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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 769 di mercoledì 29 marzo 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albanella, Baldelli, Michele Bordo, Borghese, Bratti, Bueno, Capelli, Caruso, Centemero, Cimbro, Dambruoso, Gianni Farina, Fedi, Fedriga, Fitzgerald Nissoli, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Grande, La Marca, Laforgia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Marotta, Mazziotti Di Celso, Merlo, Piccoli Nardelli, Porta, Portas, Rosato, Sanga, Sani, Schullian, Sorial, Tacconi, Turco e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoventotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione della proposta di legge: Zampa ed altri: Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 1658-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, n. 1658-B: Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati.

Ricordo che nella seduta del 20 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che non sono pubblicati nel fascicolo, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti presentati direttamente in Assemblea non riferiti a parti modificate dal Senato.

Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 13, 14, 15, 18, 19, 20 e 22, in quanto non modificati dal Senato.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 7.100 Gregorio Fontana.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Grazie, signora Presidente. Sull'emendamento 7.100 Gregorio Fontana invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Gregorio Fontana, con i pareri contrari della Commissione, del Governo e della V Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Sull'emendamento 16.1 Rondini, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Signora Presidente, conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Rondini, con parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Signora Presidente, sull'emendamento 17.1 Rondini, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Conforme alla relatrice, signora Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Rondini, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 21.1 Rondini, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Parere conforme, signora Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1 Rondini, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Qual è il parere del Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Grazie, signora Presidente.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1658-B/1 Andrea Maestri con una riformulazione, esattamente al penultimo rigo ove si legge: “per destinare agli enti locali risorse aggiuntive” bisogna inserire le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica mirate all'iniziativa di sensibilizzazione e di formazione”, quindi andrebbero inserite dopo le parole “risorse aggiuntive” la parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno nn. 9/1658-B/2 Nesi, n. 9/1658-B/3 Roberta Agostini, n. 9/1658-B/4 Fabbri, n. 9/1658-B/5 Vargiu, n. 9/1658-B/6 Mucci, n. 9/1658-B/7 Marzano, n. 9/1658-B/8 Binetti.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1658-B/9 Santerini con una piccola precisazione; al secondo rigo, dopo le parole: “ad intraprendere tutte le iniziative di propria competenza in modo che vengano emanate delle linee guida” inserire dopo la parola: “emanate” le parole: “se necessarie”, quindi bisognerebbe leggere “ad intraprendere tutte le iniziative di propria competenza in modo che vengano emanate, se necessarie, delle linee guida per le forze di polizia incaricate della primissima accoglienza”

PRESIDENTE. Quindi, è una riformulazione.

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1658-B/10 Palese. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1658-B/11 Gregorio Fontana con una riformulazione: al secondo rigo, dopo la parola: “accompagnati” quindi: “minori stranieri non accompagnati”, inserire: “anche”; quindi occorrerebbe leggere: “minori stranieri non accompagnati, anche mettendo a disposizione le risorse necessarie per poter fronteggiare la situazione,” e dopo inserire: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” e tutto il resto andrebbe cancellato. Quindi eliminare da: “anche attraverso” fino alla “legge 24 dicembre 2012, n. 228”. Con questa riformulazione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Deputato Andrea Maestri qui c'è una riformulazione, l'accetta? Sì. Poi abbiamo tutti pareri favorevoli fino all'ordine del giorno n. 9/1658-B/9 Santerini, per il quale c'è una riformulazione; deputata lei accetta la riformulazione?

MILENA SANTERINI. Sì, a malincuore l'accetto.

PRESIDENTE. D'accordo allora vado avanti fino all'ordine del giorno n. 9/1658-B/11 Gregorio Fontana dove c'è una riformulazione; questore Fontana, l'accetta? Bene.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, questo provvedimento offre finalmente delle risposte a quei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia, fuggendo da guerre, da fame, da miserie, da violenze o anche solo dalla speranza nel futuro.

Era urgente approvare questa legge presentata nell'ottobre del 2013 perché mentre aspettavamo di calendarizzarla, e poi facevamo passaggi tra Camera e Senato, sono spariti migliaia di questi minori. Sono quasi certamente finiti nelle mani di reti criminali e ad attenderli quasi sempre un futuro di sfruttamento che li vedrà avviati all'accattonaggio, alla vendita di prodotti contraffatti, alla prostituzione, alla piccola delinquenza, e, nei peggiori casi, a trovare nel terrorismo una ragione di vita e purtroppo di morte. Anche nel caso dei minori che non spariscono non si tratta di numeri minimi, ma di un fenomeno drammatico che fino ad oggi non ha trovato risposte adeguate. Solo nel 2016, sono stati più di 26.000 quelli arrivati da soli, via mare, in Italia. Nella maggior parte dei casi si tratta di adolescenti le cui famiglie di origine hanno pagato quanto in loro possesso sperando in una vita migliore per i propri figli.

Con questo testo, sul quale esprimo il voto favorevole della componente Socialista, si rafforza la rete di associazioni, di volontariato che già operano nel territorio. Si riconosce un diritto-dovere all'integrazione e si offre un quadro integrato di interventi, ma soprattutto si dà a quei ragazzi e a quelle ragazze una speranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Forse uno degli aspetti più positivi di questo disegno di legge è ricordarci che i minori stranieri, anche se entrati irregolarmente in Italia, sono titolari di tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo nel 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva nel 1991, anche se proprio in questo periodo di tempo, con il numero enorme di minori che arrivano, questa Convenzione ci pone degli obblighi particolari, richiede un'attenzione organizzativa, e non soltanto una disposizione dello spirito, che ci permetta davvero di farci carico di questa infanzia, che più di altre infanzie appare sofferente e comunque ad alto rischio.

La Convenzione stabilisce che in tutte le decisioni riguardanti i minori deve essere tenuto in conto, come considerazione preminente, il supremo interesse del minore e che i principi da essa sanciti debbono essere applicati a tutti i minori senza discriminazione. La Convenzione riconosce a tutti i minori un'ampia serie di diritti, tra cui il diritto alla protezione, alla salute, all'istruzione, all'unità familiare, alla tutela dallo sfruttamento e alla partecipazione. Come vediamo molte volte un documento che risale al 1989, ormai sono quasi trent'anni fa, copriva, già nell'arco delle protezioni offerte a questi bambini, tutto quello che oggi noi cerchiamo, molto faticosamente, di poter dare loro. Non sono soltanto le difficoltà economiche quelle che ci impediscono di soddisfare - insisto - non un bene, ma un diritto, che è qualcosa di più, perché il bene attiene alla nostra beneficenza, alla nostra benevolenza, mentre invece il diritto appartiene a qualcosa a cui il minore non può e non deve rinunciare e noi contraiamo una responsabilità molto grave se lo priviamo di qualcosa a cui ha diritto. Quindi, non si tratta solo di fare un bene a questi bambini, ma si tratta in qualche modo di garantirne l'ampia fascia di diritti che hanno.

Noi sappiamo che i dati sono un po' diversi, i dati dell'accoglienza ci parlano di una grande dispersione di minori, ci parlano dei rischi dello sfruttamento, che sia lo sfruttamento dalla criminalità, dalla prostituzione, a volte addirittura lo sfruttamento dal prelievo di organi. Quindi questo disegno di legge ci richiama alle nostre responsabilità, ci chiama ad un preciso impegno a rispondere a doveri concreti da parte nostra, che sono la risposta efficace ai diritti da parte dei bambini.

Io mi auguro che dall'approvazione di questa legge scaturiscano le misure necessarie e sufficienti perché questi bambini trovino quella giusta riparazione che gli è dovuta, dopo esperienze di vita già molto dolorose con cui arrivano in Italia. Certamente la formula dell'affido, la formula dei piccoli centri in cui possano andare oltre quell'anonimato che si presuppone in bambini che vengono in un Paese di cui non conoscono la lingua, non conoscono le abitudini, non conoscono le tradizioni, e mancano anche degli affetti familiari adeguati, si spera che possa davvero fornire quel sovrappiù che non è soltanto il compimento di un dovere da parte nostra, ma è quell'umanità concreta che fa del far famiglia il più grosso dono che si possa fare a questi bambini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signora Presidente, così come al Senato, la nostra componente si asterrà su questo provvedimento, pur ritenendolo un provvedimento estremamente utile per alcune regole che fissa, in un contesto di un problema planetario qual è quello dell'immigrazione e dei flussi migratori. Non c'è dubbio che avanzare e approvare delle misure di protezione di minori stranieri non accompagnati è un problema che merita grande attenzione, anche in riferimento a quello che il provvedimento legislativo contiene nel merito, perché cerca e si ispira alla Convenzione dei diritti umani, soprattutto per quello che riguarda i minori.

C'è un problema, c'è una carenza, che io mi auguro venga poi sostanzialmente colmata, e riguarda i controlli: noi abbiamo la necessità, in un contesto così come previsto dalla legge, su questa situazione di attuare i controlli. Il primo è sulla certezza che si tratti veramente, e quando si è in presenza dei vari e dei singoli casi, di minori; e questa è una difficoltà enorme, perché spesso e ben volentieri i soggetti non sono nelle condizioni loro stessi di dire quando sono nati esattamente. E l'altro poi, che nel contesto delle varie attuazioni, rispetto all'affidamento familiare e all'identificazione di stranieri non accompagnati, ma soprattutto per quello che riguarda poi anche tutto ciò che determina i permessi di soggiorno per minori stranieri, per i quali sono vietati il respingimento e l'espulsione, vanno fatti poi dei controlli successivi, a step, per vedere poi la tenuta effettiva di questa norma, di questa proposta di legge che il Parlamento sta per approvare in via definitiva, perché spesso e volentieri, nel contesto dell'immigrazione, accade un po' di tutto rispetto alle responsabilità che noi riscontriamo.

E c'è un fatto positivo, che riguarda l'assistenza legale, riguarda le vittime soprattutto delle tratte. È un tentativo, noi speriamo, è una speranza, che quanto previsto dalla norma vada attuato in maniera corretta, che venga attuato, e che poi successivamente ci siano dei controlli, per vedere effettivamente la tenuta stessa dell'importanza e dell'attuazione di questa norma. E quindi confermo il voto di astensione, per questi motivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ignazio La Russa. Ne ha facoltà. Dov'è il deputato La Russa? Non lo vedo in Aula, e allora procediamo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Milena Santerini. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Presidente, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico dà volentieri parere favorevole a questa legge, che è stata attesa molto a lungo; anche a queste modifiche, che sono state introdotte al Senato, e che ci vedono sostanzialmente d'accordo. Noi abbiamo l'obbligo di proteggere i minori, che vengono, che arrivano in situazioni irregolari in Italia; non possiamo consentire che i ragazzini soli siano esposti ai pericoli e allo sfruttamento, e siano meno protetti dei nostri, perché sono nostri, sono italiani anche loro, nel momento in cui arrivano in Italia.

Sappiamo che il numero è molto aumentato, l'abbiamo detto: i minori ospitati in una struttura di accoglienza italiana nel 2016 erano più di 17 mila; i minori stranieri non richiedenti asilo, e non rientranti quindi nella normativa Eurodac arrivati in Italia l'anno scorso, sono stati 25.846, più del doppio rispetto all'anno precedente: rappresentano circa il 15 per cento dell'intero ammontare degli sbarchi in Italia. Quindi questa legge arriva sostanzialmente in ritardo per certi aspetti, ma anche al momento giusto, cioè in un momento in cui i numeri sono esponenzialmente aumentati.

Sappiamo anche i motivi per cui questi ragazzi arrivano. Arrivano da Paesi dove c'è poca libertà, quindi per costruirsi un futuro: penso al Gambia o all'Eritrea. Vengono dall'Egitto in grande numero, come avanguardia della famiglia che ha contratto spesso un grosso debito per farli ricongiungere con altri parenti in Europa o per farli lavorare. E sappiamo anche che purtroppo, a dispetto di tutte le normative europee, molti, alcuni… No, molti no, ma alcuni vengono respinti, e non dovremmo ovviamente permetterlo, dato che devono essere presi in carico con tutte le loro esigenze.

La legge, lo sappiamo, prende a carico, interviene sulla specificità con un unico testo, un unico testo su tutti gli aspetti che riguardano i minorenni che arrivano. Naturalmente siamo molto d'accordo sul fatto che la prima accoglienza dei minori non accompagnati avvenga in luoghi specifici, mentre oggi avviene in hotspot; e soprattutto che la seconda accoglienza avvenga soprattutto, o esclusivamente si spera, negli SPRAR, cioè in quel sistema che garantisce la migliore protezione. Noi non ci stancheremo di chiedere il potenziamento dello SPRAR, perché i ragazzi non siano ospitati invece nei centri straordinari di accoglienza, dove rimangono troppo a lungo, in modo promiscuo con gli adulti. Certo, le precisazioni apportate al Senato sugli aspetti economici non ci fanno ben sperare, se l'incremento dei posti per i minorenni nello SPRAR avverrà sostanzialmente sui fondi comuni per l'asilo: quello che daremo ai minorenni sarà probabilmente sottratto agli adulti.

Chiediamo anche degli standard omogenei, cioè metodi non invasivi per l'accertamento dell'età, che è un momento sempre molto delicato, alla presenza di mediatori culturali; e siamo molto d'accordo con la nomina dei tutori e l'istituzione dell'albo dei tutori volontari, che avverrà - scelta molto positiva - attraverso i garanti regionali, laddove esistono, o il Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza: perché ovviamente potete immaginare come la scelta dei tutori volontari, la selezione per meglio dire dei tutori volontari, sia molto, molto importante e molto delicata.

E infine la promozione dell'affidamento in famiglia. Al Senato, recentemente nel passaggio in Senato, è stata approvata la norma che prevede delle campagne di informazione e sensibilizzazione delle famiglie, perché sappiano che possono avere, ottenere in affidamento dei minorenni, dei minori non accompagnati.

Io vorrei però concludere sull'ordine del giorno che il Governo ha approvato, ma ahimè con una riformulazione che in parte lo svuota, ed è un punto secondo me molto importante: sui cosiddetti minori scomparsi, i minori che proseguono il loro cammino, che vogliono realizzare il loro progetto migratorio, che spesso vogliono ricongiungersi con i parenti in altri Paesi europei. Entro le prime 48 ore circa, un terzo dei minori stranieri non accompagnati si allontana dai luoghi di prima assegnazione, e il 58 per cento entro la prima settimana. Ora, in gran parte sappiamo che questi minori vogliono, appunto, proseguire il loro progetto, ma molti, lo sappiamo, diventano vittime di tratta, vittime di sfruttamento. Basterebbe recarsi personalmente in alcuni luoghi, penso ad alcuni luoghi vicino alla Stazione centrale di Milano, per vedere la tratta e la prostituzione minorile che esiste a danno dei minori rom, ma anche di minori che sicuramente sono minori stranieri non accompagnati; quindi, sono i più vulnerabili per definizione, sono facile preda delle organizzazioni criminali. Al 2012 sono stati 1.171 minori quelli soggetti a sfruttamento e 208 vittime di tratta. È chiaro che sono cifre simboliche: sono molti ma molti ma molti di più. E, in questo senso, noi avevamo nell'ordine del giorno posto un problema un po' delicato, che è quello dell'identificazione certa di questi minorenni, in modo da dargli un'identità univoca. Stiamo parlando di minori non richiedenti asilo, quindi stiamo parlando di minori che, in tutta la normativa europea, devono essere protetti, e uno dei modi di proteggerli è effettivamente anche quello di attribuire loro un'identità, anche se, ovviamente, di primo istinto, l'identificazione sembra una misura invasiva o repressiva.

Invece, noi crediamo che dare continuità a un percorso di integrazione, monitorare i ragazzi, insomma proteggerli, avere delle informazioni sul loro percorso sia molto importante, è una tutela efficace. Non è un atto impositivo, è un primo step per seguirli, per tutelarli, anche perché questo è presente in tutta la normativa europea, che ce lo richiede, ma, soprattutto, siamo noi a dire che anche per i minori sotto i 14 anni dobbiamo sapere dove vanno; tracciare questi minori - scusate la parola brutta - significa poterli tutelare e proteggere in seguito. Quindi, avevamo chiesto delle linee guida delle forze di polizia che potessero aiutarci in questo senso. Concludo dicendo che tardivamente, ma veramente in modo efficace, il Parlamento arriva a capire che il fenomeno dei minori presenti in modo irregolare è soltanto una faccia del più grande fenomeno, epocale, di spostamento migratorio di milioni di persone, ma sicuramente è la faccia più odiosa quella di vedere ragazzini soli per l'Europa, per il mondo; è un compito civile, per l'Italia, tutelarli e proteggerli (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il fenomeno dei minori stranieri che migrano da soli è una drammatica urgenza; già nel 2015 gli organismi internazionali avevano dato l'allarme, avvisando che 10 mila minori entrati in Europa in quell'anno erano scomparsi dopo il loro arrivo. Nel corso del 2016, sono sbarcati sulle coste dell'Italia meridionale 25.846 minori stranieri non accompagnati e, fino al 23 gennaio, il 2017 vede ulteriori 395 sbarchi. Lo scorso febbraio l'Unicef ha pubblicato il rapporto “Un viaggio mortale per i bambini”, e, partendo dal presupposto di circa 50 milioni di migranti nel mondo, riferisce, per esempio, che in alcuni tratti, quello che attraversa il deserto della Libia, vi sarebbero oltre il 9 per cento, di 250 mila migranti ivi transitanti, di bambini soli, spesso soggetti a violenze, maltrattamenti o carcerazione nei centri di detenzione libici.

La maggioranza di minori stranieri - è già stato detto - provengono da Afghanistan, Bangladesh, Egitto, Tunisia, Nigeria, Somalia, Eritrea e, in questi ultimi mesi, anche dalla Siria. Si tratta soprattutto di adolescenti tra i 16 e i 18 anni, ma anche di ragazzi più piccoli, fra i 13 e i 14 anni, fra i quali anche numerose ragazze, soprattutto provenienti dalla Nigeria. Il report dell'agenzia internazionale dedicata ai bambini denuncia l'assenza di servizi di protezione e di sostegno e ricorda i rischi di abuso che gravano sui minori sia durante il viaggio sia una volta arrivati nei Paesi occidentali, Italia compresa.

Insomma, sembrerebbero passati pressoché invano i quasi 30 anni dalla Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ove già si denunciava che la situazione di una larga parte dei bambini nel mondo è lungi dall'essere soddisfacente per la mancanza di condizioni che favoriscano il loro sviluppo integrale.

Questa dedicata sensibilità del diritto internazionale è stata allora suscitata anche dalla grande attenzione destata in quegli anni dal magistero sociale di Giovanni Paolo II, che, sin dall'inizio del suo pontificato, ammoniva le autorità pubbliche e la società contemporanea a riservare - è una citazione - una specialissima attenzione al bambino, sviluppando una profonda stima per la sua dignità personale, come pure un grande rispetto e un generoso servizio per i suoi diritti. Ciò vale di ogni bambino, ma acquista una singolare urgenza quanto più il bambino è piccolo e bisognoso di tutto, malato, sofferente o handicappato. Attualmente, la legislazione italiana in materia è molto caotica, mancando procedure standardizzate ed efficaci, e per questo la proposta di legge, che oggi finalmente approviamo in via definitiva, è finalizzata sia a un necessario coordinamento delle varie disposizioni di legge già esistenti sia all'introduzione di alcune significative novità.

La prima di tali novità è di natura, se così si può dire, sociale e culturale, proposta all'articolo 1 nel punto in cui si riconosce, in capo ai minori stranieri non accompagnati, una particolare condizione di maggiore vulnerabilità. Questa attenzione che il legislatore oggi iscrive nell'ordinamento italiano è segno di una dinamica profondamente umana, che dovremmo forse tenere più in considerazione anche in situazioni analoghe. Infatti, la fragilità scolpita nelle carni e negli sguardi di questi bimbi, di questi figli lasciati o rimasti soli a migrare in cerca di una sorte migliore, ci commuove nell'intimo e, al tempo stesso, ci fa seguire d'impeto quella legge naturale che sentiamo nel cuore e che ci mobilita verso chi è più debole, facendoci addirittura desiderare di condividere la sua debolezza per incoraggiarlo a resistere e a seguire quella ineludibile vocazione di ciascuno a un destino di piena felicità.

Oggi ci troviamo, perciò, uniti in quella singolare urgenza avvertita, secondo le già evocate parole di Karol Wojtyla, tanto più il bambino è piccolo e bisognoso di tutto, malato, sofferente o handicappato. Ed è singolare - lasciatemelo dire - che questo voto parlamentare, largamente condiviso, avvenga proprio nel giorno successivo ad un'ampia discussione svoltasi qui alla Camera in cui, invece, di fronte a simili situazioni di malattia, di sofferenza, di disabilità, ci siamo trovati a confrontare giudizi, sentimenti e prospettive umane del tutto diverse da quelle che auspichiamo unanimemente oggi. Dunque, la proposta di legge in esame appare pregevole sia per questo spirito che la anima che per i contenuti che la caratterizzano, articolati in quattro livelli di iniziative, finalizzate a rendere possibile per il minore abbandonato nuove esperienze di appartenenza umana ed educativa, nelle quali, come insegna l'articolo 2 della nostra Carta costituzionale, può svilupparsi la sua personalità.

Rimandando alla descrizione di tali contenuti già svolta nel corso del primo passaggio della proposta alla Camera dei deputati, si ricordano sinteticamente, primo, le particolari dinamiche per l'accoglienza previste dalle procedure degli articoli 6 e 8, con cui si prova, innanzitutto, a ritrovare e a ricostituire i legami familiari, possibilità che viene giustamente sempre preferita rispetto ad altre soluzioni di accoglienza. Dispiace, tuttavia, che il Senato abbia degradato la portata dell'articolo 7, ove si vuole preferire l'affidamento familiare rispetto al ricovero in una struttura, e perciò si affidava, nella iniziale proposta della Camera, agli enti locali la sensibilizzazione e la formazione di affidatari per favorire tale scopo. Funzione che ora, a causa della rilettura del Senato, è diventata meramente facoltativa per i comuni italiani.

Secondo, l'applicazione concreta del principio di sussidiarietà, con il coinvolgimento degli enti locali e, soprattutto, delle organizzazioni, enti o associazioni con comprovata e specifica esperienza nella tutela dei minori, come si legge agli articoli 5 e 15; e ciò al fine di perseguire un effettivo ascolto del minore e di assicurare la fondamentale assistenza affettiva e psicologica. Terzo, la leva educativa, attraverso la pregevole enucleazione all'articolo 14, di un vero e proprio diritto all'istruzione, a ragione ritenuto fattore indispensabile per una crescita della persona, pure in situazioni contingenti mediamente molto gravi. Quattro: le misure specifiche di tutela previste appositamente per i minori in questione, quali - solo per citare le più importanti - il divieto di respingimento di cui all'articolo 3, il particolare permesso di soggiorno, di cui all'articolo 10, le procedure per l'identificazione, di cui all'articolo 5, il sistema informativo dedicato, di cui all'articolo 9, e quello di protezione, di cui all'articolo 12, nonché l'importantissima previsione di strutture di prima assistenza e accoglienza specifiche per i soli minori, di cui all'articolo 4.

Ribadiamo infine la necessità di tenere ben presenti alcune potenziali criticità nella proposta in esame, nel senso che le istituzioni dovranno prestare la massima attenzione affinché e paradossalmente la giustissima disciplina di tutela che oggi il Parlamento propone per i minori stranieri abbandonati non venga strumentalmente utilizzata da organizzazioni criminali al fine di fare entrare più facilmente nel territorio nazionale soggetti in età minorile sotto il profilo anagrafico ma già in grado di operare illecitamente. Sarà dunque strategica la collaborazione con le autorità inquirenti e le forze dell'ordine delle istituzioni preposte all'accoglienza, dunque dei servizi sociali, delle scuole, nonché delle stesse associazioni no profit, ciò non solo al fine di utilizzare al meglio le residue possibilità di espulsione per motivi di ordine pubblico e sicurezza consentite dall'articolo 3, ma anche per suggerire al legislatore ulteriori interventi in opposizione e contrasto ad eventuali nuove modalità di infiltrazioni delittuose, magari proprio a partire dall'imminente conversione del decreto-legge sull'immigrazione. Per queste ragioni, il gruppo parlamentare dei Civici ed Innovatori voterà con convinzione a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.

MONICA FAENZI. Presidente, la Giornata nazionale dei migranti, che si è celebrata quest'anno il 15 gennaio, è stata dedicata ai bambini e ai ragazzi, quelli vulnerabili e senza voce, che sono indifesi perché minori, perché stranieri, perché costretti a fuggire da fame, guerre, persecuzioni, e per questo a vivere lontano dalla loro terra d'origine e separati dagli affetti familiari. I minori rappresentano quasi il 50 per cento del numero totale dei rifugiati. In Italia, nel 2016, ne sono sbarcati 26.000, quasi il doppio dell'anno precedente, e rappresentano il 14 per cento del totale delle persone che arrivano nel nostro Paese, affrontando le insidie del Mediterraneo e a bordo di mezzi di fortuna. Nel solo mese di gennaio 2017, i minori arrivati nel nostro Paese sono aumentati del 24 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente: il trend quindi è in continua crescita, contando che nel 2016 sono stati quasi 6.000 in più i minori non accompagnati giunti in Italia rispetto al 2015. Ma il dato che fa riflettere è che il 92 per cento di questi ragazzi provenienti soprattutto dal continente africano è non accompagnato. Un esercito di minori, quindi, che spesso non vuole vivere da noi ma che conta di proseguire il viaggio per cercare di raggiungere parenti ed amici già residenti nei Paesi del Nord Europa. È emblematico, infatti, che abbiano presentato domanda di protezione internazionale solo in poco più di 4.000 (precisamente 4.168) tra gennaio e ottobre del 2016. Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che vede in collaborazione Ministero dell'Interno, ANCI e Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, grazie a 95 progetti destinati a minori non accompagnati, sta seguendo nelle regioni italiane oltre 2.000 dei 25.838 minori totali che abbiamo censito in Italia. Con il Programma nazionale asilo, gli enti locali, grazie alle realtà del Terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. L'impegno che abbiamo condiviso con l'Unione europea, infatti, è quello di ricercare soluzioni di lunga durata che superino la fase transitoria o emergenziale e inseriscano questi ragazzi in un progetto che li accompagni nell'istruzione e la formazione, e che comunque, fino al raggiungimento della maggiore età, tenga conto di loro.

Finora sono stati accolti nelle comunità per minori, strutture che per diverse ragioni poi non si sono rilevate adeguate. Da questi centri, dai quali è possibile uscire, infatti, si allontanano, fanno perdere le loro tracce e, non in pochi casi, non vengono neppure cercati. Una scelta, quella della clandestinità, che inevitabilmente li avvicina anche allo sfruttamento e al malaffare. Il testo che discutiamo oggi è già stato votato da questa Camera in prima lettura nella seduta del 26 ottobre 2016, ricevendo ampi consensi. L'esigenza di un provvedimento su questo tema era stata fatta presente da sindaci, da associazioni, agenzie umanitarie, operatori sociali e della giustizia, che, vedendo crescere il numero di minori non accompagnati e facendo fatica a governarlo, ritenevano necessario assumere determinazioni in proposito. Nel suo esame, il Senato ha apportato alcune modifiche, prevalentemente però di natura tecnica, relative in particolare alla copertura finanziaria delle disposizioni. Ha introdotto infatti la clausola di invarianza, che impegna gli enti locali a provvedere nei limiti delle risorse disponibili nei propri bilanci. Ha condiviso la necessità di favorire l'affidamento familiare come alternativo al ricovero in strutture di accoglienza, grazie alla sinergia di protocolli d'intesa tra tribunali, garanti regionali o nazionali per l'infanzia e l'adolescenza ed anche associazioni che operano specificatamente con i minori e con gli immigrati.

La proposta limita comunque il costo delle misure previste alle risorse disponibili del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, anche se il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati dovrà raddoppiare, dagli attuali 2.000 ad almeno 4.000, i minori coinvolti nei progetti. Riconosce poi, al minore straniero non accompagnato coinvolto a qualsiasi titolo in un procedimento giurisdizionale, il diritto di essere informato dell'opportunità di nominare un legale di fiducia e di avvalersi del gratuito patrocinio a spese dello Stato, in ogni stato e grado del procedimento. L'auspicio è che con l'approvazione di questo provvedimento si possa riuscire a censire a questo fenomeno e concorrere a realizzare un'anagrafe che poi possa seguire gli spostamenti dei minori sul territorio nazionale in Europa, anche al fine di evitare loro le identificazioni successive e per cercare di contenere l'elevato numero di allontanamenti che lo scorso anno ha reso irreperibili 6.500 ragazzi. Per questo il provvedimento pone l'incolumità psicofisica del minore straniero non accompagnato tra i suoi obiettivi, un risultato che sarà realizzato grazie anche all'impegno economico dello Stato e dei comuni, e che non può non prescindere dalla solidarietà che gli italiani sapranno dimostrare comprendendo l'importanza dell'affido, che è uno degli strumenti previsti per evitare ai minori la permanenza nei centri di accoglienza.

Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell'interno, sono più di 1 milione i minori con cittadinanza non italiana iscritti nelle nostre anagrafi comunali, e oltre 815.000 i giovani stranieri con più di 5 anni che frequentano le scuole italiane. Questi numeri sono considerevoli, ed evidenziano che il fenomeno migratorio è in grande espansione e non si può ridurre ai soli sbarchi, che pure ci devono far riflettere. Ci dicono che ci sono milioni di persone che si trasferiscono nel nostro Paese per lavorare, per studiare, cercare opportunità e creare impresa. Per questo gli sforzi da fare sono quelli volti a favorire in tutti i modi possibili l'integrazione, unica possibilità che abbiamo per governare e non subire questa realtà. Condividiamo le finalità del provvedimento, per il quale annuncio il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica-ALA-MAIE (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Presidente, come già hanno rilevato diversi colleghi, oggi, con colpevole ritardo, ci accingiamo ad approvare una legge che restituisce la dignità dell'infanzia alle migliaia di bambini e adolescenti che ogni anno arrivano nel nostro Paese, un dato che molti hanno citato: parliamo, nel solo 2016, di almeno 17.000 minori stranieri non accompagnati; insomma, un esercito. Di molti di loro si perdono le tracce, molti pagano a caro prezzo la loro traversata, sia in termini economici - una volta che sono stati messi in mano ai trafficanti, che spesso sono obbligati a risarcire una volta sbarcati - sia in termini di perdita affettiva e sentimentale, perdendo i genitori nel viaggio o semplicemente perché la famiglia di origine può permettersi di dare solo al componente più giovane la possibilità di avere una vita migliore. Ma che vita? Molti giovani minori stranieri, spesso ragazze, una volta arrivati in Italia vengono risucchiate nel vortice della prostituzione e dello sfruttamento, passando dalle mani di un trafficante all'altro, senza via di fuga, grazie ai complessi sistemi di controllo della criminalità su queste giovanissime vite. Le mafie nazionali e transnazionali hanno, infatti, la capacità di intercettare i migranti di tutte le età ben prima del loro arrivo, destinandoli alla prostituzione, allo spaccio degli stupefacenti, allo sfruttamento nei campi, traendone ingenti profitti.

Devo dire che tutti abbiamo osservato come sono stati enormi, grandi, anche i profitti emersi dall'indagine “Mafia Capitale” nella gestione del sistema degli appalti nei centri di accoglienza.

Siamo perciò davanti a giovani vite che, per fuggire da contesti disperati, si imbattono negli interessi criminali dei loro Paesi di origine e anche del nostro e finora, prima di questa legge, non siamo stati in grado di proteggerle. La maggior parte di costoro, di questi giovani, deve ripagare un debito che la famiglia ha contratto per poterli far partire. È difficile pensare che chi si prostituisce nella stazione centrale della Capitale o a Milano, chi spaccia al Pigneto o nelle tante piazze d'Italia, chi lavora nella raccolta di prodotti ortofrutticoli, ahimè, in tutta Italia, sia isolato ovvero non sia gestito o manovrato. Molto di più, dunque, si può fare per stanare le reti criminali che si appropriano della vita di questi giovani.

Noi abbiamo rilevato in Aula - ormai sono passati cinque mesi - che questa discussione poteva e dovrebbe essere svolta prima. Al colpevole blocco in Commissione bilancio alla Camera si è aggiunto poi quello in Commissione bilancio al Senato. In questi anni, di migliaia di giovani si sono perse le tracce e a ognuno di loro è stato negato un tutore per tutto questo tempo; intanto hanno compiuto la maggiore età e risultano bloccati nei centri di prima accoglienza.

Questa legge, finalmente, non lascia disatteso uno dei tanti moniti rivolti al nostro Paese dal Parlamento europeo, che nella risoluzione del 12 settembre 2013 chiedeva ai Paesi membri e alla Commissione europea un rafforzamento delle tutele garantite ai minori stranieri non accompagnati. È una legge che rafforza quello che già era garantito nel nostro ordinamento, ma estendendolo finalmente anche ai minori stranieri non accompagnati, ampliando la sua applicazione sull'intero territorio nazionale e senza lasciare spazio a interpretazioni diverse. Al divieto di respingimento alla frontiera si integra la pratica dell'affidamento familiare e il rafforzamento delle indagini familiari, si amplia la nozione stessa di minore straniero non accompagnato. Un punto a favore è segnato con questa legge dall'introduzione della possibilità per la Direzione generale, in accordo con il Ministero della giustizia e con il Ministero degli affari esteri, che prima non esisteva, di stipulare apposite convenzioni, oltre che con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, anche con altre associazioni, enti e organizzazioni non governative per lo svolgimento delle indagini relative agli eventuali famigliari dei minori stranieri presenti nel territorio italiano o in altri Paesi membri dell'Unione europea. È il far tesoro di una esperienza accumulata in molti anni di lavoro da parte di queste associazioni, che si sono occupate del fenomeno prima ancora di noi, prima ancora delle istituzioni.

Sul fronte dell'affidamento, i minori stranieri non accompagnati saranno trattati come qualunque altro minore italiano e anche a loro, con questo provvedimento, si applicheranno le norme previste dalla legge italiana in materia di assistenza e protezione dei minori in stato di abbandono previsti dal codice civile. Sembra assurdo, ma fino ad oggi non è stato così.

Si ampliano, inoltre, altri diritti di questi minori nei contesti da loro maggiormente frequentati: le strutture scolastiche, quelle formative, quelle sanitarie e in fase processuale, vedendo garantita l'assistenza affettiva e psicologica in ogni stato e grado del procedimento. Anche qui, sembra incredibile, ma fino ad oggi non è stato così.

Constatiamo, infine, che anche perfino nel decreto 14/2017, in arrivo dal Senato, ovvero Minniti sull'immigrazione, si è esclusa, anche grazie al lavoro di Sinistra Italiana, l'applicazione proprio ai minori stranieri non accompagnati della vigenza di quel pessimo decreto: anche lì, una sottile luce nelle tenebre. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Vi avviate a concludere, approvandola, l'esame di una proposta che punta ad un solo obiettivo: agevolare l'accoglienza senza regole. Avete perso l'occasione di manifestare quel rigore che sbandierate solo allo scopo di tranquillizzare l'opinione pubblica, ma che poi, negli atti normativi che adottate e che adotta questo Governo e la sua maggioranza, non si scorge.

Si doveva operare, attraverso le norme contenute in questa proposta, una distinzione fra i minori non accompagnati, definendo un confine fra quelli che possono vedersi riconosciuto lo status di profugo, o la protezione internazionale, e quelli che invece sono, a tutti gli effetti, migranti economici, che possono essere rimpatriati in ottemperanza di ciò che prevede la direttiva comunitaria in materia di rimpatri. Al contrario, promuovete una serie di norme tutte tese a disattendere anche quei deboli argini previsti nel corso degli anni e così disponete il divieto di respingimento, una disposizione che avrà quale unico effetto quello di incoraggiare le famiglie degli immigrati minorenni ad affidarli ai mercanti di carne umana nella speranza di farli giungere in Europa attraverso l'Italia, approdo sicuro visto il lassismo con il quale gestite, e avete gestito in generale, quell'emergenza migratoria che è diventata strutturale per disposizione.

Poi ancora, via via nella proposta, una serie di garanzie: dall'iscrizione al sistema sanitario nazionale, anche nelle more del rilascio del permesso di soggiorno, all'assistenza affettiva e psicologica, alla previsione che le condizioni di assistenza e/o accoglienza possono prolungarsi anche oltre il compimento della maggiore età, garanzie e diritti che invece noi riteniamo dovrebbero essere offerti solo per i rifugiati, norme che all'apparenza trovano un supporto morale nella condizione di vulnerabilità della platea alla quale si rivolgono, esercizio di buoni propositi esibito dal circo mediatico all'opinione pubblica attraverso le immagini dei bambini che provengono disperati dal sud del mondo e che bussano alle porte della nostro opulenta società. Ma queste immagini nascondono una realtà ben diversa. Quei bambini esibiti sui teleschermi, che fanno da paravento a provvedimenti come questo, si faticano a rintracciare nei numeri che ci riconducono, e dovrebbero ricondurre tutti, alla dimensione oggettiva del fenomeno: al 31 dicembre del 2016 i minori stranieri non accompagnati presenti e censiti in Italia erano pari a 17.373, di cui quasi il 60 per cento è costituito da persone che hanno 17 o più di 17 anni. Ed ancora, la provenienza, per rifarci solo ai dati dei minori giunti in Italia nel 2017: questi dati ci dicono che a tutti gli effetti sono presunti minorenni, che si dovrebbero considerare migranti economici, che non fuggono da guerre, ma magari da quelle aree dell'Africa subsahariana, che sicuramente non sono interessate da conflitti.

Questa realtà, come dicevo, avrebbe dovuto indurre alla produzione di norme improntate da fermezza e coraggio per stabilire, ad esempio, un elenco dei Paesi a rischio, provenendo dai quali si ha il diritto all'accoglienza. Che siano migranti economici e presunti minorenni lo abbiamo appreso anche in Commissione d'inchiesta sul sistema d'accoglienza - e questo solo per citare una delle ultime testimonianze, che dovrebbe indurre, avrebbe dovuto indurre se non altro una maggior cautela, ma tant'è – da una testimonianza, quella che abbiamo raccolto, dei rappresentanti dell'Alleanza delle cooperative, che anche i colleghi avrebbero dovuto raccogliere, ma il paraocchi ideologico del demone evocato dai cultori del tramonto felice della nostra esperienza storica, che trova sponda nei “depensanti” della decrescita felice, glielo impedisce. Ecco, ci dicevano i rappresentanti del mondo delle cooperative che molti minori non sono e che fingono di esserlo solo per convenienza, quella offerta dal nostro sistema di accoglienza dei minori. Al netto - e mi avvio alla conclusione - di questa opportunità persa, intorno alla quale mi sono soffermato, cioè quella di stabilire, come ho già detto, una distinzione fra minori a cui si doveva garantire l'accoglienza e i cosiddetti migranti economici che, invece, si dovrebbero rimpatriare. Rimane il fatto, e ne siamo convinti, che questo provvedimento produrrà solo un doppio effetto negativo: garantire il business degli scafisti e consegnare a loro la sorte di migliaia di minorenni, in quanto incentiverà le partenze anche e soprattutto da quell'Africa subsahariana che non è interessata da guerre, come dicevo. Scaricate, con questo provvedimento, sulle spalle delle nostre comunità il costo sociale di un'accoglienza senza regole e giocate la partita dell'esibizione dei vostri buoni propositi anche sulla pelle dei minori, quei minori che annunciate di voler tutelare, che si affideranno ai viaggi della speranza, il cui business è agevolato e favorito da proposte come queste.

