella sua criticità dinnanzi ad occasioni così significative.

Un nostro emendamento, che è stato respinto, prevedeva che le necessarie risorse aggiuntive fossero davvero aggiuntive e fossero, cioè, reperite da un Fondo speciale del Ministero dell'economia e non andassero a ridurre le già troppo poche risorse assegnate al sistema museale: una triste partita di giro, che dimostra ancora una volta una subalternità dei diritti ai vincoli di bilancio. I tre comitati previsti dal disegno di legge collaboreranno tra di loro; inoltre, giustamente, la proposta di legge istituisce una cabina di regia, allo scopo di promuovere sinergie ed evitare frammentazioni. I finanziamenti previsti saranno l'occasione per realizzare progetti di ricerca scientifica, per pubblicare materiali inediti, per organizzare convegni, seminari, mostre, rappresentazioni teatrali, pubbliche letture ed eventi da svolgere nelle città, luoghi di vita e delle opere dei tre grandi artisti, con l'attenzione massima e il coinvolgimento e il coordinamento con le università, con gli istituti e con le scuole di ogni ordine e grado.

Sono comprese - e questo è un tratto positivo - anche operazioni di restauro e di conservazione dei luoghi più rappresentativi di riordino del materiale storico, artistico, archivistico, museografico e culturale di queste tre figure così importanti e così fondamentali, in un'ottica internazionale e con un'attenzione all'innovazione tecnologica e agli strumenti digitali.

L'occasione deve essere anche quella di creare buon lavoro per giovani studiosi ed operatori del settore, deve essere l'occasione di investire per qualificare i canali istituzionali della formazione, sia scolastica che universitaria, per coinvolgere meglio gli enti locali e anche valorizzare i territori, e, aggiungo, come ha sottolineato la relatrice, un'opportunità per l'affermazione di un principio di cittadinanza globale.

Le cornici cronologiche in cui queste figure sono vissute e hanno sviluppato il proprio ingegno sono diverse, afferiscono a contesti culturali differenti e anche differenti territori, eppure questi grandi ingegni - e questo lo voglio sottolineare - sono testimoni di un tratto universale della condizione umana, quella che è in continuo movimento, che varca confini alla ricerca di nuove conoscenze, magari per migliorare la propria produzione artistica, la propria vita, ma anche per fuggire da difficoltà e cercare protezione in dolorosi esili.

Ripercorrere la vita e le opere di questi grandi uomini ci permette di viaggiare nel nostro Paese, nelle numerose città dove hanno vissuto e operato, dove svolsero la loro formazione e il loro ingegno ha lasciato opere di assoluto valore. Ci parlano delle contese delle corti del Rinascimento, dei conflitti politici e, soprattutto, del ruolo cosmopolitico della cultura attraverso cui l'Italia si è inscindibilmente legata al resto dell'Europa.

Dalla loro vicenda umana impariamo che i confini e i muri sono un limite all'ingegno e che lo scambio culturale e artistico è da sempre l'arma più efficace di pace e lo strumento più potente di miglioramento della vita e del nostro futuro. Le vite eccezionali, come quelle di Dante, Raffaello e Leonardo, ci insegnano che la diffusione della conoscenza critica, dell'apertura alle novità e alla sperimentazione, sono condizioni indispensabili per poter riconoscere e far fiorire più proficuamente i talenti. È questo il compito primo della politica e delle istituzioni.

Un tempo fu il mecenatismo dei banchieri, dei principi e dei signori a garantire la protezione degli artisti. Oggi, garantire il diritto alla cultura, affinché ciascuno possa trovare la propria strada creativa, è un dovere e un interesse costituzionale, ma nel nostro Paese questa questione è ancora aperta, perché proprio sulla cultura si affermano ancora inaccettabili e gravi diseguaglianze.

Articolo 1 voterà a favore di questo provvedimento, con l'augurio che i comitati previsti operino affinché le occasioni di studio e di riflessione coinvolgano l'intera società, stimolino ogni senso critico, accrescano la consapevolezza della lunga storia che ci ha preceduto per immaginare un futuro di civiltà e di progresso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie, gentile Presidente, Ministro Franceschini, Forza Italia voterà convintamente a favore di questo provvedimento. Lo facciamo perché ci sono due modi di intendere la memoria: uno che ha a che fare con il passato, uno che ha a che fare con il presente; una memoria che è un luogo polveroso di cose antiche che non riguardano la vita di oggi, la vita attuale della persona e di un popolo, e una memoria che, invece, ha radici nel presente perché riguarda una cosa che è viva e che riguarda me e lei e tutti noi.

Per questo, visto che per la prima volta, una delle poche volte per essere precisi, ci muoviamo per tempo, anticipando e non seguendo gli anniversari, e con la speranza appunto che il tempo che abbiamo a disposizione sia ben utilizzato, noi voteremo convintamente a favore e convintamente a favore anche per due altri motivi: il primo, perché è necessario far conoscere, non solo alle nostre nuove generazioni, ma a tutti quanti in realtà, questi tre straordinari personaggi, ma soprattutto come momento di vera accoglienza per coloro che da altri Paesi del mondo vengono in Italia per ritrovare una nuova vita, una nuova occasione per sé e per i propri cari.

Si parla di nuovi italiani; sulla novità non c'è alcun dubbio, sul fatto di aiutarci tutti a essere italiani, l'occasione è data anche da questa iniziativa di ricordare tre straordinari personaggi della scienza e dell'arte. È un'occasione importante per aiutare quella costruzione.

L'altro è - visto che stiamo vivendo un'era totalmente appiattita sul presente, totalmente appiattita sulla reattività, sull'istante, sull'emozione - nuovamente il fatto di andare a ripercorrere, a riprendere le radici dalle quali noi discendiamo, è un fatto di assoluto valore per chiunque sia al Governo oggi e nella prossima legislatura.

Ministro, i tre personaggi, Leonardo, Raffaello e Dante, sono stati tre innovatori nei loro settori: Leonardo per la sua parte, con l'aspetto che riguarda la scienza, le macchine e costruire macchine che siano a favore dell'uomo e non contro l'uomo; Raffaello nella pittura, nell'architettura e Dante.

Io vorrei soffermarmi un istante su Dante, prendendo spunto da un libro che consiglio di leggere alle colleghe e colleghi, che si intitola In cammino con Dante ed è stato scritto da Franco Nembrini, nel quale l'autore dice con chiarezza che il tema della Commedia non è una cosa astratta, lontana come, purtroppo, siamo stati spesso abituati a viverla nelle presentazione nelle istituzioni scolastiche, ma il tema della Commedia riguarda la vita su questa terra. Cito Nembrini: “Dante non fa niente altro che descrivere un'esperienza ultraterrena, mentre in realtà descrive la terra, la vita sulla terra, la vita sulla terra vista dal punto di vista di Dio, il che vuol dire della sua origine, del suo destino, del suo senso ultimo, della sua verità. Il tema della Divina Commedia è la vita terrena nella sua verità. Se è così, vuol dire che ciascuno di noi è in qualche modo tutto quel che Dante racconta, ciascuno di noi è Inferno, Purgatorio e Paradiso e non in successione, ma sempre”.

Ho citato questa parte dell'introduzione del libro di Nembrini per portare la riflessione su un ultimo e decisivo punto. Credo che la rappresentazione e la memoria, nel senso di questa vita nel presente, di questi tre personaggi non debba però essere vittima di alcuna censura del politicamente corretto, cioè a dire, specie per quanto riguarda Dante, per quanto riguarda Raffaello, l'evidente ispirazione religiosa, religiosa cattolica, non debba essere sottaciuta per timore di offendere qualcuno o, peggio ancora, per vergogna delle nostre radici come popolo e come comunità.

Quindi, con questo auspicio confermo il voto favorevole di Forza Italia e rinnovo l'auspicio che, visto che partiamo nel tempo e per tempo, si possa usare questo tempo che ci è dato nel modo adeguato. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marzana. Ne ha facoltà.

MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Colleghi, Ministro Franceschini, esattamente vent'anni fa, con la legge n. 420 del 1997, è stata istituita, presso il MiBACT, una consulta con il compito di deliberare, sulla base di una dettagliata relazione con gli obiettivi, gli studiosi coinvolti, il programma e la previsione di spesa, in merito alla costituzione e all'organizzazione dei comitati nazionali per le celebrazioni, nonché per l'ammissione al contributo finanziario e la relativa entità. Quindi, il tema trattato dal disegno di legge in esame è già ben regolamentato. Eppure il Governo vuole istituire, in deroga alle normali norme in materia, tre comitati, adducendo come giustificazione la necessità di procedere con tempi più bravi e procedure più snelle per la loro istituzione.

Alla vostra giustificazione opponiamo la nostra sensazione: l'adozione di una procedura in deroga è un'occasione utile per il Governo per disporre direttamente di poltrone e risorse.

L'articolo 3 del testo, infatti, prevede la nomina, da parte del MiBACT e del MIUR, di quindici membri per ognuno dei tre comitati nazionali, per un totale di 45 intellettuali, che dovrebbero essere scelti per i loro profili culturali e scientifici, ma che potrebbero essere individuati perché rispondenti a logiche clientelari e precisi assetti politici.

Le criticità che il MoVimento 5 Stelle ha riscontrato interessano anche il piano economico.

Innanzitutto, c'è una grande sproporzione tra le risorse stanziate per i comitati di nuova istituzione rispetto alle attuali destinazioni finanziarie previste per gli altri comitati per scopi analoghi. Mentre per i soli tre comitati sono stati previsti complessivamente 3.450.000 euro, le risorse previste dall'apposito capitolo di spesa sono circa un milione e mezzo di euro. Come se non bastasse, il Governo, a copertura di questo onere, mette i soldi da destinare al funzionamento dei musei. Il suo intervento, dunque, in un settore strategico come quello culturale e in un momento prestigioso come quello di cui stiamo discutendo - i 500 anni dalla morte di Sanzio e da Vinci, i 700 anni dalla morte di Alighieri - si può così riassumere: nessuna risorsa aggiuntiva per le celebrazioni di importantissime icone del panorama artistico e letterario italiano e sottrazione di risorse fondamentali alla gestione ordinaria delle istituzioni museali.

Infine - ma non per questo meno importante - il Governo vuole bypassare il parere del Parlamento. Difatti, la procedura ordinaria per l'erogazione dei contributi avrebbe richiesto che l'emanazione dell'elenco con le decisioni della consulta fosse preceduta dal parere delle Commissioni parlamentari competenti. È evidente che anche questo passaggio, con le previsioni introdotte ad hoc per i tre comitati, verrà azzerato e con esso le fondamenta della nostra democrazia rappresentativa.

Per tutti questi motivi il MoVimento 5 Stelle si asterrà rispetto a questo provvedimento. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dario Parrini. Ne ha facoltà.

DARIO PARRINI. Grazie, Presidente. A me sembra che siamo di fronte a un provvedimento molto importante, che il Governo e il Ministro Franceschini hanno impostato correttamente sul piano del metodo. È un provvedimento che si riferisce agli anniversari che riguardano tre figure - Leonardo, Raffaello, Dante -, che rappresentano dei tesori inestimabili del nostro patrimonio culturale; personalità che hanno raggiunto, nei loro campi di azione, risultati ineguagliati, personalità che rappresentano, non soltanto per noi che siamo nati e viviamo nei luoghi in cui loro nacquero, vissero e operarono, ma per tutti i cittadini europei, un motivo di fierezza, di orgoglio. Sono personalità che sono dotate di una risonanza internazionale, di una notorietà e che hanno una capacità di suscitare ammirazione in tutto il mondo che veramente ha pochi eguali. Io credo che, di fronte a figure così straordinarie, sia stato corretto, nonostante quello che si è detto anche in qualche intervento, prevedere un'iniziativa legislativa non ordinaria, prevedere un disegno di legge che è caratterizzato innanzitutto dalla tempestività, perché si propone di programmare, fin da ora, iniziative che riguarderanno un triennio, dato che gli anniversari cadranno nel 2019, nel 2020 e nel 2021.

Altri meriti ha questo provvedimento che vorrei brevemente richiamare. Il primo, più importante, mi sembra quello di avere messo l'accento sull'importanza di avere iniziative caratterizzate dalla sinergia. Noi vedremo, probabilmente, in presenza di anniversari così importanti, un fiorire di manifestazioni che è importante che non sia scoordinato, che non sia frammentario, che è importante sottoporre all'azione avveduta e lungimirante di una cabina di regia, nella quale trovino posto rappresentanti delle istituzioni, personalità eminenti della ricerca, tutti i soggetti pubblici e privati che hanno titolo a fare proposte e a organizzare manifestazioni in un campo come questo. Mi sembra molto importante che, con il disegno di legge, si pongano le condizioni per una collaborazione proficua tra i comitati nazionali che si istituiranno e il comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, che opera dal 2013 presso la Presidenza del Consiglio. Credo, inoltre, che si debba sottolineare il fatto che

di fronte ad anniversari di questo rilievo è importante che si organizzino manifestazioni in vari settori. Noi siamo chiamati a dare un impulso al settore scientifico, a quello della ricerca; mi pare importante il richiamo alla necessità di valorizzare i luoghi in cui queste personalità hanno vissuto e operato; mi pare importante il riferimento che si fa alla attività di alta formazione e all'attività di formazione scolastica; mi pare importante il riferimento che si fa alle attività convegnistiche, seminariali, a quelle espositive, alla possibilità di utilizzare le risorse che sono state messe a disposizione per opere di restauro dei beni mobili e immobili. Insomma, è un provvedimento completo, attento alla molteplicità di ricadute importanti che eventi celebrativi di questo tipo possono avere.

Infine, osservo che mi pare che nel provvedimento sia anche adeguatamente rappresentata una necessità, che ha ispirato l'azione di questo Governo, della maggioranza, anche in tanti altri casi e che ha costituito una costante del lavoro che abbiamo svolto in ambito culturale in questi anni, e, cioè, la consapevolezza che ricordare in campo culturale ha senso se si associa al ricordo il guardare avanti, se, insieme alla esaltazione di un passato glorioso, si è capaci di indicare nuovi obiettivi, nuovi traguardi, nuove direzioni di studio e di ricerca, nuove conquiste da realizzare. A me pare che in questo provvedimento questa necessità abbia avuto una risposta adeguata e questa consapevolezza sia pienamente presente.

Per queste ragioni e con la soddisfazione di aver visto esprimere giudizi largamente e generalmente positivi su questo provvedimento, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale - A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4314-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Prego i colleghi di prendere posto.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4314-A:

"Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri".

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 4252.

Seguito della discussione della proposta di legge: Ermini: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa (A.C. 3785-A/R); e delle abbinate proposte di legge: Molteni ed altri; La Russa ed altri; Marotta e Sammarco; Molteni ed altri; Faenzi; Gelmini ed altri; Gregorio Fontana ed altri; Formisano e Portas; Molteni ed altri (A.C. 2892-3380-3384-3419-3424-3427-3434-3774-3777) (ore 11,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3785-A/R: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa; e delle abbinate proposte di legge nn. 2892-3380-3384-3419-3424-3427-3434-3774-3777.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 12 aprile 2017 (Vedi l'allegato A).

Ricordo che il 21 aprile 2016 l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 2892-A e che, a seguito di tale rinvio, la Commissione ha predisposto un nuovo testo.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3785-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.200 e 1.201, che sono in distribuzione.

Avverto, inoltre, che, fuori della seduta, tutti gli emendamenti a prima firma dei deputati Lupi, Marotta e Vazio sono stati ritirati dai presentatori.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

Constando il testo di un unico articolo e in considerazione del fatto che il provvedimento è stato inserito in calendario in quota di un gruppo di opposizione, in via eccezionale e senza che ciò costituisca precedente, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al triplo di quelli che sarebbero consentiti. A tal fine, i gruppi Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD e Lega Nord e Autonomie sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo unico segnalati per la votazione.

I relatori di minoranza La Russa e Molteni dovrebbero accomodarsi al banco del Comitato dei nove. La Russa non lo vedo, ma intanto c'è l'onorevole Molteni.

Prego, onorevole Ermini: identici emendamenti 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Presidente, le chiedo scusa, non so dove sono collocati quelli della Commissione. Me li chiama lei?

PRESIDENTE. Sì, glieli chiamo io.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Presidente, sugli identici emendamenti 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni? Non ce li ha? È il fascicolo ordinario. Sono soppressivi. È il fascicolo normale, sono gli identici emendamenti 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan. Adesso arriva un fascicolo da un assistente. Ce lo dovrebbe avere, per la verità. È il fascicolo n. 2 degli emendamenti.

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli identici emendamenti 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan, parere favorevole.

Sull'emendamento Lupi 1.18, parere favorevole…

PRESIDENTE. No, aspetti, glieli chiamo io, onorevole Molteni. Chiedo prima all'onorevole Ermini e, poi, a lei, perché ci sono diversi ritiri, che ho letto. Siamo a pagina 4, emendamento 1.4 Gelmini. Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario. Però, questo è uno di quegli emendamenti i cui principi sono stati ripresi nell'emendamento della Commissione. Quindi, tecnicamente, è un invito al ritiro, poi spiegherò meglio quando parlerò del parere favorevole sull'emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Va bene. Onorevole Molteni, emendamento 1.4 Gelmini?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.8 Gregorio Fontana: onorevole Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Stesso ragionamento fatto per l'emendamento 1.4.

PRESIDENTE. Mi dia solo il parere, onorevole Ermini.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.9 Daniele Farina, onorevole Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. A pagina 6, emendamento 1.80 La Russa.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.11 Molteni, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.14 Sisto, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.12 Molteni, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.15 Longo, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.16 Ferraresi, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.21 Sisto, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.20 Sisto, a pagina 11, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.71 Ferraresi, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.70 Ferraresi, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Adesso che si è aggiunto anche l'onorevole La Russa: onorevole La Russa, se vuole aggiungersi in corsa, esprimendo i pareri, siamo a pagina 12 del fascicolo, all'emendamento 1.70 Ferraresi; poi, semmai, recuperiamo i precedenti. Se il collega Capodicasa si toglie un attimo, perché è esattamente davanti ad uno dei relatori. Ripeto: siamo a pagina 12, emendamento 1.70 Ferraresi, e hanno già espresso il parere sia l'onorevole Ermini sia l'onorevole Molteni. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Per i pareri espressi fino adesso, i miei sono conformi a quello dell'altro relatore di minoranza.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, anche sull'emendamento 1.70 Ferraresi il parere è contrario?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, mi scusi, io ho segnato una cosa diversa dagli uffici: sull'emendamento 1.70 Ferraresi, quale parere ha espresso?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Si rimette all'Aula, allora scusi, ho sbagliato a segnare. Emendamento 1.201 della Commissione, onorevole Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.201. Devo esprimere solo il parere o posso anche spiegare?

PRESIDENTE. Può spiegare rapidamente.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Questo emendamento, presentato dalla Commissione, recupera tuttavia i principi di alcuni emendamenti come l'1.100 Marotta, l'1.76 Vazio, l'1.4 Gelmini e l'1.8 Gregorio Fontana, i cui principi sono stati presi per poi inserirli nell'emendamento 1.201 di cui la Commissione raccomanda l'approvazione.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Siamo ora a pagina 14 del fascicolo. Emendamento 1.74 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Quale emendamento, Presidente, scusi?

PRESIDENTE. A pagina 14, emendamento 1.74 Ferraresi.

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.73 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.10 Gelmini.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.24 Sisto.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.22 Mazziotti Di Celso.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.31 Molteni.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.32 Molteni e 1.34 Santelli, relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.81 La Russa?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.48 Librandi?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.200 della Commissione. Relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.200 e su questo vorrei segnalare… non hanno il testo…

PRESIDENTE. Sono in distribuzione. Se gli assistenti parlamentari possono fare avere gli emendamenti della Commissione in distribuzione…

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Può leggerlo, Presidente?

PRESIDENTE. Adesso lo leggo, ma è meglio che lo leggiate da soli. Ecco, ora ve lo hanno portato.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.200, formulato anche accogliendo l'osservazione che ci è giunta dalla I Commissione affari costituzionali in cui si specificano gli elementi del grave turbamento psichico, cioè su che cosa il giudice dovrà andare a valutare il grave turbamento.

In più, vorrei segnalare che abbiamo utilizzato anche i principi presenti nell'emendamento 1.20 Sisto.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Presidente, se mi lascia fare solo una considerazione…

PRESIDENTE. Sì, prego. Può farla.

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Perché non è che noi siamo impreparati sugli emendamenti: poiché il testo è stato completamente stravolto un'ora fa e a noi è stata data l'opportunità di vedere gli emendamenti presentati nel Comitato del nove poco tempo fa, stiamo ovviamente elaborando considerazioni di natura giuridica e di natura politica, perché il testo è stato completamente stravolto.

Sono due anni, Presidente, che stiamo attendendo di discutere di legittima difesa e arriviamo un'ora prima dell'Aula con testi che sono completamente diversi rispetto a quelli di ieri. Quindi, chiedo alla Presidenza un minimo di valutazione rispetto a come si sta conducendo il dibattito.

Comunque, esprimo parere contrario sull'emendamento 1.200 della Commissione.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Per le stesse ragioni, al fine di poter meglio verificare le modifiche apportate, allo stato mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.75 Molteni, onorevole Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Esprimo parere contrario.

PRESIDENTE. Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole la Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Gelmini, a pagina 22.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 1.06 Molteni, a pagina 24. Relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 1.070 Verini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole, ma chiedo l'accantonamento perché stiamo perfezionando la copertura ed entro poco tempo potrò esprimere il parere.

PRESIDENTE. Sta bene. L'articolo aggiuntivo 1.070 Verini viene accantonato. Se gli onorevoli Molteni e La Russa vogliono esprimere il parere, possono farlo anche ora.

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole. Ovviamente, vogliamo vedere come l'articolo aggiuntivo verrà coperto. Mi stupisco di una cosa: io esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 1.070 perché accoglie un principio che è stato condiviso; mi sembra strano e illogico che su una proposta emendativa identica - esattamente identica - che abbiamo presentato noi, come Lega, precedentemente il relatore abbia espresso parere contrario. Vorrei capire qual è la logica che muove la mano del Governo, da un lato, e del relatore, dall'altro lato. Cerco di essere coerente ai miei principi e ai valori che vogliamo introdurre all'interno del provvedimento. Vorrei che la stessa linearità, trasparenza e correttezza venisse applicata anche da altri.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Io, che ho capito qual è il criterio, esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 1.070 Verini.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 1.09 Ferraresi.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Ultima proposta emendativa, 1.07 Gelmini.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signora Presidente, preso atto del lavoro svolto in Commissione, diamo parere conforme a quello del relatore per la maggioranza, ivi compresi gli emendamenti della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan .

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare sul complesso degli emendamenti.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, abbiamo già espresso i pareri sugli emendamenti. Onorevole Molteni, intervenga sugli emendamenti, perché siamo in questa fase…

NICOLA MOLTENI. Una cortesia, Presidente. Noi abbiamo fatto su questo tema la discussione sulle linee generali esattamente un anno fa, ed è da un anno che questo provvedimento - credo leggermente importante, rispetto a quello che sta accadendo nel Paese - è stato insabbiato in Commissione giustizia. Infatti, se lei ricorderà - io mi ricordo benissimo -, un voto di quest'Aula ha deciso che non c'era la volontà politica di discutere di legittima difesa, e si è deciso, col voto della maggioranza, del Partito Democratico, e con l'avallo del Governo, di rimandare il provvedimento sulla legittima difesa in Commissione. In Commissione è rimasto sepolto per oltre un anno. Credo che sia quantomeno auspicabile, da parte sua, che si riprenda il dibattito esattamente laddove un anno fa lo si è lasciato.

Inoltre, visto che, tra l'altro, avete contingentato gli emendamenti, limitato il numero degli emendamenti da parte delle forze politiche di opposizione, che abbiamo ricevuto emendamenti modificativi e sostitutivi del testo all'ultimo secondo e avete completamente stravolto la nostra proposta di legge - perché era un testo che partiva in quota opposizione -, e che ci avete scippato e rubato indegnamente questa proposta di legge, consentite almeno a chi ne ha la legittimità di dire quello che pensa sulla legittima difesa, non condividendo l'impostazione che voi state dando; consentite di poter almeno esprimere il proprio pensiero.

Le chiedo almeno di poter intervenire - non io, come relatore di minoranza, ma quanto meno i miei colleghi - sul complesso degli emendamenti, credo che sia doveroso e legittimo.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, mi scusi…

NICOLA MOLTENI. Presidente, non ricominciamo perché su questo tema oggi sarà una giornata estremamente calda e probabilmente polemica.

PRESIDENTE. Grazie di questo intervento…

NICOLA MOLTENI. Dateci la possibilità di poter intervenire, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, mettiamoci d'accordo subito. La Presidenza ha letto, qualche decina di minuti fa, la seguente frase: se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori…

NICOLA MOLTENI. Ma c'era casino in aula! Tutti si sono mossi! Cortesemente, Presidente….

PRESIDENTE. Ma non stiamo scherzando, davvero… Onorevole Molteni, “se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 segnalati per la votazione”, questa è stata la frase che la Presidenza…

NICOLA MOLTENI. Presidente, non c'era neanche il Governo!

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, non le consento di dire questo. Noi abbiamo iniziato l'esame di questo provvedimento quando è arrivato il sottosegretario Migliore. Per cui, avete il tempo che avete. La procedura non si modifica a seconda della discussione politica tra maggioranza e opposizione, la procedura è quella che conoscete, e ora la Presidenza consentirà tutte le discussioni che potrete fare nei tempi e nei modi che prevede il Regolamento.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, capisco che, a termini di Regolamento, la discussione sul complesso degli emendamenti la si compie prima di esprimere i pareri, però sono convinto che anche lei capisca che la situazione era estremamente confusa, non dovuta a scelte o al modusoperandi dell'opposizione o dai proponenti della legge, ma dovuta a Governo e maggioranza che, un'ora prima, stravolgono totalmente il testo, dal fatto che in Aula si accendono discussioni all'interno della stessa maggioranza, con una confusione che rende impossibile ai parlamentari ascoltare e sentire ciò che dice la Presidente, col Governo che arriva in ritardo, con una situazione paradossale nella quale il relatore - e mi ascolti, la prego, Presidente - esprime un parere favorevole anticipato su un emendamento che non ha ancora le coperture.

E in questo momento si lamenta delle opposizioni, che chiedono chiaramente una cosa che non può diventare prassi, ma un'interpretazione fuori dalle normali regole del Parlamento, cioè di discutere del complesso degli emendamenti ora, rispetto a delle norme che non vengono seguite e non sono state seguite dalla maggioranza, dal Governo e dal relatore!

È chiaro che chiediamo un'eccezione, ne siamo consapevoli, però ci rifacciamo alla sua sensibilità, visto che, da parte della maggioranza e del relatore, non è stata seguita una prassi o un regolamento condiviso e votato da quest'Aula. Quindi, le chiedo questa sensibilità, perché mi sembra che, se parliamo di regole, qui, da parte della maggioranza, sono state totalmente stravolte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà, poi l'onorevole La Russa.

DANIELE FARINA. Presidente, inviterei i colleghi della Lega a usare la parola “opposizione” con maggior prudenza, nel senso che qui le opposizioni hanno un'idea assai diversa tra loro, e alcune opposizioni, tra cui quella rappresentata dall'onorevole Fedriga e dall'onorevole Molteni, hanno in realtà una posizione assai simile a quella della maggioranza nell'ultima formulazione, tant'è vero che questo primo emendamento è firmato dalle opposizioni, ma non è segnalato dai colleghi della Lega, che è un emendamento soppressivo in generale del provvedimento. Perché? Perché di questo provvedimento non se ne sente bisogno alcuno, non c'è nessuna necessità di modificare la legislazione sulla legittima difesa, già pessimamente riformata nel 2006. Anzi, se vi fosse la necessità, sarebbe una necessità totalmente contraria, cioè di tornare alle norme precedenti il 2006, che hanno per settant'anni egregiamente servito allo scopo.

PRESIDENTE. Onorevole Farina, mi scusi se la interrompo. Sta parlando sull'ordine dei lavori o sta facendo una dichiarazione…

DANIELE FARINA. Sull'emendamento.

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

DANIELE FARINA. Io sto parlando sull'emendamento, su due emendamenti, in realtà, uno a prima firma Andrea Maestri e mia personale e l'altro a firma dei colleghi di Articolo 1, che sono identici. Dicevo, tornare alla formulazione del 2006, perché oggi siamo in grado di verificare i risultati di quella legislazione che avete introdotto col Governo Berlusconi, gli effetti che ha prodotto. Quando il collega Molteni dice che sarà una giornata calda, lo sarà su molti fronti, perché l'unico effetto di quella legislazione, con cui avete introdotto di fatto la legittima difesa domiciliare, cioè un'estensione maggiore, è stato quello, ad oggi, di triplicare il numero delle armi concesse per licenza presuntamente sportiva. E se andiamo a vedere i numeri, da quel 2006 ad oggi, sono più le donne, mogli e compagne, e i vicini di casa sparati ed uccisi con armi legalmente detenute che i fascicoli aperti presso le procure per legittima difesa! Ma questo ci porterà verso un altro argomento, cioè dei perché voi volete ogni volta un ampliamento della difesa legittima, dei confini di applicazione della difesa legittima. Infatti, per noi è abbastanza evidente - ormai ve l'abbiamo già detto nello scorso passaggio in Aula - che c'è un non detto, c'è un mercato dietro questa vicenda. Dietro quelle licenze c'è un mercato, ci sono interessi economici, e una localizzazione geografica di quegli interessi, perché i produttori di armi leggere stanno dalle vostre parti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)!

PRESIDENTE. Colleghi! Onorevole Invernizzi (Commenti del deputato Simonetti)! Lasciamo fare gli interventi.

DANIELE FARINA. E stiamo parlando di 150 milioni di euro l'anno! Voi parlate di sicurezza dei cittadini, ma coltivate un retropensiero, in realtà.

ROBERTO SIMONETTI. Ma vai a cagare!

PRESIDENTE. Onorevole Simonetti, la richiamo!

DANIELE FARINA. Per questo noi chiediamo che si torni alla legislazione precedente. Guardate chi ve lo viene a dire: viva il codice Rocco, non i pasticci che avete organizzato voi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile)!

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, pensavo che l'onorevole Farina volesse parlare sull'ordine dei lavori.

IGNAZIO LA RUSSA. Anche io.

PRESIDENTE. L'aveva chiesto prima di lei e ho dato la parola all'onorevole Farina. Comunque, lei ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Prego, ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Invece ha parlato contro i produttori di armi che non hanno niente a che vedere con questa legge, dove non abbiamo, mai, minimamente, inserito nessun emendamento che faciliti il possesso di armi, caro collega; quindi, non dire cose che non stanno né in cielo né in terra, perché questa è un'Aula seria, non un luogo dove si dicono sciocchezze.

Ebbene, Presidente, sulla querelle che si è appena aperta sulla possibilità di intervenire sul complesso degli emendamenti, credo che lei abbia ragione dal punto di vista formale e, quindi, non le posso fare nessun appunto, però, come si dice in questi casi, bisogna valutare le circostanze e vedere se c'è un rimedio. Noi abbiamo i tempi contingentati, in questa legge? Abbiamo i tempi contingentati? Allora, le chiedo subito di rimediare alla confusione che c'è stata, consentendo sin da ora, prima che scada, un tempo maggiore per recuperare la mancata possibilità di intervento, dipendente, di tutta evidenza, non dalla volontà dei parlamentari, ma dalla situazione confusa e atipica con cui si è sviluppata la prima parte del dibattito. Questa è una richiesta formale che io le avanzo.