Ecco, noi, i vostri buoni, finti propositi, che fatichiamo francamente a rintracciare e che nascondono, secondo noi, ben altri disegni, non li condividiamo e per le ragioni che abbiamo brevemente esposto voteremo fermamente contro questo brutto provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raffaele Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dopo tre anni, quest'Aula approva definitivamente un testo di legge che incontra il parere favorevole del mondo del volontariato, di quelli che, insomma, lavorano sul serio in prima linea con i minori non accompagnati e questa è la prova provata che il Parlamento ha lavorato bene. Oggi, stiamo dando il via libera a una legge organica, che non si limita più a implementare un sistema di accoglienza, ma cerca di dare risposte, anche alle necessità di formare, di proteggere, di aiutare i bambini a inserirsi nel nostro contesto sociale. Teniamo presente che parliamo di bambini arrivati sulle nostre coste da soli, senza alcun riferimento nel mondo adulto.

Il testo interviene sugli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti che arrivano in Italia, dalla procedura per accertare la minore età agli standard di accoglienza, dalla promozione dell'affido familiare alla figura del tutore, dalle cure sanitarie all'accesso all'istruzione; tutti tasselli fondamentali per la loro protezione e per facilitare il loro percorso positivo di integrazione. I dati sui minori stranieri non accompagnati in Italia sono allarmanti e il fenomeno, purtroppo, non si appresta a diminuire. Secondo i dati del Ministero dell'interno, nel 2016, ben 25.000 ragazzini sono sbarcati sulle nostre coste e, purtroppo, molti di loro non si sa in che giro siano finiti e quelli arrivati nel primo mese del 2017 sono il 24 per cento in più rispetto al gennaio 2016. Ma nessuno può dire quanti siano finiti nella rete criminale; è l'organizzazione non governativa Save the Children a spiegare che molti minori devono ripagare il debito che le loro famiglie hanno contratto con i trafficanti per finanziare il viaggio e per questo diventano un bacino di manodopera a basso costo per le organizzazioni criminali che ne approfittano; bambini che a 10, 11 anni sono già debitori nei confronti di creditori che non hanno pietà per chi non paga. Un fenomeno ancora più diffuso e destinato a crescere nel nostro Paese, anche perché il ripristino dei controlli alle frontiere interne dell'Unione ha reso più pericoloso e difficile, per i migranti, spostarsi nello spazio Schengen e sono aumentate le denunce di respingimenti diretti in tutti i valichi di frontiera italiani, da Ventimiglia a Chiasso, e numerosi respingimenti riguardano proprio i minorenni.

Allora, onorevoli colleghi, possiamo dire che, oggi, l'Italia è un Paese orgogliosamente controcorrente sul tema della migrazione. Là dove altri costruiscono muri noi costruiamo regole, regole per accogliere meglio i minori, quelli che non hanno colpe, che non meritano restrizioni, contingentamenti, quote, pur necessari, talvolta, nei confronti degli adulti migranti. Forse, quanto oggi stiamo votando ci dice che questo Paese non ha dimenticato il suo passato di migranti, le umiliazioni subite dai nostri connazionali che arrivavano dopo interminabili traversate in America e che spesso erano visti con diffidenza; spesso eravamo poco graditi, eppure non fuggivano da guerre, violenze, miseria, mai un bambino italiano è arrivato in una terra straniera senza un punto di riferimento. Qualcuno ha definito questa legge buonista, ma questa era una legge dovuta, attesa anche nei confronti degli amministratori che sono stati lasciati troppi anni da soli a gestire un fenomeno che richiede risposte organizzative, finanziarie e non solo sociali, che toccano tutti noi.

È per queste motivazioni, Presidente, che Area Popolare esprime convintamente il suo voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roberta Agostini. Ne ha facoltà.

ROBERTA AGOSTINI. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore della legge che, oggi, arriva alla Camera per la definitiva approvazione e vorrei ringraziare chi dentro e fuori le Aule parlamentari ha lavorato tenacemente affinché si arrivasse a questo risultato. La legge che approviamo ha l'obiettivo di dare una risposta articolata a un problema che non è un'emergenza, ma che segna un vero e proprio passaggio d'epoca, quello dei minori stranieri non accompagnati che arrivano, come tanti immigrati nel nostro Paese, fuggendo da guerre, da fame, da miserie, da violenze e cercano opportunità, cercano istruzione, cercano di riunirsi con la propria famiglia. È un grande tema che mette alla prova le radici della nostra civiltà, la sua capacità di accogliere, di sostenere e di integrare. È un tema che mette alla prova i principi di giustizia, di eguaglianza, di solidarietà sui quali si fonda la nostra Costituzione, ma sui quali sono disegnati anche molti trattati internazionali, a partire da quella Convenzione di New York sui diritti del fanciullo che rappresenta la bussola per garantire la tutela dei minori senza nessuna discriminazione.

Nel 2016, lo hanno ricordato i colleghi e le colleghe prima di me, abbiamo avuto un record di arrivi, più di 20.000 nel 2016 ed erano circa la metà di quella cifra nel 2015, la maggioranza dei ragazzi è ospitata in strutture d'accoglienza, la maggior parte di età compresa tra i 15 e i 17 anni; provengono dall'Egitto, dal Gambia, dall'Eritrea e dalla Nigeria. A dicembre del 2016, sempre secondo il Ministero dell'interno, erano oltre 6.000 i minori scomparsi. Già nella scorsa legislatura il Parlamento aveva avviato un'indagine conoscitiva e aveva approvato un documento conclusivo che riscontrava un quadro di grande gravità sociale, ma nel 2015 Europol ha lanciato un allarme rispetto a 10.000 minori scomparsi dopo il loro arrivo, probabilmente finiti nelle mani di una rete criminale che ha sfruttato i minori ancora più degli adulti, spesso deboli, ricattabili, oberati dai debiti ingenti contratti con i trafficanti per la traversata oppure fuggiti per raggiungere amici e parenti in altri Paesi. Gli episodi di cronaca di cui leggiamo, di cui siamo costretti a leggere sulle pagine dei giornali, sono indegni, io credo, del nostro civile continente; ragazzi e ragazze vittime di tratta, impiegati nel commercio e nell'agricoltura, ridotti in schiavitù, sottratti alla scuola e a un percorso di inserimento sociale. Storie, Presidente, che chiedono ciascuna una risposta e che, a volte, si concludono anche positivamente, come abbiamo potuto leggere rispetto alla storia della bambina ivoriana di quattro anni, messa su un barcone dalla mamma per sfuggire a quella pratica barbara dell'infibulazione, delle mutilazioni genitali, e che si è felicemente ricongiunta con la sua mamma, proprio qualche giorno fa. Ecco, in questo contesto difficile, che è un contesto globale, un contesto europeo, l'Italia ha svolto un ruolo molto importante, improntato, spesso, alla salvaguardia della vita umana, al salvataggio di tanti uomini, donne, ragazzi, tratti in salvo a fronte dei tanti, troppi, che hanno perso la vita in mezzo al Mar Mediterraneo.

Questa legge va nella giusta direzione, verso quel salto di qualità che l'Europa e l'Italia devono ancora compiere nelle politiche di accoglienza; non partiamo da zero, c'è una rete di associazioni di volontariato impegnate sul territorio e c'è un lavoro importante delle forze dell'ordine, dei rappresentanti delle istituzioni, della Marina, degli amministratori, dei sindaci che in molti casi hanno saputo costruire quella rete indispensabile per garantire diritti umani fondamentali.

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, potete abbassare il tono della voce? Si fa fatica a seguire…

ROBERTA AGOSTINI. La legge di cui discutiamo mira a rafforzare questa rete e questo lavoro, a renderlo più solido, a rendere più organica la risposta, a costruire un vero modello di accoglienza, a predisporre risorse e strumenti, riconoscendo la fondamentale eguaglianza delle condizioni dei ragazzi, dei minori, rendendo concreto il diritto alla salute, all'istruzione, ad avere una famiglia, a non essere respinti alla frontiera. Nella legge si pongono i presupposti per la costruzione di un percorso di autonomia dei ragazzi fondato sul diritto-dovere all'integrazione. Le misure concrete che sono elencate disegnano un modello fondato sull'accoglienza diffusa, sul ruolo dei sindaci e dei comuni, del volontariato e delle comunità, come testimonia anche la scelta, che credo molto importante, di potenziare l'istituto dell'affido familiare. Dare una speranza ai ragazzi e alle ragazze è la risposta più efficace alle politiche di odio e di terrorismo che infiammano il Medioriente, l'Europa e il mondo. Ed è la risposta più efficace per sottrarre spazio alla criminalità organizzata. Il rappresentante speciale del consiglio d'Europa ha detto, commentando il rapporto sui minori stranieri non accompagnati, che quello che i ragazzi vivono decide anche di chi diventeranno; decide del loro futuro, ma anche del nostro futuro, di un futuro comune. Per questo dobbiamo passare dalla logica dell'emergenza a quella appunto della costruzione di una politica fatta di attribuzione di competenze e di risorse, di cooperazione tra soggetti diversi, perché non c'è sicurezza senza giustizia e senza inclusione sociale.

Serve una politica di potenziamento dell'accoglienza, a partire dalla rete SPRAR e dal sostegno ai comuni. Serve una politica globale per consentire all'Europa di agire come un attore globale per una politica di pace e di cooperazione con i Paesi del Mediterraneo. Servono i corridoi umanitari, che in parte si stanno sperimentando, per fare arrivare le persone che scappano dalle guerre e dalla fame in condizioni più umane e più sicure. Bisogna superare la criminalizzazione della clandestinità perché il reato di immigrazione clandestina è inutile, è dannoso nella deterrenza, come ci hanno anche spiegato interlocutori autorevoli, come Panza, come Roberti, e intasa i tribunali e ostacola le indagini.

Questo provvedimento offre una strategia e un modello di intervento. Le leggi, Presidente, non vanno poi semplicemente approvate, anche e soprattutto una legge come questa deve essere costantemente seguita, monitorata, implementata. È possibile combattere la paura attraverso politiche lungimiranti ed inclusive, progettate e coordinate.

Voteremo a favore di questa legge che ci offre non solo tutele e diritti ai tanti ragazzi stranieri, che sono anche una ricchezza per le nostre società e che cercano opportunità e cercano inclusione, ma ci offre anche una strategia e un modello di intervento da perseguire per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà (Commenti). Magari questo entusiasmo conteniamolo.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Comprendo l'entusiasmo, ovviamente, con una autoreferenzialità diffusa.

Forza Italia si asterrà su questo provvedimento. Si asterrà su questo provvedimento per ragioni note perché sono state già oggetto della precedente dichiarazione di voto, ma negare piuttosto che un'astensione critica sarebbe inutile. Si tratta di minori e quindi è un atteggiamento di comprensione legittima, un approccio più cauto, rispetto al diniego del consenso, ma sia chiaro noi siamo convinti che a fronte dei 25.000 e passa minori non accompagnati, esattamente 25.846 minori non accompagnati, la circostanza che ben 6.561, più di uno su quattro, siano diventati irreperibili alla fine dell'anno non può essere sottaciuto. È evidente che il fenomeno non può essere letto soltanto come un gesto umanitario, ma va letto nell'ambito della più articolata questione dell'immigrazione, problema che il Governo ha trattato sempre con grande sufficienza, con populismo, pensando che accogliere sia una parola senza confini, senza limiti, senza nessun tipo di decenza dal punto di vista del rispetto dei diritti dei cittadini italiani e che l'accoglienza si trasformi sostanzialmente in una sorta di business culturale, ma che molto spesso diventa anche economico. Ed è questa la nostra preoccupazione principale, perché allorquando si sancisce in questo provvedimento l'impossibilità assoluta di respingimento, all'articolo 3, la modifica non è di poco conto.

Non è di poco conto perché significa automaticamente la necessità di organizzare l'accoglienza di questi minori non accompagnati; che siano alti un metro e novanta e abbiano la barba, può anche essere irrilevante per come è scritta la legge. Legittima il sospetto che sotto l'egida di questa accoglienza tout court indiscriminata si possa celare un intento comunque economico che niente ha a che spartire con nessun principio di diritto umanitario. Noi su questo saremo severi. Saremo severi tanto siamo convinti che è stata sbagliata. Chiedete a qualche sindaco quanto incidono 4 o 5 minori non accompagnati su un bilancio di un piccolo comune. Andatelo a chiedere e chiedetevi se questa è una legge che può essere digerita come se fosse - l'ho sentito in qualcuno degli interventi che trovo retorici e quindi inaccettabili in un'Aula in cui si scrivono le leggi - soltanto un gesto di embrassons nous assolutamente come posso dire pacifico e che non debba trovare invece nella realtà il suo punto di partenza e di arrivo.

Illustre Presidente, noi speravamo, dopo esserci astenuti in prima battuta, che il Senato potesse in qualche maniera fare tesoro dei nostri emendamenti che sono stati respinti, ma questo non è accaduto e nella dichiarazione che è stata resa da Forza Italia al Senato vengono enucleate le ragioni fortemente critiche che fanno di questo provvedimento un addentellato, un'appendice, assolutamente inaccettabile di una cultura dell'immigrazione non realistica. In questa che è una dichiarazione di voto di astensione - ripeto - critica e legittimata soltanto dalla speranza che questa legge possa trovare applicazione nei confronti di quei minori meritevoli di accoglienza (ma il sospetto che questo non accadrà è fortissimo), vi è tutta la certezza che il rispetto delle piccole amministrazioni, dei piccoli sindaci, che sono venuti più volte a lamentarsi di una indifferenza rispetto ai problemi dei piccoli enti, debba essere quello che ci guida più di ogni forma di cieco umanitarismo che, come tutti gli “ismi”, diventa patologico se non è connaturato a quella che è la realtà della situazione. Una legge di bandiera ideologica inutile che cela sostanzialmente non un miglioramento, ma un peggioramento, della lettura del rapporto fra immigrazione e cittadinanza. E ciò nonostante, assumendoci una responsabilità nei confronti di quel minore, anche di uno, che dovesse essere felicemente accolto nel nostro Paese, per rispetto di quella individualità, di quel dolore, di quella difficoltà, il nostro voto di astensione è un voto tanto convinto da un punto di vista strettamente umanitario, quanto poco convinto dal punto di vista del rispetto di sindaci, di diritti, dei business, che si annidano all'interno di tutto questo.

Forza Italia si ripromette - noi speriamo che questo non sia soltanto una prospettiva - di intervenire fortemente su questa normativa e di razionalizzarla a quella che è l'esigenza del territorio, perché sia chiaro, nel momento in cui si invocano i principi costituzionali dell'articolo 10 e 31, che quei princìpi non possono essere derogati solo perché un Parlamento decide di ignorare la Costituzione; è una caratteristica di questa legislatura. Una Costituzione presente, ma ignorata, una sorta di richiamo che il referendum ha reso ancora più forte e importante dall'attualizzazione dell'attuale Costituzione, ma la pratica poi dismette quelli che sono i principi costituzionali. Questa è una legge che va contro l'articolo 10, parliamoci chiaro, e quindi il livello di attenzione, il livello di cura del Parlamento, di Forza Italia, sarà assolutamente implacabile. Laddove si annideranno delle ipotesi di business alle spalle dei minori accompagnati o non che siano, Forza Italia non esiterà a denunciarle. Il nostro voto di astensione critica ne costituisce testimonianza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Presidente, io non credo che questa sia una legge piena di retorica, e nemmeno che gli interventi precedenti siano interventi pieni di retorica: semplicemente si è dato atto di una situazione di fatto. Quello che fa questa legge è migliorare il sistema attuale di gestione dei minori stranieri non accompagnati.

Attualmente il problema è che non esiste un sistema dedicato a questi minori, che giungono qui senza alcun tipo di accompagnamento familiare, vengono inseriti in strutture che non sono adeguate all'accoglienza dei minori: è stato detto benissimo prima, sono stati snocciolati anche una serie di dati e presentate una serie di situazioni reali. Permangono per moltissimo tempo da minori in strutture che sono già poco adeguate per i maggiorenni, figuriamoci per un bambino che si ritrovi in questa sede: seppur dotato di barba, all'età di quattordici anni si ritrova in una struttura che non è nemmeno dedicata ai maggiorenni, figuriamoci a tenere minori; per dei tempi che sono lunghissimi per l'identificazione, e poi la dislocazione sul territorio.

Dove vengono poi dislocati? Con un sistema di media accoglienza diffusa, diciamo così, vengono mandati dai sindaci; e si crea poi quello che è il problema della “lotta tra poveri” sui territori, perché i sindaci, come abbiamo già fatto presente in prima lettura, si trovano a dover gestire quelle poche risorse che hanno e a dover decidere se darle al minore straniero non accompagnato piuttosto che al figlio della famiglia italiana indigente. Quindi sicuramente non è un sistema adeguato di gestione del fenomeno.

Noi abbiamo molta attenzione alla questione, tant'è che non solo siamo firmatari della legge ma abbiamo anche presentato, nella pendenza dell'approvazione di questa legge, una risoluzione in Commissione affari costituzionali, che chiedeva semplicemente il recepimento effettivo della direttiva n. 33 del 2013, che parla degli standard minimi dei rappresentanti, dei cosiddetti tutor dei minori, e recepisce anche le linee sottolineate dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Che cosa sottolineano in particolare questi documenti? È quello che abbiamo chiesto con la risoluzione: che il sindaco venga soltanto utilizzato come extrema ratio, perché non è il sistema d'accoglienza migliore per il minore, non è la situazione di gestione più adeguata. Infatti, che cosa succede? Succede che i minori scompaiono da questi centri. Ho presentato un'interrogazione qualche anno fa, chiedendo dei dati al Ministero dell'interno, perché ci sono soltanto dei dati percepiti, sui minori stranieri non accompagnati scomparsi dai centri: ve ne sono tantissimi, e se li si confronta coi dati sulle vittime di tratta nel mondo, si sa che il 30 per cento delle vittime di traffico internazionale di persone sono minori, minori che entrano nei territori e vengono sfruttati per l'accattonaggio, per la prostituzione e per il prelievo di organi. Quindi bisognerebbe porsi delle domande, nel momento in cui questi bambini scappano dai centri, perché sono centri non adeguati alla loro accoglienza. Questa legge va dunque sicuramente verso un approccio migliorativo, puntando sull'affidamento familiare e preferendolo rispetto a quella che è l'attuale gestione, che permetterebbe di ridurre la tensione sociale.

Sul divieto di respingimento non mi pronuncio nemmeno, perché ci sono una serie di normative che pongono in maggior rilievo, tra la questione immigratoria e la tutela del fanciullo, per fortuna la tutela del fanciullo, quantomeno per ora. Mi permetto di esprimere una valutazione su quello che è stato il percorso di questa legge, senza voler assolutamente essere critica perché voteremo a favore della proposta di legge. Se il Parlamento ha votato molto bene - perché in Commissione affari costituzionali si è lavorato molto velocemente sulla legge, tutte le osservazioni avanzate anche dall'opposizione, quindi dalla sottoscritta, sono state recepite, si è lavorato molto bene con le associazioni audite -, non si è lavorato invece bene col Governo, che ci ha messo oltre tre anni a far pervenire la relazione tecnica, ha fatto modificare il testo di legge perché ci fosse l'invarianza finanziaria; dopo tre anni si è riusciti ad arrivare all'approvazione, poi si è passati al Senato, e per fortuna lì magicamente sono comparsi dei soldi, quindi si è ritornati qui oggi per l'approvazione in via definitiva. Tre anni per avere una relazione tecnica da parte della Ragioneria generale dello Stato non è sicuramente un modo serio di lavorare, soprattutto quando il Parlamento unanimemente ha lavorato bene su un testo di legge: per una volta bisogna dirlo veramente, si è lavorato in maniera eccellente. Un pelo di mancanza di correttezza da parte del Governo, perché tre anni sono veramente tantissimi, e lo ripeto. Per fortuna poi al Senato dei soldi si sono trovati, per riuscire ad affrontare in maniera seria le previsioni di questo testo di legge.

Detto questo, noi voteremo sicuramente a favore. Faccio presente al Governo che, in questa pendenza di tre anni, era arrivata anche una lettera da parte dell'ASGI, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, sottoscritta da tutte le principali associazioni che si occupano del fenomeno immigratorio in Italia. Essa chiedeva l'estensione, da parte del Governo, del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, che si applica al riconoscimento dell'età, quello che prevede la presunzione di minorità e gli accertamenti dell'età per i minori vittime di tratta, anche ai minori stranieri non accompagnati che non fossero riconosciuti vittime di tratta: in pendenza dell'approvazione di questa legge, che prevede all'articolo 15 delle misure per il riconoscimento della minore età, chiedeva un'equiparazione delle due tipologie - chiamiamole così, in maniera poco elegante - di minori. Questo perché? Perché questa legge ha dovuto attendere tantissimo tempo per l'approvazione. Oggi, per fortuna, ci sarà questo sistema dedicato; però chiedo maggiore attenzione al Governo quanto all'immigrazione: perché, se la si gestisce non come un'emergenza, ma come un fenomeno che c'è e come un'immanenza, la si prende seriamente, si evita anche di creare quei problemi di conflitto, di tensione sociale, che si sviluppano inevitabilmente tra cittadini italiani e stranieri, si aiuta il Governo e il Parlamento a gestire meglio, e si aiutano i cittadini italiani a comprendere quali sono le problematiche altrui. Detto questo, voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sandra Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signora Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, le norme che ci apprestiamo a votare in terza lettura oggi riguardano i cosiddetti minori stranieri non accompagnati: ragazze e ragazzi, talvolta veri e propri bambini, che fuggono da Paesi dove la guerra e la violenza sono feroci, dove la povertà è acuta, dove il presente è spesso fatto di disperazione e il futuro è negato. Le loro vicende, le loro storie ci interrogano su un modello, sul modello di civiltà che vogliamo per noi stessi e che vogliamo per i nostri figli. Questi ragazzi sono profughi, sono richiedenti asilo, sono anche semplici migranti; ma prima di qualunque cosa - ed è questo il principio giuridico da cui muovono queste norme - sono, appunto, minorenni, per di più minorenni soli, senza familiari, senza adulti di riferimento. Ed è proprio in ragione della loro maggiore vulnerabilità che sono state scritte le norme che arrivano in Parlamento, con l'ambizione di rispondere a bisogni umanitari, alle nostre coscienze, ma soprattutto di rispettare e applicare i principi proclamati nei trattati internazionali, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo alla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia.

Queste norme hanno l'ambizione di dotare l'Italia di un sistema stabile ed efficace di protezione dei minori migranti, ma anche di aiutare i nostri sindaci, che devono gestire il problema dell'accoglienza: tutti i sindaci, di qualunque partito e colore politico essi siano; di sostenere il lavoro delle associazioni e delle organizzazioni internazionali, senza le quali davvero io credo che anche noi affonderemmo in questo mare che è ad un tempo di disperazione e di speranza. Queste norme hanno anche l'ambizione di essere all'altezza della generosità dei nostri concittadini italiani, di tanti e tanti di loro e di tanti volontari, con l'ambizione di concorrere a costruire un sistema che guarda lontano, al futuro, e che Papa Francesco ha con un'estrema efficacia richiamato e descritto semplicemente con quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

Ma è soprattutto un investimento per un Paese intelligente, capace di guardare ai dati che lo caratterizzano: un saldo demografico negativo che ci accompagna da due anni. Investire sul loro senso di appartenenza, sul senso di appartenenza di questi ragazzi al Paese che li accoglie, su una loro doppia consapevole cittadinanza significa investire su un progetto di pace. Una volta diventati adulti, questi ragazzi saranno testimoni presso i propri Paesi di origine della qualità della nostra civiltà e dei nostri valori. È stato ricordato dal collega Sisto il numero esatto: ne sono giunti più di 26 mila nel nostro Paese; ebbene, nel 2011 faceva effetto la cifra di 3.500. Nella distanza tra questi due numeri sta il segnale, il trend della migrazione mondiale, che ci dice e ci conferma che sempre più giovani e giovanissimi sono presenti nel flusso dei migranti e che loro sono una quota in continua crescita, mentre la loro età si abbassa progressivamente. Molti, molti, molti di loro, se sappiamo ascoltarli, se li incontriamo, se parliamo con loro, ci dicono che non hanno come meta il nostro Paese; vogliono raggiungere altri Paesi in Europa, magari semplicemente, come è giusto che sia, per unirsi ai propri familiari.

Occorre, dunque, lavorare anche su questo fronte, perché non mettano nuovamente a rischio le proprie vite. Senza un sistema di accoglienza bene organizzato, in cui ragazze e ragazzi possono perdersi nel nulla - e 6 mila, più di 6 mila, è il numero di coloro che sono scomparsi in questo anno -, non solo non si affronta la questione della loro sicurezza, ma si alimenta il mercato dell'illegalità; dell'illegalità a casa nostra e dell'illegalità internazionale. Noi sappiamo che sono vittime di tratta, e queste norme colpiscono, appunto, la tratta, mettendoli al sicuro. Tratta, prostituzione, sfruttamento del lavoro minorile. A loro, ragazzi e ragazze coraggiosi e generosi, che sono stati capaci di mettere in discussione la propria vita per aiutare madri e fratelli, ha dedicato, appunto, il messaggio del migrante e del rifugiato Papa Francesco.

Tra i migranti i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile, ci ha ricordato, perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e sono senza voce. La precarietà li priva di documenti, nascondendoli agli occhi del mondo. L'assenza di adulti che li accompagnano impedisce che la loro voce si alzi e si faccia sentire; in tal modo, finiscono facilmente nei livelli più bassi del degrado umano, dove l'illegalità e la violenza bruciano in una fiammata il futuro di troppi innocenti.

È, appunto, esattamente il contrario di quello che ho sentito. Queste norme colpiscono, semmai, questo mercato degli esseri umani e rispondono, invece, a ragioni di legalità, oltre che, ovviamente, umanitarie. Raramente, signora Presidente, care colleghe e cari colleghi, raramente capita di sentirsi in quest'Aula, in questa sede, interpreti di una volontà così grande, una volontà collettiva, un disegno condiviso, che ha saputo superare anche schieramenti partitici e politici, e per questo mi rammarico che permanga in Forza Italia questo cambiamento di idea e che si decida di astenersi.

Questa legge non è frutto di buon cuore; certo, risponde a esigenze umanitarie, ma mette ordine nelle procedure, crea un sistema, assegna risorse, fissa regole. Ci sono voluti tre anni per arrivare a questa giornata, ci sono voluti tre anni, ma siamo i primi in Europa, e questo non è solo un fatto di cui andare orgogliosi, perché rende giustizia alla nostra storia di fondatori dell'Unione, ma rappresenta anche una conquista da spendere ai tavoli di confronto europei e internazionali.

È evidente a tutti la necessità di giungere al più presto a una legislazione europea omogenea, non fosse altro perché i Paesi dell'Unione hanno tutti sottoscritto la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia. Ci sono voluti tre anni, ma non ci saremmo arrivati se, intorno a questa legge, non si fosse creato un consenso larghissimo, senza le associazioni e le organizzazioni per la tutela dell'infanzia e dei diritti umani, a cui tutte, tutte, nessuna esclusa, va il nostro più profondo ringraziamento. È bello quando il Parlamento sa rappresentare il Paese. Voglio cominciare da Save the Children, che è all'origine di questa iniziativa, ma Unicef, Terre des Hommes, Caritas, UNHCR, Sant'Egidio, Defence for Children, Emergency, Oxfam, CIR, CNCA e l'Anci, che ha fatto sentire alta e forte la voce dei sindaci impegnati a trovare soluzioni, non a fare inutili polemiche. Senza il sostegno del mondo della giustizia, l'Anm, gli assistenti sociali, il Garante dell'infanzia, senza l'intesa con le forze politiche, le reiterate caparbie richieste di tanti di approvare queste norme, non ci saremmo arrivati; da ultimo, decisivo, senza la determinazione del gruppo parlamentare di cui mi onoro di far parte e un impegno anche del Governo. Credo capiti così, quando la realtà, nella sua verità e nella sua urgenza, chiede una risposta, ma credo che sia anche un segno della speranza che una politica migliore è possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1658-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, n. 1658-B:

"Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati."

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 11) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 11,52)

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2036 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 4109) (ore 11,52).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4109: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014.

Ricordo che nella seduta del 13 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 4109)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4109)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A), che è l'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4109/1.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIO GIRO, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, il parere sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4109/1 è favorevole con la seguente riformulazione: sull'impegno, all'inizio, aggiungere le parole “a valutare l'opportunità di”, salta “ad”, e poi continua con “adottare le iniziative (…)” eccetera.

PRESIDENTE. Grazie. Prendo atto che l'onorevole Matarrelli accetta la riformulazione.

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4109)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente, sottosegretario, brevissimamente, leggendo quanto è scritto nel testo - che vado a citare -, cioè che la Repubblica Italiana e la Repubblica di Slovenia hanno concordato, nel desiderio di rettificare la linea di confine di Stato nel settore V (al netto del fatto che, come sappiamo, questo è un provvedimento che va avanti da qualche anno, mi pare che i primi accenni a questo tipo di rettifica ci fossero stati tra il 2006 ed 2007), indicativamente oggi si porta di fatto a compimento questo passaggio, quanto in quegli anni era stato teorizzato e che adesso di fatto è stato messo su carta.

Ma in un'Europa che voi definite unita, senza frontiere, in un'Europa che dopo Schengen fondamentalmente gestisce e garantisce qualsiasi tipo di passaggio libero (culturale, di merci, di popolazioni) - e in Friuli-Venezia Giulia sappiamo che cosa vuole dire; non soltanto noi, chiaramente, ma questo è un passaggio che attiene fondamentalmente a quelle zone, ovvero la linea di confine di fatto si sposta prendendo come confine un torrente nella zona est del Friuli-Venezia Giulia -, l'unica cosa che contesto è questa, nel senso che, in un'Europa che dovrebbe essere libera, in questo atto si parla ancora di desiderio di rettificare la linea di confine tra Stato italiano e Stato sloveno, affinché si sappia perfettamente, secondo questo documento, che c'è un confine, l'avete scritto voi. C'è scritto in questo Accordo, si parla di confini!

Allora, di confini non si parla quando sta bene al Governo, quando sta bene alla maggioranza, quando l'immigrazione in quei territori non è controllata - e non è controllata! -, però in questo caso, quando magari serve un accordo fra due Stati - che in teoria dovrebbero essere due Stati sovrani in pancia a questa Europa - perché c'è un'autovettura che supera un limite di velocità e non si sa dove mandare la multa, ebbene, Presidente, mi sembra controproducente e anacronistico, rispetto non a quanto diciamo noi e a quanto dicono anche altre parti dell'opposizione, ma a quanto dice la maggioranza, che si fa bella, con lo stesso Governo, anche pochi giorni fa, per capire e per far digerire a tutti questo concetto di Europa, che così come sta e giace non ci piace. Ma qui parlate ancora di confini. Quindi, per quanto mi riguarda, io personalmente mi asterrò, o valuterò, anche ascoltando le dichiarazioni di voto finale di qualche collega, addirittura se votare contro questo tipo di passaggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo al nostro esame concerne la rettifica del confine di Stato italo-sloveno nel tratto connesso al corso del torrente Barbucina/Čubnica. Infatti, la modifica del corso del torrente, dovuta a lavori di regolazione della portata, rende necessario ridefinire il confine. Si tratta di un'operazione tecnica di manutenzione dei confini di Stato che mira a farli coincidere nella fattispecie con la linea mediana del torrente regimentato, per cui si procede ad uno scambio di territori lungo il tratto preso in considerazione. Si precisa inoltre che future variazioni del corso del torrente in questione non comporterà variazioni ulteriori di confine. Credo che le valutazioni tecniche effettuate per ridefinire il tracciato siano adeguate ad ottenere la nostra fiducia, che esprimiamo verso tutto l'Accordo, quindi dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare. Ma nel dichiarare il voto favorevole auspico che i dibattiti sui confini dei Paesi parte dell'Unione europea abbiano sempre più un valore puramente amministrativo, oltre gli steccati e i limiti, per costruire uno spazio europeo condiviso di libertà e giustizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.

IVAN CATALANO. Presidente, rappresentati del Governo, onorevoli colleghi, l'Accordo italo-sloveno sulla linea di confine di Stato nel tratto regimentato dal torrente Barbucina/ Čubnica, nel settore V del confine, stipulato a Trieste il 4 dicembre 2014, concerne la rettifica del confine di Stato tra le parti firmatarie del trattato del torrente fra i comuni limitrofi di San Floriano del Collio, in provincia di Gorizia, e Občina Brda in Slovenia. L'esigenza di ridefinire il confine è sorta al seguito della modifica del corso del torrente conseguente ai lavori di regimentazione dello stesso, effettuati di comune accordo da Italia e Slovenia tra il 1986 ed il 1993.

Come è stato ricordato in discussione generale, il confine orientale è stato oggetto in passato di drammatiche rivendicazioni: già dal 1920, a seguito della Prima Guerra mondiale, il Trattato di Rapallo aveva creato forti tensioni con la rinuncia dell'Italia alla Dalmazia e alla città di Fiume e poi, dopo la Seconda Guerra mondiale, da parte della Repubblica socialista federale di Jugoslavia di Tito nei confronti degli italiani.

Allo scopo di rettificare la linea di confine, facendo sì che esso continui a coincidere con la mediana del torrente Barbucina, l'Accordo in esame modifica la vigente Convenzione, firmata a Roma il 7 marzo 2007 e ratificata con la legge n. 210 del 2010, che contiene la definizione di tale confine attraverso il rinvio a due specifici documenti: il Catalogo delle coordinate e descrizione della linea di confine e l'Atlante delle carte e delle mappe del confine. La Convenzione del 2007 ha sostituito la precedente Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio esecutivo federale dell'Assemblea della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia per la manutenzione del confine di Stato, firmata a Nuova Gorizia il 29 ottobre 1980 e ratificata con legge n. 970 del 1984, nella cui esecuzione, a seguito della proclamazione di indipendenza, era subentrata il 31 luglio 1992 la Repubblica di Slovenia.

La fase negoziale dell'Accordo in esame ha avuto inizio nel dicembre 2011 per impulso della Commissione mista per la manutenzione del confine di Stato, organismo istituito già nel primo Accordo confinario bilaterale.

Nello specifico, il testo riguarda la parziale modifica della suddetta Convenzione, con riferimento al tracciato della nuova linea di confine di Stato nella zona regimentata del torrente Barbucina, nel settore quinto del confine, al fine di farlo coincidere con la linea mediana del torrente regimentato. La rettifica viene attuata attraverso uno scambio di superfici equivalenti lungo il tratto considerato, nell'entità riportata nelle planimetrie allegate all'atto in esame. Le aree delle superfici da scambiare, comprendenti per ciascun Paese una superficie pari di 1746 metri quadri, sono riepilogate in un'apposita tabella pure allegata all'Accordo, di cui costituisce parte integrante unitamente alle citate planimetrie.

All'entrata in vigore dell'Accordo, le parti provvederanno all'esecuzione necessaria dei lavori di demarcazione dei termini di confine e all'aggiornamento della relativa documentazione ufficiale. Si tratta di opere di lievissima entità, destinate a trovare una copertura nello stanziamento annuale per la manutenzione del confine previsto dall'articolo 3 della citata legge del 2010. Ulteriori variazioni nel corso del torrente non influenzeranno il nuovo tracciato del confine di Stato.

L'accordo, che non presenta profili di incompatibilità con altre normative, risolve una questione piccola, ma comunque significativa, considerando che si tratta pur sempre di confini di Stato, che da qualche anno attendevano una soluzione.

Per queste ragioni, il gruppo Civici e Innovatori dichiara convintamente il proprio voto favorevole sul provvedimento, già licenziato peraltro dal Parlamento il 18 ottobre scorso, contestualizzandolo nell'ambito dei rapporti positivi con la Repubblica di Slovenia (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Penso che questa non sia una ratifica qualsiasi, credo che questa sia veramente una ratifica importante, anche perché fa capire che il confine politico e il confine geografico spesso non coincidono e soprattutto fa capire che è caduto il muro. È caduto per davvero, perché una ratifica come questa non sarebbe mai potuta accadere in maniera così semplice e schietta. Abbiamo visto che tutto il Parlamento ha votato, quindi mi stupisco di alcuni voti contrari che ho visto in quest'Aula.

Rimango dispiaciuta dell'intervento del mio collega, onorevole Rizzetto, perché oggi si conclude una ratifica dell'Accordo tra Italia e Slovenia per la rettifica di un piccolo tratto del confine in provincia di Gorizia, tra le due Repubbliche, nel cuore della famosa area collinare che in italiano si chiama Collio e in sloveno Brda. Il fatto riguarda l'adeguamento geografico del confine nazionale, adattandolo alle modifiche intervenute nel tempo lungo il corso del torrente Barbucina, nel tratto condiviso tra il comune di San Floriano del Collio e il comune di  Občina Brda.

La linea mediana del torrente, in base ai vigenti accordi internazionali, costituisce la linea di confine, ma nel tempo lavori di manutenzione del corso d'acqua hanno modificato la geografia di quei luoghi e per adeguare le mappe e le planimetrie si è deciso di realizzare uno scambio reciproco di territorio. È un'inezia, Presidente: sono 1746 metri quadrati, che serviranno ad aggiornare la linea di demarcazione, quella che è di fatto invisibile tra vigneti e frutteti e che chiunque di noi, oggi, per fortuna, può attraversare senza accorgersene decine di volte nel corso di una semplice passeggiata. Tuttavia l'evento, poco più che burocratico e amministrativo, esprime lo spirito di questi tempi: per una volta, lo spirito buono dei tempi.

Lungo difficili decenni, questo confine è stato oggetto di travagliate discussioni, a partire dalle clausole del Trattato di pace, di contese sulle differenze tra mappe catastali e confine politico, di problemi che toccavano direttamente la quotidianità di comunità che vivevano sulla frontiera. Oggi, finalmente, con questo atto, non più: la Slovenia è entrata in Europa, la caduta dei confini si celebra quotidianamente a Gorizia nella piazza Transalpina, architettonicamente riunificata dopo l'eliminazione dell'ultimo muro tra Est e Ovest. Non dimentichiamocelo, sottosegretario, avevamo anche noi qua il muro e noi, che abbiamo vissuto in quelle zone, l'abbiamo veramente sentito sulla nostra pelle quotidianamente.

Mentre purtroppo l'Europa, oggi, affronta le sue incertezze costruendo nuovi terribili muri, in un angolo d'Italia, con lo scambio di pochi metri quadrati lungo le sponde di un torrente, che è un po' sloveno e un po' italiano, si rivela nei fatti il sempre più compiuto superamento dei confini culturali, l'efficacia della visione transfrontaliera nella gestione dei territori, che si percepiscono vicini e non certo confinanti, l'importanza di tutte le iniziative di una cooperazione che va avanti ormai da decenni. Ed è per questo che noi voteremo convintamente a favore di questa ratifica così tanto attesa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Con l'Atto Camera viene oggi sottoposto all'attenzione di questo ramo del Parlamento e della nostra Assemblea un accordo bilaterale tra il nostro Paese e la Slovenia, che concerne la correzione della linea di confine. Il provvedimento di autorizzazione alla ratifica è già stato approvato dal Senato. Le mappe allegate al Trattato dimostrano che la modifica della frontiera italo-slovena avviene sulla base del concetto dello scambio di territori equivalenti, con l'obiettivo di tener conto della linea mediana del torrente Barbucina.

Di questa intesa con la Repubblica di Slovenia, che non sembra comportare alcun problema, come prova il silenzio delle autorità locali goriziane, a me piace sottolineare un aspetto in controtendenza rispetto alla narrativa dominante di questi anni, quella secondo la quale i confini sarebbero irrilevanti. La determinazione con la quale gli sloveni hanno perseguito questa ratifica frontaliera, per noi assolutamente insignificante, prova che persino dentro l'Unione europea ai confini si continua ad annettere un grande significato, anche simbolico, che alla gran parte dei nostri cittadini, ma non a noi, sfugge: è una bella lezione. Ci illudiamo, in Italia, che questa nostra indifferenza ai confini sia la conseguenza di una cultura politica più matura, ma noi non ne siamo convinti. Noi crediamo invece, al contrario, che dipenda da una nostra fuga dalla realtà, perché le frontiere continuano e continueranno a separare sistemi normativi, valori, progetti ed identità, che certamente potranno coesistere fianco a fianco, ma nel rispetto reciproco della loro diversità e sovranità, ciò in cui consiste in effetti la pace. Pensiamo, invece, che l'assenza di differenze rifletta quasi sempre l'imposizione di un modello dominante, che è poi quello dei Paesi più forti e potenti.

La Lega Nord, onorevoli colleghi, voterà quindi a favore della ratifica di questo accordo, perché vi vede la speranza di un risveglio suscettibile di riportare anche il nostro Paese nella storia, liberandolo dall'illusione di utopie che non sono condivise e possono perciò anche rivelarsi, alla fine, pericolose, come quella del mondo senza confini. I confini esistono ed è un bene che sia così. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.

Ma l'onorevole Alli non è in Aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causin. Ne ha facoltà.

ANDREA CAUSIN. Presidente, intervengo solo per dichiarare voto favorevole alla ratifica e poi, se la Presidenza consente, consegniamo l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.

MICHELE PIRAS. Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Articolo 1-MDP.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Italia e Slovenia sono parecchi anni che lavorano su questo punto specifico e lavorano di comune accordo, direi. Tra il 1986 e il 1993, hanno incominciato attivamente a impegnarsi su questo punto specifico per i lavori di regimentazione del torrente, ciò ha chiaramente comportato la necessità di modificare il confine di Stato, perché andava a impattare su quella Convezione bilaterale del 2007. Forza Italia voterà favorevolmente alla ratifica di questo Accordo che, sicuramente, è un accordo tecnico, ma, seppur comportando una variazione relativamente esigua del confine di Stato, ci si rende conto che ha anche un valore altamente simbolico. Non vediamo nessun tipo di problema e la volontà comune ai due Paesi di trovare comunque delle compensazioni utili su base reciproca, fa sì che questa collaborazione possa durare nel tempo e ciò ci fa ben sperare per il futuro, da un punto di vista frontaliero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scagliusi. Ne ha facoltà.

EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Semplicemente per confermare il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle a questo Accordo che rettifica il confine tra Italia e Slovenia. Si tratta praticamente di adeguare il confine di Stato alle mutate condizioni morfologiche del terreno. Secondo noi le variazioni si compensano in modo equilibrato e, quindi, non faremo mancare il nostro supporto all'Accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Grazie, Presidente. Voglio ricordare a quest'Aula che, nel passato, il confine orientale è stato oggetto di drammatiche rivendicazioni. Già nel 1920, a seguito della prima guerra mondiale, il Trattato di Rapallo aveva creato forti tensioni con la rinuncia dell'Italia alla Dalmazia e alla città di Fiume e l'inclusione, invece, di territori in cui la maggioranza della popolazione era croata e slovena. Tale suddivisione ha fatto sì che la situazione andasse via via degenerando, arrivando a una tragica persecuzione etnica, prima, delle forze fasciste nei confronti di sloveni e croati e, poi, dopo la seconda guerra mondiale, da parte della Repubblica socialista federale di Jugoslavia nei confronti degli italiani. Nonostante le forti tensioni del passato, oggi, a seguito della caduta del regime di Tito, a cui sono seguite le guerre jugoslave degli anni Novanta, e dell'ingresso della Slovenia nell'Unione europea nel 2004, Italia e Slovenia si trovano concordi rispetto alle questioni relative alla linea di confine comune. Approfitto dell'occasione per ricordare gli eroi dimenticati della tragedia di Arsia in Istria; a causa di un insensato sfruttamento delle miniere avvennero ogni anno incidenti mortali, tredici nel 1937, sette nel 1939 e il 28 febbraio del 1940 il più grave, 185 minatori perirono tragicamente nel profondo della miniera. La stampa fascista di allora censurò la notizia. Dal 1945, dopo la guerra, lavorarono nella miniera i prigionieri italiani condannati dal regime jugoslavo di Tito ai lavori forzati. L'Istria fu perduta e si assistette all'esodo di massa di un popolo umiliato e sconfitto. È storia di ieri, oggi si ricompone la verità. Ricordo l'articolo 80 della Costituzione secondo il quale gli accordi che importano modifiche territoriali sono autorizzati con legge di ratifica da parte della Camera.

In considerazione di tali circostanze e allo scopo di mantenere ben visibile il tracciato dal confine di Stato, la commissione mista per la manutenzione del confine di Stato ha predisposto lo schema dell'Accordo oggetto della ratifica, oggi, per la revisione del confine di Stato comune. Ogni parte ha immediatamente provveduto ad inoltrare il testo dell'Accordo, compresi gli allegati, ai rispettivi Ministeri degli affari esteri per l'avvio e la conclusione delle trattative. Per tutte queste motivazioni, in conclusione, auspico una rapida approvazione del disegno di legge di ratifica in esame, già approvato dall'altro ramo del Parlamento il 18 ottobre scorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4109)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 4109:

S. 2036 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014".

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Alle ore 16,30 prima di passare al seguito della discussione della proposta di legge recante disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati, avrà luogo la commemorazione di Alfredo Reichlin.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per lo Sport, la Ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo e la Ministra per i Rapporti con il Parlamento.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare regolarità e trasparenza nello svolgimento delle prossime elezioni per il rinnovo degli organi di vertice del Coni, anche alla luce della recente tornata elettorale relativa alle federazioni sportive - n. 3-02910)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Guidesi ed altri n. 3-02910 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Guidesi se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica per un minuto.

GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, recentemente, ieri, si sono svolti, attraverso le assemblee, i rinnovi degli organi delle varie federazioni sportive. I casi di rottamazione - uso un termine a lei caro - sono stati circa 7 su 44, cioè ci sono stati rinnovi di presidenti già in essere da moltissimo tempo. In alcuni casi - le cito i casi di Federcanoa, Fedescherma, Aeroclub e altri casi - si sono verificate evidenti irregolarità o per statuto, perché i presidenti non potevano più candidarsi, o addirittura a causa di schede non vidimate all'interno dell'assemblea elettiva. Se la situazione è questa, considerato che il CONI sostanzialmente fa silenzio, le chiediamo chi deve vigilare su queste assemblee, e soprattutto come verrà assicurata la trasparenza e la regolarità della prossima assemblea del Coni dell'11 maggio.

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport, Luca Lotti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata presentata dall'onorevole Guidesi ed altri si portano alla mia attenzione, onorevoli colleghi, presunte irregolarità che si sarebbero verificate durante la recente tornata elettorale avente ad oggetto il rinnovo dei vertici delle federazioni sportive che ha visto l'elezione di 15 nuovi presidenti su 44, come appunto illustrato dal collega. A tale riguardo vorrei anzitutto sottolineare e ricordare che mi sono personalmente adoperato per favorire la calendarizzazione del disegno di legge a firma Ranucci-Puglisi, già approvato in Senato, presso la Commissione VII della Camera dei deputati, con ciò mostrando particolare attenzione al tema della ragionevole durata dei mandati degli organi del CONI, come anche illustrato nella presentazione delle linee programmatiche in Senato.

Mi preme però precisare che la vigilanza delle procedure per il rinnovo dei vertici federali è una materia di diretta competenza del CONI. Sono gli organi dello stesso Comitato nazionale ad essere chiamati ad accertare e a reprimere eventuali irregolarità. Apprendo poi dal testo dell'interrogazione come in alcuni casi sia stato investito della questione il Collegio di garanzia per lo sport che, ai sensi dell'articolo 56, comma secondo, lettera c), del codice di giustizia sportiva del CONI è l'organo deputato a decidere in ultima istanza e in sede di legittimità sulle “questioni amministrative - cito testualmente - ivi comprese quelle relative alle assemblee e agli organi federali, inclusi i procedimenti elettivi ed il commissariamento” (ho citato ovviamente il testo). In particolare è la terza sezione del Collegio ad avere la competenza su tali tipologie di controversie. Tuttavia come Ministro per lo Sport, nell'esercizio del generale potere di indirizzo che mi è proprio, mi sono attivato e, laddove necessario, mi attiverò nuovamente per favorire l'accertamento, tramite il CONI e comunque nel rispetto delle prerogative dei suoi organi di giustizia interna, di eventuali illegittimità che possono aver condizionato le elezioni dei vertici federali che lei ha elencato, favorendo in questo modo il regolare e trasparente svolgimento delle elezioni per il rinnovo del CONI previsto per il prossimo 11 maggio.

PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di replicare per due minuti.

GUIDO GUIDESI. Se il Comitato di garanzia, che lei ha citato, che decide su eventuali irregolarità e quindi sui ricorsi di questi casi particolari di cui stiamo parlando, decidesse dopo l'11 maggio, è evidente che c'è un certo, per dir così, clima di opacità e di complicità all'interno del mondo istituzionale dello sport che riceve - Ministro, lei lo sa meglio di me - più di 400 milioni all'anno da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, che arrivano al CONI e con cui il CONI finanzia le singole federazioni.

Non vorremmo trovarci nella situazione in cui ci sarà una legge o una normativa in base alla quale il presidente del CONI può fare il presidente per altri vent'anni, in questo clima di opacità in cui sostanzialmente il presidente del CONI non viene deciso attraverso le progettualità o il programma sulle singole federazioni o a livello sportivo generale, ma viene deciso attraverso i finanziamenti che poi arrivano alle singole federazioni. In questo clima di complicità ed opacità le chiediamo invece di assicurare l'assoluta regolarità e trasparenza dell'assemblea dell'11 maggio, perché potrebbe verificarsi anche il caso in cui, attraverso trasparenza e regolarità, il presidente uscente possa essere eletto ugualmente.

(Iniziative di competenza volte a tutelare lo sport italiano dal rischio di condizionamenti della criminalità organizzata - n. 3-02911)

PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02911 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, ha suscitato clamore nei giorni scorsi la polemica - del resto riportata sui principali media nazionali - tra due istituzioni, la Commissione parlamentare antimafia, da un parte, e la Federcalcio dall'altra, proprio rispetto al fenomeno dell'esistenza di rischi e tentativi di condizionamento della criminalità organizzata nel mondo del calcio. Del resto la stessa presidente della Commissione antimafia ha parlato della penetrazione delle mafie come di un fenomeno preoccupante e diffuso, sia nel mondo del calcio e in genere nello sport italiano. Ora, salve le competenze del Ministro dell'interno per i problemi di ordine e sicurezza e della magistratura per l'attività investigativa, signor Ministro, non ritiene importante anche in riferimento alla sua specifica competenza in materia di vigilanza sul CONI, e quindi sugli organi nei quali esso è articolato, l'adozione di una direttiva ministeriale che possa recare i propri principi e i criteri direttivi per una policy etica, per l'introduzione di linee guida, e quindi per una responsabilità sociale degli operatori del settore?

PRESIDENTE. Il Ministro per lo sport, Luca Lotti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata in Assemblea l'onorevole Galati mi chiede di riferire in merito alle iniziative che, nella qualità di Ministro per lo sport, intendo adottare per la tutela dello sport italiano rispetto al rischio di condizionamenti derivanti dalla criminalità organizzata. In particolare l'interrogante prende spunto da una vicenda riportata dai maggiori quotidiani nazionali che ha recentemente coinvolto la dirigenza di uno dei più importanti club calcistici italiani e di cui si stanno occupando, ciascuno per profili di propria competenza, la Commissione parlamentare antimafia, la magistratura e la procura federale della FIGC. Inoltre, come si rileva nell'interrogazione, del fenomeno si è interessato anche il Ministro dell'interno che, quale amministrazione preposta alla tutela dell'ordine pubblico, ha sottoscritto d'intesa con la Federazione Italiana Gioco Calcio, con la Lega di serie A, la Lega di serie B e la Lega Pro un protocollo per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose nel calcio. Da parte mia, in qualità di Ministro per lo sport, non posso che condividere la preoccupazione rappresentata dall'onorevole Galati e manifestare grande apprensione per un fenomeno qual è senz'altro quello delle infiltrazioni mafiose nello sport non soltanto nel professionismo ma anche nel dilettantismo che, qualora dovesse rivelarsi esistente, danneggerebbe in modo grave il mondo sportivo, minacciandone nel profondo i più importanti valori di lealtà e correttezza.

Il ruolo che l'ordinamento assegna al Ministro per lo sport, con riferimento a questa vicenda come ad ogni altra che riguardi fenomeni di illegalità nel mondo sportivo, è innanzitutto garantire un sereno e ordinato svolgimento degli accertamenti da parte di ogni autorità preposta e, in secondo luogo, di vigilare affinché il lavoro dei competenti organi di giustizia sportiva si svolga nella più piena autonomia e in assenza di condizionamenti esterni. L'interrogazione del collega Galati mi consente infine di ribadire, come ho avuto modo di dire nell'esposizione delle mie linee programmatiche, che la lotta all'illegalità nello sport rappresenta un caposaldo del mio impegno politico, e come Ministro intendo combatterla con ogni strumento a mia disposizione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Galati, per due minuti.

GIUSEPPE GALATI. Signor Ministro, prendo atto con soddisfazione, proprio anche considerata l'elevazione della materia dello sport con l'istituzione del relativo Ministero, di questo suo lavoro: perché intervenire con ogni strumento per contrastare le infiltrazioni in questo mondo è un valore molto alto se solo consideriamo quanto influisca lo sport, il calcio sulla vita delle famiglie, sul rapporto interpersonale, sulla gestione delle città, se solo pensiamo che ha un numero di tifosi quasi equivalente a 38 milioni e ci rendiamo conto di quanto sia rilevante questo nella vita e nell'organizzazione sociale.

Quindi, proprio monitorare, porre al riparo dall'ingerenza delle organizzazioni criminali credo che sia un elemento fondamentale, soprattutto, per quello che riguarda anche quel rapporto che c'è fra la sfera emotiva e il senso di appartenenza che c'è fra tifosi e club.

Per cui credo che questo impegno che lei ha posto, non solo come linea guida, ma anche alla luce di questi fenomeni, sia fondamentale, perché un sistema sportivo libero da condizionamenti e orientato alla leale competizione non riguarda soltanto quel settore, ma è un valore fondamentale anche per assicurare una coesistenza civile in un Paese che non ha bisogno di ulteriori odi o di ulteriori ingerenze da parte della criminalità.

(Misure a favore del personale impiegato in basi militari situate in territorio italiano e oggetto di piani di ridimensionamento – n. 3-02912)

PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02912 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, la decisione della NATO di ridurre la sua presenza in Italia, in particolare presso le basi di Camp Darby in quel di Pisa e di Decimomannu a Cagliari, sta palesando delle gravi conseguenze per quanto riguarda i livelli occupazionali, soprattutto del personale civile impiegato in quelle basi.

Già nel 2012 una prima riduzione si ebbe a Camp Darby e, adesso, a Decimomannu, dopo cinquantasette anni, c'è l'abbandono di quella base da parte delle Forze armate tedesche. Se, da una parte, c'è una volontà e un apprezzamento del fatto che ci si riappropri di quella parte d'Italia per quanto riguarda le basi militari, dall'altra, la crisi occupazionale di quei territori mette in evidenza la necessità di intervenire con gli strumenti legislativi che…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO CAPELLI. …ci sono per quanto ci riguarda per la salvaguardia di questi posti di lavoro.

PRESIDENTE. La Ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARIA ANNA MADIA, Ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Come ricordato molto bene dall'onorevole Capelli, nella legge 9 marzo del 1971, n. 98, è stata disposta l'assunzione a tempo indeterminato nei ruoli organici del personale delle amministrazioni dello Stato di cittadini italiani che prestavano la loro opera nel territorio nazionale alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica o di quelli dei singoli Stati esteri che ne fanno parte e che siano stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di ristrutturazione degli organismi medesimi e, poi, successivamente, con la legge n. 244 del 2007 si è estesa tale possibilità anche al personale civile con un primo termine, che era quello del 31 dicembre 2006, che, poi, è stato prorogato al 31 dicembre 2012 per chi avesse prestato servizio continuativo per almeno un anno.

La problematica relativa ai lavoratori italiani impiegati nelle basi USA, come già detto, peraltro, in altre risposte sempre ad atti di sindacato ispettivo, per queste persone a rischio di licenziamento a causa del riassetto strutturale dell'Aeronautica e dell'Esercito statunitensi in Europa, è stata più volte affrontata come questione importante e urgente sia dal Ministero degli affari esteri che dal Ministero della difesa e, a tal fine, si è chiesta la revisione dei requisiti previsti dalla legge citata e l'incremento dell'apposito fondo istituito per finanziare tali assunzioni.

La legislazione vigente, infatti, non consente ulteriori assunzioni, tenuto conto che i beneficiari sarebbero coloro che hanno subito il licenziamento a seguito di provvedimenti di soppressione o riorganizzazione delle basi militari successivi al termine riferito prima, cioè quello del 31 dicembre 2012. Un'eventuale modifica dovrebbe comportare il differimento del predetto termine, nonché un incremento del relativo fondo allo stato non capiente.

Il problema maggiore, quindi, direi è quello proprio del reperimento delle risorse, oltre a quello conseguente dell'individuazione di criteri di priorità per il soddisfacimento delle richieste.

Il Governo, comunque, è assolutamente disponibile a valutare l'opportunità di una modifica normativa, anche d'iniziativa parlamentare, che possa soddisfare le richieste degli interroganti, compatibilmente con le risorse finanziarie necessarie alla risoluzione di questo problema, che il Governo stesso, come ho già detto, non ha mai sottovalutato.

PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

ROBERTO CAPELLI. Signora Ministra, io prendo atto della volontà del Governo di monitorare gli eventi. Faccio presente che, già in corso di legge di stabilità e di decreto fiscale, io ho tentato di proporre il rifinanziamento delle suddette leggi, in particolare quello della legge n. 244 del 2007, però non ho avuto fortuna nell'avere il parere favorevole del Governo; così come ho riproposto una copertura possibile in corso di esame del decreto fiscale, però, in quel caso, non è stato ammesso l'emendamento che proposi.

Faccio anche presente, come d'altronde riporto anche nell'interrogazione, che le prescrizioni citate dalla legge n. 244 sono già state attuate dal Ministero, dal suo stesso Ministero, con il decreto del 23 luglio 2015 e, in precedenza, dall'Agenzia delle dogane, che ha consentito, appunto, l'assunzione di personale vittima delle circostanze sopra ricordate.

Io ritengo che, per quanto riguarda la legislazione vigente, la legge n. 244 del 2007 possa sicuramente dare una risposta concreta in questi casi; rimane il problema della copertura finanziaria. Stiamo parlando non di grandissime cifre: anche un posto di lavoro va salvaguardato, ma in questo caso parliamo complessivamente, tra Camp Darby e Decimomannu, di circa 60-80 famiglie, direi io, più che persone. Per cui io credo che in un prossimo provvedimento si possano trovare le adeguate coperture finanziarie, per dare una speranza di futuro a queste persone.

(Iniziative, nell'ambito dell'attuazione del masterplan per il Mezzogiorno, volte al sostegno alla ricerca, al turismo e all'innovazione, nonché alla formazione ed alla qualificazione del capitale umano – n. 3-02913)

PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02913 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il masterplan del Mezzogiorno è certamente un grande passo avanti nell'affrontare la sfida dell'ammodernamento del Paese, di una parte importante. È un passo avanti anche perché mette insieme una serie di progetti, probabilmente non tutti in grado di affrontare in maniera coesa, omogenea, l'avanzamento del territorio, ma di fatto è un grande sforzo e adesso l'impegno è anche di monitorare l'avanzamento.

Ma c'è un aspetto sul quale noi vogliamo richiamare la sua attenzione: se sono state dedicate altrettante energie, altrettante economie e altrettanti soldi per poter valorizzare il capitale umano. Di fronte ad una sfida globale, oggi, che vuol dire soprattutto affrontare crisi aziendali e crisi dell'occupazione, il capitale umano rappresenta una grande risorsa, sulla quale un'attenzione maggiore e un po' di adeguamento a quella che è l'esigenza del mercato riteniamo siano essenziali.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, in merito alle questioni poste dall'onorevole Garofalo, colgo l'occasione per assicurare che, nell'ambito dell'attuazione del masterplan per il Mezzogiorno, il Governo sta dedicando un adeguato sostegno ai temi della ricerca, del turismo, dell'innovazione e a quelli della formazione e qualificazione del capitale umano. Questa attenzione credo sia dimostrata anche da una serie di dati che fornirò di seguito.

Come è noto, al fine di consentire interventi di sviluppo economico che siano armonici nelle diverse aree del Paese, sono state individuate, nell'ambito del Fondo sviluppo e coesione per il ciclo di programmazione 2014-2020, specifiche aree tematiche a complemento di quelle individuate nell'ambito dei fondi strutturali.

Cominciando dai fondi strutturali, in base ad un'analisi delle aree tematiche, emerge che circa un quarto delle risorse complessive previste dai fondi strutturali, appunto, è destinato a sostenere interventi per l'occupazione, l'istruzione e la formazione. Si tratta, in pratica, delle risorse riferite prevalentemente al Fondo sociale europeo, che si concentrano in questo ambito.

A sua volta, circa un quarto delle risorse complessive contenute nei Programmi operativi nazionali e nei Programmi operativi regionali - in particolare penso al cosiddetto fondo FESR -, è destinato allo sviluppo economico e produttivo, con riferimento, in particolare, alle aree della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dell'innovazione e del sostegno alle imprese, comprendendo altresì una parte significativa destinata ai servizi in tema di innovazione nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

A queste allocazioni dei fondi strutturali si aggiungono le risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, destinate al Programma nazionale per la ricerca, per un valore complessivo di 500 milioni di euro.

Ricordo, inoltre, che per il Piano turismo e cultura, finalizzato ad un rafforzamento dell'offerta culturale del Paese, sono state assegnate, con apposita delibera CIPE, risorse pari a un miliardo di euro, sempre sul Fondo sviluppo e coesione.

È opportuno, inoltre, evidenziare che, nell'ambito dei Patti per il Mezzogiorno, ai quali sono assegnate risorse del Fondo sviluppo e coesione per un ammontare complessivo di oltre 13 miliardi di euro, gli interventi finalizzati al sostegno a ricerca, turismo e innovazione, nonché a formazione e qualificazione del capitale umano sono numerosi e presenti in ciascuno dei patti.

In particolare, desidero segnalare che 1.255 milioni sono stati destinati al turismo e cultura, 470 a interventi di formazione e qualificazione del capitale umano, 1.750 milioni destinati a interventi per lo sviluppo economico e produttivo, comprendenti incentivi per ricerca e innovazione.

Ritengo, quindi, che il quadro dei dati che ho fornito rappresenti la cifra dell'impegno che il Governo sta dedicando alle tematiche richiamate dall'onorevole interrogante.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Garofalo, per due minuti.

VINCENZO GAROFALO. La mia replica sarà brevissima. Intanto, ringrazio il Ministro per avere elencato una serie di misure importanti, che vanno nella direzione che noi auspichiamo e che auspichiamo vengano impiegate al meglio.

Per ottenere questi importanti risultati, come dicevo all'inizio, la sfida globale alla quale oggi assistiamo è sulla competitività. La competitività è fatta, ovviamente, di un'adeguata infrastrutturazione del Mezzogiorno e su questo è importante, come dicevo prima, vigilare che si attui quanto previsto nel Piano per il Mezzogiorno e in tutti i progetti dedicati in questa direzione, ma altrettanto importante è l'altro pilastro sul quale si basa l'adeguamento dell'offerta nel Mezzogiorno. La sfida globale è quella che riguarda il capitale umano in senso più ampio, così come è stato specificato, poi, nei dettagli dal Ministro. Ecco, su questo io sono soddisfatto dell'attenzione che lei, signor Ministro, ha dichiarato nell'esprimere tutte queste occasioni di investimento. Auspico che queste occasioni di investimento diventino realmente impieghi concreti.

So che lei è stato attento in questa direzione quando era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, immagino ancora di più adesso, che è Ministro.

Vorrei soltanto sottolineare quanto sia importante il coinvolgimento delle parti sociali e datoriali, cioè noi dobbiamo portare avanti un Paese, di fronte ad una sfida così importante, con una coesione anche di azione, che credo sia necessaria per poter utilizzare al meglio quanto noi abbiamo previsto di spendere.

(Chiarimenti in merito ai finanziamenti relativi all'Universiade 2019, assegnata a Napoli e alla Campania – n. 3-02914)

PRESIDENTE. L'onorevole Carfagna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02914 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, la FISU, la Federazione internazionale sport universitari ha assegnato a Napoli e alla Campania l'Universiade 2019: un grande evento sportivo, il più grande e il più importante dopo le Olimpiadi.

Adesso, le risorse necessarie per realizzare questo evento sono state quantificate in 270 milioni di euro, di cui 170 a carico della regione Campania e 100 a carico del Governo centrale. La regione Campania ha già stanziato circa 21 milioni di euro, per gli altri 149 sono già state predisposte le delibere regionali relative; mancano all'appello i 100 milioni di euro che il Governo si era impegnato a stanziare.

Allora, le chiediamo, Ministro, rassicurazioni in merito allo stanziamento di queste risorse, anche alla luce delle preoccupazioni più volte espresse dallo stesso presidente della regione Campania.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, come evidenziato dall'onorevole Carfagna, l'Italia avrà l'onore di ospitare a Napoli l'Universiade 2019.

Il Governo, in considerazione dell'importanza di questo evento internazionale, sta già lavorando da diversi mesi per assicurare la migliore riuscita dell'Universiade, con particolare riguardo alla realizzazione, in raccordo con gli altri soggetti istituzionali, delle necessarie opere infrastrutturali.

Per quanto attiene, più in generale, agli interventi previsti per la regione Campania, ricordo che il 24 aprile 2016 la regione ha sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei ministri un Patto per lo sviluppo della Campania, attraverso la realizzazione degli interventi necessari per l'infrastrutturazione del territorio, la realizzazione di nuovi investimenti industriali, la riqualificazione e la reindustrializzazione delle aree industriali ed altre azioni funzionali allo sviluppo produttivo, economico e occupazionale del territorio.

Nell'ambito di tale Patto, è stato inserito il progetto “Riqualificazione ex Nato Bagnoli e infrastrutture per l'evento Universiade 2019”, avente un costo complessivo - previsto all'interno del Patto, rispetto a quanto diceva prima l'onorevole interrogante -, oltre ai 170 milioni della regione Campania, di 140 milioni di euro. Come evidenziato anche dall'onorevole Carfagna, il progetto in questione è stato incluso in un accordo di programma quadro, sottoscritto dall'Agenzia per la coesione, Ministero dell'Istruzione, Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri e regione Campania.

Per quanto attiene, quindi, alle risorse necessarie, stimate in 140 milioni di euro, si segnala che 40 milioni sono già rinvenibili nell'ambito delle risorse del Fondo sviluppo e coesione a carico della quota assegnata alla Campania nell'ambito proprio del Patto; gli altri 100 milioni di euro saranno reperiti attraverso la combinazione delle risorse del PON 2014-2020 e delle risorse aggiuntive del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, recentemente inserite nella legge di bilancio 2017.

Proprio per questo, come Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, sto lavorando in questi giorni per esaminare, tra le possibili soluzioni, quella più idonea a garantire anche la celerità dei trasferimenti a favore della regione. Su questo mi riservo di far avere nelle prossime settimane ulteriori elementi al Parlamento, anche a seguito di una mia prossima visita istituzionale in Campania, che consentirà di fare il punto sullo stato di attuazione del Patto e, quindi, anche della preparazione dell'Universiade 2019.

Colgo, infine, l'occasione per assicurare che l'Esecutivo sta dedicando la necessaria attenzione alla questione, sulla quale si auspica un sostegno di tutte le forze politiche, nella consapevolezza dell'importanza dell'evento, che garantirà una visibilità internazionale, non solo alla città di Napoli e alla Campania, ma all'intero Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Carfagna ha facoltà di replicare per due minuti.

MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi sono chiari i riferimenti normativi e negoziali all'interno dei quali sono previsti gli impegni finanziari che il Governo ha assunto per l'Universiade e, quindi, l'Accordo di programma quadro a cui faceva riferimento e anche il Patto per la Campania. Il problema è che, come lei stesso ha ribadito, di fatto c'è l'impegno del Governo, ma questi fondi non sono ancora arrivati. E come lei sa, la tempistica in questa vicenda non è proprio un dettaglio, perché occorre tempo per predisporre le gare, per realizzare le opere, per riqualificare gli impianti sportivi e oggettivamente siamo già in ritardo.

Soltanto a Napoli e in tutta la Campania bisogna ristrutturare e riqualificare oltre cinquanta impianti sportivi e la macchina organizzativa, di fatto, non è ancora partita. Se non verranno sbloccati immediatamente i fondi, come peraltro richiede anche la regione Campania, si rischia di far naufragare l'intero evento e questo, lo sappiamo, sarebbe un peccato, perché questo evento rappresenta una vetrina, non solo per il Mezzogiorno, non solo per la Campania, ma per l'intero Paese e porterebbe alla regione Campania sviluppo, turismo e posti di lavoro.

Allora, Ministro, io la invito ad andare aldilà degli impegni e delle promesse annunciate, a stanziare con rapidità questi fondi, ad evitare di sprecare questa occasione, perché, oltretutto, sprecare questa occasione significherebbe consumare un'ulteriore ingiustizia ai danni di un Sud che è già fortemente penalizzato e io so che lei su questi argomenti è particolarmente sensibile; mi riferisco, per esempio, ai criteri di riparto per i fondi per la sanità, per il welfare, per i trasporti, che avvantaggiano principalmente le regioni del Nord a scapito di quelle del Sud, sulla base di parametri che sono assolutamente parziali e discutibili.

Quindi, quello che le chiediamo è di fare presto, di non sprecare questa occasione, perché si potrebbe veramente, se questi interventi venissero fatti bene e in tempo, cambiare il volto di Napoli e della Campania e anche ridurre un po' il divario che ancora, purtroppo, esiste ed è inaccettabile tra il Sud e il Nord del Paese.

(Misure di sostegno a favore del settore delle fondazioni lirico-sinfoniche – n. 3-02915)

PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Giancarlo Giordano ed altri n. 3-02915 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Nel nostro Paese, “il bel Paese”, è stato necessario che ci fosse una sentenza nel 2011 della Corte costituzionale che dicesse che le fondazioni lirico-sinfoniche sono un'eccellenza italiana. Ma evidentemente non è sufficiente; tutte le leggi che si sono susseguite in questi anni hanno distrutto un sistema consolidato e sostenuto con le casse dello Stato, diminuendo però costantemente i fondi. Gli avete chiuso le porte e fatto indebitare a tal punto che non è stato risanato nemmeno con il fondo rotativo previsto dalla “legge Bray” del 2013. Con quella legge avete fatto in modo che fossero declassati da fondazioni a teatri e oggi tutti coloro che l'hanno fatto si trovano nelle condizioni di non poter chiudere il bilancio del 2018, se non si risponde ai requisiti richiesti. Sono costretti al pareggio di bilancio, tagliano i fondi, tagliano il personale anche direttivo. Questi lavoratori hanno accettato tutto, hanno digerito tutto, oggi invece sono scesi in piazza. Io direi che non possono più accettare una politica ragionieristica. Vogliamo sapere Ministro come risponde a questi musicisti che allietano ogni giorno le vostre giornate.

PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, mi verrebbe da dire che rispondo con stupore nell'avere sentito questa quantità di cose assolutamente inesatte che la Pellegrino dovrebbe conoscere bene. L'impegno dello Stato nei confronti del fondazioni lirico-sinfoniche, nella consapevolezza che stiamo parlando di un settore di eccellenza italiano, dell'immagine nel mondo, del valore dell'opera lirica nel mondo, ha giustificato un intervento enorme, che è cresciuto negli ultimi anni in modo consistente. In particolare, dell'intero FUS, circa il 47 per cento, cioè esattamente 182 milioni - lo ripeto: 182 milioni! - è destinato alle quattordici fondazioni lirico-sinfoniche; per dare una dimensione di grandezza i ventinove teatri di tradizione, che fanno lirica e sinfonica anche loro, prendono 15 milioni. Quindi, il 47 per cento va soltanto alle 14 fondazioni lirico-sinfoniche. A questi si aggiungono 125 milioni di fondo di rotazione, quello previsto dalla “legge Bray” che è andato prima a otto, oggi a nove fondazioni lirico-sinfoniche, per risanare i debiti pregressi.

A questo si è aggiunta una serie di norme, norme approvate da questo Parlamento, che sono andate esattamente a tutelare i lavoratori perché oggi i lavoratori in esubero non vengono licenziati, vengono assorbiti da Ales, che è una società in house del Ministero, alle stesse identiche condizioni contrattuali del rapporto di lavoro che avevano con le fondazioni lirico-sinfoniche.

A questo si aggiunge, e l'onorevole Pellegrino dovrebbe saperlo, che, nell'ultima legge di stabilità, sono stati aggiunti a queste somme, sopra i 300 milioni, le somme che ho citato, ulteriori 20 milioni con un capitolo ad hoc nella legge di stabilità per le sole fondazioni lirico-sinfoniche che, in questo caso, il Parlamento ha voluto vincolare (il decreto applicativo è già stato registrato in questi giorni) a un meccanismo virtuoso, cioè vengono attribuiti alle fondazioni lirico-sinfoniche non rispetto alla spesa storica, ma in base a quanto ricevono dagli enti locali, che è la seconda entrata dei bilanci delle fondazioni lirico-sinfoniche, e soprattutto a quanto sono in grado di raccogliere tra i privati, dato che questo Parlamento ha esteso alle sole fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione (purtroppo non ancora a tutto il resto dello spettacolo dal vivo compresa la prosa) anche l'utilizzo dell'artbonus e non per interventi sui patrimoni, ma per le semplici attività di gestione. Questo ha fatto sì che abbiano raccolto molti più fondi anche in questo caso in modo differenziato, in base alle capacità delle singole fondazioni di raccogliere fondi privati, ma hanno raccolto fondi privati.

Di fronte a questo, dire che non c'è un impegno dello Stato, non parlo del Governo, dico dello Stato, mi pare veramente una cosa fuori dalla verità. Detto questo e di fronte a questo forte impegno, servono meccanismi virtuosi. Non è possibile continuare come è stato fatto in passato (e il fondo di rotazione della legge Bray è andato inevitabilmente, non c'era alternativa, in quella direzione) che si aiutino a piè di lista le fondazioni che gestiscono male le loro risorse e non si premino invece quelle che li gestiscono bene, in modo virtuoso.

PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di replicare, per due minuti.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Il Ministro Franceschini ricorderà bene la lettera aperta che io gli ho scritto quando lui si è insediato, quando lui disse che quello era il miglior Ministero dell'economia del mondo e io gli dissi che forse doveva passare dalla Ragioneria di Stato perché accade invece che ci sono altri Ministeri che devolvono per il petrolio dell'Italia, che dovrebbe essere esattamente il nostro, 14 miliardi all'anno, e non quelle briciole di cui parla lui oggi. Ebbene, io direi che forse probabilmente all'epoca non era al corrente che la Ragioneria di Stato destinava alla parola bellezza come la chiamo io la voce spesa, mentre alla parola petrolio la voce investimento e molti, molti, di questi musicisti sono oggi in strada a protestare perché il bilancio delle fondazioni diventate teatro non può andare a chiudersi nel 2018. Ma sa, cosa vuole, Presidente, accade anche questo, che in Italia se uno dice: che lavoro fai? E rispondi musicista, qualcuno ti dice: no, scusa che lavoro? Allora dici: faccio bulloni, ah sì allora va bene, questo è considerato lavoro.

Bene, da oggi, invece io vorrei veramente da parte del Ministro Franceschini un impegno chiaro e integrale in questa direzione, perché non possiamo più pensare che questi lavoratori devono esser lavoratori di classe B e altri invece di classe A, perché questi donano costantemente il loro talento, quotidianamente, a tutti i nostri che vanno ad allietarsi nei teatri.

Io davvero sono totalmente indignata da questa risposta e mi dispiace perché io ho una grandissima stima del Ministro Franceschini soprattutto in virtù di quello che lui ha fatto in questi anni e di come ha cercato di porre la parola cultura come primaria nell'essenza dell'economia.

(Iniziative volte a rafforzare la cooperazione internazionale nella tutela del patrimonio culturale, anche in relazione al G7 dei Ministri della cultura che si terrà a Firenze il 30 e il 31 marzo 2017 – n. 3-02916)

PRESIDENTE. L'onorevole Coscia ha facoltà d'illustrare la sua interrogazione n. 3-02916 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARIA COSCIA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei sa perfettamente che, negli ultimi due anni di Governo, ha svolto un'azione di leadership a livello internazionale per sostenere il patrimonio culturale di tutto il mondo. Ricordo in particolare la dichiarazione sottoscritta all'Expo oppure ancora la proposta dell'Italia della cosiddetta iniziativa dei caschi blu a difesa della cultura o ancora la risoluzione approvata proprio l'altro giorno all'Onu, risoluzione italo-francese, proprio per proteggere il patrimonio culturale dagli eventi bellici.

Domani e dopodomani, come lei sa benissimo, si svolgerà a Firenze il primo G7 dei Ministri della cultura. Proprio in relazione a quest'ultimo importante appuntamento internazionale, le chiediamo quali principali obiettivi si propone e come si intende procedere per rafforzare le iniziative di cooperazione internazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie Presidente. Grazie all'onorevole Coscia che mi dà l'occasione, alla vigilia, perché il G7 cultura inizierà domani a Firenze, di informare il Parlamento e la Camera di questa iniziativa che io ritengo sia davvero molto importante. Come si sa bene il G7 dei Capi di Governo e di Stato è tradizionalmente preceduto da G7 tematici, o in qualche caso seguito del G7 tematici, sui temi più tradizionali: l'energia, la sicurezza, l'ambiente; non è mai stato fatto, in nessun G7 precedente, un G7 cultura. Noi abbiamo fatto questa proposta agli altri Paesi, diverso tempo fa. Questa proposta è stata accettata e si svolgerà a Firenze che mi sembra la città più indiscutibilmente adatta per ospitare il primo G7 della cultura per il suo patrimonio per l'immagine che ha nel mondo.