D'altra parte, Presidente, e sempre sull'ordine dei lavori, in relazione al testo che ci viene presentato, io ho parlato ieri coi funzionari, ieri sera alle otto, e ieri sera alle otto mi hanno detto che non c'era sostanzialmente niente di nuovo, per cui stamattina, alle nove non ci doveva essere praticamente niente, in realtà ci arriva un testo completamente diverso. Io non so se esserne contento o no, posso anche apprezzare lo sforzo della maggioranza di scopiazzare, anzi, scusate il termine, di ispirarsi - va bene così? Non scopiazzare, ispirarsi - a un mio emendamento e a emendamenti della Lega, perché di questo si tratta, cercando di far passare come farina del proprio sacco, ciò che farina non è. Chiedo, però, di avere dieci minuti di interruzione, affinché i gruppi possano valutare con attenzione questa nuova situazione; dopodiché, visto che vi è un profondo cambiamento del testo che accoglie, di fatto, il principio, i principi che tendono a togliere una eccessiva discrezionalità al magistrato a cui abbiamo dato dei pesi eccessivi da sopportare in questi anni di interpretazione normativa, io credo che ci sia bisogno di dieci minuti. Non c'è stato il tempo di discutere il complesso degli emendamenti, allora facciamo dieci minuti di interruzione, in modo che i gruppi possano consultarsi e valutare questo fatto nuovo, decisamente molto nuovo, perché voi capite che per la prima volta si inserisce in un emendamento l'espressione: in tempo di notte, che è esattamente l'emendamento proposto da Fratelli d'Italia e si trascura, invece, la linea fino adesso seguita che era quella dell'errore che, pure, viene mantenuto. Si tratta di una nuova legge; dopo due anni e due mesi, negli ultimi venti minuti c'è un cambiamento che può essere positivo, ma fatecelo valutare appieno.

PRESIDENTE. Allora, onorevole La Russa., l'onorevole Sannicandro ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà, poi cerchiamo di chiudere questa fase. Prego.

ARCANGELO SANNICANDRO. Sarò brevissimo. Io credo che i colleghi della Lega abbiano ragione, perché il modo frenetico con cui siamo arrivati in Aula esige proprio che ci siano almeno dieci minuti per riflettere. Faccio presente che fino a ieri sera dovevamo discutere della modifica dell'articolo 59 del codice penale, stamattina dovremo discutere della modifica dell'articolo 52 del codice penale, tutt'altra cosa, tanto per capirci, e questo esige un minimo di riflessione. Io sto cercando di mettere ordine nella lettura dei vari articoli del codice penale, perché, altrimenti, non ci si raccapezza più.

Voglio dire all'onorevole La Russa che non si deve risentire delle parole dell'onorevole Farina, perché i dieci minuti che lei chiede, e che io sono d'accordo che le vengano concessi, dimostreranno la profonda sintonia che esiste tra il vostro testo e quello che propone il PD. Quindi, stiamo calmi.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, non c'è nessun problema se le opposizioni vogliono dei minuti per guardate gli atti.

Voglio soltanto significare che noi ci siamo comportati come il Regolamento prescrive; io capisco che la mattina alle nove il Comitato dei nove può essere un po' troppo mattutino, però il Comitato dei nove è evidente che si riunisce per svolgere le funzioni del Comitato dei nove. Peraltro, il relatore, nel formulare, all'interno del Comitato dei nove, quelle formulazioni delle ipotesi che poi sono state accolte, ha tenuto conto di tutti gli emendamenti che erano presenti, già da tempo, all'interno del fascicolo degli emendamenti. Sannicandro, c'erano anche quelli sull'articolo 52, quindi, non è tutta roba che arriva in questo momento. C'era una serie di emendamenti sia sull'articolo 59 che sull'articolo 52 e noi ne abbiamo tenuto conto, quindi, non abbiamo fatto nulla di particolarmente esaltante o di particolarmente grave, se non quello che è proprio il compito del relatore fino a che non si arriva all'ultimo Comitato dei nove che è quello di studiare e di valutare gli emendamenti. Ho spiegato quali sono gli emendamenti i cui criteri sono stati tenuti da conto da parte della Commissione, però, se qualcuno vuole ancora qualche minuto, non c'è nessun problema, per noi.

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

NICOLA MOLTENI. Sulla proposta.

PRESIDENTE. Però lei ha già parlato su questo, sull'ordine dei lavori. Io farei una proposta, onorevole Molteni, così, poi, semmai… naturalmente i colleghi hanno tutti chiaro che noi non possiamo riaprire la discussione sul complesso degli emendamenti, però mi pare saggia la proposta avanzata dall'onorevole La Russa e sostenuta da diverse parti. Quindi, la Presidenza proporrebbe di fare una sospensione fino alle ore 12, il tempo per i gruppi di confrontarsi liberamente e poi riprendere i lavori con l'esame degli emendamenti, avendo ascoltato anche l'opinione, peraltro, di uno dei relatori e degli altri. Quindi, la seduta, se nessuno ha obiezioni…

Onorevole Molteni, che cosa c'è?

NICOLA MOLTENI. Scusi, Presidente, io credo che abbiamo atteso due anni questo tipo di dibattito.

PRESIDENTE. No, non mi faccia un intervento di merito, però, mi scusi… La proposta della Presidenza è di sospendere…

NICOLA MOLTENI. Voglio dire semplicemente che noi non vogliamo sospendere, Presidente, noi vogliamo andare avanti, vogliamo discutere; evidentemente, ognuno si assumerà le proprie responsabilità, rispetto ai testi e agli emendamenti che sono stati presentati. Noi, Presidente, non accettiamo compromessi al ribasso su questa legge. Siamo stati i primi a presentare la nostra proposta di legge e su questa legge noi andiamo avanti senza compromessi e lo dico a quelle forze politiche che, probabilmente, hanno bisogno di qualche minuto di tempo per decidere se cambiare opinione rispetto alla legge presentata dal Partito Democratico che per noi rimane una legge truffa, Presidente!

PRESIDENTE. Allora, io chiedo ai colleghi se c'è qualcuno che formalizza la richiesta della sospensione.

Prego, onorevole La Russa.

IGNAZIO LA RUSSA. Il collega ha giustamente risottolineato il tempo perduto, io credo, però, e sono convinto che accederà a questa tesi, che mezz'ora, tre quarti d'ora, quanti sono, di interruzione possano accelerare il risultato che vogliamo conseguire; il risultato che vogliamo conseguire è di verificare se la modifica proposta dal Governo è esattamente o comunque si avvicina molto, molto (dalla Commissione, non dal Governo, credo che si sarà consultato col Governo il presidente della Commissione), per non dire che è identica, ad alcune proposte formulate dall'opposizione. Il riferimento alle ore notturne era contenuto, io non posso negarlo, in un mio emendamento. Per cui ripropongo, al fine proprio di accelerare il risultato positivo che mi auguro esca da questa occasione, la richiesta di sospensione fino all'orario che il Presidente riterrà più opportuno.

PRESIDENTE. Allora, se nessuno obietta, non faccio votare questa proposta, altrimenti uno a favore, uno contro e si fa la votazione. Onorevole Molteni? Se nessuno osta, allora… lei è contrario, perfetto. Non c'è nessuno che chiede di intervenire a favore. La metto in votazione.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione della seduta fino alle ore 12,15, mezz'ora.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva per 266 voti di differenza.

Sospendo, quindi, la seduta fino alle ore 12,15.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 12,15.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge…ci siamo tutti, vero? Siamo messi un po' disordinatamente, ma c'è sia il Governo che il Comitato dei nove. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 3785-A/R: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa e delle abbinate proposte di legge nn. 2892, 3380, 3384, 3419, 3424, 3427, 3434, 3774, 3777.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sugli identici emendamenti Andrea Maestri 1.2 e Rostan 1.3.

Avverto che su tali proposte emendative è stata richiesta dai presidenti dei gruppi Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la votazione a scrutinio segreto. Tale richiesta può essere accolta in quanto le proposte emendative in esame incidono nel senso chiarito dalla Giunta del Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002 sull'articolo 25 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. La sospensione credo sia stata utile perché abbiamo potuto finalmente leggere in maniera convinta e compiuta... Parlo piano per consentire l'accesso in Aula...

PRESIDENTE. No, sono gli altri che dovrebbero parlare piano per consentire a lei di parlare, onorevole La Russa.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Forse ho usato un termine sbagliato, volevo dire parlo lentamente, quindi chiedo venia, l'errore è mio: parlo lentamente.

PRESIDENTE. Comunque i colleghi sono pregati di abbassare il tono della voce per farci sentire l'onorevole La Russa. Prego.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. La mia voce grossomodo si sente. Ci è stato così consentito - e io la ringrazio per la sospensione - di esaminare in maniera approfondita la modifica apportata dalla maggioranza, dalla Commissione. Il dubbio che ci è sorto, Presidente, è se questa modifica, che indubbiamente va nella direzione che da due anni è stata proposta per prima dalla Lega, da Fratelli d'Italia e che, quindi, Forza Italia aveva segnalato, oppure si tratti semplicemente di una modifica insufficiente e formale.

C'è un subemendamento - Presidente, intanto le do questo annuncio, che credo subito dopo darà anche l'Onorevole Gelmini - proposto dal collega Molteni, il subemendamento 1.201, che io intendo sottoscrivere e che credo, ma lo dirà l'onorevole Gelmini, sottoscriverà anche l'onorevole Gelmini e non so quali altri eventuali colleghi. Questo subemendamento ci consentirebbe di chiarire se nella valutazione della maggioranza - al di là della formale introduzione nel testo di legge di alcuni elementi importanti che noi avevamo suggerito e non vi è dubbio che questo è avvenuto - vi è o meno la volontà di sgravare la magistratura dal peso abnorme e spesso impossibile di valutare quello che, in quei frangenti, avviene in ordine alla proporzionalità. Quando, cioè, si è nelle condizioni che la maggioranza ha descritto, cioè in ore notturne o anche fuori dalle ore notturne, con quelle modalità, la proporzionalità è presunta o meno? Se questa proporzionalità, come noi avevamo già inserito nella precedente legge, la cui formulazione ambigua ha consentito di dover tornare sulla legge, se la proporzionalità è presunta e viene accolto il subemendamento a firma Molteni - e ora anche mio e credo Gelmini - allora non c'è problema. Noi pensiamo che il lavoro svolto dalla Commissione sia ottimo e vada apprezzato. Invece, se questa aggiunta e questo chiarimento non avvengono noi siamo al punto di prima, cioè scriviamo tante cose ma dopodiché la persona che si trova nella sfortunata situazione di doversi difendere, magari in ore notturne, dovrà poi sottostare ad un processo per verificare se quelle circostanze c'erano o non c'erano, se c'era la desistenza o se non c'era la desistenza, se l'arma era detenuta o non era detenuta, cioè tutta una serie di circostanze che finirebbero per umiliare chi è stato costretto da altri e non dalla sua volontà a doversi difendere in circostanze particolarmente pericolose.

Allora, il nostro non è un rilancio ma è un invito, è un invito alla Presidente e al Parlamento di accogliere - se vuole lo inserisca in un altro punto, ma non cambia la sostanza - e di inserire il concetto che, nei casi indicati dall'emendamento proposto dalla maggioranza, la proporzione è presunta. Se c'è questo siamo pronti a votare compattamente questo provvedimento. Se non c'è il bluff è scoperto.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, mi scusi. Lei ha preso la parola sugli emendamenti soppressivi, però. Siccome, era uno degli emendamenti su cui non aveva fatto in tempo, considero il suo parere favorevole, come quello del relatore Molteni (1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan). Poi, sul subemendamento di cui lei ha parlato dirò tra un attimo, ma intanto approfitto per sapere se il suo parere è favorevole.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Su che cosa, Presidente?

PRESIDENTE. Siamo in dichiarazione di voto sui primi due emendamenti, che sono soppressivi.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Va bene, grazie. Invece, quanto al subemendamento 0.1.201.1, a prima firma Nicola Molteni, segnalo a tutti quanti noi che su questa proposta emendativa deve ancora pronunciarsi il Comitato dei nove. Quindi, sarà in quella sede che poi il suo ragionamento politico avrà una risposta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, le perplessità dei colleghi sono determinate dal fatto che in effetti questa proposta di legge, che era in quota opposizione, ha avuto un iter non lineare: è venuta in Aula e andata in Commissione e, comunque, la Lega Nord voleva modificare l'articolo 52 del codice penale, cioè l'articolo che parla della legittima difesa, ma il PD preferì intervenire soltanto sull'articolo 59 del codice penale, cioè quello relativo alle circostanze attenuanti e aggravanti nel caso di invocazione della legittima difesa. Oggi il PD ritorna sull'articolo 52, cioè legittima difesa in quanto tale, cercando di modificarne il contenuto. Quindi, sono evidenti le perplessità di chi non ha partecipato e anche di chi ha partecipato a questa gimkana.

Ora, nei limiti in cui il testo è scritto - e io mi limito a quello che è scritto - dico subito che si tratta di una soluzione pasticciata, che nulla aggiunge a quello che già è scritto e che mostra, come dire, l'aspetto peggiore della politica e della politica in ambito legislativo, cioè il tentativo di fronteggiare le critiche degli avversari non affrontandole di petto, qualora non le se condividesse, ma cercando di aggirarle. È ovvio ed evidente che, in questa materia, che è all'ordine del giorno nei dibattiti politici, televisivi, giornalistici eccetera, da molto tempo si scontrano delle posizioni da un lato chiare ma anche delle posizioni furbesche.

La Lega Nord e il centrodestra normalmente cavalcano la tigre della paura che certi eventi di cronaca suscitano nell'ambito della popolazione e altri, invece, anziché affrontarli con razionalità, cercano di eludere il problema dando in pasto all'opinione pubblica delle riforme che riforme non sono.

Io credo di avere pochi minuti come al solito e, quindi, cercherò di essere breve o, comunque, di approfittare dei successivi interventi per chiarire fino in fondo il nostro pensiero. Mi limito, in premessa della giornata, a leggere quanto dice un giurista che noi audiamo spesso e volentieri nella nostra Commissione a proposito dell'articolo 52 del codice penale, che è un articolo che ci suggerisce di non toccare, dicendo: “Per favore non toccate l'articolo 52”.

L'articolo 52 del codice penale, quindi un articolo che è stato prodotto nel 1930 e che ha governato la materia fino al 2006, recita in questa maniera: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa”. Questo è il commento dell'autorità scientifica ascoltata: “L'articolo 52 del codice penale è una disposizione che presenta un quadro normativo che, a mio modesto avviso, è un autentico gioiello. È la norma più perfetta della codificazione del 1930 ed è la migliore espressione legislativa che la difesa legittima abbia mai avuto da che mondo è mondo. È la perfezione e non c'è di meglio. Le applicazioni possono essere diverse, ma l'articolo 52 è davvero una gemma, che realizza un contemperamento tra i due fondamenti storici della legittima difesa, che sono il piano dell'autotutela privata sussidiaria (quando non può intervenire lo Stato provvede il privato), che è un punto di vista a partire dalla posizione dell'aggredito che ha la facoltà di autotutelarsi, ma con il limite rappresentato dal fatto che un'autotutela deve rispettare la proporzione e non può andare oltre; proporzione non tra beni ma tra offesa e difesa, dice l'articolo 52, che è fatto da esperti” - non so se qui era ironico – “, e quindi dall'insieme degli elementi che compongono l'offesa (pericolo e valore del bene minacciato) e la difesa (la necessità, la costrizione)” (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro…

ARCANGELO SANNICANDRO. Continuiamo al prossimo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Presidente…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Palese.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Fedriga. Prego, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, io le chiedo - e lo chiedo ovviamente alla Commissione - di poter riunire il Comitato dei nove per esprimere immediatamente i pareri sui subemendamenti. Le spiego il motivo: perché se passasse e trovasse parere favorevole il subemendamento 0.1.201.1 Molteni ovviamente si modificano le scelte di tutti i gruppi nella votazione delle proposte emendative, perché si cambia fortemente, formalmente e radicalmente l'emendamento della Commissione.

Quindi, le chiedo se possiamo avere già il parere del Comitato dei nove, dei relatori e del Governo, così da poterci orientare anche noi per il proseguimento dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, su questa richiesta chiedo l'opinione della presidente Ferranti.

Prendo atto, tuttavia, che sullo stesso argomento vuole parlare l'onorevole Occhiuto. Allora, solo un attimo, così sentiamo prima i gruppi. Prego, onorevole Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO. Signora Presidente, intervengo perché la richiesta di sospensione mi sembra di assoluto buonsenso, anche in ragione del fatto che il Comitato dei nove comunque dovrà riunirsi per dare i pareri sugli emendamenti. Così come sostenuto dal collega Fedriga, poiché dal parere sul subemendamento 0.1.201.1 Molteni, firmato anche dagli altri gruppi di opposizione, dipende l'atteggiamento che terremo sul resto degli emendamenti, sarebbe più utile che questo lavoro, che comunque il Comitato dei nove deve fare e dovrà farlo durante la sospensione, potesse essere anticipato, al fine di dare a ciascuno di noi la possibilità di potersi esprimere sui singoli emendamenti, sapendo quella che è la natura del testo, perché, per noi, la natura del testo dipende dall'accoglimento o meno del subemendamento Molteni, Gelmini, La Russa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, semplicemente per rappresentare che non tutti i gruppi sono interessati a questa sospensiva, in quanto il nostro giudizio sul provvedimento è negativo ora e non può che peggiorare in presenza di un parere, sia favorevole che contrario, sul subemendamento Molteni che viene citato. Quindi, noi non abbiamo nessun motivo di aderire a questa richiesta di riunione del Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Grazie. A questo punto, sentirei il parere della presidente Ferranti. Prego, onorevole Ferranti.

DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, io mi rendo conto che, a parte il primo emendamento, che è soppressivo e, quindi, secondo me, si può votare, perché non è inficiato da nessuna valutazione che può riguardare il subemendamento, gli altri che vengono a seguire sono in qualche modo collegati anche all'emendamento della Commissione cui si riferisce il subemendamento. Quindi, io credo che possiamo riunire il Comitato dei nove subito dopo la votazione di questi emendamenti, che sono i soppressivi.

PRESIDENTE. Va bene. Mi sembra, questa, una proposta ragionevole.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, sul merito degli emendamenti o sull'ordine dei lavori anche lei? Perché lei era iscritto sul merito…

ROCCO PALESE. Grazie. A onor del vero, avevo chiesto di parlare molto tempo fa, ma per esprimere condivisione per le motivazioni dell'onorevole La Russa e per dichiarare la sottoscrizione, a nome anche della componente che rappresento, del subemendamento presentato, a prima firma Molteni. Grazie.

PRESIDENTE. Allora, riepilogo.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, nel merito o sull'ordine dei lavori di nuovo? Sul merito... Allora, io sarei per questa procedura: concludiamo le dichiarazioni di voto e il voto sugli emendamenti soppressivi 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan, quindi darei la parola all'onorevole Sisto nel merito e poi sospendiamo la seduta. Se siamo tutti dell'opinione, do la parola all'onorevole Sisto per dichiarazione di voto sugli emendamenti soppressivi. L'onorevole Sisto si è cancellato. Quindi, se non ci sono altri che chiedono di intervenire, passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.2 Andrea Maestri e 1.3 Rostan, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

IGNAZIO LA RUSSA. Perché la votazione segreta?

PRESIDENTE. Perché è stato chiesto da due gruppi, Sinistra Italiana e Articolo 1-MDP. Avevo letto anche questo...

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Come preannunciato, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,30.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per lo sport, la Ministra per i rapporti con il Parlamento, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro per gli affari regionali.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza in merito a problematiche relative al tesseramento degli atleti extracomunitari – n. 3-02989)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Capezzone n. 3-02989 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Capezzone se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

Onorevole Capezzone, ha un minuto, prego.

DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, signor Ministro, non è in causa, in questo caso, una questione di appartenenza politica, né di maggioranza o di opposizione, né una grande questione ideologica, e nemmeno la visione in quest'Aula, fatalmente diversa, di come affrontare il tema dell'immigrazione, ma è una questione precisa e specifica su cui la buona politica, Governo e opposizione, possono lavorare per risolvere un problema, non solo per il basket, ma per lo sport dilettantistico in generale.

Mi riferisco alla condizione, ai permessi di soggiorno degli atleti non comunitari, che sono formalmente dilettanti, ma in realtà vivono e operano da professionisti con società che si occupano del loro vitto, del loro alloggio, dei loro rimborsi. Ci sono controlli serrati da questo punto di vista, quindi non c'è spazio per inganni.

Le chiedo se, nell'ambito della normativa vigente, si possano trovare interpretazioni e soluzioni per permessi di soggiorno ad hoc per il campionato, magari per il periodo della preparazione, per evitare che - e concludo, signor Presidente - dirigenti sportivi in totale buona fede si trovino non solo con un problema sportivo, ma addirittura con un clamoroso problema penale per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sarebbe surreale!

PRESIDENTE. Il Ministro per lo sport, onorevole Luca Lotti, ha facoltà di rispondere. Ha tre minuti.

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Grazie, Presidente. Fortunatamente, onorevole Capezzone, nello sport spesso non c'è una questione politica e questo mi fa piacere, anche nel modo nel quale lei ha illustrato l'interrogazione.

La questione posta dall'onorevole Capezzone concerne la posizione degli atleti extracomunitari tesserati dalla Federazione italiana pallacanestro, in questo caso. Ovviamente, poi, vale anche per le altre federazioni. In particolare, l'interrogante ha fatto riferimento alle difficoltà in cui sono incorse alcune società sportive del campionato regionale ligure per avere utilizzato alcuni extracomunitari sprovvisti di permesso di soggiorno e tesserati grazie a un visto trimestrale scaduto durante la stagione sportiva. Questi atleti, di conseguenza, si sarebbero trovati in una posizione del tutto singolare: sarebbero stati tesserati per l'intera stagione sportiva, ma sarebbero divenuti successivamente inutilizzabili in gare ufficiali, perché privi del permesso di soggiorno.

La questione sollevata investe due piani distinti: in primo luogo, vanno presi in considerazione i problemi legati alla specialità dello sport, anche dilettantistico - ci tengo a sottolinearlo -, in materia di immigrazione. Da questo punto di vista, appare forse necessario intraprendere un percorso condiviso con le altre amministrazioni interessate, in particolar modo con il Ministero dell'interno, per verificare l'opportunità di introdurre nel nostro ordinamento strumenti normativi che consentano di risolvere casi analoghi.

In secondo luogo, per quanto invece più specificatamente attiene alla mia competenza di sport, i fatti raccontati dall'interrogante parrebbero evidenziare l'apparente contraddittorietà di un sistema, che, per un verso, consente il tesseramento di un atleta con la sola prestazione del visto d'ingresso e, per l'altro, punisce con la sconfitta a tavolino la squadra che iscrive a referto quello stesso atleta, perché diventato, nel frattempo, uno straniero irregolare.

In realtà, a ben vedere, questa contraddittorietà è soltanto apparente, e spiego perché. Infatti, nel rispondere al quesito, mi pare opportuno fare riferimento agli articoli 30 e seguenti del regolamento tesserati della Federazione italiana pallacanestro, recanti le norme di tesseramento per le società partecipanti ai campionati regionali e provinciali, dalla lettura dei quali si evince che, per poter militare in gare ufficiali, gli atleti extracomunitari maggiorenni - ho finito, Presidente - e provenienti da una federazione cestistica straniera devono essere residenti in Italia, oppure, se non residenti, devono essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Questo, ovviamente, onorevole, per rispondere dell'esempio al quale ha fatto riferimento nell'interrogazione scritta.

PRESIDENTE. L'onorevole Capezzone ha facoltà di replicare.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Ministro, anche per il dettaglio sul secondo aspetto dell'interrogazione, ma quello più importante è il primo. Prendo atto della sua apertura, che considero positiva, le chiedo, però, a questo punto, di provare a lavorare insieme. Siamo alla fine della legislatura, ma, di tutta evidenza, non siamo dinanzi ad una riforma epocale: siamo dinanzi ad un piccolo, circoscritto intervento per risolvere i problemi.

Le chiedo, dunque, di concerto - lei e il Governo, noi siamo una forza di opposizione -, di lavorare ad un percorso, come lei ha detto, anche con il Ministero dell'interno per risolvere tale questione.

Lo ripeto: sarebbe veramente paradossale che per società dilettantistiche, che hanno il grande merito di rendere possibile un'attività sportiva, non certo con grandi masse di denaro che si muovono, ma già con tanta fatica, eccetera, ci fossero anche dei problemi penali. Come lei sa, noi siamo una forza politica rigorosissima sui temi dell'immigrazione clandestina, ma qui è facile fare i controlli: si vede qual è l'atleta che va in campo e qual è l'atleta che non va in campo. Quindi, bastano permessi per il tempo del campionato, per il periodo della preparazione: proviamo davvero a darci - ci dia lei - un calendario per risolvere, magari già per l'inizio della prossima stagione sportiva, il problema. Io credo sarebbe una cosa piccola, ma di cui molti ci e le sarebbero grati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

(Iniziative, anche di carattere fiscale, per il sostegno dell'attività sportiva dilettantistica – n. 3-02990)

PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-2990 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come è già avvenuto per l'arte, la scuola e il cinema, ritiene possibile prevedere azioni che, attraverso forme di fiscalità agevolata, incoraggino aziende private a sostenere realtà sportive medio-piccole o valutare un intervento che ammetta anche le società sportive dilettantistiche tra i destinatari del 5 per mille?

PRESIDENTE. Il Ministro per lo sport, Luca Lotti, ha facoltà di rispondere.

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Grazie, Presidente. La questione posta dall'onorevole Vezzali concerne, in particolare, il sostegno pubblico allo sport dilettantistico, anche attraverso la previsione di forme di fiscalità agevolata, e anche di questo ne abbiamo varie volte discusso in Commissione.

Nella veste di Ministro per lo sport mi preme innanzitutto sottolineare quanto abbia a cuore le questioni sollevate dalla collega interrogante. Come ho già avuto modo di dire nella esposizione delle linee programmatiche davanti alle Commissioni cultura di Camera e Senato, il sostegno all'attività dilettantistica di base, anche attraverso la valorizzazione dell'impiantistica pubblica, rappresenta, a mio modo di vedere, un caposaldo dell'impegno politico del mio Ministero.

Proprio a questo riguardo, vorrei, in primo luogo, accennare alla scelta del Governo di rilanciare il Piano sport e periferie, destinando una nuova tranche da 100 milioni di euro, che si aggiunge alla prima tranche già stanziata dal Governo precedente, utilizzabile per il triennio 2015-2017, al finanziamento di progetti di ristrutturazione straordinaria di impianti sportivi in uso alle società dilettantistiche, con particolare attenzione alle zone disagiate del Paese e ai quartieri con il maggior tasso di devianza giovanile. Arrivo anche alla risposta.

In secondo luogo, stiamo lavorando e stiamo elaborando da alcune settimane un disegno di legge per il sostegno all'attività sportiva dilettantistica, come l'onorevole sa perfettamente. In particolare, stiamo provando a raccogliere e ad armonizzare in un unico testo alcune previsioni contenute in tre disegni di legge presentati nel corso di questa legislatura, recanti norme per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport, per la promozione dell'educazione motoria e della cultura sportiva e per la disciplina delle attività sportive dilettantistiche. Il riferimento è in particolare ad alcuni disegni di legge in discussione presso la VII Commissione alla Camera, tra cui quelli presentati dall'onorevole Sbrollini e dagli onorevoli Fossati e Molea.

Faccio, quindi, mie le preoccupazioni espresse dall'onorevole Vezzali, ribadendo in questa sede l'auspicio di giungere, entro il termine della legislatura, all'approvazione di un testo di legge che introduca nel nostro ordinamento una serie di disposizioni finalizzate proprio al sostegno dell'attività sportiva dilettantistica stessa e al rilancio dei finanziamenti in questo settore, anche attraverso strumenti di defiscalizzazione specifici e precisi per le società sportive.

PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARIA VALENTINA VEZZALI. Signor Ministro, auspico di poter contare sui buoni propositi da lei espressi e sulle misure che devono essere valutate in termini di fattibilità e di sostenibilità dei costi. Per le intenzioni da lei espresse mi reputo parzialmente soddisfatta; mi riterrò soddisfatta quando le misure saranno concretizzate.

Di recente, ho letto su un autorevole quotidiano che, in Italia, nel 2020, i bambini adolescenti raggiungeranno il grado zero delle capacità motorie. Secondo uno studio saranno adolescenti con il fisico da anziani, visto che, invece di rincorrersi, saltare la corda, lanciare la palla, si sono ridotti all'immobilità davanti ai videogiochi.

Se siamo tutti d'accordo però sugli enormi effetti benefici dello sport sul fisico, sulla salute e nella società per i valori che porta con sé, allora dobbiamo fare uno sforzo per trovare risorse e misure necessarie ad incoraggiare e incrementare il lavoro che l'associazionismo svolge sul territorio, unica possibilità che abbiamo per invertire la tendenza che gli studi hanno fotografato. Il mecenatismo, di cui lei non fa cenno nella risposta, potrebbe consentire a moltissime piccole società di avere le risorse necessarie per andare avanti e ai tanti giovani che vivono nelle periferie e nelle realtà difficili di avere un'opportunità di aggregazione, nonostante i 100 milioni di euro messi a disposizione per le periferie; ma questo non basta.

La richiesta di prevedere il beneficio del 5 per mille, a cui lei non ha risposto, per le società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro, che è anche il contenuto di una mia proposta di legge, potrebbe rappresentare un aiuto a costo zero per lo Stato, ma un segnale importante per lo sport, al quale verrebbe riconosciuta una valenza sociale al pari delle fondazioni culturali, del volontariato, dell'associazionismo già ammesse a questo beneficio.

(Elementi ed iniziative in ordine alle opere per lo svolgimento del G7 a Taormina – n. 3-02991)

PRESIDENTE. L'onorevole Catanoso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02991 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi spiace che sia proprio ella, oggi, qui a rispondere a questa interrogazione, perché i problemi che sono legati alla realizzazione del G7 a Taormina sono in gran parte dovuti al precedente Governo, al quale, ovviamente, dal punto di vista politico la maggioranza fa riferimento, ma che avrebbe le colpe dirette di questa presenza a Taormina dei problemi odierni.

Durante la recente visita del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Boschi, la stessa ha riferito che i lavori vanno avanti e ha voluto rassicurare tutti per i tempi. Noi, però, abbiamo potuto verificare che, il 4 luglio del 2016, l'allora Presidente del Consiglio Renzi diede la notizia che si sarebbe svolto il G7 a Taormina e, soltanto il 3 e il 4 del mese di aprile scorso, sono stati iniziati i lavori. Questo ci mette in grande preoccupazione per la possibilità di finire questi lavori, avendo anche potuto visionare personalmente quello che sta accadendo a Taormina e i gravi disagi che fino ad oggi …

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. …proprio oggi - sì, Presidente, concludo subito - hanno avuto luogo per le vie Taormina, completamente bloccate con le esigenze del turismo davvero messe da parte.

PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, senatrice Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. In primo luogo, segnalo che gli interventi necessari allo svolgimento del vertice saranno ultimati in tempo utile per l'evento, senza peraltro ricorrere a deroghe e alle procedure previste dal Codice degli appalti.

In secondo luogo, si sottolinea che sia il Governo Renzi che il Governo Gentiloni hanno ritenuto di limitare le risorse destinate al G7 alla sola realizzazione degli interventi strettamente necessari allo svolgimento del vertice, anche tenuto conto degli eventi sismici che hanno colpito il nostro Paese e che hanno indotto il Governo a concentrare gran parte dell'impegno economico in termini di finanza pubblica prioritariamente per interventi a sostegno delle popolazioni colpite.

Con riferimento alle due elisuperfici richiamate dagli interroganti, si segnala che una di queste è stata realizzata presso la piscina comunale ed è in corso l'iter di approvazione della variante urbanistica da parte della regione Sicilia che la renderà permanente. La seconda elisuperficie, invece, che insiste su territorio privato, sarà utilizzata per le sole esigenze relative al G7. Tale struttura sarà quindi smontata al termine del vertice ma le relative attrezzature resteranno nel patrimonio dello Stato per esigenze analoghe. In entrambi i casi saranno realizzati interventi di messa in sicurezza. La manutenzione del Palazzo dei Congressi è stata realizzata con il supporto del genio dell'Aeronautica militare e dei vigili del fuoco e prevede interventi la cui finalità non deve intendersi limitata al solo utilizzo della struttura in vista del vertice ma anche alla fruibilità in condizioni di sicurezza anche per il futuro. Tra gli interventi predisposti per il G7 di Taormina può inoltre annoverarsi la manutenzione non solo ordinaria ma anche straordinaria di 10 chilometri di strade interne al comune nonché della strada provinciale n. 10 di accesso a Taormina. Infine con la collaborazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è stata prevista la realizzazione di opere di messa in sicurezza del teatro antico di Taormina e si rammenta che il teatro non era stato oggetto di interventi di simile entità dal 1958 ad oggi. È stato inoltre previsto, attraverso la ricostruzione della porzione del muro di contenimento crollato all'interno della Villa comunale Duca di Cesarò, il ripristino dello stato dei luoghi. Infine circa i lavori sulla A18 si rammenta che la stessa è oggetto di concessione al Consorzio autostrade siciliane e i lavori sul tratto di competenza saranno realizzati direttamente dal concessionario. Sulla base delle notizie acquisite riguardanti la tratta Taormina-Catania, risultano già avviati i lavori relativi al verde e alla segnaletica orizzontale e verticale e alla barriera di sicurezza, mentre sono in corso di aggiudicazione i lavori della barriera San Gregorio nonché altri lavori riguardanti il rifacimento dell'asfalto nella tratta Taormina-Messina. Alla luce di quanto evidenziato si può pertanto ritenere che lavori in corso di ultimazione sia di natura ordinaria per molto tempo non effettuati sia straordinaria permetteranno di affrontare l'evento in conformità alle attese e consentiranno alla collettività di poter utilizzare le relative infrastrutture anche dopo la conclusione del vertice.