Avremo questo incontro che avrà come oggetto la cultura come strumento di dialogo e che non avrà soltanto l'incontro operativo di domani pomeriggio dei sette Ministri della cultura insieme all'organismo internazionale (al tavolo sarà presente l'Unione europea, l'Unesco e tutte le organizzazioni internazionali che si occupano di cultura come osservatori), ma avrà anche alla mattina delle sessioni tematiche sul traffico illecito di beni culturali, sulla parte educativa, sulla parte di legislazione internazionale, con confronti tra gli esperti, e il giorno successivo, il 31 marzo mattina, dopo una serata con il maestro Muti che ci ha voluto onorare della sua presenza per un concerto con il Maggio Fiorentino a Palazzo Vecchio, ci sarà un incontro tra i sette direttori intellettuali di grandi istituzioni culturali e museali dei sette Paesi sempre sugli stessi temi del G7.

Stiamo lavorando, non voglio dare il risultato per acquisito perché evidentemente sarà frutto del lavoro di domani, da diverse settimane, con il lavoro delle diplomazie e degli sherpa perché la riunione si concluda con un documento. Devo dire che insomma siamo a buon punto e io spero che ci saranno le condizioni domani.

Capite che in quel percorso che abbiamo iniziato, che lei ha ricordato, con Expo, poi con la risoluzione dell'UNESCO sulle task force nazionale per la protezione del patrimonio, Unite4Heritage, e l'impegno alle Nazioni Unite e, da ultimo, la risoluzione franco-francese alle Nazioni Unite, sarebbe molto importante che i Paesi del G7, per il ruolo importante che hanno negli equilibri internazionali e nella comunità internazionale, sul tema “la cultura come strumento di dialogo” e sul tema “impegno della comunità internazionale per la tutela del patrimonio culturale colpito o danneggiato dal terrorismo, dalle guerre e dalle calamità naturali” arrivino domani a un impegno che va in quella direzione.

Credo, insomma, che l'Italia potrà meritoriamente dire di essere orgogliosa di aver guidato questo percorso, che io ritengo - e nel documento stiamo cercando di inserire anche questo anche - che poi i G7 continuino anche per le successive organizzazioni.

PRESIDENTE. La ringrazio.

L'onorevole Flavia Piccoli Nardelli, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, signor Presidente, ringrazio il Ministro Franceschini per la risposta articolata, che ci ha permesso di fare il punto sugli obiettivi raggiunti in ambito internazionale, ma anche su quanto si intende ancora fare per mantenere l'importante leadership culturale del Paese, a partire appunto dal vertice internazionale previsto per domani, primo G7 della cultura.

Quest'incontro, voluto dall'Italia con l'obiettivo di definire un documento comune - e ci auguriamo che si riesca ad arrivare a questo documento - potrà comunque ribadire che la cultura è privilegiato strumento di dialogo e potrà essere uno straordinario momento di confronto, durante il quale si rifletterà su quanto appunto la cultura può fare per la comprensione reciproca delle diverse popolazioni.

L'attenzione dimostrata dal Ministero per il consolidamento del ruolo internazionale del Paese in ambito culturale ci permette di affermare sempre di più la specificità del nostro patrimonio culturale, la tradizione delle nostre scuole di restauro, la capacità in campo specialistico e tecnico di estrema importanza che l'Italia ha saputo svolgere.

Siamo convinti che questo ci distingua in questo settore e che sia una valida risorsa che debba essere sempre valorizzata, anche proprio in questa capacità di fornire competenze tecniche e specialistiche in questo campo all'estero.

Dal lavoro del Consiglio e del Parlamento europeo è evidente che la cultura sta prendendo sempre più spazio proprio come strumento valido a coadiuvare il difficile affermarsi di un'identità europea; il 2018, ricordo, sarà l'anno europeo del patrimonio culturale, un'iniziativa che tende a sottolineare l'importanza della storia dei valori europei e a rafforzare il senso di identità dell'Europa.

(Elementi ed iniziative in ordine alle start-up nel comparto turistico previste dal decreto-legge n. 83 del 2014 – n. 3-02917)

PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mucci ed altri n. 3-02917 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente, e buongiorno, Ministro Franceschini, la nostra interrogazione parte dal fatto che nel 2014, grazie a un emendamento della nostra collega Mara Mucci, il Parlamento ha destinato 2 milioni di euro per le start-up innovative che operano nel campo della promozione del turismo con software e tecnologie originali.

Noi Civici e Innovatori pensiamo che le start-up innovative e il turismo siano molto importanti per la ripresa dell'occupazione e quindi riteniamo indispensabile monitorare quello che è successo a questa misura.

Le chiediamo pertanto quante start-up innovative ne hanno usufruito e cosa il Governo intenda fare per dare pubblicità, naturalmente, all'esistenza di questa misura.

PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie, perché l'interrogazione mi consente di precisare e anche di assumere qualche impegno.

Prima devo precisare che quell'articolo 11-bis del decreto n. 83 non ha costituito o creato un'agevolazione fiscale, ma ha individuato una somma con cui il legislatore debba favorire lo sviluppo tecnologico, la nuova imprenditorialità e l'occupazione, in particolare giovanile, nelle start-up nel settore del turismo.

Per questo, si è ritenuto opportuno avviare un programma di animazione imprenditoriale e tutoraggio, mirato ad accelerare, facilitare e supportare sia le imprese esistenti che nuove imprese della filiera del turismo, per moltiplicare gli effetti positivi di un sistema che ha già molti altri interventi e sostegni di questo tipo.

Quindi si è optato per la fornitura di servizi di accompagnamento utili a generare strumenti di accelerazione per cercare risorse finanziarie disponibili e il loro utilizzo.

Il Ministero ha deciso di utilizzare Invitalia, cioè l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, deputata istituzionalmente a questa funzione. Le attività principali comprendono workshop e servizi di business planning, erogati attraverso il portale per l'imprenditorialità di Invitalia e il prossimo 10 aprile ci sarà un incontro - si chiama laboratorio delle 100 start-up - che sarà con tutti quelli che si occupano di questo settore un forum di confronto e di analisi per lo sviluppo della filiera turistica e culturale e anche per determinare nel prosieguo - perché quello stanziamento è permanente - come sia possibile, dopo questa fase di avviamento, utilizzarlo meglio.

La raccolta delle richieste alle imprese per accedere ai servizi di Invitalia avviene attraverso la presentazione di proposte su una piattaforma web, si chiama “Factor impresa e turismo”, e ha quattro settori primari, che sono turismo balneare, turismo montano, turismo termale e turismo slow.

Gli avvisi del Ministero, quindi, si rivolgono a start-up, a team informali, composti da almeno tre persone fisiche maggiorenni e imprese e soggetti istituzionali sulle quattro categorie.

È previsto, da questo punto di vista, che, entro il mese aprile e tutto il mese di maggio, sarà completata la pubblicazione degli avvisi.

Io ritengo comunque che, alla fine di questa fase e anche con quest'incontro del 10 aprile, anche su suggerimento dei parlamentari, in particolare di quelli che l'hanno proposto, si possa definire, sulla base di questa esperienza, un meccanismo che faccia funzionare meglio questo percorso, arrivando direttamente a erogare i contributi alle start-up, anziché fornire soltanto servizi di assistenza, come oggi.

PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di replicare, per due minuti.

ADRIANA GALGANO. Grazie, Ministro Franceschini, sono parzialmente soddisfatta, perché nella sua risposta lei ha dato pubblicità a queste misure, che noi riteniamo molto importanti.

Non abbiamo però saputo niente sui numeri e noi riteniamo assolutamente indispensabile che, su qualunque misura noi prendiamo, ci sia un monitoraggio sui numeri, perché, comunque sia, la misura è in sperimentazione e almeno conoscerne i numeri sarebbe importante.

Noi, quindi, innanzitutto le offriamo tutto il contributo dell'esperienza di Civici e Innovatori per verificare sia il funzionamento e sia come strutturarle nel futuro, perché siamo molto d'accordo su quello che lei ha detto: è molto importante che i contributi arrivino direttamente alle start-up. Perciò ci aggiorniamo e la ringraziamo.

(Iniziative volte a ripristinare la dotazione del fondo per le non autosufficienze e del fondo per le politiche sociali – n. 3-02918)

PRESIDENTE. L'onorevole Murer ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02918 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

DELIA MURER. Grazie, Presidente, con la nostra interrogazione noi siamo a chiedere quali iniziative normative urgenti il Governo intenda assumere per ripristinare i fondi per 50 milioni di euro sul Fondo per le non autosufficienze e per 211 milioni di euro sul Fondo per le politiche sociali.

Intendiamo anche chiedere che intendimenti il Governo intende assumere nel DEF del 2018 perché ci sia un pieno riconoscimento dei diritti sociali.

Chiediamo questo dopo il taglio grave che c'è stato, che è stato deciso in Conferenza Stato-regioni, di questi fondi e su questo voglio dire che il Fondo per le politiche sociali è stato praticamente svuotato e che molte associazioni di disabili hanno già manifestato e manifesteranno anche la prossima settimana, perché vedono leso un diritto fondamentale.

PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente e onorevoli deputati, rispondo in sostituzione del Ministro Poletti, che è impossibilitato a intervenire.

Nella seduta del 23 febbraio scorso della Conferenza Stato-regioni è stata raggiunta l'intesa fra il Governo, le regioni e le province autonome, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 208 del 2015, la legge di stabilità 2016, che introduce il contributo alla finanza pubblica delle regioni a statuto ordinario per l'anno 2017, complessivamente pari a 2 miliardi e 691 milioni di euro.

Sulla scorta di tale intesa, si è deciso che parte di tale contributo, circa 485 milioni di euro, gravi sui fondi trasferiti dallo Stato alle regioni.

Nel novero di tali trasferimenti, figurano anche quelli relativi ai fondi in questione. Più in particolare, la riduzione delle risorse a carico del Fondo per le non autosufficienze è pari a 50 milioni di euro e quella del Fondo nazionale politiche sociali è pari a 212 milioni di euro.

Al fine di porre rimedio a tale situazione, il 17 marzo scorso si è svolto un incontro al quale hanno partecipato il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e il Presidente della Conferenza Stato-regioni, all'esito del quale si è convenuto sulla necessità di ripristinare l'ammontare complessivo di risorse destinate ai territori attraverso i due predetti fondi, riportandoli al loro stanziamento originario, vale a dire 500 milioni di euro per il Fondo per le non autosufficienze e 311 milioni di euro per il Fondo nazionale politiche sociali.

In tali occasioni le regioni si sono assunte l'onere di ripristinare la dotazione del Fondo per le non autosufficienze, per un importo pari a 50 milioni di euro, corrispondente all'incremento operato con il decreto-legge cosiddetto Mezzogiorno (articolo 5 del decreto-legge n. 243 del 2016), mentre il Governo sta predisponendo gli atti volti a rafforzare i servizi territoriali in materia di politiche sociali, per un ammontare corrispondente alla riduzione operata sul fondo politiche sociali nella citata intesa.

Infine, segnalo che stamattina si è riunito il tavolo non autosufficienze, durante il quale è stata approfondita la problematica in argomento ed è stato confermato l'impegno del Ministro e delle regioni per il ripristino delle risorse da destinarsi alle non autosufficienze e alle politiche sociali.

Infine, nell'ambito della predisposizione del DEF 2018, il Governo cercherà di salvaguardare il più possibile le dotazioni finanziarie dei fondi in questione, che sono destinate e interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Fossati, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

FILIPPO FOSSATI. Siamo parzialmente insoddisfatti della risposta del Ministro. Si tratta di promesse che dovremo poi verificare negli atti, nel DEF e in provvedimenti di cui ancora non sappiamo, non sono costruite le premesse. Si tratta di impegni verbali a conclusione di incontri della Conferenza Stato-regioni e ora - ci diceva il Ministro - a conclusione del tavolo di lavoro sulla non autosufficienza, impegni verbali a cui non corrisponde la costruzione di un atto.

D'altra parte, è difficile dare credito, proprio per la vicenda del decreto Mezzogiorno, che due giorni prima incrementava il fondo per le politiche sociali e di intervento di 50 milioni, salvo il giorno dopo, in Conferenza Stato-regioni, comunicare che la stessa cifra, 50 milioni, veniva tagliata, con uno sconcerto da parte delle associazioni dei disabili.

Siamo di fronte a un calo di tensione. Questo è un peccato per un'iniziativa che, invece, il Governo aveva stabilmente preso nell'attenzione ai temi della disabilità.

C'è una mancata copertura degli interventi che ci vorrebbero e sarebbero anche previsti per l'inserimento scolastico dei bambini disabili, per il trasporto scolastico, per cui ancora si attendono le coperture delle spese che facevano le province. Ma rispetto al passaggio di responsabilità dalle province ad altri enti non si sa a chi andranno in carico.

C'è una situazione che crea allarme e credo che sarebbe urgentissimo dare rassicurazioni a questo, che è un mondo fragile, che ha bisogno di interventi per garantire dei diritti di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

(Iniziative di competenza a favore dei risparmiatori di Monte dei Paschi di Siena, Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, al fine di escludere l'applicazione del bail-in e di ogni altra misura di burden sharing – n. 3-02919)

PRESIDENTE. L'onorevole Sibilia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pesco ed altri n. 3-02919 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

CARLO SIBILIA. Mentre avete già fatto pagare 8,8 miliardi di euro ai cittadini per risolvere l'irrisolta questione di Monte dei Paschi di Siena, la situazione sta precipitando per le due banche venete. Si tratta di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, gli ex feudi di Gianni Zonin e Vincenzo Consoli, oggi nel mirino della magistratura. Almeno 17 miliardi di impieghi che tornano indietro con difficoltà e 9,5 miliardi di sofferenze, un'altra storia di risparmiatori traditi (sono almeno 170 mila), banchieri spregiudicati, prestiti facili agli amici degli amici e vigilanza quantomeno complice, perché colpevolmente distratta.

Si allunga di nuovo l'ombra dello sciagurato bail-in o quantomeno del burden sharing, mentre qualcuno dal nord Europa invoca l'intervento del MES, ovvero pagano i cittadini gli errori fatti dai banchieri. Unica certezza è che il Governo non ha una strategia. Visti i pasticci e le truffe vere e proprie realizzate ai danni dei risparmiatori sulle quattro banche e sul Monte dei Paschi, cosa devono aspettarsi i correntisti delle popolari venete? Come li state proteggendo?

PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo in sostituzione del Ministro Padoan, che è impossibilitato a intervenire.

Il decreto-legge n. 237 del 2016, poi convertito in legge 2015 del 2017, autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze a sottoscrivere o acquistare azioni di banche italiane, che hanno esigenza di rafforzare il proprio patrimonio in relazione alle carenze di capitale evidenziate nello scenario avverso di una prova di stress.

PRESIDENTE. Mi scusi, Ministra, le chiedo scusa. Alla mia sinistra, doveste fare… per favore. Scusi, Ministra.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. L''intervento è, quindi, possibile solo nei casi previsti dall'articolo 32, paragrafo 4, lettera d), n. iii) della direttiva 2014/59/UE.

La qualificazione dell'intervento statale come ricapitalizzazione precauzionale impedisce che dalla misura di supporto pubblico possa derivare l'avvio della risoluzione o della liquidazione della banca. La banca del Monte dei Paschi di Siena ha presentato, all'inizio dell'anno, la domanda di ricapitalizzazione precauzionale, mentre Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza hanno annunciato, il 17 marzo del 2017, l'intenzione di richiedere il supporto pubblico.

L'effettiva concessione della misura di aiuti è oggetto di un complesso procedimento, che vede coinvolte la Banca centrale europea, come autorità di vigilanza, e la Commissione europea. Il procedimento relativo ad MPS è già in uno stato avanzato, mentre quello relativo alle banche venete è alle sue battute iniziali.

In primo luogo, come già messo in luce dagli interroganti, ai sensi della norma europea citata, hanno accesso alla ricapitalizzazione precauzionale solo le banche solventi, cioè le banche il cui patrimonio di vigilanza non sia inferiore ai minimi regolamentari, in termini di coefficiente di capitale primario di classe 1 e capitale totale. La condizione di solvenza viene attestata dalla BCE.

Ulteriore condizione è che il capitale pubblico non può essere utilizzato per coprire perdite realizzate o probabili. L'accertamento di tali perdite, nonché della disponibilità di mezzi privati a copertura delle stesse, è rimessa ad una interazione tra la BCE e la Commissione, tenendo anche conto del piano di ristrutturazione presentato alle banche interessate.

Infine, la misura di supporto pubblico deve essere in linea con quanto previsto dalla comunicazione sul settore bancario. In particolare, la sottoscrizione delle azioni potrà avvenire solo dopo la positiva decisione della Commissione europea sulla compatibilità con il mercato interno. E, inoltre, occorre procedere prioritariamente all'applicazione delle misure di condivisione degli oneri.

Poiché l'intervento pubblico sarebbe qualificato come ricapitalizzazione precauzionale, il burden sharing può assumere solo la forma delle conversioni in azioni degli strumenti ibridi e subordinati, mentre non può essere imposta la riduzione del valore di questi strumenti.

A differenza di quanto sembrano ritenere gli interroganti, non vi sono spazi di discrezionalità nazionale per escludere l'applicazione del burden sharing, tranne quella di rinunciare alla realizzazione di una misura di supporto pubblico e di dare corso a una misura di aiuto illegale. Comunque, il decreto-legge n. 237 prevede una forma di compensazione per gli investitori al dettaglio, quando siano rinvenibili diffuse distorsioni nel processo di allocazione dei prodotti finanziari.

PRESIDENTE. L'onorevole Pesco ha facoltà di replicare, per due minuti.

DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Le risposte del Governo, come al solito, ci lasciano molto perplessi. Abbiamo la situazione di due banche che sta veramente degenerando, due banche importanti del territorio italiano, che sono state probabilmente gestite male.

Con precisione, sulla Banca popolare di Vicenza possiamo dire che vi sono forti sospetti di corruzione avvenuti in questi ultimi anni, corruzione contro la quale sia Banca d'Italia che il Governo non hanno fatto nulla, perché le prime avvisaglie di questa mala gestio sono avvenute nel 2001. Siamo nel 2017 e, dopo sedici anni, Bankitalia e Governo non sono riusciti a fare nulla.

Certo, il Governo ha la responsabilità solo per questi ultimi anni. E ci sembra che anche le azioni, messe in campo per riuscire a mettere a riparo queste banche e il sistema bancario italiano, siano misure che probabilmente non sono adeguate, perché ancora molte persone ci rimetteranno dei soldi. E, oltre alle molte persone, dobbiamo pensare anche ai grandi investitori che ci rimetteranno dei soldi.

Ad esempio, la regione Lombardia ha acquistato 350 milioni di obbligazioni della Popolare di Vicenza e ci chiediamo come abbia fatto ad acquistarle e soprattutto cosa non abbia fatto per mettere al riparo la regione da questi investimenti, che mi viene da definire spregiudicati.

Presidente, la situazione è veramente, veramente grave. Ci sembra che con il Monte dei Paschi si stiano usando i guanti di velluto, forse perché l'allora Governatore di Bankitalia ha autorizzato l'acquisto di Banca Antonveneta, un acquisto incauto, che ha messo sull'orlo del baratro la banca del Monte dei Paschi, mentre si stanno mandando verso il bail-in le altre banche. Questo a noi non sembra corretto, pensiamo che sia opportuno utilizzare una discrezionalità maggiore. Parlo di discrezionalità, perché ci sembra veramente che le leggi europee si stiano applicando in modo troppo aderente a quanto prescritto e poco aderente alle necessità dei risparmiatori, che devono trovare riparo da parte dello Stato. Questo non sta avvenendo.

Presidente, i fatti di corruzione sono stati veramente tanti, ci auguriamo che la procura, soprattutto quella di Vicenza, si dia una mossa, perché le cose stanno andando veramente male (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza in relazione alla vicenda delle operazioni di salvataggio in mare dei migranti effettuate da alcune organizzazioni non governative - n. 3-02920)

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02920 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FABIO RAMPELLI. Presidente, Ministro, la Polizia di Stato ha realizzato un dossier sulle attività delle organizzazioni non governative che pattugliano il Mediterraneo con una flotta parallela grazie alle segnalazioni dell'Agenzia Frontex, che è l'Agenzia che, per conto dell'Unione europea, sorveglia, o dovrebbe sorvegliare, i suoi confini.

Il coinvolgimento delle navi solidali è passato, in pochi mesi, dal 5 al 40 per cento; gli interventi sono addirittura superiori rispetto alle stesse chiamate di soccorso. Le navi delle organizzazioni non governative segnalate entrano nelle acque territoriali libiche senza nessuna autorizzazione. Domande di Fratelli d'Italia: che a voi risulti, ci sono contatti tra i trafficanti di uomini e le organizzazioni non governative? Il FinancialTimes ha scritto di vere e proprie collusioni. Chi finanzia questi viaggi dispendiosi, che si configurano di fatto come veri e propri reati?

PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, rispondo a questo quesito e al successivo in sostituzione del Ministro Minniti.

Le operazioni di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo sono condotte dal Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, che è l'autorità nazionale in materia, tramite il centro di coordinamento per il salvataggio in mare. Gli assetti navali delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo con il dichiarato intento di salvare i migranti dal rischio di naufragio sono coordinati dal predetto centro, quando è necessario assicurare soccorso alle imbarcazioni in difficoltà.

Nella maggioranza dei casi gli interventi vengono assegnati agli assetti ONG a seguito di richieste di soccorso che pervengono al centro di coordinamento da utenze satellitari utilizzate dai migranti a bordo dei natanti partiti dalle coste africane. In altri casi, l'imbarcazione viene individuata direttamente dalle ONG presenti nel Mediterraneo, a seguito di avvistamento in mare attraverso dispositivi radar o piccoli droni.

L'anno scorso circa il 30 per cento dei 181.450 migranti sbarcati sulle coste italiane è stato soccorso da assetti navali appartenenti alle ONG. Effettivamente, nel richiamato rapporto Frontex si rileva un importante cambiamento del modusoperandi delle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. In particolare, le ONG avrebbero contribuito, sia pure in maniera definita non intenzionale, ad influenzare le strategie operative dei trafficanti di esseri umani.

Proprio sulla scorta di tale documento, oltre che delle notizie di stampa, gli organi di polizia, e segnatamente l'SCO e la squadra mobile di Palermo, su delega dei competenti organi inquirenti, hanno avviato indagini finalizzate a verificare la regolarità delle procedure di soccorso adottate dalle citate ONG.

In proposito, ricordo che la Commissione difesa del Senato ha deliberato proprio ieri lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sul punto, cioè sull'impatto delle attività delle organizzazioni non governative sui flussi migratori, e in tale ambito è previsto un ciclo di audizioni con il coinvolgimento anche del responsabile delle ONG attive nel Mediterraneo centrale.

Sottolineo inoltre che il tema del soccorso in mare va valutato alla luce dei principi e degli obblighi sanciti da ben tre convenzioni internazionali: quella internazionale per la sicurezza della vita in mare, quella delle Nazioni Unite sul diritto del mare e quella internazionale sul soccorso in mare.

Il tema del ruolo delle ONG nelle attività sopra richiamate è stato peraltro oggetto di discussione tra i Ministri dell'interno a margine del Consiglio giustizia e affari interni del 27 marzo scorso a Bruxelles. In esito a tale confronto, il Ministro dell'interno ha interessato la nostra rappresentanza permanente al fine di acquisire dal direttore di Frontex e dal Commissario Avramopoulos ogni elemento concreto in riferimento alle questioni poste.

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

FABIO RAMPELLI. Ministro, la risposta, dal nostro punto di vista, è del tutto insufficiente, non fosse altro perché i tempi - che voi spesso e volentieri trascurate -, per come lei li ha descritti, ci porterebbero ai prossimi tre, quattro anni con di fatto una flotta parallela, affiancata alla Marina militare italiana e alle altre Marine militari coinvolte dall'Unione europea, che va praticamente incontro a questi scafi, con grande pregiudizio anche per quella vita che si vorrebbe salvaguardare e tutelare. Infatti, come tutti sappiamo, dal 2012 ad oggi, paradossalmente, esattamente da quando voi avete - il vostro Governo - messo in pista l'operazione MareNostrum e le successive operazioni, le morti in mare, nel mare Mediterraneo, si sono ripetute, sono cresciute a dismisura.

È quindi evidente che, anche dal punto di vista della salvaguardia della vita, questo meccanismo, questo strumento, questa strategia non porta da nessuna parte.

Oltretutto, se questo meccanismo si è attivato, significa che c'è tra i trafficanti di uomini, gli scafisti, le organizzazioni non governative e le cooperative rosse e bianche che gestiscono il sistema dell'accoglienza, il meccanismo del caporalato, un'alleanza totale. Io penso che questo sia del tutto inaccettabile e deleterio.

Questa complicità - almeno per alcune fattispecie - denunciata da Frontex rischia di mettere alla berlina l'Italia, e i flussi finanziari che vengono messi a disposizione di questa sorta di transumanza mettono a pregiudizio la vita degli immigrati e mettono in ginocchio le nostre città e il nostro territorio Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento di un'ulteriore interrogazione, presentata dal gruppo Fratelli d'Italia, che non aveva potuto svolgere la propria interrogazione nella seduta di mercoledì 22 marzo 2017, a causa della sospensione della seduta medesima.

(Iniziative di competenza in relazione alla vicenda del recente approdo nel porto di Cagliari di migranti soccorsi nel Canale di Sicilia – n. 3-02921)

PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02921 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

BRUNO MURGIA. Signor Presidente, signor Ministro, questa interrogazione ricalca ciò che ha già detto il mio capogruppo nell'impianto complessivo; io volevo segnalare in maniera più particolare ed approfondita il ruolo di questa strana nave che fa servizio nel Mediterraneo. Signor Ministro, recentemente, infatti, come scritto nell'interrogazione, la Siem Pilot, che è una nave battente bandiera norvegese con quartier generale nelle Isole Cayman, ha sbarcato 897 migranti sul molo Ichnusa di Cagliari. Non è la prima operazione che questa nave conduce, quindi vorremmo capire se, come già chiesto da Fabio Rampelli, c'è un'attenzione del Ministero e del Governo proprio su questi temi.

PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, il mercantile Siem Pilot, che è approdato lo scorso 23 marzo nel porto di Cagliari, opera sotto il controllo governativo norvegese nell'ambito della missione Triton, condotta dall'Agenzia Frontex, con equipaggio formato da personale della polizia e delle Forze armate norvegesi.

In base a quanto comunicato dal Comando generale delle capitanerie di porto, dal mercantile sono sbarcati nel porto di Cagliari 902 migranti e una salma, che in precedenza erano stati trasbordati dai vari assetti navali impiegati complessivamente in sette operazioni di soccorso.

Una sola di queste operazioni è stata gestita inizialmente da un'organizzazione non governativa, che ha recuperato 150 migranti e una salma a circa 14 miglia dalla costa libica, senza che nulla di anomalo venisse segnalato in merito a contatti diretti con scafisti o facilitatori.

Nelle successive 6 ore, 150 migranti recuperati sono stati trasbordati sull'unità navale della Marina militare Cigala Fulgosi e successivamente sulla Siem Pilot.

Nel richiamare, in ordine allo specifico quesito posto dagli interroganti, quanto appena detto in risposta alla precedente interrogazione, mi preme ribadire in questa occasione che il contenimento dei flussi migratori e la lotta alla tratta degli esseri umani sono obiettivi prioritari dell'azione di Governo in materia di immigrazione e in questo senso, già nella primavera dello scorso anno, l'Italia ha diffuso in ambito europeo il Migration compact contribuendo ad avviare, seppur tra molte difficoltà, la ridefinizione delle politiche europee in materia di gestione dei migranti. L'idea portante del documento consiste nel legare i progetti di investimenti europei in Africa al rispetto degli impegni assunti dai Paesi di quel continente in tema di un più efficace controllo delle frontiere e di cooperazione in materia di riammissione. Un'altra importante iniziativa del Governo è stata la sottoscrizione il 2 febbraio del Memorandum d'intesa con la Libia mirante alla riduzione dei flussi migratori provenienti da quei territori e al contrasto della tratta. Il risultato politico più importante è stato il pieno sostegno che l'Unione europea ha dato a questa iniziativa. Questo endorsement infatti inserisce l'Accordo bilaterale all'interno delle strategie che l'Unione intende realizzare verso il Paese nordafricano. Infine di recente l'Italia si è fatta promotrice della costituzione di un gruppo di contatto per la rotta del Mediterraneo centrale finalizzato alla realizzazione di una concreta partnership tra Europa e Africa e questa iniziativa nel corso dell'incontro del 19 e 20 marzo scorso è stata definita con la partecipazione dei Ministri dell'interno di Italia, Austria, Germania, Francia, Libia, Malta, Slovenia Svizzera e Tunisia nonché del commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza. A conclusione dei lavori è stata sottoscritta una dichiarazione di intenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di replicare per due minuti.

BRUNO MURGIA. Non sono soddisfatto, signor Ministro, anche perché dell'Accordo del 2 febbraio che il Ministro Minniti ha costruito con la Libia non sappiamo quali possano essere gli effetti risultanti. Le farei vedere una cartina, pubblicata dal Corriere della Sera la settimana scorsa, nella quale si evince assolutamente come le navi cosiddette ONG abbiano un punto di contatto al limitare delle acque territoriali della Libia per cui, secondo noi, il problema esiste ed è abbastanza trascurato da parte vostra. La mia regione, la Sardegna, in questo momento, come le regioni del sud Italia, la Sicilia, per non parlare ovviamente del caso più specifico di Lampedusa, secondo noi sono senza protezioni. Quindi vigilate con molta attenzione perché in questo modo questo enorme problema non viene risolto.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,30 per lo svolgimento della commemorazione di Alfredo Reichlin e proseguirà con il seguito della discussione del provvedimento relativo alla candidabilità dei magistrati.

La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,35.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Matteo Bragantini, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Causin, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Ferrara, Fontanelli, Garofani, Giorgis, Lorenzo Guerini, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Monchiero, Piccoli Nardelli, Portas, Realacci, Rosato, Sani, Schullian, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centoventotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

In ricordo dell'onorevole Alfredo Reichlin (ore 16,37).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Cari colleghi e care colleghe, la vostra attenzione, grazie.

Come sapete, lo scorso 21 marzo è venuto a mancare Alfredo Reichlin, protagonista di fasi cruciali della storia politica e istituzionale del nostro Paese. Nato a Barletta il 26 maggio 1925, fece ancora molto giovane, a Roma, la scelta della lotta partigiana. Fu autorevole esponente del Partito Comunista Italiano, giornalista e deputato dalla V alla XI Legislatura.

Nella sua lunga attività parlamentare, così come nel ruolo di dirigente di partito, Reichlin si è ispirato costantemente agli ideali di democrazia, di solidarietà e di giustizia sociale. Uomo orgogliosamente di parte ha saputo combinare la coerenza delle proprie convinzioni con una non comune capacità di pensiero critico e di dialogo anche con chi era portatore di posizioni profondamente diverse dalle sue.

Colto e appassionato, ha offerto un contributo originale di analisi e di proposte al dibattito politico e istituzionale del nostro Paese. Ha dedicato, in particolare, un forte impegno intellettuale e politico alle questioni relative allo sviluppo del Mezzogiorno che considerava centrali per il progresso dell'Italia.

L'ultima fase della sua vita è stata segnata dalla profonda preoccupazione per quella che definiva la cruda realtà delle ingiustizie sociali del nostro Paese e ci ha ricordato - uso le sue stesse parole - che “crisi sociale e democratica si alimentano a vicenda e sono le fratture profonde della società a delegittimare le istituzioni democratiche”.

Con Alfredo Reichlin scompare, dunque, una personalità di primo piano della nostra storia repubblicana la cui attività è stata sempre ispirata a valori e ideali vissuti con intensità, con rigore intellettuale e con passione.

Desidero esprimere ai familiari che sono qui presenti i sentimenti della vicinanza e della solidarietà mia e di tutta la Camera dei deputati. Invito, dunque, l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Massa. Ne ha facoltà.

FEDERICO MASSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho conosciuto Alfredo Reichlin da giovane iscritto della Federazione giovanile comunista. Tornava da Roma nella sua Puglia, dirigente politico di altissimo profilo ed intellettuale raffinato, di lui mi colpì la grande capacità di interloquire con tutti, di ascoltare e di comprendere le ragioni e le speranze dei militanti del partito e, oltre il partito, degli uomini e delle donne di una regione non ricca, segnata dal dramma dell'immigrazione, nella quale permaneva una diffusa diffidenza nei confronti delle istituzioni democratiche.

Da lui, in quegli anni, venne un enorme contributo alla definizione di una nuova cultura nazionale. Aveva la lucida consapevolezza di quanto decisivo fosse per l'Italia intera il pieno recupero del Mezzogiorno dentro lo sviluppo del Paese e di quanto essenziale fosse il consolidamento di una robusta cultura della democrazia e della legalità. Lui che, giovanissimo, aveva deciso di scegliere la lotta partigiana, di esserci, di mettere a repentaglio la sua vita per sconfiggere il fascismo, per liberare l'Italia dai tedeschi. Orgogliosamente comunista italiano e orgogliosamente, sempre, pur dal suo punto di vista, proiettato al perseguimento dell'interesse nazionale.

Io credo che Alfredo Reichlin ci ha lasciato, lascia a tutti noi, il senso di una politica alta, di una politica consapevole che la questione, il problema è quello di guardare all'interesse nazionale del Paese, di confrontarsi sui problemi del Paese, di rifuggire a una politica fatta di personalismi, di comodità, di confronto vuoto, avulso che, molto spesso, si riduce alla contrapposizione non delle idee, ma delle persone, come lui ha scritto esplicitamente in uno dei suoi ultimi libri.

È per questo, io credo, che Alfredo Reichlin mancherà molto: mancherà alla sua famiglia, mancherà alla buona politica, mancherà all'Italia democratica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA. Grazie, Presidente. “È ora di liberarsi delle gabbie ideologiche della cosiddetta Seconda Repubblica. Crisi sociale e crisi democratica si alimentano a vicenda e sono le fratture profonde nella società italiana a delegittimare le istituzioni rappresentative. Per spezzare questa spirale perversa occorre generare un nuovo equilibrio tra Costituzione e popolo, tra etica ed economia, tra capacità diffuse e competitività del sistema (…). Non sarà una logica oligarchica a salvare l'Italia: è il popolo che dirà la parola decisiva”. Con queste pesanti parole ci ha lasciato il partigiano Alfredo Reichlin: il suo era un appello accorato alla sua sinistra, una sinistra che, a suo stesso dire, aveva fallito, e lo diceva lui, da vecchio leader che aveva vissuto da protagonista la storia del comunismo italiano; lo ammetteva candidamente in una delle sue ultime interviste.

Chi lo conosceva ne parlava come una persona che non è mai stata veramente attratta dal potere e lui stesso confermava di non aver mai avuto niente, neppure una scorta, una macchina a disposizione.

Vogliamo ricordarlo come quella persona cortese, gentile e attenta anche nei confronti delle persone che non condividevano le sue convinzioni, quale era. Una persona con cui abbiamo condiviso e vinto un'ultima importante battaglia: quella del “no” alle riforme costituzionali del Governo Renzi. La salutiamo per l'ultima volta, raccogliendo - noi sì - il suo appello, nella speranza di essere all'altezza dell'arduo compito che ci ha lasciato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Tutto potevo pensare quando ho iniziato la mia esperienza in politica, salvo che avere l'onore e il compito di commemorare dai banchi del centrodestra la figura di Alfredo Reichlin. Perché io credo che le idee debbano essere diverse, si debbano avere prospettive differenziate, ma questo, se possibile, deve far crescere il rispetto nei confronti del contraddittore e, quando il contraddittore è leale, questa lealtà riempie completamente il gap ideologico che ci può essere fra le diverse posizioni.

E con questo spirito, io non ho timore a dire che la scelta di chi vi parla è dovuta alla mera connessione territoriale, perché Alfredo Reichlin è nato a Barletta nella mia Puglia, e voglio ricordarlo per questa connessione, per questo elemento in comune che noi abbiamo, in un suo libro del 2010: “Il midollo del leone. Riflessioni sulla crisi della politica” parla dalla sua esperienza in Puglia e descrive il suo primo viaggio da Roma a Bari, dando un'idea delle borgate, delle fabbriche, dei braccianti, di quello che definiva “il Paese vero”.

Il suo vice era un operaio di Giovinazzo, paese in provincia di Bari, molto intelligente, centodieci chili di peso: “Non avevo mai visto mangiare un piatto così grande di pastasciutta”, questo è il commento plastico che affida alla bonomia della riproduzione di quello che la politica in quel momento rappresentava per questo straordinario interprete del nostro tempo.

Definisce la Puglia una straordinaria comunità umana. Vorrei rassicurare tutti: la Puglia di Reichlin è esattamente la nostra stessa Puglia, è la Puglia della gente comune, dei diritti dei deboli, della umanità semplice. Noi ci occupiamo di questa Puglia e, mi consentirà, Presidente, che, forse, di questa Puglia, di questa gente, di questi diritti dei deboli, oggi, a livello di Governo non ci si occupa più tanto. E, forse, la necessità di una commemorazione verso il futuro ha proprio questo significato: rammentare che, quando noi siamo in quest'Aula, i diritti dei più deboli vengono prima dei doveri dei più forti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Con Alfredo Reichlin la sinistra e la democrazia italiana perdono una delle loro figure più autorevoli. Partigiano, giornalista, dirigente politico, parlamentare, intellettuale, scrittore: Reichlin è stato molte cose nel corso di una vita che non è stata solo lunga, ma anche straordinariamente ricca e intensa.

Chi lo ha conosciuto non poteva non cogliere immediatamente nella fusione tra vita e politica il tratto dominante della sua personalità. Una fusione in cui non era la ricchezza della vita a restringersi nella sfera unidimensionale e alla lunga sterile della politica pura, della politique politicienne, ma era la politica nel suo significato più alto di vocazione integrale al servizio di una visione del mondo a estendersi alle altre sfere vitali - la cultura, l'arte, la passione per la storia e il pensiero, le relazioni personali - e a trarre costantemente da esse la propria sorgente di senso.

Quelli della mia generazione che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di frequentarlo e talora, perfino, di diventarne amici, nonostante la differenza di età, non potevano non rimanere colpiti innanzitutto da questa dimensione diversa, oggi, forse, inattingibile, dell'impegno politico; una dimensione coincidente con la pienezza di una scelta di vita e con la capacità di dare forma e coerenza in tutte le sue fibre ad una personalità, sia nella sfera privata sia in quella pubblica.

Un altro aspetto che colpiva immediatamente era la sua ritrosia a parlare del passato e della miniera di ricordi che la memoria custodiva. Questa fame di futuro è stata fino alla fine un altro tratto fortissimo della sua personalità: mai il rimpianto nostalgico di un passato pure per lui così pieno e vissuto intensamente, ma sempre anzitutto il desiderio di comprendere, analizzare, influenzare il corso delle cose presenti e di anticipare i segni del futuro. Da comunista italiano Reichlin è stato un costruttore instancabile della democrazia repubblicana, un sostenitore della scelta togliattiana della via italiana al socialismo, un fautore di quella che egli definiva l'integrazione delle masse popolari nelle istituzioni democratiche, il frutto più alto dell'azione dei partiti politici, un difensore appassionato dell'unità nazionale e del carattere cruciale della questione meridionale. Non ha mai smesso di credere nella forza e nella vitalità della nostra Carta costituzionale e fino alla fine è rimasto coerente con questa ispirazione. Ci ha insegnato come la politica sia “essere parte” e insieme non perdere mai di vista l'interesse generale, insieme la difesa degli ultimi, di quelli a cui la militanza in politica aveva insegnato, per dirla con le parole di Di Vittorio, a non togliersi più il cappello davanti ai padroni e insieme la capacità di pensare l'interesse nazionale. Questa forse è la cifra più profonda della sua lezione da dirigente intellettuale di primo piano dalla sinistra italiana. In tanti possono rivendicare con orgoglio di essere stati suoi compagni, amici, allievi. Per tutti noi da oggi sarà davvero arduo essere all'altezza di ciò che ci ha insegnato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Pizzolante. Ne ha facoltà.

SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Reichlin è stato un politico di grande livello, uno dei più grandi, grande esperto di economia, giornalista, un intellettuale rigoroso, di assoluto rilievo. Testimone di un passato quando la politica era vissuta dalle migliori intelligenze del Paese, particolare sul quale bisogna riflettere oggi, in un momento in cui la politica non è vero sia frequentata dai peggiori, ma che tali diventano secondo un racconto mediatico distruttivo, spesso irresponsabile, che produce danni enormi per la tenuta democratica, fatto del quale lui, ultimamente, si dimostrava consapevole.

Aveva fatto parte in gioventù dalla corrente più intransigente del PCI, ma senza asprezze, preconcetti, pregiudizi, con intelligenza e con lucidità, rispetto degli avversari, una dote rara. Ultimamente si era dimostrato consapevole non solo della crisi della politica, ma di una crisi più profonda del sistema democratico, come dicevo prima, in un Paese che deve essere ripensato, diceva, consapevole della necessità della ricostruzione di un nuovo dopoguerra.

Saluto Alfredo Reichlin cordialmente, un saluto affettuoso ai familiari, ai suoi compagni di lotta politica e ai suoi amici (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Lega Nord si unisce alle parole di cordoglio per la perdita di un profondo intellettuale politico come Alfredo Reichlin. Dalla Resistenza, combattuta da giovane partigiano comunista, alla nascita della democrazia, dal lungo e faticoso cammino del dopoguerra, Reichlin visse, con impegno e da idealista, tutte queste fasi della storia politica del Paese.

Deputato nazionale fin dal 1968, durante gli anni Settanta entrò nella direzione nazionale del partito, divenendo stretto collaboratore di Enrico Berlinguer. È stato uno dei creatori del Partito Comunista Italiano, accompagnandone la storia e la trasformazione, dal PDS, ai DS, sino alla fondazione del Partito Democratico. Ha diretto l'organo di partito L'Unità. Forte dei suoi ideali di sinistra, non si è mai sottratto alla rivendicazione del primato della politica sull'economia, benché colse, prima di altri, che questo rapporto con le regole dell'economia e della finanza, con il sistema industriale internazionale e con le sfide economiche derivanti dall'appartenenza all'Unione europea fosse diventato imprescindibile anche per i partiti. Politica e partito, appunto, sempre alla guida della società, attraverso la concretizzazione di ideali saldi e forti.

Fu sempre coerente con se stesso e questo lo portò anche a scelte difficili, come il dover lasciare la direzione del L'Unità proprio in ottemperanza ai suoi ideali, perché si schierò addirittura apertamente contro le scelte politiche di Palmiro Togliatti, allora potente segretario del Partito Comunista, subendone poi le inevitabili conseguenze.

In questo periodo storico-politico, in cui talvolta l'apparenza sostituisce la sostanza, la velocità di comunicazione prevale sul ragionamento, in cui persino anche le Aule parlamentari vengono utilizzate più come una vetrina, piuttosto che come un luogo di concetto e di pensiero, il ricordare Alfredo Reichlin, con la sua passione per la politica e per l'essenza democratica dei partiti politici, non può che essere uno stimolo positivo. Sulla base di questi sentimenti, Presidente, il gruppo Lega Nord e Autonomie si unisce al dolore dei suoi cari e dei colleghi del suo partito (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. La settimana scorsa ci ha lasciato Alfredo Reichlin, partigiano giovanissimo a Roma, comunista italiano, uomo di punta della covata del “partito nuovo” di Palmiro Togliatti, giornalista di popolo, dirigente autorevole sempre, uno statista della Repubblica democratica fondata sul lavoro, pur senza aver mai occupato, per scelta, posizioni istituzionali apicali, e infine maestro morale e intellettuale per tante generazioni, anche quelle più giovani che si affacciano ora alla politica.

In un'epoca di politica come competizione tra ego vuoti e ipertrofici, di politica come opportunistica eccitazione e raccolta delle pulsioni regressive di larghe fasce di popolo abbandonate, di politica come sistematica delegittimazione morale dell'altro da sé, in lui, come in altri grandi dirigenti politici della sua generazione, continuava a vivere la politica, come diceva lui, come storia in atto. Mi è rimasta stampata in mente una sua efficacissima sintesi delle tristi condizioni di oggi della politica, ed è la seguente: “la finanza comanda, i tecnici eseguono e i politici vanno in televisione”. Il suo sguardo era sempre lungo e sempre orientato all'interesse nazionale, declinato a partire dagli ultimi e dai lavoratori, classe e nazione insieme, come dalla migliore lezione di Gramsci. Negli ultimi anni era assillato, lo scriveva spesso, dall'assenza a sinistra di una lettura aggiornata dell'Italia e, in particolare, del Mezzogiorno.

L'ultimo passaggio di profondo travaglio per lui è stato il referendum sulla revisione costituzionale. Aveva le idee molto chiare, tuttavia sentiva acutamente la responsabilità e il significato dello strappo dalla sua comunità di riferimento, ma la gerarchia dei suoi valori di comunista italiano gli imponeva di anteporre il Paese alla propria parte, e così motivò il suo “no”: “non illudetevi amici, che il problema non è chi comanda, è invece con chi si comanda, con o senza il proprio popolo, popolo vero, non opinione pubblica, sono due cose diverse” aveva scritto. Sarà tutto più difficile senza Alfredo Reichlin. Un abbraccio a Roberta, a Lucrezia, a Pietro, a Luciana, ai suoi nipoti e a tutta la sua bella famiglia allargata. Alfredo rimarrà per noi un punto di riferimento morale, culturale e politico imprescindibile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.

PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anche a nome del gruppo dei Civici e Innovatori, che rappresento, ci uniamo alla commozione di quelli che l'hanno conosciuto e alla famiglia in particolare per la scomparsa di Alfredo Reichlin, che, lontano dalla mia cultura politica liberale, devo dire ho conosciuto soltanto per gli interventi che ho letto sulla stampa, ed è stata l'occasione, questa mattina, quando il mio gruppo mi ha dato l'onore di darmi questo incarico, per andare a verificare la biografia di questa persona che oggi noi commemoriamo. Mi ha colpito - e lo voglio ricordare in quest'Aula - il fatto che, nato nel 1925, avesse partecipato all'attività partigiana, che avesse aderito alla Brigata Garibaldi. Ho fatto i conti dell'anagrafe di questa persona, cioè una persona che a diciotto anni partecipava alla resistenza partigiana, una persona che a diciotto anni aveva delle idealità che gli imponevano di essere presente in un momento difficilissimo per il Paese, scegliendo la parte con cui schierarsi. Bene, credo che possa essere un insegnamento per i tanti giovani di oggi, quelli di cui discutiamo se giocano a calcetto o se sono dei bamboccioni. Credo che possa essere una figura di riferimento importante che non stupisce che abbia avuto poi da comunista delle posizioni critiche nei confronti del suo partito che lo hanno portato addirittura, anche questo è un elemento che fa riflettere, a rinunciare alla direzione di un quotidiano importantissimo in quel momento quale era l'Unità in dissenso da ciò che il suo partito pensava. Da liberale io sono grato ad Alfredo Reichlin e i miei colleghi di gruppo, da liberali, sono grati ad Alfredo Reichlin, perché credo che l'insegnamento di coerenza e di dirittura morale che emerge dalla sua figura sia veramente ancora oggi il faro per una politica che troppo spesso viaggia a luci spente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Grazie, signora Presidente. Il nostro gruppo si associa alle sue parole a proposito della figura di Alfredo Reichlin, le riteniamo più che appropriate per uno dei più qualificati esponenti della nostra vita democratica che è doveroso ricordare per la scelta giovanile a favore della lotta per la democrazia, per la coerenza e la rigorosità anche personale del suo percorso, e per la qualità universalmente riconosciuta del suo pensiero, testimone di una idea della politica che non si dissocia dalla cultura e dalla lettura della storia.

Il ricordo di questi grandi personaggi che hanno interpretato in varie collocazioni politiche la stagione della cosiddetta Prima Repubblica, oggi il ricordo dunque di Alfredo Reichlin, ci pone di fronte, noi pensiamo, ad un paradosso sul quale è forse giunto il tempo di riflettere: più gli slogan vuoti e le caricature definiscono la Prima Repubblica come un periodo oscuro dal quale ci saremmo finalmente liberati, più dobbiamo invece riconoscere nei suoi testimoni che scompaiono una qualità morale e politica di straordinario valore. Forse, dunque, è bene che ci riconciliamo come Paese con la nostra storia e torniamo ad essere consapevoli che un Paese che non riconosce le sue radici e non coltiva, pur nel cambiamento degli scenari, il senso storico della sua evoluzione anche politica, è un Paese che rischia di perdersi nelle nebbie fitte di questo nostro tempo di grande fragilità (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Alfredo Reichlin è stato uno dei padri della sinistra italiana, un politico sicuramente molto colto, uno storico dirigente del Partito Comunista Italiano, come già detto, alla fine degli anni Cinquanta, direttore del quotidiano l'Unità, poi epurato, come già ascoltato in quest'Aula, da Togliatti addirittura per la sua vicinanza ad Ingrao. Il suo amico Beppe Vacca diceva di lui che era uno che non dava la linea, ma cercava di spiegare il processo di formazione della linea e questo è un aspetto sicuramente in politica molto, molto importante. Fu un intraprendente sostenitore della linea per cui il Mezzogiorno non debba essere tagliato fuori, ma debba essere sviluppato, idea culminata poi, tra l'altro, con la famosa conferenza di Crotone. Eccellente tra l'altro, per quanto letta e conosciuta, la sua definizione del cosiddetto partito della nazione che nella sua interpretazione non era considerata un'organizzazione fatta di inciuci, ma considerata un'organizzazione al servizio del popolo. Sapeva indicare le strategie politiche avvalendosi delle doti di un vero leader che non fu mai, probabilmente per sua scelta.

Presidente, noi voglio dire che abbiamo evidentemente anche delle idee differenti da quelle da lui citate e teorizzate, ma questo non può impedire a tutti i gruppi politici di onorarne sicuramente la memoria.

Io vorrei chiudere questo ricordo, Presidente, con un tratto da lui scritto in un suo saggio storico che parlava di una notte romana del 1944 quando c'era molto caldo, era un luglio, vi erano le finestre aperte, e da queste finestre aperte, da una stanza di queste finestre aperte, in una sorta di condominio, usciva una canzone che era l'Internazionale e, poco a poco, le persone si sono affacciate tutte a queste finestre cantando assieme proprio l'Internazionale.

Quindi, Presidente, a nome del mio gruppo, facciamo le condoglianze e un saluto anche ai familiari e ai parenti qui presenti con noi in Aula.

Chiudo, dicendo che le idee politiche possono essere evidentemente differenti, ma gli uomini di questo calibro si devono onorare (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Esprimo sentimenti di cordoglio a nome mio personale, e della componente, ai familiari di Alfredo Reichlin.

Signora Presidente, pur appartenendo a uno schieramento diverso da quello a cui è appartenuto Alfredo Reichlin, è difficile non riconoscere in maniera totale in Reichlin un uomo di grandi ideali, credibile perché vero e autentico. Un politico che ha lottato perché diminuiscano le differenze tra il nord e il sud, ha lottato a favore del Mezzogiorno. E' significativo, signora Presidente, e per questo motivo sono veramente onorato di poter intervenire oggi, che invece di candidarsi in Puglia, perché pugliese, nel collegio di Bari-Foggia, scegliesse di candidarsi, ed era anche il capolista, il numero uno, nella circoscrizione di Lecce-Brindisi-Taranto che era la parte più debole del territorio pugliese.

Io ricordo pure, ogni volta che c'era la campagna elettorale - io frequentavo le scuole medie - la mobilitazione che a un certo punto vedevo nella campagna elettorale del mio comune, che è a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca, dove tutti gli appartenenti al Partito Comunista si recavano ad Alessano, che dista cinque chilometri da Santa Maria di Leuca, dall'ultimo lembo della terra e dell'Italia. Io una volta sono andato anche ad ascoltarlo, penso che fosse la campagna elettorale delle elezioni politiche del 1972, e fui colpito dall'autorevolezza con cui esprimeva le proprie ragioni, le proprie proposte e anche dal silenzio tombale e di rispetto con cui la folla, perché si trattava di una mobilitazione enorme, dei militanti del Partito comunista che riempiva la piazza lo ascoltava.

Io penso che vada ricordato Reichlin a pieno titolo tra gli uomini che hanno interpretato e praticato la politica con la “P” maiuscola, cosa che purtroppo oggi - ahimè - manca quasi del tutto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Anche l'UDC unisce la sua voce al cordoglio per la scomparsa di Alfredo Reichlin. Alfredo Reichlin era nato a Barletta, terra di grandi conflitti bracciantili (Barletta e il suo entroterra, Adria, Molfetta), terra di profondo sfruttamento del lavoro umano e di umiliazione della dignità dell'uomo. Era la terra di Di Vittorio, è stata la terra di socialisti rivoluzionari e poi su questo si è inserita la tradizione comunista, ma nella tradizione comunista aleggiava sempre, anche per Reichlin, l'idea di una giustizia da chiedere per l'umile, per l'offeso, per il perseguitato.

Alfredo Reichlin fu uno dei protagonisti della svolta togliattiana, della costruzione del partito nuovo, il partito che sostituisce all'idea della rivoluzione comunista l'idea della costruzione della democrazia italiana e della integrazione delle masse popolari dentro questa democrazia, che poi concretamente voleva dire educare le masse a passare dall'epoca delle grandi rivolte bracciantili, quando si bruciava il comune con dentro anche i registri delle imposte, all'epoca nella quale si fanno le manifestazioni per affermare i propri diritti all'interno di uno Stato democratico, contendendosi il potere attraverso il voto e poi cercando di rappresentare nel Parlamento, in questo Parlamento, gli interessi delle masse popolari.

Era la grande intuizione togliattiana, consentitemi di dire, possibile soltanto all'interno di un'alleanza nascosta, ma non meno evidente, con Alcide De Gasperi, che creò le condizioni perché i comunisti, invece di essere perseguitati o spinti alla rivolta, fossero inseriti nella struttura dello Stato democratico.

Era il tempo del dialogo fra due grandi culture popolari, ci mancano ambedue; era il tempo in cui tanti giovani entravano in politica perché spinti da una fede, animati da un ideale, un ideale comunista, un ideale cattolico di dottrina sociale cristiana, ma comunque non per il potere e per il denaro o non solo o non soprattutto per il potere e per il denaro.

Alfredo Reichlin aderì più tardi all'idea di Ingrao: sostituire all'idea della rivoluzione comunista quella della democratizzazione integrale della società italiana, e dovette però vedere prima il fallimento del comunismo, poi anche la decadenza di quella idea di democrazia, tentando comunque di mantenere un nucleo di valori da trasmettere ad una generazione successiva.

Di questi valori, di quell'esempio, dell'esempio di fedeltà a un ideale ed integrità morale e di capacità di fare i conti con la realtà e di rispetto per l'avversario, tutti noi abbiamo bisogno e a questo noi sinceramente rendiamo omaggio (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Buttiglione. Termina così la commemorazione di Alfredo Reichlin.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,15)

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 116-273-296-394-546 - D'iniziativa dei senatori: Palma; Zanettin ed altri; Barani; Casson ed altri; Caliendo ed altri: Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 2188-A); e delle abbinate proposte di legge: Dambruoso ed altri; Colletti ed altri (A.C. 1442-2770) (ore 17,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 2188-A: Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali; e delle abbinate proposte di legge nn. 1442-2770.

Ricordo che nella seduta del 20 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore per la maggioranza per la Commissione giustizia è intervenuto in sede di replica, mentre gli altri relatori e il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.

Avverto che, seguito del venir meno della componente Misto-Alternativa libera possibile e della costituzione della nuova componente Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia, la ripartizione dei tempi per il seguito dell'esame del provvedimento per le componenti politiche del gruppo Misto è così modificata: Conservatori e Riformisti 8 minuti, Minoranze Linguistiche 5 minuti, Alternativa Libera TIpI 4 minuti, UDC e USEI-IDEA 3 minuti ciascuno, FARE!-Pri e PSI-PLI 2 minuti ciascuno.

(Esame degli articoli - A.C. 2188-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. In particolare, tale parere reca otto condizioni volte a garantire il rispetto all'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002, le seguenti proposte emendative: gli articoli premissivi Colletti 01.0200 e 01.0201 che, nel novellare, rispettivamente, gli articoli 7 e 8 del DPR n. 361 del 1957, prevedono l'ineleggibilità dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, anche se collocati in aspettativa; gli emendamenti Colletti 1.200 e Dadone 1.210, che stabiliscono, rispettivamente, che i magistrati cessino di diritto dall'appartenenza all'ordine giudiziario al momento dell'accettazione della candidatura ovvero che debbano rassegnare le dimissioni prima dell'accettazione della medesima.

Tali proposte emendative, volte di fatto ad introdurre nell'ordinamento ipotesi di ineleggibilità assoluta, si pongono in evidente e manifesto contrasto con l'articolo 51, primo comma, primo periodo, della Costituzione, in cui si prevede che “tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possano accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”, nonché con il terzo comma del medesimo articolo 51, in cui si dispone che “chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto (…) di conservare il suo posto di lavoro”.

Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 1.600, 5.600, 5.601, 6.600, 9.600, nonché la nuova formulazione dell'emendamento 2.300.

Avverto, altresì, che fuori dalla seduta le proposte emendative Lauricella 6.230, Colletti 1.205, 14.200 e 16.01 sono state ritirate dai presentatori.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2188-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori…

DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA DURANTI. Mi scusi Presidente, intervengo per segnalare che manca il Governo in Aula.

PRESIDENTE. Manca il Governo in Aula: è una buona segnalazione onorevole Duranti. Ma il Governo c'è da qualche parte e si manifesta oppure dobbiamo…

Sospendo la seduta per cinque minuti. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 17,20.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Presidente, colleghi, visto che ovviamente l'articolo 1 è un po' il cuore della proposta di legge, per quanto riguarda Fratelli d'Italia, volevamo dire che questo provvedimento appare insufficiente e tardivo. Insufficiente, perché è evidente che chi svolge una funzione politica, di fatto, perde la propria terzietà come magistrato e, quindi, regolamentare il rientro in maniera così ambigua e inadeguata, come ha fatto la maggioranza al Senato con il sostegno della maggioranza parlamentare, è assolutamente sbagliato, perché non supera il problema dell'equivoco di fondo e anche del discredito istituzionale che può derivare dal fatto che ci siano magistrati che, dopo aver svolto una funzione politica, magari si trovino a giudicare altri politici. È capitato anche a me, ma, senza parlare di casi particolari, persone che hanno svolto ruoli eminenti in partiti politici poi si trovano a giudicare o a fare indagini su persone che svolgono magari un'attività politica in un partito contrapposto. Quindi, di per sé, oggettivamente, quest'azione crea un discredito per la magistratura. Sarebbe necessario che chi si candida o chi ha svolto una funzione politica, quando rientra nella magistratura, non debba avere incarichi giurisdizionali tout court, senza nessuna possibilità.

Altra cosa, invece, il discorso dell'elettorato attivo. La possibilità di essere candidati è già regolamentata, mi sembra che esagerare l'aspetto dell'ingresso sia forse un errore eccessivo.

È tardivo, perché sono ormai vent'anni che la magistratura è stata tirata per la giacchetta nell'agone politico, dapprima dal centrodestra e per difesa, magari, di interessi personali di alcuni leader politici del centrodestra, ma spesso anche per un'oggettiva commistione, che derivava dall'impegno politico diretto, tramutatosi in candidature e in ruoli importanti, di tanti magistrati all'interno della sinistra e del centrosinistra.

Probabilmente, è proprio per questo motivo che c'è il ritardo che noi denunciamo, nel senso che non si è arrivati a una definizione chiara e concreta da parte del legislatore. Perché, vedete, il problema della mancata terzietà dei magistrati schierati in politica, il problema dell'incompatibilità, è un problema della politica, perché i magistrati che si candidano o che sono eletti diventano dei politici.

Quindi, era il Parlamento che doveva delineare in maniera precisa, chiara, coerente il disimpegno e lo sganciamento di questa importante funzione dello Stato, quella giurisdizionale, che è a tutela di tutti i cittadini e non solo di una parte politica. Ma faceva comodo, in qualche maniera, da una parte e dall'altra il coinvolgimento diretto o indiretto nell'agone politico, così come è accaduto.

Perciò questo provvedimento è tardivo, ma non è mai troppo tardi. Noi aspettiamo anche di vedere come il provvedimento uscirà dalla Camera per prendere una decisione, perché abbiamo detto che è tardivo e inadeguato.

Gli emendamenti che abbiamo presentato sono nell'ottica anche di una riduzione del danno, perché si inquadrano in quello che riteniamo noi assolutamente giusto, cioè che chi si candida o che viene eletto non può poi più svolgere funzioni giurisdizionali rientrando in magistratura. Si può dedicare a funzioni amministrative collegate all'esercizio del ruolo, perché logicamente chi ha vinto un concorso pubblico deve avere essere tutelato in quanto cittadino. Altrimenti, violeremmo l'articolo 51, nel senso che non si darebbe a tutti l'opportunità di svolgere il diritto alla candidatura e di elettorato attivo, ma allo stesso tempo non si può pregiudicare il diritto del cittadino ad avere una magistratura oggettivamente terza.

Per cui riteniamo che in questa direzione dovrebbe andare ogni cambiamento apportato dalla nostra Aula.

ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente, sull'inammissibilità dell'emendamento Colletti -cito le sue parole - per palese contrasto alla Costituzione.

Allora, innanzitutto, ritengo che il palese contrasto con la Costituzione non ci sia, perché l'emendamento in questione pone semplicemente dei limiti di eleggibilità, che possono tranquillamente esistere.

In secondo luogo, Presidente, come è possibile che la Presidenza scelga, sulla base del vaglio di costituzionalità, gli emendamenti che possono essere ammessi e votati? Perché la Presidenza, in questo modo, rende impossibile ai deputati di questa Camera votare favorevolmente o in maniera contraria rispetto a un emendamento. Questa non è una cosa che si può fare sulla base del vaglio di costituzionalità, perché, Presidente, le ricordo che c'è una buona parte di leggi, approvate da questa Camera, per volontà del Partito Democratico….

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Bonafede.

ALFONSO BONAFEDE. …che sono state dichiarate incostituzionali. E parliamo di leggi, su cui la Presidenza non aveva espresso alcun giudizio di incostituzionalità…

PRESIDENTE. Grazie…

ALFONSO BONAFEDE. …tale da precludere il voto…

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, io…

ALFONSO BONAFEDE. Perché mi toglie la parola?

PRESIDENTE. Adesso glielo spiego, non gliel'avrei proprio dovuta dare, onorevole Bonafede, perché noi siamo in una fase in cui abbiamo superato le dichiarazioni di inammissibilità - (Commenti del deputato Bonafede) …No, onorevole Bonafede, sto parlando io -, è intervenuto l'onorevole Cirielli e siamo già nella fase successiva. In più, come lei sa, le dichiarazioni di inammissibilità da parte della Presidenza non aprono una discussione.

Ciò nonostante, siccome ho percepito quali sono le sue argomentazioni, le do comunque una risposta, con la quale chiudiamo il dibattito, perché è superato e, peraltro, è improprio, perché non si apre un dibattito sulle dichiarazioni della Presidenza.

Sono state sollevate obiezioni con riferimento alla dichiarazione di inammissibilità degli articoli premissivi 01.0200 e 01.0201 Colletti e degli emendamenti 1.200 Colletti e 1.210 Dadone.

Tali proposte emendative sono volte a prevedere l'ineleggibilità di tutti i componenti dell'ordine giudiziario ordinario, amministrativo e contabile, e a stabilire che, per essere candidato alle elezioni politiche, europee e amministrative, un magistrato debba necessariamente rassegnare le dimissioni o cessi comunque di diritto, al momento dell'accettazione della candidatura, dall'appartenenza all'ordine giudiziario.

In proposito faccio presente che, se è vero che la stessa Costituzione all'articolo 65 contempla la possibilità che la legge preveda limitazioni al diritto di elettorato passivo, cosa diversa è precludere per un'intera categoria di soggetti l'accesso alle cariche elettive, salvo in caso di rinuncia o decadenza dal posto di lavoro. Nel caso di specie, si tratta di emendamenti volti a introdurre nell'ordinamento ipotesi di ineleggibilità assoluta, che, come tali, si pongono in manifesto contrasto con le disposizioni, di cui ai commi primo e terzo dell'articolo 51 della Costituzione, in cui si sanciscono, rispettivamente, il principio di parità ed eguaglianza nell'esercizio del diritto di elettorato passivo e il diritto alla conservazione del posto di lavoro da parte di chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive.

Al riguardo, ricordo che la disciplina vigente opera, invece, un contemperamento tra l'ineleggibilità e l'esercizio e il godimento di altri diritti costituzionali, stabilendo che i magistrati possano essere candidati, se posti in aspettativa (articolo 8 del decreto del Presidente Repubblica 30 marzo 1957, n. 361).

Ricordo, infine, che la Giunta per il Regolamento, nella seduta del 7 marzo 2002, ha riconosciuto alla Presidenza il potere di dichiarare inammissibili le proposte emendative che, come nel caso in esame, appaiono “in manifesto ed evidente contrasto con singole disposizioni costituzionali”. Come ha avuto modo di affermare il Presidente della Camera, nella citata seduta della Giunta, infatti, consentire una deliberazione dell'Assemblea su un siffatto genere di emendamenti costituirebbe un'indebita attribuzione al Parlamento di un potere che eccede quelli ordinari di revisione costituzionale ed è tale da determinare una rottura dell'ordinamento.

Alla luce di tali elementi, la Presidenza non può che confermare le dichiarazioni di inammissibilità relative agli emendamenti in questione.

ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, io le do la parola per un richiamo al Regolamento, ma non sullo speech e non sull'inammissibilità. Quindi, se lei deve aggirarlo, è inutile, perché io le tolgo la parola. Se vuole intervenire per un richiamo al Regolamento, mi dica qual è l'articolo e io la faccio parlare. Prego.

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, articoli 8 e seguenti, ma mi permetta di non comprendere il pregiudizio che lei ha nei miei confronti e sul fatto che io stia intervenendo sul Regolamento, precisando che, quando lei ha finito di leggere le dichiarazioni di inammissibilità, avevo alzato la mano, però non ero stato visto. Era stato visto il deputato Cirielli e avete dato la parola direttamente al collega Cirielli.

Non sono intervenuto, ma non è che ero intervenuto tardivamente, avevo alzato immediatamente la mano per intervenire sulle dichiarazioni di inammissibilità. Detto questo e chiarito questo punto, Presidente, dico che è evidente, dal mio punto di vista, che nella direzione dei lavori la Presidenza fa un chiaro doppiopesismo, perché, nei confronti del MoVimento 5 Stelle e delle forze di opposizione, è pronta a fare il vaglio di incostituzionalità addirittura per impedire alla Camera di votare gli emendamenti; quando, invece, si tratta di leggi interamente incostituzionali, con emendamenti interamente incostituzionali da parte del Partito Democratico e della maggioranza, come è stato sull'Italicum, la Presidenza è stata in silenzio ad assistere ad un voto della Camera su una legge dichiarata incostituzionale.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, la ringrazio.

Le vorrei precisare che sicuramente è capitato che non l'ho vista, però il punto fondamentale è che le dichiarazioni di inammissibilità, come lei sa, possono prevedere soltanto una richiesta di revisione, che lei ha fatto e alla quale io ho risposto.

Lei può avere ovviamente tutti i suoi giudizi sulla Presidenza e su come agisce la Presidenza, ricordo sempre a lei - ma lo ricordo a tutti, perché quando noi siamo qui ovviamente interpretiamo il sentimento dell'Assemblea - che è sempre bene non mettere mai in discussione la terzietà della Presidenza, perché la Presidenza è di fatto terza e lo è sempre e comunque, anche se, in determinati momenti, questa terzietà può essere contro una proposta di uno piuttosto che di un altro. Ma il valore della Presidenza - lei lo sa perfettamente, perché qui poteva sedere anche una persona che non era il sottoscritto - va salvaguardato, se lei mi consente, perché la Presidenza è terza di fatto. Comunque, la ringrazio. So che non l'ho soddisfatta, ma spero che sia quantomeno sufficiente.

Se nessuno chiede di intervenire ulteriormente sul complesso delle proposte emendative, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.

Avverto che le Commissioni hanno ritirato l'emendamento 5.601 e che l'emendamento 6.224 Matarrese è stato ritirato dal presentatore.

Ne approfitto anche per salutare docenti e alunni dell'Istituto comprensivo “Casteldaccia”, di Casteldaccia, in provincia di Palermo, che stanno seguendo i nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Prego, relatore.

MARCO DI MAIO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, sull'emendamento 1.18 Dadone, parere contrario.

PRESIDENTE. Scusi, per venire incontro anche agli altri colleghi che non lo sanno, spieghiamo che tutte le proposte emendative precedenti, quelle che non vengono citate, o sono state ritirate o sono state dichiarate inammissibili. Quindi, per l'appunto, passiamo all'emendamento 1.18 Dadone.

MARCO DI MAIO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sul quale vi è parere contrario. Emendamento 1.240 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.201 Sannicandro, parere contrario. Emendamento 1.202 Colletti, parere contrario. Emendamento 1.22 Sisto, parere contrario. Emendamento 1.12 Molteni, parere contrario. Emendamento 1.203 Molteni, parere contrario. Emendamento 1.8 Daniele Farina, parere contrario. Emendamento 1.10 Molteni, parere contrario. Emendamento 1.241 Gasparini, parere favorevole con riformulazione; la riformulazione consiste nell'eliminazione della parte consequenziale. Emendamenti 1.211 Colletti e 1.250 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.214 Sisto, parere contrario. Identici emendamenti 1.1 Colletti e 1.213 Sisto, parere contrario. Identici emendamenti 1.9 Molteni, 1.3 Colletti e 1.212 Sisto, parere contrario. Emendamento 1.7 Costantino, parere contrario. Identici emendamenti 1.204 Dadone e 1.215 Sisto, parere contrario. Sull'emendamento della Commissione 1.600, parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, vuole che glieli legga io o procede da solo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Presidente, ho preso appunti su quelli che ha letto il relatore per la maggioranza, se c'è qualche cosa da correggere… Allora, emendamento 1.18 Dadone, parere favorevole. Emendamento 1.240 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.201 Sannicandro, parere favorevole, come pure per l'emendamento 1.202 Colletti, ovviamente l'emendamento 1.22 Sisto e gli emendamenti Molteni 1.12 e 1.203.

Emendamento 1.8 Daniele Farina, parere contrario. Emendamento 1.10 Molteni, parere favorevole. Emendamento 1.241 Gasparini, parere contrario. Identici emendamenti 1.211 Colletti e 1.250 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.214 Sisto, parere ovviamente favorevole. Identici emendamenti 1.1 Colletti e 1.213 Sisto, parere favorevole, come pure sugli identici emendamenti 1.9 Molteni, 1.3 Colletti e 1.212 Sisto. Parere contrario sull'emendamento 1.7 Costantino e parere favorevole sugli identici emendamenti 1.204 Dadone e 1.215 Sisto.

PRESIDENTE. Manca il parere sull'emendamento 1.600 delle Commissioni.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 1.600 delle Commissioni mi rimetto all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.18 Dadone.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Dadone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.240 Naccarato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Avverto che l'emendamento 1.201 Sannicandro è precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.240 Naccarato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.202 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, colgo l'occasione per dire come noi ci comporteremo sugli emendamenti, così parlo una volta e spero di non parlare più.

Noi riteniamo che il testo che ci arriva dal Senato sia un testo che ha raggiunto un equilibrio tra due scuole di pensiero, due opzioni: da un lato, chi ritiene che un magistrato non debba entrare in politica addirittura, oppure che, se vuole entrare, deve cessare dalla carica, cosa che è stata ritenuta addirittura incostituzionale, ma io ritengo, insieme al collega Bonafede, che così non è, tant'è vero che il testo unico del 1957 in materia di candidabilità per le elezioni politiche elenca una serie di soggetti che ricoprono particolari cariche importanti che non possono essere candidati, sono privi dell'elettorato passivo. Quindi questa era la scuola estrema da un lato.

Poi vi è l'altra scuola di pensiero, che prevede la possibilità per il magistrato di intervenire nella vita politica, ma con delle limitazioni territoriali e funzionali per il momento in cui non viene eletto e deve tornare a fare il magistrato, oppure è stato eletto e alla fine raggiunge la concussione del mandato.

Ora, la Commissione giustizia della Camera cosa ha fatto? Dopo aver mantenuto questo provvedimento per due o tre anni in stand by, ad un certo punto decide di riesumarlo e di fare delle modifiche al testo che proviene dal Senato e, io dico, in questa maniera allungando i tempi. Ragion per cui noi ci muoveremo nella seguente maniera: voteremo contrario a tutti gli emendamenti che si allontanano dal testo del Senato. Ad esempio il Senato ha stabilito cinque anni; qui si prevede di aumentare o di ridurre quel termine di cinque anni che ricorre spesso per quanto riguarda la limitazione del potere del giudice di ritornare a fare il magistrato.

Quindi riteniamo che il testo del Senato fosse un testo di equilibrio e, invece, qui l'abbiamo squilibrato; perché, se poi andiamo a vedere in che maniera si è intervenuti, purtroppo devo lamentare che si è intervenuti alleggerendo i vincoli o i limiti che erano stati messi a carico dei magistrati proprio per garantire non l'imparzialità del magistrato che ritorna dalla politica alla funzione, ma per garantire che il magistrato appaia terzo, appaia credibile quando ha cessato l'incarico politico.

Quindi gli emendamenti che sono stati accolti dalla Commissione vanno nella direzione di questo alleggerimento che per noi non è accettabile. Faccio un esempio per tutti: il Senato ha introdotto alcune ipotesi di astensione, di ricusazione e invece dalla Commissione giustizia quel testo è stato emendato. Quindi ci comporteremo in questa maniera. Noi per quanto possibile cercheremo di riesumare il testo del Senato. Questa è la nostra posizione una volta per tutte.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Mi richiamo non so se all'articolo 8 - mi corregga - sui poteri della Presidenza.

PRESIDENTE. Sì.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Ho appreso che è stato dichiarato precluso l'emendamento 1.201 Sannicandro in seguito alla votazione dell'1.240 Naccarato. Ora, se la mia interpretazione è corretta e la Presidenza mi correggerà se vado oltre la lettura dell'emendamento, l'emendamento 1.201 tendeva a inserire tra le cariche per cui è prevista l'incandidabilità, per i magistrati che prestino servizio o l'abbiano prestato nei cinque anni precedenti l'accettazione dalla candidatura presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente in tutto o in parte anche nella circoscrizione elettorale, anche la carica di consigliere provinciale cioè tendeva ad eliminare le province autonome di Trento e di Bolzano e ad estendere il divieto anche alle altre province. Mi chiedo come l'emendamento Naccarato, che si è limitato ad inserire la carica di presidente rispetto a quella di consigliere, possa influire sulla estensione dell'ambito del divieto. L'emendamento Sannicandro dice non soltanto per le province di Trento e di Bolzano ma per tutte le province; l'emendamento Naccarato inserisce il presidente delle province di Trento e di Bolzano. Mi chiedo perché sia precluso trattandosi a mio avviso di emendamenti con contenuto diverso.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, provo a risponderle. È un fatto tecnico-formale perché l'emendamento dell'onorevole Sannicandro incide sulle parole testualmente “nelle province autonome di Trento e di Bolzano”. Queste parole, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.240, non esistono più, quindi insiste su parole che non esistono più perché sono state soppresse con l'approvazione dell'emendamento precedente. Tutto qui. Sono state soppresse e sostituite e sono parole diverse rispetto alle altre.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Comprendo bene le tecnologie degli emendamenti ma il contenuto dell'emendamento è radicalmente diverso cioè, ammesso che si tratti delle stesse parole soppresse e qui ripristinate perché questo è accaduto…

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, il problema è che l'emendamento di Sannicandro non si può più “attaccare” perché quelle parole non esistono più, non è riferibile al testo perché non esistono più quelle parole perché nell'emendamento Sannicandro si fa riferimento a parole che non esistono più. È così, onorevole Sisto, non ci sono altre ragioni.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Presidente, ho finito. Vorrei soltanto segnalare che le parole esistono perché sono state ripristinate nell'emendamento Naccarato e che comunque l'emendamento Sannicandro ha un contenuto completamente diverso.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, lei è sicuramente più esperto di me. Il contenuto è fuori discussione e noi adesso dobbiamo stare alla tecnica legislativa. Se le parole sono state soppresse o poteva essere presentato un subemendamento che le riattaccava alla nuova formulazione oppure non si possono attaccare perché quelle parole non ci sono più.

ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Intervengo solo per chiarire che avrei ritirato l'emendamento se fosse stato messo in discussione perché il mio intento era quello esplicitato dal collega Sisto, però nello scrivere purtroppo c'è stato un errore: le parole che dovevano essere soppresse erano soltanto “Trento” e “Bolzano” e rimanere “province” perché le province stanno ancora nel nostro ordinamento e un domani possono aumentare o diminuire ma è interessante che ci sia il riferimento alle province. Poi, purtroppo, è scappato dalla penna quello che è scappato, per cui adesso ci ritroviamo in ogni caso con una carenza perché la disposizione è limitata alle province di Trento e Bolzano, però delle altre province non si parla più (detto tra parentesi).

PRESIDENTE. Onorevole Longo?… la ringrazio moltissimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà. Su quale emendamento interviene?

ALFONSO BONAFEDE. Sull'emendamento 1.202 Colletti.

PRESIDENTE. Perfetto perché c'era stata una parentesi…

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, volevo semplicemente esplicitare l'intenzione del MoVimento 5 Stelle di chiarire che la separazione dei poteri è un punto fondamentale, un vero e proprio pilastro su cui deve fondarsi ogni democrazia, su cui deve fondarsi anche la nostra democrazia e quindi quello che si voleva fare con questo emendamento era far sì che un magistrato che ha operato in una circoscrizione non potesse ivi candidarsi, tuttavia non deve aver operato in quella circoscrizione non solo nei cinque anni precedenti la candidatura, ma in realtà nei dieci anni prima.

Infatti, se un magistrato ha lavorato in quella circoscrizione negli ultimi cinque anni o, meglio, se è trascorso poco tempo da quando ha finito di lavorare in quella circoscrizione, si pone un problema. Lo diciamo perché è fondamentale dare il segnale di maggiore separazione possibile e di far sì che il ruolo che ha svolto il magistrato in un territorio non possa incidere in alcun modo poi sull'esito del voto e sulla candidatura del magistrato stesso. Vorrei aggiungere anche un'altra considerazione che l'articolo, così come è stato rilevato dagli uffici della Camera, pone anche un rischio cioè che vi sia un'incandidabilità assoluta per i giudici della Corte di cassazione e per i giudici del Consiglio di Stato perché in realtà l'articolo prevede che tutti i magistrati non possono candidarsi “se prestano servizio, o lo hanno prestato nei cinque anni precedenti la data di accettazione della candidatura,… in tutto o in parte, nella circoscrizione elettorale” che ricade sotto la competenza territoriale del magistrato.