PRESIDENTE. L'onorevole Catanoso ha facoltà di replicare.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente. Dovrebbe tranquillizzarmi la buona volontà del Ministro Finocchiaro nel descrivere i lavori ma quando ella dice “in corso di aggiudicazione”, signor Ministro, e oggi siamo al 3 maggio devo per forza preoccuparmi. Ripeto che siamo al 3 maggio a poco più di 20 giorni dal G7 e non sono state ancora aggiudicati tutti i lavori, alcuni dei quali sono iniziati dicevo il 3 e il 4 dello scorso mese di aprile. Quanti ne salteranno? Quali saranno quelli che saranno finiti dopo? Per esempio nel centro congressi che lei ha ricordato, so che per il G7 saranno consegnati con un'agibilità provvisoria ma avranno un'agibilità definitiva soltanto nel novembre 2017. Questo dati sono già stati dichiarati e, quindi, pubblici: è assolutamente un fuor d'opera se immaginiamo che queste spese, questi stanziamenti dello Stato sono stati fatti proprio affinché si potesse svolgere il G7 a Taormina. Lasciamo perdere poi quelli che sono i disagi e i problemi che la cittadinanza ha dovuto subire, tenuto conto che l'inizio dei lavori è assolutamente vicino alla data e quindi la necessità di lavorare 24 ore su 24. Mi fermo un attimo soltanto a ringraziare i vigili del fuoco e i militari, nello specifico l'Aeronautica militare, che stanno facendo di tutto. È assurdo immaginare che non si sia pensato a procedere alla completa ristrutturazione di un'autostrada che ha bisogno della messa in sicurezza, non certo della segnaletica orizzontale e verticale, con un CAS che non funziona e che ancora ha senso di marcia unico alternato. Concludendo, il Governo dovrebbe almeno riuscire a farsi dare quei ridicoli 35.000 euro che il Governo Crocetta, il Governo di centrosinistra della regione, oggi ha immaginato di dedicare al G7 - solo 35.000 euro - dei quali ancora non ci sono tracce.

(Iniziative volte al sostegno e al coordinamento dell'azione delle organizzazioni non governative con riguardo agli interventi per la salvaguardia della vita e della dignità dei migranti che attraversano il Mediterraneo - n. 3-02992)

PRESIDENTE. L'onorevole Marcon ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02992 (Vedi l'allegato A).

GIULIO MARCON. Signor Presidente, signora Ministra, come sappiamo in queste settimane le ONG impegnate a salvare vite umane nel Mediterraneo sono state calunniate e volgarmente attaccate sulla base di illazioni e talvolta di autentiche bugie. Anche il Ministro degli esteri Alfano ha sposato vergognosamente questi attacchi.

Nel rispetto delle attività giudiziarie che però al momento non ci risulta ci siano come ormai è chiaro a tutti, chiediamo al Governo se e come intenda sostenere e tutelare l'attività meritoria di queste organizzazioni e quali iniziative intenda intraprendere per coordinarsi costruttivamente con queste organizzazioni che, ricordo, svolgono un ruolo di supplenza dello Stato. Queste ONG hanno salvato 46.000 vite nel 2016 e già 13.000 nel 2017. Il fango gettato sulle ONG e i volontari ha creato un danno enorme. Noi chiediamo cosa intenda fare il Governo per affrontare questa situazione che deve essere risolta al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti col Parlamento, senatrice Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo a questa interrogazione e anche alla successiva sulla base degli elementi forniti dal Ministro dell'interno che è impossibilitato a partecipare a questa seduta. Il tema sollevato dagli onorevoli interroganti è stato trattato solo pochi giorni fa in questa stessa Aula dello stesso Ministro. Nell'occasione il Ministro Minniti ha ribadito tra l'altro come l'obiettivo sia di fermare i flussi e sconfiggere i trafficanti di esseri umani che con cinismo sempre più agghiacciante non tengono in alcun conto il rispetto della vita umana. Nello scenario complesso nel quale si svolge l'attività di Sophia, di Frontex, della nostra Guardia costiera e delle ONG appare evidente che le attività di ricerca e soccorso non possono prescindere dal rispetto del principio fondamentale della salvaguardia della vita umana. In questo quadro è stato ricordato e mi sento di confermarlo che, rispetto ai temi che in questi giorni stanno catalizzando l'attenzione mediatica anche con riferimento alle attività delle ONG, occorre evitare generalizzazioni e giudizi affrettati attenendoci ad una rigorosa valutazione degli atti. Com'è noto sono ancora in corso indagini da parte della procura della Repubblica di Catania ma anche in sede parlamentare sia il Comitato Schengen sia la Commissione difesa del Senato stanno svolgendo attività conoscitive sul ruolo delle organizzazioni non governative e sui flussi migratori attraverso una serie di audizioni rivolte anche ad esponenti di ONG. Assicuro che il Governo seguirà lo sviluppo di tali attività anche avvalendosi dei propri canali di scambio informativo con le istituzioni europee e in stretto rapporto con il lavoro del Parlamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Fratoianni, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, per la verità siamo parzialmente soddisfatti di questa risposta. Abbiamo in questi giorni apprezzato le parole che da parte di molti esponenti del Governo - eccezion fatta, come è stato ricordato dal collega Marcon, per il Ministro degli esteri Alfano - sono state rivolte alle ONG e per lo sforzo di impedire che una imponente campagna di delegittimazione prendesse piede nel dibattito pubblico e nella coscienza del Paese. Tuttavia gli elementi di insoddisfazione restano tutti di fronte a una risposta che ancora una volta sembra non fare i conti fino in fondo con la situazione con la quale ci stiamo confrontando, una situazione nella quale le ONG - Marcon lo ha ricordato - svolgono un ruolo di supplenza. Le ONG sono lì, sono nel Mar Mediterraneo perché lì non c'è l'Europa, perché lì non c'è più una missione come quella che pure il Governo italiano aveva messo in piedi, Mare Nostrum, che è stata inopinatamente sospesa e cancellata. Sono lì perché in quel braccio di mare continuano ogni giorno a perdere la vita troppe persone disperate, in fuga dalla guerra e dalla persecuzione, perché lì ancora una volta quel mare si sta trasformando in un gigantesco cimitero a cielo aperto. Di fronte alle scelte inaccettabili di un'Europa che tratta il tema delle frontiere, della fuga, della disperazione come un tema su cui organizzare politiche di difesa e di respingimento, di fronte a un grande fenomeno come quello delle migrazioni davanti al quale porsi il problema della chiusura dei flussi rischia di essere miope, di fronte a una condizione come quella che da troppi anni continuiamo a vedere dinanzi a noi, vorremmo che il nostro Governo, le nostre istituzioni prendessero atto di questo quadro e mettessero rapidamente in campo strumenti o per sostituire quel lavoro di supplenza o per sostenerlo fino in fondo con mezzi adeguati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

(Iniziative in atto in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, con particolare riferimento al blocco delle partenze e alle procedure di rimpatrio - n. 3-02993)

PRESIDENTE. L'onorevole Totaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marcon ed altri n. 3-02993 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ACHILLE TOTARO. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, noi abbiamo presentato la presente interrogazione perché negli ultimi tre anni sono sbarcate in Italia circa 500.000 persone. È un flusso, ormai, senza fine. Tra l'altro, i dati che porta il Ministero dell'interno, portati in Commissione e qui in Aula, ci dicono che il 95 per cento degli sbarcati non ha, poi, lo status di profugo, quindi, non proviene da situazioni di guerra o similari e, quindi, logicamente noi chiediamo cosa sta facendo il Governo per cercare di porre un argine al flusso continuo di persone che vengono da altri continenti nella nostra Europa e, specialmente, nella nostra Italia. Tra l'altro, stamattina, in Commissione, proprio il capo della procura della Repubblica di Catania ha fatto alcune dichiarazioni sulle vicende riguardanti le ONG; noi chiediamo al Governo quali iniziative serie intenda prendere, da qui in avanti, per cercare, quanto meno, di normare o fermare questo flusso che continua senza sosta.

PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, senatrice Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, come il Ministro dell'interno ha avuto modo di rappresentare in vari interventi nelle Aule parlamentari, da ultimo, la settimana scorsa, il Governo, di fronte alla complessità e strutturalità del fenomeno migratorio, sta portando avanti una linea netta: coniugare le istanze derivanti dal diritto internazionale, dalla normativa europea e dalla Costituzione, che prescrivono di offrire accoglienza a chi ha titolo alla protezione internazionale o umanitaria, con le istanze della comunità nazionale, che vive la pressione migratoria come fattore di insicurezza. La strada intrapresa, l'unica davvero percorribile, è quella di investire sulle politiche di integrazione e inclusione, preservando, nel contempo, le legittime aspettative di sicurezza dei cittadini.

Fin dal suo insediamento, il Governo ha posto il contrasto dell'immigrazione irregolare al centro della sua agenda, adottando varie iniziative in linea con le recenti raccomandazioni indirizzate dall'Unione europea agli Stati membri, al fine di rendere più efficaci le procedure di rimpatrio. In questo ambito, è stato dato nuovo impulso alle politiche di partenariato con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori. In attuazione del memorandum siglato a febbraio con la Libia, lo scorso 21 aprile, due motovedette sono state consegnate alla Guardia costiera libica, con l'obiettivo di arrivare, entro la fine di giugno, al numero di dieci. Contemporaneamente, c'è un forte impegno sul fronte della sicurezza e del controllo dei confini sud dello Stato africano, dai quali, come è noto, passa circa il 90 per cento dei flussi migratori diretti verso il nostro Paese. Il Comitato misto previsto dall'articolo 3 del Memorandum si è riunito la prima volta a Roma, lo scorso 14 marzo, e ha posto le basi per la sollecita e compiuta attuazione delle altre parti dell'accordo.

Rimanendo in tema di cooperazione internazionale, evidenzio che sono in corso trattative con vari Paesi per lo più africani, per negoziare nuovi accordi di riammissione, e in questa direzione cito, in particolare, per la rilevanza della dinamica dei flussi, gli intensi e proficui contatti a livello di esperti ministeriali che intercorrono con il Niger e la Tunisia.

Come è noto, l'impegno del Governo per il rafforzamento delle politiche di rimpatrio si è concretizzato anche sul piano normativo con l'adozione del decreto-legge n. 13 del 2017, con il quale sono stati istituiti i Centri permanenti per il rimpatrio, allo scopo di rendere più efficace l'esecuzione dei provvedimenti di espulsione, con una finalizzazione più immediata al rimpatrio forzato delle persone potenzialmente pericolose per la sicurezza del Paese. Il citato provvedimento d'urgenza, inoltre, dedica alcuni passaggi ai profili regolatori degli hotspot, strutture destinate, prioritariamente, al soccorso e alla prima assistenza, in cui vengono eseguite anche le fondamentali operazione di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico che consentono di identificare esattamente lo straniero nonché di assolvere all'obbligo di alimentare Eurodac, il database europeo per il confronto delle impronte digitali.

Se attraverso l'insieme delle misure che ho appena esposto si riuscirà a rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri forzati, si realizzerà nel contempo un positivo effetto di trascinamento anche sui rimpatri volontari assistiti, ciò in quanto, se vi è certezza e rigore nell'esecuzione dei rimpatri forzati, quelli volontari assistiti saranno considerati in maniera diversa dal cittadino straniero in posizione regolare nel nostro Paese. Proprio per dare il massimo impulso a questo istituto, già nei mesi scorsi il Ministero dell'interno ha dato disposizioni affinché siano destinate alla sua attenzione risorse finanziarie in misura doppia rispetto all'anno scorso.

PRESIDENTE. L'onorevole Totaro ha facoltà di replicare, per due minuti.

ACHILLE TOTARO. Ministro Finocchiaro, mi dispiace, ma noi siamo completamente insoddisfatti della sua risposta, perché riteniamo che non si debbano dire le solite cose scontate, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, sui temi dell'immigrazione, perché la situazione è talmente grave che le chiacchiere servono a poco.

Noi le volevamo chiedere: ma di questi 500 mila che sono sbarcati, parliamo degli sbarchi, non parliamo di coloro che vengono anche via terra ed è un'immigrazione che proviene da altre parti, parliamo degli sbarchi, di questi 500 mila quanti ne avete fatti rimpatriare, quanti sono stati allontanati dal territorio nazionale? Noi sospettiamo: zero, e lo sa, perché, Ministro? Perché sappiamo che il 95 per cento di questi non ha lo status di profugo, ad altri viene dato lo status di protezione umanitaria, ad altri quella sussidiaria e arriviamo circa al 40 per cento. Il 60 per cento restante - questi sono dati del Ministero, quindi, non è che raccontiamo frottole - fa ricorso alla magistratura ordinaria e per il 70 per cento ottiene uno di questi stati richiesti per avere il permesso di soggiorno. Fatto sta che, poi, escono fuori dai centri di accoglienza e si spargono sul territorio nazionale. Ci rendiamo conto o vi rendete conto - perché noi ce ne siamo resi conto da un pezzo e lo diciamo da anni e denunciamo di nuovo questa situazione - che andando avanti di questo passo qui si tratta di un'autentica vera e propria invasione. Capisco che dobbiamo accogliere chi proviene dalle guerre, però si tratta del 5 per cento su 500 mila, gli altri provengono da situazioni di grave difficoltà dal punto di vista economico, e non è che in Europa o in Italia, e in Italia specialmente, ci possiamo sobbarcare i problemi di carattere economico che riguardano l'Africa. Se in Africa c'è povertà, trasportiamo la povertà dell'Africa nel nostro Paese: è impensabile e non è così che si gestiscono questi problemi.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ACHILLE TOTARO. Quindi, noi vi chiediamo un intervento serio in questa direzione, perché oggi il magistrato, il procuratore di Catania ha detto delle cose gravissime al Senato e lei lo sa Ministro. Ha detto delle cose gravissime in cui alcune ONG sopravanzano addirittura in mare le nostre navi militari e la Guardia costiera. Questo è gravissimo e noi lo denunciamo con forza.

(Iniziative di competenza volte ad intraprendere azioni di responsabilità nei confronti dell'attuale e del precedente management di Alitalia – n. 3-02994)

PRESIDENTE. Paolo Nicolò Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Crippa ed altri n. 3-02994 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

PAOLO NICOLO' ROMANO. Presidente, signori Ministri, inizio facendovi i complimenti per l'abilità che avete avuto nel far ricadere sui dipendenti la responsabilità del commissariamento di Alitalia, siete veramente molto bravi, non tutti ne sarebbero stati capaci.

In merito all'interrogazione odierna, lei, signor Ministro, ha più volte dichiarato che Alitalia è stata gestita male, esprimendo anche giudizi poco lusinghieri nei confronti del management, definendolo incapace ed arrogante. Ora, però, bisogna passare dalle parole ai fatti. Eravamo tutti pronti con le cinture bene allacciate, come ci ha consigliato Renzi, ma è stato l'ennesimo falso decollo di Alitalia. Ora, visto che Poste Italiane, la controllata dove sono depositati i risparmi dei cittadini, ha perso ben 150 milioni di euro, le chiedo quali iniziative intenda adottare al fine di intraprendere azioni di responsabilità nei confronti del management di Alitalia, la cui condotta spregiudicata ai danni dell'azienda è sempre più evidente, a partire proprio dalla scandalosa vicenda della svendita dello slot dell'aeroporto di Londra.

PRESIDENTE. La ringrazio anche per il rispetto dei tempi.

Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

CARLO CALENDA, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie mille; come sapete, ieri abbiamo posto in amministrazione straordinaria Alitalia, l'abbiamo dotata di un prestito ponte di 600 milioni di euro per evitare di lasciare a terra aerei dalla mattina alla sera, il che avrebbe provocato un danno molto più significativo dell'ammontare del prestito ponte, che è stato concesso, peraltro, a tassi di mercato e che serve a finanziare una procedura che ha una durata di sei mesi. Ora, per quello che attiene al quesito puntuale, lo ricordava già l'onorevole, mi sono più volte espresso sulla responsabilità del management operativo di Alitalia e non vi è dubbio che l'idea di gestire da Abu Dhabi la compagnia sia stato un gravissimo errore. Ovviamente, allo stesso tempo, va riconosciuto agli investitori di aver messo dei soldi, di averci creduto e di essere stati, anche, pronti a metterne degli altri. Ora, per quanto riguarda la responsabilità degli amministratori, l'amministrazione straordinaria prevede, in materia di responsabilità degli amministratori, l'applicazione delle medesime norme dettate dall'ordinamento per il fallimento. I commissari appena nominati adotteranno, dunque, doverosamente, ogni iniziativa eventualmente necessaria, anche con riferimento allo specifico tema della responsabilità degli organi sociali. Si aggiunge che la normativa sull'amministrazione straordinaria dispone una particolare forma di accessibilità da parte di ogni interessato alle informazioni sulle cause dell'insolvenza, essendo previsto che, nel termine di sei mesi dall'apertura della procedura, i commissari straordinari presentino al giudice delegato una relazione contenente la descrizione particolareggiata delle cause di insolvenza e che l'estratto di tale relazione sia reso pubblico.

PRESIDENTE. L'onorevole Davide Crippa ha facoltà, per due minuti, di replicare.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Vorremmo segnalare due questioni: innanzitutto, la risposta, Ministro, ci lascia perplessi su quella che è la volontà del Governo di andare a mettere, nero su bianco, chi sono i responsabili di questa situazione. Perché? Perché semplicemente mi sembra che il rispetto degli investitori, di chi ha messo i soldi, sia palesemente in contrasto col fatto che hanno messo, più o meno, una cifra come quella di un acquisto di un Boeing e hanno portato a casa cinque slot a Londra, per un volume complessivo di 70 milioni che, in realtà, è stato pagato il 30 per cento del prezzo di mercato e, quindi, dal punto di vista economico sono già rientrati (gli unici a rientrare da un punto di vista economico).

Noi vorremmo comprendere, invece, come mai, nella scelta, visto che oggi sarà in mano al commissario la possibilità di attuare delle azioni di responsabilità, avete scelto i responsabili di questa crisi, ovvero Gubitosi, entrato soltanto nel marzo 2017; peccato, però, che ha sostenuto completamente quel piano industriale fallimentare bocciato dai lavoratori e, quindi, conseguentemente potevate individuare sicuramente una persona diversa. Invece avete pensato di individuare la persona che andava bene al management di allora, perché era lui che era stato indicato dal management di allora. Quindi, se volete veramente andare a dare delle responsabilità magari cercate di slegarvi dalle logiche di continuità con il passato.

Peraltro, è evidente come il commissario Laghi, che già è commissario di Ilva, che già è presidente di Midco – la quale controlla CAI già dal 2015 - da dicembre 2014, quindi, mettete una persona che poteva già sapere del controllo della gestione di Alitalia in precedenza. Dunque, la condizione è questa: avete scelto delle persone che probabilmente - la notizia di stampa è di pochi minuti fa - si dimetteranno dagli incarichi di UniCredit, di Midco e del consiglio di amministrazione di CAI. Però, io credo, ed è sotto gli occhi di tutti, come voi vogliate continuare a dare linfa vitale a quei soggetti che hanno causato questo crollo e tracollo di Alitalia. Non potete pensare di dare in mano a Laghi la gestione commissariale di Alitalia, perché è uno degli artefici e poteva accorgersi, come componente del consiglio di amministrazione di tutte le società che controllavano e partecipano nella faccenda di Alitalia. Per noi questo è scandaloso; sulla faccia della terra c'erano altre persone con altri profili…

PRESIDENTE. Grazie…

DAVIDE CRIPPA. …ma probabilmente non erano legate ai soliti rapporti bancari che vi contraddistinguono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a contenere il costo dell'energia elettrica per le famiglie e per le imprese, nell'ambito di un'ampia revisione della strategia energetica nazionale – n. 3-02995)

PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02995 (Vedi l'allegato A).

PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Ministro, la tematica di questa interrogazione è stata più volte oggetto anche di suoi interventi pubblici. Noi vogliamo sottolineare il dato che il nostro Paese è il quarto per il costo dell'energia a carico delle famiglie, ed è il primo per costo di energia per le imprese in Europa. Siamo convinti che l'inefficienza e il costo dell'approvvigionamento energetico siano fattori fondamentali nel gap negativo sulla crescita che abbiamo rispetto al resto del mondo e all'Europa soprattutto: noi caliamo di più di PIL quando c'è crisi e cresciamo di meno quando si sale. Questo viene attribuito dalle opposizioni di turno ai Governi di turno, ma noi siamo convinti che ci siano dei fattori endemici e questo è sicuramente uno di quelli più importanti.

Così come registriamo la difficoltà, ancora atavica, di costruire infrastrutture al servizio dell'energia. Noi abbiamo difficoltà a installare 20 chilometri di un tubo da un metro nel nostro Paese che ci porterebbero all'accesso al gas anatolico e, quindi, a un'efficienza nel nostro approvvigionamento di gas decisiva, a un cambiamento decisivo nell'approvvigionamento.

PRESIDENTE. Grazie…

PAOLO TANCREDI. Per questo vorremmo sapere quali sono le idee del Governo su una nuova strategia energetica.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.

CARLO CALENDA, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, la strategia energetica nazionale avrà come obiettivo anche quello di fare un assessment sulla competitività del Paese dal punto di vista di prezzi dell'energia, dove permangono gap di prezzo sia per l'energia elettrica sia per il gas.

Riguardo al tema dell'energia elettrica, occorrerà assecondare l'andamento previsto in riduzione in particolare del costo delle rinnovabili, scegliendo un mix di generazione che sia indirizzato verso tecnologie tali da ridurre il costo medio di generazione.

In più, bisogna intervenire urgentemente - lo abbiamo già fatto - a salvaguardia della competitività industriale. In particolare, abbiamo sbloccato a fine 2016 - e lo ricordo - dopo più di due anni, i pagamenti per gli anni 2013, 2014 e 2015 delle agevolazioni a favore delle imprese manifatturiere energivore - stiamo parlando di quasi un miliardo e mezzo di risorse - nelle more della definizione della nuova misura in valutazione presso la Commissione europea. Cosa succederà a partire dal 1° gennaio col nuovo sistema? Entrerà in vigore un nuovo sistema tariffario per i clienti non domestici, in corso di definizione da parte dell'Autorità per l'energia, e nuove agevolazioni elaborate dal Ministero. Nell'ambito di questo sistema sarà inserita la clausola che consente il parametro del pagamento degli oneri per le energie rinnovabili relativo al valore aggiunto lordo dell'impresa ed è allo studio anche una maggiorazione dello sconto in funzione dell'indice settoriale di esposizione al commercio internazionale, una richiesta per anni, per esempio, del settore della piastrella e della ceramica.

Per quanto riguarda l'approvvigionamento del gas, certamente un punto è quello delle infrastrutture. Ho più volte detto quanto importante sia il TAP e più recentemente il progetto EastMed per l'approvvigionamento e la sicurezza degli approvvigionamenti. C'è un lavoro, tuttavia, che si può fare con il corridoio di liquidità e che intendiamo anticipare. Lo abbiamo presentato alle Commissioni. Di fatto, l'obiettivo è quello di allineare i due prezzi, il TTF il PSV, e contiamo di farlo con un effetto finale positivo sia per i clienti domestici sia per quelli industriali, con un effetto immediato stimabile in circa 300 milioni di euro che chiuderebbe questo gap di prezzo.

PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà, per due minuti, di replicare.

PAOLO TANCREDI. La ringrazio, Presidente. Ci metterò anche meno, perché ci riteniamo soddisfatti della risposta del Ministro che ha affrontato, in maniera anche abbastanza chiara, tutti quelli che sono gli aspetti di una possibile strategia energetica.

Noi riteniamo, Ministro, che sia anche un problema fortemente culturale perché abbiamo avuto dieci anni di politiche sulle rinnovabili che, per esempio, hanno irrigidito la nostra capacità e la flessibilità del nostro sistema di approvvigionamento creando, nel caso dell'energia elettrica per esempio, una rete elettrica non efficiente che ha dovuto adattarsi ai vari produttori e un costo enorme in bolletta dovuto alle energie rinnovabili, i cui costi, tra l'altro, sono pesantemente calati quando è calato il contributo pubblico, a evidente dimostrazione che era un contributo assolutamente drogato che ci ha consentito sì di arrivare a quegli obiettivi, ma che ha causato problemi che oggi scontiamo.

Quello di cui non ha parlato è proprio di ridurre anche l'inefficienza dovuta alla forte incidenza delle rinnovabili e allo stoccaggio. Il problema dello stoccaggio, secondo noi, invece, andrebbe assolutamente enfatizzato perché solo allora, cioè quando avremo uno stoccaggio efficiente, potremo veramente avere i benefici della produzione di energia rinnovabile e mi riferisco soprattutto a quella enorme da fotovoltaico. Da alcuni dati di cui disponiamo, in alcune giornate di primavera il 50-55 per cento del nostro fabbisogno energetico elettrico viene fornito dal fotovoltaico, dovendo comunque poi tenere tutte le centrali fossili accese e, comunque, in allerta perché è logico che si tratta di una fornitura assolutamente insicura.

(Elementi e iniziative in ordine alla salvaguardia degli asset strategici nazionali – n. 3-02996)

PRESIDENTE. L'onorevole Montroni ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Benamati ed altri n. 3-02996 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DANIELE MONTRONI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, abbiamo presentato questa interrogazione perché negli ultimi anni si è registrato un allarmante aumento delle acquisizioni di imprese italiane dall'estero e un forte calo delle acquisizioni di imprese straniere da parte di azionisti italiani.

Nel 2015 le transazioni estero su Italia sono state 201, per un valore di 32 miliardi di dollari, a fronte di 97 acquisizioni realizzate da aziende italiane all'estero, per un valore di 10 miliardi di euro. Nel 2016 il saldo ha continuato ad essere negativo, pur registrando un miglioramento. Siamo tutti d'accordo che la capacità di dettare investimenti rappresenti un importante fattore di sviluppo della competitività delle imprese nei mercati internazionali, ma deve necessariamente conciliarsi con gli interessi della competitività del nostro Paese.

Con questa interrogazione chiediamo al Governo e al Ministro il giudizio rispetto alla problematica che abbiamo esposto e quali iniziative intenda intraprendere allo scopo di rendere più incisiva l'azione di salvaguardia degli assetti strategici italiani.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.

CARLO CALENDA, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, grazie onorevole. In premessa dirò che la battaglia per la difesa dell'italianità della proprietà delle aziende è una battaglia che non mi appassiona e credo che sia una battaglia perdente. Tre anni fa ho fatto misurare cosa è successo alle imprese nel comparto della moda acquisite da grandi brand stranieri, per cercare di capire come si erano comportate rispetto alle equivalenti italiane: hanno investito di più, hanno assunto di più, hanno avuto margini più elevati e sono rimaste in Italia, perché vengono per il made in Italy, non vengono per altre ragioni. Dunque, attrarre investimenti è positivo, le multinazionali contribuiscono per il 24 per cento alle spese di ricerca e sviluppo del settore privato, che noi consideriamo già insufficienti.

Allora, qual è il tema e dov'è il discrimine? Il discrimine è quando le operazioni diventano operazioni che rischiano di essere di natura predatoria. Un esempio, secondo me, è quello che sta succedendo su alcuni settori ad alta tecnologia in tutta Europa, e non solo in Italia. Ci sono acquisizioni dirette da Paesi esterni all'Europa che non consentono la reciprocità: comprano, svuotano i brevetti, svuotano l'azienda dei brevetti, e dunque lì si verifica un pericoloso danno per il sistema di competitività del Paese. Per questo ho scritto insieme ai ministri francesi e tedeschi alla Commissione europea, chiedendo di poter intervenire regolando con una normativa parallela a quella della golden power, che oggi riguarda altri settori, questa fattispecie. La risposta è stata positiva, nel senso di aprire a eventuali proposte.

La proposta l'abbiamo fatta studiare, è pronta, la invieremo rapidamente in Europa. Aggiungo a questo un'altra fattispecie, che è quella che è comunemente conosciuta come norma anti scorrerie, che disciplina un'altra questione, che è quella degli obblighi di trasparenza quando un investitore viene a fare un investimento in Italia. Lì ancora non è in gioco tanto la proprietà dell'azienda quanto il modo in cui ci si approccia a un'azienda. Tutti i sistemi, quasi tutti i sistemi dei Paesi occidentali hanno una norma che obbliga l'investitore a dire cosa vuole fare dell'azienda, qual è la sua posizione nei confronti, per esempio, della governance, a cosa aspira. Questa norma è pronta, deve trovare il veicolo giusto. Lo dico, perché è stato oggetto di discussioni: non è retroattiva in alcun modo. È mutuata dall'ordinamento francese, ha provato di essere efficace su questi due temi, trasparenza ed equilibrio. È nei rapporti internazionali, economici internazionali, che noi dobbiamo giocare la partita, piuttosto che sulla pura difesa dell'italianità della proprietà.

PRESIDENTE. L'onorevole Benamati ha facoltà di replicare.

GIANLUCA BENAMATI. Presidente, voglio rassicurare il Ministro che da parte nostra, come già è stato detto, non vi è alcun dubbio che gli investimenti e la capacità di attrarre investimenti esteri siano molto positivi e siano una forza per lo sviluppo del nostro Paese, e giustamente il Ministro faceva notare, perché questo è il nostro intendimento, che noi non siamo preoccupati di questi investimenti, ma siamo preoccupati degli interventi impropri, di quegli interventi che si verificano e possono verificarsi in settori cruciali o strategici della vita nazionale economica e industriale con effetti negativi o che distorcono, anche in modalità pesante, il libero mercato e la concorrenza nel Paese.

Si tratta, invero, signor Ministro, lei lo ha detto, anche di mettere in campo azioni forti per tutelare l'importanza di settori strategici nella nostra industria, la difesa del nostro patrimonio tecnologico, i brevetti. Lei diceva che le capacità produttive e la localizzazione in Italia delle attività devono essere elementi essenziali; e in questo richiediamo anche che i Paesi e le economie che svolgono investimenti in Italia applichino una perfetta reciprocità alle aziende e agli investitori italiani.

In questo, signor Ministro, non posso non notare che vi è la cruciale necessità di evitare alterazioni delle condizioni di concorrenza e di libero mercato o per la presenza di investitori che intervengono in multiple aziende di un medesimo settore - il caso delle telecomunicazioni è evidente in questi giorni - o per la presenza di aziende sul mercato libero che, però, sono investitori esteri e, magari, sono di proprietà pubblica.

I casi recenti, tipo l'acquisizione di Pioneer, i temi di Mediaset e Telecom, oggi abbiamo il problema anche di Alitalia, che, una volta traghettata fuori da questa fase, dovrà essere rimessa sul mercato, ci devono indurre a riflettere. Noi prendiamo atto positivamente delle sue dichiarazioni, seguiremo con attenzione il lavoro del suo Ministero. Ci impegniamo anche a un'azione parlamentare di indirizzo, nelle prossime settimane, per operare su questo settore, che riteniamo cruciale in questo momento per lo sviluppo del Paese.