Il problema è che il giudice della Corte di cassazione ha una competenza che ricade su tutto il territorio nazionale così come il giudice del Consiglio di Stato. Ciò comporta che praticamente un giudice della Corte di cassazione e un giudice del Consiglio di Stato non potranno mai candidarsi in base a questa norma in un singolo territorio, se sono stati giudici di Cassazione o giudice del Consigli di Stato negli ultimi cinque anni. Questo è un problema - mi permetta di sottolineare, Presidente – che pone lo stesso dubbio di costituzionalità che la Presidenza ha sollevato in occasione della preclusione di alcuni emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'emendamento 1.22 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Noi proponiamo di modificare il termine di cinque anni, non casualmente, in quello di sette: cioè, se il magistrato ha prestato servizio nei sette anni precedenti l'accettazione della candidatura questo è un presupposto, a nostro avviso, ineliminabile, perché è notorio che nel momento in cui il magistrato accetta di rivestire un ruolo nell'ambito dell'ufficio ha un periodo massimo di permanenza in quel ruolo, quindi, deve sapere che nel momento in cui accetta quell'incarico ha uno stazionamento che è pressoché coincidente con il massimo periodo in cui può ricoprire quel ruolo.

Quindi, a me sembra poco conducente che io possa esercitare un ruolo per tre anni, poi avere cinque anni in cui non lo esercito. In altri termini, la coincidenza fra il ruolo e il periodo di aspettativa a me sembra una garanzia minima per poter essere certi che, quando il giudice accetta un incarico, sa bene che quell'incarico gli comporta la non candidabilità in quel ruolo in cui comincia ad esercitare la funzione. Questo per evitare che si possano costruire, anche subliminalmente, carriere politiche nell'esercizio della funzione giurisdizionale, sia inquirente sia giudicante, che credo sia il fenomeno che questa normativa intende debellare.

Aggiungerò che noi abbiamo proposto tutti gli emendamenti - e mi riaggancio a quanto ha detto il collega Sannicandro - per ripristinare il testo del Senato, che è un testo votato pressoché alla unanimità da tutte le forze politiche, modificato con un colpo di mano in Commissione, lo dico senza infingimenti, alla Camera, con emendamenti non concordati con l'altro relatore; io sono qui come relatore di minoranza apposta per questo, per testimoniare il diritto delle opposizioni - questo è un nostro provvedimento - che il provvedimento rimanga un provvedimento delle opposizioni. Come troppo spesso è capitato, i provvedimenti delle opposizioni - vedi legittima difesa, vedi danno non patrimoniale - diventano provvedimenti della maggioranza a suon di numeri: non è una buona prassi parlamentare. Con molto garbo, ma con tanta decisione, attestiamo il nostro diritto a che i nostri emendamenti, più garantisti di questo provvedimento dimagrito fino al deperimento, possano essere votati. Lo voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione… Revoco la votazione, scusate colleghi, ho sbagliato.

Passiamo all'emendamento 1.8 Daniele Farina.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Daniele Farina, con il parere contrario dei relatori e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 1.241 Gasparini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e per sostenerlo convintamente, avendo avuto la possibilità di assistere in Puglia ad un sostituto procuratore della Repubblica che conduceva indagini nei confronti della giunta che era in carica per, poi, finire il mandato raggiunto e trovarlo successivamente, nel giro di venti giorni, come assessore della giunta avversa a quella nei cui confronti conduceva le indagini. Quindi, è sperabile che venga anche approvata l'estensione agli assessori regionali.

PRESIDENTE. Devo chiedere all'onorevole Gasparini se accetta la riformulazione. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.241 Gasparini, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.211 Colletti e 1.250 Naccarato, con il parere favorevole dei relatori e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Dobbiamo ora passare ad una serie a scalare composta di quattro emendamenti. In base all'articolo 85, comma 8, del Regolamento, come applicato nella prassi assolutamente costante, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento Sisto 1.214, gli emendamenti intermedi, gli identici emendamenti Molteni 1.9, Colletti 1.3 e Sisto 1.212 e l'ultimo emendamento della serie Costantino 1.7, dichiarando assorbiti gli altri.

Passiamo all'emendamento Sisto 1.214.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Anche in questo caso, Presidente, noi chiediamo che il periodo di sei mesi di aspettativa sia ritenuto insufficiente e la esigenza comunemente sentita di incrementare questo periodo la si ricava proprio dal numero degli emendamenti presentati e dalla variegatura dei termini.

Certo è che il termine di sei mesi non è assolutamente sufficiente, perché è evidente che un'aspettativa di soli sei mesi non ha alcun significato dal punto di vista della camera di decompressione rispetto all'esercizio del potere giurisdizionale prima dell'accesso alla politica. Insistiamo, pertanto, che questo periodo sia aumentato, per questo emendamento, in un periodo di due anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, per ribadire quanto già detto prima e non creare, come dire, equivoci.

Al Senato hanno raggiunto un equilibrio, sia per l'aspetto temporale che per altro. Gli emendamenti che, variamente, sono stati presentati o le modifiche che sono state apportate, talvolta rafforzano e talvolta alleggeriscono questo limite temporale. È nostra intenzione evitare che il testo ritorni al Senato, dopo tre anni, con la necessità di discutere non più cinquanta questioni, ma cento questioni, con il pericolo che finisca la legislatura e questa legge non trovi la luce.

Questo è il motivo per cui noi ci attestiamo, per quanto è possibile, nostro malgrado, talvolta, sul testo del Senato, non perché non siamo favorevoli a quello che è stato detto poc'anzi dal collega o che diranno altri rispetto, ripeto, al rafforzamento. Purtroppo, come dire, facciamo buon viso a cattivo gioco e, quindi, noi ci attestiamo sul testo del Senato, per quanto possibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.214 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.9 Molteni, 1.3 Colletti e 1.212 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Costantino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.204 Dadone e 1.215 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e su cui il relatore di minoranza si rimette all'Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,05)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2188-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MARCO DI MAIO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. L'emendamento 2.300 delle Commissioni ha parere favorevole.

PRESIDENTE. Nella nuova formulazione.

Il relatore di minoranza, onorevole Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme.

PRESIDENTE. ...al relatore per la maggioranza e, financo, a quello di minoranza, ma insomma il riferimento è quello.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300 (Nuova formulazione) delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e financo del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2188-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MARCO DI MAIO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull'emendamento 3.200 Dadone il parere è favorevole, mentre sull'emendamento 3.2 Molteni il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, onorevole Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Sia sull'emendamento 3.200 Dadone che sul 3.2 Molteni il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 Dadone, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2188-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 4.200 Bonafede e 4.201 Sannicandro…

PRESIDENTE. C'è prima l'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Ho una classificazione diversa, mi perdoni, me li può chiamare per piacere, Presidente.

PRESIDENTE. Emendamento 4.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 4.201 Sannicandro, 4.202, 4.1 e 4.2 Colletti. Sull'emendamento 4.203 Giachetti anche qui si è espressa la Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Sì, però lei mi deve dare il parere delle Commissioni.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario sull'emendamento e favorevole al pronunciamento della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Quindi è contrario, poi c'è il parere sulla V Commissione, che è altra cosa.

Il relatore di minoranza, onorevole Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.200 Bonafede, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole sull'emendamento 4.201 Sannicandro, contrario sugli emendamenti 4.202 e 4.1 Colletti, favorevole sugli emendamenti 4.2 Colletti e 4.203 Giachetti.

PRESIDENTE. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, signor Presidente. Conforme ai pareri espressi dal relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Onorevole Verini, mi dà anche il parere sull'articolo aggiuntivo 4.0200 Dadone?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 Bonafede, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Sono quindi preclusi gli emendamenti 4.201 Sannicandro, 4.202 e il 4.1 Colletti.

ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

ARCANGELO SANNICANDRO. Non ho capito perché il 4.201 Sannicandro è precluso. Vorrei anche spiegare cosa vogliamo affermare con questo emendamento, prima che ci dichiariate che è precluso. Posso Presidente?

PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, perché il 4.300 sopprime le parole da: “I magistrati in aspettativa” fino alla fine del comma. Quindi, sostanzialmente sopprime il secondo periodo su cui interviene il suo emendamento.

ARCANGELO SANNICANDRO. Talvolta si potrebbe capire il perché? C'è qualcuno che lo può spiegare?

PRESIDENTE. Io più che spiegarglielo posso farle un disegno, però…

ARCANGELO SANNICANDRO. Comincio a spiegarmi io. L'articolo 4 è: “Status dei magistrati in costanza di mandato o di incarico di governo”. Il secondo periodo dice che: “I magistrati in aspettativa conservano il trattamento economico in godimento, senza possibilità di cumulo con l'indennità corrisposta in ragione della carica. È comunque fatta salva la possibilità di optare per la corresponsione della sola indennità di carica”.

PRESIDENTE. Questa parte non c'è più, è soppressa.

ARCANGELO SANNICANDRO. Ho capito, ma non è che di fronte all'Alta Corte di giustizia…

PRESIDENTE. Che succede? Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. Prego colleghi, prendete posto. La nostra collega Ascani ha ripreso conoscenza, adesso lo staff medico sta facendo i dovuti accertamenti per verificare la causa del malore: le faccio, a nome, credo, di tutta l'Assemblea, i nostri auguri (Applausi).

Allora, riprendiamo i nostri lavori: stava parlando l'onorevole Sannicandro, a cui restituisco la parola, scusandomi per l'interruzione. Prego.

ARCANGELO SANNICANDRO. Allora colleghi, Presidente, all'articolo 4, status dei magistrati in costanza di mandato di incarico di Governo, io avevo proposto un emendamento che mirava a cassare dal testo la parte in cui è scritto che i magistrati in aspettativa possono scegliere tra l'indennità di carica di parlamentare e l'indennità di carica, diciamo così, lo stipendio, che prendevano quando erano magistrati e a me sembrava una cosa, come dire, inaccettabile, anche se questo è già previsto da una legge del 2001, in verità, però mi sembra una cosa inaccettabile, soprattutto nell'epoca in cui si parla di casta dei parlamentari…

PRESIDENTE. Però mi perdoni, onorevole Sannicandro, io, se vuole, la faccio parlare, però noi stiamo parlando di un emendamento che tecnicamente è precluso dall'approvazione di una condizione della Commissione bilancio, su cui l'Aula si è già pronunciata.

Ora io capisco che lei abbia piacere di parlarne, ma noi questo non lo possiamo porre in votazione.

ARCANGELO SANNICANDRO. No no, lo potrò dire per un altro emendamento… Allora, torniamo appunto alla Commissione bilancio: voglio arrivare a dire - perché di questo voglio parlare - che la Commissione bilancio esamina anche, come dire, l'aspetto finanziario degli emendamenti?

PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, allora: noi siamo di fronte a una discussione di altra natura.

Questo è un emendamento che è precluso. Se lei ha delle obiezioni tecniche sulla preclusione, io le posso rispondere, ma io l'ho già fatto, le ho dato già la spiegazione del perché è precluso e sugli emendamenti preclusi non si apre dibattito.

Lei può parlare sul prossimo, magari citando quello che avrebbe voluto inserirci e che, purtroppo, non è potuto riuscire a inserire, ma non può fare un intervento su un emendamento precluso. Questo io non glielo posso permettere, perché, altrimenti, apriamo un precedente dal quale non usciamo vivi.

Allora, a questo punto, continuo a leggere le preclusioni: è precluso l'emendamento 4.202 Colletti e l'emendamento 4.1 Colletti.

Quindi, passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Colletti, su cui c'è il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Io pregherei la Presidenza, impersonalmente parlando, che, quando ci sono delle determinazioni di Commissione fuorisacco, chiamiamole così, ci sia dato il tempo innanzitutto di entrarne in possesso e, in secondo luogo, di leggerle e di capirle, perché noi, più che mantenere il testo degli emendamenti che ci è stato trasmesso oggi, non è che dobbiamo rincorrere… non sappiamo dove sono queste determinazioni. È chiaro? E quando poi le riusciamo a reperire, come questa della Commissione bilancio, vorremmo sapere dove si trovano, dovremmo avere il tempo di leggerle, perché, se io avessi letto in tempo utile che la preclusione sarebbe stata - perché l'ho avuta dopo - in quei termini, avrei preso la parola nel momento giusto. È chiaro.

Ma, se si procede in questo modo - mi sia consentito - approssimativo, in maniera tale che noi non riusciamo a capire che cosa accade, poi nascono degli obbrobri, perché io sulla Commissione bilancio avrei potuto dire questo: io ho proposto un emendamento secondo cui i magistrati in aspettativa devono prendere la stessa indennità di carica dei deputati e non mantenere il privilegio di conservare la propria retribuzione.

È importante dirlo, in un momento in cui si additano le nostre retribuzioni, i nostri stipendi o le nostre indennità di carica al pubblico ludibrio; poi passano dei testi fatti in questa maniera, che veramente non capisco come non abbiano suscitato lo sdegno di chi di questa materia si fa vessillifero.

Questa è la questione, quindi, indipendentemente dal merito, che credo di aver capito, di aver spiegato, spero che d'ora in poi, quando ci viene fornito qualche documento che viene dalla Commissione bilancio o da qualche altra Commissione “fuori sacco” - dico così per capirci - che non fa parte dei testi che ci vengono forniti quando entriamo in aula, ci sia data la possibilità di entrarne in possesso e di leggerli.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sannicandro. Le ricordo che il parere dalla Commissione bilancio è in distribuzione da circa due ore e che, tra l'altro, è stato anche oggetto di discussione nel Comitato dei diciotto, dove suppongo ci sia anche un rappresentante del suo partito.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente, volevo chiedere…

PRESIDENTE. Siamo al 4.2, ricordo.

ROBERTO SIMONETTI. Sì sì, il 4.2, quello che proroga fino a un massimo di dieci anni la possibilità di aspettativa.

PRESIDENTE. Esattamente.

ROBERTO SIMONETTI. Sono sul pezzo Presidente, non creda.

Guardi, la domanda però al relatore e alla presidente di Commissione era capire perché l'ultimo periodo dell'articolo…

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Simonetti, perché, se poi lei si rivolge al relatore, sarebbe bene anche che qualcuno al banco dei nove ascoltasse. Prego.

ROBERTO SIMONETTI. L'ultimo periodo dell'articolo dice che il periodo trascorso in aspettativa - di cui nell'emendamento si parla fino a un massimo di dieci anni - è computato a tutti gli effetti ai fini pensionistici e dell'anzianità di servizio; dire “ai fini pensionistici” mi fa sorgere un dubbio e volevo appunto un chiarimento, perché i dipendenti pubblici o privati che entrano aspettativa per cariche elettive hanno la possibilità appunto di vedersi riconosciuto ai fini pensionistici il cumulo contributivo, se versano il terzo a loro spettante, così come se dovessero proseguire il loro lavoro.

Visto che i magistrati, in funzione della legge n. 165 del 2001, all'articolo 3, seguono non l'ordinamento dei dipendenti pubblici, ma il loro ordinamento, con questa frase in cui si dice che l'aspettativa è computata a tutti gli effetti ai fini pensionistici per l'anzianità, volevo capire se è un'anzianità contributiva o un'anzianità squisitamente di anni, un'anzianità contributiva, ma, se viene anche aggiornato il montante senza nessun versamento figurativo da parte dei magistrati.

Io chiederei un chiarimento, perché i dipendenti pubblici normali, per avere la contribuzione figurativa, devono comunque versare il loro terzo: volevo capire se, invece, i magistrati devono o non devono versare il loro terzo, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Sì, signor Presidente, abbiamo sentito più volte l'onorevole Sannicandro ripetere che il testo del Senato è perfetto e, tuttavia, questo testo non è stato modificato, cioè è stato modificato da noi sul punto, perché questa parte, proprio dell'articolo 4, è tutta quanta venuta meno all'esito delle considerazioni fatte dalla Commissione bilancio e delle condizioni da essa poste; quindi stiamo parlando di una norma che non ci sarà più, perché abbiamo dato un parere favorevole agli emendamenti proposti dalla Commissione bilancio.

Per quanto riguarda poi il trattamento di carattere pensionistico, anche quella parte viene omessa e sarà applicato ai magistrati il trattamento eguale a tutti gli altri dipendenti, pubblici o privati che siano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Colletti, col parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.203 Giachetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prendo la parola su quest'emendamento, diciamo soprattutto per condividere un'amara riflessione. Chi ha avuto la fortuna di esercitare questo mandato anche nella scorsa legislatura, probabilmente vede e rivive un film che già abbiamo visto. Ogni qual volta che, da qualunque parte la si prende, si va a toccare l'istituto dei magistrati fuori ruolo, si scatena l'ira di Dio. E arriva sempre il momento nel quale anche le piccole correzioni che si vogliono fare vanno, come si dice, a farsi benedire.

Nella scorsa legislatura, almeno, riuscimmo alla Camera ad intervenire per restringere. E quello che esiste nel decreto anticorruzione, che riguarda i magistrati fuori ruolo, è stata sicuramente una maggiore regolamentazione di quest'istituto. In quest'occasione, Presidente, non vogliamo restringere nulla e non vogliamo regolare nulla. Vorremmo, semplicemente, anzi vorrei, perché parlo da solo, l'ho firmato io.

Avrei soltanto voluto dare un po' più di concretezza a un ordine del giorno, che, quando si trattò allora di discutere dei magistrati fuori ruolo, il Governo accolse, dicendo che non era il caso di metterlo nella legge, ma un ordine del giorno sarebbe bastato. Per fare che cosa? Per istituire - ascolti bene, Presidente, quale cosa rivoluzionaria - una banca dati, che abbia il compito di elencare i magistrati fuori ruolo, per quanto riguarda la titolarità e durata dell'incarico del fuori ruolo attuale, l'elenco degli incarichi fuori ruolo precedentemente svolti, comprensivi per ciascuno della durata e della funzione, il computo complessivo degli anni trascorsi in posizione di fuori ruolo nell'intera carriera. È una roba che, chiaramente, come e a tutti evidente, rischia di far cadere il nostro sistema giudiziario.

Si tratta semplicemente di rendere noto quello che è noto a coloro che fanno e che vanno in fuori ruolo, alle diverse parti dell'amministrazione, non solo della giustizia ordinaria, ma anche di quella contabile, militare e via dicendo, di fare in modo che tutti possano vedere semplicemente qual è il percorso dei magistrati fuori ruolo, che spesso e volentieri sono sempre gli stessi, che poi si alternano.

Ora, Presidente, la considerazione amara è che almeno l'altra volta c'è stato un'evidente scontro frontale di posizioni e di posizione politica sul tema. Ma questa volta vedere che il problema viene risolto dal MEF, attraverso un parere negativo, perché, signor Presidente, la banca dati comporterebbe oneri aggiuntivi per lo Stato, fa sorridere. Anche perché l'emendamento che io ho presentato inizia così “È istituita, nell'ambito delle attuali dotazioni di bilancio e senza ulteriori oneri per il bilancio dello Stato, entro sessanta giorni…” e via dicendo.

Cioè il MEF interviene per dire che, nonostante sia scritto che deve essere fatto con gli oneri che già esistono, nel bilancio che già esiste nel Ministero della giustizia, nonostante ciò non sia stato obiettato quando è stato accolto un ordine del giorno nel 2013, improvvisamente il costo di una banca dati per qualche centinaio di persone diventa insormontabile per approvare o meno un emendamento.

Forse sarebbe molto meglio dire che… è la mia considerazione amara e con questo concludo. Io ho sempre detto e sono convinto, signor Presidente, che c'è uno sbilanciamento di forza tra la magistratura e la politica, ma la cosa più indecente è attribuire alla magistratura la responsabilità di questo sbilanciamento. La responsabilità di questo sbilanciamento sta sempre nella politica, perché quando deve fare anche delle cose giuste, non esercita mai la sua responsabilità! Arriva magari -, chissà, onorevole Presidente, quanti magistrati fuori ruolo ci stanno al MEF della Corte dei conti e del Consiglio di Stato – e magari, casualmente, non per conflitto di interessi, però, casualmente, si scopre che la copertura di una banca dati, che dovrebbe riguardare qualche centinaio di persone, diventa impossibile per il bilancio dello Stato.

È una considerazione amara, purtroppo sì, e purtroppo però è così (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

Sì, sì, siete tutti iscritti e non siete pochi, quindi ognuno poi…

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, sottoscrivo e faccio mio questo emendamento, col consenso del collega Giachetti, se posso, grazie.

E rilevo come Forza Italia, nella sua lettura di questo provvedimento, vuole fare il difensore dei magistrati operativi, cioè quelli con la toga addosso, cioè quelli che quotidianamente onorano il motivo per cui sono magistrati, per evitare sostanziale disparità di trattamento. Infatti, la disparità di trattamento per ragioni politiche è il peggio che si possa immaginare, cioè la politica diventa un modo di differenziare i ruoli a parità di condizioni di accesso. Questo è il leit motiv del nostro modo di difesa del provvedimento del Senato ed è il motivo per cui noi ci opponiamo a tutte le modifiche, che alleggeriscono - ripeto - fino al deperimento le garanzie.

Questo è un emendamento che cerca in qualche modo di fare chiarezza, di dare trasparenza e di consentire una lettura del fenomeno del fuori ruolo a tutti. Può sembrare un dato straordinario, ovvero, quello che era un luogo riposto di ruoli in qualche maniera, come posso dire, privilegiati diventa o può diventare patrimonio di tutti. Credo che non c'è una ragione culturale per opporsi a questa forma di trasparenza.

D'altronde, se devo dire la mia su tutto, mi sembra singolare che la Presidenza abbia ritenuto esprimersi su un tema così delicato. Non mi riferisco a questa Presidenza, ma alla decisione di dichiarare incostituzionali taluni emendamenti. Questo la dice un po' lunga sullo spirito, come posso dire, di privilegio anche qui rispetto alla materia, perché non mi è mai capitato che una Presidenza di una struttura, di un organo come la Camera, potesse dichiarare incostituzionali degli emendamenti.

Io trovo che questo è una decisione di straordinaria singolarità, perché vi sono le questioni pregiudiziali per esprimere un giudizio di costituzionalità. Ora, se la Presidenza esprime anche le valutazioni di costituzionalità, io sì, massimo rispetto, davvero massimo, ma ho la sensazione che si vada oltre il diritto di incidenza sulla praticabilità degli emendamenti.

Allora per evitare che vi possano essere disparità di trattamento per materia anche di carattere procedimentale io credo che l'emendamento presentato dal collega Giachetti - adesso anche mio - è un emendamento che possa e debba essere votato. E io invito fortemente – fortemente - il Governo e il relatore a cambiare parere e a consentire, su un fenomeno così particolare, la massima chiarezza e trasparenza possibile. Noi voteremo a favore.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sisto. Ovviamente sulla questione degli emendamenti, su cui la Presidenza ha dichiarato l'incostituzionalità, le ha reso precisazioni già precedentemente il Presidente Giachetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Innanzitutto, Presidente, per sottoscrivere l'emendamento, ma in realtà sarei anche curioso di verificare l'atto con il quale il Ministero dell'economia e delle finanze ha riferito alla Commissioni bilancio che, per attuare quest'emendamento, siano necessarie somme che il Governo italiano non si possa permettere evidentemente.

Anche perché io mi immagino la difficoltà che ha il Ministero dell'economia e delle finanze a mettere un file Excel sopra un sito web: è davvero una cosa che ritengo sia davvero complicata. Penso che forse non hanno né un ingegnere nucleare, per fare una cosa del genere, o altro. Perché di questo si tratta, si tratta di verificare i nomi dei 200 eventuali o 300 fuori ruolo e inserire questi nomi all'interno del sito web della Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso un file Excel.

Per evitare costi, vorrei dire al Governo che è possibile anche usufruire, ad esempio, di un programma chiamato Open office che è gratuito e, quindi, non avete neanche bisogno di una licenza Microsoft (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi questo lo potete utilizzare e non ci sono costi.

Se non avete una persona che può digitare sulla tastiera i nomi, io mi offro volontario - e forse si offre anche Giachetti e lo facciamo insieme - così evitiamo di disturbare magari qualche burocrate ministeriale nel fare questa redazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Qualora abbiate magari il problema di un sito web, io posso ospitare sul mio sito web questa tabella e forse Giachetti potrà fare lo stesso, perché immagino che anche lui abbia un sito web e, quindi, salviamo anche il problema dei costi del sito web.

Quindi, depurata di questi costi, io immagino che il Governo italiano forse dovrà fare un nuovo decreto-legge per chiedere l'indebitamento di 20 miliardi per adempiere a queste onerose attuazioni, perché io capisco che la digitazione può portare anche al malessere delle dita per scrivere duecento nomi. Quindi eventualmente chiederei anche il concerto del Ministero della Salute, perché ovviamente non vogliamo andare contro l'interesse dei dipendenti della Presidenza del Consiglio, che si fanno male digitando dei nomi sulla tastiera.

Ma proprio per questi motivi - mi faccia dire, Presidente - mi chiedo se sia possibile per la Camera avere la verifica dell'atto scritto con il quale il Ministero ha quantificato eventualmente gli oneri necessari per questo emendamento. Ciò per un semplice motivo, Presidente, perché, qualora ci fosse un atto scritto, questo sarebbe semplicemente un falso in atto pubblico, quindi teoricamente un reato, o almeno un falso ideologico, forse è ancora meglio.

Quindi, pregherei, magari, la Presidenza di conferire con la presidenza della Commissione bilancio, quindi con il deputato Boccia, per verificare se esista questo fantomatico parere del Ministero dell'economia e delle finanze, anche perché vorrei conoscere il genio che ha redatto questo parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, vorrei trasmettere all'Aula, su una materia così delicata, alcune informazioni e le motivazioni per le quali ho espresso parere conforme a quello del relatore per la maggioranza.

Il parere conforme è evidentemente legato al parere che era stato espresso anche dalla Commissione bilancio; sarebbe stato irrituale fare diversamente, però vorrei dare un'informazione per chiarezza all'Aula, in modo tale che vi possa essere la piena conferma di qualsiasi orientamento rispetto alle informazioni che vi darò.

In questo momento - lo dico anche all'onorevole Colletti, poi potrei ovviamente leggervi il link apposito -, per quanto riguarda la magistratura ordinaria - la magistratura ordinaria -, l'archivio, per come viene chiesto, cioè che stabilisca quali sono stati i magistrati e che identifica quali sono stati tutti i periodi fuori ruolo, quale è stato il computo complessivo (insomma, esattamente quello che viene chiesto nell'emendamento dell'onorevole Giachetti), già esiste ed è consultabile, è pubblico, presso il sito del CSM.

In questo momento io vi posso twittare il sito, in modo tale che possiate verificare direttamente online questa possibilità. C'è già, è un PDF, aggiornato al 21 marzo scorso, quindi questo archivio, questo database già esiste.

Quello che non esiste è un database relativo alle altre magistrature, cosa sulla quale ovviamente la valutazione politica può essere eventualmente fatta, però non si dica che questa informazione non è accessibile, perché è accessibile, pubblica, e io vi posso tranquillamente segnalare anche il sito dove può essere presa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Presidente, volevo ringraziare il sottosegretario Migliore. Era un'informazione che avevamo, però il sottosegretario Migliore, se ha letto l'emendamento presentato, ha potuto vedere che è un emendamento che chiede innanzitutto, così come faceva l'ordine del giorno originario, di istituire un'unica banca dati presso la Presidenza del Consiglio, non a caso, perché presso la Presidenza del Consiglio si possono avere i dati. Quindi, informi il MEF che il costo è ancora minore (Applausi di deputati dei gruppi Civici e Innovatori e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), perché, se una banca dati già c'è, non c'è bisogno di farla, basta riutilizzarla, ma ovviamente riguarda tutti gli altri magistrati: quelli ordinari, quelli contabili, quelli militari, quelli dell'Avvocatura dello Stato.

Capisce perché presso la Presidenza del Consiglio? Perché è del tutto evidente che il CSM gli direbbe: noi mica possiamo chiedere i dati degli altri magistrati! Apro e chiudo una parentesi: gli altri sono molti di più degli ordinari, sottosegretario. Sono molti di più!

Allora, non è che dobbiamo punire qualcuno: noi vogliamo semplicemente che l'ottimo lavoro che hanno fatto gli ordinari sia esteso a tutti, in maniera che in questo Paese sia possibile avere i dati.

Siccome non stiamo parlando di gente che va a delinquere, non stiamo parlando di sette segrete, ma di persone che hanno avuto degli incarichi per fare un lavoro di altra natura, non c'è una sola ragione al mondo per non averli.

Ho sentito ogni tanto ventilare il tema della privacy, come se fosse qualcuno che deve andare a votare da qualche parte: no, sono persone che hanno degli incarichi pubblici. Semplicemente, per avere un quadro della situazione, sarebbe molto utile che l'ottimo lavoro che ha fatto il CSM fosse realizzato in un luogo dove, insieme a quello, si possano mettere anche i giudici contabili, gli amministrativi, del Consiglio di Stato, TAR, Corte dei conti, Avvocatura dello Stato e magistrati militari, e vedrà che abbiamo fatto un'operazione migliore di quella, già buona, che ha fatto il CSM (Applausi di deputati dei gruppi Civici e Innovatori, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Presidente, ad ulteriore supporto delle cose che diceva il sottosegretario Migliore, va precisato che una norma di legge vigente nel nostro ordinamento, contenuta nel decreto legislativo n. 35 del 2006, impone, sia per i magistrati ordinari sia per tutti i magistrati, avvocati dello Stato e procuratori dello Stato, la pubblicità di questi dati.

Siccome condivido anch'io le ragioni che portano il collega Giachetti a richiedere la pubblicità, trattandosi però di una norma di legge già vigente, evidentemente c'è un problema di concreta attuazione.

La norma è così, collega Giachetti, mi dispiace doverla contraddire. Si tratta dell'articolo 1, che prevede la pubblicità degli incarichi extragiudiziari conferiti a magistrati ordinari - e questa pubblicità viene fatta attraverso il sito del CSM - e dell'articolo 2, che prevede la pubblicità degli incarichi extragiudiziari conferiti ai magistrati delle altre giurisdizioni - quindi tutte le altre giurisdizioni - e agli avvocati e procuratori dello Stato. Tali incarichi devono essere pubblicati da parte del Consiglio di ciascuna giurisdizione.

Quindi siamo agli articoli 1 e 2 del decreto legislativo n. 35 del 2006; si tratta semplicemente di verificare se tali norme sono state attuate correttamente. Per quanto riguarda la magistratura ordinaria, è certamente così e io ritengo sia così anche per le altre giurisdizioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Presidente, l'intervento del sottosegretario e del collega Berretta dimostra ampiamente quanto sia falsa la dichiarazione della Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quindi abbiamo preso il punto. Questo dovrebbe far riflettere la Presidenza della Camera.

Soprattutto, il problema non si pone per il CSM, perché - diciamocelo chiaramente - il problema vero e proprio è per i magistrati del Consiglio di Stato all'interno dei Ministeri, che vogliono - furbi -, perché magari sono da più di dieci anni all'interno dei Ministeri, piazzati là anche a fare carriera e a manovrare che i cittadini sappiano che, invece di fare il loro lavoro di magistrati, sono lì a vegetare come burocrazia ministeriale. È questo, sottosegretario, il sottotitolo su chi non vuole apparire nella pubblicità: Consiglio di Stato.

Quindi, visto che c'è, secondo il collega Berretta, un obbligo, questo non è però per il Governo - attenzione - ma per gli organi di autogoverno, che è diverso, almeno costituzionalmente. È per questo che ontologicamente è diverso l'emendamento del collega Giachetti, perché obbliga il Governo stesso a prevedere un link, anzi una tabella, che esiste già e quindi costerà ancora di meno.

Allora, la vera domanda, sottosegretario, è: visto che è facilissimo farlo - ce l'ha detto lei e ce l'ha detto il collega Berretta - perché non lo volete fare? Chi deve essere nascosto dei burocrati all'interno del Ministero, che non vuole apparire e non vuole far sapere all'esterno da quanto tempo non fanno più i magistrati, per il quale dovrebbero essere pagati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, questa mattina, prima dell'inizio dell'Aula, la prima cosa che ho fatto è stata quella di venire a formalizzare la sottoscrizione di questo emendamento e le risultanze poi a cui abbiamo assistito dalla discussione che è emersa non fanno nient'altro che far emergere che nel nostro Paese la legge non è uguale per tutti, ma soprattutto non è uguale per i magistrati. Davanti a una situazione del genere, a disposizioni precise che non vengono di fatto attuate, il problema vero è che l'autocontrollo non dà riscontri da nessuna parte.

Il Consiglio superiore della magistratura ha reso noto e ha messo sul sito, come dice il rappresentante del Governo, signor Presidente, solo perché ci sono state varie prese di posizione da parte dell'Aula, ma è solo un caso isolato.

Ma si chiede esattamente quello che poco fa il collega Giachetti ha spiegato così bene ed è necessario. Non è possibile che tutta la popolazione è tenuta ad osservare leggi rispetto alla pubblica amministrazione, a mettere nei siti le convenzioni, a partire da noi a rendere pubblici i patrimoni e quelli dei familiari, tutto, gli stipendi, tutto quello che noi facciamo, e invece i magistrati sono esenti completamente: è un potere sovraordinato a tutto e a tutti e si continua a perpetrarlo. Che cosa è accaduto in Commissione bilancio? Come al solito si segue l'iter procedimentale e il Ministero della giustizia non ci ha dato la quantificazione perché, se ci avesse dato la quantificazione, la copertura finanziaria l'avremmo trovata su 843 miliardi di euro che è il bilancio dello Stato. Quindi c'è il nome e cognome di chi ha le responsabilità. Non possiamo adesso fermare il provvedimento, salvo che l'Aula non decida cose diverse, e poi bisognerebbe obbligarli perché sono tenuti all'obbligo e ad osservare la Costituzione e, quando vanno al Presidente alla Repubblica, i ministri giurano di osservare la Costituzione e quant'altro! Ci dessero dal Ministero i dati quantizzati e noi troveremo la copertura in un secondo. Questa sì che sarebbe un'espressione di dignità della politica: trattare i cittadini allo stesso modo e rendere le leggi uguali per tutti. Cose diverse vuol dire solamente stare in ginocchio rispetto ad un potere che è sovraordinato a tutto e tutti. Continuate così (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti)!

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Avevo chiesto la parola tempo fa, Presidente, perché credo che le ragioni che sovrintendono all'emendamento 4.203 Giachetti siano motivazioni del tutto ragionevoli.

Devo dire, per quanto mi riguarda, condivisibili. Del resto credo che sarebbe del tutto sbagliato se non stupido - mi permetto di dirlo in questa Aula - dividersi sull'esigenza di maggiore trasparenza in materie come queste. Credo che tutti siamo d'accordo sull'esigenza che si lavori per una trasparenza assoluta. Al tempo stesso però le cose dette dal sottosegretario Migliore e ribadite dall'intervento del deputato Beretta, ci dicono anche che in buona parte gli auspici - bisogna dare atto a di Roberto Giachetti di coerenza e ricordo il suo ordine del giorno che sostanzialmente auspicava le stesse cose - sono già contenute in una legge dello Stato che ha più di dieci anni e che, per quanto riguarda la magistratura ordinaria, già è applicata attraverso l'autogestione dell'organo di autogoverno che è il CSM. Si tratta di verificare l'applicazione di quella norma anche alle altre magistrature e questo credo che debba essere un impegno stringente di tutti.

In secondo luogo, respingo per quello che mi riguarda, anche se non ne faccio parte, l'accusa sentita in quest'Aula di parere basato su presupposti falsi. Credo che tale delegittimazione del lavoro della Commissione bilancio sia del tutto da respingere. Tuttavia la Commissione bilancio pone un problema serio che riguarda l'articolo 81, riguarda un tema di copertura quindi, alla luce delle confronto che già c'è stato questa sera, delle ragioni dell'emendamento, dei chiarimenti forniti dal Governo, di quanto già detto nel corso del dibattito, comunque, proprio perché credo che sia strumentale alzare i toni su un argomento come questo, ritengo che sarebbe ragionevole e propongo l'accantonamento dell'emendamento 4.203 Giachetti a domani.

PRESIDENTE. Colleghi, c'è una proposta di accantonamento: se non ci sono obiezioni, accantoniamo l'emendamento 4. 203 Giachetti; se ci sono obiezioni, ovviamente la poniamo in votazione.

DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Presidente, accantonare per accantonare a questo punto non capisco che cosa significhi. Allora formalizzo, se posso, la richiesta di sospensione affinché la Commissione bilancio si riunisca e ci dica: a) che cosa può essere fatto senza spesa; b) se invece si vuole, come io spero, accogliere l'emendamento Giachetti, qual è la copertura necessaria e Governo e maggioranza si fanno carico di spiegarci se dobbiamo dare 50 euro di colletta per trovare la copertura per questo gravoso provvedimento. Segnalo anche per il decoro di tutti noi che il collega Palese ha già spiegato, secondo me, molto bene perché il Presidente Giachetti ha ragione da vendere e peraltro la sua richiesta non ha nulla di ostile nei confronti di chicchessia. Mi permetto di dire per il decoro di tutti noi al rappresentante del Governo e ai relatori: se un cittadino in tribunale dà tre versioni diverse non fa un figurone (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti). Avete dato già tre versioni: la prima è che la disposizione costa; la seconda è che ce n'è già un pezzo; la terza che la legge la impone però non avete ancora verificato. Mettetevi d'accordo, dite che non lo volete fare e facciamo prima (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Invece si può votare per sospendere, andate in Commissione bilancio, ci dite cosa si può fare a costo zero, cosa si può fare con un costo che quantificherete e che credo sarà sotto i 100 euro (sorrido per dire: di cosa stiamo parlando?), torniamo qui e qualcuno si assume la responsabilità di votare a favore o di votare contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Dunque, abbiamo una richiesta di accantonamento e una richiesta di sospensione che, a questo punto, ha la precedenza sulla richiesta di accantonamento, ma abbiamo anche la richiesta di intervento del titolare dell'emendamento che è il Presidente Giachetti a cui do la parola.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Sarei intervenuto sull'accantonamento ma, nel caso, intervengo sulla sospensione, così metto insieme tutti e due i ragionamenti ed esprimo l'opinione in questo caso non mia ma del gruppo.

PRESIDENTE. Perfetto.

ROBERTO GIACHETTI. Vorrei dirle, signor Presidente, in questo ritaglio…

PRESIDENTE. Parliamo della sospensione che è la richiesta più ampia.

ROBERTO GIACHETTI. Parlo della sospensione e automaticamente parlo anche a favore dell'accantonamento. Mi ritaglio all'interno della dichiarazione di gruppo una sola notazione personale: io non ho né intenzione di bloccare questo provvedimento né intenzione di fare chissà che cosa. Ho intenzione, come penso molti di quelli che sono intervenuti, di fare in modo che questo emendamento sia approvato nel senso di trovare una definitiva regolamentazione di questa materia attraverso la pubblicità nelle maniere individuate. C'è stato un problema alla Commissione bilancio. Per quanto ci riguarda se l'accantonamento è finalizzato a risolvere i problemi che si sono posti con le incongruenze, le incomprensioni (quello che vogliamo) e via dicendo, ritengo che si possa tranquillamente accantonare e con la sera, la notte, magari il MEF si interessa meglio e capisce meglio. Se lo accantoniamo, non ho alcun problema. Se il problema si risolve in queste ore, bene; se no domani mattina l'emendamento sta lì e lo esaminiamo domani mattina. Spero che ci siano occasioni per fare in modo che la “copertura” - senza recuperare affermazioni un po' ilari - sia trovata perché non credo sia una cosa molto difficile tanto più che c'è scritto che non deve avere alcun onere per lo Stato. Quindi sono contrario alla sospensione; l'accantonamento è utile perché così lo lasciamo da parte e andiamo avanti con il provvedimento e domani - lo dico all'onorevole Capezzone - possiamo tranquillamente averlo davanti a noi e decidere cosa fare.

PRESIDENTE. Quindi, ancorché favorevole all'accantonamento, l'intervento del Presidente Giachetti era un intervento contrario alla sospensione. Se non ci sono altri interventi a favore della sospensione, comunque la pongo in votazione. Non ho interventi a favore, quindi poniamo in votazione la richiesta formulata dall'onorevole Capezzone di breve sospensione dei lavori del provvedimento per consentire la riunione della Commissione bilancio.

Indìco la votazione… Chiedo scusa, onorevole Bonafede. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare a favore della sospensione l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Faccio un ragionamento che credo sia lineare cioè quello di mettere fine a questa pagliacciata. Questa pagliacciata va cessata con un assetto istituzionale: qui la Camera è di fronte ad una maggioranza, al suo interno, tanto per cambiare, spaccata, in cui vengono date tre versioni diverse, come è stato detto nell'intervento precedente, su una stessa situazione. Allora, Presidente, siamo di fronte al Governo che dice che una parte già esiste e, comunque, conferma che non costa niente il fatto di inserire questa benedetta banca dati, che, poi, è una tabella con nomi, cognomi e pochissimi altri dati. C'è addirittura il relatore che dice: no, in realtà, questo già esiste, e quindi a maggior ragione dice che non costa nulla. Però la Commissione bilancio, al fine di cercare di togliere dall'imbarazzo il partito di maggioranza, che ormai vive in costante imbarazzo, nel cui imbarazzo è sotto sequestro il Paese intero, decide di dire che invece costa.

Allora, l'accantonamento per consentire di continuare questa cosa sottobanco e, in qualche modo, domani mattina venire con una mezza soluzione non interessa istituzionalmente alla Camera dei deputati. Se c'è un problema sul parere della Commissione bilancio si sospende per un quarto d'ora e la Commissione bilancio ha modo di capire se costa o non costa mettere un benedetto “pdf” all'interno di un sito e, a quel punto, poi la Camera può decidere. Io non vedo il motivo di un rinvio tanto assurdo, altrimenti, Presidente, noi stiamo dicendo che nessun sito di nessun ente può più pubblicare una tabella o un file word o un “pdf” o un excel perché addirittura comporta degli oneri. Siamo all'assurdo.

Io credo che l'accantonamento si debba fare quando c'è un motivo; quando non c'è un motivo si può sospendere per chiarire istituzionalmente davanti alla Camera dei deputati qual è la posizione della Commissione bilancio e se effettivamente quel parere, visto che il Governo dice che non costa niente, può essere in qualche modo superato.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di sospensione nei termini che ho precisato prima.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 145 voti di differenza.

Passiamo ora alla richiesta di accantonamento. Ci sono obiezioni sulla richiesta di accantonamento? No, allora, a questo punto, l'emendamento lo consideriamo accantonato.

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Chiede di parlare contro? Perché lo avevo chiesto… Prego, onorevole Molteni, intende intervenire?

DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare contro l'accantonamento.

PRESIDENTE. Uno, però. Onorevole Capezzone? Mettetevi d'accordo. Per gentilezza l'onorevole Molteni rinuncia. Presidente Capezzone, prego.

DANIELE CAPEZZONE. Scusi, signor Presidente, però un conto era una procedura di sospensione con una sua dignità istituzionale e con la conoscenza di quello che sarebbe accaduto in Commissione bilancio. Quindi, si sarebbe chiarito una volta per tutte se questa cosa c'è, non c'è, costa, non costa o, eventualmente quanto, e tutti - Governo, relatori, maggioranza e opposizione - si sarebbero dovuti assumere la responsabilità di dire una cosa chiara. L'accantonamento, invece, è una cosa per la quale, in modo extraistituzionale, nei corridoi, ci si metterà d'accordo, non capisco in che modo e in che forma, poi domani mattina, all'ultimo momento, per non mettere in difficoltà la maggioranza si dirà: non lo votiamo, però accetteremo l'ordine del giorno dell'onorevole Tizio o dell'onorevole Caio, tutto in buona fede certamente. Così non funziona. È per questo che non bisogna a questo punto accantonare, ma, a nostro avviso, bisogna votare l'emendamento.

Visto che non avete voluto seguire la procedura istituzionale, cioè andare in Commissione, tirare fuori le carte e i numeri, allora adesso, forse, è il caso di votare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Capezzone, anche se, ad onor del vero, l'accantonamento è propedeutico anche ad una riunione del Comitato dei diciotto, non è questione esplicitamente di corridoio.

Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo a favore dell'accantonamento e, tanto per sgombrare il campo da ogni discussione, vorrei quasi chiedere scusa alla Commissione bilancio, perché la Commissione bilancio non ha detto che dà parere contrario sic et simpliciter: prima di dare parere contrario, la Commissione bilancio ha detto: “appare opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito alla possibilità di dare attuazione, eccetera, eccetera”. Quindi, è il Governo che deve sciogliere la riserva (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista)! D'altra parte, non è il primo provvedimento in cui scriviamo, diciamo, “a costo zero”. Qua “a costo zero” sta addirittura nell'emendamento Giachetti, tanto per capirci. Quindi, siamo a favore dell'accantonamento.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sannicandro. Prendo anche atto con gioia che lei ormai padroneggia le condizioni della bilancio con grande competenza e consapevolezza, visto che, giustamente, sono in distribuzione.

Abbiamo ascoltato un oratore a favore e un oratore contro. Passiamo, dunque, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento da parte del relatore dell'emendamento Giachetti 4.203.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva per 147 voti di differenza.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.0200 Dadone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Esiste un provvedimento in Italia - di preciso, è il decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 -, che stabilisce che tutti i dipendenti pubblici eletti a Camera e Senato, per tutta la durata del mandato, non possano conseguire delle promozioni o degli avanzamenti di carriera, fatti salvi quelli che sono gli avanzamenti automatici per anzianità.

Che cosa è successo nel 2006? È stato approvato un decreto legislativo - il n. 160 -, che, di fatto, ha implicitamente derogato a questo divieto. Che cosa prevede all'articolo 11 questo decreto legislativo? Al primo comma, che tutti i magistrati sono sottoposti a verifiche di professionalità quadriennali. Successivamente, sempre nello stesso articolo, si specifica che anche per i fuori ruolo è prevista questa verifica periodica di professionalità.

Che cosa chiediamo con questo articolo aggiuntivo? Chiediamo una cosa che è stata sollevata da uno dei rappresentanti del CSM in sede di audizione presso il Senato della Repubblica: quindi, nulla che mi sono inventata io o gli altri sottoscrittori dell'articolo aggiuntivo, ma direttamente il CSM, che, in merito, esprime le testuali parole: “Per i magistrati in aspettativa a seguito di elezione al Parlamento o in enti territoriali, il Consiglio ha sempre dovuto procedere alla valutazione professionale, riferendosi all'attività compiuta nelle sedi diverse rispetto a quella giudiziaria in cui hanno operato, sulla base di rilevanze offerte da un'autorelazione dell'interessato e ad informazioni fornite dagli organi rappresentativi dell'ente”. Quindi, la Presidenza dal ramo parlamentare di riferimento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 19,20)

FABIANA DADONE. E ancora: “È doveroso segnalare la scarsa compatibilità della valutazione professionale rigorosamente disciplinata per procedure, parametri e criteri di giudizio e selezione degli elementi rilevanti e delle fonti di conoscenza con l'attività condotta dagli stessi presso gli organi di rappresentanza di governo politico-amministrativo, profondamente eterogenee per contesto, finalità e modalità, in quanto ad espressione di indirizzo politico non imparziale”.

Cosa ha fatto il CSM esprimendo questo parere? Di fatto, ha invitato il Parlamento ad intervenire per eliminare questa norma.

Quindi, quello che facciamo con questo articolo aggiuntivo è semplicemente chiedere che durante tutto il mandato parlamentare, durante la nomina di governo, i magistrati che si ritrovino a ricoprire questi ruoli non possano effettuare questa valutazione, che viene di fatto fatta con un'autorelazione. Quindi, ci si dice: sono stato bravissimo a svolgere questo ruolo, merito assolutamente di avere un avanzamento di carriera. Ora, Presidente, non sono stata io ad inventarmelo, ho già detto che è stato il CSM, questa nota è stata anche introdotta nel dossier della Camera dei deputati, quindi non è una mia particolare fisima, c'è addirittura una petizione popolare, quindi una raccolta di firme che chiede all'organo legislativo un intervento in merito, che io ricordi non c'è stata nessuna espressione di dissenso sull'argomento da parte dei parlamentari, anche di maggioranza, che sono andati in televisione a parlare del provvedimento in questi giorni, per cui non riesco a capire il motivo del parere contrario. Peraltro, lo trovo profondamente scorretto nei confronti, invece, dei magistrati che tutti i giorni lavorano nei tribunali e fanno andare via quei faldoni di procedimenti, lavorano seriamente, mentre qui c'è gente che siede da ventisette, diciassette anni all'interno di Camera e Senato e riesce a fare l'avanzamento di carriera al pari di quei magistrati che, invece, tutti i giorni svolgono il proprio incarico nelle sedi opportune, ovverosia i tribunali. Quindi, chiederei ai relatori e al Governo, a questo punto, il perché del motivo contrario e spero, invece, che gli altri parlamentari, indipendentemente da quelli che sono i pareri offerti dal relatore di maggioranza e dal Governo, votino secondo coscienza ciò che, di fatto, è una giustizia sociale verso gli altri magistrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Chiedo, Presidente, un po' di attenzione perché sarebbe importante aprire un dibattito su questo emendamento. Stiamo parlando di un privilegio, stiamo parlando della progressione di carriera dei magistrati fuori ruolo, in aspettativa. Abbiamo anche in quest'Aula dei magistrati fuori ruolo, in aspettativa, che hanno il privilegio di non avere il limite di dieci anni, all'interno dei quali poter rimanere fuori ruolo, perché la carica parlamentare permette a un magistrato di rimanere anche quarant'anni fuori ruolo. E quando rientra o magari va in pensione da pubblico ministero, esce come magistrato di Corte di Cassazione. E secondo voi non è un privilegio, questo? Far progredire di carriera colui che non sta assolvendo alla carriera di magistrato per la quale ha fatto un concorso pubblico e giurato sulla Costituzione per un giusto processo? Noi chiediamo semplicemente che un magistrato, quando si candida per entrare in politica o riceve un incarico governativo, non cresca più di carriera, Presidente, rimanga lì e, quando ritorna a fare il magistrato, ritorna nello stesso incarico, nello stesso inquadramento che aveva quando è entrato in politica. Presidente, la ringrazio, io spero che altre forze politiche e soprattutto la forza politica di maggioranza relativa al Partito Democratico e il Governo ci dicano che cosa pensano di questo emendamento di giustizia, di giustezza e di equità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Vede, Presidente, in Italia i magistrati che fanno politica fanno una doppia carriera: fanno carriera politica e fanno carriera di magistrati, quindi sono doppiamente privilegiati. Ma in realtà, come vedremo nei prossimi emendamenti, ci sono magistrati che sono andati in aspettativa ventotto anni fa, che hanno fatto carriera politica e che hanno fatto carriera all'interno della magistratura grazie a quegli scatti automatici che dicevano i miei colleghi in precedenza. E un esempio lampante è il Ministro Finocchiaro, che da ventisette anni, se non sbaglio, fa politica e da ventisette anni, a differenza dei suoi colleghi magistrati, ha superato, guarda caso, tutte le valutazioni di professionalità. Ebbene, l'articolo 6, a questi magistrati che fanno politica, il Partito Democratico concede addirittura il privilegio di andare direttamente a fare i magistrati di Cassazione, così da istituzionalizzare il privilegio a favore dei magistrati politici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Grazie, Presidente. La strana storia del nostro Parlamento e della politica in generale: da un lato, corriamo tutti alla delegittimazione della politica, della nostra funzione, ci scarichiamo addosso tanta di quella, come dire, melma, cattiveria incredibile, dall'altro lato, la politica, gli stessi uomini che delegittimano se stessi, riescono a creare una sorta di torre d'avorio, dove dall'esterno nessuno deve poter vedere dentro. E questa è una cosa incredibile, la verità è che, purtroppo, la politica è ricattabile e la politica ha sempre più paura di certi sistemi. Allora, questa è la verità che dobbiamo dire, rispetto anche all'intervento precedente, caro amico del Governo: bisogna avere il coraggio per mettere e creare le condizioni perché la politica all'esterno sia credibile, partendo anche da questa condizione e non autoflagellando la politica stessa e scaricando la melma solo su quelli che stanno qui dentro, all'interno di questa Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Io sinceramente non so come si possa dire ai tanti magistrati che in Italia lavorano e che servono lo Stato, come tutti i parlamentari della maggioranza non si sono mai sognati di fare, io non so come si possa dire a quel magistrato: guarda, tu stai lavorando per trent'anni, ogni giorno vai in tribunale, ti ritrovi magari ogni tanto un Presidente del Consiglio cialtrone, che dice che i problemi della giustizia sono problemi relativi alle ferie dei magistrati, e quando però, tutto a un tratto, dopo trent'anni, un magistrato che trent'anni prima è andato a sedere in Parlamento te lo ritrovi allo stesso tuo grado! Cioè, è la legittimazione, Presidente, perché il Ministro Poletti non ha avuto un lapsus, ha detto quello che pensano tutti all'interno della maggioranza: fatti le conoscenze giuste, vai in politica o a giocare a calcetto e superi quelli che meritano veramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Io andrei cauto, non parlerei con tanta facilità di privilegi, questa è una parola ormai abusata. Per esempio, in quest'Aula, se qualcuno vuole parlare di privilegi, vi era una norma, la quale stabiliva che il magistrato, diventando parlamentare, può tranquillamente conservare l'ammontare dello stipendio che prendeva come magistrato. Questa norma è in vigore dal 2001 e non riguarda soltanto i magistrati, riguarda anche il pubblico impiego, tutto il pubblico impiego, cioè uno può optare, altri non possono optare. Io quello lo vedrei come un privilegio, ma non ha sortito alcun turbamento, qua dentro. Nessuno l'ha rilevato, addirittura, neanche in Commissione è stato rilevato.

Qui stiamo sotto un altro profilo: la legge che dobbiamo deliberare è una legge che mira a garantire ai cittadini che, quando si trovano di fronte ad un magistrato, questo magistrato non sia, come dire, ispirato da pregiudizi politici, deve apparire un magistrato terzo e, quindi, noi stiamo approntando delle misure che servano a garantire questa immagine. Qui non è in discussione né l'onestà, né la disonestà dei singoli magistrati, qui è in discussione - scusate l'espressione - la rispettabilità della istituzione. Il cittadino deve stare tranquillo, ecco perché stiamo ponendo dei limiti, dei limiti per essere candidato, dei limiti per rientrare al lavoro quando non si viene eletti, e dei limiti quando si viene eletti e poi bisogna ritornare, eventualmente, al lavoro.

È principio generale del nostro ordinamento che, chi si mette al servizio del bene pubblico, cioè quando noi nominiamo dei rappresentanti, al comune, alla provincia, alla regione e al Parlamento, non dobbiamo chiedere a costoro di essere degli eroi, ecco perché la nostra Costituzione, all'articolo 51, dice appunto che bisogna, per esempio, conservare il posto di lavoro. Tu non puoi chiedere a uno: lascia il tuo posto di lavoro. Da qui nasce il diritto all'indennità di carica, da qui nasce il diritto a quello che si chiamava il vitalizio, non so come si chiama oggi, addirittura si chiama pensione senza avere, come dire, un rapporto di lavoro, ma comunque questo fa parte ormai della fantasia linguistica con cui ci autoflagelliamo.

Quindi, il cittadino che viene eletto per rappresentare il popolo e far parte delle istituzioni non deve, per ciò solo, ricevere un danno sulla sua posizione lavorativa. A ciò è ispirata questa norma. Io veramente all'inizio pensavo che si volesse porre un limite a quei magistrati che non stanno al servizio nei tribunali, ma che stanno in fuori ruolo, poi la lessi bene e mi resi conto che si trattava invece dei magistrati che vengono eletti al Parlamento o alle altre cariche. Non si può chiedere a costoro di mettere in pericolo l'economia familiare, proprio perché è principio democratico che non debbano essere rappresentanti soltanto coloro i quali se lo possono permettere per reddito personale o per reddito familiare; questa è la logica che ci deve ispirare.

Se volessimo con questa norma porre un ulteriore limite alla presenza di magistrati nella politica, allora sarebbe un altro spirito, ma è mal posto il problema. Dovremmo semmai, con gli emendamenti che hanno proposto, per esempio, i colleghi Cinque Stelle e altri, aumentare il periodo di allontanamento da certe funzioni o da certi territori, ma questa mi sembra una strada veramente sbagliata. Per questa ragione noi voteremo a favore del mantenimento della progressione di carriera e alla conservazione del posto di lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Questo dibattito, questo emendamento, a mio giudizio, richiama una differenza di vedute e di approccio su questo tema. Il nostro è quello che noi riteniamo che i magistrati che fanno una scelta, rispettando la Costituzione, rispettando le normative vigenti, di dedicare un pezzo della loro vita all'impegno nelle istituzioni e in Parlamento, rappresentino un valore per questo Parlamento, per le istituzioni, e un valore per la politica. Io richiamo i colleghi a valutare quanti sono gli avvocati in questo Parlamento, quanti sono gli avvocati in questo Parlamento, e quale contributo hanno portato i magistrati che negli anni si sono succeduti in questa istituzione al dibattito politico, anche alla formazione delle leggi che riguardano la giustizia. E la nostra valutazione è quella per cui il contributo che i magistrati si sono succeduti, in tutti gli schieramenti politici, in questa sede, è stato un contributo utile. Che poi ci sia un trattamento diverso dal punto di vista retributivo, di carriera, del reinserimento nella carriera lavorativa, per i magistrati rispetto agli altri lavoratori, non è una novità. Questo Parlamento, proprio per la separazione dei poteri tra potere legislativo e potere giudiziario, ha sempre trovato dei limiti nel normare cose che riguardano i magistrati. C'è un sistema di autogoverno.

Quindi, io penso che questo dibattito abbia radici più profonde: non cosa succede ai magistrati quando escono da qui, c'è già una normativa, noi interveniamo nuovamente, normiamo in maniera opportuna (questa legge, così come l'abbiamo modificata, è una legge utile), ma che c'è qualcuno che pensa che i magistrati non dovrebbero venire in questa istituzione e vuole mettere paletti per impedire che ciò avvenga.

Io penso che questo sia sbagliato, penso che i magistrati che decidono di venire nelle istituzioni, e lo fanno per uno spirito di servizio alla politica e alle istituzioni, debbano trovare la possibilità di farlo e non paletti per evitare di farlo. Dopodiché altro è quando finiscono il loro mandato e tornano nella magistratura, che devono rispettare le regole che abbiamo scritto e quelle che oggi modifichiamo, rendendo ancora più rigido il percorso. Io preferisco un magistrato che venga nelle istituzioni a fare politica, piuttosto che chi magari la fa restando in magistratura e dice cose che non dovrebbe dire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché sta facendo un altro mestiere. E credo che la separazione dei poteri in questo sia un valore.

Quindi, io cercherei di riportare su questo binario, se poi si vogliono utilizzare strumenti di altro tipo per finalizzare al fatto che i magistrati qui dentro non devono entrare, noi voteremo sempre contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io come sempre apprezzo molto le parole del l'onorevole Rosato, ma mi consentirà, in questo raro caso, di non condividerle dal punto di vista del metodo essenzialmente.

Qui nessuno si vuole opporre che legittimamente, come la Costituzione prevede, qualsiasi cittadino possa accedere alla politica, magistrati compresi, ci mancherebbe altro. Ma il tema di questo emendamento è quello di evitare un falso ideologico: si può giudicare la professionalità di un magistrato che non fa il magistrato? Io credo che questo sia il punto cruciale. Qui nessuno vuole impedire niente a nessuno, ma se tu sei in Parlamento, fai il magistrato? No, sei in Parlamento. Come si fa a esprimere un giudizio di professionalità che invece ha un retroterra valutativo assolutamente legato all'esercizio della funzione? Io credo che il punto è che abilmente è stato trasformato in un problema - mi sia consentito - inesistente dal punto di vista culturale. Questo non è un emendamento che vuole impedire, è un emendamento che vuole tracciare le condizioni perché il magistrato possa stare in politica. Io mi chiedo e chiedo all'Aula: come si può consentire una valutazione di professionalità per chi non esercita il ruolo di magistrato? È come se qualcuno sospendesse un'attività nella pubblica amministrazione e se ne volesse valutare la professionalità stando in Parlamento. Come a un professore universitario che non insegna più perché è in Parlamento, vedo qui il professor Cassano, a cui noi dovremo dire: qual è la professionalità del professore universitario che non fa più il professore universitario?

Credo che questo sia un emendamento semplice e il giudice, come il docente universitario, sa bene che quando entra in Parlamento non sarà più valutato per la sua professionalità. Si tratta di stabilire le regole e di scriverle uguali per tutti; questo è il punto! Io credo che questa parola della uguaglianza dell'articolo 3 venga prima di qualsivoglia valutazione. Noi difendiamo i giudici che lavorano e sono in aula e che hanno diritto di essere trattati esattamente come quelli che per legittima scelta e per scelta popolare sono in Parlamento, ma non si può pensare che chi è in Parlamento abbia un trattamento privilegiato fino alla superfetazione ologrammatica, fatemi passare un parolone, di essere giudicati per la propria professionalità stando in Parlamento. Questo sarebbe offensivo per chi quotidianamente esercita puntualmente, con la toga addosso, il ruolo di magistrato. Noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Per il suo tramite vorrei segnalare al presidente Rosato che con esperta e malevola malizia ha cercato di ribaltare i termini del ragionamento. Qui nessuno di quanti stanno prendendo parte alla discussione intende, neanche lontanamente, presupporre una barriera all'ingresso nei ruoli istituzionali a chi professionalmente sta esercitando la funzione di magistrato. È vero semmai il contrario, presidente Rosato, quello che sta a cuore è la pariteticità di trattamento cui devono essere soggetti e condizionati i parlamentari quali che fosse la loro natura lavorativa e professionale prima del loro ingresso nell'Aula parlamentare. Non mi importa sapere se ciascuno di noi prima di entrare qui facesse il professore universitario, il professionista, l'impiegato o il dog-sitter, quando siamo qui, siamo soggetti ad un unico o dovremmo - rectius - essere soggetti ad un paritetico trattamento.

Ciò che qui si discute è la circostanza di dovere bloccare un percorso automatico di avanzamento professionale riguardo a qualcuno che quella professione la sospende, mentre tutti gli altri, presidente Rosato, glielo voglio ricordare, sono soggetti ad un trattamento assai diverso, perché se qualcuno accede alle Aule parlamentari essendo dipendente di qualche azienda privata, può forse riuscire a mantenere il suo ruolo di lavoro per essere reintegrato nel momento in cui rientra, ma quando rientrerà nessuno gli riconoscerà un avanzamento di carriera.

Se uno fa il professionista, le parlo presidente per fatto personale, non solo evidentemente avrà meno tempo da dedicare alla propria attività professionale con nocumento economico, ma addirittura, per il solo fatto di continuare ad esercitare un'attività professionale in costanza di mandato, ad esempio io devo, all'inizio dell'anno, presentare una dichiarazione all'Ufficio di Presidenza della Camera, in cui indico la mia capacità di produrre redditi altri da quelli che mi conferisce la Camera e per questo fatto vengo penalizzato, percependo una retribuzione inferiore a quella degli altri miei colleghi che fanno soltanto i parlamentari.

Allora, qui i casi sono 2: o, come dice il presidente Rosato con maliziosa malevolenza, vogliamo per davvero dare un trattamento uguale per tutti e allora non possiamo riconoscere ai magistrati di potere continuare ad esercitare l'attività istituzionale da un lato e avere l'avanzamento di carriera professionale dall'altro, oppure vogliamo dire, differentemente da quello che preconizza lei, presidente Rosato, che qui non solo nessuno vuole impedire ai magistrati di entrare qua dentro, ma che chi lavora qua dentro vuole addirittura che possano avere un doppio vantaggio e questo è contrario alle norme costituzionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Il problema è delicato, onorevole Cirielli - mi rivolgo all'onorevole Cirielli tramite la Presidenza - perché il problema vero è che nella carica della magistratura non esistono valutazioni di merito e c'è una progressione di carriera che si basa unicamente sul tempo e non sulla valutazione.

Questo fa in modo che la situazione sia essenzialmente diversa da quella di qualunque altro impiegato dello Stato.

Però vorrei dire, sempre tramite la Presidenza, all'onorevole Rosato: qui nessuno vuole impedire ai magistrati di entrare in quest'Aula, tuttavia io, quando mi presento davanti a un giudice, ho il diritto di essere sicuro del fatto che questi non produrrà delle sentenze che hanno la funzione di metterlo sotto i riflettori della pubblica opinione e di facilitare un suo possibile accesso alle Aule parlamentari e questo è il problema, sono i due corni del problema tra i quali dobbiamo muoverci, se possibile con equilibrio, valutando le ragioni degli uni e degli altri.

Infine non ho capito, se mi si consente una battuta, il dibattito precedente sulle retribuzioni: esistono dei magistrati che hanno delle retribuzioni paragonabili ai lussi di cui godono i parlamentari?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Grazie Presidente, ma brevissimamente, solo per dire una cosa ad alcuni colleghi, suo tramite, che sono intervenuti: che una parte della sinistra abbia un complesso di inferiorità nei confronti della magistratura è un dato di fatto.

Ora si tratterebbe di indagare il motivo per cui questo complesso esiste: lascio a ciascuno la fantasia di sognare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0200 Dadone, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2188-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito l'onorevole Verini, relatore, ad esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 5. Glieli leggo io?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Dadone 5.1?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.201 Parisi?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.2 Sisto?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.202 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.203 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Identici 5.200 D'Attorre, 5.204 Colletti, 5.230 Sisto e 5.235 Rampelli?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Identici 5.205 Sisto e 5. 236 Rampelli?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.206 Molteni?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.207 Sisto, identico al 5.208 Molteni e al 5. 237 Rampelli?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.6 Molteni?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.212 D'Attorre?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.211 Sisto?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.600 delle Commissioni?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. 5.213 Parisi?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.214 Parisi?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.225 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.226 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.227 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.215 Parisi?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.216 Sisto identico al 5.238 Rampelli?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.217 Sisto identico al 5.239 Rampelli?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.209 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.210 Colletti?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.218 Molteni?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. 5.219 Sisto?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Allora, il 5.220 Brunetta è ritirato, quindi siamo al 5.601 delle Commissioni.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole

PRESIDENTE. Grazie. Il relatore di minoranza? Onorevole Sisto, glieli leggo io oppure…

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. No, Presidente, cerco di fare da solo se possibile. Allora, 5.1 Dadone favorevole; 5.201 Parisi favorevole: 5.2 Sisto è ovviamente favorevole, 5.202 Colletti pure, come anche il 5.203 Colletti. Identici 5.200 D'Attorre, 5.204 Colletti, 5.230 Sisto e 5.235 Rampelli favorevole; identici 5.205 Sisto e 5.236 Rampelli pure; 5.206 Molteni favorevole; identici 5.207, 5.208 e 5.237 favorevole; 5.6 Molteni favorevole; 5.212 D'Attorre favorevole; 5.211 Sisto analogamente; 5.213 Parisi, 5.214 Parisi …

PRESIDENTE. No, c'è prima il 5.600 delle Commissioni!

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza. Sul 5.600 delle Commissioni mi rimetto all'Aula. 5.213 e 5.214 Parisi favorevole; 5.225 Colletti, 5.226 Colletti e 5.227 Colletti favorevole; 5.215 Parisi favorevole; 5.216 Sisto e 5.238 Rampelli identici favorevole; 5.217 Sisto e 5.239 Rampelli identici favorevole; 5.209 Colletti, 5.210 Colletti, 5.218 Molteni e 5.219 Sisto favorevole.

PRESIDENTE. È ritirato anche l'emendamento della Commissione 5.601.

Il Governo?

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Dadone, parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.201 Parisi, parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.2. Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per segnalare l'assoluta linearità di questo emendamento: questo rientra in quelle cose che sono state…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sisto: onorevole Chaouki e colleghi! Onorevole Chaouki! Onorevole Chaouki e colleghi: potete abbassare la voce per favore? Grazie. Prego onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Sì Presidente, questo rientra nelle legittime aspettative che un cittadino deve avere, nell'ipotesi in cui i magistrati candidati al Parlamento…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto: ma io non lo so se è possibile! Ma non so, vi divertite? Io non penso che ci sia da divertirsi. Prego, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Stavo dicendo che questo emendamento propone un tema assolutamente - come posso dire? - ineccepibile: i magistrati candidati al Parlamento europeo e nazionale e non eletti, ricollocati nei luoghi di provenienza - il che è tutto dire -, non possono esercitare per sette anni, anziché per due, le funzioni nella circoscrizione dove hanno presentato la candidatura.

Io credo che consentire a chi si è candidato e non è stato eletto di poter esercitare le stesse funzioni dopo soli due anni è assolutamente ridicolo, perché fra entrata e uscita vi deve essere sicuramente un periodo. Se noi lo limitiamo a due anni, noi abbiamo vanificato completamente la portata di questa norma. Non eletti perché significa che, quando un magistrato non è eletto, ha amici e nemici, ha violato comunque il patto di terzietà e di indipendenza, perché ha assunto una posizione. E questa è una posizione che certamente pesa nell'esercizio della giurisdizione. Ne abbiamo decine di esempi, in cui poi, una volta non eletti, è accaduto che fatalmente vi sono state - uso un termine eufemistico - polemiche sulla capacità di terzietà di chi scontento o scontentato non può in qualche modo essere ritenuto esente da sospetti.

In questo ambito, questa legge doveva avere la funzione di garantire proprio il ripristino della terzietà, il ripristino dell'indipendenza, la serenità. Vedremo successivamente come l'abolizione di quelle cause di astensione e ricusazione è un segnale di come si è gestita questa legge alla Camera, diversamente dal Senato, cioè la si è piegata a rendere la politica una porta girevole, in cui si può entrare e uscire con troppa facilità, con una messa in pericolo concreta - e qui mi rivolgo all'avvocato Longo -, del bene giuridico della imparzialità.

Allora, portarlo da due a sette anni, a noi sembra il minimo sindacale, perché il giudice deve fare politica, ma, se sceglie di fare politica e, quindi, di non fare più il giudice, deve sapere che quando rientra c'è un periodo in cui deve stare lontano dai luoghi dove si è proposto come uomo di parte e non come un uomo - o donna, ovviamente - imparziale. Noi su questo emendamento chiediamo l'adesione dell'Aula, con la speranza che il buonsenso e il rispetto del minimo di decenza nei rapporti tra cittadino e magistratura possa trovare spazio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Il collega Sisto ha dimenticato di denunciare un fatto. Il testo che ci arriva dal Senato prevede dei limiti temporali in questo caso superiori a quelli che la nostra Commissione ha introdotto. Questo è il vero problema.

Però, io ho già detto all'inizio che, se cominciamo a modificare ulteriormente con nostri emendamenti il testo, si rischia che poi il Senato rimetta in discussione questo testo, e alla fine finisce la legislatura e questo testo non vede la luce. Quindi, ho già detto all'inizio che noi voteremo contro, non perché non condividiamo lo spirito dell'emendamento del collega o di altri colleghi, ma voteremo contro e cerchiamo di mantenere saldo il testo che è venuto dal Senato perché adesso ritroveremo altre commi e altri articoli, con relativi emendamenti, in cui la Commissione ha detto non più cinque ma due. E noi troveremo degli emendamenti in cui si dice 6, 7, 8, 9, 10 e via dicendo: cosa affascinante, però poi, alla fine, rischiosa.

Ecco, ripeto la ragione per la quale voteremo così su questi emendamenti: non perché non ne condividiamo lo spirito, ma semplicemente per questa baracca già abbastanza traballante, dove il Senato ha raggiunto non il miglior testo possibile - come io non ho detto -, ma un giusto equilibrio, anche alla luce di quella che è stata la delibera del Consiglio superiore della magistrature di due anni fa, che in un certo senso è più avanzata di quanto in Commissione abbiamo fatto. Questo tanto per chiarirci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Innanzitutto mi permetta di esprimere il mio stupore di fronte all'intervento del collega Sannicandro, che evidentemente, dopo quattro anni, non riesce a vedere la classica ipotesi di una legge che il partito di maggioranza non vuole approvare. Quindi, è inutile che faccia sforzi per non migliorarla, affinché poi ci possa essere una doppia lettura conforme tra Camera e Senato: non la vogliono approvare, è evidente che non la vogliono approvare! È arrivata alla Camera, hanno inserito qualche modifica, poi tornerà al Senato, ne introdurranno qualcun'altra e qui si inventano addirittura coperture che non ci sono rispetto ad emendamenti che non richiedono coperture. Insomma, il punto diciamocelo, almeno con tutta onestà e trasparenza: questa legge il Partito Democratico non la vuole approvare! Detto ciò, qui non si sta discutendo. Lo dico al deputato Rosato, che probabilmente ha il solo fine di andare da qualche magistrato a dire: hai visto? Ho fatto l'intervento alla Camera, eh, io ho difeso qualcuno (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, che succede (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)?

ALFONSO BONAFEDE. Scusi, Presidente… (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… ecco…

PRESIDENTE. Onorevole D'Uva, per favore! Colleghi! Onorevole D'Uva, per favore. Colleghi, per favore. Concluda, onorevole Bonafede.

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, essendo stato definito come calunniatore dal collega Fiano, intanto la invito a prendere un provvedimento disciplinare.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, non dia retta alle interruzioni, la pregherei di andare avanti e di concludere l'intervento.

ALFONSO BONAFEDE. Mi faccia concludere. Sono stato espulso da quest'Aula per molto meno, mentre difendevo la Costituzione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, che vogliamo fare?

ALFONSO BONAFEDE. Allora, le chiedo di prendere un provvedimento disciplinare nei confronti del collega Fiano, e invito il collega Fiano ad andare a leggere sul codice penale cos'è una calunnia, che non è esattamente quello che ho fatto, cioè esprimere liberamente il mio pensiero come parlamentare. Il collega Fiano non c'è abituato, essendo comandato a bacchetta dal capo di partito…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole Bonafede.

ALFONSO BONAFEDE. E quindi pensa che tutti quelli che pensano e dicono cosa pensano siano de calunniatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Per favore, la smettiamo?

ALFONSO BONAFEDE. Poi, Presidente, vorrei dire sempre che…

PRESIDENTE. Però, concluda, onorevole Bonafede, per favore.

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, io vengo interrotto, mi permetta quantomeno di difendermi.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, lei è così ormai esperto d'Aula, che non si farà certo…

ALFONSO BONAFEDE. No, Presidente, voglio spiegare semplicemente ai colleghi della maggioranza che basta pigiare il tastino giallo, alzare il microfono e intervenire, se hanno qualcosa da dire, e almeno si sono guadagnati leggermente i 15 mila euro al mese che si intascano a spese dei cittadini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Grazie.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Volevo dire che l'intervento del collega Rosato mi sembrava completamente fuori luogo, per il semplice fatto che nessuno sta dicendo che un magistrato non può venire all'interno di quest'Aula, ci mancherebbe! Ci sono magistrati che sono luminari del diritto, che possono decidere una volta nella loro vita di contribuire in un altro potere dello Stato, quello legislativo, ed esprimere…

PRESIDENTE. Deve avviarsi alla conclusione, onorevole.

ALFONSO BONAFEDE. No, Presidente, però lei non mi può conteggiare i minuti in cui sono stato interrotto.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, adesso lei però mi ascolti…

ALFONSO BONAFEDE. Mi scusi, io non ho espresso...

PRESIDENTE. Lei adesso mi ascolti, onorevole Bonafede.

ALFONSO BONAFEDE. Sì.

PRESIDENTE. Io, non solo la posso interrompere, ma le sto facendo recuperare più di quanto lei è stato interrotto. Quindi, ha un minuto e la prego di concludere. Dopo, se vuole, visto che lo sa usare bene, vada sul sito e controlli quanto ha parlato rispetto ai tempi.

ALFONSO BONAFEDE. Assolutamente controllerò, Presidente.

PRESIDENTE. Bene, grazie, onorevole Bonafede. Concluda, ha un minuto. Prego.

ALFONSO BONAFEDE. Allora, il punto è semplicemente che, quando un magistrato si schiera politicamente e decide legittimamente di far parte di un partito politico e di svolgere la funzione di legislatore dando il suo contributo di giurista, a quel punto si ritiene, però, che sia una persona schierata per definizione, e non possa, almeno per un arco temporale congruo - che non è di due anni - andare a svolgere una funzione giurisdizionale, perché qualsiasi cittadino, trovandosi di fronte a un magistrato, deve essere sicuro, deve essere certo, di avere davanti un magistrato terzo. Anche perché, se per caso quel cittadino è un parlamentare o un senatore, poi, quando deve decadere dal suo ruolo di senatore perché condannato in via definitiva, voi lo salvate proprio avallando questo ragionamento, che oggi fate finta di combattere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Colleghi, vi do un'informazione di servizio. Siccome molti mi hanno chiesto come andiamo avanti, andiamo avanti fino al voto dell'articolo 5. Sono circa 25 emendamenti, ovviamente il tempo necessario per votare è al netto degli interventi che verranno fatti.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

DONATELLA FERRANTI. Presidente, non sono riuscita a votare.

PRESIDENTE. Lo lasciamo agli atti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.202 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.203 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.200 D'Attorre, 5.204 Colletti, 5.230 Sisto e 5.235 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.205 Sisto e 5.236 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.206 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.207 Sisto, 5.208 Molteni e 5.237 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.6 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.212 D'Attorre, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.211 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.600 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.213 Parisi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo solo per la doverosa testimonianza di questi emendamenti, ma per pochi secondi, per rimarcare come questi emendamenti del collega Parisi sostanzialmente avevano uno scopo: stabilire che il ricollocamento in ruolo avvenga nella funzione giudicante con vincolo dell'esercizio delle funzioni collegiali per un periodo di cinque anni. A me questo sembra veramente il minimo sindacale. Cioè, la funzione monocratica è quella funzione che è più aggredibile, dal punto di vista della perdita, sia formale che sostanziale, della terzietà, dell'indipendenza. Quindi, ricollocare il magistrato nelle funzioni collegiali a me sembra per il cittadino almeno una garanzia sia di pluralità che di giudizio che possa preservarlo dai rischi di un'incidenza, almeno temporale, per un certo periodo, della perdita - tra virgolette - di quella terzietà ed indipendenza che deve contraddistinguere il magistrato.