(Intendimenti in merito alla cosiddetta web tax, anche allo scopo di rilanciare gli investimenti in ricerca e innovazione – n. 3-02997)

PRESIDENTE. L'onorevole Laforgia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02997 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, Presidente, ringrazio il signor Ministro. È da diversi anni che parliamo in questo Paese della possibilità di introdurre la cosiddetta web tax e del mancato prelievo fiscale nei confronti delle grandi multinazionali del web. Alcuni studi stimano attorno ai 30 miliardi di euro l'erosione della base imponibile e dai 3 ai 4 miliardi di euro di soldi in meno nelle casse dello Stato italiano all'anno. Se guardiamo all'Europa, stiamo parlando di una cifra che viaggia tra i 50 e i 70 miliardi di tasse pagate in meno. Ecco, noi chiediamo al Governo se, io dico finalmente, si vuole assumere un'iniziativa che vada nella direzione dell'introduzione di una misura di questo genere e se si vuole aggredire in modo, io dico, efficace il tema della delocalizzazione fiscale, che priva il nostro Paese di risorse importanti.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.

CARLO CALENDA, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie. In merito al quesito posto dall'onorevole Laforgia e altri, specifico che il tema della cosiddetta web tax deve necessariamente essere inserito in un ambito di cambiamento di prospettiva almeno a livello europeo; ogni tentativo di risolvere la questione solo a livello nazionale, quindi esclusivamente a livello nazionale, rischia di dimostrarsi velleitario. È pacifica l'esistenza di un problema nella fiscalità internazionale, oggi incentrata esclusivamente sul luogo di produzione del reddito. Il mercato della clientela è ritenuto, quindi, di per sé irrilevante per la quantificazione delle tasse. Questa impostazione va ripensata per diverse ragioni. Gli Stati europei, in questa materia, sono diventati luogo di consumo, più che di produzione di reddito. La rapida espansione delle piattaforme digitali di vendita di prodotti e servizi rende ancora più rilevante, ai fini della tassazione, il luogo di consumo. La forte competizione fiscale, anche all'interno degli Stati membri dell'Unione, consente forme molto aggressive di, diciamo così, ottimizzazione fiscale.

In base ai principi del diritto internazionale tributario, una società con sede all'estero può essere tassata nello Stato della fonte del reddito soltanto se vi produce redditi da cespite oppure redditi di impresa, ma esclusivamente in presenza di una stabile organizzazione. Il concetto di stabile organizzazione non può essere manipolato unilateralmente in presenza di un trattato contro le doppie imposizioni. Anche se l'Italia allargasse oggi il concetto di stabile organizzazione, la modifica resterebbe senza effetti, vista la prevalenza dei trattati sulle norme interne. In questo senso, il progetto di Base erosion e Profit shifting dell'OCSE propone alcune modifiche al modello di convenzione OCSE e al relativo commentario, tendendo ad ampliare la nozione di stabile organizzazione personale, al fine, soprattutto, di colpire la figura del commissario alla vendita.

Inoltre, viene resa più ardua la prova che le attività siano preparatorie e ausiliari, e quindi tali da escludere la sussistenza di una stabile organizzazione, e viene proposta l'introduzione di una norma anti-frammentazione dell'attività. Il BEPS Package dovrà essere implementato, per l'appunto, mediante previsioni convenzionali. L'amministrazione finanziaria italiana sta in ogni caso facendo grandi sforzi nell'accertare, ove sussistenti, delle stabili organizzazioni occulte e in ogni caso redditi prodotti in Italia dalle grandi multinazionali dell'UE. Nel recente vertice G20 di Baden-Baden i Ministri finanziari hanno discusso di tassazione ed economia digitale, ed è emersa la consapevolezza dell'importanza di un approccio coordinato e condiviso. Il G20 ha chiesto quindi alla Task force on digital economy che attualmente opera nell'ambito OCSE di presentare un primo rapporto entro la primavera del 2018. Dunque, d'accordo, è un tema che va regolato; attenzione a non regolarlo pensando di essere in un regime autarchico, perché così non funzionerebbe e creerebbe delle distorsioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Laforgia ha facoltà di replicare per due minuti.

FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, Presidente, ringrazio il signor Ministro. Noi comprendiamo l'argomentazione che dice che questa discussione deve essere affrontata in sede comunitaria. La mia impressione è che in questi anni si è utilizzata questa argomentazione come una sorta di paravento, dietro il quale nascondere l'incapacità di assumere un'iniziativa efficace, che va nella direzione dell'introduzione di uno strumento che può essere assimilabile a quello della web tax, se non addirittura alla mancanza di volontà di farlo. Dal 2014, dalla legge di stabilità come lei sa, signor Ministro, sono stati fatti dei tentativi: addirittura era stato approvato un emendamento, che poi è stato rinviato nella sua applicazione e poi addirittura abrogato.

Io penso sia arrivato il tempo di riprendere in mano quel tema, di farlo naturalmente in attesa di una discussione che va affrontata in sede comunitaria, ma di farlo anche sul piano simbolico e non solo simbolico, per due ordini di ragioni. La prima è che noi abbiamo bisogno come il pane di recuperare risorse, e stiamo parlando di miliardi e miliardi di euro che possono essere naturalmente messi a disposizione per il bene comune, per la collettività: e sappiamo noi quanto ne abbiamo bisogno. E la seconda ragione, se mi consente, Presidente, è anche quella di aprire in questo Paese una discussione sull'etica della responsabilità di un pezzo del sistema produttivo, del sistema industriale e del capitalismo di questo Paese: perché se c'è una multinazionale (e questa non è demagogia spicciola), ma se c'è una multinazionale che in questo Paese genera profitti e in questo Paese fattura miliardi di euro, è giusto che in questo Paese paghi il giusto sul piano della tassazione, esattamente come fanno le altre imprese, e che un pezzo di queste risorse possa essere messo a disposizione per la collettività (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

(Misure a favore delle micro e piccole imprese, con particolare riferimento ad iniziative per agevolare l'accesso al credito bancario - n. 3-02998)

PRESIDENTE. L'onorevole Busin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02998 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FILIPPO BUSIN. Presidente, Ministro, da uno studio recentemente pubblicato da Unimpresa, e che riprende dei dati di Banca d'Italia, risulta che nel periodo che va dal febbraio 2016 al febbraio 2017 sia calato di 12 miliardi il credito elargito alle imprese da parte del sistema creditizio italiano, seguendo un trend negativo che ha registrato nel triennio che va dal 2013 al 2016 un calo di 30 miliardi: quindi c'è un'impennata, se vogliamo, in negativo di questo dato. Il calo riguarda soprattutto i prestiti a lungo periodo, cioè quelli che superano i 5 anni; e conoscendo come è strutturato il sistema delle imprese italiane e qual è il suo modo di approvvigionarsi, cioè fondamentalmente attraverso il sistema creditizio, è facile dedurre che a questo calo del credito segua un calo degli investimenti, che si aggiunge al calo registrato nel DEF del settore pubblico di altri 10 miliardi. Noi ci chiediamo se, nell'agenda del Governo, c'è in vista qualche iniziativa o qualche misura per incentivare lo sviluppo o aiutare in questo periodo difficile le piccole e medie imprese italiane, considerato che rappresentano la struttura portante della nostra economia.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.

CARLO CALENDA, Ministro dello Sviluppo economico. In realtà il tema è stato già al centro dell'ultima legge di bilancio, come forse ricorderete, e lo strumento principe per noi per operare in questo settore è il Fondo di garanzia. Il Fondo di garanzia è stato dotato di quasi 1 miliardo di euro: 1 miliardo di euro sono i soldi che noi riteniamo di perdere, con escussioni di garanzia; il che vuol dire che questi fondi riescono a garantire dai 22 ai 25 miliardi di euro di crediti. Sono per le PMI.

Era concepito in modo sbagliato, a mio avviso, il Fondo, per due ordini di ragioni. Il primo è che tendeva a dare copertura uguale a tutti i rating, con il risultato che le banche presentavano ovviamente aziende con rating molto alto, e di fatto era un trasferimento dal Governo alle banche. Il secondo elemento, è che premiava ugualmente sia gli imprenditori che volevano investire sia quelli che finanziavano il circolante. Per questo abbiamo effettuato la riforma del Fondo: il Fondo oggi prevede che il massimo della garanzia venga dato nei casi di rating intermedi, cioè quelli che hanno - ovviamente sono bancabili - una difficoltà di accesso al credito bancario; e dall'altro lato che siano privilegiati gli investimenti, cioè non chi finanzia il circolante, ma chi fa investimenti a medio e lungo termine.

Il Fondo è tutto relativo a piccole e medie imprese, e lavora molto bene con la “Sabatini” e con gli altri strumenti, iperammortamento, superammortamento che abbiamo varato; che sono per la prima volta un tipo di politica industriale basato su incentivi fiscali automatici, non a bando, dove non bisogna venire al Ministero a chiedere autorizzazioni e a farsi approvare piani, ma si possono utilizzare con il proprio commercialista.

È ovviamente molto presto per fare un bilancio. Quello che sappiamo è che l'Ucimu, l'Associazione per le macchine utensili dice che nei primi tre mesi dell'anno sono cresciuti del 22 per cento gli ordinativi di macchine utensili, il che ci pare un buon segnale; analoghi segnali arrivano dalle associazioni dei leasing. Vediamo una crescita molto significativa, di più del 110 per cento, della “Sabatini”, che continua ad essere uno strumento molto utile e molto utilizzato, e una crescita di finanziamenti accolti e di importi garantiti complessivi sul Fondo di garanzia del 14 e mezzo per cento e del 17 per cento rispettivamente.

Dunque, questo è il sistema che il Governo ha messo insieme e che lavora in maniera sinergica: incentivi fiscali e sostegno all'accesso al credito bancario. Lo riteniamo uno strumento fondamentale, e ci impegneremo per averlo anche il prossimo anno a disposizione delle piccole e medie imprese italiane.

PRESIDENTE. L'onorevole Busin ha facoltà di replicare, per due minuti.

FILIPPO BUSIN. Tutte queste misure che sono state elencate dal Ministro sono apprezzabili, ovviamente; rimane la sensazione di fondo, che è oltretutto certificata da questi dati che ho elencato durante l'interrogazione, che rappresentano un quadro abbastanza ancora incagliato e una ripresa che non dà segnali incoraggianti per il futuro del nostro Paese.

La sensazione quindi generale è che il tema dell'impresa non sia stato messo al centro dell'agenda del Governo in modo sensibile, e che molto ci sia da fare in questo senso.

Un esempio ne è il modo in cui è stato affrontato il tema delle crisi del sistema creditizio, dove poca attenzione è stata riservata ai risvolti che queste hanno sul lato degli affidamenti. Faccio l'esempio concreto delle due Popolari Venete: si parla di fusione, si parla di fusione anche secondo me in modo improprio, perché alla fine si riduce il numero degli istituti da due ad uno, visto che incidono sullo stesso territorio, e il piano di razionalizzazione prevede quasi un dimezzamento di sportelli e di dipendenti; ma non si pensa che questo avrà un effetto diretto anche sul numero degli affidamenti, che, come i dipendenti e come gli sportelli, verranno in pratica dimezzati.

Approfitto di questo spazio che mi è stato riservato per ricordare che le piccole e medie imprese rappresentano la struttura portante dell'economia del nostro Paese, e a loro riserviamo le poche chance che abbiamo di crescita e di uscire da questa situazione di scarsa crescita e di impossibilità di sostenere il debito pubblico e il debito privato. Ribadiamo la necessità di mettere di nuovo il tema delle imprese al centro dell'agenda di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

(Intendimenti del Governo in merito all'ambito di estensione delle possibili intese - di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione - conseguenti ai referendum recentemente indetti dalle regioni Veneto e Lombardia - n. 3-02999)

PRESIDENTE. L'onorevole Menorello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02999 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

DOMENICO MENORELLO. Signor Presidente, alla scorsa vigilia della festa di San Marco il governatore Zaia ha indetto per il 22 ottobre il referendum sull'autonomia del Veneto, dichiarando: “Vogliamo essere come Trento e Bolzano, vogliamo il federalismo fiscale”. Il governatore Maroni annunciato un analogo e concomitante referendum per la Lombardia. “Per i sì sarà un plebiscito speculare a quello di 150 anni fa, perché avere una maggiore autonomia per noi veneti è semplicemente un tratto identitario”. Ciò significa che il 23 ottobre inizierà una procedura ex articolo 116 della Costituzione fra il Governo e queste regioni, verso intese per ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Ma che specificità è davvero possibile? Abbiamo tutti il dovere della chiarezza, per non illudere ancora una volta le genti del Nord. Vuole perciò il Governo chiarire subito quali nuove competenze, specie fiscali e di entrata, possa o voglia devolvere a Veneto e Lombardia?

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari regionali, onorevole Enrico Costa, ha facoltà di rispondere.

ENRICO COSTA, Ministro per gli Affari regionali. Presidente, in merito all'interrogazione dell'onorevole Menorello, concernente l'avvio della procedura per il riconoscimento di un'autonomia differenziata da parte delle regioni Lombardia e Veneto, con la programmazione di un referendum consultivo per il 22 ottobre, solo la regione Veneto - dobbiamo evidenziare - ha già provveduto ad indire il referendum, con decreto del presidente della regione del 24 aprile 2017. Faccio presente quanto segue. Già lo scorso anno, e precisamente il 17 marzo 2016, il presidente Zaia aveva chiesto formalmente di avviare il negoziato con il Governo, per il conseguimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Con nota del 16 maggio successivo, ho comunicato la disponibilità ad avviare la procedura di carattere concertativo, prevista dall'articolo 116 della Costituzione.

La scelta operata dalle regioni Lombardia e Veneto, di procedere alla consultazione dei propri elettori in questa materia, non incide minimamente sui passaggi procedurali previsti dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione: iniziativa della regione interessata, parere degli enti locali, obbligatorio ma non vincolante, rispetto dei principi previsti dall'articolo 119 della Costituzione, intesa tra Stato e regione e approvazione della legge a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere, sulla base dell'intesa tra lo Stato e la regione.

Le materie che possono formare oggetto di autonomia differenziata e, pertanto, di trattativa con il Governo sono tutte le materie di legislazione concorrente e alcune materie di competenza esclusiva dello Stato, comprese nell'elenco di cui all'articolo 117, secondo comma, della Costituzione.

Ribadisco anche in questa sede, come ho già fatto formalmente lo scorso anno ed ho ripetuto all'inizio di quest'anno rispondendo al presidente Zaia, la disponibilità di avviare con la regione Veneto, con spirito di leale collaborazione, un proficuo confronto nel quadro di quanto previsto dalla Costituzione. È ovvio che, per un proficuo risultato, accorra la disponibilità della regione interessata al confronto con il Governo.

Ritengo necessario, inoltre, precisare che eventuali trasferimenti di risorse, anche ulteriori rispetto a quelle in atto, potranno essere quantificate solo a valle della trattativa, relativa al trasferimento di competenze, tenendo conto di quanto prevede la Costituzione in materia.

Va da sé, infine, che ogni quantificazione delle risorse da trasferire, così come l'intero contenuto dell'intesa, dovrà reggere ad ogni verifica di costituzionalità sotto il profilo della ragionevolezza di quanto disposto dalla Costituzione.

In conclusione la nostra porta è aperta ed è sempre stata aperta. È fondamentale che la regione Veneto, oltre a bussare, cioè ad avviare le trattative, punti a coltivare questa trattativa. Se alla nostra dichiarazione di disponibilità ad iniziare le trattative, per raggiungere l'intesa con la regione Veneto, si fosse immediatamente data una concretizzazione con il confronto con il negoziato, la legge di approvazione dell'intesa con il Veneto, prevista dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione potrebbe fare registrare oggi già un iter avanzato.

PRESIDENTE. L'onorevole Menorello ha facoltà di replicare, per due minuti.

DOMENICO MENORELLO. Ringrazio il Ministro per la chiarezza e soprattutto per avere ribadito che la porta è aperta. Speriamo, dunque, che qualcuno voglia varcare quella porta.

Io credo, poi, che la risposta aiuti anche a chiarire alcuni punti.

Mi è parso di capire che si parla di trasferimenti e non di autonoma capacità fiscale. D'altronde, questa non è una materia prevista dall'articolo 116, comma terzo, della Costituzione né tra quelle richiamate al comma secondo. Quindi si tratterà, evidentemente, di nuove competenze su materie che già sono in legislazione concorrente. Quindi bisogna, credo, che a questo punto noi tutti sosteniamo questo referendum, ma in modo eguale diciamo la verità: non sarà uno strumento efficace per una vera autonomia fiscale.

Speriamo, quindi, che ci sia il coraggio da parte di tutti anche per scelte nuove, perché si possa arrivare a quell'autonomia vera e soprattutto di natura fiscale, che soprattutto le terre venete chiedono da troppo tempo. Mi riferisco a scelte coraggiose, come, ad esempio, quella di pensare ad una unica grande macroregione del nordest. Spero dunque che, se tutti sosteniamo questo referendum, questo possa servire a trovare il coraggio di una parola nuova e di una scelta davvero innovativa per le terre del nordest e anche per l'Italia tutta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Prima di sospendere la seduta, saluto gli studenti e gli insegnanti l'Istituto superiore De Castro di Oristano, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Sospendo i lavori, che riprenderanno alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,40.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Amoddio, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Bueno, Buttiglione, Costa, Di Gioia, Fedriga, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Franceschini, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Guerra, La Russa, Locatelli, Marcon, Marotta, Mazziotti Di Celso, Migliore, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centoventi, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 3785-A/R.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 3785-A/R: “Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa” e delle abbinate proposte di legge nn. 2892, 3380, 3384, 3419, 3424, 3427, 3434, 3774, 3777.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Andrea Maestri 1.2 e Rostan 1.3.

Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 1.200 e il subemendamento 0.1.070.200, che sono in distribuzione. È, altresì, in distribuzione la versione corretta dell'emendamento 1.201 della Commissione (Vedi l'allegato A).

Avverto, inoltre, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, la V Commissione (Bilancio) ha subordinato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Verini 1.070 all'approvazione del subemendamento 0.1.070.200 della Commissione, revocando, conseguentemente, il parere contrario precedentemente espresso su tale articolo aggiuntivo.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3785-A/R)

PRESIDENTE. Avverto che fuori della seduta gli emendamenti 1.4 Gelmini, 1.8 Gregorio Fontana e 1.20 Sisto sono stati ritirati dai presentatori.

Colleghi e colleghe, passiamo ora all'emendamento 1.9 Daniele Farina, che si trova a pagina 5 del fascicolo, sul quale il relatore per la maggioranza e il rappresentante del Governo hanno formulato un invito al ritiro o parere contrario, mentre i relatori di minoranza hanno espresso parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Quest'emendamento completa il pensiero che Sinistra Italiana ha sviluppato intorno alla legittima difesa, nelle varie volte che ci siamo cimentati su questo argomento. Sostanzialmente, tenta di riportare…

PRESIDENTE. Colleghi, si può abbassare il tono della voce?

DANIELE FARINA. …i danni fatti dal 2006 alla razionalità della precedente formulazione del codice.

In forma un po' provocatoria, mi sembra avere concluso l'ultimo intervento che ho fatto, con un omaggio al codice Rocco, che tanti lutti e danni ha prodotto al Paese, dall'epoca fascista in poi, ma qualche elemento di diritto l'aveva costruito. La legittima difesa in quella formulazione è certamente migliore di quelle che l'hanno seguita. Perché? Perché era assente dalla strumentalità che, invece, ha permeato i tentativi di riforma fino a quello odierno.

Tra l'altro, qualche collega ha obiettato a alcune delle cose, sulle quali sono intervenuto precedentemente, e forse è il caso che i numeri si incarichino di rispondere. Infatti, cari colleghi, non c'è luogo più oscuro, nella Repubblica, che il mercato delle armi.

Noi siamo un grande esportatore di armi, siamo un leader mondiale nell'esportazione di armi leggere, però abbiamo creato anche un sostanzioso mercato interno.

Numeri oscuri, perché non sappiamo neanche qual è il numero delle armi legalmente detenute nel Paese: si parla di 8, si parla di 10 milioni. Voi capite che 2 milioni di differenza sono una questione molto rilevante.

Ci si obietta che noi non modifichiamo la legislazione sulle armi, però anche qui i numeri hanno la testa più dura di alcuni colleghi, perché esiste, a legislazione vigente, sulle armi, una relazione chiara nei numeri: ogni volta che noi ampliamo il perimetro di esercizio e la difesa legittima, provochiamo un aumento delle licenze, in questo caso specialmente di quelle per uso sportivo presunto, questo. Erano 200.000 nel 2006, sono diventate 400.000 nel giro di pochi anni, oggi sono oltre mezzo milione.

È un trend di 30.000 all'anno, tant'è vero che alcuni questori, compreso quello di Milano, hanno dovuto dichiarare in conferenza stampa che passano più tempo a diniegare, a respingere o a revocare tale tipo di richieste o tale tipo di licenze, di quanto ne vorrebbero sostanzialmente.

Ed ecco che, quindi, noi denunciando questo diciamo che non c'è soltanto il tema della sicurezza dei cittadini, ci sono anche interessi economici, che mai vengono diciamo resi palesi in queste Aule: è un modo di dare un'informazione distorta agli italiani.

Se poi gli italiani sapessero, cosa che abbiamo appreso anche noi grazie a un emendamento a questa proposta di legge della Commissione bilancio… cioè, quando si tratta di dare le coperture, si disvelano i numeri occulti; e, allora, quanti sono i procedimenti pendenti per legittima difesa a cui dovremmo eventualmente finanziariamente rispondere alla data del 2015, quindi accumulati negli anni?

Sono 133 in tutt'Italia, di questo stiamo parlando: 133 casi.

E, allora, voi capite che 133 casi che devono essere definiti, quindi accumulati nel corso degli anni, a fronte di queste discussioni che si accendono nell'Aula, che mettono in discussione il modello di sicurezza, che tirano diciamo in campo la sensibilità più profonda, a volte anche la pancia dei cittadini, suonano un po' sproporzionati.

Quindi, io credo che i numeri misteriosi ci diano ragione.

Poi c'è l'ideologia, però questa diciamo normalmente è cattiva consigliera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, intervengo ovviamente per esprimere parere contrario sull'emendamento del collega Farina, che con questo emendamento smonterebbe e smantellerebbe l'attuale disciplina sulla legittima difesa, che è stata opportunamente modificata nel 2006 con una legge, la legge n. 59, opportunamente voluta da un coraggioso Ministro, che era Ministro della Lega, Roberto Castelli.

Noi da quella legge vogliamo partire e, con la nostra proposta di legge che, ripeto, abbiamo presentato oltre due anni fa, vorremmo migliorarla, vorremmo chiarire oggi quegli aspetti e in modo particolare c'è un aspetto che è oggetto di grande discussione e di grande dibattito, non perché lo dice la Lega, ma perché lo dicono tutti gli interlocutori giuridici, tutti gli attori giuridici che si trovano a dover trattare e toccare il tema delle legittima difesa, che è il tema della proporzionalità.

Prima però di entrare nel merito - e avremo poi modo e tempo, durante gli emendamenti successivi - mi lasci dire però al collega Farina un paio di considerazioni.

La prima (e io vorrei che la Presidenza, da questo punto di vista, fosse assolutamente attenta): il collega Farina insiste nel ritenere che coloro i quali hanno e, quindi, in modo particolare con riferimento…

PRESIDENTE. Scusate colleghi: è possibile liberare l'emiciclo qui davanti e prestare un po' di attenzione al dibattito? Prego, deputato Molteni.

NICOLA MOLTENI. Il collega Farina insiste nel dire, in modo particolare facendo riferimento alla Lega, che la nostra proposta di legge sia dettata da logiche non legate al fatto che noi vogliamo dare garanzie e strumenti migliori ai cittadini per difendere il proprio domicilio e per potersi difendere all'interno del proprio domicilio, ma ipotizza che la mano del legislatore che ha formulato la nostra proposta di legge - e quindi in questo caso del sottoscritto, assumendomi onori e oneri della proposta di legge - sia guidata, Presidente, da interessi non di natura politica, ma di altra natura, magari anche di natura economica, volendo agevolare o incentivare chi nel nostro Paese produce armi.

Presidente, io non accetto questo tipo di affermazioni da parte del collega Farina, assolutamente allusiva e falsa: questa è una falsità che noi non consentiamo che venga detta all'interno di quest'Aula, perché l'unica motivazione che ha portato il gruppo della Lega a presentare, due anni fa, la nostra proposta di legge, è quella di poter dare strumenti e garanzie migliori, estendendo il concetto della legittima difesa a coloro i quali si trovano beatamente all'interno della propria abitazione a doversi difendere da un'aggressione che viene esercitata nei loro confronti, a loro danno, all'interno della propria abitazione, per difendere un luogo, che è il domicilio o il luogo di lavoro, che dal nostro punto di vista sono luoghi sacri ed inviolabili.

Questa è l'unica motivazione che ha portato il gruppo della Lega a presentare questa proposta di legge, altre motivazioni appartengono unicamente alla strana fantasia del collega Farina.

Ancora, il collega Farina dice: “Ma perché dobbiamo toccare la legittima difesa, tanto i casi di legittima difesa o di eccesso colposo di legittima difesa pendenti sono solo 136”.

Fosse anche uno, Presidente, perché i numeri dicono tanto, ma non dicono tutto, perché dietro a questi numeri ci sono delle storie, ci sono delle vite, ci sono persone che vedono attentata la propria vita, ci sono persone che devono difendere la propria incolumità, il proprio domicilio, ci sono delle esperienze personali drammatiche e alcuni casi di cronaca, penso ad esempio a Monella, penso ad esempio a Ermes Mattielli, penso ad esempio a Mario Cattaneo e a tante altre vite che sono state letteralmente sconvolte perché, all'interno della propria abitazione o all'interno del proprio luogo di lavoro, criminali e delinquenti sono entrati per portare violenza e criminalità.

Anche se dovessimo difendere una sola di queste vite, noi proporremo e insisteremo nel difendere questa proposta di legge.

Presidente, noi non vogliamo - e lo dico in maniera chiara - incentivare l'uso delle armi, noi non vogliamo invitare i cittadini ad armarsi: noi vogliamo disarmare i criminali ed è il motivo per cui noi, con questa proposta di legge, vogliamo insistere e insistiamo, coerentemente con la nostra storia politica e col nostro percorso politico, sulla legittima difesa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Voteremo a favore di questo emendamento, perché è evidente che si vuole, con questo emendamento, porre un argine ai tentativi continui e ripetuti sostanzialmente di eliminare il principio di proporzionalità che caratterizza l'istituto della legittima difesa.

Io do atto ai colleghi della Lega di essere coerenti da questo punto di vista e di procedere con ostinatezza verso l'obiettivo finale, che è quello che abbiamo letto molto spesso sulle magliette e sui manifesti loro, in cui addirittura si immagina un mondo in cui, di fronte a un morto, basta la parola di chi lo ha ucciso per dire: “Signor giudice, fatti i fatti tuoi”.

Questo è, come dire, l'obiettivo finale, ma va anche rilevato un aspetto grottesco in questa vicenda, se è consentito parlare di aspetti grotteschi, e mi riferisco all'atteggiamento delle forze del PD e dei suoi alleati, che cercano di rincorrere la Lega su questo terreno.

Ora, indubbiamente nel 2006 fu introdotta una deroga al principio di proporzionalità sancito dall'articolo 52, primo comma, inserendo la cosiddetta presunzione legale di proporzionalità nel caso di esercizio della difesa in ambito domiciliare. Però, è una norma che è scritta bene, che ha il pregio della chiarezza e in cui è evidenziato lo scopo. Ma devo rilevare che, nonostante la chiarezza della norma e la chiarezza dell'obiettivo, la giurisprudenza, che su quel comma si è formata, non ha certamente abbattuto il principio di proporzionalità così come loro auspicavano. Allora insisto, indubbiamente. Qui abbiamo la lepre che va avanti e la tartaruga che la insegue, che sarebbe il PD, e ne avremo una prova più tardi, quando arriveremo alla lettura dell'emendamento all'articolo 52 così come è stato introdotto. Deve essere chiaro che il principio di proporzionalità non può essere eliminato, con qualunque espediente si voglia procedere. Se ne erano convinti anche loro, tant'è vero che, ascoltando quello che gli auditi hanno sostenuto, avevano abbandonato, in un primo momento, l'attacco all'articolo 52, portato avanti dalla Lega, e hanno invece dirottato la loro azione sull'articolo 59, cioè sulle circostanze attenuanti o aggravanti in materia di legittima difesa. Dopodiché, hanno ritenuto forse insufficiente il messaggio mediatico che, in questa maniera, avrebbero lanciato, e si sono messi a rincorrere la lepre che va avanti, che sarebbe in questo caso la Lega.

Questo gioco deve essere disvelato, perché, su questi argomenti, non si può procedere con l'irrazionalità tipica che conosciamo e che riscontriamo sui giornali; non si può procedere in modo emotivo, come si sta dicendo, ma con razionalità. Bisogna convincersi che la sicurezza è un problema fondamentale, è un'esigenza fondamentale della società, e che i cittadini hanno stipulato un contratto sociale perché lo Stato intervenga a tutelare i cittadini. Da che mondo è mondo, è stata sempre concepita la possibilità della legittima difesa quando lo Stato, per ragioni obiettive, non può arrivare, perché non è che possiamo tenere un carabiniere dietro ogni abitazione, dietro ogni opificio, dietro ogni negozio, quindi in via sussidiaria è consentito al cittadino esercitare la legalità e la giustizia così come lo Stato avrebbe fatto, se fosse stato presente. So che il tempo è finito, ma a me preoccupava semplicemente evidenziare il giochino che si sta perpetrando in quest'Aula, che non concluderà alla fine nulla, non porterà a nulla, in quanto, come vedremo, la giurisprudenza, anche in questo caso, avrà modo di ripristinare i principi fondamentali in materia di proporzionalità, che sono sanciti sostanzialmente non soltanto dalla Carta costituzionale ma anche dalla giurisprudenza europea in materia, che non potrà essere tranquillamente elusa come si sta tentando di fare questa mattina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, mi voglio appellare proprio a lei, che fa una meritoria azione nei confronti delle fake news. Anche in questo caso c'è una fake news, quella dell'aiuto ai costruttori di armi. Se non fosse in un'Aula parlamentare e non ci fosse l'articolo 68 - lo dico senza volerlo fare veramente -, ci sarebbe materia per una denunzia in sede penale. Quindi io mi appello a lei, che contro le fake news si è battuta perché anche negli interventi in Parlamento ci sia un'azione limitatrice delle fake news. Per quando attiene al resto, Presidente, noi ci abbiamo provato - lo anticipo subito, nel primo intervento -, ci abbiamo creduto per un pochino che davvero il PD volesse accedere a ciò che gli italiani chiedono, cioè che, quando una persona si trova in determinate condizioni, quella persona possa sempre difendersi legittimamente. Quando noi diciamo che la difesa è sempre legittima, quando è di notte, quando è nella propria abitazione, quello intendiamo, e abbiamo letto con attenzione l'emendamento che hanno presentato, che viene contrastato all'eccesso, abolendo i due commi dall'emendamento attuale.

Ma devo dire, dopo aver parlato delle fake news per quanto riguarda le armi, che è molto più chiara e corretta la posizione dell'estrema sinistra rispetto al Partito Democratico, se non altro, non imbroglia, e dice: noi non riconosciamo il diritto a difendersi in casa, di notte, a chi viene aggredito, se non a determinate condizioni che, dopo lunga indagine, stabilirà un giudice. È una posizione diversa dalla nostra, ma è chiara. La posizione della maggioranza, invece, da un lato introduce parole che richiamano i nostri emendamenti, da un altro lato, con il comma successivo, nei casi di cui al secondo comma, riproduce esattamente i limiti - i limiti! - che già hanno dato cattiva prova di sé - perché ci sono già nell'ordinamento, e abbiamo visto che non funzionano, se no non saremmo qui a discutere di una nuova legge - e annullano assolutamente ciò che avevano introdotto. Faccio ai colleghi un invito, e chiedo scusa se mi rivolgo direttamente ai colleghi: provate ad eliminare l'emendamento al primo comma proposto dalla maggioranza, o a metterlo, vi accorgerete che non cambia di una sola virgola il concetto contenuto nella legge; nell'uno e nell'altro caso spetterà al magistrato esaminare se vi è desistenza, se vi è pericolo di aggressione, se l'arma - anche questo è ridicolo - era legittimamente detenuta o no, quasi che una difesa diventi legittima a seconda del fatto che l'arma sia registrata o meno; se mai sarà una pena per un altro reato, evidentemente.

Allora, è come se non ci fosse, è solo fumo negli occhi. Noi abbiamo fatto una proposta perché il fumo diventasse sostanza, non ci siamo riusciti, ne terremo conto in tutti gli emendamenti che verranno, mentre a questo, al primo emendamento, votiamo contro, ma facciamo omaggio alla chiarezza di questo emendamento, che ripercorre la stessa identica strada di quando proposi – allora, da Ministro - che le forze di polizia potessero operare nelle nostre città insieme alle Forze armate e, dalla stessa parte, mi dissero che era una militarizzazione delle città, che volevamo che le armi circolassero, e adesso scopro che tutti hanno capito che era una buona norma. Vedrete che alla fine capirete che quella che vi abbiamo proposto è una buona norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

MARCO DI LELLO. Signora Presidente, ringrazio molto anche il collega La Russa, che col suo intervento mi ha fugato qualche dubbio, perché, francamente, l'idea che su questo terreno si potesse essere d'accordo, mi aveva inquietato non poco, devo dire la verità. E io cerco di domandarmi, dare una risposta sul perché si insiste a portare avanti questo provvedimento, che la Lega da due anni reclama, di modifica dell'articolo 59, poi del 52 del codice penale. C'è forse un allarme sociale? No (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Se andiamo a vedere i numeri, grazie ai Governi di centrosinistra, al Governo Renzi e al Governo Gentiloni, dal 2013 c'è una costante discesa dei furti in appartamento, delle rapine in appartamento (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), quindi abbiate il coraggio di dire la verità: non c'è un allarme sociale! Forse c'è l'interesse da parte vostra di lucrare sulla paura, questo sì (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Colleghi, lasciate esprimere.

MARCO DI LELLO. Dubito che ci possa essere una visione anche filosofica da parte vostra, di tipo post-hegeliano, per cui chi si difende tutela oltre se stesso, anche l'ordinamento giuridico. No, andiamo a vedere nel merito. Perché? Qual è l'obiettivo che vi ponete? Aumentare la sicurezza, magari consentendo alle coppie di vecchietti che vivono nei casali isolati, magari nella Pianura Padana, di poter detenere armi, così sono più sicuri? Oppure si è più sicuri nel difendersi da quella belva che un mese fa ha seminato terrore in Emilia Romagna?

C'è qualcuno che pensa che questa è la strada per costruire maggiore sicurezza o forse l'obiettivo, neanche nascosto, è quello di garantire impunità a chi mette sullo stesso piano una vita umana e un sacco di patate? È quello che avete già provato a fare con la novella del 2006 ed è andata male. Ma perché vi è andata male? Forse non vi è sufficientemente chiaro: perché finché c'è questa Costituzione nel nostro Paese, finché esiste l'articolo 2, che considera giustamente la vita umana come un diritto inviolabile, finché esiste l'articolo 27 della Costituzione, che vieta la pena di morte indipendentemente dalla gravità del reato, significa che in questa Costituzione c'è un limite insuperabile.

Allora, smettete di fare propaganda per fare credere a qualcuno in buona fede che voi potete dargli l'impunità; questo, oltre a essere profondamente sbagliato e ingiusto, è anche tremendamente falso. E allora si abbia almeno il coraggio di dirlo in quest'Aula e fuori (Applausi polemici dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente, grazie. Io non volevo intervenire perché lo sta facendo egregiamente per noi il deputato La Russa, ma mi sono sentito in grado di intervenire dopo l'intervento del collega, perché se anche qualcosa di buono ci fosse nel cosiddetto “stravolto”, come prima il collega Molteni ha detto rispetto al testo, ecco che l'intervento del collega precedente ha mandato a carte quarantotto tutto quello che anche di buono poteva esserci. Lei collega - e lo dico attraverso lei, Presidente, chiaramente - dimentica che sotto questo punto di vista, ovvero sotto il punto di vista della legittima difesa, l'Italia non è uno Stato di diritto.

Allora, questo collega che ha parlato in modo - voglio dire - così poco accorto rispetto a questo tema, che evidentemente non conosce, dovrebbe anche capire che il primo motivo per cui in Italia non ci si riesce a difendere è perché il Partito Democratico ha depredato tutto ciò che poteva essere forza di polizia, sia in termini di uomini sia in termini di mezzi.

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO. E dopodiché Presidente - e vado a concludere - il collega dovrebbe parlare in questo modo a vittime quali Federica Pagani Raccagni, Francesco Sicignano, Elena …

PRESIDENTE. Concluda, deputato!

WALTER RIZZETTO. …e anche, ad esempio, Romina Vianello. Ecco, questo dovrebbe andare a dire nelle piazze il collega. Evidentemente, non ha il coraggio di farlo.

PRESIDENTE. Grazie, deputato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io ringrazio il collega Di Lello perché ha esplicitato chiaramente le posizioni del Partito Democratico. Ha detto, con chiarezza in quest'Aula, che chi si difende da un'aggressione in casa propria da parte di un malvivente deve essere punito; lo ha detto a chiare lettere e questa è l'impostazione del PD (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Voi state dicendo che chi si difende deve essere perseguito dalla giustizia e deve essere punito.

E poi se permette, Presidente, visti anche i pochi secondi che mi rimangono, vorrei ricordare al collega Di Lello, tramite lei, che - invece di fare gli show con questa sceneggiata particolare in Aula - si vada a leggere il testo, perché nel testo non c'è scritto assolutamente e non si tratta assolutamente della detenzione di armi. Di cosa sta parlando? Qui noi dobbiamo parlare di quello che si sveglia la mattina, di ciò che gli viene in mente e di chi la spara più grossa, oppure dobbiamo stare al testo? Qui stiamo semplicemente cercando di tutelare le vittime dei reati che nel caso in cui difendano se stessi, la propria comunità, la propria famiglia…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMILIANO FEDRIGA. …e i propri familiari - e concludo - non possono per lo Stato diventare dei carnefici. Per noi queste persone sono le vittime e devono essere tutelate in ogni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)

PRESIDENTE. Grazie, deputato Fedriga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. L'intervento del collega Di Lello è stato stupefacente e il termine in questo caso non va inteso come aggettivo ma come sostantivo, perché il collega ha provato a spiegare che noi vorremmo rappresentare agli italiani una realtà di timore e di percezione di insicurezza assolutamente immotivata se raffrontata alle magnifiche sorti e progressive che, grazie all'impegno dei Governi di centrosinistra, si è garantito, viceversa, ai cittadini italiani di potere tranquillamente stare nelle proprie dimore senza correre rischio alcuno.

È inutile richiamare anche solo gli ultimi episodi e le ultime vittime, come ha fatto poc'anzi l'amico collega Rizzetto, per sbugiardare lo stupefacente collega.

Ma quello che vorrei controbattere è che viceversa il vero timore e, come dire, la misura della legittima paura che gli italiani debbono avvertire sta nel fatto che pochi giorni fa, intervistato in diretta televisiva su Sky nel corso di un “triello” tra tre aspiranti ad una carica di un partito, uno dei tre, interrogato esplicitamente sul tema della legittima difesa, alla domanda: “Ma se qualche malintenzionato entrasse in casa tua che cosa faresti?”, ha risposto: “Io chiamerei la polizia”. Ora, al di là del fatto che uno che dà una risposta del genere come strumento di risposta immediata ad una percezione di pericolo fisico per sé e per la propria famiglia più che andare in televisione ad aspirare a qualche carica politica dovrebbe essere associato a qualche casa di cura, il tema che spaventa gli italiani è che la persona che si è espressa in quel modo, in qualità di candidato e aspirante ad una carica di partito, oggi ricopre il ruolo di Ministro della giustizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Daniele Farina, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.80 La Russa, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente!

PRESIDENTE. Mi spiace, deputato La Russa: ha chiesto di parlare tardivamente. Non posso darle la parola perché siamo in votazione.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Molteni, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre i relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Fratelli d'Italia esprimono parere favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, questo emendamento è la proposta di legge della Lega. Credo che su questo tema, sul tema della legittima difesa, serva grande rispetto da parte di tutti, perché il tema della sicurezza, a differenza e checché ne dica il collega del Partito Democratico che è intervenuto prima, rappresenta una priorità del Paese. Oggi, Presidente, noi non abbiamo una percezione di insicurezza; oggi c'è una insicurezza reale, rispetto alla quale credo che sia compito e dovere da parte della politica dare delle risposte, dare delle risposte serie, dare delle risposte certe, per poter consentire al cittadino di poter vivere serenamente e tranquillamente nella propria abitazione o sul proprio luogo di lavoro, consapevoli di una cosa e di un principio: che il tema della sicurezza è strettamente collegato al tema della libertà.

Una persona è sicura esattamente nel momento in cui è libera e una persona è libera esattamente nel momento in cui è sicura di poter vivere serenamente all'interno della propria abitazione e domicilio, che rappresenta uno degli ambienti rispetto al quale qualunque cittadino credo che abbia il sacrosanto diritto, con la propria famiglia, con i propri cari e con i propri affetti, di poter vivere serenamente e tranquillamente. Oggi il tema della sicurezza, il tema della tutela dell'ordine pubblico, il tema della tutela e della prevenzione dei nostri territori non è una priorità di questo Governo; dato ne è che arriviamo a discutere di legittima difesa esattamente dopo due anni da quando abbiamo fatto la nostra proposta di legge.

Attenzione, Presidente, credo che il tema della sicurezza sia uno di quei temi rispetto ai quali tocca allo Stato garantire sicurezza. È compito prioritario da parte dello Stato garantire sicurezza, utilizzare da parte dello Stato tutti gli strumenti perché ci sia prevenzione, perché ci sia controllo del territorio, affinché le forze dell'ordine possano fare dignitosamente quello per cui hanno funzione e compito, ma è evidente che, nel momento in cui lo Stato non fa quello che deve fare, prevenire reati, incarcerare coloro i quali commettono reati, nell'applicazione di un principio che per noi è un principio sacrosanto, inviolabile, fondamentale, che è il principio della certezza della pena, ebbene, se lo Stato non fa quello che dovrebbe fare, è inevitabile che il cittadino abbia il sacrosanto diritto di potersi difendere.

È come se ci fosse un contratto, Presidente, un contratto tra lo Stato e il cittadino; attraverso questo contratto il cittadino delega lo Stato a garantire sicurezza. Se lo Stato non garantisce sicurezza, il cittadino si riprende questa delega attraverso una forma, attraverso uno strumento di autotutela e di autodifesa che è la legittima difesa, che è un'eccezione all'uso delle armi, Presidente. Tocca allo Stato garantire sicurezza e utilizzare le armi; se lo Stato non lo fa o lo fa male, dal nostro punto di vista, è sacrosanto e legittimo che il cittadino possa difendersi, ed è per questo che due anni fa, nello spirito di migliorare quanto oggi esiste già con l'articolo 52 modificato dalla legge Castelli del 2006, abbiamo tentato, con una legge scritta non con la pancia, ma con la testa, con una legge scritta non sull'istinto della quotidianità, ma con la razionalità, di dare una risposta certa a quelle decine e centinaia di cittadini che vedono il proprio domicilio violato, e, semplicemente per il fatto di difendere un principio sacro, che è il principio della vita, che è il bene più prezioso, il bene più importante, da vittime di un'aggressione diventano criminali e delinquenti.

Ed è questa proposta di legge la nostra proposta di legge, che parte da un presupposto chiaro: per quale motivo, con quale diritto, lo Stato mette sotto processo un cittadino che si difende da un reato che lo Stato avrebbe dovuto prevenire? Se lo Stato non fa il proprio dovere, e lo Stato spesso e volentieri non fa il proprio dovere, è sacrosanto, Presidente, che il cittadino possa esercitare questo principio, questo strumento giuridico, che già esiste, della legittima difesa. Abbiamo cercato di dare, mutuando un testo che è il codice francese, una proposta seria e sensata, rispetto alla quale vogliamo rispetto. Potete non essere d'accordo, ma abbiate rispetto per quelle vittime di reati gravi e efferati che vengono commessi nella propria abitazione. Noi vogliamo dare voce a queste persone, a queste persone che sono, ripeto, vittime di reati efferati che avvengono all'interno della propria abitazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Visto che il collega Molteni ha navigato in senso assai lontano dal contenuto specifico dell'emendamento, io cercherò di farlo un pochettino meno. Nessuno qui contesta il diritto dei cittadini italiani alla sicurezza propria, della propria abitazione, dei propri figli, della propria famiglia; però questo deve valere per tutti. E, allora, i numeri hanno sempre la testa piuttosto dura: nel 2016 le donne uccise attraverso armi da fuoco legalmente detenute sono state 23. Se io adotto un criterio di massima come quello che dicevamo prima, cioè i 133 procedimenti aperti, diciamo pendenti, per casi di legittima difesa, opero una semplice moltiplicazione e capisco immediatamente che il numero delle donne uccise da armi legalmente detenute, spesso, quasi sempre, dai propri compagni, dai propri mariti, è molto superiore a questo.

E, allora, credo che una riflessione su questo vada fatta, perché tutti i cittadini, di qualunque sesso e età, hanno, credo, eguali diritti, soprattutto il diritto fondamentale, il principale bene che dobbiamo tutelare, che è la vita, perché la strada sulla quale i colleghi vorrebbero portarci è già stata esperita. Negli Stati Uniti dal 2005 al 2014 sono morti 310 mila - 310 mila - cittadini americani a causa delle armi da fuoco; dal 1970 sono un milione e mezzo. Voi saprete che nelle guerre combattute dagli Stati Uniti d'America, compresa la guerra di secessione, per arrivare all'Iraq, il numero non è un milione e mezzo: il numero è inferiore. E, allora, noi su questa strada non vi seguiamo. Noi pensiamo che sia un diritto, la legittima difesa, che era già normato pienamente nel codice, che non deve essere oggetto di speculazione, e diamo anche un consiglio: forse, se modificassimo la legislazione sulle armi, ad esempio impedendo che le armi con licenza per uso sportivo possano essere detenute nelle case private, forse di quelle 500 mila licenze ce ne sarebbero molte meno e molte meno sarebbero anche le vittime di queste armi, perché non si capisce, in casa non si può sparare, sono armi destinate all'uso sportivo, al poligono.

E, allora, che vengano detenute nei poligoni, non nelle case private, perché allora è evidente, invece, che il loro compito, la loro funzione, di sportivo non ha assolutamente niente e si presta anche alle esperienze più deteriori di quelle 23 vittime, perché certo, collega Molteni, 133 non sono molti, ma ne basterebbe uno solo, diceva lei, di quei casi. E, allora, ne basterebbe uno solo anche di questi 23, però, moltiplicati per gli anni che sono venuti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente. Per annunciare non solo il voto favorevole di Forza Italia, ma il sostegno convinto a questo emendamento, che non va nella direzione tanto temuta dal collega Farina, perché nessuno di noi è per l'abuso o per l'utilizzo superficiale delle armi, e nemmeno per la giustizia fai da te, ma crediamo che lo Stato debba avere un posizionamento chiaro dalla parte dei cittadini onesti, e, poiché c'è allarme sociale e c'è un aumento del numero dei furti, non solo in abitazione, ma dei furti con strappo, questo emendamento, ragionevolmente, in base al buonsenso, propone un rafforzamento delle sanzioni. Non mi pare nulla di allarmante, anzi, un passo nella giusta direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. L'onorevole Molteni ripropone emendamenti che vogliono tracciare una mappa dei reati che già esiste; non solo, ma riscrive l'articolo 52, per esempio, con questo emendamento, con l'uso delle stesse parole dell'attuale articolo 52. Ma, se è per fare un comizio, non c'è bisogno di affaticarsi tanto; c'è la discussione generale, c'è la discussione sugli emendamenti. Ma posso io leggere: all'articolo 52 del codice penale è aggiunto infine il seguente comma: si considera che abbia agito per legittima difesa colui che compie uno o più atti per respingere l'ingresso in casa eccetera eccetera, e via discorrendo. Già lo dice l'articolo 52, indipendentemente dalla novella del 2006. Voglio far presente che abbiamo ascoltato l'Associazione nazionale magistrati, che ci ha ammonito a non introdurre nella legislazione fior da fiore della casistica di cui parlano i giornali, ci ha ammonito ad approvare norme che siano di carattere generale: come era appunto l'articolo 52 del codice Rocco, il quale tranquillamente stabiliva che… copre tutto! “Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa”. È un principio ineludibile! Quando dopo 76 anni qualche esperto ha voluto mettere mano, ha creato soltanto pasticci; e noi stiamo continuando sulla strada tracciata dai pasticcioni, questa è la verità! Anche questa sera, stiamo facendo peggio di quanto si è fatto nel 2006, e lo vedremo quando arriveremo a quel punto.

Questa è la questione! È inutile che qui si vada ad invocare ogni volta la cronaca nera; anche perché la cronaca nera non dice tutto! È indubitabile che se vengono chiamati i carabinieri perché c'è un morto in un'abitazione, in un garage, in un negozio, il PM che deve fare? Deve per forza aprire un incarto penale; però non dicono i giornali che molto spesso il 50 per cento di quelle indagini si concludono per l'archiviazione, oppure proprio con un non luogo a procedere, perché si sono fatte le prime indagini. Non si può pretendere che quando c'è un morto in casa, qualcuno vada e dica: non ti preoccupare, perché mi stava aggredendo e io “l'ho sparato”, ma non ti preoccupare che le cose stanno esattamente così. Ma stiamo veramente scherzando? Perché quella linea porta a questo, ed è grave che le forze di maggioranza la stiano assecondando! Questa è la verità!

Non si ha il coraggio di dire le cose come stanno, e di affrontarle effettivamente, di affrontare anche la pubblica opinione! Perché qui, in quest'argomento, la opinione non è pubblica opinione, è opinione costruita! Diceva un grande statista tedesco: non esiste la pubblica opinione, esiste l'opinione pubblicata; perché se io domani esco con un articolo: “La difesa è sempre legittima”, il cittadino che cosa capisce? Si arriva a dire appunto che se uno entra in casa io “lo posso sparare”, punto e basta, perché lì è l'approdo finale di tutta questa discussione: con tutte le furbizie dialettiche, tutto quello che vogliamo, ma l'approdo finale è il seguente; e comunque quello che più dispiace è che argomenti di tale spessore si stiano trattando inserendoci degli argomenti che dovrebbero essere lo strumento per poter parlare.

Per esempio, articolo 624-bis: già esiste, l'articolo 624-bis, cioè il furto in abitazione e il furto con strappo; e però che cosa dice quell'articolo? Che la pena va da 1 a 6 anni; e qui, con un emendamento, la pena andrebbe portata da 5 a 8 anni. Cioè, il criterio di proporzione qui, in questa materia, in questi quattro anni ho visto che non esiste più, né è preso affatto in considerazione non soltanto nella materia della legittima difesa, ma anche nella costruzione dei reati: oltre all'abbondanza di reati di cui abbiamo implementato il codice penale, ci sono gli aumenti delle pene che non hanno alcun criterio. Io ho sempre l'immagine di una strada che una volta percorsi, e qualche sindaco dissennato aveva ordinato di fare la potatura; vi erano questi grandi tronchi basilari, e poi vi erano tanti rametti che uscivano da tutte le parti in modo disordinato e confuso: questo è il codice penale che noi stiamo costruendo, un mostro! Infatti questo signore che ha firmato questo articolo, non so chi sia, dice di portare la pena da 5 a 8 anni, per una norma che già c'è; poi c'è il secondo comma, che tratta sempre una fattispecie che già esiste, che aumenta la pena ugualmente da 5 a 8 anni; e poi c'è un terzo comma, di un articolo che già c'è, e si propone l'aumento dalla pena, così, la falsariga è sempre questa. E allora ma io non ce l'ho con la Lega, perché la Lega ha un ottimo disegno propagandistico che parla alle viscere del Paese e fa propaganda; io ce l'ho che le forze di Governo, che non sono forze moderate, ma sono forze pusillanimi (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. La sorpresa, Presidente, è che anche il dibattito sulla legittima difesa è la lite nel pollaio della sinistra; e credo che molti anche a sinistra mi daranno ragione, dopo questi ultimi interventi.

Così come ho trovato - lo dico al collega Farina, non voglio dire all'amico, per carità, al collega Farina - che utilizzare il femminicidio, le donne, dovrebbero ribellarsi le donne di questo Parlamento, a usare strumentalmente un tema su cui tutto il Parlamento è d'accordo, quello di lottare; e per primo è stato il centrodestra con l'onorevole Carfagna, a introdurre una legge che altrimenti non ci sarebbe contro lo stalking, e lo sapete bene. C'è da vergognarsi, ad aver sentito questo argomento per confutare una legge che affronta tutt'altra materia. Vede, i numeri a volte non mentono, ma a volte fanno capire la strumentalità di certi interventi. Che c'entra il paragone con l'America, se qui non si tocca minimamente la più restrittiva legge europea sulle armi che ci sia, che noi non vogliamo modificare, se tutti sanno che il numero delle licenze di porto d'armi viene abbattuto anno dopo anno, che viene abbattuto il permesso di detenere anno dopo anno legittimamente un'arma in casa, che c'entra? E che c'entrano, solo le armi? Forse preferisce le chiavi inglesi, che molti suoi amici sapevano usare molto meglio delle pistole, come il 29 aprile abbiamo dovuto ricordare nella ricorrenza di Sergio Ramelli? Le armi possono essere di tante specie!

Che c'entra l'America? Dove però io mi sono sempre chiesto: nei film si vedono quelle porte delle case americane sul retro che basta spingere e uno può entrare. Mi son sempre chiesto - nei film dell'orrore - ma perché non ci mettono una serratura? Perché lì i banditi sanno che se entrano rischiano la vita, e non ci vanno! Non dico che dobbiamo fare questo, ma se fa il paragone americano, lo faccia tutto, allora!

La verità è che noi abbiamo avanzato una proposta semplice, chiara. Presidente, lei, rispettando il Regolamento, non ha visto il mio dito, perché la prossima volta… Sa, io ho paura ad alzare la mano tesa: casomai, lei ha chiesto un provvedimento penale; quindi ho alzato solo un dito. La prossima volta…

PRESIDENTE. E infatti non lo faccia, deputato, non lo faccia.

IGNAZIO LA RUSSA. …alzerò la mano tesa, così lei mi vedrà e mi darà la parola; senza che questo possa ingenerare dubbi nei suoi convincimenti, naturalmente. Lei mi ha impedito… Mi ha impedito: non mi ha consentito…

PRESIDENTE. No, deputato, io non le ho impedito, non le ho impedito.

IGNAZIO LA RUSSA. Non mi ha consentito, diciamo così, a termini di Regolamento, perché non ha visto il mio dito, di illustrare l'emendamento precedente; però vede, Presidente, io ho firmato anche questo, di emendamento, e quindi li illustro insieme, anche se uno l'avete già votato.

Nell'emendamento precedente ci sono le parole che in qualche modo ha cercato di scopiazzare la maggioranza, quelle delle ore notturne; ma lì era chiaro il riferimento, è questa la differenza che io vorrei che voi sottolineaste. Non ci voglio tornare, perché l'avete notato; ma noi dicevamo che la possibilità nelle ore notturne di valutare la desistenza o di valutare il pericolo dell'aggressione, o quando le modalità sono così aggressive, è ridotta: non possiamo indagare se uno di notte reagisce, e poi il magistrato deve vedere se ha capito che la spalla era girata di 45 gradi o di 90 gradi. Diciamo che in quei casi era presunta non la proporzione: è presunta l'assenza di desistenza, è presunta l'aggressione! Questo abbiamo detto! Lo avete bocciato, e lo avete scopiazzato male cercando di reintrodurlo in maniera ancora peggiore.

Perciò voteremo a favore di questo emendamento, e abbiamo votato a favore dell'emendamento precedente, che riassumeva la nostra proposta di legge. Vi prego per pura curiosità di rileggerlo, l'emendamento precedente; e capirete che nessuna delle osservazioni speciose, da lite di cortile all'interno della sinistra, ha a che fare con la bontà del ragionamento svolto, che può essere condiviso o non condiviso, ma non eluso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Anna Rossomando. Ne ha facoltà.

ANNA ROSSOMANDO. Grazie Presidente. Con pacatezza, ma spero con fermezza, alcune precisazioni.

Intanto, sicuramente c'è una differenza di impostazione e la rivendichiamo. La rivendichiamo, dicendo che noi non siamo per la delega della sicurezza all'autogestione dei cittadini; siamo per la protezione dei cittadini, che sono due concetti profondamente diversi.

A riguardo vorrei ricordare che, in questa legislatura, per la prima volta è stata invertita la tendenza di tagli di risorse, in termini economici e umani, al comparto della sicurezza e della difesa. Nella legge di stabilità del 2016 oltre un miliardo di euro per mezzi nel settore della sicurezza e della difesa, 50 milioni di euro per l'ammodernamento delle dotazioni strumentali e delle attrezzature, anche di protezione del personale in uso alle forze del comparto sicurezza e comparto difesa, ulteriori 10 milioni per rinnovare la dotazione di giubbotti antiproiettile e, inoltre, proroga dell'operazione “Strade sicure”, periferie riqualificate e più sicure, con 500 milioni di euro per il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. E, ovviamente, vi sono altri interventi, ne ho citati solo a titolo esemplificativo.

Allora noi stiamo e vogliamo stare, con l'intervento legislativo che proponiamo, nel quadro già esistente. E non è che diciamo che, siccome lo Stato eventualmente non arriva, quindi, deleghiamo al cittadino e lo lasciamo solo. Noi al cittadino e alle vittime stiamo molto attenti, perché in questa legislatura, aggiungo, sono stati fatti molti interventi a tutela delle vittime, non solo nel processo, ma anche in tutte le situazioni che si trovano ad attraversare.

Nell'ordinamento si riconosce - ad ordinamento vigente - il diritto a difendersi, perché la legittima difesa è riconosciuta un valore dell'ordinamento. Noi interveniamo non per delegare; noi interveniamo per migliorare l'applicazione di questa legge, facendoci carico di alcune osservazioni che sono state portate anche nel corso della discussione. Quindi, noi non è che diciamo ai cittadini: armatevi. Diciamo che, se reagite a certe condizioni, esiste la legittima difesa, che, vorrei ricordare, comunque, a ordinamento vigente, si basa su tre principi cardine, che si completano tra loro: uno, la scriminante che a determinate condizioni non esiste il reato; due, l'errore sulla scriminante (anche se mi sbaglio nella valutazione, lo stesso l'errore viene valutato a favore dell'agente); tre, da non dimenticare, che, qualora sussista un dubbio su questo tipo di accertamento, ai sensi dell'articolo 530, capoverso del codice di procedura penale, il giudice è obbligato ad assolvere.

Allora, qual è il punto su cui ovviamente non possiamo essere d'accordo? È che non vi sia un accertamento quando si palesa un fatto, in cui una persona è a terra, morta. Non si può non accertare perché è avvenuto! E, tra l'altro, la storia ci dice che la grandissima, la stragrande maggior parte dei casi si conclude senza che neanche si arrivi al processo: c'è una archiviazione

prima ancora che inizi il dibattimento. Infatti, senza fare battute sul femminicidio, perché è un argomento su cui siamo molto seri e molto rispettosi, noi vorremmo soltanto evitare, se una fidanzata sbaglia ad alzarsi di notte e gira per casa e qualcuno le spara, che non si verifichi che cosa è successo e che si presuma il contrario. Ecco, tanto per fare un esempio e, davvero, mi avvio alla conclusione.

Quindi, nessuna delega ai privati cittadini, protezione per i cittadini e per tutte le vittime. Ricordo in ultimo - e davvero concludo - che abbiamo appena introdotto, in un provvedimento che speriamo sia approvato definitivamente, pene più incisive per i reati, appunto, di maggiore pericolo, furto in abitazione, rapina e scippo. Questo è il modo in cui lo Stato difende le vittime dei reati più odiosi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Cosa fa il nostro il nostro emendamento, che è la proposta di legge Molteni? Semplicemente, per questo, se mi permette, mi dissocio dagli interventi, che ho sentito da parte della sinistra di questo emiciclo sul testo stesso. Infatti, noi chiariamo quando c'è legittima difesa con parametri oggettivi.

Stiamo facendo una buona legislazione, se venisse approvato quest'emendamento! Noi togliamo al magistrato la discrezionalità, proprio a tutela del magistrato. Come si fa a valutare in modo così confuso, magari in situazioni delicate, pericolose e non chiare quando c'è legittima difesa, se non gli diamo dei parametri oggettivi? E diciamo al cittadino come può agire, quando l'azione è dentro i parametri e le norme legislative e quando è fuori. Noi non possiamo pensare una legislazione nel Paese, per cui il cittadino scopre dopo, se agisce nella legge o no. Infatti questo sta avvenendo! Noi diciamo: tu agisci, dopo sarà un magistrato a interpretare la legge, se sarà proporzionata, se avrai un turbamento psichico o meno.

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Quindi, semplicemente, stiamo legiferando bene. E concludo soltanto rispondendo all'onorevole Rossomando. Sono sicuro che voi non abbandonate i cittadini, infatti, non li abbandonate: li mettete di fronte a un secondino e stanno in buona compagnia nelle patrie galere.

PRESIDENTE. Grazie…

MASSIMILIANO FEDRIGA. Purtroppo, abbiamo visto i casi in questo Paese, grazie alle norme che non volete cambiare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Molteni, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 1.14 Sisto, parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. In tema di norme penali se ne sentono davvero tante, anche una difesa strenua, quanto - fatemelo passare - vintage del codice Rocco, come se il diritto vivente, che la Corte costituzionale ha più volte affermato essere un leitmotiv del modo di legiferare, non esista. È come se noi potessimo cristallizzare in formule, che, benché nate in un periodo difficile, poi sono state riconosciute comunque capaci di una conformità costituzionale, una sorta di fissità, l'antico mito della norma fissa, che non doveva mai cambiare e la giurisprudenza doveva faticosamente cercare di recuperare le parole antiche con una realtà moderna.

Questo, ahimè, non è più possibile e non mi sembra che sia corretto il tentativo di espropriare il Parlamento del diritto di scrivere norme penali, che possano essere moderne. È chiaro che Forza Italia sul tema della legittima difesa ha una sola parola. Non è tanto una difesa legittima, che sia incatenata da norme che non siano più interpretative di quello che accade, ma il diritto alla difesa, che è una cosa molto diversa.

Presidente, è chiaro che la sanzione penale non ha soltanto una funzione repressiva, ma anche una funzione preventiva e special-preventiva. Questo è scritto nella Costituzione. E, quando si fa riferimento a una funzione preventiva, bisogna immaginare un diritto penale che, oltre a essere capace di punire, è soprattutto capace di evitare che i reati si possano verificare. Infatti, come diceva Jhering, la sanzione arriva sempre troppo tardi, quando il fatto si è ormai verificato.

E, se questa è la chiave di lettura, e la legittima difesa è una causa di giustificazione che deve consentire il diritto alla difesa, ebbene, è chiaro che noi abbiamo soltanto una chiave di lettura: allorquando, nei luoghi dove ci sono reati contro il patrimonio, ci sono delle persone, è evidente che la prospettiva cambia, quei reati non diventano più sostanzialmente reati contro il patrimonio, ma diventano reati contro le persone.

Se un ladro entra in un appartamento e si rende conto che ci sono delle persone, questa situazione di prevedibile, se non prevista, evoluzione negativa, in capo a chi deve ricadere? Ai soggetti che sono nell'appartamento o in capo a chi “ incautamente”, ma sapendo quello che fa, si introduce nel luogo altrui (commerciale, abitativo, eccetera) e, essendoci delle persone, pone in essere delle condotte che possono per tante ragioni dare origine a reati molto più gravi di quelli contro il patrimonio?

Questo è un tema che va affrontato con grande consapevolezza e quando si invoca, in certe situazioni, un assestamento del principio di proporzionalità con una presunzione che in qualche maniera, in determinate e specifiche situazioni, consente al cittadino di dire che, se qualcuno forza la porta di casa mia e io sono a casa mia, mi posso difendere legittimamente, io credo che questo sia un tema assolutamente corretto e che noi sosteniamo, insieme ad altri gruppi di questo Parlamento, con grande lealtà e con grande fermezza, al di là delle alchimie che sostanzialmente, come sta accadendo in quest'Aula, non modificano minimamente l'assetto attuale e si sforzano soltanto illusoriamente, mi si faccia passare il termine, ipocritamente, di prospettare una finta soluzione, che sostanzialmente lascia le cose come stanno.