Non comprendo perché un emendamento di questo genere, che aveva una sua strutturazione all'interno del pacchetto normativo del Senato, qui sia improvvisamente dissolto, con una scelta che definire in controtendenza è eufemistico. Cioè, chi c'è di più aggredibile, sul piano della perdita della terzietà, di un giudice monocratico? Se l'Aula ritiene che questo sia un ragionamento che bisogna avallare tout-court per puro spirito di appartenenza, Forza Italia voterà comunque convintamente a favore dei cittadini, dei giudici togati e dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, noi voteremo a favore di questi emendamenti, perché, come ho già detto dall'inizio, abbiamo l'impressione che il testo del Senato sia stato cambiato per farlo saltare. Stiamo reintroducendo la norma prevista dal comma 4 del testo del Senato, che dice così: il ricollocamento in ruolo ai sensi dei commi precedenti è disposto nella funzione giudicante con vincolo dell'esercizio delle funzioni collegiali per un periodo di cinque anni. Una volta ricollocati in ruolo, i magistrati non possono in ogni caso ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi per un periodo di cinque anni.

E questa giustamente è una penalizzazione, ma sono le legittime penalizzazioni che sono state introdotte dal Senato in sintonia con le delibere del CSM. Noi invece come Parlamento ci stiamo ponendo contro le norme di buonsenso introdotte dal Senato e condivise dal Consiglio superiore della magistratura. Per cui resto dell'opinione che, affinché questo provvedimento non arrivi in porto, lo stiamo mettendo sotto una specie di bomba ad orologeria. Questa è una norma delicata. Cosa dice il Consiglio della magistratura? Chi torna in servizio non deve avere un ruolo che lo esponga personalmente perché una cosa è fare il giudice monocratico, una cosa è fare il PM, una cosa invece è stare in un organismo collegiale. Quindi questo è il minimo sindacale: come è possibile aver soppresso - badate: soppresso - questa norma della cui soppressione, sono convinto, nessuno sentiva il bisogno ma certamente tutte ne condividono la serietà. A questo punto anche io mi permetto di chiedere che questi emendamenti vengano rinviati alla seduta di domani e accantonati proprio perché, ripeto, si mediti e si rifletta adeguatamente. Resto convinto che altrimenti noi poniamo una bomba ad orologeria sotto la proposta di legge che nasce, badate bene, dalle proposte di varie forze politiche non di una sola né tanto meno del Governo, badate bene. Quindi un equilibrio delicato che si sta mettendo in discussione con molta leggerezza anche da parte, se mi consentite, dell'opposizione che ad un certo punto tira la corda laddove la corda è stata per vari anni come dire soppesata all'interno del Senato alla Repubblica.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole relatore il suo parere sulla richiesta di accantonamento dell'onorevole Sannicandro.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore della richiesta di accantonamento, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. L'accantonamento a mio parere è molto utile per far meditare come situazioni di questo genere non incidono sulla terzietà: incidono sulla credibilità dei magistrati. I magistrati e chi li vuole sostenere dovrebbero essere i primi a favorire una norma di questo genere e non essere i primi ad abolirla dopo che il Senato l'ha votata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 5.213 Parisi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 110 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.213 Parisi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.214 Parisi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Palese).

FRANCESCO PAOLO SISTO. Certo, onorevole Palese perché non è che l'ora mi blocca in quello che voglio sostenere!

PRESIDENTE. Ci mancherebbe altro, ci pensa la Presidenza, onorevole Sisto, stia tranquillo.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Era uno scontro Bari-Lecce che la Presidenza comprenderà bene. Diceva bene l'onorevole Sannicandro che noi stiamo votando contro le direttive del Consiglio superiore della magistratura cioè è una follia soltanto immaginare che ci siano magistrati che stanno votando una proposta di legge che va contro le direttive del proprio organo di autogoverno. Trovo questa scelta incomprensibile e, se potessi dire la mia, violativa di un parametro di rispetto dell'organo di autogoverno di ciascun magistrato.

Allora, che si voglia fare il di più approfittando dei numeri lo capisco, ma che questo non debba essere, Presidente, segnalato ad alta voce perché la gente si renda conto che molte volte il Parlamento è usato numericamente per contravvenire alle indicazioni del Consiglio superiore della magistratura con tutte le giustificazioni iperboliche, paraboliche, trapezoidali che si vogliono assumere io lo trovo scandaloso e lo dico con molto rispetto dei ruoli perché il Parlamento decide e ognuno spinge il bottone che intende spingere ma, quando vi sono indicazioni da parte del Consiglio superiore, credo che si abbia il diritto di chiedere che il Parlamento si uniformi a quelle direttive e che il giudice che torna dopo aver fatto politica vada negli organismi collegiali e non vada da solo ad amministrare giustizia: è chiedere troppo? Probabilmente con questa maggioranza sì.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Intervengo, Presidente, soltanto per precisare che anche noi nella fase di discussione di questa norma abbiamo letto i documenti del Consiglio superiore della magistratura che per noi sono molto importanti, anche se ricordo a chi ha parlato precedentemente che sono indirizzi importanti dell'organo di autogoverno che tuttavia, vorrei ricordare, non vincolano il Parlamento, onorevole Sisto, che ha la sua autonomia legislativa. Ma, detto questo, volevo dire che avendo letto il documento di indirizzo del Consiglio superiore della magistratura ritengo che le norme che stiamo approvando si riflettano molto bene in quegli indirizzi e quindi ritengo che non ci sia alcuna divaricazione tra quegli orientamenti dell'organo di autogoverno e l'autonoma capacità legislativa della Camera che rimane sacra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. La ringrazio, signor Presidente. Sono molto lieto di poter ringraziare attraverso lei, il presidente che ci ha ricordato che gli indirizzi del Consiglio superiore magistratura non ci vincolano: è una bella scoperta, lui l'ha detto alle otto di sera a tutti noi, la ringraziamo molto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.214 Parisi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

A questo punto vi sono delle preclusioni che derivano in realtà dall'approvazione dell'emendamento 1.240 Naccarato: sono preclusi gli emendamenti 5.225 Colletti, 5.226 Colletti e 5.227 Colletti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.215 Parisi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.216 Sisto e 5.238 Rampelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Intervengo ora simultaneamente sugli identici emendamenti 5.216 Sisto e 5.238 Rampelli e sugli identici 5.217 Sisto e 5.239 Rampelli esattamente nell'ordine progressivo per rimarcare come questa palese violazione delle indicazioni dell'organo di autogoverno sia veramente insostenibile da un punto di vista parlamentare ma sostenibile da parte di una maggioranza che ha cambiato completamente il testo Senato, votato all'unanimità al Senato dalla stessa maggioranza.

Quindi, attenzione al colpo di mano: un testo concordato votato all'unanimità, oggi viene sovvertito contravvenendo alla disposizione del CSM. Questo vi fa comprendere come questo non sia più un provvedimento di regolamentazione, ma un provvedimento politico di modificazione e trasformazione negativa delle garanzie che il Senato, all'unanimità, aveva apprestato su un testo dell'opposizione.

Con questi emendamenti si vuole semplicemente dire che gli anni, dai risibili due di questo testo, vengono portati a cinque, e i magistrati candidati alle cariche di presidente di regione, sindaco, eccetera, non possono esercitare funzioni inquirenti né essere assegnati al distretto di Corte d'appello del territorio per il quale hanno presentato la candidatura per cinque anni. Questo è il cuore del provvedimento: non tornare sui luoghi dove si è amministrato giustizia e si è stati candidati. Noi li riduciamo semplicemente a due anni: vedete con quali limitazioni? Io credo che per il rispetto di chi quotidianamente lavora, e per i cittadini che entrano in quegli ospedali che sono ormai palazzi di giustizia che portano soltanto tristezze, noi dobbiamo garantire almeno la terzietà, almeno la certezza che il giudice che hai di fronte non è un giudice che abbia delle appartenenze. Presidente, io credo che questi quattro emendamenti meritino l'attenzione e la votazione dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.216 Sisto e 5.238 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.217 Sisto e 5.239 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Onorevole Ferranti, non è riuscita a votare? Però lo dica - sennò ogni volta mi interrompono - direttamente agli stenografi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.209 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.210 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.218 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo all'emendamento 5.219 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Si tratta di dare atto all'Aula che è stato soppresso - e questo emendamento cerca di riproporre il tema - il quarto comma dell'articolo 5, che il Senato ha votato all'unanimità: “Il ricollocamento in ruolo ai sensi dei commi precedenti è disposto nella funzione giudicante con vincolo dell'esercizio delle funzioni collegiali per cinque anni”. La Camera, nella duplicità della Commissione I e II, ha soppresso questo comma. Noi chiediamo di ripristinarlo, perché è evidente che il magistrato che ritorna da ruoli così delicati e così esposti sul piano politico deve necessariamente essere ricollocato in funzioni collegiali per un periodo di cinque anni; e chi frequenta i marciapiedi giudiziari - nel senso migliore del termine - sa che è indispensabile questa percezione, questa certezza.

Questo è il cuore del nostro provvedimento. Se consentiamo al giudice di tornare ad essere in solitudine e a gestire da solo il budget e la salute giudiziaria dei cittadini, dopo questa esperienza certamente utile, ma che deve avere i suoi effetti nella prospettiva giudiziaria di quel magistrato, stiamo facendo un'operazione terribile, cioè stiamo ratificando una lesione evidente e concreta del principio di imparzialità. Io credo che il Senato non abbia all'unanimità deciso in maniera stolta. Se è stato raggiunto un accordo così importante, ci sarà stata una convergenza anche da parte dei magistrati del Senato, e mi spiegate perché i magistrati della Camera hanno idee diverse? Posso dire la verità (Commenti del deputato Palese)?

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Sisto. Grazie...

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, di questa reattività al banco del Comitato dei diciotto sono particolarmente soddisfatto, perché vuol dire che quello che dico non è privo di conseguenze sul piano della riflessione, ma, ahimè, temo che questa riflessione non sarà sufficiente a cambiare il voto. Noi voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI. Presidente, un attimo solo per spiegare che il Senato - lo dico per suo tramite al collega Sisto - si era dimenticato di alcune cose: per esempio, dei consiglieri regionali, dei sindaci, dei candidati sindaci, dei candidati alla carica di sindaco metropolitano. Quindi, il lavoro del Senato non era completo, ecco perché siamo intervenuti, certamente cercando di riequilibrare quelle che sono anche le tempistiche (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Siamo alla fine della serata e siamo così vivaci?

DAVID ERMINI. Io questo innamoramento del fatto che dovevamo prendere per oro colato…

c'è qualcuno che mi dice qualcosa? Non lo so. Quello che noi dovevamo prendere per oro colato dal Senato credo che la Camera abbia tutto il diritto di poterlo rivedere, anche perché abbiamo deciso - gli italiani hanno deciso - che il bicameralismo perfetto rimane e, quindi, è giusto che la Camera svolga il proprio compito, ma abbiamo aggiunto delle cose importanti che il Senato non aveva messo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà. Onorevole Palese…

ARCANGELO SANNICANDRO. Il provvedimento prevede dei limiti sempre più crescenti, dei limiti di un certo tipo per chi deve entrare in lista: dei limiti maggiori per il magistrato che entra in lista e non viene eletto, dei limiti ancora maggiori per i magistrati che entrano in politica e vengono eletti e poi rientrano o dovrebbero rientrare ad esercitare la funzione giudiziaria. Dove sono stati fatti i maggiori emendamenti? A proposito dei magistrati che devono rientrare nel ruolo originario. Questa escalation è inversamente proporzionale all'attenzione che il Senato ha posto rispetto ai vari eventi che si possono succedere.

Ora il fatto che abbiamo qui, come dire, esteso la eleggibilità e ineleggibilità, eccetera, anche alla regione o, qualche volta, ai comuni, eccetera, siamo perfettamente d'accordo, ma quella mi sembra un cosa scontata. Le province, per dirne una, all'epoca erano state eliminate, ma questo è un testo antico; poi dopo sono state - come io ho tentato di fare con un emendamento - reintrodotte.

Ma non è questo il punto, il punto è: il magistrato può fare politica? D'accordo! Al Senato si è discusso anche di magistrati che non debbano fare politica, qui lo abbiamo dichiarato incostituzionale, quell'emendamento; invece, al Senato c'è stato tutto un dibattito su questo punto e nessun emendamento è stato dichiarato incostituzionale. Vabbè, lasciamo stare questo. Ora, alla fine, magistrati come Casson e gli altri, che erano di questa tesi estrema, per quanto ricordo io, avendo letto il resoconto, alla fine sono addivenuti ad un testo più equilibrato. Quindi, il magistrato può essere eletto, può tornare a svolgere una funzione giudiziaria, qual è il limite che dobbiamo porre? Primo: quello territoriale, nel senso che non deve ritornare nello stesso luogo; secondo: quello relativo alla funzione, che non deve essere mai individuale, ma collegiale; terzo: che non può ricoprire incarichi direttivi o semi direttivi per un periodo “x” di cinque anni. Questa è l'architettura. Noi, ad uno di questi pilastri, a quello più fondamentale, abbiamo dato una bella picconata, questa è la verità e non si può nasconderla, questa verità! E mi dispiace che il mio sospetto stia diventando certezza circa il fatto che qui si vorrà, probabilmente, affossare questa legge e si spera nella fine della legislatura.

PRESIDENTE. Non ho altri interventi... No, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà. Onorevole Cera, magari sia un po' più reattivo, che stavamo mettendo in votazione.

ANGELO CERA. No, Presidente, lei mi dà la possibilità di parlare perché è un mio diritto. Siccome ho la sensazione che fra me e lei… io, d'altra parte, non ho mai mangiato con lei, per cui ho la sensazione che mi deve dare le stesse garanzie che dà agli altri.

PRESIDENTE. Onorevole Cera, l'ho solo pregata di essere più reattivo.

ANGELO CERA. Io starò nei tempi che mi sono dati dal Regolamento.

PRESIDENTE. Certo! Non ho capito bene il mangiare che c'entra, ma me lo spiegherà dopo, magari. Prego.

ANGELO CERA. No, siccome lei da un po' di tempo mi blocca il parlare, non mi dà la parola, in qualche maniera...

PRESIDENTE. Onorevole Cera, vada avanti che è meglio. Vada avanti.

ANGELO CERA. No, è lei che deve essere più tranquillo e più sereno...

PRESIDENTE. Io sono tranquillissimo, onorevole Cera, però la prego, intervenga sull'emendamento...

ANGELO CERA. ...lei non deve andare secondo il suo umore, Presidente!

PRESIDENTE. Intervenga sull'emendamento, onorevole Cera, se no sarò costretto a toglierle la parola.

ANGELO CERA. Lei non deve andare...

PRESIDENTE. Onorevole Cera, la richiamo a intervenire sull'emendamento, se no le tolgo la parola!

ANGELO CERA. Lei non deve andare secondo il suo umore!

PRESIDENTE. Onorevole Cera, è la seconda volta, glielo dico, o lei parla sull'emendamento o io le tolgo la parola. Intervenga sull'emendamento...

ANGELO CERA. Allora rinuncio a parlare, l'importante è che lei mi ha capito, che non va secondo il suo umore...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cera.

Non abbiamo altri iscritti a parlare, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.219 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, come d'intesa con il mio capogruppo, dichiarazione di voto sull'articolo 5: noi voteremo contrariamente a questo articolo 5, voteremo in senso contrario sul metodo e sul merito.

Voteremo contro sul metodo, perché l'abrogazione dei commi 4 e 5, come il Senato li aveva disegnati, costituisce il segnale inequivoco che questa è una riforma che intende sottolineare la facilità e la fluidità delle porte girevoli fra chi si espone in politica e chi, poi, deve tornare a rivestire il ruolo di magistrato. E, da questo punto di vista, io credo che la norma non risparmi nulla.

È una norma che, cancellando tout-court la necessità del collegio (comma 4) e cancellando, ancora una volta, la possibilità per cinque anni di ricoprire incarichi direttivi e semi direttivi...

PRESIDENTE. Aspetti un attimo. Colleghi, per favore, c'è il collega Sisto che sta concludendo.

FRANCESCO PAOLO SISTO. ...ricorderò all'Aula che la soppressione dell'ultimo comma dell'articolo 5 elimina la possibilità che i magistrati, ricollocati in ruolo dopo essere stati candidati in politica - candidati in politica e non eletti, peggio mi sento, perché il magistrato non eletto si è esposto e neanche è stato eletto, quindi con una lesione della terzietà anche dal punto di vista soggettivo -, possano ricoprire incarichi direttivi o semi direttivi per un periodo di cinque anni. Questa norma, illustre Presidente, mi rivolgo a lei per i colleghi, è stata cancellata dalla Camera. Cioè, noi stiamo votando un articolo 5, che costituisce un commodus discessus per chi si candida e non viene eletto, perché quasi nulla accada, quasi nulla accada!

Io vi chiedo se questo è un modo di regolamentare e di arginare un fenomeno coerentemente con le indicazioni del Consiglio superiore, che sono clamorosamente travalicate. E chiedo - ed è l'ultima considerazione che formulo, Presidente - se l'organo di autogoverno della magistratura, che ha il compito di tutelarne l'immagine, è l'organo che in qualche maniera costituzionalmente è preposto a conferire, giustamente, alla magistratura il prestigio che merita e che tutti dobbiamo riconoscerle, perché non c'è nessun Paese che possa definirsi civile se non ha una magistratura indipendente dalla politica, una politica non condizionata dalla magistratura; cioè, se politica e magistratura hanno un prestigio che devono mantenere necessariamente l'uno e l'altro, che senso ha svilire questi rapporti?

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto. Collega Ermini e collega Dambruoso, è proprio davanti a voi! Grazie.

FRANCESCO PAOLO SISTO. No, ma, tra l'altro, poi, sorridono, il che mi induce ad essere particolarmente felice, Presidente. La felicità dei miei contraddittori mi dà gioia.

Allora, dico: dal punto di vista dei contenuti, noi stiamo licenziando un provvedimento che, anziché accrescere il prestigio della magistratura, lo fa decrescere, perché quando un magistrato non è visto come un giudice terzo e imparziale, la considerazione che il cittadino ha della intera magistratura è destinata a precipitare.

Allora, il Senato bene aveva scritto, con un minimo sindacale accettabile, quali erano le regole, in sintonia col CSM. E quando politica e magistratura vanno d'accordo, quale migliore occasione per sancire un matrimonio normativo corretto? Noi qui lo stiamo sciogliendo, questo matrimonio, a danno dei cittadini. Noi voteremo contro questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, credo che sia utile chiarire un po' meglio le cose. Esprimo un parere di ordine personale: quest'idea che, chi tocca la politica, sia viziato per sempre e abbia una malattia incurabile - perché questa è l'impostazione che abbiamo sentito qui stasera - davvero è, per chi fa politica con passione e credendoci, inaccettabile. L'idea che, se un magistrato decide di far politica, poi, debba pagare a vita un prezzo, mi sembra davvero incredibile e inaccettabile.

Noi, comunque, ci rendiamo conto dell'esigenza di dare una regolamentazione equilibrata, per la prima volta, Presidente, perché finora non si è mai riusciti a dare una regolamentazione adatta. Gli inviti del CSM sin qui non sono stati ascoltati e noi, invece, li stiamo ascoltando e traducendo in un testo equilibrato, e stiamo prevedendo che colui il quale si sia candidato a qualunque carica politica e non venisse eletto, dovrà per un periodo non ritornare nel luogo. E, quindi, stiamo parlando di un periodo di due anni, stiamo parlando del fatto che non potrà svolgere funzioni inquirenti, stiamo parlando del fatto che questa norma si assomma all'articolo 1, al fatto che non potrà candidarsi nel luogo in cui ha fatto il magistrato. Quindi, non può aver fatto lì il magistrato, non lo potrà fare per un periodo successivo, deve essere in aspettativa sei mesi prima, non può svolgere funzioni inquirenti: abbiamo introdotto tutta una serie di paletti ragionevoli, sensati, che consentono di dire che il magistrato che sceglie di far politica deve essere consapevole che avrà una serie di limiti, una serie di problemi, e nonostante ciò, può decidere di far politica e se lo farà, secondo me, sarà molto, molto apprezzabile.

Concludo, dicendo: Presidente, io prima ho sentito un richiamo da parte del presidente Sisto davvero inappropriato, perché quando si dice che non ci si sta attenendo alle direttive del CSM, e ci si rivolge a quei magistrati che qui sono presenti, e che non si stanno attenendo a quelle direttive, secondo me si compie davvero un misfatto. Noi siamo qui con il divieto di mandato imperativo, in assoluta libertà, con la nostra coscienza come unico parametro di valutazione. Richiamare presunti obblighi di rispetto di cose che non attengono alla nostra funzione attuale, è davvero inopportuno, è un tentativo di intimidazione che mi è parso davvero grave e che non mi sarei mai aspettato da un collega come il presidente Sisto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Come preannunciato, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Modifica nella denominazione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa, con lettera pervenuta in data 29 marzo 2017, ha reso noto che il gruppo ha modificato in pari data la propria denominazione in “Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD”.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 29 marzo 2017, la IX Commissione permanente (Trasporti) ha approvato in sede legislativa la seguente proposta di legge: Minnucci ed altri “Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada” (3837), alla quale è stata abbinata la proposta di legge n. 3990 Biasotti.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di aprile 2017 e programma dei lavori per i mesi di maggio e giugno 2017.

PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile:

Lunedì 3 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali delle mozioni Vezzali ed altri n. 1-01511, Di Vita ed altri n. 1-0293, Lenzi ed altri n. 1-01437 e Cimbro ed altri n. 1-01494 concernenti iniziative volte alla prevenzione dell'HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili;

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3558 – Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista;

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

n. 3980 - a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011; b) Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Emirati Arabi Uniti, nell'ambito della cultura, arte e patrimonio, fatto a Dubai il 20 novembre 2012; c) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Malta in materia di cooperazione culturale e di istruzione, fatto a Roma il 19 dicembre 2007; d) Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Podgorica il 26 settembre 2013; e) Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 febbraio 2015; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica slovacca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Bratislava il 3 luglio 2015; g) Accordo di collaborazione nei settori della cultura e dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia, fatto a Roma l'8 marzo 2000;

n. 4226 - Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Barbados per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Barbados il 24 agosto 2015 (approvato dal Senato);

n. 4254 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Costa Rica sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Allegato, fatto a Roma il 27 maggio 2016;

n. 2714 – a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013;b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012;c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011.

Martedì 4 (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 5 e giovedì 6 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 7 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1142 e abbinate – Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari.

Seguito dell'esame delle mozioni Vezzali ed altri n. 1-01511, Di Vita ed altri n. 1-0293, Lenzi ed altri n. 1-01437 e Cimbro ed altri n. 1-01494 concernenti iniziative volte alla prevenzione dell'HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili.

Seguito dell'esame delle proposte di legge:

n. 3558 – Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista;

n. 4144 e abbinate - Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (approvata dal Senato);

Seguito dell'esame delle mozioni Lupi, Rampelli ed altri n. 1-01525, Palese ed altri n. 1-01545, Sorial ed altri n. 1-01546, Franco Bordo ed altri n. 1-01548, Allasia ed altri n. 1-01550 e Marcon ed altri n. 1-01555 concernenti iniziative volte all'estensione dei cosiddetti poteri speciali del Governo al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle aziende italiane di rilevanza strategica.

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 3980 - a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011; b) Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Emirati Arabi Uniti, nell'ambito della cultura, arte e patrimonio, fatto a Dubai il 20 novembre 2012; c) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Malta in materia di cooperazione culturale e di istruzione, fatto a Roma il 19 dicembre 2007; d) Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Podgorica il 26 settembre 2013; e) Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 febbraio 2015; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica slovacca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Bratislava il 3 luglio 2015; g) Accordo di collaborazione nei settori della cultura e dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia, fatto a Roma l'8 marzo 2000;

n. 4226 - Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Barbados per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Barbados il 24 agosto 2015 (approvato dal Senato);

n. 4254 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Costa Rica sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Allegato, fatto a Roma il 27 maggio 2016;

n. 2714 – a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013;b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012;c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011.

Nella seduta di mercoledì 5 aprile, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4373 - Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2017, n. 25, recante disposizioni urgenti per l'abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti (da inviare al Senato – scadenza 16 maggio 2017). Il seguito dell'esame avrà luogo a partire da giovedì 6 aprile, con priorità rispetto agli altri argomenti previsti.

Lunedì 10 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2705 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale (approvato dal Senato – scadenza 18 aprile 2017):

Discussione sulle linee generali della mozione Grillo ed altri n. 1-01563 in materia di liste d'attesa per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale ed esercizio della libera professione intramoenia.

Martedì 11, mercoledì 12 e giovedì 13 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 14 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2705/n. XXXX - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale (approvato dal Senato – scadenza 18 aprile 2017).

Eventuale seguito dell'esame disegno di legge n. 4373 - Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2017, n. 25, recante disposizioni urgenti per l'abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti (da inviare al Senato – scadenza 16 maggio 2017) (ove non concluso nella settimana precedente).

Seguito dell'esame delle mozioni:

Grillo ed altri n. 1-01563 in materia di liste d'attesa per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale ed esercizio della libera professione intramoenia;

Dell'Aringa, Palladino ed altri n. 1-01319, Cominardi ed altri n. 1-01533, Palese ed altri n. 1-01534, Sberna ed altri n. 1-01535, Placido ed altri n. 1-01538, Simonetti ed altri n. 1-01539, Rizzetto ed altri n. 1-01541 e Francesco Saverio Romano ed altri n. 1-01543 concernenti iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Martedì 18 aprile (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:

proposta di legge n. 302 e abbinata - Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico;

disegno di legge n. 4314 e abbinata - Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (ove concluso dalla Commissione);

Discussione sulle linee generali della mozione Marcon ed altri – Inserimento del Fiscal Compact nei Trattati europei (in corso di presentazione)

Mercoledì 19 e giovedì 20 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:

proposta di legge n. 302 e abbinata - Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico;

disegno di legge n. 4314 e abbinata - Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (ove concluso dalla Commissione);

proposta di legge n. 3785-A/R e abbinate - Modifica all'articolo 52 del codice penale, in materia di legittima difesa;

Seguito dell'esame delle mozioni:

Marcon ed altri – Inserimento del Fiscal Compact nei Trattati europei (in corso di presentazione);

Rosato ed altri n. 1-01508, Binetti ed altri n. 1-01558 e Cominardi ed altri n. 1-01559 in materia di robotica ed intelligenza artificiale.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Venerdì 21 aprile (antimeridiana e pomeridiana)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3671-ter e abbinata- Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza;

Discussione sulle linee generali della mozione Brescia ed altri n. 1-01439 relativa al funzionamento dei cosiddetti centri hotspot per i migranti;

Nella giornata di lunedì 24 aprile l'Assemblea non terrà seduta.

Mercoledì 26 e giovedì 27 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 28 aprile) (con votazioni)

Esame del Documento di economia e finanza 2017;

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3671-ter e abbinata- Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza;

Seguito dell'esame della mozione Brescia ed altri n. 1-01439 relativa al funzionamento dei cosiddetti centri hotspot per i migranti;

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1202 e abbinata – Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo di norma il mercoledì (dalle ore 15). Nella settimana 24-28 aprile avrà luogo giovedì 27 aprile, dalle ore 15. Il termine di presentazione è quindi fissato a mercoledì 26 aprile, alle ore 12.

Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, di norma, il venerdì (dalle ore 9,30). Non avrà luogo venerdì 14 e venerdì 21 aprile.

Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

La Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Per quanto riguarda l'esame dei progetti di legge nn. 3558; 302 e abbinata; 4314 e abbinata; 3785-A/R e abbinate e 3671-ter e abbinata l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle competenti Commissioni di merito.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione inserimento del Fiscal Compact nei Trattati europei sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Comunico che è stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di maggio e di giugno 2017:

Maggio

Esame delle proposte di legge:

n. 2352 e abbinate - "Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica;

n. 3960 - Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali (approvata dal Senato);

S. 2092 - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza (approvata dalla Camera - ove modificata dal Senato);

Esame delle mozioni Brunetta ed altri n. 1-01560 e Simonetti ed altri n. 1-01553 concernenti iniziative volte a garantire il funzionamento delle province;

Esame dei progetti di legge:

proposta di legge n. 2409 e abbinate - Modifica all'articolo 2 del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, in materia di vitalizi erogati dalle regioni;

proposta di legge n. 1742 - Modifica all'articolo 10 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari (ove concluso dalla Commissione);

proposta di legge n. 3139-B - Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato);

proposta di legge S. 624 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla crisi del sistema creditizio (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione);

disegno di legge n. 4368 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario (approvata dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

Esame della proposta di legge di iniziativa popolare n. 4064 - Carta dei diritti universali del lavoro. Nuovo statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori (ove concluso dalla Commissione);

Esame dei progetti di legge:

proposta di legge n. 338, 521 e abbinate – Interventi per il settore ittico;

proposta di legge n. 3844 - Iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti (approvata dal Senato);

disegno di legge S. 2085 - Legge annuale per il mercato e la concorrenza (collegato alla manovra di finanza pubblica) (approvato dalla Camera – ove trasmesso dal Senato)

Giugno

Esame dei progetti di legge:

proposta di legge n. 3891 e abbinata - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, a tutela dei Corpi politici, amministrativi o giudiziari e dei loro singoli componenti (approvata dal Senato);

disegno di legge n. 4220 - Delega al Governo per la riforma della disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio culturale;

disegno di legge n. 3868 e abbinate - Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché disposizioni per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute (approvato dal Senato);

proposta di legge S. 10 - Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (approvata dal Senato, modificata dalla Camera ove nuovamente modificata dal Senato);

proposta di legge n. 3115 e abbinate – Istituzione e disciplina del Registro nazionale e dei registri regionali dei tumori;

Esame della mozione Palese e Pisicchio n. 1-01311 in materia di destinazione dei fondi strutturali 2014-2020 dell'Unione europea;

Esame delle proposte di legge:

n. 2976 - Istituzione del Registro pubblico delle moschee e dell'Albo nazionale degli imam;

S. 1641 - Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici (approvata dalla Camera – ove modificato dal Senato);

Lupi-Pizzolante - Nuove disposizioni in materia di lavoro accessorio (in corso di presentazione);

n. 2950 - Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative;

n. 4102 - Modifiche alla legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del festival Umbria Jazz;

Esame delle mozioni Capelli ed altri n. 1-01224 e Nicola Bianchi ed altri n. 1-01253 concernente iniziative per garantire la continuità territoriale da e per la Sardegna;

Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 22 e 23 giugno 2017

Esame delle mozioni Allasia ed altri n. 1-01549, Donati ed altri n. 1-01542 e Della Valle ed altri n. 1-01565 concernenti iniziative relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein al commercio su aree pubbliche;

Esame della proposta di legge n. 4388 - Modifica dell'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e altre disposizioni concernenti la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento illegittimo (ove concluso dalla Commissione).

Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti inoltre eventuali ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 30 marzo 2017, alle 9,30:

1.  Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 116-273-296-394-546 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PALMA; ZANETTIN ed altri; BARANI; CASSON ed altri; CALIENDO ed altri: Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 2188-A)

e delle abbinate proposte di legge: DAMBRUOSO ed altri; COLLETTI ed altri. (C. 1442-2770)

Relatori: MARCO DI MAIO (per la I Commissione) e VERINI (per la II Commissione), per la maggioranza; SISTO, di minoranza.

2.  Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 119-1004-1034-1931-2012 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: D'ALI'; DE PETRIS; CALEO; PANIZZA ed altri; SIMEONI ed altri: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 4144-A)

e delle abbinate proposte di legge: TERZONI ed altri; MANNINO ed altri; TERZONI ed altri; BORGHI ed altri. (C. 1987-2023-2058-3480)

Relatore: BORGHI.

3.  Seguito della discussione della proposta di legge:

ARLOTTI ed altri: Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione. (C. 1202-A)

e dell'abbinata proposta di legge: GIANLUCA PINI ed altri. (C. 915)

Relatori: MATTEO BRAGANTINI E FABBRI.

4.  Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare:

GIANCARLO GIORGETTI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'espulsione e sul rimpatrio della moglie e della figlia di un dissidente politico kazako. (Doc. XXII, n. 12-A)

Relatori: MENORELLO (per la I Commissione) e ALLI (per la III Commissione), per la maggioranza; GIANLUCA PINI, di minoranza.

5.  Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01525, Palese ed altri n. 1-01545, Sorial ed altri n. 1-01546, Franco Bordo ed altri n. 1-01548, Allasia ed altri n. 1-01550 e Marcon ed altri n. 1-01555 concernenti iniziative volte all'estensione dei cosiddetti poteri speciali del Governo al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle aziende italiane di rilevanza strategica.

6.  Seguito della discussione delle mozioni Dell'Aringa, Palladino ed altri n. 1-01319, Cominardi ed altri n. 1-01533, Palese ed altri n. 1-01534, Sberna ed altri n. 1-01535, Placido ed altri n. 1-01538, Simonetti ed altri n. 1-01539, Rizzetto ed altri n. 1-01541, Francesco Saverio Romano ed altri n. 1-01543 e Baldassarre ed altri n. 1-01564 concernenti iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego.

7.  Seguito della discussione delle mozioni Santerini, Cimbro, Scopelliti ed altri n. 1-01435, Altieri ed altri n. 1-01536, Molteni ed altri n. 1-01537, Quartapelle Procopio, Monchiero, Locatelli ed altri n. 1-01547 e Rampelli ed altri n. 1-01554 concernenti iniziative volte all'identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo.

8.  Seguito della discussione delle mozioni Rosato ed altri n. 1-01508, Binetti ed altri n. 1-01558, Cominardi ed altri n. 1-01559, Rampelli ed altri n. 1-01561 e Ricciatti ed altri n. 1-01562 in materia di robotica ed intelligenza artificiale.

La seduta termina alle 20,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 7 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 1, 5 e 7 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 4 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 4 le deputate Rubinato e Narduolo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 7 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 7 alla n. 10 la deputata Mongiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 8 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 10 il deputato Mazziotti Di Celso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 11 i deputati Nicchi e Marazziti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 11 e 15 la deputata Coccia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 13 i deputati Piepoli, Gribaudo e Fregolent hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 13 la deputata Covello ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nelle votazioni nn. 13 e 14 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 15 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 15 i deputati Boccuzzi, Marantelli e Capone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 17 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 21 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 21, 47 e 50 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 23 il deputato Borghese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 25 il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 27 la deputata Lombardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 33 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 34 alla n. 38 la deputata Mongiello ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 35 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 38 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 39 i deputati Tartaglione, Covello e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 39 e 42 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 39 e 45 la deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 41 e 42 il deputato Fauttilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 46 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nella votazione n. 53 il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 54 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 54 la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 64 la deputata Carrozza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 1658-B - em. 7.100 292 292 0 147 29 263 117 Resp.
2 Nominale articolo 7 295 272 23 137 263 9 117 Appr.
3 Nominale articolo 11 307 283 24 142 275 8 117 Appr.
4 Nominale articolo 12 310 288 22 145 279 9 115 Appr.
5 Nominale em. 16.1 321 320 1 161 33 287 112 Resp.
6 Nominale articolo 16 325 298 27 150 290 8 112 Appr.
7 Nominale em. 17.1 329 327 2 164 34 293 112 Resp.
8 Nominale articolo 17 331 307 24 154 298 9 112 Appr.
9 Nominale em. 21.1 335 330 5 166 32 298 112 Resp.
10 Nominale articolo 21 336 312 24 157 304 8 112 Appr.
11 Nominale Pdl 1658-B - voto finale 429 388 41 195 375 13 100 Appr.
12 Nominale Ddl Ratifica 4109 - articolo 1 425 425 0 213 422 3 100 Appr.
13 Nominale articolo 2 424 424 0 213 422 2 99 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 3 425 424 1 213 421 3 99 Appr.
15 Nominale Ddl Ratifica 4109 - voto finale 392 388 4 195 388 0 97 Appr.
16 Nominale Pdl 2188-A ed abb. - em. 1.18 375 355 20 178 105 250 110 Resp.
17 Nominale em. 1.240 388 357 31 179 355 2 110 Appr.
18 Nominale em. 1.202 401 374 27 188 110 264 105 Resp.
19 Nominale em. 1.22 399 373 26 187 113 260 104 Resp.
20 Nominale em. 1.12 393 385 8 193 127 258 104 Resp.
21 Nominale em. 1.203 395 386 9 194 125 261 104 Resp.
22 Nominale em. 1.8 402 378 24 190 23 355 104 Resp.
23 Nominale em. 1.10 405 396 9 199 131 265 104 Resp.
24 Nominale em. 1.241 rif. 399 374 25 188 370 4 104 Appr.
25 Nominale em. 1.211, 1.250 401 393 8 197 391 2 104 Appr.
26 Nominale em. 1.214 400 311 89 156 50 261 105 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.9, 1.3, 1.212 397 386 11 194 128 258 105 Resp.
28 Nominale em. 1.7 397 385 12 193 20 365 105 Resp.
29 Nominale em. 1.204, 1.215 403 379 24 190 112 267 105 Resp.
30 Nominale em. 1.600 406 336 70 169 336 0 105 Appr.
31 Nominale articolo 1 408 361 47 181 322 39 104 Appr.
32 Nominale em. 2.300 n.f. 407 399 8 200 398 1 104 Appr.
33 Nominale articolo 2 400 295 105 148 268 27 104 Appr.
34 Nominale em. 3.200 409 385 24 193 383 2 104 Appr.
35 Nominale em. 3.2 405 330 75 166 64 266 104 Resp.
36 Nominale articolo 3 409 371 38 186 340 31 104 Appr.
37 Nominale em. 4.200 408 368 40 185 145 223 104 Resp.
38 Nominale em. 4.300 412 285 127 143 284 1 103 Appr.
39 Nominale em. 4.2 387 354 33 178 137 217 103 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale art. agg. 4.0200 369 349 20 175 132 217 100 Resp.
41 Nominale em. 5.1 372 323 49 162 109 214 100 Resp.
42 Nominale em. 5.201 371 334 37 168 101 233 100 Resp.
43 Nominale em. 5.2 358 328 30 165 104 224 100 Resp.
44 Nominale em. 5.202 357 340 17 171 113 227 100 Resp.
45 Nominale em. 5.203 353 339 14 170 113 226 100 Resp.
46 Nominale em. 5.200, 204, 230, 235 363 361 2 181 146 215 100 Resp.
47 Nominale em. 5.205, 5.236 366 353 13 177 116 237 100 Resp.
48 Nominale em. 5.206 370 357 13 179 117 240 100 Resp.
49 Nominale em. 5.207, 208, 237 366 365 1 183 114 251 100 Resp.
50 Nominale em. 5.6 369 368 1 185 116 252 100 Resp.
51 Nominale em. 5.212 365 348 17 175 134 214 100 Resp.
52 Nominale em. 5.211 369 352 17 177 125 227 100 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 63)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 5.600 370 283 87 142 213 70 100 Appr.
54 Nominale em. 5.213 342 340 2 171 146 194 100 Resp.
55 Nominale em. 5.214 354 353 1 177 153 200 100 Resp.
56 Nominale em. 5.215 355 318 37 160 117 201 100 Resp.
57 Nominale em. 5.216, 5.238 357 346 11 174 145 201 100 Resp.
58 Nominale em. 5.217, 5.239 351 338 13 170 59 279 100 Resp.
59 Nominale em. 5.209 354 311 43 156 109 202 100 Resp.
60 Nominale em. 5.210 353 312 41 157 112 200 100 Resp.
61 Nominale em. 5.218 354 347 7 174 136 211 100 Resp.
62 Nominale em. 5.219 340 328 12 165 135 193 100 Resp.
63 Nominale articolo 5 313 268 45 135 196 72 101 Appr.