Il diritto vivente ha modificato questa prospettiva: oggi la legittima difesa è diventata un'esigenza dei cittadini, non più un'alchimia giuridica, lasciata ai manuali di diritto penale.

E se questo è vero, in questo emendamento - ma ve ne sono altri successivi - io ho cercato soltanto di dire che, allorquando qualcuno si introduce in luoghi dove ci sono delle persone, questo cambia completamente la prospettiva della difesa: queste persone devono avere il diritto di difendersi, senza andare incontro ad alchimie giudiziarie che credo, in questo caso, debbano essere, con grande lealtà nei confronti dei cittadini e in loro difesa, dismesse.

Noi voteremo favorevolmente su questo emendamento e voteremo favorevolmente su questa prospettiva, che è una prospettiva che sostanzialmente non può fare altro - e ho finito, Presidente - che caricare su chi aggredisce la responsabilità e non mettere chi si deve difendere in condizioni di avere paura di difendersi. Ecco, noi siamo contro la paura di difendersi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, stavo riflettendo che normalmente, quando le Forze dell'ordine intervengono manu militari nei confronti dei cittadini, ognuno di noi o comunque molti di noi si pongono il problema della proporzione dell'intervento delle Forze dell'ordine sui cittadini: se c'è una manifestazione, qualcuno ritiene che sia eccessivo che, anziché coi lacrimogeni, si vada con le bombe a mano (faccio un esempio estremo, tanto per capirci), quindi anche le Forze dell'ordine devono muoversi, come dire, col criterio di proporzionalità.

Ora, la legittima difesa è un'esimente di punibilità che è introdotta nel nostro ordinamento in supplenza dello Stato, in supplenza, è un caso di sussidiarietà, cioè siccome lo Stato non può stare davanti all'uscio di 60 milioni di cittadini, può accadere che ci sia la necessita di difendersi da soli.

Questo è stabilito ormai in tutte le legislazioni e in Italia, quindi tutti questi interventi a favore dei cittadini, che devono avere il diritto di difendersi, sono se mi consentite, abbastanza - come dire - tediosi.

Quindi se lo Stato, quando agisce e usa la forza, deve avere un principio di autocontrollo, chiamiamolo così, di proporzionalità, perché mai questi limiti non debbono essere previsti anche per i cittadini? Questa è la domanda che io pongo. Ora, poi qui sono intervenuto non tanto per questo motivo, quanto per il fatto che mi ha sorpreso molto l'innovazione che ha introdotto l'onorevole Sisto con questo emendamento, cioè lui dice: “Quando entro in casa, io entro in casa e sono un ladro, e ci sono non una persona, ma dieci persone, questo per me rappresenta un cambio di prospettiva, un'aggravante”. Indubbiamente io ho fatto una battuta alla mia collega e ho detto: “Sono cavoli suoi”. Finora nel codice penale l'aggravante è prevista per il numero delle persone che aggrediscono, non so se mi spiego.

Se tu vedi i reati, non so, le sommosse o altri reati, qualunque altro tipo di reato, se il fatto è commesso da una persona è un conto, se è commesso da una persona associata ad altri c'è un'aggravante. Normalmente io ricordo che le norme dicono questo, comunque prendo atto di questa innovazione e per questa innovazione si prevede un aumento: se un ladruncolo entra in casa e ci stanno tre vecchietti a vedere la televisione, questo comporterà, per la violazione di domicilio, un aumento della pena: se ben ricordo, si propone fino alla metà di quanto è previsto già dal codice penale. Io ritengo che sia anche questa una prospettiva sbagliata, perché il problema non tanto degli aggrediti in questo caso, è il problema dell'aggressore che bisogna tenere presente. Ora, cosa denota questo? Che ci siamo sbizzarrendo in tante fantasiose elucubrazioni ed invenzioni, proprio perché non si può sfuggire alla bontà di una norma che ha avuto 76 anni di vigenza e che ha regolato la vita degli italiani in momenti addirittura molto più duri di quelli di oggi. Ma qua si parla di allarme sociale: certamente c'è, è suscitato, come io aggiungo, ma noi con quella norma, l'articolo 52 così come era scritto fino al 2006, abbiamo affrontato il terrorismo interno, ad abbiamo affrontato le brigate rosse, le brigate nere, i sequestri di persona (voi vi ricordate l'epoca dei sequestri di persona, di cui oggi i giovani forse non hanno menzione, non hanno notizia?). Quindi abbiamo affrontato di tutto, di tutto. Quando però alla saggezza del legislatore si è sostituita la demagogia del politico, il nostro codice penale va in degrado, come ancora oggi stiamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie signora Presidente, prendo la parola, visto che ormai stiamo parlando anche di femminicidio, per fare un attimo e un secondo anche il punto della situazione, perché non riesco sinceramente a capire a parte cosa centri il femminicidio con la discussione che stiamo facendo, se non – il dubbio mi è venuto - che qualcuno, nella fattispecie il deputato di Sinistra Italiana che ha parlato prima, vuole accusare coloro che come noi in qualche modo sulla legittima difesa hanno una posizione diametralmente opposta alla sua, di non considerare anche i pericoli che le donne, in seguito appunto alla nostra posizione, rischierebbero di vedere aumentati.

Invito il deputato a cui facevo riferimento a fare una rapidissima ricerca su Google: guardi negli ultimi giorni cos'è successo in Italia.

Leggerà, onorevole Farina (solo e semplicemente lo dico senza voler far polemica, ma per appunto il gusto della certezza): “Si è svegliata dal coma la donna accoltellata dal marito un giorno fa”; “Vicenza: donna accoltellata in camera da letto, marito accusato di tentato omicidio”; “Iglesias: donna muore accoltellata dal marito”; “Vercelli: sperona l'auto dell'ex moglie e poi l'accoltella, la donna è in fin di vita”.

Mi sembra che nel femminicidio l'arma preferita sia il coltello, probabilmente quello da cucina, per cui mi auguro comunque che lei non voglia adesso fare una campagna contro la pericolosa diffusione dei coltelli da cucina, perché questi sarebbero responsabili, nella stragrande maggioranza dei casi, onorevole Farina, dei casi di femminicidio.

Pongo un altro problema a questo punto, visto che parliamo di femminicidio, ma proprio semplice; mi chiedo: queste donne che sono state accoltellate, se magari fossero state dotate di un'arma legittimamente detenuta e l'avessero utilizzata per difendersi, in questo caso cosa diremmo?

Io dico che una donna che spara per difendersi da chi cerca di accoltellarla fa bene e che anzi, magari la diffusione di un uso corretto dall'arma, soprattutto per le donne, in alcuni casi porterebbe lo Stato italiano, noi, la nostra comunità, a piangere non più le donne accoltellate, ma magari mariti e fidanzati che tentando di accoltellarle vengono uccisi, poiché si prendono legittimamente – e giustamente, secondo me - un colpo di pistola in testa.

Dico questo, onorevoli colleghi, non perché io spero nella diffusione delle armi, ma perché ritengo sia sacrosanto diritto di chi detiene legittimamente un'arma, utilizzarla in qualunque caso venga posta a repentaglio la propria vita, anche nel caso - e faccio riferimento, onorevole Di Lello - di quella coppia di anziani che vivono in una sperduto casolare, magari della Pianura Padana, che magari è armata. Ecco, ci sono alcuni casi avvenuti nella Pianura Padana e probabilmente anche in tutto il resto d'Italia, onorevole Di Lello, in cui una coppia di anziani che non era armata è stata torturata tutta notte - torturata tutta notte! -, e non perché coloro che sono entrati in casa loro cercavano un sacco di patate, come lei prima ha cercato elegantemente di sottolineare, che se qualcuno spara non è perché non vuole che gli rubino due patate. No, sa perché? Perché il sacco di patate ce l'avevano, ma avevano solo questo, e le persone che ti entrano in casa di notte non vogliono un sacco di patate, vogliono la cassaforte, vogliono che tu gliela indichi, e se hai la sfortuna di non avere la cassaforte, il problema è tuo, perché vieni pestato a sangue tutta notte!

Per cui, dico e ripeto, sottolineando con forza senza nessun problema quello che sto per affermare, anche se magari vengo accusato di essere un fomentatore o un insensibile: se qualcuno possiede una pistola e la detiene legalmente, questi ha il diritto, secondo tutti i codici civili del mondo, di poterla utilizzare. Il dibattito all'interno di quest'Aula secondo me è paradossale, nel momento in cui continuiamo a pensare al delinquente che è in casa e che magari rimane ferito o ucciso, e se rimane ferito magari fa anche festa, perché poi un giudice che gli riconosce una risarcimento danni di parecchie centinaia di migliaia di euro lo trova. Noi continuiamo a pensare a questi e non alla donna che magari viene accoltellata, o alla coppia di anziani che viene assalita. Per cui, torniamo a parlare di quello che secondo me è fondamentale, cioè la difesa del cittadino onesto e non del delinquente o dello stalker(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, probabilmente contando sulla distrazione dell'Aula, il sempre autorevole collega Sannicandro, confidando sulla sua proverbiale abilità dialettica, ha cercato di prenderci in giro facendoci una domanda retorica su un paragone tutt'affatto inapplicabile. Dice sostanzialmente il collega Sannicandro: siccome le forze dell'ordine, quando devono garantire la sicurezza per le strade, devono valutare gli elementi e i mezzi che utilizzano per garantire la stessa sicurezza, e noi stessi, come cittadini, siamo chiamati a valutare l'opportunità e la proporzione del livello di difesa garantito dalle forze dell'ordine rispetto alla potenziale offesa, non si vede perché lo stesso ragionamento non debba essere perpetrato nei confronti del singolo soggetto che si trova nelle condizioni di doversi difendere rispetto a quello che accade nella propria dimora.

La domanda è accattivante, formulata dall'abile collega Sannicandro, che cerca di indurci a valutare sullo stesso piano due circostanze che sono invece assolutamente non paragonabili. Ciò perché, onorevole Presidente - per il suo tramite informo lo scaltro collega Sannicandro -, quando le forze dell'ordine sono per la strada a garantire la sicurezza, ad esempio nel caso di una manifestazione pubblica - rifacendomi al suo esempio -, sono presenti per consentire che quella manifestazione pubblica venga svolta e per prevenire il caso fortuito in cui all'interno di quella manifestazione si generi qualche disordine. Tutt'affatto diversa la circostanza del singolo cittadino che a casa sua si vede improvvisamente qualcuno che è certamente un delinquente. Paragone per paragone, collega Sannicandro, è come se le forze dell'ordine per la strada andassero sapendo per certo di avere di fronte solamente dei malintenzionati, dei delinquenti, le assicuro - e lei lo sa - che in quel caso le forze dell'ordine andrebbero ben bardate, in tenuta antisommossa e con la piena possibilità di poter fare quello che possono per impedire che il loro interlocutore possa agire. È la stessa situazione in cui si trova il povero disgraziato che si trova improvvisamente in casa qualcuno che non è una persona che lui ha invitato, ma un delinquente che con effrazione entra a casa sua e che mette a rischio la sua vita e i suoi beni. In quel caso non c'è discussione sulla proporzionalità di qualunque tipo di difesa che il singolo debba poter esercitare per difendere se stesso, i propri beni e la propria famiglia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Sisto.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Avverto che i gruppi Lega Nord e Fratelli d'Italia hanno esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tali gruppi un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12 Molteni, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, questo emendamento ripropone, con una formulazione diversa rispetto a quello precedente, quella che è la proposta di legge della Lega, sempre sulla legittima difesa. Nella proposta precedente andavamo a toccare anche l'aumento di pene, nei minimi e nei massimi, per alcuni reati predatori che oggi si verificano con grande frequenza nel nostro Paese (furti, rapine, scippi e borseggi). Lo dico al collega Sannicandro, che ogni tanto mi pare viva in un mondo parallelo, rispetto alla realtà dei fatti. Infatti, Presidente, io voglio ricordare che il nostro è il Paese dove ogni anno ci sono circa 40.000 rapine, e meno del 20 per cento di chi commette queste 40.000 rapine finisce in galera, e di questi meno del 50 per cento sconta almeno un anno di carcere. Siamo il Paese dove ogni anno ci sono circa 1 milione e mezzo di furti in generale, tra i quali circa 250.000 furti all'interno delle abitazioni, 100.000 furti negli esercizi commerciali, 700 al giorno, 30 all'ora, uno ogni due minuti.

Non so se il numero dei reati, in modo particolare dei reati predatori, diminuisce, se così fosse probabilmente è perché ormai le denunce stanno diminuendo. C'è una tale sfiducia da parte dei cittadini nei confronti del sistema Paese, nei confronti del sistema giustizia, nei confronti del sistema politico, che non sa dare risposte sul tema della sicurezza, tant'è che molti di coloro i quali subiscono alcuni reati predatori, in modo particolare furti e rapine, ormai non denunciano più. Però questi sono numeri drammatici, Presidente, e a questi numeri drammatici si somma il fatto che meno del 6 per cento di coloro i quali commettono questi reati finisce in galera. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che spesso e volentieri l'attività e il lavoro delle forze di polizia viene svilito proprio dal fatto che magari riescono - non sempre e raramente - a beccare il criminale nell'imminenza del fatto, in flagranza di reato, ma esattamente il giorno dopo, colui il quale ha commesso il reato viene messo in libertà, non per incapacità da parte delle forze dell'ordine, rispetto alle quali va la nostra solidarietà e la nostra stima assoluta per quello che fanno - chi rischia la vita per garantire la sicurezza dei cittadini merita solo ed esclusivamente stima e rispetto -, ma semplicemente perché il sistema Paese, in modo particolare a seguito del fatto che chi oggi governa il Paese, ormai da quattro anni, ha ritenuto di affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri svuotando le carceri (dalle depenalizzazioni agli indulti mascherati, agli “svuota carceri”, alle liberazioni anticipate speciali) svilendo un principio, che è quello della certezza della pena.

Allora, con la nostra proposta di legge - quella precedente e questa - cerchiamo di affrontare un tema che riaffronteremo successivamente, quando discuteremo dell'emendamento della maggioranza legato alla legittima difesa. Il grande tema, il grande nodo, è quello della proporzionalità, l'abbiamo già detto, del fatto che ci debba essere una proporzionalità tra difesa e offesa, come se una persona, che dorme nella propria abitazione e di notte viene aggredita, trova qualcuno all'interno della propria abitazione e, prima di doversi difendere, deve fare quelle che sono state definite delle indagini notturne per capire se la sua reazione ad un'aggressione è proporzionale rispetto all'aggressione medesima. Ciò non è possibile e questa valutazione sulla proporzionalità oggi a chi è lasciata? È lasciata alla discrezionalità e all'arbitrio totale, a danno anche dei medesimi magistrati.

Noi vogliamo superare questa proporzionalità e vogliamo affermare il principio che c'è sempre una proporzionalità tra difesa e offesa nel momento in cui io devo difendermi, non ovunque ma in alcuni luoghi chiari e specifici: il domicilio e l'abitazione, con una presunzione assoluta di non colpevolezza. Questo è il caposaldo della nostra proposta di legge, anche e soprattutto per aiutare il magistrato a poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Chi si difende non deve essere indagato; ci sono casi eclatanti di cittadini onesti e perbene che semplicemente per il fatto di essersi difesi hanno dovuto patire la gogna processuale di anni e anni di processi e i costi processuali.

Ecco, è evidente che la osservazione - e vado a concludere - che mi verrà mossa è la seguente: “Ma il fascicolo deve sempre essere aperto”. Certo! È evidente che un fascicolo deve essere aperto, ma un conto è aprire un fascicolo e arrivare ad una soluzione magari dopo cinque anni, un conto è aprire un fascicolo e accertare i fatti attraverso l'inversione dell'onere della prova dove chi si difende, chi reagisce ad un'aggressione non debba per forza e necessariamente essere una vittima due volte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo per ripetere che gli emendamenti che la Lega Nord sta proponendo sono emendamenti che richiamano fattispecie concrete tutte risolvibili ai sensi dell'ordinamento vigente e non tanto ai sensi dell'articolo 52, primo comma, del codice Rocco, ma ai sensi del secondo comma dell'articolo 52, cioè ai sensi della novella che loro hanno introdotto nel 2006. Ecco perché ho fatto dell'ironia dicendo che non c'era bisogno di fare tanti emendamenti per fare propaganda: la si può fare tranquillamente in altre occasioni, senza che ci annoiamo e che portiamo i lavori dell'Aula fino a tarda notte.

Qui si dice, per esempio: “Si considera che abbia agito per legittima difesa colui che compie uno o più atti per respingere l'ingresso in casa propria di un'altra persona”. Se uno entra in casa mia quando io sono presente e lo respingo fuori - se ne avessi la forza - non è che quello mi può accusare di percosse o eventualmente di lesioni, perché stiamo lì. Ma dire dopo che nessun giudice deve indagare equivale praticamente a dire che se ammazzo qualcuno, se spacco le gambe a qualcuno che entra in casa mia e via discorrendo poi alla fine - dicono loro - il magistrato non deve indagare - non so se l'avete sentito con le vostre orecchie -, non deve indagare. Il magistrato e i carabinieri arrivano: “Buonasera. Che è successo? C'è un cadavere! Ah, va bene. E che è successo? L'ho steso io. E perché? Perché mi stava aggredendo. Buonanotte e arrivederci”. Questo è quello che ha detto l'onorevole Molteni in termini molto più diffusi e in modo molto più popolaresco. Questa è la tesi.

Ora, questi emendamenti che richiamano tante casistiche sono la cosa peggiore che si potesse fare. L'Associazione nazionale magistrati è stata audita nella persona del suo rappresentante legale e ha detto: “Non procedete ad introdurre uno, due o tre casi specifici perché tutto ciò può risolversi in un caso contrario e può risolversi in una limitazione del concetto di difesa legittima”. È pericoloso procedere in questo modo, anche perché la casistica è interminabile e non si esaurisce, perché la vita è superiore alla fantasia. Questa è la realtà.

Quindi, chiuso questo argomento voglio dire al collega Corsaro che io non sono stato scaltro, ma avevo in mente alcune immagini. Lasciamo stare l'Italia, ma non so se lei ha mai visto in televisione le immagini dei poliziotti americani che, di fronte a un ragazzo che ha compiuto un furtarello o che ha fatto resistenza alla polizia, lo hanno picchiato fino ad ucciderlo. Tutto il mondo si è sollevato perché non c'era proporzione tra il furto, la resistenza a pubblico ufficiale o la violenza a pubblico ufficiale. Anziché dargli una manganellata o mettergli le manette gli sparano oppure in cinque o sei gli si buttano addosso e lo calpestano. Sono immagini che ho inventato io scaltramente o sono immagini che avete visto tutti in televisione? Lasciamo stare se è accaduto o non è accaduto anche in Italia, talvolta. Ma io ho richiamato questo per dire che finanche lo Stato, nella persona delle forze dell'ordine che sono il braccio militare, la forza armata contrattualmente consentita dai cittadini quando hanno concluso il patto sociale, deve agire con dei limiti, perché altrimenti sarebbe assurdo che io, che ti ho delegato a proteggermi, vengo fatto fuori da te, tanto per capirci. Questa è la contraddizione fondamentale che nel contratto sociale potrebbe manifestarsi e su questo potrei allargare il discorso, ma come al solito abbiamo pochi minuti.

Quindi, non c'è nessuna scaltrezza. Ora, se ciò è giusto per lo Stato - e anche in Italia noi molto spesso protestiamo perché c'è stata una violenta reazione delle forze dell'ordine - i cittadini, che agiscono invece in supplenza casualmente nelle ipotesi in cui ciò accada, non dovrebbero avere limiti?

Poi, non posso affrontare il tema della proporzionalità tra i beni o tra valori e via discorrendo perché qui, parlando, parlando, si mettono sullo stesso piano il furto di un bene, la sottrazione di un bene, con la soppressione di un altro bene, come potrebbe essere la vita. Ma quel discorso, se fosse serio, lo potremmo pure affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io credo che il diritto penale esiga una maggiore cautela perché ho ascoltato nell'ultimo intervento, seppure piacevolmente per le note ragioni di capacità dialettica del collega che mi ha preceduto, due inaccettabili dati: il primo è la confusione epocale fra la legittima difesa, l'esercizio del diritto e l'adempimento del dovere, perché l'esempio fatto dal collega Sannicandro riporta completamente fuori centro, in un altro paragrafo, capitolo, storia o studio del diritto penale, sicché la maggiore cautela sarebbe stata auspicabile anziché lanciarsi in concioni che nulla hanno di tecnicamente ortodosso.

Ma il dato più rilevante è la nascita di un nuovo diritto penale comparato a matrice televisiva statunitense, là dove bisognerebbe prendere spunto sulla legittima difesa, che è un istituto civile e di diritto naturale, da episodi di abusivo esercizio dei poteri di polizia accaduti negli Stati Uniti. Mi sembra che questo sia davvero troppo e con molta pacatezza inviterei il collega a soffermarsi di più sui temi di pertinenza della norma penale, per evitare che il Parlamento possa diventare inutile teatro di ostentazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Io penso che questa nostra discussione, rispetto ad altre che abbiamo svolto e che sono accadute in quest'Aula, abbia una caratteristica diversa. Ad esempio, rispetto al 2006 oggi abbiamo avuto la possibilità di avere dei numeri su cosa è successo da quella riforma del 2006 e sulle conseguenze che questa ha avuto nella società. Abbiamo avuto anche qualche dato in più su quelle società, su quei Paesi, su quegli Stati o federazione di Stati che hanno intrapreso o hanno sempre avuto legislazioni molto più blande della nostra in tema di possesso delle armi da fuoco e credo, dunque, che questo ci dia qualche indicazione. Tra l'altro, sono abituato a vedere un centrodestra spesso allineato - non sempre - con l'opinione delle forze di polizia, ma di sindacati di forze di polizia o di autorevoli esponenti favorevoli alla riforma della legittima difesa sinceramente io non ne ho sentito uno e anzi se voi prendete le agenzie di oggi c'è più di una dichiarazione che mette in guardia il Parlamento a non andare su questa strada. Questo perché? Perché chi opera per la sicurezza dei cittadini nel concreto - e non per motivi di cassetta politica - sa benissimo di cosa stiamo parlando e delle relative difficoltà e c'è molta preoccupazione perché quella riforma del 2006 ha prodotto il fatto che sono diminuite - ma questo fisiologicamente - le licenze per uso venatorio, sono costanti quelle per difesa personale e, come ho più volte ricordato, sono esplose magicamente quelle per uso sportivo, che sono diventate le più numerose in pochissimi anni, le più numerose di tutte.

Allora, questo qualcosa ci indica e ci indica che noi abbiamo la necessità di riformare anche quel settore specifico del diritto sulle armi, perché è oggi così lasco che, sulla base di un certificato medico, di un nullaosta, e con un obbligo mai osservato o quasi mai osservato di iscrizione, ma non di frequenza, ad un corso oggi si è in grado, in questo Paese, di detenere armi da fuoco per uso cosiddetto sportivo. A me dispiace che il collega Invernizzi non l'abbia capito e glielo ripeto: purtroppo, i 23 casi a cui facevo riferimento sono proprio quelli di donne - se vuole glieli elenco caso per caso, ma io penso sia meglio evitare - che sono state uccise proprio con armi da fuoco legalmente detenute.

La strada che non dobbiamo intraprendere è quella americana: nel 2014 abbiamo avuto 33.500 morti negli Stati Uniti d'America per armi da fuoco. Certo, c'è dentro di tutto, però sono più degli incidenti stradali, dei morti per incidenti stradali. Voi volete portarci lungo quella strada; noi non vi seguiamo, perché adesso, a differenza del passato, il gioco è meno facile, perché ci sono dei dati, dei numeri, delle esperienze di vita vissuta che raccontano un'altra storia rispetto a quella che voi avete raccontato per anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Premetto che non ho nessuna particolare compassione - lo dico chiaramente - per chi cerca di entrare in una casa e rimane vittima della reazione di chi si trova nella casa; penso infatti che, premesso che si debba aprire il fascicolo, come hanno detto persino i colleghi della Lega, sia spiegabile, giustificabile, anche giustificabile l'istinto del dire: io voglio difendermi dentro casa mia. Fa parte della normale reazione dell'essere umano, quindi io non sono scandalizzato da questo; però penso che, quando si legifera, si debba pensare agli effetti delle norme, non soltanto al fatto se queste norme rispondano, come ha detto prima l'onorevole Sisto, a un diritto naturale o, io direi, a un istinto giustificato di chi vuole difendere se stesso, la famiglia, la casa.

Penso che si debba guardare agli effetti, perché è la responsabilità che ha il legislatore; e, in questo senso, io sono anche spesso scandalizzato da alcuni dei casi nei quali i soggetti che si sono difesi, vittime di reati, sono stati indagati per anni, condannati, magari, a pagare il risarcimento del danno. Sono tutti casi gravi, sui quali, magari, dal punto di vista anche della responsabilità dei magistrati, si dovrebbe guardare approfonditamente la situazione. Il problema, però, ripeto, è che, quando si legifera, bisogna guardare agli effetti. E non è che non si conoscano gli effetti di questo tipo di leggi, perché queste leggi esistevano o non esistevano in determinati Paesi e sono state introdotte, e lì non si fa un paragone normativo come quello che diceva giustamente l'onorevole Sisto, il raffronto con la situazione americana, della polizia americana, non credo sia appropriato, ma il raffronto con quello che è successo a leggi sulle armi immutate.

Negli stati americani, ad esempio, che sono passati da legislazioni sulla legittima difesa, come la nostra attuale, a quelle come quelle che si vogliono proporre oggi, quelli di effetti vanno visti eccome. Ci sono degli esempi, basta andarsi a cercare le statistiche; un esempio, tra l'altro, è stato citato recentemente da articoli entusiasti per una serie di ladri ammazzati con un mitra, credo, da un derubato che era in casa. La crescita di omicidi, non di reazioni da legittima difesa, di omicidi nello Stato, per esempio, della Florida, ma ci sono statistiche identiche, sostanzialmente, da quando si è stabilito che chi entra in casa dà diritto a chi è in casa di sparargli, è di circa il 25 per cento.

Per un motivo molto semplice: che chi entra in una casa e sa che se, per caso, qualcuno lo vede e ha una pistola gli spara, ci va armato e, se vede un'ombra, spara, e lo fa meglio. Questo è statisticamente documentato. Vedo colleghi del centrodestra che fanno gesti: la realtà è che dovunque è stato fatto questo tipo di interventi si è verificato questo. Poi non capisco, diceva l'onorevole Molteni: noi non vogliamo armare i cittadini, vogliamo disarmare gli altri. Qui, però, con questa legge stiamo parlando d'altro.

E devo anche dire che ho sentito dire a Matteo Salvini che il suo modello è la Svizzera, dove un cittadino su due è armato. Allora bisogna mettersi d'accordo negli approcci di policy generale su quello che si vuole fare. La realtà è che la filosofia è quella di dire: armiamoci e difendiamoci come ci pare. Io, ripeto, non sono scandalizzato dal cittadino che dice: io mi voglio difendere, voglio sparare a chi entra in casa mia, perché, se qualcuno entra, probabilmente, anzi sicuramente, lo penserei anch'io se qualcuno entrasse dentro casa mia.

Il problema è che il legislatore dovrebbe guardare agli effetti: gli effetti sono anche, ad esempio, che nell'ultimo anno ci sono stati in Italia 490 omicidi. Negli Stati Uniti ci sono stati 140 morti, per prendere una statistica, che sono bambini che si sono sparati da soli. Ora, questo tipo di statistiche noi e voi abbiamo il diritto di studiarle, non di andare qui dentro per accontentare chi scrive quattro cose su Internet, giustificato dall'avere subito un reato e incavolato per avere subito un reato. Noi abbiamo, come legislatori, il dovere di studiare gli effetti; non ho ancora sentito dire a qualcuno, da questa parte del Parlamento, un elemento, un dato, un'informazione, una statistica che dimostri che questo tipo di legislazione serve a tutelare i cittadini, a ridurre gli omicidi, a ridurre le vittime. Nessuno lo ha mai detto semplicemente perché non si può, perché i dati e le statistiche sono tutti nell'altro senso.

Se fossero, invece, documentati degli effetti positivi, penso che avrei probabilmente una posizione totalmente diversa, ma la conseguenza di queste leggi è di aumentare la mortalità delle vittime…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. …non di chi commette i reati (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Molteni, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Intanto informo l'Aula che la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame; essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15 Longo, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. Questo emendamento recita in maniera molto semplice quello che vorrebbe essere l'obiettivo da raggiungere, cioè sancire oggettivamente il concetto che la difesa è legittima, per cui si considera che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l'ingresso o l'intrusione mediante effrazione, e così va avanti. Vedete, fuori da quest'Aula faccio il gestore di impianti autostradali, tradotto il benzinaio, cioè appartengo a una categoria che purtroppo ha dovuto, deve e dovrà sottoporsi a vicende che sono strettamente legate a questo argomento. Io, da presidente dei benzinai della Confcommercio, ho dovuto portare bare dei miei colleghi perché uccisi durante rapine; ho partecipato al funerale di mio fratello, benzinaio pure lui, ucciso per una rapina. Ho un altro fratello che ha dovuto vivere l'esperienza di una pistola puntata alla tempia, con la fatidica frase che si sente nei film: apri la cassaforte o ti spariamo.

Tra l'altro, ho fatto il carabiniere, per cui per un anno intensamente ho avuto, fatemi dire, l'opportunità di prendere confidenza con le armi. Ho il porto d'armi per difesa personale, per cui diciamo che ho, rispetto a questo argomento, un approccio abbastanza particolare, però devo deludere, immagino, il collega Farina, che non vedo in Aula adesso, ma che dopo questa mia premessa penserà che sia uno degli sponsor più fanatici dell'uso delle armi. No, devo deludere chi la pensa in questo modo, perché ho avuto l'opportunità, essendo parte del mondo della Confcommercio, di fare il presidente della commissione sicurezza della Confcommercio; quindi di affrontare questi temi per tutte le categorie che quotidianamente devono avere a che fare con queste vicende: parlo dei benzinai, dei gioiellieri, dei farmacisti, dei tabaccai. Ecco, io a tutti coloro che hanno questa problematica da affrontare, ho sempre detto, ma anche scritto addirittura con manuali, con manuali proprio operativi, ho dato il consiglio di non armarsi, di non reagire, perché l'esperienza ahimè, ahinoi ci insegna che, al 99 per cento dei casi, quando uno reagisce va male. Perché? Perché ha di fronte un rapinatore, magari sotto gli effetti della droga, già con il colpo in canna, pronto a tutto: per cui reagire è come giocare una partita con chi è molto più forte di te, è come partire ormai già in svantaggio, è come condannarsi ad una conseguenza negativa.

Per cui, ripeto, l'input dato è quello di non reagire e non armarsi. Poi non voglio entrare ulteriormente nell'argomento, perché non è che si limita a questo, tutto l'approccio al problema; però inerentemente all'argomento che stiamo trattando, questo è l'input.

Detto ciò, chi invece volesse reagire, chi volesse detenere l'arma, sia nel negozio sia in casa, ha il sacrosanto diritto, se vuole farlo, di reagire; e noi dobbiamo fare di tutto per agevolarlo in questo suo sacrosanto diritto. Una vittima non può diventare poi imputato, entrare nelle forche caudine che sappiamo essere il mondo giudiziario, con conseguenze psicologiche, fisiche, economiche che una vittima non ha alcun dovere di patire. Per cui tutto quello che stiamo dicendo, stiamo cercando di portare avanti, è far sì che non siano messi allo stesso piano la vittima e il carnefice, cosa che attualmente è; e purtroppo - non sempre, ma accade - lasciando al magistrato l'interpretazione di quella che è la norma, troppo spesso vediamo che con la leguleia applicazione del bilancino, la vittima diventa imputato, addirittura condannato magari. Questo dev'essere evitato. Il collega la Russa diceva…

PRESIDENTE. Concluda, deputato

LUCA SQUERI. Vado a concludere, Presidente. Il collega La Russa diceva che ha intravisto prima la possibilità di arrivare ad una sintesi, cosa che non è stata fatta; io auspico veramente che l'anno prossimo in quest'Aula ci sia una componente che rispecchi il volere del popolo…

PRESIDENTE. Grazie.

LUCA SQUERI. … e riesca ad approvare una legge adeguata all'argomento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI. Presidente, io non entro nel fine dibattito tra giuristi di quest'Aula; però vorrei che ognuno di noi facesse mente reale su quello che succede nei singoli territori. E c'è una verità che ancora non è stata detta: dal 2006 i furti e le violazioni di domicilio privato sono non solo aumentate, ma ne è cambiato il metodo. Si entra con violenza! Tanto che oggi i cittadini danno per scontato quasi di essere derubati, nella speranza di non essere in casa per la paura di subire violenze.

Allora noi a questa gente una risposta la dobbiamo dare. Non la diamo con la certezza della pena: perché è vero che colui il quale subisce il furto e la violazione di domicilio non è sullo stesso piano del rapinatore, ma siamo arrivati al punto che, tra depenalizzazione dei reati e il fatto che comunque non vi è certezza della pena, al rapinatore non succede mai niente; e questo è il punto!

Mentre invece chi si difende viene indagato. Allora noi perimetriamo la difesa, noi dichiariamo un concetto semplicissimo e di una civiltà naturalissima: che la violazione privata non può esistere! Che la casa è la mia e nessuno può violarla! Che uno non può entrare in casa mia senza essere invitato! È un principio di una civiltà normalissima!

Allora se voi pensate che le nostre proposte siano proposte eccessive, abbiano degli effetti negativi, voi però dovete darci un'altra soluzione: che oggi non ci date, che ancora non ci avete dato; ma sui territori la situazione è questa. E vi invito… E guardate che non siamo noi a strumentalizzare questa situazione, non siamo noi a strumentalizzare la paura: la paura esiste, c'è il fatto che lo Stato non difende i cittadini! Questa non è una percezione ma è la realtà dei fatti. E chi strumentalizza questa cosa, noi per strumentalizzarla politicamente non faremmo altro che utilizzare alcuni dei vostri interventi, perché sono talmente distanti dalla realtà che sicuramente i cittadini saranno distanti da voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Presidente, io vorrei dire che ci sono troppe ambiguità in questo dibattito. La prima è appunto questo discorso sulla paura; se leggiamo i rapporti sulle paure degli italiani di Ilvo Diamanti, scopriremo che le paure degli italiani dipendono moltissimo da queste ondate emotive, mass-mediatiche che spesso vengono create apposta. Abbiamo avuto dei periodi in cui la paura principale, il pericolo principale erano gli immigrati; in altri quello della crisi economica; in altri il femminicidio. Evidentemente c'è un contagio emotivo, un contagio emotivo che sì, creiamo anche noi; tanto che è stato ricordato che i reati in Italia sono in diminuzione. Quindi perché creare altra paura, perché alimentarla? Questa è la prima ambiguità di questo dibattito.

La seconda ambiguità è quella di credere che davvero con la forza e con la violenza si possa sconfiggere altra violenza. Questo non è altro che populismo penale, populismo penale che abbiamo visto ahimè troppo all'opera in questo Parlamento, tutte le volte che abbiamo creduto di trovare una soluzione, aumentando le pene, inasprendo le sanzioni. Sappiamo benissimo che il carcere non è la soluzione, sappiamo benissimo che solleticare gli istinti impauriti e violenti della gente, magari incoraggiandola ad armarsi di più, non è la soluzione, sappiamo benissimo che le recidive avvengono quando non c'è un lavoro serio di reintegrazione delle persone. Allora non stiamo sottovalutando la paura di ciascuno di noi che qualcuno entri in casa, ma non dobbiamo neanche equiparare la vita ai beni, non dobbiamo neanche strumentalizzare politicamente le paure della gente, non dobbiamo negare la realtà e dobbiamo creare una società più sicura, e non è sicuramente questo il modo in cui lo stiamo facendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente, per esprimere il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. “Chiunque si introduce nell'abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si introduce clandestinamente o con l'inganno, è punito con la reclusione, eccetera”; poi la vediamo. “Alla stessa pena soggiace chi si trattiene in detti luoghi contro l'espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno. Il delitto è punibile a querela della persona offesa. La pena è da uno a cinque anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato”.

Ora io voglio dire al collega che mi ha preceduto della Lega: ma, scusate, come si crea l'opinione pubblica sbagliata? Facendo interventi del tipo che abbiamo ascoltato qui, ovvero, se io sto in casa, nessuno deve introdursi in casa contro la mia volontà. Hai perfettamente ragione, ma non è vero che il nostro ordinamento non tutela il proprietario della casa o il possessore della casa! Al massimo potremmo discutere se la pena è adeguata o non è adeguata. Ma diffondere l'opinione che il nostro ordinamento lascia indifesi i cittadini è sbagliato o, comunque, crea quell'opinione e quella paura di cui si sta parlando.

Non è vero, perché anche in materia di legittima difesa non è che esiste soltanto la legittima difesa. Esiste anche la legittima difesa putativa, esiste anche l'eccesso colposo. È una serie di norme. Esiste l'aggravante per chi approfitta dello stato di inferiorità della vittima. L'ordinamento nostro non è fatto proprio con i piedi, mi sia consentita quest'espressione. È stato fatto da esperti e ha resistito per tanti anni alle gravi crisi, anche di legalità, che noi abbiamo avuto. Quindi, dobbiamo procedere con la stessa serietà, non farne sempre uno strumento di propaganda politica.

Se entrasse qui in Aula una persona e ascoltasse certi interventi che si sono fatti e non sapesse cosa dice il codice penale, penserebbe che noi in Italia quei delitti non li perseguiamo. Il che non è vero e non è giusto. Ecco perché io richiamo sempre ad un dibattito serio, perché ripetere sempre e fare l'antologia dei fatti di cronaca è facile, lo sappiamo tutti. Ma bisognerebbe anche fare l'antologia di come sono andate a finire quelle imputazioni. E nella stragrande maggioranza dei casi, quando la legittima difesa c'è, le persone vengono prosciolte, non fanno neanche il processo.

In una delle audizioni sono state citate dieci sentenze della Cassazione. Un procuratore della Repubblica della Cassazione citò una serie di sentenze. In particolare citò dieci sentenze, in cui recentemente si era invocata la legittima difesa. Di quelle sentenze, cinque si erano concluse, cinque avevano dichiarato la sussistenza della legittima difesa e cinque non l'avevano ritenuta sussistente. Per cui, l'audizione finì con la battuta: cinque a cinque. Zero a zero, tanto per capirci.

Voglio dire che è una materia che, come ogni materia sottoposta alla valutazione d'un magistrato, non può non essere esposta alla soggettività del magistrato. Infatti, se qualcuno sa fare di meglio, se al magistrato si potesse sostituire un robot, sarei la persona più felice di questo mondo. A poterlo fare! Con i limiti di quello che sto dicendo, ovviamente. Infatti, se anche la cultura della magistratura non fosse solida e aliena da altre suggestioni, è evidente che saremmo più tranquilli tutti quanti. Ma c'è un limite: il codice penale va applicato e va applicato dai magistrati che sono persone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI. Presidente molto velocemente, perché nel merito del provvedimento, di come sia meglio garantire la legittima difesa per i cittadini italiani, quest'Aula si sta confrontando anche nel merito, in maniera seria e profonda, e va bene. Però io, francamente, non sopporto più che si dica che la gente in Italia ha paura, perché glielo dice Giorgia Meloni o i partiti cosiddetti populisti e, quindi, o io o, che ne so, Salvini. Infatti, per dire una cosa del genere, significa proprio vivere in un mondo dorato, nel quale i problemi dei cittadini normali non arrivano.

Collega, la gente non ha paura, perché glielo dico io. La gente ha paura perché, nel 2015, in Italia ci sono state 250 mila rapine in appartamento. E di quelle 250 mila rapine è stato individuato il 3 per cento dei responsabili. E di quel 3 per cento dei responsabili, la metà è andata in galera e la metà della metà era fuori dopo un anno. Che sa che significa? Che, grazie ai provvedimenti che avete fatto e di cui vi vantate, in Italia, per furto in casa e per rapina, non si va in galera. E, quindi, quasi, quasi conviene entrarci, perché tanto lo Stato italiano non farà niente. Per questo la gente ha paura, no perché Giorgia Meloni gli dice: attenzione che esistono le rapine!

Gli italiani sono un tantino più intelligenti di come li dipingete e il fatto che, da una parte, rappresentiate gli italiani…

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIA MELONI. ..e, dall'altra, li consideriate degli imbecilli, francamente non è edificante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Anch'io a titolo personale, come l'onorevole Giorgia Meloni, avendo prima Rizzetto parlato a nome del gruppo.

Vorrei dire all'onorevole Sannicandro che c'è un motivo del perché è necessario un rafforzamento della legittima difesa. Perché la criminalità italiana, feroce in molti casi, ci aveva abituato alle rapine in banca, alle rapine nelle gioiellerie, alle rapine alla posta. Nelle modalità della criminalità italiana - glielo dice un avvocato penalista - non c'è mai stata, come abitudine, la rapina nelle abitazioni private. C'era il furto, durante le vacanze, durante la prima comunione dei figli. Non c'è mai stata! È arrivata la criminalità dell'est che ha invece questa metodologia criminale, non meno feroce, forse più feroce, per cui la difesa dei cittadini deve rafforzarsi! Perché il numero di rapine in abitazioni non è più paragonabile a quello di dieci anni fa. Vada a studiarsi i numeri, perché lei è molto attento e, quando vuole, lo fa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Sì, velocissimo. Ora sicuramente - credo l'onorevole Meloni sia uscita - io non so se è lei che atterrisce i cittadini. E credo di no, francamente. Però, se una persona viene in quest'Aula e dice che le rapine in abitazione sono state 250 mila, che dobbiamo studiare i numeri, e sono state 3 mila (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori e di deputati del gruppo Partito Democratico),è evidente che non ha studiato proprio benissimo. Se va in giro a dire questa cosa una persona della sua popolarità indubbia, forse non genera la paura - e sono d'accordo anch'io che 3 mila rapine bastano a spaventare e a chiedere delle reazioni -, ma sicuramente moltiplica un'idea di pericolo in modo irresponsabile. Non si chiama in un altro modo.

Poi torniamo al tema di prima. Il tema è quello delle conseguenze della legislazione. Ma almeno, visto che l'onorevole La Russa si è rivolto a chi si deve studiare i numeri, si rivolga alla sua compagna di partito, che ha moltiplicato per 83 i dati sulle rapine annuali.

IGNAZIO LA RUSSA. Chi lo ha detto che sono 3 mila? È una bugia!

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Beh, l'ISTAT questo dice. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Longo 1.15, parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Avverto che il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Avverto altresì che il gruppo Lega Nord ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Quindi, come già fatto in altre circostanze, la Presidenza consentirà lo svolgimento, per ciascun emendamento, di un breve intervento per illustrare la posizione del gruppo, della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Allora andiamo avanti. Siamo all'emendamento Sisto 1.21, e qui c'è invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ho lasciato indietro l'emendamento Ferraresi 1.16. Se vuole parlare lo stesso, io le do la parola per dichiarazione di voto, prego.

PIETRO LAFFRANCO. Sì Presidente, parlerò lo stesso perché credo che, sia pure rapidamente, un paio di cose vadano sottolineate in questo dibattito.

Intanto i nostri voti su questi emendamenti sono determinati dalla nostra posizione politica. Noi pensiamo che la persona, la famiglia, le cose, il domicilio, i nostri beni siano inviolabili e pensiamo dunque che sia necessaria una legge che rappresenti una forte deterrenza nei confronti di queste nuove forme di criminalità, che danno luogo alla violazione dei nostri domicili e dei nostri esercizi economici. Su questo credo che non ci siano dubbi e non mi stupisce la posizione dell'estrema sinistra, che ovviamente va sostenendo cose diametralmente opposte.

Quello che mi stupisce però, onorevoli colleghi, è che il Partito Democratico non abbia imparato nulla dalla lezione del referendum. Io pensavo che la lezione del referendum servisse a farvi proporre delle leggi che servissero per davvero a cambiare nel senso auspicato dai cittadini: ad esempio, in questo caso pensavo che la lezione del referendum servisse a dimostrare che non basta sostenere di fare una riforma per imbrogliare i cittadini, che non basta sostenere che si sta cambiando perché ciò avvenga per davvero. Ossia che la lezione del referendum servisse a voi per comprendere che in questo caso c'era la necessità e c'è la necessità di una legge che per davvero cambi il sistema della legittima difesa, e rappresenti, come dicevo poc'anzi, un'autentica e forte deterrenza nei confronti di queste nuove forme di criminalità - che se son 3.000 o son 30.000, collega, non cambia assolutamente nulla, perché poi chi ci passa diciamo che non è molto interessato a quanti altri ci sono passati -; ma evidentemente voi questo non lo avete capito e non l'avete capito, secondo me, perché il finto bagno di folla dell'altro ieri ha ridato nuovamente alla testa al comandante in capo, il quale ha pensato bene che, siccome si avvicinano le elezioni amministrative, bisogna tentare di fare un'altra pseudo-marchetta legislativa per poter dire ai cittadini coinvolti nelle future elezioni: “Vedi, abbiamo fatto la nuova legge sulla legittima difesa”. Che poi sia un'autentica patacca, una legge che non va per davvero a cambiare le cose, non serve assolutamente a niente; e che dunque si può andare innanzi, perché poi magari questa legge al Senato verrà bloccata.

Allora noi siamo qui per denunziare e per smascherare l'ennesimo tentativo del Partito Democratico di imbrogliare i cittadini e gli italiani: questa legge non serve, questa legge non cambia in profondità le cose come avrebbe dovuto essere, questa legge, ammesso che venga approvata, è soltanto il tentativo di gettare fumo negli occhi degli italiani. Perché purtroppo le cose non cambieranno e non avremo una legge sulla legittima difesa come Dio comanda, e come anche il nostro gruppo e gli altri amici del centrodestra avevano a più riprese sostenuto e presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Alla presidente della Commissione giustizia voglio dire che 250 mila, a mio avviso, è il numero dei procedimenti penali pendenti per rapina in Italia, che sono 40 mila l'anno. Fate il conto di quanto tempo ci vuole per prescriversi:, sono più di 250 mila.

Comunque, il dato di 250 mila, noi che siamo gente di destra, ignorante, che non sa leggere, che non capisce le statistiche, dove lo possiamo andare a capire, a racimolare? Andando ad abbeverarci alle fonti della sinistra: se voi cliccate, che siete così bravi, su L'Espresso e scrivete “L'Espresso, quante rapine in Italia?”, dice: “250 mila”. Scrivete a L'Espresso che non capisce nulla di numeri.

DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. No, soltanto perché vorrei precisare questo: innanzitutto credo che, quando si è detto che i dati che abbiamo con tabelle messe a disposizione non sono dati che la presidente ha fornito di sua iniziativa, così; ci è stato richiesto anche da altri colleghi, in corso di istruzione, di poter avere dei dati certi, tant'è vero che credo che siano gli stessi che ha utilizzato anche il presidente Mazziotti e quindi io li ho richiesti e messi a disposizione di tutti i colleghi, appunto per i lavori dell'Aula, al Ministero dell'interno, all'Ufficio di statistica, quindi quei dati che parlano di 39.000, un decrescente fenomeno decrescente di rapine – comunque consistente, perché non possiamo non pensare che il fenomeno non esista - sono dati certi forniti dal Viminale per l'anno 2016.

Ora non è nostra abitudine andare a prendere le fonti del L'Espresso o la Repubblica o altri giornali, quali che siano.

Io in Commissione ho ritenuto di fornire a tutti i deputati della Commissione dati ricavati da quelli chiesti al Ministero che li gestisce.

Da lì, da quelle 39.000 rapine diciamo commesse, non si potrà mai, presidente La Russa, arrivare a 230.000 procedimenti, perché non si moltiplicano i fatti reato.

No, allora: quei dati sono dati riferiti al 2015, anzi, scusate al 2016, l'anno che è finito.

I numeri dei procedimenti penali pendenti non possono mai diventare dieci volte quelli che sono i numeri dei fatti reato e tra l'altro sono dati che non risultano, perché un dato ufficiale del Ministero della giustizia circa i procedimenti pendenti per rapina non c'è, quindi sono ipotesi.

Vorremmo parlare invece dei dati forniti, poi ognuno ne fa l'uso che crede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI. Grazie Presidente, ma siccome i numeri vengono citati un po' a sproposito, io credo che sia il caso di fare una precisazione: i 240.000 reati che sono stati citati prima dall'onorevole Meloni si riferiscono ai furti in abitazione; 240.000 sono i furti; le rapine sono 3.000 all'anno (Commenti del deputato La Russa), c'è un rapporto di 1 a 100, i furti sono 240.000, le rapine sono circa 3.000, questi sono i dati corretti e bisogna maneggiarli un po' con cura.

Aggiungo un ulteriore dato, visto che siamo sui numeri: qualcuno parla e dice che questa norma, cambiare la legittima difesa, servirebbe a prevenire, sarebbe lo strumento che aiuta a prevenire quei reati.

Allora io vorrei ricordare due dati molto semplici: nel 2006, quando il centrodestra introdusse una modifica alla legittima difesa, che doveva servire appunto a quell'obiettivo, i furti in abitazione erano 140.000, oggi sono 240.000, il che significa quanto meno che intervenire sulla legittima difesa non serve a prevenire quel tipo di reati, quindi anche sotto questo profilo ci sono dei dati che smentiscono clamorosamente alcune delle asserzioni che vi abbiamo sentito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Ferraresi, con il parere contrario di Commissione e Governo, si rimette all'Aula il relatore della Lega Nord, così come il relatore di Fratelli d'Italia.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.71 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.70 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre si rimettono all'Assemblea i due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo al subemendamento 0.1.201.1 Molteni. Chiedo ai relatori di esprimere il parere.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Presidente, sul subemendamento 0.1.201.1 Molteni, parere contrario.

PRESIDENTE. I due relatori di minoranza?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Relatore La Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Presidente, siccome ho ancora cinque minuti per esprimere il parere, nei miei tempi, intendo utilizzarli nel dare questo parere. Posso?

PRESIDENTE. Per motivare il parere può, proceduralmente può.

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Presidente, io esprimo un parere favorevole a questo subemendamento, che va a modificare, ma sommandosi, l'emendamento proposto dalla maggioranza, quello che sarebbe stato l'emendamento di grande novità.

L'emendamento, che riprendeva una parte dei nostri emendamenti, considerava legittima difesa, nei casi dell'articolo 614, la reazione a un'aggressione commessa nottetempo, ovvero commessa in tempo anche diurno, quando la reazione, a seguito dell'introduzione nei luoghi ivi indicati, avviene con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno.

È una dizione che, se sostituisce il primo comma o se si aggiunge al primo comma, specifica che in questi casi la valutazione del magistrato si ferma nella fase in cui deve accertare se vi è stata questa violenza, se era nottetempo, se l'ingresso è stato abusivo, se l'intento era di nuocere.

A noi questo emendamento sarebbe andato benissimo, purtroppo l'emendamento, al secondo comma, invece, rimette esattamente tutto in discussione, perché dice che nei casi di cui al secondo comma - l'emendamento sempre della stessa fonte - bisogna che sia accertata l'assenza di desistenza o l'intendo di nuocere, l'intendo di usare violenza, cioè annulla in modo totale la valenza dell'emendamento proposto dalla maggioranza.

Poiché le due cose sono in contrasto tra di loro, noi abbiamo proposto - perché l'emendamento Molteni è stato sottoscritto anche da me, dal gruppo di Fitto e dalla Gelmini - che venisse aggiunta la frase che in quel caso si presume - in ogni caso, nel caso da loro delineato - il rapporto di proporzionalità e lo stato di attualità del pericolo. Cioè, si dice: se l'aggressione avviene nottetempo, sfondando la porta, con intenti violenti, con modalità aggressive, in quel caso, magistrato, accertato questo, non stare a guardare se per caso il colpo che ha attinto l'aggressore era sulla spalla anziché sul petto, non stare a guardare se per caso, in mente, la persona, una volta vistasi scoperta, forse voleva scappare - ma poteva sempre sparare, nessuno lo può escludere -, non stare a guardare troppo qual è stata l'entità dalla reazione e valorizza il fatto che una persona che si trova in quella condizione ha già subito un affronto violentissimo dalla sorte e che non può subire anche l'affronto di un processo, nel quale, nel 50 per cento dei casi, dopo due o tre anni, in Cassazione, sarà dichiarato assolto, nell'altro 50 per cento dei casi si dirà che o è eccesso di legittima difesa o addirittura reati maggiori, perché questa è la statistica che ci hanno detto.

Allora, questo subemendamento metterebbe le cose a posto, lo dico agli amici e ai meno amici della maggioranza. Se questo subemendamento voi lo votaste, sarebbe chiaro che vi è nella stragrande maggioranza del Parlamento la volontà di difendere i più deboli dagli aggressori che si introducono in casa con scopi criminali, che non meritano nessuna indulgenza, né per un sacco di patate né per un sacco d'oro. Chi si introduce a casa mia, di notte, per rapinarmi, non merita nessuna indulgenza e rischia la sua vita, questo deve essere chiaro - chiaro! - a tutti! Se non è così, vuol dire che questo vostro emendamento è solo fumo negli occhi. Io mi auguro che non lo sia. Se non è fumo negli occhi, votate questo subemendamento, a cui io do parere positivo.

PRESIDENTE. Il Governo, sottosegretario Migliore?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, parere conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Allora, abbiamo i pareri, che sono quindi contrario della Commissione e del Governo, favorevole dei due relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, è evidente che la prossima bocciatura di questo subemendamento fa cascare l'asino, e, peraltro, buon profeta è stato qualche intervento fa - e chiedo scusa se continuo a citarlo - il collega Sannicandro, che a un certo punto, infervorato nel suo dire e rivolgendosi prevalentemente a questa parte dell'emiciclo, ci ha detto: “È inutile che vi scaldate perché, quale che sia l'esito della votazione, una cosa sarà quello che voi scriverete in termini di modifica del codice penale e altro sarà l'applicazione in sede di giustizia, perché la giurisprudenza si muove in altro senso, perché la giurisprudenza attinge a dichiarazioni, a convenzioni, a procedure e a riferimenti internazionali” e, quindi, sostanzialmente il collega Sannicandro ci ha già anticipato - ed evidentemente anche per la sua natura professionale sa come stanno le cose nei corridoi dei tribunali italiani - che chi dovrebbe essere chiamato ad applicare la legge si disinteresserà del testo della legge perché ha già in mente di comportarsi in maniera diversa.

Allora, la prossima bocciatura di questo emendamento è la chiara definizione di quanto diceva il collega Sannicandro, cioè che la maggioranza decide di fare una legge in cui crede di poter vendere ai cittadini di aver fatto qualche intervento a tutela della possibilità del singolo di agire a difesa del proprio domicilio e della propria famiglia, ma nella realtà, come ha ben spiegato il relatore di minoranza La Russa nel suo intervento in cui motivava il parere favorevole sull'emendamento, il combinato disposto dei riferimenti normativi del testo che uscirà, così come voluto dalla maggioranza, sostanzialmente non farà nessuna chiarezza sulla possibilità che sia considerata legittima difesa qualunque azione disposta dal cittadino all'interno della propria residenza o del proprio domicilio. Quindi, una volta di più si darà maggior ragione all'intervento del collega Sannicandro che ci ha detto: “È inutile che vi scaldate perché tanto i giudici continueranno a interpretare secondo il loro comodo e il loro piacimento, in barba a quello che potrebbe essere l'intendimento del Parlamento ma soprattutto - cosa più importante - l'intendimento e lo stato di necessità da parte dei cittadini”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, voglio dire, molto sinteticamente, che questo è un subemendamento che è sottoscritto sia dalla Lega Nord sia da Fratelli d'Italia sia da Forza Italia. Il centrodestra è quindi compatto e si unisce in difesa dei cittadini a proporre delle soluzioni effettive, evitando quell'effetto bolla, quell'effetto formale, quell'effetto ologramma, quell'effetto di impressione mediatica che troppo spesso questo Governo sponsorizza come capace di risolvere problemi che, invece, rimangono esattamente come sono.

Qui andiamo al cuore del problema. Qual è il vero tema? Evitare che chi si difenda diventi accusato: questo è il tema. Vi sono delle situazioni che la giurisprudenza insegna possono essere capaci e su questo punto io capisco lo scoramento dai banchi della maggioranza, perché quando si parla di problemi concreti la maggioranza ha un moto di scoramento. Invece noi, dal punto di vista dalla concretezza, credo che non solo non siamo scoraggiati ma se abbiamo un ruolo come opposizione è quello di richiamare all'ordine chi invece vuole soltanto mettere delle sigle senza risolvere i problemi nella loro concretezza, e torno al tema dopo lo scoramento dai banchi dalla maggioranza. È evidente che nel momento in cui chi si difende diventa sostanzialmente responsabile della difesa, una soluzione bisogna necessariamente trovarla perché le non soluzioni, sia pur formalmente alate, non appartengono ad un modo corretto di legiferare. Allora, questo subemendamento nel proporre - e non è nuovo al sistema penale - il sistema della presunzione, della esistenza derivante dall'esame del fatto di determinate situazioni del rapporto di proporzionalità e dello stato di attualità del pericolo, non fa altro che ratificare un'esigenza del diritto vivente, cioè quella di evitare l'inversione dei ruoli e quella di consentire a chi si difende di potersi difendere, in determinate situazioni drammatiche, con pienezza e senza timore.

È chiedere troppo? Probabilmente sì a chi scambia la cultura giuridica, tra virgolette, con un modo di eludere quelli che sono i bisogni concreti dei cittadini. Noi siamo dalla parte dei cittadini e utilizziamo la cultura giuridica nell'interesse dei cittadini e non per evitarli, per via di quel fenomeno della elusione del bisogno di cui questo Governo si è reso più volte - e direi purtroppo - responsabile.

Pertanto, voteremo convintamente e compattamente - e questo è il dato che mi piace di più - a favore di questo subemendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amoddio. Ne ha facoltà.

SOFIA AMODDIO. Grazie, Presidente. Io credo che, dopo tutto quello che abbiamo sentito in quest'Aula, occorra mettere un po' di ordine in questa discussione. In Italia, come in Francia, come in Spagna e come in Germania, esiste il principio della legittima difesa. La legittima difesa è che, quando c'è un'aggressione al bene della vita, caratterizzata da un'aggressione attuale - e quindi concreta e nella stessa immediatezza - e la reazione è immediata e attuale ed è proporzionata all'offesa, allora in tutti i Paesi europei che ho elencato, in tutti i casi di proporzione, aggressione presente e attuale, un attacco presente e la proporzione della reazione, il reato è scriminato e, quindi, anche l'omicidio è scriminato.

L'emendamento che adesso si vuole far passare da parte della Lega Nord, di Fratelli d'Italia e di Forza Italia prescrive che si presume sempre e in ogni caso il rapporto di proporzionalità e l'attualità del pericolo. Questo emendamento, così come formulato, non esiste in nessun Paese europeo, in nessun Paese europeo, e non può trovare ingresso in Italia perché l'articolo sulla legittima difesa al comma 1 prescrive, appunto, che la reazione è solamente quella in seguito alla costrizione di un pericolo attuale e di un'offesa ingiusta e sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.

Si attacca la maggioranza perché abbiamo proposto un emendamento, ovvero un'introduzione -che diventa il comma 2 della legittima difesa, dell'articolo 52 - che dà elementi di valutazione in più al magistrato. Il magistrato in ogni caso, qualora vi sia un morto in seguito, appunto, ad un'aggressione per violazione di domicilio, deve iscrivere la notitia criminis nel registro degli indagati. Però, l'emendamento di questa maggioranza, del PD, prescrive che nel caso in cui vi sia stata una violazione di domicilio in tempo di notte, la reazione dell'aggredito sia avvenuta in seguito all'introduzione nei luoghi di privato domicilio e l'aggressione sia avvenuta con violenza alle persone o alle cose o con minaccia o con l'inganno, allora in questo caso è prevista l'applicazione della legittima difesa.

IGNAZIO LA RUSSA. Secondo comma!

SOFIA AMODDIO. Secondo comma, che diventa secondo comma. Ho letto il secondo comma, l'ho letto proprio letteralmente, onorevole la Russa (Commenti del deputato La Russa).

Pertanto, questi sono elementi di valutazione che si offrono al magistrato il quale può benissimo, sempre dopo avere iscritto la notitia criminis perché in Italia c'è l'obbligatorietà dell'azione penale, archiviare in poco tempo qualora l'aggredito abbia reagito ad un'offesa ingiusta, attuale e con proporzione, nel senso che, appunto, l'aggressore è entrato nel domicilio privato in questo caso appunto nottetempo, con minaccia, inganno o con violenza alle persone o alle cose.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Io ho assistito un po' a tutta la discussione che si è svolta in quest'Aula e in alcuni momenti, siccome ho grande stima della sottoscritta e non credo di essere del tutto ignorante nel senso di non conoscere le norme, mi è sembrato di assistere a una discussione un po' paradossale, per cui siamo passati dall'equiparazione tra femminicidio, il gravissimo crimine di femminicidio, al tema che stiamo discutendo adesso, come se le vittime del reato di cui stiamo discutendo siano messe in condizioni migliori o peggiori di altre, come se noi volessimo, a questo punto, anche creare vittime di serie A e di serie B; perché, ascoltando alcuni discorsi, anche questo è sembrato di intendere, fino ad arrivare all'ultimo intervento che ho ascoltato e sul quale io sono sinceramente perplessa, e probabilmente anche tanti altri colleghi. Pertanto, la domanda che mi pongo rispetto a questo emendamento di maggioranza di cui ho sentito l'illustrazione, e spero ovviamente di sbagliarmi, e in tal senso spero di essere smentita, magari, da interventi successivi, è la seguente: qualcuno mi deve spiegare per quale motivo, se questo crimine, ossia la violazione del proprio domicilio, avviene di notte, ha una sua specificità di gravità, ma, se avviene di giorno, no o è diverso. Qualcuno me lo deve spiegare!

Qualcuno me lo deve spiegare, perché, se qualcuno entra in casa mia, anche alle ore 12, in pieno giorno, in piena luce, mi aggredisce e io reagisco ad un'aggressione perché qualcuno è entrato in maniera violenta, magari mi sta massacrando di botte, per non prendersi la mela, come qualcuno, in altri periodi, in quest'Aula ha detto, né il sacco di patate, ma perché vuole ben altro, e, anzi, arriva anche alla violenza fisica…ho cinque minuti, credo il mio gruppo non sia intervenuto.

PRESIDENTE. No, lei ha un minuto. I tempi sono esauriti.

BARBARA SALTAMARTINI. Un minuto. Mi perdoni, Presidente.

PRESIDENTE. Vada a concludere, deputata, grazie.

BARBARA SALTAMARTINI. In tal senso, vorrei capire dove sta la differenza. Quindi, ancora una volta, su un tema così delicato, che riguarda la salvaguardia delle persone all'interno del proprio domicilio o del proprio negozio, si fanno differenze e si creano differenze assolutamente sterili, direi anche sciocche, pur di non dare conto a quello che la Lega ha sempre chiesto, e, mi fa piacere, anche gli altri partiti di centrodestra, tutti insieme, ossia dare la possibilità a chi si difende di avere la possibilità di non vedersi accusato di un crimine che non ha commesso lui, ma che bensì ha ricevuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Murgia. Ne ha facoltà.

BRUNO MURGIA. Presidente, per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. In un minuto: l'argomentazione che abbiamo appena sentito sulla bontà di questo emendamento viene meno, era quello che cercavo di suggerire, leggendo il prosieguo dell'emendamento, che aggiunge: nei casi di cui al secondo comma, il rapporto di proporzione sussiste se vi è una lunga serie di cose necessarie, tra cui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione; il che significa che rimane tutto esattamente, come adesso, rimesso alla discrezionalità dell'inquirente, al quale addossiamo una enorme responsabilità, che non ci chiede sia addossata alla magistratura. Se voi non aveste messo “nei casi di cui al secondo comma” o aveste tolto, come vi abbiamo chiesto, almeno la frase “quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione”, tutta l'opposizione avrebbe detto: non è fumo, è sostanza. Levatelo e dimostrerete che non è fumo; mantenetelo e abbiamo capito che è un bluff e che è solo fumo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.201.1 Molteni, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.201 della Commissione (versione corretta), con il parere favorevole di Commissione e Governo, contrario del relatore di minoranza della Lega Nord e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Fratelli d'Italia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Si tratta dell'emendamento della Commissione: fermo quanto previsto dal primo comma eccetera, eccetera. Allora, la Commissione, o meglio il relatore, con l'appoggio della maggioranza della Commissione, introduce questa modifica all'articolo 52: fermo quanto previsto dal primo comma, si considera legittima difesa, nei casi di cui all'articolo 614, primo e secondo comma, la reazione a un'aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell'introduzione nei luoghi ivi indicati con violenza alle persone e alle cose ovvero con minaccia o con inganno. Ora, a prescindere che il contenuto di questo emendamento sia completamente neutralizzato, vanificato, dal suo incipit (“fermo quanto previsto dal primo comma, eccetera”), il primo comma dice che non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia…eccetera. Quindi, la specificazione che si fa nel secondo comma non si sottrae alle regole della legittima difesa così come indicate nell'articolo 52 della legge del 1930. Quindi, è un ulteriore, un ultimo disperato tentativo di modificare o di attenuare il principio di proporzionalità che la maggioranza sta tentando di fare per inseguire la propaganda della Lega. Ora, a proposito del principio di proporzionalità, cosa dice l'Associazione nazionale magistrati? Dopo avere fatto tutta una disamina delle varie proposte di legge, dice: sulla proporzionalità si è già intervenuti con la riforma del 2006, che ha introdotto una presunzione legale con riferimento specifico ad una situazione di cosiddetta legittima difesa domiciliare.

Siamo già intervenuti nel 2006, ritenendo che sia il principio di proporzionalità inesistente o attenuato a seconda della giurisprudenza quando i fatti avvengono nel domicilio. E qui si ripropone una sottospecificazione, cioè quando intervengono nel domicilio, per esempio, di notte. Una ulteriore sottospecie. Come conclude l'Associazione nazionale magistrati? Sinceramente non riusciamo ad individuare spazi per l'introduzione di ulteriori presunzioni, proprio in virtù di quei limiti che ricavo dal quadro costituzionale e anche dalle norme sovranazionali che avevo al principio ricordato, perché esiste anche la normativa sovranazionale.

Questo è il quadro. Quindi, questo tentativo da parte della maggioranza di ulteriormente limitare il principio di proporzionalità, oltre al fatto che, ripeto, dice l'Associazione nazionale magistrati che non si vede la possibilità di introdurre questi limiti, ma dice anche che la norma è scritta male, perché, per quanto mi riguarda, da un lato si vuole introdurre una presunzione e dall'altro lato si dice che la presunzione non c'è: fermo restando quanto detto nel primo comma, dove presunzione non ce n'è affatto, eccetera, eccetera, e per il momento mi limito a questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente. I colleghi La Russa, Corsaro e Sarro sono già intervenuti, mettendo in evidenza, insieme anche ai colleghi della Lega Nord, le carenze di questo provvedimento, in particolare il rischio che il tema della proporzionalità tra offesa e difesa venga trattato nello stesso modo nel quale era stato trattato con la riforma del 2006, con il rischio di vanificare l'efficacia del provvedimento. Noi avevamo anche evidenziato la debolezza del testo base adottato, proprio perché si faceva riferimento esclusivamente all'articolo 59, cioè alle condizioni del reato, e si rinunciava ad intervenire sull'articolo 52. Poiché Forza Italia è attenta al merito e vuole valutare con onestà intellettuale i contenuti di questo provvedimento, devo dire che qualche segnale di recepimento di elementi presentati dai testi di Forza Italia noi lo riscontriamo nella riformulazione della Commissione: non a caso, infatti, la Commissione quantomeno ha il coraggio di intervenire anche sull'articolo 52.

E ci sono sicuramente due punti che riteniamo coerenti con le nostre proposte. Innanzitutto il fatto che si consideri legittima difesa la reazione ad un'aggressione commessa in tempo di notte, come aveva chiesto anche il collega La Russa, ovvero la reazione a seguito dell'introduzione in abitazione, in privata dimora. Si fa anche riferimento, si estende il concetto all'attività, laddove l'aggressione venga esercitata nell'ambito di un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale. Questo riteniamo che sia un punto importante; e anche il riferimento al grave turbamento psichico è esattamente un punto che avevamo richiesto.

Cosa non convince e spiace? Il fatto che all'interno di questo provvedimento ci siano ancora rischi di forti dubbi interpretativi, di contraddizioni giurisprudenziali, perché si lascia ancora troppo spazio al giudice, e si lascia soprattutto troppo margine ad interpretazioni giurisprudenziali, esattamente come è avvenuto con la riforma del 2006. Però il fatto che siano stati quantomeno recepiti, grazie al lavoro della Commissione (io ringrazio il collega Sarro, ringrazio coloro che si sono adoperati), fa sì che su questo punto, e solo su questo punto Forza Italia esprima un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAROTTA. Signora Presidente, è questo l'emendamento nel quale sostanzialmente è stato trasferito il nostro emendamento, presentato da me e dal presidente Lupi, l'emendamento 1.100, che ha costituito per noi il momento qualificante rispetto a questo provvedimento.

Noi abbiamo sempre sostenuto dall'inizio, e oggi questo emendamento ci dà ragione, che bisognava intervenire sull'articolo 52, che anche l'intervento sull'articolo 59 aveva senso, ma che da solo non bastava sostanzialmente a intervenire in questa materia; o almeno, a tranquillizzare e a portare un contributo su quello che era il preesistente articolo 52. Qual è la critica che negli ultimi anni era stata mossa rispetto all'istituto della legittima difesa, e ai tanti episodi che si erano verificati nella realtà italiana e in tante abitazioni che venivano richiamati qui? C'era un elemento di fondo. Qual era? Quello di evitare che la parte che si era difesa, la parte che aveva subito, diventasse poi in un secondo momento e il giorno dopo accusata di qualche cosa. E allora noi abbiamo capito che bisognava intervenire sotto questo aspetto! E con questo rispondo a tutti quelli che si chiedevano quale fosse il senso di questo emendamento e di questo intervento sull'articolo 52.

E allora bisognava fare che cosa? Intervenire in una duplice direzione; e questo è il contenuto di questo emendamento! Una prima direzione che era rafforzare la legittima difesa, nel senso che di fronte a un'ipotesi di reato, perché l'articolo 614 è un'ipotesi di reato, cioè violazione del proprio domicilio, e di fronte a un'aggressione, peraltro avvenuta di notte, quando tutte le difese sono sostanzialmente più deboli e difficili da effettuarsi, il comportamento della parte offesa poteva essere anche, e doveva essere e poteva essere, e passando questo emendamento e questa legge lo sarà, quello di potersi difendere senza andare a scomodare tutta quella indagine sulla proporzionalità che tanti problemi aveva creato precedentemente.

E allora questa prima funzione viene assolta da questo emendamento.

E c'è anche una seconda funzione. Qual era? Che avevamo lasciato all'interpretazione dei magistrati… La cosiddetta giurisprudenza creativa, perché è chiaro che lì dove non interviene il legislatore interviene il magistrato con le proprie sentenze, creando giurisprudenza! Abbiamo messo in condizioni il magistrato di non operare più con ipotesi interpretative o discrezionali, perché di fronte a quel comportamento di quel soggetto che si vede entrare in casa con attività aggressiva di notte quella persona, chiunque essa sia, si può trovare in regime di legittima difesa senza scomodare tutte le altre situazioni.

Però questo avviene, è chiaro, compatibilmente con quello che è il tessuto originario dell'articolo 52, di tutti quelli che sono gli elementi costitutivi di quell'articolo, che noi qui continuiamo sostanzialmente a difendere, ancora una volta tra una sinistra che dice di non toccare niente, e che quello è più che sufficiente, e di fronte a una destra che dice - lo avete sentito nel dibattito odierno - che bisogna cambiare tutto, armare, difendersi come meglio è possibile e come più è possibile. Esistono ancora forze moderate, che facendo della responsabilità e della possibilità di sviluppare un discorso armonioso e serio, inserito in una normativa già esistente, la strada maestra per portare sicurezza ai cittadini, nello stesso tempo riaffermano sempre i principi della validità dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI. Signora Presidente, per ribadire quello che un po' ho detto stamani: questo emendamento è il frutto dello studio dei tanti emendamenti presentati, sia quello della collega Gelmini sia quello del collega Marotta, quello del collega Vazio. Abbiamo lavorato per cercare di dare un percorso motivazionale al magistrato, nel momento in cui dovrà valutare quella che è la legittima difesa, intesa sia in senso generale ma anche in alcuni specifici casi, che sono tipici della reazione all'aggressione sia in tempo di notte, sia anche o con l'introduzione nei luoghi ivi indicati, con violenza alle persone, alle cose ovvero con minaccia o con inganno. Dà un quadro importante, credo che lo sforzo ci sia stato. Io sono grato ai colleghi che ne hanno preso atto, e quindi insisto perché tutta l'Aula possa votare a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente, io ho grande stima per l'onorevole Gelmini, ma all'interno di Forza Italia c'è qualcuno del quale ho più stima di lei, che si chiama Silvio Berlusconi: che un'ora e mezza fa, un'ora fa anzi, meno, ha dichiarato che Forza Italia avrebbe votato contro questo disegno di legge, che è imperniato su questo emendamento, perché altrimenti era pacifico che fossimo contro. Quindi, nonostante questo emendamento, dico agli amici di Forza Italia: Silvio Berlusconi è contrario.

Dire “sì” invece a questo emendamento, che è il fumo negli occhi, e che è il modo per turlupinare gli italiani in buona fede, se non gliel'avessimo spiegato, che col comma successivo lo si annulla, è un qualcosa che mi sembra sbagliato. Per cui mi permetto di invitare i colleghi di Forza Italia a dare ragione a Berlusconi, anziché all'emendamento della sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente. Io confermo, a nome del gruppo della Lega, il voto convintamente contrario a quest'emendamento, che è il baratto politico all'interno della maggioranza.

La presenza del Ministro Costa in mattinata, dietro il sottosegretario Migliore, era la rappresentazione plastica del fatto che, per due anni, la sinistra ha ribadito che l'articolo 52 non andava toccato. Tant'è che avete fatto una proposta di legge a modifica dell'articolo 59. Avete sempre detto che non andavano introdotti elementi oggettivi sulla valutazione della legittima difesa, perché era giusto lasciare una valutazione esclusivamente soggettiva della discrezionalità del magistrato. Non accettiamo questi compromessi al ribasso, soprattutto laddove manca il presupposto fondamentale per dare concretezza ad una vera ed effettiva legittima difesa, la presunzione assoluta per quanto riguarda la proporzionalità tra difesa e offesa. Se non viene chiarita la proporzionalità, che deve sempre sussistere tra difesa e offesa, qualunque modifica venga apportata è inutile! Potete imbrogliare il Parlamento, ma non imbroglierete mai le persone civili, oneste e perbene, che da questo Parlamento si attendevano una risposta diversa.

PRESIDENTE. Grazie…

NICOLA MOLTENI. E la risposta diversa è la proposta di legge della Lega e degli amici di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente. Anche noi, come Civici e Innovatori, abbiamo partecipato con attenzione al dibattito, che è stato effettivamente non semplice, per il raggiungimento di un equilibrato emendamento, che ha avuto finalmente una sua lettura, così come è stata, appunto, appena rappresentata.

Non si tratta di un baratto al ribasso, ma si è trattato davvero di una capacità politica, di trovare sintesi tra varie esigenze, che partivano però da opposte posizioni. Da un lato, quella più avvertita da chi ha più il senso della necessità di mantenere un equilibrio tecnico per gli operatori del diritto, e non di rispondere a chiamate prevalentemente di natura politica sulla riscrittura di una norma, che solo nel 2006 - ripeto, solo l'altro ieri - aveva visto riscritto il proprio contenuto in modo esaustivo, tanto da potere consentire davvero, a chi entrasse in casa armato, di vedersi rispondere dal proprietario o comunque dal possessore di quell'appartamento se in possesso di un'arma legittima. Quindi, già dal 2006, tutto questo sarebbe stato possibile.

Noi abbiamo preso atto della volontà forte politica di una parte della maggioranza e siamo riusciti a canalizzare quest'esigenza su una riscrittura della norma, che non andasse, però, a sconvolgere quell'equilibrio, che già nel 2006 era stato raggiunto. Si tratta dell'avvio di un percorso motivazionale, come è stato già detto da chi mi ha preceduto, dall'onorevole Ermini. Un percorso motivazionale che indicherà al giudice le occasioni in cui sarà possibile, appunto, dare per più facilmente accoglibile quel senso di proporzionalità, che invece si riteneva dovere essere escluso. La proporzionalità non può essere esclusa nella valutazione del giudice, perché sino all'altro ieri, sino al 2014, sentenze della Corte di Cassazione riunite, più volte, hanno detto che il bene leso, quando è la vita, necessariamente deve essere valutato con il bene che nello stesso momento è stato aggredito. Quindi, quel tipo di valutazione, anche con la concreta possibilità, come la statistica ci dice, di assoluzioni, archiviazioni e proscioglimenti dell'aggredito, laddove sia stato aperto un fascicolo nei suoi confronti, ebbene tutto questo, con questa riscrittura, viene garantito. Ma soprattutto - e dimentichiamo sempre di dire -, con un emendamento Verini, che andremo a valutare e a votare, è stato introdotto un fatto davvero enorme in termini di novità, ovvero il coinvolgimento dello Stato nel pagamento delle spese processuali alla vittima dell'aggressione. Fatto epocale, mai accaduto, che questo Governo, invece, intende fare. Cosa che, invece, neanche il Governo di centrodestra del 2006 era riuscito a fare.

Quindi, noi abbiamo sostenuto con convinzione questa soluzione di mediazione, che non è un baratto al ribasso, ma è un baratto politico, che ha il suo valore e che riesce davvero a mantenere alto il senso della giurisdizione, che deve essere mantenuta nella valutazione discrezionale, ma guidata del giudice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Poche battute, per rammentare come l'interpretazione del presidente La Russa del pensiero di Silvio Berlusconi è, ovviamente, singolare. Infatti, è evidente che, nel momento in cui il presidente Berlusconi - e noi ci adeguiamo ovviamente pedissequamente alla sua indicazione del voto contrario su questo provvedimento - ha dato anche atto che il fervido lavoro in Commissione, che è stato posto in essere da alcuni dei nostri colleghi con l'accoglimento di talune proposte emendative, non è perché noi siamo soddisfatti, ma perché vi è comunque un leggero più, che è meglio del meno. Quindi, nel momento in cui vi è un emendamento che raccoglie alcune nostre proposte e alcune nostre indicazioni, lealtà vuole che si voti favorevolmente su quest'emendamento - come il presidente Berlusconi ha scritto anche nel suo comunicato - ma che il nostro voto sia fortemente contrario sull'impianto del provvedimento. Quindi, mi sembra che non vi sia nessuna contraddizione, meno che mai rimproverata da chi, tra l'altro, ha visto una grande compattezza del centrodestra. Ma sia ben chiaro che compattezza non deve volere dire sempre identità di idee. Proprio nella diversità è la forza della compattezza e noi su questo confidiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201 della Commissione (Versione corretta), parere favorevole di Commissione e Governo, parere contrario del relatore Lega Nord, si rimette all'Aula il relatore di Fratelli d'Italia.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'emendamento 1.74 Ferraresi, invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo, contrario Lega Nord, si rimette all'Aula il relatore di Fratelli d'Italia.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.74.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Avverto che il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista e la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto hanno esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà lo svolgimento, per ciascun emendamento, di un breve intervento, per illustrare la posizione del gruppo e della componente, della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Siamo all'emendamento Ferraresi 1.73, invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo e parere contrario dei relatori di minoranza.

Nessuno interviene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.73.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.10, con invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.24, con invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'emendamento Mazziotti Di Celso 1.22, su cui vi è invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo, contrario dei due relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Lo ritiro, Presidente.

PRESIDENTE. D' accordo, allora è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.31.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.31, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Molteni 1.32 e Santelli 1.34, su cui vi è invito al ritiro o parere contrario di Commissione e Governo, contrario dei due relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Pochissimi secondi, semplicemente per lasciare agli atti cosa prevede questo emendamento: prevede la possibilità di togliere la parola “grave”.

Questa è la proposta originale del Partito Democratico di modifica dell'articolo 59: la colpa della gente è sempre esclusa se l'errore è conseguenza di un grave turbamento psichico; il termine “grave” non fa nient'altro che aggravare ulteriormente e ampliare ulteriormente quella discrezionalità, quell'arbitro da parte del magistrato nel proprio esercizio di valutazione e di giudizio. C'è l'emendamento identico presentato intelligentemente anche dal collega Vazio, cosa buona e giusta e se ne è dibattuto tantissimo all'interno della Commissione, di togliere la locuzione “grave” per eliminare quell'ovviamente arbitrario potere di valutazione da parte del magistrato. A non togliere “grave” si commette un gravissimo errore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Ribadisco le argomentazioni che avete appena sentito, ci siamo molto confrontati in Commissione e mi auguro che almeno questo venga recepito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.32 Molteni e 1.34 Santelli, con parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.81 La Russa, con parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.48 Librandi, con parere contrario di Commissione e Governo, si rimettono all'Aula i due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione. Allora, ho visto che c'era il questore Dambruoso, ma l'ho visto troppo tardi.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200 della Commissione (Nuova formulazione), con il parere favorevole di Commissione e Governo, contrario Lega Nord, si rimette all'Aula Fratelli d'Italia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, noi siamo assolutamente contrari a questo emendamento, per i motivi più volte segnalati e approfitto che la fiera delle cose strane in questo provvedimento c'è, non tanto solo questo emendamento, quanto il precedente, che addirittura impediva l'esercizio della legittima difesa se uno non ha messo in sicurezza la propria abitazione, cioè per i ricchi ci può essere la legittima difesa, per chi non ha la porta blindata o sicurezze doppie, ben gli sta se gli fanno la rapina in casa.

PRESIDENTE. Allora, avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza e quindi la Presidenza consentirà lo svolgimento - per ciascun emendamento - di un breve intervento, per illustrare le posizioni del gruppo, della durata di un minuto e da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione (Nuova formulazione), con il parere favorevole di Commissione e Governo, contrario Lega Nord, si rimette all'Aula Fratelli d'Italia.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.75 Molteni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.06 Molteni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo al subemendamento 0.1.070.200 della Commissione. Invito i relatori ad esprimere il parere. Relatore Ermini?

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Relatore Molteni, il parere sul subemendamento della Commissione?

NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Relatore la Russa?

IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo, sottosegretario Migliore?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.070.200 della Commissione, i pareri sono tutti favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.070 Verini, nel testo subemendato, i pareri sono tutti favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.09 Ferraresi, su cui vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, della Commissione e del Governo, il parere contrario della V Commissione (Bilancio), e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, con questa proposta emendativa sottoponiamo ancora una volta la questione del Fondo per le vittime dei reati violenti. Abbiamo ancora oggi, nel nostro Paese, delle vittime di reati violenti che non ricevono giustizia e, oltre a non ricevere giustizia, perché magari il delinquente che ha commesso questo tipo di reati è nullatenente, quindi non può risarcire le vittime o i familiari delle vittime, o non è stato scoperto, quindi individuato e processato, non hanno alcuna tutela. L'Europa ci ha appunto sottoposto a due procedure di infrazione, e poi successivamente il Governo si è svegliato, l'anno scorso, con il provvedimento inserito nella legge europea che istituiva questo Fondo per le vittime dei reati violenti. Purtroppo, però, questo Fondo non è assolutamente sufficiente a garantire i diritti delle vittime dei reati violenti, perché ha dei presupposti, dei paletti, che di fatto lo rendono inaccessibile alla maggior parte delle vittime. Perché? Perché semplicemente, inprimis, pone un vincolo reddituale, ovvero quello dell'accesso al gratuito patrocinio. Ciò vuol dire che, se la vittima ha un reddito superiore agli 11.500 euro circa, non potrà accedere a questo Fondo. Quindi, stiamo parlando già di una scatola vuota, di una presa in giro totale delle vittime. Inoltre, questo fondo copre solo le spese sanitarie e assistenziali, non tutto il danno, quindi si riduce ancora di più. Se la vittima ha percepito anche 1 euro di contributo da parte di un'assicurazione o da parte di un altro ente, non potrà accedere a questo Fondo. Se la vittima colposamente ha anche contribuito al danno, non potrà accedere a questo fondo.

Insomma, Presidente, rischiamo di ritornare in Europa con una nuova procedura di infrazione perché non abbiamo soddisfatto appunto i criteri della direttiva, perché questo Fondo istituito dopo anni di mancanza è assolutamente inaccessibile ed è assolutamente una proposta vuota che, in questo momento, rende ancora più frustrante la vita delle persone che hanno subito un grave lutto, hanno subito un grave danno, e si ritrovano senza giustizia perché il colpevole non viene individuato e punito o magari non ha i soldi per risarcirlo e, dall'altra parte, addirittura senza la possibilità che lo Stato gli stia vicino, questa è una vergogna! Questa proposta emendativa va a ritoccare questo Fondo, credo che sia una proposta assolutamente di civiltà e che vada approvata oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI. Presidente, abbiamo subito due procedure di infrazione da parte dell'Europa. L'Europa ci dice ormai dal 2004 che dobbiamo recepire questa direttiva europea, e noi, nonostante le due procedure di infrazione, siamo riusciti a partorire questa legge di delegazione europea probabilmente per cercare di superare questa procedura di infrazione, ma facendolo in una maniera scriteriata, perché nessuna vittima di reato intenzionale violento potrà beneficiare di quel Fondo, quindi è un qualcosa di inconcepibile.

È stato fatto anche un servizio da parte de LeIene, che ha fatto un approfondimento su questo tema, dove ha interrogato - se non erro – l'ufficio legislativo del Ministro Orlando, il quale ha detto che ci si adopererà per far sì che questo Fondo sia concreto, che ci siano i decreti attuativi e, soprattutto, che tutti ne possano beneficiare, perché è assurdo che in questo Paese, oltre al problema della certezza della pena e a quant'altro, vi sia anche il fatto che chi ha subito delle violenze non possa essere risarcito quando quei delinquenti non sono in grado di farsene carico. Queste sono vittime di Stato!

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, grazie. Voglio solo dire che il mio parere è stato contrario perché c'è il parere contrario della Commissione bilancio. Vorrei sottolineare che a fare gli emendamenti così siamo buoni tutti. Il problema è che quando si fanno gli emendamenti bisogna trovare anche le coperture. Per cui, fare della demagogia in questo momento, utilizzando un'altra norma che non è inserita in questo provvedimento, riesce a tutti.

Abbiamo assistito silenziosi ai voti del MoVimento 5 Stelle sempre allineati con la destra, con Fratelli d'Italia e con la Lega Nord, assistendo a questa OPA silenziosa del MoVimento 5 Stelle sull'elettorato della Lega Nord. Oggi invece all'ultimo momento si sono svegliati con questo emendamento, che certo troverebbe tutti favorevoli una volta che nell'apposita legge si riuscissero a trovare i fondi e, quindi, potrebbe essere approvato. Oggi veramente ha qualcosa di semplicemente elettorale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, se si tratta di legge elettorale questo tentativo di gettare fumo negli occhi sulla legittima difesa è la quintessenza della legge pre-elettorale. Io credo che la proposta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle poteva essere esaminata dalla maggioranza della Commissione bilancio in maniera diversa. Quello della Commissione bilancio ci è sembrato un modo strumentale per potere costringere poi coloro che magari ascoltano questo parere a dire senza fatica: “Non si possono aiutare le vittime, però possiamo aiutare tutti coloro che magari contribuiscono a renderli vittime”, perché andate a guardare i casi di coloro che hanno attentato nelle abitazioni alle vite di quelli che si sono dovuti difendere e scoprirete che in molti casi c'erano persone per le quali lo Stato indebitamente spende molti danari. Intelligenti pauca.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.09 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.07 Gelmini, con invito al ritiro o parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, preannunciando il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su quest'ultimo emendamento, dico che il collega Ermini ha bisogno degli occhiali e se già li ha forse ne servirebbero di un po' migliori, perché il MoVimento 5 Stelle non ha votato sempre in conformità ma ha valutato ogni singola proposta di gruppi politici diversificandosi molto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, è ora che il collega Ermini, visto che è anche relatore, inizi un attimo a stare un po' più attento. Detto questo, noi crediamo che le coperture ci siano, le abbiamo messe e sono state ritenute valide perché sono arrivate qui. Non le aveva, invece, l'emendamento del collega Verini, che in Commissione giustizia era presente senza una minima copertura mentre noi almeno il tentativo di mettere delle coperture lo abbiamo fatto e voi avete fatto ragionare la Commissione bilancio sul trovare delle coperture per un emendamento che era stato presentato assolutamente senza. Quindi, non inventiamoci cavolate! Trovate i soldi per le vittime dei reati violenti, perché questa è una vergogna tutta vostra. Le coperture ci sono e basta votarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.07 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Colleghi, questo era l'ultimo emendamento. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che, come sapete, riprenderà domani, alle ore 9,30, con l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 20,08).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

  alla IV Commissione (Difesa):

  QUARTAPELLE PROCOPIO ed altri: “Conferimento della medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza alla Brigata ebraica” (3187).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo) .

Interventi di fine seduta (ore 20,09).

PRESIDENTE. Ricordo che adesso abbiamo un intervento di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS. Grazie, Presidente. Desidero esprimere il dissenso del gruppo del MoVimento 5 Stelle per la situazione incresciosa che si sta determinando in X Commissione a seguito della reiterata assenza, in quest'ultimo periodo, di un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico. Questo stato di cose sta causando un rallentamento dell'attività della Commissione e il rinvio dell'esame di atti parlamentari anche di particolare rilievo. Tra gli aspetti che ritengo opportuno segnalare, perché come gruppo lo reputiamo tra i più gravi, c'è il mancato rispetto della programmazione delle sedute dedicate al question-time. Si tratta di una grave mancanza perché non consente ai commissari di esercitare una prerogativa parlamentare fondamentale come il sindacato ispettivo e l'assenza del MISE, come ho detto, sta ritardando la discussione anche di importanti atti di indirizzo come le risoluzioni (oggi ne avevamo una e purtroppo è saltata).

È grave che debba intervenire per richiamare il rispetto delle regole dei lavori parlamentari. È grave soprattutto perché abbiamo constatato un diverso trattamento e una diversa considerazione che il Governo riserva alla Camera e al Senato: mentre i lavori in X Commissione (Attività produttive) vanno a rilento proprio per l'assenza del MISE, oggi Calenda è in audizione alla X Commissione (Industria, commercio, turismo) del Senato per riferire della vicenda Alitalia, a neanche 24 ore di distanza dalla nomina dei commissari straordinari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ricordo che domani, giovedì 4 maggio, è convocata, alle ore 14, la riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte Costituzionale.

La chiama avrà inizio dai senatori.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 4 maggio 2017, alle 9,30:

1.  Seguito della discussione della proposta di legge:

ERMINI: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa. (C. 3785-A/R)

e delle abbinate proposte di legge: MOLTENI ed altri*; LA RUSSA ed altri; MAROTTA e SAMMARCO; MOLTENI ed altri; FAENZI; GELMINI ed altri; GREGORIO FONTANA ed altri; FORMISANO e PORTAS; MOLTENI ed altri. (C. 2892-3380-3384-3419-3424-3427-3434-3774-3777)

Relatori: ERMINI, per la maggioranza; LA RUSSA e MOLTENI, di minoranza.

*Tutti i deputati firmatari della proposta di legge hanno ritirato la propria sottoscrizione dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

2.  Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 3187.

3.  Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

  Conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo.  (C. 4444)

4.  Seguito della discussione delle mozioni Rosato ed altri n. 1-01508, Binetti ed altri n. 1-01558, Cominardi ed altri n. 1-01559, Rampelli ed altri n. 1-01561, Ricciatti ed altri n. 1-01562, Palese ed altri n. 1-01571, Allasia ed altri n. 1-01607, Catalano ed altri n. 1-01608, Civati ed altri n. 1-01619 e Baldassarre ed altri n. 1-01622 in materia di robotica ed intelligenza artificiale.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nelle votazioni nn. 1 e 2 le deputate Paris e Gribaudo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 e nella votazione n.7 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 8 la deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 4 e 5 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 4 alla n. 6 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 6 la deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 13 i deputati Altieri e De Girolamo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 13 la deputata Blažina ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni nn. 14 e 41 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 15 la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 16 la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 16 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 17 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nelle votazioni dalla n. 17 alla n. 19 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 18 i deputati Romanini, Gianni Farina e Cardinale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 19 le deputate Covello e Vezzali hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 19 i deputati Iacono e Kronbichler hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto votare contro;

  nella votazione n. 19 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 21 il deputato Cristian Iannuzzi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nelle votazioni dalla n. 21 alla n. 25 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 23 e 24 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 24 le deputate Piccione e Sgambato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 25 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 26 la deputata La Marca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 36 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 37 la deputata Iacono ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n. 38 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 4314-A e abb. - articolo 1 286 248 38 125 248 0 107 Appr.
2 Nominale em. 2.1 296 255 41 128 17 238 107 Resp.
3 Nominale articolo 2 297 258 39 130 258 0 106 Appr.
4 Nominale em. 3.1 307 282 25 142 42 240 106 Resp.
5 Nominale articolo 3 305 264 41 133 264 0 106 Appr.
6 Nominale em. 4.2 311 289 22 145 43 246 106 Resp.
7 Nominale em. 4.3 316 295 21 148 43 252 106 Resp.
8 Nominale articolo 4 316 274 42 138 274 0 106 Appr.
9 Nominale articolo 5 324 283 41 142 283 0 106 Appr.
10 Nominale articolo 6 338 338 0 170 338 0 106 Appr.
11 Nominale em. 7.10 342 296 46 149 82 214 106 Resp.
12 Nominale articolo 7 347 270 77 136 270 0 106 Appr.
13 Nominale Ddl 4314-A e abb. - voto finale 383 322 61 162 322 0 103 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Segreta Pdl 3785-A/R - em. 1.2, 1.3 406 395 11 198 166 229 90 Resp.
15 Nominale em. 1.9 409 405 4 203 34 371 99 Resp.
16 Nominale em. 1.80 412 411 1 206 76 335 99 Resp.
17 Nominale em. 1.11 413 409 4 205 131 278 100 Resp.
18 Nominale em. 1.14 396 394 2 198 122 272 99 Resp.
19 Nominale em. 1.12 399 398 1 200 131 267 96 Resp.
20 Nominale em. 1.15 399 399 0 200 75 324 94 Resp.
21 Nominale em. 1.16 392 390 2 196 127 263 93 Resp.
22 Nominale em. 1.21 395 392 3 197 129 263 93 Resp.
23 Nominale em. 1.71 397 397 0 199 129 268 93 Resp.
24 Nominale em. 1.70 402 400 2 201 129 271 93 Resp.
25 Nominale subem. 0.1.201.1 384 383 1 192 127 256 93 Resp.
26 Nominale em. 1.201 vers. corr. 367 362 5 182 251 111 93 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.74 370 345 25 173 55 290 92 Resp.
28 Nominale em. 1.73 373 373 0 187 120 253 92 Resp.
29 Nominale em. 1.10 378 378 0 190 77 301 92 Resp.
30 Nominale em. 1.24 377 322 55 162 70 252 92 Resp.
31 Nominale em. 1.31 375 320 55 161 68 252 91 Resp.
32 Nominale em. 1.32, 1.34 371 315 56 158 69 246 91 Resp.
33 Nominale em. 1.81 376 319 57 160 68 251 91 Resp.
34 Nominale em. 1.48 372 315 57 158 13 302 91 Resp.
35 Nominale em. 1.200 n.f. 375 372 3 187 316 56 91 Appr.
36 Nominale em. 1.75 376 376 0 189 124 252 91 Resp.
37 Nominale articolo 1 374 372 2 187 227 145 91 Appr.
38 Nominale art. agg. 1.02 374 374 0 188 52 322 91 Resp.
39 Nominale art. agg. 1.06 373 373 0 187 121 252 91 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale subem. art. agg. 0.1.070.200 374 373 1 187 343 30 91 Appr.
41 Nominale art. agg. 1.070 369 367 2 184 338 29 91 Appr.
42 Nominale art. agg. 1.09 346 346 0 174 105 241 91 Resp.
43 Nominale art. agg. 1.07 343 343 0 172 101 242 91 Resp.